Il ritorno di Papillon
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Capitolo 21
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Lady Bug e Chat Noir deglutirono rumorosamente il nulla mentre osservavano
il power up di Papillon e d’istinto quando iniziò a sbattere le sue enormi ali
si schermarono gli occhi per evitare che la polvere alzata li accecasse.
Leggermente iniziarono a spostarsi all’indietro perché il vento provocato
era molto vigoroso ed era difficile rimanere ben saldi.
Anche i tre bambini dovettero attaccarsi forte alla trave per non cadere
sospinti dal vento.
“Ho paura!” Esclamò Hugo reggendosi con tutte le sue forze alla vita della sorella
Emma che a sua volta aveva stretto di più la presa al bacino di Louis,
incollato al palo arrugginito.
“Stai tranquillo, Hugo, ci siamo noi qui” Lo confortò la piccola biondina.
“Voglio la mamma e il papà!” Continuò il piccolo.
“Sono qui con noi! Non devi preoccuparti.” Emma avrebbe voluto
abbracciarlo, ma farlo avrebbe comportato l’essere scaraventati a terra tutti e
due.
“Zitta, Emma!” La rimproverò il maggiore guardandola torvo, ancora una
parola in più e l’ultimo nato della famiglia avrebbe scoperto tutto, e questo
non era contemplato.
La punizione che gli avrebbero riservato Adrien e Marinette
per aver ficcato il naso in affari che non gli riguardavano sarebbe stata ben
peggiore della loro attuale avventura, una volta tornati a casa.
Sempre se ci fossero ritornati.
Per come si stavano mettendo le cose, quell’ipotesi era sempre più lontana.
In ogni caso sembrava che Hugo non avesse dato importanza all’ultima frase
pronunciata dalla sorella, o meglio, non ne aveva colto il senso.
Per fortuna.
Lady Bug e Chat Noir non riuscivano a rimanere fermi, dovevano attaccarsi
presto a qualcosa prima che quell’uragano scaturito dalle ali di Papillon li
facesse volare via, lontano da quella fabbrica.
L’enorme porta dietro di loro si era spalancata, un varco perfetto per
liberarsi dei due super eroi.
Anche pezzi di vetri e calcinacci stavano cominciando a volare e a cadere a
terra.
“Dobbiamo allontanarci da qui!” Cercò di dire Lady Bug al suo compagno che
fece fatica a sentire quello che aveva detto.
“Come??” Chiese continuando ad arretrare involontariamente.
Lady Bug volse lo sguardo verso i tre bambini e lanciò subito lo yo-yo
vicino a loro prima che la trave che in quel momento li stava sorreggendo,
potesse staccarsi e farli precipitare.
Chat Noir la seguì puntando il bastone.
“Prendi i due grandi, io prendo il piccolo.” Gli urlò avvolgendo un braccio
attorno alla vita di Hugo che si attaccò più stretto che poteva alla coccinella.
Uno strano profumo gli entrò nelle narici.
Conosciuto.
Di casa.
Si inebriò di quell’essenza e chiuse gli occhi immaginando il tepore della
sua mamma.
Quello era il profumo che usava sempre Marinette,
lo avrebbe riconosciuto tra mille.
“Mamma…” Sussurrò senza farsi sentire.
Chat Noir e Lady Bug atterrarono sul pavimento dietro un muretto insieme ai
bambini.
“Dobbiamo portarli in un luogo sicuro!” Disse Chat Noir “…è troppo
pericoloso per loro.”
“E’ rischioso anche per voi…dateci un miraculous, vi
aiuteremo a sconfiggere quella strega!” Propose entusiasta Louis.
Le ciglia di Lady Bug sfarfallarono un paio di volte “Non se ne parla!”
Berciò “…i miraculous non sono giocattoli.”
“Dai per favore, non li romperemo” Insistette Emma facendo gli occhi dolci verso
Chat Noir, quella piccoletta sapeva che per ottenere qualcosa da parte di suo
padre le sarebbe bastato rivolgergli quello sguardo.
