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Autore: _Lakshmi_    21/05/2021    1 recensioni
[NewGeneration!AU][TimeSkip][Spoiler?]
Sono trascorsi vent'anni dalla guerra che ha sconvolto il Giappone. La società, dopo la tempesta, si è riassestata e ora, sotto la guida dell'eroe Deku, regna la pace.
Un equilibrio destinato a spezzarsi.
Un dramma destinato a ripetersi.
Un legame destinato a rompersi.
Dal prologo:
Il tuo sorriso.
« Diventerò l'Eroe Numero Uno del Paese.»
Era autunno inoltrato quando tu, dall'alto dello scivolo, annunciasti al mondo i tuoi sogni. La brezza carica di quel caratteristico, fresco profumo di pioggia mi spazzò il viso, mentre da terra ammiravo le tue gloriose ali bianchicce.
[...]
« Voglio salire sul palco con te, Akane.» ti sedesti sull'altalena accanto alla mia, guardandomi con quegli occhi dorati colmi di determinazione « Altrimenti... beh, non ha senso.»
Cosa non ha senso?
Quel pomeriggio mi avevi salutato con un ampio sorriso, grande quasi quanto quello di tuo padre Hawks, estasiato nel vedere i tuoi progressi nel volo. Non mi ricordo il viaggio in auto o il resto della pacata quotidianità della mia infanzia, ma quel tuo sorriso mi rimase ben impresso nella mente.

[Huwumi][TodoMomo][Kacchaco][Altre coppie][Presenza di OC]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Dabi, Hawks, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Titolo: Unmei no akai ito (運命の赤い糸)

Sesto Capitolo: Endeavor plushie

 

 

« Yuki...?
Sei tu...?»

 

     Forse erano le due o addirittura le tre del mattino. Era vietato passeggiare per i corridoi del dormitorio a quell'ora, soprattutto per andare in altre stanze, ma sembrava proprio che non fossi l'unica a non riuscire a chiudere occhio.
In quelle lunghe notti, continuavo infatti a rivivere gli ultimi avvenimenti del Festival Sportivo tra le tue parole e la pesantezza del mio animo affranto.
Sola, chiusa nella mia camera, mi sentivo soffocare. Certo, avevi spezzato la mia corazza che mi ero costruita per isolarmi dalla società, ma ora era rimasto solo un cuore estremamente fragile, esposto a mille turbamenti.
Mi serviva del tempo per riprendermi, per capire cosa fare da quel momento in avanti, per ricomporre i cocci della mia breve esistenza: mio nonno mi disprezzava, avevo litigato con i miei genitori, per non parlare della mia pessima reputazione nel mondo dei Pro Heroes.
Al tempo mi sembrava tutto così insormontabile, impossibile, come scalare un'impervia montagna a mani nude.

« Non riesco a dormire. Sai... per colpa delle pastiglie ogni tanto soffro un po' di insonnia e-...»

« Vieni dentro.» sospirai, interrompendo bruscamente il tuo sproloquio per evitare che qualcuno dei nostri compagni ti sentisse.

Alla mia generosa concessione, con un paio di balzelli ti catapultasti sotto le mie lenzuola, perfettamente ambientata, con quell'imbarazzante peluche di Endeavor stretto al tuo petto.
Sospirai.
Socchiusi gli occhi, cercando di conciliare il sonno.
Ma iniziasti a muoverti, creando un fastidioso fruscio.
Per lunghi, interi, snervanti minuti.
Ad un certo punto, mettendomi seduta, agguantai una coperta e ti avvolsi a mo' di sudario. Quando iniziò a scaldarsi grazie al pacato calore che stavo producendo con la mano destra, finalmente trovasti pace e borbottasti un imbarazzato “grazie”.
In effetti, sia d'estate, sia d'inverno, dormivi sempre avvolta in numerose trapunte, per cui un semplice lenzuolo per te era un vero e proprio disagio.

« Come stai?» domandasti ad un tratto, spezzando ancora una volta il silenzio.

« Mhm... insomma. Un po' di merda.»

