Serie TV > La casa di carta
Segui la storia  |       
Autore: Ivy001    25/05/2021    1 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nairobi racconta il suo passato ad Emilio, spiegandogli quanto abbia duramente lottato per ottenere la rivincita su una vita beffarda e crudele: un’infanzia traumatica, dopo la fuga di suo padre, l’adolescenza in un quartiere malfamato assieme alla madre e al compagno di lei, l’innamoramento per il padre di Axel, la gravidanza inattesa e l’arrivo del suo bambino, la perdita di lui a soli tre anni, la droga, la galera…

Il giovane Yerevan comprende solo allora quanto quello di Ginevra sia solo l’ennesimo trauma che quella povera donna sta patendo.

“Perché non mi parli anche dei bei momenti? Sai che ricordare le belle cose, spesso serve a risollevare il proprio stato d’animo?” – dice Emilio, tentando il tutto e per tutto pur di vederla sorridere.

E quell’osservazione più che sensata, porta la mente di Nairobi ad uno dei tanti episodi felici vissuti nella sua vita.

“Quando conobbi tuo padre, ero alquanto scettica e ammetto che non amavo le sue avance”

“Quindi mi stai dicendo che conoscerlo è stato uno dei momenti belli?” – le sorride lui, cercando di sdrammatizzare.

“Così come lo è stato sposarlo, avere dei figli da lui…”

“Hai detto che non ti piacevano le sue avance… immagino per il lato da casanova che aveva!” – commenta Emilio, ben consapevole della fama di suo padre.

“Però, alla fine, ha saputo conquistarmi, e ti assicuro che, una volta scoperto il suo lato più dolce me ne sono follemente innamorata. Non vedevo più quello che sembrava un rozzo omaccione, ma l’uomo che mi avrebbe regalato la felicità che cercavo da tempo!” – confessa, e al ricordo del fatidico momento in cui tutto le è apparso con più chiarezza, il cuore le sussulta, proprio come allora.

E di fronte ad una dichiarazione così esplicita, seppure velata da un immenso dolore, il ventisettenne riconosce - “Te lo leggo negli occhi che lo ami tanto! Allora spiegami una cosa…perché ti sei allontanata? In fondo, sai bene anche tu che la sola medicina al questo malessere interiore che vivi, è lui”

“Se ti dicessi che sono masochista?” – le parole della gitana arrivano dirette e violente al cuore del venezuelano.

“Non farti altro male, oltre quello che già la vita ti ha dato ingiustamente” – di fronte al deperimento mentale e fisico di Agata, Emilio non può non darle consigli appellandosi ai racconti del passato di lei, ascoltati con attenzione poco prima.

Un sorriso forzato si disegna sul viso della Jimenez, consapevole della verità ma fortemente combattuta nell’accettarla, per via dei suoi dilemmi interiori.

“Parlo sul serio” – insiste Yerevan, adagiando la sua mano su quella della donna, che mantiene lo sguardo basso.

La vicinanza a quel giovane ventisettenne sembra donare ad Agata degli attimi di apertura con il mondo esterno e averlo accanto diventa di vitale importanza per il suo stato emotivo, messo a dura prova da quanto accaduto.  Si sente alleggerita di un peso emotivo che la stava distruggendo.

“Non avrei mai pensato di poter trovare una complicità tale con qualcuno conosciuto da meno di 24ore”- aggiunge lei, piacevolmente colpita.

“Se hai bisogno di qualcuno che ti ascolti, sai che abito sotto il tuo tetto ormai” – le porge la mano pronto ad uscire con lei per raggiungere il gruppo.

Così, la gitana si alza e prima di lasciare la camera, torna a guardarsi allo specchio.

 “Sei bellissima, non dimenticarlo mai!” – le ripete Emilio, costatando quanto sia vero quello appena detto. Non sono solo parole pronunciate allo scopo di accrescere l’autostima della gitana, ma è palesemente un dato di fatto: Nairobi è davvero una donna bellissima, come poche e merita di sentirselo dire sempre.

“Sei un tesoro”- risponde lei, accennando, finalmente un sorriso.

Il ragazzo arrossisce potendo ammirare il volto rilassato della matrigna e mentre la donna continua a fissare se stessa riflessa allo specchio, cercando di tranquillizzarsi, lui fa lo stesso, non riuscendo a smettere di guardarla.

