Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: luvsam    10/06/2021    1 recensioni
Quella mattina il buonumore di Dean gli stava dando veramente ai nervi e Sam avrebbe dato qualsiasi cosa per farlo tacere, ma papà era ancora arrabbiato per la scenata del giorno prima e non poteva certo permettersi di iniziare un combattimento anche con suo fratello.
E dire che fino a poche ore prima si era sentito davvero felice perché il coach Maverick aveva diramato le convocazioni per la finale di calcio under 16 ed era dentro, non poteva crederci. Era stato su di giri per tutta la giornata discutendo con i suoi compagni degli avversari, di schemi ed eventuali rigoristi, e già si immaginava a correre sul campo.
Uscendo da scuola aveva visto l’Impala e aveva riconosciuto subito suo padre. Era una rarità che andasse a prenderlo alla fine delle lezioni e aveva pensato che ne avrebbe approfittato subito per chiedere il permesso per andare ad Austin con la squadra, ma qualcosa nella postura rigida del genitore lo aveva messo in allarme. Si era avvicinato e aveva riconosciuto il signor Rhodes e da lì tutto era andato storto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2
 
John pensò che il cuore gli fosse schizzato fuori dal petto e che fosse morto d’infarto, ma poi le urla di Sam e i calci che gli arrivavano negli stinchi gli dissero che era ancora vivo. Si scosse dal torpore e riguadagnò il contatto con la realtà continuando a stringere la mano destra intorno a quello che realizzò essere il cappuccio della felpa di suo figlio.
“Lasciami, lasciami andare”
La voce del suo ragazzo gli arrivò forte e chiara alle orecchie e davanti agli occhi gli passò davanti quello che era accaduto negli ultimi minuti. Era arrabbiato e stava parlando al telefono con Dean. Si erano salutati, poi un movimento brusco alla sua destra lo aveva messo in allarme. Si era voltato e in un attimo aveva compreso che la vita di suo figlio era in pericolo perché aveva…
Scacciò il pensiero dalla sua mente: Sam non si era aggrappato alla maniglia interna del pick up, Sam non aveva cercato di aprirla, Sam non aveva tentato di lanciarsi fuori mentre sfrecciavano su una statale.
No, non era possibile, non avrebbe mai fatto una cosa così stupida, non il suo bambino! Ma se non era mai successo, se era stato solo il parto della sua testa incasinata perché non riusciva ad aprire la mano destra e a liberarsi di quel lembo di stoffa?
Se qualcuno avesse chiesto a John Winchester che cosa stesse provando in quel momento, probabilmente non avrebbe saputo rispondere. Sentiva ancora il cuore andargli a mille e la paura togliergli il respiro, ma Sam era lì incolume, non era rotolato sull’asfalto. Inspirò profondamente, poi cercò di riprendere il controllo e a quel punto gli arrivò una manata in pieno petto.
Il colpo lo fece reagire e afferrò il figlio per entrambi le braccia scuotendolo violentemente.
“Che cazzo ti è passato per la testa? Potevi morire!”
“E non saresti stato contento? Mi sarei tolto dai piedi e saresti rimasto con il tuo figlio perfetto”
Le parole avevano appena lasciato la bocca del giovane Winchester quando un forte schiaffo gli colpì il lato sinistro del volto.
“Contento? Sarei contento se tu morissi? Ma sei impazzito? Non azzardarti a ripeterlo mai più, Sammy, mai più”.
“Perché non dovrei ripeterlo? Sappiamo tutti e due che è la verità!”
“E' una cazzata invece! Sei mio figlio e ho sempre cercato di proteggerti!"
“Proteggermi? Lo chiami proteggere il modo in cui ci hai cresciuti? Mi hai messo in mano una pistola quando gli altri bambini giocavano con i soldatini”
“L'ho fatto perchè dovevo insegnarti a difenderti”
“No, non era quello il tuo compito! Tu dovevi crescere dei figli, non addestrare dei guerrieri”
“Ho fatto quello che era necessario per tenervi in vita!”
