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Autore: Musical    22/05/2021    2 recensioni
Lucian venne arrestato e portato ad Azkaban, trasportato in una cella con un altro uomo, molto silenzioso.
Chi era?
Erano scappati e s'erano nascosti, per il momento erano al sicuro... Barty, Lucian aveva scoperto il suo nome, era ancora sotto l'effetto del Bacio del Dissennatore, ma presto si sarebbe risvegliato, il Lycan ne era certo.
Crossover Harry PotterxUnderworld
[Barty Crouch Jr./Lucian]
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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"...ore..."

"...gnore..."

Lucian tentò d'aprire le palpebre, ma tutto il corpo gli doleva. Avvertiva un formicolio che dalla spalla destra arrivava fino alla mano, sentiva le membra bruciare dall'interno. Aveva già provato questa sensazione, ma era lieve in confronto a quello che ricordava.
"Signore?"
Lucian riuscì finalmente ad aprire gli occhi e ciò che vide fu il soffitto sfocato della stanza. Portò una mano sugli occhi, stropicciandoli un poco, riprovò ad osservare attorno a sé. Finalmente riuscì a vedere più nitide le venature del legno sul soffitto. Prese un profondo respiro e si voltò alla sua destra. L'elfa lo guardava apprensiva con quei grandi occhi e le mani al petto. Un vassoio posto sul comodino aveva al centro un piatto ancora fumante.
"Ciao Winky", disse con voce roca. "Quanto..."
"Il Signore ha dormito per due giorni. Winky era molto preoccupata."
Lucian provò a sedersi, ma ci riuscì con molta fatica. Il braccio destro, infatti, gli bruciava. Lucian notò come tutte le vene erano dilatate e di un colore misto al blu e all'argento. Era convinto che le ferite riportate dall'incontro con Kraven fossero totalmente guarite, che il corpo avesse debellato il nitrato d'argento. Invece, quelle maledette pallottole sparate da quel figlio di puttana erano ancora in circolazione.
"Questa proprio non ci voleva", mormorò. Provò a stringere la mano in un pugno, avvertendo lo stesso bruciore partire dalla mano e propagarsi per tutto il braccio. La rilassò subito, non c'era bisogno di metterla sotto sforzo.
"Winky ha fatto del suo meglio per curare la ferita, ma non ha potuto nulla per togliere l'argento già presente nel sangue del signore."
"Non preoccuparti. Va tutto bene."
L'elfa chinò il capo, tormentandosi un secondo le dita, come se avesse un pensiero fisso in testa. "Winky può fare qualcosa per lei, signore?"
Il Lycan tornò a guardarla. Fece un cenno col capo poi, indicando il vassoio.
"È argento quello lì?"
Winky negò con la testa prima d'aggiungere: "La Padrona ha chiesto a Winky di togliere tutta l'argenteria presente in casa."
Per quanto l'ordine fosse stato dato da un quadro, Lucian si trovò in difficoltà sentendo quelle parole. "Non dovevate prendervi un simile impegno."
L'elfa sembrò accennare un sorriso. "Nessun impegno, signore. Winky ha nascosto bene l'argento, così non possono più capitare incidenti con Padron Barty."
Nel sentir il nome del responsabile, Lucian domandò come stesse l'altro. Stranamente, Lucian se ne rese conto nell'istante in cui aveva posto la domanda, non avvertiva più quel senso di pericolo. Tuttavia, la remota possibilità di dover affrontare nuovamente Barty non lo entusiasmava.
"Padron Barty sta bene, signore."
"Ha mostrato altre volte di voler attaccare?"
Winky chinò il capo ancora una volta.
"No, signore." disse. "Padron Barty non si è più risvegliato da quando ha attaccato il signore."