Nell'assoluto silenzio che si andò a creare, all'improvviso allungasti il peluche, accarezzandomi il viso con la mano paffuta di Endeavor.
E sempre all'improvviso, desiderai appiccare un incendio.

« Non stare a sentire gli altri.» borbottasti cercando di imitare la voce profonda del nonno « Io sono fiero del tuo percorso, sono certo che diventerai la migliore Pro Hero dopo la mitica, unica, fantastica nonché estremamente affascinante e, beh, ovviamente carismatica Icy Angel.»

« Yukiko...»

« Sono Endeavor.»

Sbuffai.
Eri davvero incorreggibile.

« Davvero? Io non credo.» i miei occhi turchesi s'illuminarono improvvisamente di un bagliore particolare, poi attaccai laddove eri più debole: il solletico.

Scoppiasti a ridere non appena toccai la tua nuda pelle sotto il mega felpone di Uravity e continuasti a contorcerti, cercando di sfuggire alle mie mani che correvano su e giù per il tuo stomaco, finché ad un tratto non volasti giù dal letto con un pesante tonfo.
Già.
L'importante era non fare casino.

« Caaaaaazzo che dolore...» ti arrotolasti su te stessa, tenendoti la testa con entrambe le mani.

« Ehi, Birdie.» mi sporsi dal letto, posando l'indice sulle labbra per farti segno di far silenzio « Mi pare di aver sentito Aizawa.»

Sgranasti gli occhioni dorati.
Con la stessa sinuosità di un serpente, strisciasti sotto le coperte e restasti lì, nascosta. Io, con un sorriso divertito, mi sedetti sulla tua schiena a gambe incrociate e iniziai a sistemare la barba della bambola di Endeavor.
Dopo un paio di minuti, la tua testa spuntò da sotto le lenzuola.

« Mi stai prendendo per il culo, vero?»

« Perspicace, falco. Quando sei rincoglionita dal sonno, regali perle rare.» rotolai giù, sistemandomi nuovamente su un fianco.

Dopo uno sbuffo risentito, ti accoccolasti tutta addosso a me. Il tuo nasino era a pochi centimetri dal mio, tanto che potevo sentire il tuo pacato respiro carezzarmi il viso.

« Stai un po' meglio?» mi domandasti, posando il fresco palmo della mano sulla mia guancia.

« Grazie. Per tutto.»

 

Siamo una squadra, no?
Non dimenticarlo mai.”

 

“Lo so bene,
Birdie.”

 

    « Ah! Armor Hero: Black Dragoon!»

Le grandi, maestose porte trasparenti dell'agenzia di Hawks si erano appena chiuse alle sue spalle, quando qualcuno nel bel mezzo della hall la chiamò col suo nome completo da eroe.
Ancora prima di incontrare il suo sguardo, Rin Todoroki sapeva già chi l'aveva chiamata, visto che era l'unica dipendente con così tanto fiato da sprecare già alle otto del mattino, quando la maggior parte dei Pro Heroes se ne stava in silenzio a bere il caffè.
Si stava parlando infatti di Hitomi Takeda, l'allegra segretaria dal particolare Quirk “Homing Pigeon”: mezzo piccione e mezza umana, la sua corporatura era simile all'immagine classica di un'arpia con lunghe gambe che terminavano in zampe artigliate e le braccia che erano un tutt'uno con le ali dal piumaggio grigiastro; le sue abilità nel combattimento non erano eccelse, però era una lavoratrice instancabile e soprattutto aveva una mente davvero perspicace con un innato senso dell'orientamento.
Una perfetta segretaria, tralasciando il suo bizzarro timore ancestrale per Hawks e per Icy Angel: ogni volta che le capitava di incontrare i due falchi in giro per l'agenzia -e, strano a dirsi, ma succedeva molto spesso-, il suo Io si ritrovava diviso tra il suo istinto che le urlava di fuggire e il suo intelletto che cercava in tutti i modi di razionalizzare le sue paure, e alla fine non sapendo che fare si pietrificava completamente per qualche minuto.
Trascorso quel lasso di tempo di pura contemplazione dell'infinito, si rimetteva a lavorare come se nulla fosse.
Un comportamento bizzarro che aveva lasciato interdetta Rin parecchie volte.