“Sopravvivere non vivere”
“Sam,io vi voglio bene, siete tutto quello che ho”
“Sei un bugiardo! Tu ami solo Dean, lui è il figlio che è venuto su come volevi, mentre io sono solo una delusione. Tu mi odi e ti sentiresti molto meglio se non ti ricordassi ogni giorno che hai perso tua moglie e la tua casa”.
“Sam, non ho mai detto una cosa del genere”
“Non lo hai mai detto, ma è quello che pensi da quella notte. Lo sento ogni volta che non raggiungo i tuoi standard negli allenamenti, ogni volta che non sono pronto a seguire i tuoi ordini come Dean. Non fai altro che urlarmi addosso per qualsiasi cosa, non ti sta mai bene nulla. Io sono stanco dei tuoi sguardi quando mi vedi studiare, stanco della tua disapprovazione”
“Urlo quando non mi ascolti”
“No, urli perché avresti voluto che la mamma non si fosse mai svegliata, avresti voluto che quel demone mi avesse preso"
"Come fai a dire una cosa del genere? Sarei impazzito se qualcuno ti avesse portato via"
"Non ti credo”
“Sam, non sai quello che dici”
“Lo so benissimo, invece, avresti ripreso la tua vita con mamma e con Dean come se io non fossi mai nato”
“Smettila, Sammy”
John allungò una mano per cercare di raggiungere fisicamente il figlio minore desiderando ridurre la voragine che si era aperta fra di loro, ma lui si allontanò schiacciandosi nella portiera alle sue spalle.
“Non mi toccare”
“Stai dicendo delle cose assurde”
“Sto dicendo la verità, avresti preferito che fossi morto io tra le fiamme”
“Non doveva morire nessuno, quel maledetto demone non doveva toccare la nostra famiglia”
“Bugiardo!”
Sam si voltò per aprire la portiera, ma il padre lo afferrò per le spalle e lo tirò verso di sé.
“Toglimi le mani di dosso”
“Basta, Sammy, smettila”
“Lasciami andare”
“No, adesso ti devi calmare”
Il ragazzo tentò ancora di divincolarsi e non riuscendo ad allentare la stretta del padre, lo morse sul braccio sinistro.
“Accidenti, Sam”
Approfittando del fatto che John si fosse ritirato, il giovane Winchester aprì la portiera e si precipitò fuori. Voleva correre, voleva allontanarsi da lì, ma gli mancava l’aria e tutto gli girava intorno vorticosamente.
Non si arrese però e prese a camminare sul ciglio della strada con un’andatura incerta. Sapeva che non avrebbe resistito a lungo, ma voleva andare quanto più lontano possibile dal genitore e così continuò a muoversi fin quando un’ombra ingoiò la sua e un paio di forti braccia gli cinsero le spalle e l’addome.
Le vertigini erano ormai senza controllo e Sam sentì le gambe piegarsi sotto di lui. Avrebbe voluto reagire, ma non ne aveva la forza, così non oppose resistenza quando fu accompagnato lentamente a terra. Si ritrovò con le ginocchia sull’asfalto e l’odore del dopobarba di suo padre gli riempì le narici.
“No, no, lasciami andare!”-urlò prima di scoppiare in lacrime.
Questo era troppo: il sergente dei marine abbandonò i gradi e tornò ad essere solo un papà. Voltò suo figlio e lo strinse in un tenero abbraccio.