“C’è tanto da imparare da una leonessa come te!” – si complimenta poi, una volta lasciata la stanza.

“Sei il degno erede di Bogotà, ho rivisto molto di lui in te, forse per questo c’è molta complicità tra di noi!” – commenta la gitana.

“Allora, se con lui non riesci a sfogarti, se in me rivedi mio padre, sfrutta questa cosa a tuo vantaggio. Fingi che io sia tuo marito, arrabbiati con me, piangi, ridi, prendimi anche a schiaffi se ti fa stare meglio” – i consigli del ventisettenne sono sinceri e sentiti profondamente; ha preso davvero a cuore la faccenda, probabilmente più di quanto avrebbe mai immaginato.

Agata apprezza tanto il gesto di quel ragazzo, fino a poche ore prima, sconosciuto. Per ringraziarlo di quelle premure e attenzioni, gli si avvicina e lo abbraccia.

Emilio è noto per essere grande e muscoloso, proprio come lo era suo padre a quell’età. Probabilmente alto quasi quanto Nairobi, i due sembrano davvero una coppia di coetanei in un attimo di dolcezza smisurata. Imbarazzato dal gesto, Yerevan lascia che le braccia esili di lei si avvolgano al suo collo, però la sua posizione è di ghiaccio.

Lui, immobile, di fronte ad un affettuoso e materno abbraccio, sente accrescere dentro se il desiderio di rimediare alla faccenda brutta che tutti vivono.  Anche se, probabilmente, ciò che avverte adesso ha poco a che vedere con la salvezza di un matrimonio.

Esita a ricambiare la stretta, rimanendo impassibile, mentre Nairobi continua a sussurrargli parole di ringraziamento.

A quel punto, nella mente del giovane una vocina gli sussurra “Stringila a te”, “Non lasciarla andare via”, “Ha bisogno di qualcuno che le dia calore”.

Ma appena è prossimo a lasciarsi andare, con le mani ormai prossime a toccarle la pelle, accade qualcosa che lo frena giusto in tempo.

“Mammina, Emilio, cosa fate qui da soli?”-  domanda Sebastìan vedendo i due nel corridoio.

“Tesoro mio, stavamo venendo in salone” – risponde Nairobi, asciugandosi il viso dalle lacrime.

“Non piangere più, ti prego” – l’attenzione del piccolo si focalizza immediatamente sul dettaglio del volto materno, perciò la supplica di smettere, esausto di vedere la depressione dei genitori.

“Non lo farà più, fratellino! Fino a quando ci sarò io qui, ti prometto che la tua mamma sorriderà” – si intromette Yerevan, prendendolo in braccio, proponendogli di giocare all’aereo.

Mentre i due consanguinei si divertono a correre e volare tra risate e allegria, la Jimenez li osserva e pensa a quanto sia stato essenziale incontrare Emilio e potergli raccontare di se.

A passo lento percorre i pochi metri rimasti prima di riunirsi alla squadra.

“Ehi, va tutto bene?” – le domanda immediatamente Tokyo vedendola arrivare, preoccupata di quel ritardo.

“Si, ora sto meglio” – la tranquillizza la gitana – “Tutto merito di Yerevan. È un ragazzo d’oro” – spiega.

Mentre la gitana ricopre il figliastro di complimenti, Denver cambia argomento perché nota un dettaglio che la stessa Selene aveva ignorato.

“Sbaglio o quest’ abito blu lo indossasti quella famosa sera…?”

“Già, Denver ha ragione! Me lo ricordo anch’io, hai steso una decina di ragazzi alla festa…” – si intromette Rio.

“E’ uno schianto, vero? Anche se sono trascorsi 14 anni, sei una figa da paura!” – aggiunge la Oliveira, appoggiando i due Dalì che vogliono in quel modo regalare alla loro compagna un momento di spensieratezza tra vecchi ricordi.

Bogotá, rientrato dalla veranda, proprio in quei minuti, seguito da Helsinki, scruta la moglie alle prese con dei racconti passati.

“Wow, Nairo! Ma sei meravigliosa” – anche il serbo ha solo belle parole per la gitana.

È il saldatore a non proferire parola, seppure non indifferente al fascino di lei.

Tra marito e moglie c’è il gelo totale e i silenzi reciproci sono percepiti dai presenti che comprendono quanto la situazione sia ormai fuori controllo.