“Suvvia, Milady…dagliene uno!” Fece spallucce.
“Se non la smetti ti abbandono davanti la porta di Lila”
“Ritiro tutto…” Chat Noir alzò le mani in segno dir resa.
“Ma io voglio Pollen” Piagnucolò di nuovo Emma.
Chat Noir le si avvicinò e si abbassò al suo livello, quella bambina era
adorabile quando metteva il broncio.
“Facciamo un patto, ok? Voi tre restate qui, lasciateci sconfiggere quel
mostro laggiù e ti prometto che Lady Bug ti darà in prestito il miraculous dell’ape.” Le strizzò un occhio in segno di
complicità e le porse il dito mignolo com’era solito fare nelle sue vesti
civili quando gli strappava una promessa.
Emma gli sorrise e avvinghiò il mignolo al suo.
“Brava bambina!” Le scompigliò la testolina bionda.
*
Papillon continuava ad avanzare con fare lento e calmo, aveva visto dove si
erano nascosti e in ogni caso era facilmente intuibile visto che quel muretto
era l’unico posto dove sarebbero potuti andare.
“Venite fuori e non vi sarà torto un capello!”
“Hai un piano, Milady?” Chiese Chat Noir.
“A dire il vero no” Scosse la testa, quella nuova trasformazione l’aveva
colta del tutto impreparata e di dare dei miraculous
ai suoi figli non se ne parlava proprio.
Sentivano i suoi passi sempre più vicini.
“Ragazzi, voi state qui. Cercheremo di distrarla e quando vi darò il
segnale uscirete di qui” Indicò la porta a pochi metri da loro.
Hugo iniziò a singhiozzare “Io…io non vi lascerò!”
“Nemmeno io.” Disse Emma
“Nemmeno io.” Fece eco Louis con determinazione.
Lady Bug avrebbe voluto dirle quanto era fiera dei suoi ragazzi e lo stesso
Chat Noir, ma non dovevano farsi scoprire.
“Avete sentito vostra ma…eroina? Allora fate come dice!” Chat Noir cercò di
essere il più fermo possibile, ma quella situazione si stava facendo più
difficile del previsto.
“Ho paura. Non andare!” Hugo si attaccò al corpo della coccinella
impedendole di muoversi.
“Stai tranquillo, piccolo, presto questa storia sarà finita. I buoni
vincono sempre, non dimenticartelo!”
“Me lo dice sempre anche la mia mamma!”
Lady Bug sussultò.
“E’ la migliore del mondo!” Continuò lui sorridendole.
“Ne sono sicura, scricciolo! E credo che questo sia tuo!” Prese dallo yo-yo
il fantoccio di Chat Noir che aveva lasciato nella camera a casa dei nonni.
“Il mio pupazzo! Me lo aveva preso quella strega!” Le confidò stringendolo
forte al suo petto.
“Lo abbiamo trovato nella cameretta quando i vostri nonni ci hanno chiamato.”
Spiegò Lady Bug raccontando una bugia, ma solo in parte, non era vero che
Sabine e Tom li avevano allertati, a dire il vero non si erano nemmeno accorti
che mancavano.
“Grazie, Lady Bug! Quando torno a casa dirò alla mia mamma di cucirmi anche
il tuo!”
Chat Noir sospirò “Nessuno pensa a questo povero gatto?” Una manina gli
strattonò un paio di volte la coda attirando la sua attenzione.
“Ricordati la promessa!”
“Certo, piccola lady!” Ammiccò.
I passi di Papillon erano sempre più vicini.
“State giù e non muovetemi, aspettate il segnale” Sussurrò Lady Bug
alzandosi e mostrando la sua figura e lo stesso fece Chat Noir.
“Scusa, Lila. Dovevamo mettere a letto i bambini!”