“Sh, Sammy, va tutto bene! Sono qui, figliolo, calmati”
“Lasciami! Prendi il pick up e vai da Dean, togliti questo peso”
“Sam, non ti abbandonerei mai, siamo una famiglia”
“Non esiste più una famiglia! Lo hai detto tu, mamma è morta per colpa mia ”
“Ero arrabbiato e ho detto una cazzata”
“ No, è la verità, mamma è morta perchè è venuta da me”
“Sì, è venuta perchè ti amava e ti amo anch'io”
“Non è vero, tu mi odi e non mi perdonerai mai”
“Non hai nulla da farti perdonare! Eri solo un bambino di sei mesi, tu non hai colpa”
“No, voglio morire, voglio andare dalla mamma”
“Sammy”
I singhiozzi diventarono più forti e ravvicinati e John si sentì sprofondare. Sapeva di essere un padre severo e di aver imposto ai suoi figli una rigida disciplina mettendo da parte abbracci e coccole della buonanotte, ma lo aveva fatto solo per proteggerli. Era anche consapevole di essere stato molto duro con Sam da quando aveva letto il suo diario, ma ogni richiamo, ogni allenamento era stato dettato dal desiderio di farlo crescere forte e capace di difendersi e non certo perché voleva punirlo per la morte di Mary.
Era convinto di aver agito sempre per il suo bene e per quello di Dean, ma in realtà che cosa aveva ottenuto con la sua intransigenza? Il suo grande risultato era ritrovarsi fermo al lato di una strada con suo figlio in pezzi tra le braccia senza sapere cosa fare e in quel momento la mancanza di sua moglie lo colpì più forte del solito.
Mary aveva calmato ogni pianto dei suoi figli e si era sempre domandato come facesse: un attimo prima le pesti urlavano a squarciagola, un attimo dopo erano silenziosi e tranquilli ascoltando la voce della loro mamma, che gli diceva che andava tutto bene.
John appoggiò il mento sulla testa del suo ragazzo e cercò di farlo smettere di tremare accarezzandogli la schiena.
“Calmati, Sammy, adesso passa”
“Voglio andare dalla mamma”
“No, devi stare con me e con Dean, metteremo tutto a posto”
“Non è vero”
"Sì, invece. Adesso sembra tutto brutto, ma ti prometto che..."
"Papà, mi sento male"
“Sammy, che hai?”
“Lo stomaco”
L’inconfondibile sussulto precedente il vomito fece reagire l’uomo che staccò il figlio dal suo petto, lo voltò e gli chinò la testa in avanti. Fece scivolare un braccio sotto l’addome per sostenerlo e la mano sinistra atterrò sulla fronte.
“Butta fuori, lascia andare”
“Papà”
Pochi secondi e Sam si piegò su se stesso scosso dai conati e dai singhiozzi tentando disperatamente di liberarsi. Afferrò una coscia di suo padre in cerca di sostegno, ma le cose sembrarono solo peggiorare. Il suo stomaco vuoto continuava a contorcersi lanciando dolorosi spasmi e la saliva che colava dalla sua bocca non era di nessun aiuto. Si lamentò, tossì forte, ma Sam si sentiva sempre peggio perso in un mare di lacrime. Riusciva a sentire la voce di suo padre e se da un lato questo lo confortava, dall’altro aumentava il suo malessere e gli faceva ricordare che voleva solo sparire.
Nuovi conati lo fecero piegare ancora in avanti, ma, nonostante gli sforzi, dalla sua bocca non usciva nulla mentre il suo stomaco si divertiva a fare le capriole.
Suo padre continuava a tenerlo e lo incoraggiava a calmarsi invitandolo a fare respiri profondi, ma ci volle un po' prima che la situazione migliorasse.
Dopo una manciata di minuti infatti Sam si afflosciò sfinito e appoggiò la testa sullo sterno del genitore. Non gli importava in quel momento della rabbia che provava nei suoi confronti, voleva che John lo tenesse fra le sue braccia e lo confortasse. Fu accontentato perché l’uomo lo attirò a sé e gli sussurrò:
“Tranquillo, Sammy, è tutto finito! Sono qui, non aver paura”
Il giovane Winchester si aggrappò alla maglietta del genitore e altre lacrime rotolarono lungo il suo viso.