« Hawks ha aggiunto degli eventi sulla vostra agenda e vorrebbe discuterne con voi, nel suo ufficio.» Hitomi sbatté un paio di volte gli occhioni arancioni, attendendo con ansia una risposta.

Rin, svogliatamente, si passò la borsa di Yukiko da una mano all'altra, prima di prendere dalla tasca il telefono per controllare il calendario. Le prime modifiche che notò, furono alcuni turni di ronda: ora era in coppia con Tsukuyomi sul caso degli “Stimolatori di Quirks”. Fatto che in fondo non le dispiacque, visto che lei e Tokoyami andavano d'accordo.
In più c'erano anche un paio di interviste: anche qui, niente che la sconvolse, dopotutto era normale parlare ai media, al di là di tutte le controversie passate e dell'effettiva giovane età, era uno dei Pro Heroes più in vista dell'Agenzia di Hawks.
Solo col suo merchandising, fruttava milioni, segno che la moda dei cavalieri in armatura non era ancora passata. Per non parlare poi delle collaborazioni, programmi televisivi, serie tv... già, il pubblico adorava il suo stile gotico.

 

Ma bastava la sola apparenza
a cancellare gli errori del passato?

 

No. Serviva anche una sponsorizzazione importante, ovviamente.
Migliaia di yen spesi che ora si erano tramutati in milioni di guadagno.
La base dell'economia della nuova società dei Pro Heroes.
Tornò con la mente concentrata sull'agenda elettronica e il suo sguardo turchese fu immediatamente attratto da una parola in particolare.

« Come riunione? No... cioè... non esiste.» Rin -a sua insaputa- iniziò a emettere fumo dal lato destro del suo viso e quando se ne accorse, s'infuriò ancora di più.

« Per questo vuole parlarvi. Per spiegarvi le motivaz-...»

« Non esiste, hai capito?!»

« Ma signorina Todoroki! Non anda-... uhm?» Takeda si stava già preparando a rincorrere la Heroine fuori dall'agenzia, quando, con sua somma sorpresa, quest'ultima iniziò proprio a marciare verso l'ascensore, con un'espressione talmente cupa da sembrare una villain pronta a compiere un delitto « Dove state andando?» domandò poi, svolazzando attorno alla ragazza.

« Nell'ufficio di Hawks. Darò fuoco una volta per tutte a quel maledetto uccellaccio del malaugurio.»

« Ah-ah... non dite così. Qualcuno potrebbe credervi.»

La porta dell'ascensore in vetro si richiuse prima che Takeda potesse ricevere una parola di conforto, una singola sicurezza. E così rimase lì, senza parole, mentre iniziava a metabolizzare l'idea di dover cambiare lavoro per l'improvvisa scomparsa del suo capo.

 

Rin sfiorò con l'indice lo schermo.

 

     L'ascensore, al suo input, sfrecciò verso l'ultimo piano della torre. Mentre l'eroina macerava nel suo rancore, il suolo si allontanava sempre di più fino a trasformare vista della città in una magnifica panoramica dall'alto.
Quella visione, con quel cielo azzurrissimo, sgombro di nubi, donava un innato senso di libertà, anche a chi -come Rin- non possedeva delle ali.
All'acuto “Ding” che annunciava l'arrivo al piano designato, la giovane Todoroki smise di contemplare il paesaggio e tornò a covare rancore.
Camminò per il corridoio dal lucido pavimento in marmo fino a raggiungere l'ultima, maestosa porta a due battenti in vetro satinato finemente decorata con una scenografico, dettagliato disegno di un falco. Attese qualche secondo per la scansione completa del corpo, poi finalmente la porta a scorrimento si aprì, permettendole di entrare.
E l'ufficio di Hawks... beh... era semplicemente, ridicolmente, fottutamente gigantesco, valorizzato da un'incredibile vetrata curva che collegava direttamente l'interno con l'esterno, dando così l'illusione che non ci fosse alcun muro a separare i due ambienti. L'arredamento era moderno con scenografiche pareti ad acqua che separavano gli spazi, delineando la zona conversazione con comodi divanetti, tavolini, biliardo e persino un bar attrezzato, e la zona riunione con quel lunghissimo tavolo circondato almeno da una decina di sedie, per finire con la scrivania ampia e maestosa, degna di un Pro Hero del suo livello. Ad accompagnare il cammino da una parte all'altra della stanza, tra l'altro, erano appesi al muro innumerevoli riconoscimenti alternati a gigantografie, tra le quali la preferita di Rin era indubbiamente il dettaglio in primo piano in bianco e nero di un'ala con lo sfondo sfocato che mostrava un suggestivo paesaggio notturno.

