Vegeta-Sej
*
Capitolo 16 – Prigionieri
*
Radish si era
intrattenuto nel letto caldo di una saiyan di secondo rango.
Insieme avevano
consumato qualche bottiglia di vino rosso di troppo ed erano finiti a letto
assieme.
Sul pavimento se
ne potevano contare quattro, ma non si escludeva che qualcuna fosse finita
rotta o sotto il talamo peccaminoso.
Il saiyan si
svegliò con la bocca impastata e che sapeva di acido, andò in bagno per sciacquarla
e per assaporare qualcosa di fresco e che non sapeva di niente.
Ci mise qualche
secondo prima di aprire la porta, la testa girava e camminare dritto era
risultato alquanto difficile, soprattutto perchè doveva anche evitare ostacoli
sparsi sul pavimento lucido.
Prima di entrare
volse lo sguardo al letto che si era lasciato alle spalle, forse se la notte
prima avesse scopato qualcuno di rivoltante, sarebbe stato più facile vomitare
e liberarsi di quel cerchio che gli opprimeva la testa.
E invece no.
La ragazza che
giaceva su quel letto, con la pancia rivolta verso il materasso era bellissima,
lunghi capelli neri e viso dai lineamenti dolci e regali, niente a che vedere
con i ruderi che era abituati ad avere per le mani solo per il puro piacere.
Questo quando
era in vita.
Gli sembrava
fossero passati secoli dalla sua ultima volta invece ne erano trascorsi pochi
di anni.
Non ricordava il nome di quella fanciulla e il motivo
per il quale erano finiti a letto assieme.
Della sera precedente aveva un vago ricordo annebbiato.
Era al bar, un luogo lugubre dove i guerrieri erano
abituati ad intrattenersi prima di rincasare dopo essere rientrati alla base a
missione ultimata, ubriachi s’intende.
Odorava di alcool e tabacco e una leggera coltre di
fumo ne riempiva l’enorme stanza rendendo difficile distinguere nitidamente la
persone al suo interno.
Era aperto solo la sera.
Stava bevendo dello scotch di quinto ordine al bancone
di legno appiccicaticcio, e per quanto il proprietario passasse lo straccio
inumidito per pulirlo, era impossibile mantenerlo tale.
Complice le risse degli ubriaconi che spargevano il
contenuto zuccherino dei bicchieri mischiate a gocce di sangue, e non era
certamente escluso che qualche pezzo di vetro si era conficcato nel legno.
Staccò le possenti braccia dalla superficie per bere d’un
sorso quando gli apparve questa ragazza, triste e sconsolata.
“Che schifo!” Mormorò pulendosi gli arti
appiccicaticci guardando la ragazza sedersi accanto a lui.
“Il solito…doppio questa volta.”
Aveva ordinato anche lei un super alcolico alquanto
costoso e Radish non poté non notarla, anche perché dagli abiti che indossava
non dava l’impressione di appartenere ad una terza o quarta classe.
Il barista raccolse l’ordine e dopo aver lucidato un
bicchiere di vetro con lo straccio pulito versò il liquido rosso al suo
interno, la donna misteriosa gli allungò un paio di monete d’oro.
“Che ci fa una bella fanciulla come te tutta sola?”
La saiyan gli lanciò un’occhiata di torva “Niente che
ti riguardi!”
“Questo è un bar per poco di buono…o cerchi guai o ti
conviene bere il tuo drink e andartene, magari scortata all’uscita da me…” Le
sussurrò all’orecchio.
“Mmm…sicuramente dopo il secondo giro ti troverò anche
attraente! Un altro perfavore!” Ordinò un altro bicchiere facendo spallucce.
“In tal caso, attenderò al tuo fianco e ti
proteggerò!”
“Cosa non si fa per una scopata, eh?”
Radish inarcò la schiena all’indietro e si stiracchiò
le braccia “Mi conosci per caso?”
“Ti ho già inquadrato a dire la verità, mi basta
poco.” Trangugiò il bicchiere d’un sorso “…ho del vino nel mio alloggio…potremo
continuare la conversazione lì…che ne dici?” Gli alitò sul volto mettendogli
una mano sulle parti intime cogliendolo impreparato.
“Se è quello che vuoi…il grande Radish non può tirarsi
indietro” Le leccò una guancia e la prese per mano.
Insieme si diressero verso la base dove alloggiavano i
guerrieri.
“Non penserai di andare in camera tua!” Berciò la
ragazza misteriosa notando che la stava conducendo verso l’ala Est designata ai
combattenti di terza classe.
Radish inarcò un sopracciglio “Si, l’intenzione era
quella.”