Lucian notò il velo di tristezza nelle parole pronunciate dall'elfa. Gli venne naturale chiedersi come una persona malvagia, che meritava la prigione, poteva essere ben vista da un'innocente creatura. Poi, tornò con la mente indietro di secoli, quando ammirava ancora Viktor, lo amava e lo rispettava come un padre, prima della morte di Sonja... Allora era solo un ingenuo, proprio come Winky.
"Sai, vero, che il tuo padrone non ha fatto cose belle? Altrimenti non si sarebbe trovato in quella dannata prigione."
Il silenzio avvolse per qualche minuto i due, dando modo a Lucian di pensare. Effettivamente, anche lui si trovava nella stessa prigione dov'era tenuto Barty. Tuttavia, se riteneva la propria cattura e prigionia solo un grande errore, non poteva giustificare le azioni compiute in passato da quell'uomo.
"Winky sa di questo, signore," pronunciò con voce mortificata e materna, "Winky era lì la volta che Padron Barty ha ricevuto il Bacio del Dissennatore, e portato ad Azkaban poi."
L'elfa tirò su col naso, strofinandoselo poi col braccio. Si notava quanto fosse legata a quel giovane, e ciò fece ammordibire lo sguardo di Lucian.
Il ricordo del sorriso malevolo di Viktor fece capolino nella sua mente.
"Lo dico per il tuo bene. Non è una buona cosa rimanere fedeli a certe persone."
L'elfa chiuse gli occhi e fece un lieve cenno negativo con la testa.
Qualsiasi ripensamento possa aver avuto per un attimo riguardo alla sua lealtà a Padron Barty, lo scrollò via altrettanto rapidamente. Il suo desiderio di proteggerlo era troppo forte.
Winky prese il piatto dal vassoio e lo porse a Lucian. Attese finché Lucian non ebbe finito il pasto. I suoi grandi ed espressivi occhi sembravano studiare la sua figura, incuriositi ma timorosi, come se fosse in attesa di qualcosa. Adocchiò rapidamente fuori dalla finestra, tornando poi a guardarlo di nuovo. Lucian continuava a mangiare senza preoccuparsi dell'intensità di quello sguardo.
"Con me puoi parlare", le fece presente, tentando di addolcire e rilassare la voce in modo da metterla a proprio agio. Non la guardò neanche, per non farla sentire inopportuna.
"Stasera c'è la luna piena, signore."
Lucian volse lo sguardo verso la finestra, la luna faceva capolino dietro le nuvole, timida e riservata, eppure attenta e all'erta. L'associazione fu immediata, facendo nascere una smorfia divertita sul volto del Lycan.
"Non sono un licantropo."
"Winky l'ha vista trasformarsi due giorni fa."
"Eppure, guarda adesso. La luna è lassù ed io ho ancora l'aspetto di un essere umano. A quest'ora dovrei essere già trasformato."
"Quindi..."
"Quindi, non ti devi preoccupare. Non mi trasformerò se non lo riterrò necessario."
Winky parve pensarci un po' su, ragionandoci sopra. Alla fine annuì, soddisfatta e più serena, prendendo il piatto vuoto. Col vassoio in mano, era pronta a lasciare la stanza, così da poter andare a controllare come stesse Barty.
Lucian aveva altri piani.
"Come mai lavoravi per qualcun altro, se sei fedele a questa famiglia?"
Non s'era dimenticato del dettaglio che l'elfa gli aveva detto, la sera del loro arrivo.
Winky si fermò sulla soglia della porta. Dal rumore che stava facendo, si deduceva che stava picchiettando le dita sul vassoio. Appena Winky volse leggermente la testa, Lucian riuscì a scorgerle la punta del naso.
"Wi... Winky è sempre rimasta fedele ai Padroni Crouch. Winky farebbe qualsiasi cosa per loro, anche dopo che il Padrone non voleva più che Winky lo servisse."
Lucian riconobbe il forte attaccamento e la cieca obbedienza che i vampiri desideravano dai licantropi. Qualcosa che magari avrebbero ottenuto se lui stesso non fosse diventato un Alpha.
"La cosa ti fa onore."
Anche se non ci credeva tanto, ma Winky gli sorrise, e ciò bastò.


