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Autore: LadyHeather83    29/05/2021    3 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Majin-Bu, tutto sembra tornato alla normalità, o quasi.
Qualcuno riesce ad evocare il drago Polunga per riportare in vita un popolo quasi estinto.
Una nuova avventura aspetta Goku e Vegeta, che si troveranno ad affrontare delle importanti decisioni, per il proprio bene e quelle per le sorti delle persone che amano di più
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vegeta-Sej

*

Capitolo 14 – Con le spalle al muro

*

La madre di Bulma arrivò in giardino con un enorme vassoio di pasticcini e con al seguito un paio di robot che trasportavano ogni tipo di bevanda.

Erano le quattro del pomeriggio e la signora svampita aveva ben pensato che i suoi ospiti potessero avere fame.

Per comodità, gli avventurieri dello spazio stavano stazionando alla Capsule Corporation in attesa che il dott. Brief completasse la navicella che li avrebbe condotti su Vegeta-Sej.

Tra i curiosi erano arrivati anche Whis e Lord Beerus che non mancavano mai se si trattava di provare nuove leccornie, e da quando mancava Bulma, sembrava che le pasticcerie in città nascessero come funghi.

C-18 batté i pugni sulla scrivania d’acciaio dividendola in due, non risparmiando le sue lamentele al Dr. Brief.

“La vuole piantare di trovare mille scuse per non farci partire?”

Di tutta risposta e per nulla impressionato da quel gesto, Vegeta faceva ben di peggio, si lucidò gli occhi con il panno adatto.

“Dovete aver pazienza se non volete esplodere appena usciti dall’orbita terrestre.” Spiegò alitando sulle lenti per poi indossarle una volta pulite e limpide.

Pochi attimi prima dell’olio nero era schizzato da una tubatura mentre la fissava con la fiamma ossidrica.

“Secondo me sta solo perdendo tempo!” Berciò acida la cyborg andando a sedersi vicino al marito che sostava e si godeva il sole di quella bellissima giornata primaverile sulla panchina bianca in giardino, accavallò le gambe e incrociò le braccia sotto il seno in segno di collera.

Non che fosse entusiasta di lasciare il pianeta Terra e di conseguenza sua figlia Marron al Genio delle Tartarughe di mare, ma la ricompensa offerta da Mr. Satan per riportare sua figlia e sua nipote a casa sane e salve, era molto allettante e il conto in banca scendeva sempre di più.

“Avanti tesoro.” Crilin deglutì un pezzo di bignè alla crema e ne addentò subito un altro sporcandosi la bocca come un bambino “…il dottore vuole solo che tutto sia apposto, lo sai che è molto meticoloso e preciso, per questo insieme a Bulma è uno degli scienziati più brillanti del pianeta Terra.” Buttò giù un altro boccone e si batté il petto per farlo scendere meglio, la sua ingordigia lo stava per strozzare.

“Sarà, ma a me sembra solo che voglia farci perdere tempo” C-18 diede una pacca sulla schiena al pelato per aiutarlo nel suo intento, ma, non avendo controllato la sua forza, Crilin rischiò di finire in orbita, fortunatamente grazie alle sua abilità, riuscì a fermarsi a mezz’aria prima di oltrepassare l’atmosfera.

“Tutto apposto?” Gli aveva chiesto senza scomporsi minimamente la bionda una volta che il marito era ritornato al suo posto.

“L’ho anche digerito!” Esclamò sospirando e prendendo un bicchiere d’aranciata lasciato sul tavolino bianco per inumidire la gola.

“Sei  un ingordo, Crilin. A volte sei peggio di Marron”.

Crilin inarcò un sopracciglio “Marron? Ma se non mangia niente…la linea” Sospirò guardando il cielo e gesticolando con le dita a formare delle virgolette.

“Fa bene, come potrebbe pretendere di trovare uno straccio d’uomo se fosse grassa e brufolosa?”

“E’ ancora giovane, e poi non darà il permesso a nessuno di toccarla finché sarò in vita.”

“Penso ancora per poco allora se continuerai ad ingozzarti così.”

“Diciamo che se ho te al mio fianco, non mi accadrà mai nulla di male” Crilin assottigliò gli occhi e guardò la moglie in modo malizioso.

“Scommettiamo?” C-18 alzò un pugno e Crilin pensò bene di smetterla con certe smancerie, aveva imparato in quegli anni a sapersi fermare quando oltrepassava il limite.

“Ho capito l’antifona!” Il piccoletto alzò le mani in segno di resa “…e comunque per quanto riguarda Marron, non scherzavo. Il suo fidanzato dovrà essere più forte di me”.

