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Autore: FrancyT    04/06/2021    1 recensioni
Un nuovo inizio: tre semplici parole, un desiderio.
In questa storia vivrete l'esperienza di Kagome Higurashi, giovane ragazza alla ricerca di una svolta nella propria vita.
Nel corso dei capitoli sarete spettatori di eventi di vita quotidiana, riflessioni e decisioni.
"Un nuovo inizio" è una storia semplice, ma spero che nella sua semplicità possa suscitare in voi un riscontro positivo.
Tratto dal primo capitolo:
"Tutto in quel posto mi urlava che ero dove non dovevo essere. In quel momento il controllo era l'unica cosa che contava davvero. Avevo imparato che pianificando, calcolando e osservando si potevano evitare un bel po' di problemi: rischi inutili, delusioni e soprattutto sofferenze. Pianificare tutto per evitare i problemi non era però sempre facile, cosa di cui mi ero resa conto quella sera nelle luci soffuse di quella grande casa. Le numerose fotografie, i mobili nuovi, quell'odore diverso... Quella casa era cambiata e non sarebbe mai tornata come prima."
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21

Nel corso della nostra vita ci imbattiamo in bivi, in svolte, in incontri che sembrano casuali. Ci ritroviamo in coincidenze alle quali non prestiamo la dovuta attenzione, siamo costretti a prendere decisioni con le relative conseguenze. Tuttavia, nulla succede per caso. Questo continuo test a cui ci sottopone la vita contribuisce a creare il nostro vero essere. Questo subdolo giochino, condiziona in maniera particolare la nostra identità come individuo. Proprio come in quei videogiochi dove la storia del personaggio si basa sulle nostre scelte, la vita ci offre lo stesso trattamento. Tutto ciò dovrebbe farci riflettere. Dovrebbe aprirci gli occhi, farci comprendere quanto in realtà i gesti e le parole possano alterare l’equilibrio delle nostre relazioni, la stabilità della nostra mente. Purtroppo, io non riflettei abbastanza prima di compiere la mia scelta. Quando quel giorno, a casa di Inuyasha decisi di mettere fine a quel rapporto, non feci i conti con la realtà dei fatti. Inuyasha era parte della mia quotidianità. Frequentavamo entrambi la stessa classe, lavoravamo allo stesso progetto, condividevamo lo stesso gruppo di amici. Tutto questo rese i giorni successivi a quella scelta destabilizzanti. Improvvisamente mi ritrovai ad affrontare la strada verso scuola nuovamente da sola. Fuori casa la mattina, non ci stava più nessuno ad aspettarmi. Ai piedi del Goshinboku, non ci stava più quella figura che pareva venerarlo. In quei giorni cercavo di convincermi che fosse solo abitudine, che presto o tardi, quella sensazione di vuoto sarebbe andata via. Eppure, più i giorni passavano, più quella mancanza diventava difficile da tollerare. Qualsiasi cosa facessi, sembrava sbattermi faccia quella cruda verità. Non avevo più un amico a cui raccontare gli eventi della giornata. Non avevo più quel ragazzo con cui passavo i pomeriggi a lavorare per il progetto. Ero sola. Era come se il gesto di Inuyasha avesse risvegliato quella Kagome insicura e diffidente che con il tempo avevo messo a tacere. Era come se prendere le distanze da lui invece che farmi crescere, stesse distruggendo ogni mio progresso. Contro ogni aspettativa mi ritrovai incapace di reggere quella situazione. Ogni giorno pareva uguale, monotono e infinitamente lungo. Nel silenzio della mia camera mi trovai vittima di pensieri ingarbugliati. Sentimenti contrastanti che non facevano altro che confondermi. Da quanto tempo stavo chiusa là dentro? Perché invece che passare le mie giornate all’aperto, stavo nuovamente segregata in stanza? Che fine aveva fatto la mia curiosità? Domande prive di risposta che non volevano abbandonarmi.