La ripresa di Lucian procedeva lentamente. Non riusciva a muovere completamente la parte destra del corpo, e più di una volta era costretto ad appoggiarsi alle pareti della casa per riprendere fiato. Winky aveva tentato più di una volta di non farlo alzare dal letto, tuttavia il Lycan non aveva alcuna intenzione di arrendersi. Se fosse rimasto un altro giorno a letto, sarebbe impazzito.
"Tutto bene?" gli domandò quella donna minuta del quadro, con la quale Lucian aveva scambiato qualche parola. Il suo sguardo era carico di una luce preoccupata, inusuale se rivolta ad uno straniero.
Lucian soffiò tra i denti e si diede la forza necessaria per raddrizzarsi e tenere lo sguardo fisso sul quadro. "Sto bene. Grazie."
Non aveva alcuna intenzione di mostrarsi momentaneamente debole, anche se quei quadri ritraevano gente ormai deceduta.
"Appena vedrò Winky, le dirò di darti un'occhiata e, nel caso, curarti."
Lucian fece un passo avanti, deciso a controbattere, ma appena posò il piede destro sul pavimento, una fitta di dolore gli si propagò per il corpo. Tentò in tutti i modi di non far vedere la sofferenza, ma la mascella serrata e gli occhi aggrucciati della donna gli fecero capire che aveva colto perfettamente la sua fatica di rimanere in piedi.
"Hai bisogno di cure."
"Sono... In grado di farlo. Da me."
La donna annuì, vinta dalla determinazione del Lycan.
"E come credi di fare, giovanotto?" lo sbeffeggiò un altro quadro, non rendendosi conto che Lucian poteva essere molto più vecchio di lui. "Per un licantropo, l'argento è letale. Mi sorprende che ti regga ancora in piedi."
"N-non sono... Un licantropo."
Lucian si rese conto che iniziava a vedere tutto con una sfumatura gialla. Le membra stavano diventando sempre più pesanti, il respiro era corto e sudava freddo.
"Dovresti andare al San Mungo, ragazzo." gli suggerì un terzo quadro.
Lucian annuì semplicemente. Solo quel movimento gli fece girare la testa e venire i conati di vomito. Non riusciva più a reggersi in piedi, ma non voleva lasciarsi cadere a terra. Decise quindi di camminare con calma verso la propria stanza, appoggiando una spalla al muro e trascinando i piedi. Il sorriso maligno di Viktor lo pugnalò. La freddezza di Kraven gli sparò. Il corpo lacerato di Sonja gli lacerò il cuore. Gli anni trascorsi a combattere per la pace e la libertà gli pesarono sulle spalle. Le settimane trascorse in quella prigione gli toglievano il fiato. Ogni passo sembrava difficile, quasi impossibile, da compiere. Il sorriso di Sonja gli diede la forza d'andare avanti, di compiere quell'ulteriore passo, di non arrendersi, di continuare a camminare e di guarire il prima possibile da tutta quella quantità d'argento che aveva in corpo.
La morbidezza del letto lo accolse e finalmente il mondo smise di vorticare... San Mungo... San Mungo... San... Mungo... Sa...


Sembrava sempre lo stesso giorno, eppure c'era qualcosa che cambiava... I suoi pensieri cambiavano... Un giorno ricordava di voler fuggire dalla prigione... Un altro, invece, stava scagliando un incantesimo in cielo, con un bacchetta che non era la sua. In cielo comparì un teschio dalla cui bocca usciva un serpente... Animali meravigliosi. Tutto era confuso... Così tremendamente confuso... Poi c'era l'oscurità, come se avesse dormito profondamente... Eppure, quando riapriva gli occhi, gli sembrava di non aver dormito affatto...
I ricordi sfocati s'accavallavano l'uno sull'altro, il corpo si muoveva a scatti e non sempre come lui desiderava... Ma--

Chi era lui?