« Todoroki Rin, la mia Pro Hero preferita dopo la mia Pulcina, ma sullo stesso livello di Tokoyami. Spero che tu abbia portato una bella tazza di caffè, ne ho proprio vogli-...» il piccolo uomo seduto alla scrivania ebbe addirittura l'ardire di parlare, mentre Rin stava letteralmente fumando d'ira.

« Che cosa significa “Riunione con alcune agenzie di eroi”? Quali agenzie?! Perché così vago?» prima ancora che Hawks potesse parlare, Black Dragoon continuò « So benissimo il motivo e la mia risposta è no.»

« Rin... siediti.» all'invito di Keigo, la ragazza prese posto alla scrivania, mantenendo quella terribile, tetra espressione di puro odio « Partiamo dal principio: io sono il tuo capo.»

« Sì, ma-...»

« E la tua opinione conta fino ad un certo punto.» Hawks con un sorrisetto da schiaffi in viso, congiunse le mani guantate in preghiera e le rivolse alla giovane Todoroki « Ora che abbiamo chiarito questo concetto, passiamo al prossimo: gli eroi collaborano tra di loro, anche se si odiano. Il nostro lavoro deve restare separato dai nostri problemi familiari.»

« Fai questo discorso anche al resto della famiglia Todoroki. Gli servirebbe.»

« Rin...» Takami, dopo un sospiro rassegnato, si lasciò andare contro il comodo schienale della sedia girevole, continuando poi il suo discorso « Sai benissimo di avere un Quirk versatile e soprattutto potente, sei una delle punte di diamante della mia agenzia. Per questo penso che il tuo contributo in questa missione sia fondamentale: non possiamo sottovalutare i Villains, non una seconda volta.»

« Lo so. Però... è difficile. Io non sono Nao: Endeavor a volte lo tratta ancora come se fosse l'ultimo tra gli ultimi, anche se ha un Quirk eccezionale, anche se -quando vuole- è intelligente.» mormorò Rin, prima di prendere dalla scrivania un morbido antistress a forma di pulcino « E Nao non ha fatto tutte le cazzate che ho fatto io al liceo. Ok, è lavoro, ma per collaborare, entrambe le parti devono essere d'accordo e... beh... per la buona riuscita del piano, penso che ti convenga scegliere qualcun altro.»

« Di che agenzia fai parte?»

« Mhm? Della tua?» a quella domanda improvvisa, la giovane Pro Hero corrucciò la fronte confusa.

« E come vi chiamo sempre?»

« I tuoi... pulcini?»

« Esatto: siete i miei pulcini. Per cui, se qualcuno minaccia la mia nidiata, io stesso parto all'attacco per difendere il territorio. Puoi contarci. Non devi temere nulla e nessuno.»

« Quindi affronteresti a muso duro l'agenzia di Shōto? Vorrei proprio vederti, boss.» Rin sospirò e prima che Keigo potesse dirle qualcosa, riprese a parlare « E poi lo sai vero che tutta questa questione dei pulcini è piuttosto imbarazzante?»

