Hai pregato sempre il dio sbagliato.
Hai pregato un dio che potevi toccare, e far venire tra le tue dita come un uomo qualsiasi.
Hai pregato - oh, senza dubbio l'hai fatto, Excella: in ginocchio hai pregato - supplicato.
E rideva, il tuo dio.
Schiacciava le tue incertezze tra dita lunghe, impossibili - da pianista o chirurgo pazzo.
Estingueva la tua fame, le tue paure - grondava su di esse la sua benedizione, il suo (vostro) desiderio.
Bruciava, il tuo dio: brillava al sole di un continente vecchio, innocuo solo nelle rare volte in cui lo sorprendevi addormentato.
Ed erano quelli i momenti in cui ti arrischiavi a fermare le tue preghiere, sedendoti al suo fianco e studiandolo con la solenne attenzione di una vestale.
Era bello, il tuo dio: perfetto solo come le menzogne sanno essere.
"Avevi detto che avremmo regnato insieme; che ero degna."
Wesker ti bacia, affonda, penetra - il virus, lui, il futuro.
"Ti ho ascoltato, Excella. Ti ho ascoltato a lungo e ho deciso di esaudire le tue preghiere."
In un mondo di morti e macerie Excella solleva il capo e diventa regina.