Certe volte, si poneva questa domanda, aveva una vaga sensazione che accadesse ciò. Ogni tanto gli capitava di ricordarsi chi fosse, come capitavano momenti in cui non ricordava... La cosa poco gli interessava, dato che ricordava perfettamente cosa voleva. Una bacchetta, la sua possibilmente... Anche se era ormai impossibile ritrovarla...
Poteva andare da suo nonno... Oh, lui sì che l'avrebbe aiutato, le possibilità erano due... Presentarsi sotto mentite spoglie... E ci sarebbe voluto un mese prima di presentarsi dal caro vecchio nonnetto... Oppure costringerlo! Sarebbe stato divertente ascoltare le sue grida d'agonia. Gli venne spontaneo sorridere all'idea, ma le labbra non collaborarono...
Il corpo sembrava rispondere ai suoi ordini a tratti... Come la mente...

Lord Voldemort...

...
...
Era ad un passo da uccidere Harry Potter. Sarebbe stato considerato un eroe da tutti. Il suo Signore Oscuro sarebbe stato orgoglioso di lui, lo avrebbe premiato, l'avrebbe fatto sentire amato... Ma Silente doveva intervenire per salvare quel povero, stupido ragazzo, che tanto intelligente non era in realtà... Tsk. Fidarsi così di un professore, era stato facile ottenere la sua fiducia, per quanto era ingenuo e credulone... Non meritava tutte quelle attenzioni da parte di Lord Voldemort...

...

...
Doveva andare a stufare le mosche Crisopa... Altrimenti non avrebbe fatto in tempo a raggiungere Hogwarts...
...
... Quando si ricordava, Barty... Non gli piaceva quel nome... Doveva cambiarlo! Una volta diplomatosi, avrebbe pagato per cambiarlo... Non voleva essere la copia di suo padre...
...
Winky era ancora lì, in casa, pronta ad imboccarlo e a prendersi cura di lui... Era ancora sotto la Maledizione Imperius? Probabile, altrimenti perché non riusciva a muoversi?
Oltre a Winky, compariva un uomo dai lunghi capelli, l'aveva già visto, ma dove...

...
Era stata una fortuna che era riuscito a muoversi, qualche ora fa, ed aggredire quella persona che suo padre gli aveva inviato per tenerlo d'occhio. Peccato che non aveva la bacchetta con sé... Un bel Crucio l'avrebbe reso innocuo come i Paciock...
...
Sotterrare il padre era stato una delle cose più divertenti e liberatorie che avesse mai fatto in vita sua. Adesso non restava altro che portare Potter verso la Coppa Tremaghi, stregare il pupillo di Karkaroff e mettere fuori gioco la principessina e il belloccio... Doveva bere un'altra goccia di Pozione, ma la mano non voleva muoversi...
...