« Davvero? Ma la mia Pulcina adora essere chiamata Pulcina.» questa volta fu Hawks ad essere confuso, ma superò in fretta quello stato agitando la mano con un'espressione quasi seria « Non sei ancora entrata nello spirito, vero? Ormai sei un vero e proprio Compagno Uccello, non puoi più sfuggire.»

Non sapeva cosa fosse più imbarazzante, se “Pulcino” o “Compagno Uccello”: era una sfida ad armi pari, anche se effettivamente Compagno Uccello aveva quella marcia vagamente comunista in più che gli avrebbe permesso di vincere lo scontro.
Keigo, mentre Rin rifletteva su quell'ardua battaglia, si alzò e si avvicinò alla borsa preparata apposta per Yukiko, da cui sporgeva un vecchio peluche. Lo recuperò e rimase a fissarlo col cuore che batteva per una nostalgica tenerezza.
E una profonda tristezza, tanto che i suoi occhi sembravano lucidi, velati dalle lacrime.

« È il suo portafortuna. Mi sembrava carino portarglielo.» s'affrettò a dire Rin, notando il luccichio addolorato nelle iridi di Keigo.

« Quanti ricordi.» mormorò, mentre sistemava la barba infuocata del pupazzo di Endeavor « Sai, glielo avevo regalato quando ancora dormiva nella culla. Era il mio vecchio peluche e... già, ha fatto davvero tanta strada.»

In silenzio, Hawks ripose con cura il piccolo tesoro d'infanzia e sempre in silenzio rimase a fissare qualche attimo il borsone.
Poi, quando il silenzio diventò addirittura preoccupante, alzò lo sguardo e vide Rin tutta accartocciata su se stessa con una mano stretta sul cuore.

« Rin?»

« Ah... la visione mi ha messo K.O. boss, non potrò più combattere per questo round. Qualcuno deve sostituirmi.» scherzò la ragazza, resuscitando improvvisamente dalla sua forma arrotolata.

« Hai ancora del lavoro da svolgere, non puoi collassare così.» all'ironia della ragazza, anche Hawks sorrise, seppur il suo sorriso si spense velocemente « Rin.»

« Mhm?»

« Quando Yukiko uscirà dall'ospedale, per il periodo di convalescenza vorrei che vi trasferiste al NEST. Mi sentirei più sicuro.»

NEST, ovvero il complesso di appartamenti riservati ai dipendenti dell'agenzia: era un palazzo fornito di ogni tipo di comfort, come palestra, piscine, spa, sala giochi, ristoranti... tutto finalizzato ad alleviare lo stress degli impiegati per incentivarli a fare un buon lavoro.
E, in effetti, funzionava tremendamente bene.
Una volta si era concessa un bagno nella calda sorgente termale sotterranea e... era un vero e proprio paradiso.
Yukiko però aveva preferito una casa -condividendola con Rin e Natsumi, le sue storiche amiche-, perché voleva iniziare a costruire qualcosa di “suo” al di fuori dell'azienda di famiglia.
Davvero ammirevole.
Anche se...

« Anche Natsumi? Insomma... non fa parte dell'agenzia, però...»

« Beh, lavora in radio, no? Per lei le porte sono sempre aperte. Ottima pubblicità.» Hawks rise con un sarcasmo non così tanto ironico, visto che effettivamente anche la radio era ancora un buon canale di comunicazione « E poi... magari, se riuscisse a convincere suo fratello...»

« Satoru? Il leader della famosa Hero-band Sonata Arctica? Non penso che Little Mermaid se lo lasci soffiare così facilmente.» Rin trattenne poi una risata divertita, continuando il discorso con un tono un po' più pungente « E poi è una competizione contro la donna più ricca del Giappone. Non c'è assolutamente gara, boss. Hai perso in partenza.»

