Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Whatliesintheend    28/05/2021    0 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo che solo poche ore prima aveva bruciato la bacchetta di Lucius, Harry aveva ingenuamente creduto che quel gesto non si sarebbe dimostrato inutile.
E invece l'uomo ne aveva trovata un'altra chissà dove o disarmando chissà chi e l'aveva usata per orchestrare la sua dolcissima vendetta nei confronti del Grifondoro.

La Maledizione Imperio, certo, perchè Lucius Malfoy non avrebbe mai concepito un "no" come risposta.

Harry, per quanto amaramente, dovette ammettere quanto quella strategia fosse impeccabile: con una sola scaltra mossa, Lucius era riuscito a colpirlo sul versante emotivo e, insieme, a impedirgli di attaccare, ben sapendo che il Grifondoro non si sarebbe mai sognato di fare del male a Draco.

Sentendosi manipolato, impotente e spaventato, Harry andò su tutte le furie in un attimo, scagliando contro Lucius una fattura che il mago, non aspettandosi niente di meno, schivò con indifferenza.
Contemporaneamente, Harry fu spinto dallo Schiantesimo di Draco contro la ruvida e dura corteccia di un albero poco distante.

Questa volta non riuscì a non tossire e l'erba seccata dall'incendio di quella notte si macchiò del suo sangue.
Nonostante ció, Harry continuava imperterrito a fare appello a tutte le forze che gli rimanevano per tornare in piedi.

Non appena ci fu riuscito, venne bloccato nuovamente contro l'albero dall'avambraccio di Draco che spingeva contro il suo collo, mozzandogli dolorosamente il fiato mentre la bacchetta del biondo era premuta contro la tempia del moro.

"Draco, ti prego"

Rantolò Harry, si aggrappò d'istinto alla manica del biondo, cercando di spostargli il braccio, ma ottenendo solo che lui lo spingesse con forza maggiore contro la sua gola.
Tossì, un rivolo di sangue scese lungo il suo mento e i suoi occhi spaventati si riempirono di lacrime mentre le forze lo abbandonavano e le braccia gli cadevano mollemente lungo i fianchi, rifiutandosi di ferire il suo avversario.

Gli guardi dei due ragazzi rimasero sospesi a mezz'aria, immobili come se il tempo avesse smesso di scorrere.
Harry sembrava sfidare Draco con gli occhi, incitandolo malinconicamente e quasi deluso a seguire gli ordini del padre, il biondo, dal canto suo, aveva il viso duro e immobile come il marmo, ma gli occhi, prima spenti e taciturni, ora sembravano tremare, scossi da un conflitto profondo.

Quel piccolo cambiamento non sfuggì al Grifondoro, che aveva ormai imparato a leggere i lunghi sguardi del biondo e una scintilla di curiosità gli accese le iridi smeraldine.

"Lo sapevo"

Mugolò debolmente Harry, cercando di ignorare le difficoltà respiratorie e la testa improvvisamente più pesante.

"Puoi liberartene quando vuoi Dray, è solo una stupida maledizione."

Gli sorrise appena percettibilmente, la vista gli si stava appannando e se Draco non avesse lasciato la presa probabilmente il moro avrebbe finito con il perdere i sensi di nuovo.
E non poteva permetterselo.

"Per Godric, pensavo di essere l'unico a poterti sottomettere"

Erano forse le parole più sbagliate e meno toccanti da rivolgere a una persona che sta lottando contro una Maledizione Senza Perdono, ma le pronunciò ridacchiando flebilmente e fu la cosa più giusta che potesse fare.
Draco adorava quando Harry rideva e nessun incantesimo avrebbe mai potuto essere più forte delle sue emozioni nei momenti come quello.
Nemmeno se ne accorse, ma lentamente riusciva a riottenere controllo del proprio corpo, ad allentare la presa sul Grifondoro.

Appena gli fu possibile, il moro respirò profondamente, aggrappandosi alla corteccia alle proprie spalle per reggersi in piedi e tenendosi il collo dolorante.
Fu un breve e fugace momento di tregua, ben presto interrotto dal violento sopraggiungere della voce di Lucius Malfoy.

"Uccidilo Draco! Ti ho detto di ucciderlo e devi farlo!"

Il biondo strinse le palpebre, visibilmente combattuto e incapace di scrollarsi completamente di dosso il potente incantesimo di suo padre.
Harry ragionò in fretta, semplicemente appoggiando un gomito sulla spalla del ragazzo di fronte a sé e una mano dietro la sua nuca, in modo da spingere le loro fronti a toccarsi.

"Dray, Dray resta con me, so che puoi farcela."

Draco aveva gli occhi stanchi e il suo respiro era debole, mentre la voce di Lucius tonava alle sue spalle, rinnovando la Maledizione.
Spezzato in due, il biondo si stava logorando e, nel rendersene conto, Harry tremò di paura quando comprese che non avrebbe resistito a lungo.

"Stupeficium!"

