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Autore: sayan_s_moon    02/06/2021    5 recensioni
Edward ha abbandonato Bella nel bosco, solita storia vero?
Ma cosa succederebbe se, prima di andarsene, esaudisse il desiderio più grande di Bella? I nomi Renesmee ed EJ vi dicono nulla?
Bella è cresciuta ed ha fatto carriera, crescendo i suoi due figli con il solo aiuto di Jacob.
Dopo quasi 8 anni di tranquillità, il passato bussa alla sua porta. Cosa succederà?
*****Se siete curiosi, date un'occhiata e sentitevi liberi di recensire*****
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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Buonsera a tutte e buona festa della Repubblica!
Come sempre sono in ritardo, ma oggi ho una chicca per voi. Il primo POV Edward! Lo stile e il tono del capitolo sono diversi rispetto al solito. Vi volevo dare un piccolo assaggio dei pensieri e sentimenti di Edward. Spero che almeno un po' del tormento, del dispiacere e del desiderio di Edward vi arrivino.
Ci vediamo a fine capitolo!


Non sei la persona giusta per me.
Distrazioni.
La mia famiglia ed io ce ne andiamo.
Abbi cura di te, fallo per Charlie.
Che io fossi dannato per l’eternità per le bugie che le avevo detto.
Una parte di me avrebbe sempre voluto troncare quella storia per permetterle di vivere una vita normale, una vita che si meritava, ma ero sempre stato troppo egoista per farlo. Poi l’aggressione di Jasper aveva messo tutto quanto in prospettiva, una prospettiva che credevo giusta almeno fino a qualche giorno fa.
Gli ultimi otto anni erano stati infernali. Avevo abbandonato non solo lei, ma tutta la mia famiglia. Avevo girovagato per i paesi più malfamati, perché mi trovavo bene solo in mezzo a derelitti come me.
Per un periodo non riuscii a togliermi dalla testa il suicidio, ci mancò poco. Se ero vivo era solo per merito di Alice che volò fino in Brasile per fermarmi, peccato che non ricevette un bel trattamento da parte mia. Ogni volta che posavo gli occhi sulla sua spalla segnata dai miei denti mi sentivo un mostro, un animale senza possibilità di redenzione.
Tornai a casa solo dopo sette anni. La mia famiglia mi accolse a braccia aperte, anche Alice, ma non mi sentivo più lo stesso. Se prima di Bella la mia esistenza era una notte senza Luna, ora non era niente. Il vuoto più totale.
Mi sarei dovuto infuriare con Alice per aver infranto la sua promessa di non spiare il futuro di Bella, ma non lo feci.
La mia piccola e fragile Bella era cresciuta così tanto, era diventata una splendida donna. Il vestito che indossava quel giorno al centro commerciale le evidenziava le curve in maniera così sensuale e femminile che suscitò in me desideri ed emozioni roventi che non credevo di essere in grado di provare. E quando rispose al cellulare per parlare con quell’uomo…il mio cuore andò in mille pezzi e il mostro dentro di me ruggì inferocito per sfuggire alle sue catene e marchiare la mia donna. Non era più mia e probabilmente non lo sarebbe mai stata. Mi ero giocato la mia chance di essere felice, ma un essere privo di anima come me poteva meritare la felicità? Secondo me no, anche se Carlisle e gli altri sostenevano tenacemente il contrario.
Quei bambini poi…mi avevano conquistato. Erano così simili a Bella, eppure qualcosa mi faceva intendere che fossero simili anche a me. All’inizio accantonai subito quel pensiero, mi sembrava assurdo che Bella avesse potuto concepire i miei figli. Non se ne era mai sentito parlare.
Venni a conoscenza delle impressioni e pensieri degli altri membri della famiglia molto dopo. Nessuno dopo l’incontro aveva fiatato e tenevano ben al sicuro i loro pensieri, anche se era inutile visto che avevo perso l’abitudine di leggere le menti, specialmente loro.
Renesmee era semplicemente perfetta, con un caratterino vispo ed entusiasta che mi ricordava tanto Alice. EJ invece non mi poteva vedere e non potevo dargli tutti i torti; era protettivo verso sua madre e la gemella e apprezzavo molto questa sua caratteristica. Sarebbe diventato un uomo tutto d’un pezzo un giorno.
Tirando le somme dei pochi incontri che avevo avuto con Bella, erano andati quasi tutti male.
Al centro commerciale mi ero comportato malissimo, in modo ignobile. La chiamata di sabato sera e la serata in giardino erano andate fin troppo bene. Così bene che appena arrivato alla festa di compleanno dei gemelli mi aveva dato un bel due di picche, come se quei baci roventi sotto il portico fossero stati insignificanti. Il mio orgoglio maschile ne aveva risentito parecchio.
Tutto questo sommato al mio sentirmi inadeguato e sbagliato perché non potevo accompagnare Bella nella sua crescita fisica e caratteriale, mi tormentava. Mi sentivo un ragazzino che aveva una cotta per una donna matura che lo ignorava bellamente. A nulla erano valsi i miei discorsi e le mie scuse, lei non mi voleva. Per lo meno la sua ragione la spingeva a chiudermi la porta in faccia, il suo corpo beh…
 
