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Autore: Tabhita_Sakamaki_Taby    11/06/2021    1 recensioni
Anni dopo la sconfitta di Naraku tutto sembra tranquillo per Inuyasha e i suoi amici, ma un giorno si presenta Sesshomaru con una misteriosa pergamena e il ricordo di un passato sconvolgerà le loro vite, malgrado non sia l'unico problema della squadra di Inuyasha, anche il cuore vuole la sua parte. Chi è il misterioso demone ritratto? Che segreto nasconde? Quali sono i suoi obbiettivi? Riusciranno i nostri eroi a venirne a capo?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il sole entrò timidamente dalla finestra, superando le persiane di bambù, accarezzando dolcemente il suo viso invitandola a svegliarsi. 

Non ci mise molto ad aprire gli occhi, aveva sempre avuto un sonno abbastanza delicato. Si alzò, ripose il futon, prima di togliersi la veste da notte e indossare il suo yukata [1], infilò i piedi in un paio di geta [2] e si diresse alla cascata vicino il proprio palazzo per lavarsi. Se ne stette per un po' tranquilla ad ascoltare il suono dell'acqua scrosciante, che sempre aveva amato e che sempre le ricordava casa, ammise a se stessa con un sospiro sconsolato. 

Dopo la doccia fredda rientrò e si cambiò d'abito, prima di recarsi in una stanza dov'era posizionato un mobile di legno con un altare buddista, ai piedi della statua che rappresentava Amida, il Buddha del Paradiso occidentale, si trovava la tavoletta funebre di suo padre, "Generale Inu no Taishorecitava la scritta sopra di essa. Rimanendo in silenzio la ragazza si inginocchiò  prima di pronunciare, più come se parlasse a se stessa, 

"Buongiorno Padre, anche oggi è una meravigliosa giornata, non trovate?"

Si chiuse in preghiera per un'ora, prima di recarsi all'armeria a recuperare il fodero in pelle della sua spada, legarlo al fianco e dirigersi in giardino dove si inginocchiò ed estrasse l'arma dalla cintura depositandola a terra, per poi inchinarsi davanti ad essa per due volte, in dimostrazione di rispetto verso la spada, proprio come prevedeva la disciplina dell'iaidō [3].

"Va bene, concentrati", si disse sollevando la spada e riassicurandosela alla vita,

"Via dell'unione dell'essere" ripeté nella sua mente, prima di alzarsi per iniziare il suo allenamento quotidiano. Visualizzò un nemico immaginario davanti a sé, portò la mano sinistra sul manico dell'arma, senza estrarla dal fodero, guardava fisso, il respiro calmo, c'era un silenzio talmente profondo che sembrava di trovarsi in un'altra dimensione dove ogni suono o rumore non esisteva: il frusciare del vento fra gli alberi, lo scrosciare del ruscello o il pigolio tintinnante degli uccellini nei nidi, tutto giungeva ovattato alle orecchie della mezzo demone, l'unica cosa che percepiva era il battito incessante del suo cuore, l'unica cosa che vedeva il ghigno del suo nemico: "Takemaru".

Scattò in avanti, estrasse la spada menando un fendente dall'alto e rinfoderando tempestivamente l'arma dopo quell'unico colpo, se in quel momento dinnanzi a lei ci fosse stato un vero avversario, a quest'ora si sarebbe trovato privo del braccio sinistro.

La sua spada, Toisinga, aveva un impugnatura decorata con della pelliccia, simile a quella di un demone cane e la lama dal taglio sottile ed elegante. 

Purtroppo dalla morte di suo padre le era difficile esercitarsi, il suo palazzo era dotato di un dojo [4] provvisto di manichini d'addestramento ma nulla poteva sostituire la presenza di un avversario in carne ed ossa.

Continuò a praticare la tecnica dell'estrazione della spada, eseguendo un kiritsuke [5], seguito da un ukenagashi [6], per poi ruotare la lama con un movimento agile del polso sul palmo della mano sinistra, come a volerla ripulire dal sangue del nemico. La giovane era attenta e veloce, tagliava l'aria con estrema precisione, quasi stesse combattendo davvero contro qualcuno visibile solo a lei, ogni suo movimento era controllato e fluido, più che combattere sembrava quasi che stesse compiendo una danza, una danza letale.

Era talmente concentrata nell'allenamento che ci mise un attimo ad accorgersi di una voce famigliare che la chiamava con fare concitato.  Interrompendo il duello, la ragazza rivolse il proprio sguardo al cielo,

"Signorina Inuchoi....Signorina Inuchoi!"

vide venirle incontro il vecchio Totosai, cosa che fece dipingere un dolce sorriso sul suo viso diafano.

"Maestro Totosai, quanto tempo!"  disse con voce dolce.