“Se è ricco non mi interessa…saprà proteggerla lo stesso.” Fece spallucce.

“Avere soldi non significa essere forte.”

“Lascia perdere, tanto non capiresti” Sospirò C-18 alzandosi e troncando quella conversazione.

“Scusa ma perché stiamo litigando?” Le chiese cercando di capire com’erano finiti a parlare della vita sentimentale della loro figlia.

“Non lo so, ma hai iniziato tu!” Si diresse a grandi falcate ancora verso il dottor Brief mentre tutti la guardavano con gli occhi sgranati, ogni minuto che passava vedeva sempre di più svanire quella sacca piena di monete d’oro.

Sarebbe stato un disastro se fossero tornati prima della loro partenza.

“Allora si decide o no a riparare questo catorcio?” La pazienza non era di certo una sua virtù.

“Sono desolato C-18, ma ci vuole più tempo del previsto” Si scusò con tutta la calma del mondo il povero scienziato “…se ci fosse stata Bulma l’avremo riparata in men che non si dica”.

“Se avete tutta questa fretta di partire vi possiamo portare noi” Whis tirò su con la cannuccia le ultime gocce di succo d’arancia producendo il tipico rumore di risucchio e ricevendo un’occhiataccia da Lord Beerus che di dare un passaggio a quegli esseri inutili non ne aveva nessuna voglia.

“Dimmi Whis, ti sei forse ammattito?” Gli domandò sputando tutto il succo che stava per ingurgitare, addosso a Yamcha che gli stava seduto vicino.

Il povero malcapitato non osò dire o fare niente che potesse infastidirlo, gli sarebbe bastato una parola detta nel modo sbagliato per fargli alzare il dito e spedire tutti all’altro mondo.

Stai calmo. Stai calmo. Non è successo niente. Prendi la salvietta lì vicino e pulisciti. Sorridi. E se ti guarda male, basta chiedere scusa, anzi chiedi scusa subito non vedi come ti guarda di traverso.

Continuava a ripetersi nella mente con un sorriso a trentadue denti dipinto sul volto.

“Perdoni la mia insolenza, Lord Beerus, non accadrà più!” Yamcha si alzò dopo aver fatto un inchino e andò a sedersi più vicino a Crilin.

Di tutta risposta ricevette un grugnito incomprensibile.

L’angelo guardò il suo adepto con aria svampita “Massì, gli daremo un passaggio noi. Così toglieremo il disturbo”

“D-disturbo?” Lord Beerus si alzò facendo spaventare tutti “Dovrebbero ringraziarci che gli abbiamo risparmiato la vita”.

“E poi dove avrebbe trovato queste leccornie da metter sotto i denti?” Addentò un dolcetto ricoperto di zucchero a velo “…gnoppo gnomi”.

“Non ti hanno insegnato a parlare a non parlare con la bocca piena?” Grugnì il dio della distruzione.

Whis deglutì rumorosamente il boccone e si coprì la bocca prima che gli fuoriuscisse un rutto, non sarebbe stato carino per uno del suo rango, e sapeva che sul pianeta Terra era maleducazione.

Quanto rimpiangeva il pianeta Slug, lì poteva liberarsi quando voleva e lo avrebbero anche premiato, ma quelle erano cose da Lord Beerus, più che sue, il quale cercava di tenere sempre un comportamento composto e rispettoso verso tutti.

“Mi scusi, è colpa di queste squisitezze.”

“Senta Whis!” Si avvicinò all’angelo in maniera guardinga Mr. Satan “E’ vero che ci potrebbe portare sul pianeta Vegeta-Sej?” Chiese timidamente inginocchiandosi al suo cospetto con le mani giunte in segno di preghiera.

Il capo era abbassato in modo che non potesse vedere i suoi occhi lucidi e pieni di lacrime.

Doveva accertarsi delle condizioni di sua figlia e di sua nipote, ormai era una settimana che Goku e Vegeta erano partiti, sarebbero dovuti essere già di ritorno da un bel pezzo.

Una strana sensazione gli attraversava le viscere e quel brutto presentimento non lo faceva dormire la notte costringendolo a ingerire una dose massiccia di tranquillanti per riuscire a chiudere occhio per almeno un paio d’ore.

*

“Vuoi essere il prossimo?” Vegeta ansimante lo chiese a Radish che si stava godendo lo spettacolo con la schiena appoggiato sul troco bello grosso di un albero.

Il capellone sbuffò dal naso “No, grazie! Non ho nessun conto in sospeso con te. E grazie per avermelo levato di torno”

“Non ti ho fatto nessun favore, ricordatelo! L’ho fatto solo perché era d’intralcio.”