- “Ehi Kagome, non stai con i tuoi amici oggi? É da un paio di giorni che esci di casa solo per andare a scuola. Va tutto bene?” -

La voce di mia madre mi distorse da quel turbine di pensieri. Era entrata in camera con un’espressione corrucciata. Da quel venerdì della gita al museo, il mio atteggiamento era cambiato ed era impossibile che lei non lo notasse.

- “Tutto bene mamma, non ti preoccupare.” – la vidi avvicinarsi e sedersi di fianco a me sul letto.

- “Non mentirmi su.” – mi picchiettò la fronte con la nocca dell’indice.

- “Mi ha chiamato Sango. Anche lei è preoccupata per te. Dice che durante queste settimane sei stata molto distante con tutti.” – continuò.

Mi ritrovai a sospirare. Ero riuscita a far preoccupare anche Sango. In quel momento mi chiesi se stessi facendo bene a tenere tutto per me. Non avevo parlato dell’accaduto con nessuno, neanche con la mia miglior amica. Quando il giorno dopo la lite Sango si era presentata in casa mia, felice per lo sviluppo inaspettato che stava prendendo il suo rapporto con Miroku, non ce la feci a smorzarle il buonumore parlandole dell’accaduto. Solo il lunedì seguente infatti, la ragazza venne a scoprire della frattura che si era creata con il mezzo demone. Era palese infatti che fosse successo qualcosa. Non ci rivolgevamo la parola, lavoravamo separatamente allo stesso progetto, tendevamo ad ignorarci. A quella scoperta Sango aveva provato a farmi sfogare, mi aveva chiesto di raccontarle tutto ciò che successe con Inuyasha, mi aveva proposto di vendicarmi. Tuttavia, nessuna spiegazione uscì dalla mia bocca. Non riuscivo ad ammettere a voce alta la mia decisione di troncare quel rapporto.

- “Mi manca Inuyasha.” – Sussurrai da sotto le coperte. Era inutile continuare a negare l’evidenza. Sentivo in maniera particolare l’assenza del ragazzo e la cosa pareva distruggermi.

- “È successo qualcosa?” – La mano di mia madre iniziò a scorrermi sul capo. Cullata da quelle dolci carezze decisi che forse, con lei avrei potuto aprirmi.

- “Abbiamo litigato.” –

- “Vuoi parlarne?” – Annuì, sicura che mia madre non avrebbe tradito la mia fiducia. Mi issai a sedere e mi misi al suo fianco.

- “Mi ha tenuto all’oscuro di una cosa importante e non riesco proprio a perdonarlo.” – Iniziai a giocare nervosamente con le lenzuola. Non mi succedeva spesso di rendere mia madre partecipe di quelle problematiche e la cosa mi agitava.

- “E quindi, visto che non riesci a perdonarlo, hai deciso di escluderlo dalla tua vita?” – mi prese una mano fra le sue e la strinse, come se volesse calmarmi.

- “Si…” – mormorai.

- “Non mi sembri però convinta. Hai detto che ti manca.” -

- “È solo questione di abitudine mamma, mi passerà.” – le sorrisi rassegnata. Quello era l’unico appiglio su cui potevo reggermi. La speranza che il tempo avrebbe cancellato tutto.

- “Era la scelta giusta da fare.” - continuai.

- “Kagome, lascia che ti dica una cosa. Negli anni molte persone entreranno e usciranno dalla tua vita. Molte ti segneranno e lasceranno traccia del loro passaggio. Alcune saranno difficili da lasciar andare, mentre la lontananza da altre ti farà solo crescere.” – la stretta sulla mia mano si rafforzò.

- “Pensa a me e tuo padre. La presenza di uno nella vita dell’altro ci ha segnato, ci ha fatto comprendere delle cose e la separazione ci ha fatto crescere.” -

Poggiai la testa al muro e osservai il tetto. Riflettei su quelle parole, d’altronde mia madre non aveva torto. Senza ombra di dubbio, Inuyasha aveva lasciato un segno profondo del suo passaggio. Aveva tradito la mia fiducia, mi aveva ingannata e il suo comportamento subdolo mi aveva resa nuovamente schiva e insicura. Ero sicura che fosse corretto lasciar andare via una persona del genere eppure, non riuscivo ad essere sollevata da quella decisione. Mi risultava difficile lasciarlo andare e non riuscivo a darmi una spiegazione.