Già. Il folle, quanto estremamente redditizio progetto delle Hero-Band.
Seppur avesse solo diciassette anni, Satoru Kaminari era già un Pro Hero a tutti gli effetti dopo aver conseguito il rigido addestramento presso l'agenzia Abyss. Rin non sapeva esattamente come funzionasse il training, però da quel che le aveva detto Natsumi e da quanto sentito in giro, era un sistema ancora più punitivo della U.A. High School: dei talent scout individuavano gli aspiranti Idol con un'età compresa tra i nove e gli undici anni e poi, col consenso dei genitori, li prelevavano dalle famiglie per iniziare un intenso allenamento di ben sei anni fino al debutto della band, che equivaleva all'esame finale per diventare Hero.
Chi falliva, veniva immediatamente scartato, mentre chi riusciva a raggiungere un certo livello di visual, guadagnava una fama spropositata, insieme ai soldi e naturalmente al tesserino da Pro Hero.
Satoru Kaminari, ovviamente, aveva superato la prova e così, oltre ad essere l'Hero Rhapsodia, era anche il chitarrista, nonché capo del famoso gruppo Symphonic Metal “Sonata Arctica”, dove “Arctica” era un velato tributo all'Heroine Icy Angel, dato che, come aveva detto Toranosuke (Tora, per gli amici) Usagiyama durante una diretta: “Io e i miei homies stavamo discutendo sul nome, poi abbiamo visto alla tv lo scontro tra Icy Angel e Black Dragoon e... beh, devo aggiungere altro? Vera queen”.
Una pubblicità così sfacciata per un altro hero di un'agenzia rivale normalmente era malvista, ma il tigrotto -a differenza del resto del mondo felino- non aveva peli sulla lingua. Rin trovava quella sfacciataggine interessante.

« Ah-ah... per lui amplierei pure l'Agenzia.» con un sorriso furbo, prese di nuovo posto alla sua maestosa sedia d'ufficio e fissò con uno sguardo degno di un rapace la giovane Todoroki.

« Eeeeh?! Ma io ho solo un ufficio e devo pure condividerlo! E sono la tua punta di diamante.»

« Se hai bisogno di spazio, passa all'agenzia di Shōto.»

Rin rimase in silenzio qualche attimo bruciata dal commento, mentre Keigo rideva beato.
Allora, in risposta, sospirò rauca e marciò verso la porta più che intenzionata ad abbandonare quel terribile posto il più in fretta possibile. Tuttavia, prima che potesse uscire, sentì alle sue spalle un pacato “grazie per tutto, Rin”.
Si voltò e, per la prima volta in quella discussione, vide un sorriso sincero sul viso del Pro Hero. Un segno di gratitudine che colpì positivamente l'eroina Black Dragoon, visto che fino a quel momento non pensava di meritare tanto, soprattutto non dopo gli ultimi avvenimenti.

 

Quel semplice gesto,
le risollevò il morale.

 

 

 

 

Fine Sesto Capitolo!

 

 

Immagine di inizio capitolo: lo so, è trash. Però mi sono divertita a farla.

Hitomi Takeda: per Hitomi mi sono ispirata al personaggio di Monet (Mone, Mona... l'arpia, insomma) di One Piece. Confesso che non mi piace il design generale delle donne in One Piece visto che o sono cessi a pedali, o sono tutte simili a Nami o Nico Robin, però Monet aveva almeno il fattore “Compagno Uccello” in più rispetto alle altre.
Poi è scomparsa dalla narrazione.
E al suo posto mi hanno dato Yamato.
Leggete il mio disappunto.

Homing Pigeon: quanto sono fiera di questo quirk.

Timore ancestrale: cercando su Google per avere una reference per il piumaggio, tra le prime immagini c'era anche quella di un falco che teneva tra gli artigli un piccione morto. E niente, il mio cervello ha pensato che fosse una bella idea dare continui flash tipo guerra del Vietnam alla segretaria di Hawks.

La base dell'economia della nuova società dei Pro Heroes: allora, essendo ambientata in un futuro ipotetico rispetto al manga, non ci sono più X eroi con X agenzie diverse, bensì alcune agenzie sono sopravvissute alla prova del tempo (perché comunque vent'anni sono tanti per un'attività) e si sono sviluppate, ampliandosi e inglobando sempre più Pro Heroes.
Poi esistono anche altre agenzie che sono nate più di recente e sono gestite direttamente da imprenditori, che però non sono Pro Heroes.
In ogni caso, tutte per tirare a campare devono sfornare prodotti nuovi, visto che gli eroi invecchiano molto, molto velocemente. Per questo diventano fondamentali le sponsorizzazioni, la pubblicità e in generale l'immagine.