Radish sorrise sghembo e alzò le mani in segno di resa “D’accordo, come vuoi.”

“Dai, sbrighiamoci, abbiamo già perso abbastanza tempo con quell’inutile sottoposto”.

I due saiyan si allontanarono, e qualcuno che aveva assistito alla scena poteva sentire ancora i loro battibecchi nonostante la lontananza.

“Sei arrugginito caro principino”

“Non chiamarmi mai più così” Sbraitò “…non ci metterò molto a farti saltare le cervella!”

Radish iniziò a ridere tenendosi la pancia “Ahahah! Proprio come Nappa? Ti prego se lo fai promettimi che riprenderai la scena, vorrei rivederla dopo” Imitò la testa che iniziava a gonfiarsi per poi scoppiare e riversare tutto il suo contenuto in aria.

“Visto che ci tieni tanto, ti accontento subito.” Vegeta si fermò di fronte a lui e gli alzò una mano davanti al volto.

La sua espressione era seria e non prometteva niente di buono, iniziò a contare partendo dal numero tre e tornando indietro molto, molto lentamente.

Radish gli diede una pacca sulla spalla quando gli vide abbassare il braccio “E io da scemo c’ero cascato!”

“Solo perché mi sono reso conto che mi servi vivo!” Gli rispose proseguendo per la loro meta, ancora due minuti scarsi di volo e sarebbero arrivati.

“Vegeta, devo confessarti una cosa!” Gli disse in tono serio.

“Sentiamo!” Sospirò credendo ad un’altra cretinata delle sue.

“Devo cambiarmi le mutande!”

Non si sbagliava.

*

Vegeta e Radish avanzarono lungo il corridoio in maniera sincronizzata, ma non appena Vegeta riconobbe la figura di sua moglie seduta a terra con la schiena appoggiata al muro e con una chiazza di sangue sul ventre, lo oltrepassò spintonandolo.

“Ehi!” Si lamentò infastidito.

“Bulma!” L’aveva chiamata scrollandole le spalle.

Era pallida e la fronte stillava di sudore, non era calda, quindi scartò l’ipotesi della febbre, ma ansimava ed era chiaro che qualcosa non andava.

La prese in braccio “Ora ti porto in infermeria”.

“Ma non dovevamo…” Vegeta gli lanciò un’occhiata omicida e se avesse solo osato dire qualcos’altro, Radish era sicuro che avrebbe sparato fuoco dai suoi occhi “…ok, ho capito, faccio strada”.

Aprì la prima porta a destra con un calcio e Vegeta adagiò Bulma sul lettino, le scoprì la pancia e tolse quelle bende che aveva sapientemente attorcigliato attorno la vita.

“Giusto per non farci scoprire eh?”

“Smettila di lamentarti! E aiutami!” Berciò Vegeta guardandolo storto mentre aiutava Bulma come poteva.

Era abituato a medicare e ricordava che quando era alle dipendenze di Freezer per graffi superficiali come quelli della moglie, li curava con un liquido speciale che proveniva direttamente dalla vasca di rianimazione.

Aprì ogni cassetto, ogni anta e ogni armadietto, ma di quella soluzione non vi era traccia, poi si ricordò che prima di partire, Balzar aveva dato a loro un sacchetto di Senzu.

Frugò nella tasca interna della tuta e ne prese uno.

“E’ una ferita superficiale, se la caverà!” Aveva detto il cappellone continuando a battere i piedi dal nervosismo.

“Si, lo so bene, ma lei è una terrestre, non ha il nostro organismo.”

Radish lo aveva visto prendere quel seme e metterglielo in bocca.

“Cos’è? Hai intenzione di farle crescere una pianta?”

Vegeta sbuffò dal naso “Per una buona volta basta battute idiote! Sulla Terra ci curiamo così”.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buon week end ragazzuoli! E anche il quattordicesimo è stato pubblicato, un capitolo soft e che in realtà avevo intenzione di eliminare, poi mi sono detta che un po’ di quiete prima della tempesta ci vuole, e credetemi, perché dal prossimo si inizierà a ballare.

Spero abbiate apprezzato il piccolo ritorno sulla Terra e le battute che si sono scambiati Radish e Vegeta, tra un paio di capitoli verrà svelata l’alleanza tra i due attraverso un flash back.

Che altro dire…speriamo vi piaccia e vi aspetto nel prossimo capitolo dal titolo: …….….( sono ancora indecisa XD).

Baci, Erika

  
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