Sapevo di stare vicino a un uomo senza morale. Capace di ammettere con estrema freddezza di non avere lucidità.
Il suo anello, quello con la testa di teschio, stava schiacciandomi la gola. Sentivo tutta la lunghezza di quel graffio, sentivo che lui lo voleva.
E, mentre lo faceva, vedevo la sua di gola che ingoiava al posto mio. “Senza vergogna”.
La stanza era riempita di silenzio. Solo il rumore assordante della sua camicia che si muoveva ad ogni movimento. Ad ogni suo gemito.