Compagno Uccello: alloooooooooora. Nella traduzione del manga, Hawks insiste molto sul fatto del Compagno Uccello e boh... quando l'ho letto ho rotto talmente tanto i coglioni nella chat di gruppo che ormai è diventato una sorta di culto Comunista dei Piccioni.
I 4 euro meglio spesi di sempre.

Ufficio di Hawks: l'ho anche ricreato su The Sims 4 e ora Yuki, in automatico, quando deve fare i compiti si fa 4 piani di scale per occupare la scrivania del padre. Brava Pulcina. Marca il territorio.

NEST: apprezzate lo sforzo del mio cervello... ho passato ore a cercare un nome decente.

Hero-band: a sentir parlare di Hero-Band qualcuno potrebbe pensare a qualcosa in stile K-pop, invece la prima band presentata fa cattivissima musica metal. Giusto così.

Sonata Arctica: nome che invece è preso direttamente da una band power metal finlandese.

Rhapsodia: fa riferimento sia ai Rhapsody of Fire, gruppo symphonic power metal italiano che adoro, sia al termine Rhapsodos che in greco deriva dal verbo rhapsōidein che significa “cucire le canzoni”. Detta in maniera spiccia, i rapsodi erano i bardi del tempo.
Poi ok... si riferisce anche a Genesis Rhapsodos. Punto. È troppo perfetto per essere descritto. Sephiroth sì, è bello, ma Genesis... è roshio.

Toranosuke Usagiyama: era iniziata come una fanfiction su My Hero Academia, si è tramutata in Zootropolis. Io do la colpa a Kōhei Horikoshi, visto che prima dei suoi racconti e dei suoi disegni non ero così presa dall'elemento furry.
Comunque sì, Tora è un tigrotto e sua madre è Mirko.

 

Angolo dell'autrice:

     Ehilà! Grazie per essere arrivati a leggere fin qui!

Io mi sto preparando psicologicamente alla settimana che verrà, visto che so già che sarà molto pesante. Se riuscirò a sopravvivere... magari inizio a revisionare il capitolo dell'altra storia.
Altrimenti... mhm... nah, mi vedo già persa in qualche paesino non sapendo più come tornare a casa.

 

Io e il senso dell'orientamento.
Due pianeti così lontani.


Comunque, parlando del capitolo, è tornata Rin e questa volta i toni sono un po' più leggeri: cioè, a rileggere a mente fredda il capitolo di Ryota, effettivamente ho calcato un po' la mano con l'atmosfera sudicia e decadente.
Ma ehi, fa parte del personaggio.
E poi... sì, insomma volevo creare una qual sorta di contrasto con la riccanza (termine tecnico) dell'Agenzia di Hawks. Non so se effettivamente sono riuscita a trasmettere questa sensazione.
In ogni caso sì, le cascate nell'ufficio sono necessarie.
Così come gli appartamenti iperlussuosi del NEST.
Non ho esagerato... vero?


Cioè, volevo comunque far capire che il tempo è passato e la società (in qualche modo) è cambiata. Anzi. Si è evoluta. E così anche il ruolo dell'Eroe, che ora è praticamente 99,99% immagine e 0,0001% di sodio.
Ed è a questo punto che il mio cervello ha avuto il Big Brain Time (all'una di notte, perché chi ha bisogno di dormire?) e ho iniziato a buttare giù l'idea per un'accademia musicale per Hero.

Non giudicatemi, ok? Ho solo visto troppe volte High School Musical.

 

In ogni caso, ringrazio come sempre chi legge, recensisce o aggiunge la storia ai preferiti/seguiti/ricordati!

 



Sperando di sopravvivere fino a vedere il mio amato Kazuha,

Un bacio da _Lakshmi_!

  
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