“Ma il vino buono si trova nella mia”Gli disse con
fare sensuale.
Radish fu ammaliato dai suoi modi gentili e rudi allo
stesso tempo.
Lo baciò, o meglio gli infilò la lingua in gola per
tutto il tragitto fino al suo alloggio.
Con un calcio dato all’indietro aprì la porta e lo
trascinò al suo interno.
Da quel momento in poi, Radish, non ricordò più nulla,
ma almeno sperava di aver fatto la sua porca figura.
Aprì la porta e del bagno e si sciacquò la bocca con
dell’acqua corrente.
Poi si specchiò e si massaggiò la faccia.
Poggiò i gomiti sulla ceramica bianca del lavandino
ovale e mentre lo faceva sentì le voci di Nappa e Re Vegeta che passavano per
quel corridoio.
Non sapeva bene il motivo, ma doveva inseguirli e
capire perché si trovavano assieme.
Si precipitò in camera a racimolare sul pavimento gli
abiti sparsi qua e la e si vestì di fretta e furia, se non l’avesse fatto gli
avrebbe persi di vista.
Pregò gli dei dell’universo sperando che nella fretta
di non aver indossato abiti femminili, sai che figura!
Volse l’ultimo sguardo verso quella ragazza, dormiva
ancora beatamente, sarebbe stata un peccato svegliarla.
*
Radish camminò di soppiatto lungo il corridoio
cercando di non farsi notare dalle due figure che vedeva allontanarsi sempre di
più.
E una volta arrivati nello spazio comune dove circa
una ventina di guerrieri si stavano intrattenendo in conversazioni, uscirono
dalla base.
Radish li raggiunse fuori dopo pochi secondi, li vide
vicino ad una monoposto parlare animatamente.
Nappa agitava le mani in aria e Re Vegeta aveva
un’espressione più accigliata del solito, ma il figlio maggiore di Bardack non
riusciva a sentire che cosa stavano dicendo, così decise di avvicinarsi.
Nessuno dei due saiyan si era accorto della sua
presenza proprio dietro l’astronave.
“…Saiyla ha messo a punto il marchingegno.” Sentì dire
a Re Vegeta.
“Il problema sarà attirare Kakaroth nella trappola.”
Fece di rimando Nappa.
Radish strabuzzò gli occhi, stavano mettendo a punto
un piano senza di lui, senza consultarlo e per giunta avrebbero usato suo
fratello, non che gli fosse simpatico, questo era certo, ma questa idea non gli
piaceva affatto.
Rimase ancora ben nascosto per saperne di più.
“Dici che funzionerà?”
“Il bracciale inibirà la sua forza così da poterlo
comandare a nostro piacimento!”
“E’ un saiyan, non credo si farà manipolare con
facilità.”
“Ed è qui che interverrà la magia di Saiyla.”
“Come faremo a tenere lontano tuo figlio? Ha già
fiutato a kilometri di distanza che c’è qualcosa non va.”
“Vegeta presto o tardi capirà che la cosa giusta da
fare sarà quella di unirsi a noi.”
Radish strinse i pugni dalla rabbia, ma doveva
controllarsi per non essere scoperto, Nappa teneva lo scouter sul suo occhio e
alla minima vibrazione o rilevazione di forza glielo avrebbe comunicato.
“Come sempre, del resto!”
“I cinque sono già stati trasportati nel laboratorio?”
Aveva chiesto poi il Re.
Nappa asserì con il capo “Come aveva comandato, mio
signore. Gli scienziati li stanno già usando come nostra fonte di energia.”
“Bene, allora andrò a vedere come procede. Tu intanto
fai in modo di tenere lontano mio figlio dal pianeta.”
“Certo, signore” Nappa fece una riverenza prima
prendere il volo e lo stesso fece Re Vegeta poco dopo.
Radish doveva fare qualcosa, non poteva permettere che
Kakaroth cadesse vittima loro.
Nonostante avesse sempre desiderato avere suo fratello
al suo fianco, non doveva accadere così.
Soggiogato e manipolato.
Avvertire Vegeta era la cosa più saggia da fare, gli
avrebbe spiegato tutto ed insieme studiato un piano di battaglia, d'altronde
era lo stratega del gruppo, era grazie al principe in persona se si
conquistavano pianeti ed intere galassie.
*
“Non capisco perché mi dici tutto questo, Radish.
Perché dovrei crederti, eh?” Berciò acido Vegeta una volta venuto a conoscenza
del piano diabolico architettato da Saiyla e da suo padre.