- “Vorrei solo non averlo mai incontrato…” – sussurrai, veramente stufa di tutto ciò.

- “Io non so che tipo di rapporto avevi con Inuyasha, né tanto meno conosco l’argomento della vostra discussione, tuttavia mi sembravate molto in sintonia. Non posso scegliere per te cosa fare, ma vorrei farti riflettere su una cosa.” – Annuì con il capo. Tanto valeva ascoltare fino in fondo quel parere.

- “So già che potranno sembrare frasi fatte, ma in fondo sono vere. In un rapporto è fondamentale che ogni singolo individuo doni all’altro qualcosa. Due persone devono migliorarsi a vicenda, devono apprezzare i pregi e accettare i difetti l’uno dell’altro. Ricorda che nulla avviene per caso. Inuyasha è piombato nel tuo cammino per uno scopo e sta a te comprendere quale. Interrogati, rifletti sul vostro rapporto. Cerca di capire se la sua presenza ti ha fatto del bene o ha avuto solo riscontri negativi. Ragiona e, solo quando l’avrai fatto, decidi se vale davvero la pena gettare tutto all’aria.” –

- “Grazie mamma, ci penserò.” - La rassicurai. Dopodiché, mi lasciò un bacio sulla testa e uscì dalla mia camera.

Rimasta sola, mi gettai nuovamente sul letto. Presi in mano il cellulare e ripescai dai direct di Instagram la chat con Shin. Salì fino al primo messaggio, risalente all’estate precedente, e iniziai a leggere quei folli discorsi. Sorrisi pensando quanto fossimo scemi, a come entrambi avessimo mostrato il nostro vero carattere ancor prima di conoscerci. Nei panni di Shin, Inuyasha non si preoccupava di mostrare il suo lato umano. Trovai divertente pensare a quando fosse più sincero con sé stesso, celando la sua identità. Sospirai e cercai di seguire il consiglio di mia madre. Iniziai a ripercorrere le tappe che segnavano l’evoluzione della nostra amicizia, cercando di comprendere quanto la presenza di Inuyasha avesse influito in quei mesi. Grazie a Shin ero riuscita ad aprirmi con qualcuno e a trovare più sicurezza nel rapportarmi con la gente. Grazie ad Inuyasha, ero riuscita a uscire da quel guscio in cui mi rintanavo, scoprendo nuovi aspetti nelle relazioni. Entrambe le figure mi avevano fatto crescere. Far la loro conoscenza mi aveva reso un pizzico più decisa, tanto da non sottostare agli ordini di mio padre. Non mi ero lasciata terrorizzare dalla sua incitazione di cambiare amici, anzi avevo difeso con fermezza le mie relazioni. Grazie a Inuyasha avevo stranamente ripreso in mano la mia vita, avendo quello strambo nuovo inizio che tanto speravo. Con gli occhi puntati in quella chat, mi resi conto che non avevo intenzione di chiudere con Inuyasha. Che nonostante mi sentissi tradita, in fondo gli ero riconoscente. Perché senza quella sua menzogna non avrei mai conosciuto Inuyasha al di fuori del contesto scolastico e senza quella sua idea folle Shin non sarebbe mai esistito. Se una delle due identità fosse svanita, non avrei mai conosciuto fino in fondo l’altra. Scrissi velocemente un messaggio e mi alzai finalmente dal letto. Grazie a quella riflessione mi resi conto di voler vedere ancora una volta quel ragazzo impossibile, mi resi conto di essermi innamorata senza neanche accorgermene.

---

FrancyT:

Ciauuu!

Bhu bhu, manca poco alla fine della FF, fa strano dirlo :c

Comunque! Capitolo semplice in realtà e scontato, ma va bheeee!

Che ve ne pare? Mi lasciate un piccolo commento?

   
 
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