La mano di John le intercettò e strinse più forte a sé il figlio.
“Non piangere, calmati”
Sam scosse la testa e continuò a singhiozzare.
“Ehi, ragazzino, basta ora”
“Perché mi odi? Non ho fatto niente”
“Sammy, non ti odio, te lo giuro”
“Perché non mi ami come Dean? Perchè non sei mai fiero di me?”
John prese ad accarezzare il figlio e continuò a parlargli a bassa voce nel tentativo di calmarlo. Non era fiero del loro difficile rapporto e avrebbe voluto spiegare la sua rigidità, ma non poteva riversare su suo figlio tutto quello che aveva scoperto, lo amava troppo.
Dopo qualche minuto il pianto iniziò a rallentare, poi il giovane Winchester tacque e si strinse di più al padre sentendo improvvisamente molto freddo.
Cercò di rubare un po' del calore del corpo che lo stava accogliendo e desiderò non essere mai sceso dal pick up.
“Hai freddo, Sammy?”-chiese John.
Il tremore del suo ragazzo era evidente e tentò di scaldarlo strofinandogli la schiena senza grandi risultati. Gli baciò la testa, poi si rimise in piedi portandolo su con sé.
“Torniamo in macchina, dai”
Lo sostenne aspettando di vedere se si reggeva sulle gambe, ma suo figlio oscillò pericolosamente, così John decise di prendere di petto la situazione. Fece scivolare un braccio sotto le ginocchia del suo ragazzo, lo sollevò e se lo sistemò tra le braccia notando con preoccupazione che sembrava fin troppo leggero per la sua stazza. Si ripromise di portarlo a mangiare da qualche parte prima di arrivare da Bobby, ma nel frattempo coprì velocemente i pochi metri che lo separavano dal suo pick up e lo stese sul sedile posteriore.
Sam si rannicchiò tirando le ginocchia verso il petto e cercò di guadagnare una posizione comoda, ma suo padre aveva altre idee.
“Ehi, ragazzino, mi senti? Non addormentarti, Sammy, parla con me”
L’adolescente non rispose e John scosse la testa. Prese le chiavi dal quadro e aprì il bagagliaio. Tirò fuori da una sacca una coperta e tornò nell’auto.
“Sammy, ti senti meglio?”
Il giovane Winchester si mosse un po', ma di nuovo non rispose e a quel punto il padre decise di lasciarlo stare. Gli sfilò le scarpe e gli sbottonò i jeans senza registrare nessuna reazione. Gli stese addosso la coperta, poi improvvisò un cuscino con la sua giacca e glielo sistemò sotto la testa. Gli accarezzò una guancia, poi tornò al posto di guida dopo essersi assicurato che i finestrini fossero chiusi.
Inserì le chiavi nel quadro, accese il riscaldamento e stava per avviare il motore quando sentì la suoneria del cellulare.
"Winchester"
“Perché diavolo non rispondevi? Che cosa è successo?”
“Dean, ehi! Sì, scusa, so di aver interrotto la chiamata di colpo, ma Sammy non si è sentito bene, mi sono dovuto fermare all’improvviso”.
“Che vuol dire che non si è sentito bene?”
“Problemi con lo stomaco”
John scelse di non fornire per il momento l’intera versione di quello che era accaduto negli ultimi minuti, ma suo figlio maggiore non mollò la presa.
“Ha vomitato? Gli è venuto il mal d’auto?”
“Dean”
“Sam è abituato a stare in macchina con me, non gli viene da vomitare quando guido io”
“Dean, ha avuto solo dei conati, non ha vomitato”
“Non mi stai dicendo la verità! Hai urlato a Sam di stare fermo e hai frenato di botto. Che cosa è successo?”
