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Autore: LadyHeather83    21/05/2021    2 recensioni
Adrien e Marinette si sono sposati. Hanno una bella casa, un lavoro entrambi alla Maison Agreste e tre figli: Louis, Emma e Hugo, e anche il tanto agognato criceto.
Un equilibrio stabile, che verrà sconvolto dal ritorno di un nemico che credevano sconfitto.
Terza parte della serie ENSEMBLE CONTRE LE MONDE . Long precedenti BEST FRIENDS e LE ALI DELLA FARFALLA.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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Il ritorno di Papillon

*

Capitolo 17

*

Adrien e Marinette avevano visto l’auto di Tom svoltare l’angolo e allontanarsi sempre di più da loro.

Non era raro che i tre micetti passassero il fine settimana dai nonni, anzi, era un modo per i tre ragazzini di comportarsi come volevano ed ottenere tutto ciò che desideravano, anche se erano tre, i nonni, sia materni che paterni, li accontentavano in tutto, al contrario dei genitori che ogni tanto erano costretti a dire di no.

Marinette ebbe una stretta al cuore e mai come in quella giornata avrebbe voluto averli accanto, anche solo per sentirsi dire dal più piccolo “ti voglio bene” o “sei una roccia mamma” mentre l’abbracciava, ma le loro continue telefonate con i legali e il buttare giù una strategia per far uscire di prigione Gabriel, non li faceva concentrare sui loro bisogni, e in più si era messa anche Nathalie con le sue crisi di nervi.

Sia chiaro, la presenza della donna non dava nessun fastidio ai due coniugi Agreste, era solo un problema che si era aggiunto alla lunga lista.

E Marinette stava per avere un crollo psicologico, troppa pressione sulle sue spalle e troppi problemi da risolvere, compreso quello di Alya, le aveva promesso che quel grassone del capo non l’avrebbe passata liscia e che presto o tardi si sarebbe accorto dell’enorme sbaglio commesso.

Nel tardo pomeriggio la villa era stata presa d’assalto dai giornalisti e i due si erano visti costretti a chiudere a chiave porte, finestre ed attivare l’allarme per evitare spiacevoli incursioni.

Il campanello suonava continuamente, così Adrien lo staccò.

Erano in trappola finché quegli sciacalli non se ne sarebbero andati, ma non l’avrebbero fatto senza ottenere il tanto agognato scoop e la conferma che dietro la maschera di Papillon in realtà si nascondesse il famoso stilista.

“Sono una pessima madre” Sospirò Marinette portandosi le mani sul volto fino a coprirlo completamente una volta seduta sulla sedia dell’enorme tavolo di mogano in sala da pranzo.

Adrien le si avvicinò con circospezione e comprensione, le aveva messo le mani sulle spalle e avvicinata al suo petto, infine le aveva fatto appoggiare la testa proprio dove c’era il battito del suo cuore.

Lo poteva sentire tamburellare e quel suono  infondeva in lei pace e tranquillità.

“Non è vero Marinette, sei un’ottima madre, i nostri figli non potrebbero chiedere persona migliore”.

“Non so nemmeno badare a loro, li ho dovuto spedire da mia madre.” Singhiozzò.

Adrien le tolse le mani dalla faccia molto provata dal momento di crollo.

“Se pensi di essertene liberata ti sbagli. E i nostri figli non penserebbero mai una cosa del genere, sanno quanto li amiamo e quanto teniamo a loro. E poi vedrai, domani quando li andremo a prendere ci racconteranno dei casini che hanno combinato in pasticceria. Ti ricordi l’ultima volta che li abbiamo lasciati lì? I tuoi dovettero chiudere il negozio il lunedì solo per sistemare il disastro combinato”. Le sorrise e lei incurvò leggermente il labbro inferiore asciugandosi le lacrime.

Tirò su con il naso e fece un bel respiro profondo “Andiamo a parlare con Lila.”

“Non sappiamo dove abita.”

“Chiamo Sabrina, è un poliziotto, sa trovare le persone.” Prese dalla tasca dei jeans il cellulare, ma Adrien la fermò.

“Vai a farti un bel bagno rilassante, la chiamo io Sabrina”. Adrien le stampò un dolce bacio sulla fronte.

*

Adrien e Marinette attendevano nell’area ristoro della prigione l’arrivo di Gabriel, era giornata di visita e i due ragazzi dovevano assolutamente vederlo per aggiornarlo sugli ultimi sviluppi, o anche solo per parlare.