Il vecchio yokai scese dal suo destriero, inchinandosi davanti alla mezzo demone. Era una figura sinuosa con lunghi capelli color inchiostro, se non per una lunga ciocca argento elegantemente adagiata sulla spalla e delle orecchie da cane nere sul capo. Il suo viso dai lineamenti delicati era adornato da due occhi eterocromatici, quello sinistro era color del ghiaccio, mentre quello destro era color dell'ambra. Malgrado non avessero un espressione ostile, davano comunque l'impressione di poterti scavare nell'anima. 

Indossava una veste color fuoco, ma non una qualsiasi, bensì la veste del cane di fuoco. A differenza degli abiti tradizionali, essa aveva la particolarità di uno spacco laterale, alto fino a metà coscia, il quale lasciava intravedere i pantaloni scuri al di sotto dell'abito, stretto in petto tramite l'obi color pesca e un cordone in cotone giallo. Ai piedi calzava stivali neri. 

"Si, avete ragione, è passato molto tempo e sono qui perché ho bisogno di parlarvi" disse  il demone umanoide in tono grave,

"Comprendo, ma ora ti prego, alzati" disse la fanciulla rinfoderando la spada "Perché non ne parliamo davanti a una tazza di the?"

Il demone ringraziò e accettò l'invito entrando nel palazzo, dirigendosi all'interno di una stanza adiacente al giardino da dove si potevano scorgere i ciliegi in fiore.  

La giovane, dopo aver riposto accuratamente l'arma, raggiunse lo Yokai umanoide con un vassoio da the e si inginocchiò sulle stuoie che ricoprivano il pavimento, in una postura elegante, a dir poco perfetta:

"Scusate se vi ho fatto attendere",

"No state tranquilla, mi dispiace di essere arrivato con così poco preavviso" disse il fabbro mentre la fanciulla versava il the nelle tazze,

"Non preoccupatevi, piuttosto, ditemi qual' è il motivo che vi ha spinto ad affrontare le difficoltà di un così lungo viaggio?" chiese la demone cane prima di avvicinare la tazza alle labbra

"Ecco.... si tratta.... dei vostri fratelli",

Inuchoi fermò la tazzina a mezz'aria, non si sarebbe mai immaginata che Totosai avrebbe tirato fuori così brutalmente il suo passato, ma se lo faceva la questione era seria. Contò mentalmente fino a dieci, prima di riporre la bevanda sull'apposito supporto in modo da poter affrontare l'argomento. 

"E' forse successo qualcosa che danneggia la loro salute?" chiese esitante, 

"No, no non preoccupatevi, loro stanno bene, ma vedete, il sigillo che avete imposto alla loro memoria, con l'aiuto di quella sacerdotessa nera, sta cedendo".

La giovane si irrigidì, mentre un unico pensiero le attraversava la mente: "Come?" , non era possibile...non sarebbe dovuto accadere, lei...lei aveva fatto distruggere qualsiasi prova sulla sua esistenza dopo la cerimonia funebre del padre. 

"I sigilli non possono cadere senza il mio volere" disse la yokai con la voce più ferma che poteva mentre le sue mani erano in preda ai tremolii. 

"Questo è vero, ma ricordate cosa vi disse la sacerdotessa nera?" chiese l'anziano fabbro,

"Che qualsiasi elemento legato alla mia persona avrebbe risvegliato dei ricordi legati ad un passato trascorso in mia presenza, anche se non completamente nitidi" rispose la giovane facendo l'ennesimo respiro profondo, mentre il suo cuore si macchiava di paura, di sofferenza e di vergogna ai ricordi di quel giorno che l'aveva segnata per sempre.

"Esattamente, vostro fratello Sesshomaru pare aver ritrovato una pergamena che vi raffigurava in fasce, tra le braccia di vostra madre", 

"Possibile che mio padre avesse più copie sparse per i suoi possedimenti" ipotizzò la mezzo demone con voce particolarmente bassa "M-ma loro ... Come hanno reagito?", 

"E' proprio questo il problema, vi stanno cercando, molto probabilmente arriveranno questa sera"