Gridò una voce in lontananza.
Seguí il suono secco dell'incantesimo e Lucius fu scagliato lontano dalla rabbia del mago che l'aveva colpito.

Nel momento esattamente successivo, le gambe di Draco smisero di reggerlo e il ragazzo cadde in ginocchio, sostenuto solo dai pronti riflessi di Harry, il quale però, non in migliori condizioni di lui, si accasciò a sua volta.
Il moro rimase seduto stringendo tra le braccia il Serpeverde privo di sensi e accarezzandogli con impeto una pallida guancia bagnata di sudore.
Reduce della paura provata, gli venne spontaneo aggrapparsi a lui con tutta la forza che aveva in corpo, affondando il viso nei suoi capelli argentati, respirandone il profumo e aspettando che il cuore smettesse di impazzirgli nel petto.

Intanto Blaise, che aveva lanciato l'incantesimo che aveva atterrato Lucius Malfoy, corse a legare i polsi dell'uomo con dei lacci magici per evitare che il problema della sua esistenza tornasse a riproporsi.
Nello stesso momento, il Viceministro Lyell fiancheggiato da Ron da un lato e da Hermione dall'altro veniva spinto in prossimità dell'albero dove Harry ancora stringeva Draco, non osando sperare in notizie troppo positive.

"Ehy amico, puoi anche mollare la presa, abbiamo vinto e nessuno ti porterà più via il tuo angioletto"

Le parole divertite di Ron lo raggiunsero come da lontano, ma alzò comunque lo sguardo, non sapendo che espressione indossare.
Da una parte c'era Lyell, insanguinato, legato e a capo chino, rosso di vergogna e rabbia, dall'altro Ron, che ridacchiò e si girò verso Hermione.

"Caspita, è talmente conciato che non riesce nemmeno a guardarmi male"

Commentò rivolto alla Grifondoro che intanto scosse la testa scoraggiata, guardando il moro con aria di rimprovero.

"Certo che è conciato male Ronald, guardalo, è di nuovo coperto di sangue."

"Sto bene Hermione"

Si limitò a mormorare Harry, ancora su un altro pianeta.

"Sì certo Potter, come no, dimmi un osso ancora intero ce l'hai?"

Si inserì sarcastico Blaise, che intanto aveva trascinato Lucius Malfoy privo di sensi fino a lì.

"Come avete fatto a vincere? C'era un'intera squadra di Auror insieme a Lyell"

Domandò il moro, non rispondendo alla domanda del mulatto.
I suoi dubbi furono chiariti poco dopo, Kingsley in persona, la sua squadra di Auror e i restanti ex-Mangiamorte capitanati dai gemelli Carrow raggiunsero il gruppetto di ragazzi e il Ministro si rivolse subito a Harry con aria afflitta.

"Mi dispiace che sia andata così, ho sbagliato a sottovalutare la portata della minaccia"

Harry, troppo stanco per reagire in un qualunque altro modo, annuì.

Da quel momento in poi, dei Medimaghi del San Mungo iniziarono a Materializzarsi all'accampamento, prelevarono subito i feriti più gravi e li portarono a Londra d'urgenza.
Chi invece poteva farcela, rimase ad aiutare gli Auror a ripulire la radura dalle macerie delle tende e a condurre i prigionieri ad Azkaban.

Tra questi c'erano sia Theodore Nott che Blaise Zabini e il primo tentava timidamente di avvicinarsi all'altro, che con gli occhi vuoti di tutto tranne che di rimorso, faceva del suo meglio per non essere un peso.
Dopo essersi fatto finalmente coraggio, Theo riuscì a raggiungere il mulatto e appoggiargli una mano sulla spalla, che Blaise rilassò appena percettibilmente.

"Che vuoi?"

Mormorò burbero Zabini, abbassando il braccio che puntava la bacchetta contro alcune travi di legno cadute.

"Mi dispiace per tua sorella"

Sussurrò appena udibilmente Nott e Blaise si girò verso di lui, fissandogli addosso il suo sguardo indecifrabile, che tuttavia sembrava suggerire un moto di compassione.

"Tuo fratello sta bene?"

Theo annuì, reggendo faticosamente lo sguardo del mulatto.

"Lo hanno portato al San Mungo per alcuni controlli, ma aveva soltanto ferite superficiali."

"Bene"

Sentenziò il piú alto e abbassò lo sguardo un attimo, solo finchè il castano non richiamò la sua attenzione.

"Blaise... "

Si bloccò, indeciso e imbarazzato mentre riotteneva l'attenzione dell'altro, ma poi iniziò a frugarsi sotto il mantello, solo per tirarne fuori un vecchio quadernino rilegato in pelle.
Zabini sussultò incredulo nel riconoscerlo e nello scoprire che si era salvato dall'incendio, che Theodore l'aveva salvato. Automaticamente mosse una mano in direzione dell'oggetto, per afferrarlo, ma Theo lo tirò indietro.