“Amico, devi sapere che tua moglie aveva una fila interminabile di uomini che volevano essere suoi per una notte” – ridacchia Denver, sperando di aizzare il fuoco e alimentare la gelosia del saldatore, così da verificare se era rimasto un briciolo di speranza per la coppia.

“Papà, non credi che sia uno schianto?” –  anche Emilio, raggiunto il gruppo, interviene per dare una scossa al genitore e smuovere le acque tra lui e la consorte.

“Meno pagliacciate e piuttosto diamoci una mossa con le ricerche!” – Bogotá non ha nulla da dire se non occuparsi della faccenda che più gli interessa.

Si allontana alla ricerca di Hanna con la quale vuole parlare del ruolo che avrà nella scuola dei gemelli, ed ignora Nairobi destabilizzandola nuovamente. Solo allora, la Jimenez si accorge di quanto il suo matrimonio sia ormai finito. Non si tratta più di una pausa di riflessione… dietro quella idea di “pausa di riflessione”, c’è la sensazione sempre più forte di una rottura totale, una rottura insanabile.

**********************************************

La prima notte dei figli di Bogotá in quella casa è movimentata.

Alba e Sebastìan non danno tregua ai fratelli e alle sorelle maggiori.

“Voglio dormire con voi” – insiste l’undicenne con le due femmine della famiglia.

E il piccoletto pretende di condividere il letto con Emilio.

Il caos nel corridoio insospettisce Nairobi che, indossando la sua vestaglia di seta nera, e le babbucce, raggiunge la fonte di quel casino.

A pochi passi dalla stanza dove la donna ormai pernotta, ci sono tutti e nove i figli di Bogotà.

Appena si accorge dei capricci dei suoi bambini, la gitana , come da sempre è solita fare, interviene a modi comandante. Finalmente sente, in parte, di essersi liberata dal suo blackout emotivo, durato tre giorni che apparivano un’eternità.

Fischia per attirare l’attenzione e zittire il gruppetto. Poi a passo rapido li raggiunge e dice - “Al mio 3, ciascuno nella sua stanza. Sapete che mi arrabbio e se mi arrabbio poi…” – precisa, alzando una mano in aria, pronta per il breve conto alla rovescia. La ramanzina è diretta ai minori ma viene ben colta anche dai grandi che, senza aggiungere altro, si chiudono ciascuno nella propria camera.

Yerevan, che ha assistito alla scena divertito, è sollevato di vedere una Nairobi diversa da quella di qualche ora prima, abbattuta, spenta, e demoralizzata.

Così, coricatosi a letto, il ventisettenne spegne la lampada sul comodino, prossimo a cadere tra le braccia di Morfeo, lieto di aver contribuito a sbloccare la situazione di instabilità della Jimenez.

E a proposito di Agata…

Qualcuno bussa alla porta e il venezuelano resta sorpreso di vedere che ad averlo raggiunto è proprio la gitana.

“Scusami, volevo solo ringraziarti, parlare con te mi fa bene al cuore, sarei lieta se continuassimo a farlo!”

“Volentieri” – sono le sole parole che lui le rivolge, alquanto colpito dal ruolo determinante che Nairobi gli ha riconosciuto.

Dopo parole brevi e intense, la gitana va via, lasciando Yerevan solo con se stesso e con un inaspettato e bizzarro batticuore.

Cerca di sorvolare, stranito da tale sensazione, pensando sia dovuto alla forte emozione per aver aiutato una donna in difficoltà.

Chiude gli occhi e la prima immagine che la sua mente gli presenta è proprio quella di Nairobi allo specchio, con indosso l’ormai noto abitino blu.

Non solo questo…

Emilio dorme e sogna…sogna le sue mani avvolgere i fianchi di una donna, poi scendere giù fino a raggiungere il fondoschiena.

Mani che si immergono in una folta capigliatura scura.

Mani che accarezzano delle braccia esili.

Poi finalmente la figura si palesa…e un grido prende il ragazzo che si sveglia di soprassalto, sudato ed agitato.

“Che cazzo mi succede” – parla a se stesso.

Possibile che tra tante donne che avrebbe potuto sognare, ha sognato proprio la sua matrigna?

Non c’è nulla di rassicurante in tutto ciò, probabilmente interferire troppo in una relazione instabile, al solo scopo di aiutare, può essere più un male che un bene.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > La casa di carta / Vai alla pagina dell'autore: Ivy001