"Non ha accennato a muoversi."
"No, Signore. Winky è preoccupata."
Lucian s'alzò dalla poltrona e con calma s'avvicinò al letto di Barty. Riposare era stato un toccasana, momentaneo, perché ancora non riusciva a stare in piedi per più di un paio d'ore.
"Quanto durano gli effetti di questa magia?"
"Il Bacio del Dissennatore non è una magia, signore. È il modo che loro hanno per mantenersi in vita."
"Come i vampiri con il sangue."
"Winky non ha mai visto nessuno in grado di sopravvivere al Bacio del Dissennatore."
Lucian incrociò le braccia ed inspirò, non si stava rivelando una buona situazione. Prese ad osservare Barty, il suo sguardo era vacuo, rivolto verso l'alto, le mani semiaperte erano immobili sul petto.
"Muoiono?"
L'elfa annuì e mugugnò una risposta affermativa aggiungendo: "Storie dicono entro un anno."
"Hai detto che eri presente il momento in cui l'ha ricevuto?"
Winky sembrò cogliere la domanda sottintesa.
"Otto mesi fa."
Lucian annuì, s'avvicinò ancora un po' di più a Barty. "Non è detto che si riprenda, allora."
Appena terminò la frase, Barty rivolse un'occhiata di puro odio a Lucian, che alzò un sopracciglio.
"O forse no."
Le mani di Barty si contrassero, mentre le labbra s'aprirono a fatica. Lucian non si mosse, rimase fermo a sostenere lo sguardo, allargando sempre più la smorfia che gli scoprì i denti.
"È tenace."
"Cc... Chi...... Sssss-e... I..."
Lucian rimase sorpreso da quella domanda, prima lo aggrediva e poi gli chiedeva di presentarsi?
"Uno che hai accoltellato."
Barty sorrise, come soddisfatto. I suoi occhi brillarono di una luce sinistra e folle. Sembrò voler dire altro, ma la bocca non glielo permise, così Lucian prese la parola.
"Mi devi aiutare ad andare al San Mungo senza esser visto. Vedi di riprenderti."
"San Mungo?"
"Sì," Lucian si voltò per rivolgere lo sguardo a Winky, "uno dei quadri me ne ha parlato."
"Siete ricercati, Padron Barty e lei, signore. Conoscono i vostri volti."
"Lo so, apposta avrei bisogno di un aiuto da parte del tuo padrone. Ci sarà senz'altro una magia che rende invisibili."
Winky rivolse gli occhi in un angolo della camera da letto di Barty, pensando di non essere vista da Lucian. Tuttavia, il lycan la notò e seguì la direzione del suo sguardo. Non vide nulla.
"Cosa fissi?"
La domanda colse di sorpresa che fece quasi cadere la scopa.
"Niente, Signore."
Nonostante il suo diniego, Lucian si diresse verso quell'angolo, convinto che l'elfa gli stesse nascondendo un indizio importante. La suola della scarpa calpestò qualcosa... Che non era il pavimento. Lucian si piegò in avanti, tentando di vedere. Ma c'era solo il pavimento. Allungò una mano, ignorando le preghiere di Winky di non fare nulla. Finalmente le dita sfiorarono qualcosa di morbido... Morbida e invisibile stoffa.
Molte furono le domande che affollarono la mente di Lucian quando la mano afferrò quella stoffa alquanto pesante e s'alzò. Usò l'altra mano per allargarla, notando come riuscisse a vedere oltre quel tessuto.
Se l'avvolse attorno, e tutto il suo corpo sparì nel nulla. Fece qualche passo, le pieghe del tessuto seguirono le sue gambe senza creare il minimo sospetto che qualcuno si stava muovendo.
"Questo sì che è interessante."
"La prego, signore, Winky la prega di posarlo."
"Credo piuttosto che mi tornerà utile, invece."
Quella sera stessa l'avrebbe testato. Se era davvero quello che credeva, allora parte dei suoi problemi s'erano risolti.







NdA: Hola!
Novità, novità, novità! Come avrete notato, cambio titolo e cambio copertina, forse son riuscita a trovare l'anima della storia yuhuuu!
Cose assolutamente importanti che devo dirvi, così da prepararvi per i prossimi capitoli, già in questo c'è stato un piccolo accenno:
🖤 rapporto tra Barty e Voldemort: ho l'headcanon che il caro e buon "vecchio" bartolino, oltre a vedere Voldy come una figura paterna, avesse una cotta per lui... Niente baci o altro, ma solo tanto amore per il Signore Oscuro 🙈
🖤 la madre di Barty: questa non so dove mi sia uscita, ma ho l'headcanon che la signora crouch era la figlia di Ollivander... Sulla pagina di Garrick c'è scritto che la figlia gli è morta, di cosa non si sa... La madre di barty, sappiamo tutti che fine abbia fatto... Le sacre 28 si sposano tra di loro... Ollivander è tra le sacre 28... Perché non dare a Barty una madre che non fosse interessata alla purezza del sangua (per quanto abbia difetti, poi, neanche crouch sn lo vedo fissato su ste cose, ha toppato in altro)...

Detto questo, vi saluto, ci vediamo prossimamente 😉

   
 
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