“Perché io sono quello che ti sono sempre stato
fedele, e non ti volterei mai le spalle, come invece ha fatto Nappa. Ma tu hai
sempre preferito di gran lunga lui a me.” Spiegò con una punta di amarezza.
“Era più forte! E al mio fianco dovevo avere persone
in grado di mantenere il mio passo.”
Radish si sentì ferito da quelle parole e forse il
fatto di essere andato a spifferargli quello che aveva appena scoperto non si
era rivelata così una buona idea.
Non voleva entrare nelle sue grazie o che il principe
si prostrasse a lui, questo non lo aveva mai voluto, ma almeno un po' di
gratitudine, questo glielo doveva.
“Ma questo era il passato!” Continuò Vegeta
cogliendolo di sorpresa.
“Significa che…” Mormorò a mezze labbra attendendo che
Vegeta gli completasse la frase.
“…significa che dobbiamo fare qualcosa prima che
quella vecchia strega porti tutto il popolo alla morte. Kakaroth è una bomba ad
orologeria e quello che hanno intenzione di fargli non promette nulla di
buono.”
“Ma tu sei forte, vero?” Gli chiese timidamente con un
filo di voce.
Di tutta risposta ricevette un pugno in centro alla
testa.
“Ahia! Che male! Vegeta ti sei ammattito? Avresti
potuto spaccarmi la testa come un cocomero.”
“Giusto per farti capire che ho usato solo lo 0,01%
della mia forza.”
Non dubitava di lui, questo era certo, ma Radish non
sapeva che cosa stessero facendo realmente ai saiyan.”
*
Bardack spalancò gli occhi e si mise in posizione
seduta di scatto.
Scostò le coperte bianche e cercò di scendere dalla
lettiga, ma decina di aghi erano conficcati nelle sue braccia e gambe, senza
contare gli elettrodi applicati sulle tempie, sul petto e sulle nude gambe.
Nessuna smorfia di dolore si palesò sul suo volto
deformandogli i tratti duri e spigolosi.
Si limitò solo a staccare uno ad uno quegli ostacoli
finché un dottore non decise di fare irruzione nella sua stanza per
controllarne i valori vitali prima di fargli riprendere la sua normale
attività.
“Capitano Bardack, non si agiti. Ci penso io!” Lo
scienziato spense i monitor ed impedirono il fluire di ulteriore liquido nelle
sue vene.
La porta a scomparsa di aprì con un fruscio ed entrò
Re Vegeta per sincerarsi delle sue condizioni.
“Si è completamente ripreso, sire.” Disse togliendo
l’ultimo elettrodo dal suo quadricipite.
Bardack saltò giù dal letto completamente nudo e cercò
con la vista i suoi vestiti, qualcuno gli aveva portato una divisa pulita e adagiata
su un tavolo libero lì vicino.
“Sto bene! Mi sento rinato.”
“Speriamo solo che questa volta duri di più. Ci hai
quasi lasciato le penne, lo sai?” Gli spiegò il sovrano.
Bardack sbuffò dal naso “Ma sono qui.”
“Solo perché sei stato soccorso in tempo.”
“D-dov’èKakaroth? Stavo parlando con lui quando è
successo.”
Sul volto di Re Vegeta si materializzò un ghigno
sadico “Non ti devi preoccupare per lui, ora è dalla nostra parte.”
Bardack infilò per ultima la corazza della battle
suite senza alcuna difficoltà, nonostante fosse stretta, il materiale con cui
era stata costruita era molto elastica, aderiva al corpo perfettamente senza
impedire i movimenti.
“Avete attuato il Piano
B?”
Re Vegeta annuì con il capo “Esatto…stava cominciando
a fare troppe domande e poi ha visto lor.o” Indicò la stanza annessa con i
cinque corpi immersi nella capsula di criogenia.
“Ah!” Seguì una breve pausa “…e gli altri due?”
“Per prendere Vegeta avremo bisogno di Kakaroth, e
invece per quanto riguarda quella che ha preso in sposa sul pianeta Terra,
imprigioneremo anche lei.”
*
**
Continua
*
Angolo dell’Autrice: Buongiorno e buon venerdì, oggi per me giornata di
festa visto che è la ricorrenza dei Santi Patroni del paese, così ne ho approfittato
per aggornare di mattina presto e fare un giro, non per le banchi degli
ambulanti visto che hanno sospeso i festeggiamenti, ma per negozi.
Ok la smetto di
annoiarvi e vi do appuntamento al prossimo: Il cambiamento.
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P.s. come sempre
ringrazio voi tutti che state seguendo questa storia e vi auguro un buon week
end.
Baci, Erika