“PAPILLON!” Grugnì lei “PAPILLON!” Ripeté.
A Lady Bug piaceva punzecchiarla e farla incavolare.
“Ehm…Milady…meglio non farla arrabbiare…sai…non vorrei si trasformasse di
nuovo…”
“Dovresti ascoltare quel tipo pulcioso che ti sta accanto…è molto
intelligente”
“Modestamente!” Chat Noir si passò una mano tra i capelli per
pavoneggiarsi, e di tutta risposta ricevette una gomitata da Lady Bug dritta
sullo sterno che gli tolse il fiato.
“Non è il momento di fare il cretino!” La coccinella balzò dietro a
Papillon lasciando il compagno di fronte a lei.
Il suo piano era quello di distrarla per permettere ai figli di raggiungere
l’esterno, a breve sarebbe arrivata la polizia che li avrebbero tratti in
salvo.
“Consegnaci il miraculous, Papillon” La intimò la
coccinella.
Papillon si voltò di scatto “Mai! E’ mio!” Batté le
ali con forza facendo volare Chat Noir dalla parte opposta “MIO!!!” Insistette
continuando con quel movimento.
Lady Bug fu costretta ad aggrapparsi con lo yo-yo ad un pilone d’acciaio
per non librarsi in aria.
E in tutto quel trambusto sperava solo che i suoi ragazzi rimanessero al
sicuro dietro quel muro.
“Arrendetevi inutili insetti! E consegnatemi i vostri di miraculous!” Papillon si avvicinò a Lady Bug e allungò una
mano per prenderle gli orecchini.
Lasciò andare lo yo-yo e con un movimento veloce la coccinella riuscì ad
uscire da quel vortice atterrando su un grosso tubo traballante.
“LUCKY CHARM!!” Invocò il suo potere speciale e lo accolse nelle sue mani.
Rimase perplessa qualche secondo guardandosi attorno per capire come poter
utilizzare quella video camera.
“E’ uno scherzo, vero?” Chiese Chat Noir “…cos’è vuoi riprenderci mentre
combattiamo?”
Lady Bug vide illuminarsi i bambini, Chat Noir, il pilone e il miraculous della farfalla.
Le era tutto chiaro, unico problema sarebbe stata la sua realizzazione.
“Il tuo potere ha un grande senso dell’umorismo! Ahahahahah!”
Quella risata malefica echeggiò in quel luogo isolato e vuoto “…ahahahah! Hai perso il tuo smalto Lady Bug! Non ti resta
altro che arrenderti!” Papillon batté di nuovo le sue ali contro la super
eroina e questa volta riuscì a metterla in un angolo senza darle la possibilità
di muoversi.
“Sei in trappola!” Berciò sadica e più si avvicinava a lei e più vedeva il
suo sogno diventare realtà.
Un sassolino.
Un altro e un altro ancora colpì la testa dell’insetto gigante
costringendolo a voltarsi e a smettere momentaneamente il suo accanimento contro
la super eroina.
“Lascia stare Lady Bug!” Gridarono i tre bambini all’unisono mentre
lanciavano sassi racimolati qua e là, dando la possibilità a Chat Noir di
recuperare la coccinella ed insieme elaborare il piano.
*
“Sei sicura?”
“Si” Asserì con il capo lei.
“Non li metteremo in pericolo?”
“Non se ne andranno mai, e poi c’erano anche loro nella mia visione.”
Chat Noir sogghignò “Vedremo cosa ci racconteranno più tardi!”
“Solo più tardi? Credo che questa storia andrà avanti per mesi…se non anni”.
“Giusto! Ora andiamo, prima che Papillon possa far loro del male”.
I bambini continuavano a lanciarle sassi, il più scatenato era Hugo che
riusciva a centrarla sempre in pieno.
“Arrenditi brutta strega! Il mio papà non ti vorrà mai! Nessuno ti vorrà
mai! Sarai per sempre zitella!” Le fece una linguaccia.