Un gomito di marmo che si scontrò con la mia cassa toracica mi fece ritornare alla realtà. Per quanto tempo ero stato assente? Mi ritrovai catapultato nel mondo vero. Ero nel giardino di Bella, Alice Esme ed io giocavamo con Nessie, mentre gli altri facevano qualche tiro a football.
Bella e Rosalie confabulavano in un angolo del giardino. Mia sorella mi guardava da lontano ghignando, mentre Bella guardava ovunque tranne che verso di me.
“Edward, ma mi stai ascoltando?” mi richiamò all’ordine Alice, chissà come avevo fatto ad ignorare la sua vocetta fastidiosa ed acuta.
“Alice, lascialo stare. È un po’ sovraccaricato di emozioni, vero tesoro?” la riprese Esme, accarezzandomi una spalla. Se avessi potuto, sarei arrossito come un bambino.
“Sei felice di essere qua, papà?” mi chiese Nessie mostrandomi un sorriso smagliante. Per un attimo mi sentii al settimo cielo sentendomi chiamare papà.
Le sorrisi adorante.
“Certamente piccola”
Avrei voluto continuare a dare un po’ di attenzioni all’unica figlia che al momento non mi odiava, ma fui distratto dall’improvviso nervosismo di Alice.
“Che c’è?”
“Niente” mi rispose esitando e rifuggendo il mio sguardo. Aggrottai la fronte confuso, provai ad entrare nella sua mente ma non vi trovai niente di strano.
Lasciai stare Alice e mi concentrai sulla conversazione tra Bella e Rosalie.
“Che ne dici se domani sera usciamo? Andiamo in qualche bel locale a bere qualcosa”
“Puoi lasciare i bambini al c…a Jacob”
“Jake va via domani mattina, il branco ha bisogno di lui”
“Potresti chiedere agli altri di fare da baby-sitter…magari qui da te così ti sentiresti più tranquilla”