"Aspetta"

Sussurrò, sapendo che probabilmente quella sarebbe stata la sua ultima occasione con Blaise.

"Prima voglio che tu sappia che... ho sempre adorato le tue poesie, quelle che dedicavi a me erano le migliori, così belle da togliere il fiato. Ma vedi, quelle che hai scritto dopo che io-"

Da un lato Theo si accorse di non sapere come continuare quella frase, dall'altro Blaise lo interruppe, un moto di rabbia improvvisa aveva acceso i suoi occhi.

"Le hai lette?"

Theo annuì con decisione e si strinse al petto il quaderno, non riuscendo a credere di avere davvero gli occhi lucidi e di non poter fare nulla per evitarlo.

"Sì e sono le mie preferite, ma anche quelle che non vorrei mai saperti a scrivere. Ho già rovinato tutto una volta Blaise, non riaccadrà mai più, non ora che so quanto hai bisogno di me."

"Perchè, prima non lo sapevi? Hai dovuto tradirmi per scoprirlo?"

Ringhiò il più alto, stringendo i pugni lungo i fianchi e, contrariamenre alle sue aspettative, Theo annuì timidamente.

"Già. Ovviamente questo non giustifica niente, ma per un attimo l'ho dimenticato e ho sbagliato. Dammi un'altra chance, ti prego."

Implorò il castano, calpestando il suo orgoglio più di quanto non avesse mai fatto prima di allora.
Il mulatto sembrò rabbonirsi, poi gli strappó il quaderno dalle braccia senza troppi complimenti e lo guardò, soppesando la sua richiesta.

"Ci penserò"

Disse solo, dandogli le spalle e tornando alle sue travi.
Theo rimase dietro di lui a guardarlo lavorare con un timido sorriso speranzoso inciso sul viso.

❄❄❄

Intanto al San Mungo la situazione era drammatica per i nostri eroi.
Al Grifondoro vennero imposte due intere settimane di riposo forzato e al Serpeverde un ricovero a tempo indeterminato.

"È oltraggioso, due settimane? Non ci sto in questo letto ad appiattirmi le chiappe per due settimane. Se lo scordano."

Protestò animatamente Harry, non appena venne a conoscenza della sua sentenza per mezzo di Ron ed Hermione.
I due amici nemmeno gli risposero, scambiandosi soltanto un'occhiata scocciata perchè sì, a volte quel Grifondoro sapeva essere una palla al piede tremendamente pesante.

Accorgendosi di non aver suscitato alcuna reazione, incrociò le braccia al petto, facendo vagare annoiato e infastidito lo sguardo per la stanza come a voler dire: "Ciao stanza, ci aspetta una lunga e noiosissima convivenza, quindi cerca di non farmi innervosire troppo."

"Dov'è Malfoy?"

Chiese dopo un po', quando la curiosità si fu fatta più forte di lui.
Ron soffocò una risata e scosse la testa divertito, questa volta Harry riuscì a guardarlo male.

"Si rimetterà, Harry, stai tranquillo"

Gli rispose Hermione, sedendosi sul bordo del letto del moro.

"Sì, ok, ma dov'è?"

La strega scosse la testa, guardandolo con occhi severi.

"No Harry, non andrai a trovarlo finchè non ti sarai rimesso."

Lo sguardo smeraldino del ragazzo fiammeggiò dietro le lenti, accettando la sfida.

"Bene, se non me lo dici vuol dire che dovrò andare a cercarlo, compiendo un tragitto piú lungo del necessario."

"Oh, non lo farai."

Sibilò Hermione, assottigliando le labbra e assumendo un'espressione che somigliava molto a quelle della McGrannit quando qualcuno faceva tardi a Trasfigurazione.

"Mi assicurerò personalmente che la porta di camera tua sia sigillata da un incantesimo che tu non possa spezzare."

"Hermione! Non puoi farmi questo"

Si lagnò il moro e tentò di afferrare il braccio dell'amica, ma dovette bloccarsi a metà movimento a causa di una fitta di dolore all'altezza dei polmoni.

"Stai fermo Harry!"

Gridò lei di rimando, preoccupata.
Non appena vide che tutto sommato stava bene e che, dopo una smorfia di dolore, aveva indossato un ghigno da cretino, Hermione lo schiaffeggiò, puntandogli poi un dito contro.

"Se osi sgattaiolare da qualche parte in queste condizioni Harry, giuro che ti spezzo le gambe."

"Hermione ma-"

"Niente ma, due settimane non sono niente. Hai aspettato nove mesi, due settimane voleranno."

Harry si teneva la guancia, stringendo i denti e guardando male la strega di fronte a sè che, inclemente, firmava la condanna del moro a settimane di perpetua noia e ingestibile attesa.

"Bene"

Borbottò  soltanto, incrociando le braccia al petto e scivolando con la testa sul cuscino, nuovamente offeso.

"Sotterrami allora, già che ci siamo."

Di nuovo, Hermione alzò gli occhi al cielo, sconsolata.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Whatliesintheend