“Che insolenza! Ora ti darò io una bella punizione!” Papillon non fece a
tempo a battere le ali che Chat Noir la distrasse.
“Che fai ora? Te la prendi con dei bambini? Non è da te!” La stuzzicò così
che Lady Bug potesse consegnare la telecamera al più grande.
“Mi raccomando, da ora in poi riprendi tutto. Ricorda! Se ognuno fa la sua
parte, facile che riavrete anche vostro nonno Gabriel”.
“Come fai a sapere del nonno?” Chiese curiosa Emma.
“Noi super eroi sappiamo tutto” Ammiccò “…mi fido di voi” Detto questo balzò
in posizione.
Louis accese la telecamera ed iniziò a riprendere tutto mentre i suoi
fratelli gli indicavano dove puntarla.
Nei cinque minuti successivi Louis riprese una battaglia senza precedenti,
Lady Bug e Chat Noir balzavano da una parte all’altra facendo uscire di senno
Papillon che non sapeva più da che parte guardare e quando fece per scagliargli
addosso l’ennesima folata di vento, Chat Noir usò il suo potere speciale per
far crollare il pilone addosso alla farfalla gigante.
Questo non la ferì, ma il grosso palo serviva solo a tenerla ferma mentre
Lady Bug le sfilava la spilla da dosso.
In meno di un secondo, Papillon ritornò ad essere semplicemente Lila Rossi,
e prima che potesse scappare, Chat Noir la legò stretta allo stesso palo con la
sua cintura.
I due super eroi recuperarono la telecamera e la memory
card che Lady Bug aveva precedentemente aggiunto, così non avrebbe rischiato
che il video si cancellasse una volta riportato tutto alla normalità con il Miraculous Lady Bug.
“Ben fatto!” Cinque pugni si toccarono.
“Siete stati bravi e coraggiosi!” Si complimentarono i due super eroi
abbracciandoli tutti e tre.
“Wow! Abbiamo aiutato Lady Bug e Chat Noir! Chissà cosa diranno mamma e
papà!” Si gasò il più piccolo che non vedeva l’ora di raccontare il tutto ai
genitori.
E a tal proposito erano appena arrivati la polizia e un’ambulanza a sirene
spiegate.
I poliziotti fecero irruzione nella fabbrica pronti a catturare Lila Rossi.
La donna iniziò a ridere istericamente mentre veniva ammanettata, una
risata che mise molta paura ai presenti.
“TORNERO’! E questa volta Adrien Agreste sarà mio!!! MIO PER SEMPRE!!!!”
“Quella donna è pazza!” Biascicò Emma abbracciando d’istinto Chat Noir.
“Nessuno porterà via il tuo papà, piccola lady!” La rassicurò il super eroe
in nero.
“Forza! Ora andate, i vostri genitori saranno sicuramente fuori ad
aspettarvi!” Disse Lady Bug indicando l’uscita.
*
Adrien e Marinette si precipitarono ad
abbracciare i loro bambini una volta fuori dall’edificio, erano rimasti tutto
il tempo vicino a Sabrina, o meglio è quello che la rossa aveva raccontato ai
tre bambini.
“State bene? Volete che vi facci visitare?” Chiese il commissario di
polizia.
“Stiamo bene, grazie. Il video? E’ stato utile?”
Domandò il più grande.
“Benissimo, piccolo! Domani avvieremo le pratiche per scarcerare vostro
nonno!”
Una frase che arrivò alle orecchie di Lila mentre veniva caricata sull’ambulanza
pronta per essere condotta al più vicino ospedale psichiatrico.
“Che cosa??? Gabriel Agreste è Papillon! Non io. LUI!!!” Ci vollero ben tre
paramedici per tenerla ferma mentre uno le iniettava una dose massiccia di
sedativo in vena.
“Smettila, Lila. Sei stata smascherata!” Mormorò Sabrina.
*
Continua