"Dean"
"Papà, lo sai che non ti darò tregua fino a quando non mi darai la versione completa"
“Okay, c’è dell’altro, ma non ne voglio parlare al telefono”
"Non mi puoi appendere così"
"Dean, piantala, sono ancora lontano e voglio rimettermi in viaggio"
“Dimmi almeno se sta meglio”
“Sì, sta meglio, deve solo riposare un po' e poi faremo due chiacchiere”.
“Passamelo, papà, voglio parlare con mio fratello”
“Non posso passartelo, si è addormentato”
“Sveglialo, deve dirmi come sta”
“Dean, smettila, non ho intenzione di svegliarlo”
“Papà, mi sto spaventando”
“Rilassati, mamma chioccia. Mi sono occupato di lui e tra poco ripartiremo”
“Non ha la febbre, vero? Perchè se ce l’ha…”
“Dean, basta! Sono in grado di badare a mio figlio quando non si sente bene”
“Sì, ma ci sono sempre quando qualcosa non va, Sam è una mia responsabilità”
“E’ una nostra responsabilità e ti ripeto che è tranquillo adesso”
“Okay, va bene, ma chiamami se le cose peggiorano”
“Non peggioreranno”
Seguì una breve pausa di silenzio, poi Dean mormorò:
“Papà?”
“Sì, figliolo?”
“Scusa, non volevo mancarti di rispetto prima, ovviamente sai badare a Sam”
“Non sono arrabbiato e so che hai reagito così perché sei un bravo fratello maggiore”
“Lo pensi davvero?”
“Non mi fido di nessuno tranne che di te quando si tratta di Sammy”
“Questo è molto importante per me”
“Dean,io….”
“Fine momento da ragazze, papà! Ci vediamo da Bobby?”
“Sì, ci vediamo lì. Se Sammy si sveglia e se la sente, mi fermo da qualche parte per fargli mangiare qualcosa”
“Crackers”
“Cosa?”
“Quando non sta bene con lo stomaco, preferisce mangiare crackers e bere Gatorade all’arancia”
“Crackers e Gatorade all’arancia, ricevuto”
“Sicuro che dorme?”
John diede uno sguardo allo specchietto e confermò:
“Sì, sta dormendo e non è più pallido come prima”
“Va bene, ci vediamo dopo allora”
“Ciao, Dean”
La telefonata si interruppe e il motore del pick up ruggì. Il cacciatore riportò il veicolo sulla strada e guidò con gli occhi sulla carreggiata e le orecchie tese verso il sedile posteriore pronto a captare qualsiasi segnale da parte del suo ragazzo, ma Sam non si svegliò neanche quando suo padre si fermò per fare rifornimento.
L’uomo pensò di entrare nello store per comprare crackers e Gatorade, ma non riusciva a schiodarsi dal fianco del suo veicolo e lasciare solo suo figlio. Era ancora terrorizzato dall’immagine del suo secondogenito che tentava di lanciarsi dall’auto e dal desiderio di morte che aveva manifestato invocando la madre e si domandò se Sam avesse mai tentato di farsi del male. Scosse la testa e pensò che ,se Dean se ne fosse accorto,gliene avrebbe parlato. Si fermò inorridito: Dean se ne sarebbe accorto, non lui, e si sporse a guardare Sam attraverso il finestrino chiuso. Forse suo figlio aveva ragione, forse davvero non aveva più idea di come si facesse il padre e non riusciva a pensare a qualcosa di diverso della caccia, eppure prima di quella notte c’erano state passeggiate al parco, partite di baseball e fiabe a letto. Era stato un papà che portava a casa suo figlio sulle spalle e lo teneva tra le braccia la sera guardando la tv. Era stato un bravo papà per Dean, ma per Sam? Che cosa aveva dato al suo piccolo Sammy?
Sospirò e decise di rimettersi in viaggio. Si sarebbe fermato di nuovo se il suo ragazzo avesse voluto mangiare, ma per il momento la strada li aspettava.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: luvsam