“Non lo so Rose, mi sembra tutto un po’ affrettato”
Peccato Rose, ci avevi provato. Non rimasi sorpreso dalla risposta di Bella, era già tanto che avesse deciso di invitarci a casa sua per il compleanno dei nostri figli.
Non la persi di vista un attimo, neanche durante il pranzo.
Osservai come mangiava con calma, senza fretta né particolare golosità. Non era mai stata una buona forchetta. Mi persi a guardare come le sue labbra carnose si poggiavano sul cibo, i movimenti del suo viso e del suo collo quando masticava e deglutiva, la sua lingua che ripuliva le briciole agli angoli della bocca.
Anelavo ad avere un contatto con lei, il mostro dentro di me scalpitava desideroso di possederla e poter saggiare quelle labbra peccaminose. Ma non mi era concesso, così mi limitavo a registrare ogni minuscolo dettaglio su di lei e custodirlo gelosamente.
Se gli altri se ne erano accorti, cosa assai probabile, nessuno me lo fece notare. Neanche quel cane puzzolente che aveva osato avere l’impriting con Renesmee.
Quando si stava per versare da bere, il campanello suonò sorprendono tutti eccetto Alice.
“Stavi aspettando qualcuno, cara?”
“Direi proprio di no”
Intercettai anche il breve scambio di parole tra lei e mia madre e la guardai rientrare. Nonostante fossi un gentiluomo, o almeno un tempo lo ero stato, l’occhio mi cadde sulle curve morbide dei suoi fianchi e sul suo fondoschiena a pesca.
Un’opera d’arte. Una tentazione irresistibile.
“Fratello, lasciatelo dire stai proprio messo male” tuonò Emmett ridendo e dandomi una pacca sulla spalla. Gli ringhiai infastidito, non ero in vena di sentire le sue battute pietose. Ero troppo concentrato su Bella e cosa stava succedendo dall’altra parte della casa.
Quando captai i pensieri maschili della persona alla porta, ruggii e cercai di alzarmi, ma due mani mi strinsero le spalle con la forza di due morse di acciaio.
“Non penserai davvero che fare scenate di gelosia, specialmente oggi, te la faccia riconquistare vero? Non puoi essere tanto stupido, ma d’altronde cosa mi potevo aspettare da te”
Il tono tagliente mi fece imbestialire ancora di più e cercai di liberarmi, ma si aggiunsero anche altre mani.
“Stai zitta Rosalie” le ringhiai.
“Ha ragione lei e inoltre stai facendo una pessima figura davanti ai tuoi figli, quindi datti una regolata e torna in te. Sei meglio di così”
Il tono pacato e lo sguardo deluso di Carlisle mi ferirono più delle parole acide di mia sorella.
“Scusate ragazzi” mormorai con tono sommesso guardando di sfuggita i gemelli. Poi crollai esausto sulla sedia più vicina e mi isolai da tutto. Mi misi ad origliare come uno stupido ragazzino la conversazione tra l’amore della mia vita e un uomo, vero, umano, fatto di sangue e di carne viva. Un uomo come io non sarei mai stato.
 “Buongiorno, spero di non disturbare”
“Oh, signor Robin, non l’aspettavo qui! Non fraintenda, mi fa piacere vederla ma sono...sorpresa ecco”
Il tuo cuore che batte più forte a cosa è dovuto? Alla tua solita timidezza o all’attrazione che provi verso di lui?
“Non volevo disturbarvi, ma Miranda mi ha detto che era il compleanno di Renesmee ed EJ quindi ho pensato di portare un pensiero”
Lo percepisco bastardo come ti attrae il suo corpo, lo vedo attraverso i tuoi occhi come il tuo sguardo cerca di non fissarsi sull’incavo del suo seno o sulle sue labbra.
“È stato molto gentile da parte sua, ma non doveva disturbarsi così”
“E’ una sciocchezza…una torta gelato fior di latte e nutella”
“Oh, i bambini ne andranno matti”
Attraverso i suoi occhi, vidi Bella arrossire e rifuggire il suo sguardo, indecisa su come comportarsi.
“Si accomodi pure in salotto, faccio arrivare i gemelli”
“Non possiamo darci del tu, Signorina Swan? Almeno oggi che è domenica”
Bella ci pensò un attimo e poi acconsentì.
“Il giardino è un po’ affollato di parenti appena ritrovati, scusami se non ti faccio venire di là”
“Nessun problema, sono felice che tu abbia seguito il mio consiglio”
E così parli di noi a questo sconosciuto? Chi è per te? Il tuo amante? Il tuo confidente? Ed io cosa sono?
“Mi ha dato dei consigli molto saggi…”
Calò una strana atmosfera tra i due, un silenzio fatto di parole non dette. Bella spezzo quella strana tensione e andò a chiamare i ragazzi.
“Vi aspetto qui allora”
Sorridile pure Casanova, ti piace non è vero?
Uscì dalla sua mente, troppo provato emotivamente per continuare a sentire i suoi pensieri ed emozioni.
Vidi Bella ritornare in giardino con le gote arrossate e lo sguardo luminoso.
“Nessie, EJ venite dentro che c’è un ospite per voi” gridò ad alta voce per farsi sentire dai gemelli che le corsero subito incontro.
Stava per rientrare dentro quando si voltò verso il prato e posò lo sguardo su di me. Notai come il suo sguardo si incupì appena mi vide. Mi fissò per qualche secondo e poi raggiunse i gemelli sospirando.
Cosa ne sarà di noi, amore mio?
 
Eccoci alla fine! Cosa ne pensate?
Avevate indovinato l'identità del personaggio sulla porta?
Siete pro o contro Edward?
Aspetto con ansia ogni vostro commento, buono e non.
Un bacio e grazie di aspettarmi sempre!
 
 
 
  
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