Da quanto avevano appreso, lo stilista si trovava in una cella di isolamento lontano da altri detenuti, anzi,non gli era nemmeno permesso vederli.

Le uniche persone con cui poteva interagire erano i famigliari stretti e gli avvocati e sempre continuamente sotto stretta sorveglianza.

Il piantone però, non ascoltava le conversazioni, si limitava solo a controllare la situazione.

Si alzarono appena lo videro varcare la soglia della porta: sciupato e con quell’orrenda tuta intera arancione di seconda mano.

“Ciao ragazzi” Li salutò abbracciandoli non appena la guardia gli tolse le manette.

“Ciao papà!”

“Ciao Gabriel”

Lo stilista si massaggiò i polsi e i due notarono subito i lividi lasciati dalle manette.

“Le stringono sempre troppo” Aveva detto. “Che novità mi portate?” Chiese andando subito al sodo, non era un uomo da tanti giri di parole.

Fu Adrien a parlare dopo aver lanciato un’occhiata alla moglie “Niente di buono, mi spiace”.

“Non potete parlare con i vostri kwami?”

“Già fatto, non possono aiutarci.” Sussurrò il biondo.

Gabriel si tolse gli occhiali e si massaggiò la faccia.

Buffo…sembra che dovrò marcire in prigione”.

“Non lo permetteremo” Intervenne Marinette…però prima devi dirci chi secondo te c’è dietro tutta a questa storia.”

Lo stilista sbuffò dal naso, ci pensò su qualche secondo “Lila Rossi” Soffiò fuori senza troppi preamboli.

“In passato diciamo pure che avevo stretto un patto con lei. I miraculos di Lady Bug e Chat Noir in cambio di…te” Si rivolse ad Adrien che strabuzzò gli occhi.

“Cosa?”

“E’ stato tanto tempo fa e io volevo quei gioielli ad ogni costo”

“Sacrificando me?”

“Non parlerei di sacrificio, gliel’ho detto solo per raggiungere il mio scopo. Poi non ti avrei lasciato nelle sue mani.”

“Si però lei ci credeva.”

“Santo cielo! Mai far incazzare una donna” Marinette si era alzata e gli stava dando le spalle.

“Lo so, non dovevo, è solo che…

“E’ solo che un corno!” Marinette aveva sbattuto i pugni sulla tavola d’alluminio attirando l’attenzione della guardia che aveva allungato la testa.

“Va tutto bene?”

S-si non si preoccupi! Sono scivolata” Balbettò la corvina sedendosi composta e cercando di mantenere la calma.

“Lo sai che ci ha fatto visita l’altra sera e ha sedotto tuo figlio?” Gabriel poteva vedere le fiamme dentro quegli occhi azzurri, deglutì perché era mortificato e non sapeva più cosa dire “…me lo vuole portare via e non si fermerà finchè non avrà ottenuto ciò che vuole.”

“Nessuno mi porterà via da te” Adrien strinse la mano alla moglie.

“Lo sai bene che Lila è subdola e manipolatrice e non si arrenderà facilmente. Ha uno scopo in testa e nessuno glielo toglierà.”

*

Quartiere San Martin, 47 Rue Derui. “Ma siamo seri?” Adrien lesse il messaggio da parte di Sabrina con una smorfia di disgusto.

Che quella ragazza fosse imprevedibile lo sapeva bene, ma addirittura vivere in un quartiere squallido come quello lo aveva sorpreso, doveva ammetterlo.

“Abbiamo una pista?” Aveva Chiesto Marinette uscita dal bagno tamponandosi i capelli con un asciugamano.

Adrien le mostrò il messaggio appena arrivato da parte di Sabrina, non le era stato affatto difficile trovarla.

Marinette arricciò le labbra “Che schifo…” Le venne quasi da vomitare, in quella parte di Parigi vivevano tutte persone malfamate e la criminalità era tutta concentrata in quell’area, le sembrò strano che ad una così non le fosse ancora capitato nulla di spiacevole.

“Che facciamo?” Domandò Adrien serio.

“Me lo chiedi anche? Se vuoi ci vado da sola a darle una lezione” Marinette si tolse l’accappatoio ed iniziò ad infilarsi la biancheria intima accuratamente selezionata dal suo cassetto personale.

Il biondo la osservava e la gola gli si seccò di colpo, ma non poteva farsi distrarre da certe cose e soprattutto da qualcuno che chiedeva di uscire dai suoi pantaloni.

“Scordatelo!” Lo anticipò sua moglie avvicinandosi pericolosamente a lui.

N-non è c-come pensi?” Mise le mani avanti balbettando imbarazzato.

Marinette inarcò un sopracciglio “Ah no?” Gettò uno sguardo fugace più in basso all’altezza dei suoi pantaloni.

“Colpa tua!”

“Beh! Sono felice di apprendere che mi trovi ancora attraente, ma abbiamo una missione ben precisa.”

“Come comandi, milady…mi prenderò la mia ricompensa più tardi” Adrien si leccò le labbra.

“Ecco, bravo micettoMarinette gli diede un buffetto sul naso “Andiamo!”

“Dove?” Le chiese prima di vederla sparire oltre la porta per poi vederla ricomparire.

“Da Tikki e Plagg…è arrivato il momento di indossare i nostri costumi”

*

Marinette aprì la porta dello studio con Adrien al seguito e notò subito che qualcosa non andava.

Il quadro del loro matrimonio non era chiuso alla perfezione, ma la cassaforte sì, digitò la combinazione e tirò fuori la Miracle Box che sembrava essere messa in modo differente.

“Stai bene?” Le chiese notando la sua espressione stranita.

“Credo di si. Hai per caso toccato la Miracle Box?”

“No!” Fece spallucce.

“Forse ricordo male io.” Schiacciò il pulsante posto in alto, liberando così gli orecchini della coccinella e l’anello del gatto nero.

Li indossarono facendo fuoriuscire i kwami.

“Ancora qui, mocc…ioso!” Si corresse Plagg trovandosi davanti Adrien e Marinette.

“Sono anni che non mi chiami più così” Incalzò il biondo.

“Oh! Sai…ritorno ai vecchi tempi. Che ci fate qui a proposito?”

“Come hai detto tu vecchio mio…ritorno ai vecchi tempi”

“Dovrete aiutarci ad essere ancora Lady Bug e Chat Noir” Spiegò Marinette guardando prima Tikki e poi Plagg.

“E’ successo qualcosa, Marinette?” Chiese Tikki preoccupata.

La corvina sospirò “Andiamo da Lila a riprenderci il miraculous della farfalla…speriamo solo che il vestito mi stia ancora!” Sospirò infine.

“Ma se viene modellata in base al tuo corpo!”

“Si, ma tu non hai avuto tre figli!” Gesticolò con le dita.

“Vuoi dire che non sono miei?” Scherzò lui.

“Sai cosa intendo…

“Lo scopriremo presto…Plagg trasformami” Il kwami nero fu risucchiato nel suo anello e cucì addosso al suo portatore una tuta di spandex nera, un po’ diversa dal solito, il campanello era sparito per lasciare il colletto più aperto fino ad arrivare quasi ai pettorali, il bastone era raddoppiato e incrociato dietro le spalle.

“Speriamo bene…Tikki, trasformami”

Marinette venne avvolta da una luce rossa e anche il suo outfit aveva subito una trasformazione, in vita era accennata una leggera gonna in tulle e anche nel suo caso il colletto era aperto mostrando sul collo una collana con il simbolo della coccinella.

“Wow!” Esclamò Chat Noir fischiandole.

“Smettila!” Incrociò le braccia sotto il seno in segno di offesa.

“Sei una favola!” Le si avvicinò per baciarla, ma lei sciolse quella posa rigida per avvicinarsi alla finestra.

“Ti sei forse scordato la missione?”

*

Lady Bug e Chat Noir arrivarono in n batter d’occhio all’indirizzo indicato dall’amica Sabrina saltando di tetto in tetto come ai vecchi tempi.

Entrarono da una finestra lasciata aperta e quando varcarono quella soglia, Marinette fece una smorfia di disgusto.

L’appartamento era in disordine, sembrava che Lila non pulisse da mesi, a terra erano state lasciate bottiglie vuote di birra e super alcolici, oltre che a biancheria intima.

Lady Bug e Chat Noir ispezionarono ogni stanza e ogni singolo angolo notando le foto dell’ex modello tappezzare le pareti.

“Te la farò pagare Lila” Sibilò a denti stretti Lady Bug stringendo i pugni dalla rabbia.

“Lady Bug” La chiamò Chat Noir con voce tremante e lei lo raggiunse nella sala principale.

Il micetto indicò il loro ritratto di famiglia: c’era una X sulla faccia di Marinette, una freccia conficcata nel cuore di Adrien e un enorme cerchio rosso sui tre ragazzi, i due genitori non ci misero molto a fare uno più uno.

*

continua

  
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