no...no...non poteva succedere...come si sarebbe dovuta comportare? Perché  volevano incontrarla? Il cuore di Inuchoi batteva all'impazzata, e se gli avesse fatto del male?  E se non fosse riuscita a controllarsi? Ce l'aveva sempre fatta finora, ma ci sarebbe riuscita anche difronte ai suoi fratelli? Il suo corpo era rigido, il petto stretto in una morsa mentre l'ansia iniziava a diffondersi in lei come inchiostro, sentiva le labbra che tremavano come se volesse parlare ma la lingua era diventata pesante. I ricordi tornarono puntuali dal suo passato di bambina: Il corpo di Takemaru Setzuna privo di vita...squartato, l'adrenalina che aveva provato, la follia omicida che l'aveva spinta a muoversi, a usare le sue mani...le sue mani...le mani fino ad allora usate per giocare....macchiate di sangue. Il giardino d'ingresso del palazzo di sua madre pieno di morti. Ma il ricordo che le faceva più male era quello di Inuyasha, vicino al corpo di sua madre morta, completamente terrorizzato...terrorizzato da lei...suo fratello che aveva paura di lei...come se lei fosse...no, no, no non era ancora pronta per incontrarli, non era pronta per questo giorno. Cosa provavano loro? Dovevano ricordare qualcosa a questo punto, se sì quanto ricordavano?
Non riuscì a reprimere un sussulto quando Totosai pronunciò le seguenti parole, ottenendo lo sguardo della demone

"So che avete paura signorina Inuchoi, ma sapevate che questo giorno sarebbe arrivato, sono passati 282 anni, siete maturata, fisicamente e spiritualmente, non impedite a vostro padre di vedervi riuniti dal mondo dei morti. Dategli questa soddisfazione", 

Inuchoi fece un respiro profondo, guardando lo scenario che le proponevano le porte aperte sul giardino e con voce ferma e distaccata disse:

"Immagino che questo giorno sarebbe arrivato prima o poi." ricevendo un cenno affermativo da parte di Totosai. 

"A questo punto nascondersi sarebbe inutile..."  si voltò verso il fabbro "Quindi tra di voi c'è distanza di ore. Giusto?" Lo yokai annuì.

"Allora ho un po' di tempo..." disse più a se stessa che al fabbro, "Totosai ti chiedo di andargli incontro e di fargli da guida fino a qui, il monte Aso ha più di un palazzo appartenuto a nostro padre, fargli perdere tempo è inutile. Ti chiedo di scortarli fino alla sala del Buddha, mi troverete lì, dimmi solo quanti sono?"

"Va bene, sono i vostri fratelli, due umane, tra cui la compagna di Inuyasha, e due yokai. Ora con permesso" rispose il demone allontanandosi e solo quando fu sola la giovane si concesse di rilasciare la sua frustrazione,  in ginocchio, stringendosi nelle spalle iniziò a fare respiri profondi contando fino a dieci, non appena fu sicura di essersi calmata si diresse nella sua stanza.

Era la più grande di tutto il palazzo, essendo ovviamente designata per ospitare un membro della famiglia del grande generale. Al di sopra di un piccolo tavolo da trucco, stava uno specchio, la ragazza si avvicinò e lo prese in mano finendo davanti a sé stessa, per un attimo rimase lì, immobile ad ammirare il suo riflesso, era inutile negarlo, malgrado tutti quegli anni, nulla era cambiato. Tentando di non farsi sopraffare di nuovo dell'emozione cominciò lentamente a sussurrarsi: 

"Calma Inuchoi, calma, calma...va tutto bene, non è successo niente", erano le parole che usava suo padre ogni volta che si lasciava prendere dalla paura, lo faceva per tranquillizzarla e per darle coraggio ed ora, da quando lui non c'era più, era lei stessa che se lo ripeteva, più e più volte. "hai sempre mantenuto il controllo. Riuscirai anche in questo momentodevi solo comportarti come sempre anche davanti a loro, non è impossibile, ma quanto resteranno? uno? due giorni? Non più di due giorni, devono andarsene, non appena capiranno che non te ne andrai mai da qui se ne andranno, potrai stare tranquilla, tornare alla tua vita, se ti chiedessero qualcosa? resta vaga, non entrare nei dettagli. Forse dovrei togliere il sigillo? Ormai è inutile nascondersi, sanno che esisto e stanno venendo qui, stanno venendo qui! Devo prepararmi! Forse dovrei cambiarmi d'abito? no meglio di no, sarebbe più opportuno concentrarsi sulla loro sistemazione qui, molte stanze non vengono utilizzate da anni. Farò così preparerò le stanze degli ospiti e poi mi ritirerò in meditazione, meglio lasciar perdere la spada per oggi, meglio lasciar perdere qualsiasi cosa possa essere vagamente eccitante", prese diversi respiri profondi prima di fare come aveva programmato riguadagnando, con l'andare delle ore, un po' di calma e pregando interiormente di riuscire a mantenerla fino a sera. 

Nel frattempo Totosai stava ripercorrendo la strada a ritroso, andando alla ricerca di Inuyasha e Sesshomaru di cui percepiva chiaramente la presenza demoniaca. Non c'era una nuvola in cielo, il che faceva presagire una giornata tranquilla, ma Totosai sapeva che non era così, almeno per la sua protetta, sapeva di aver toccato un tasto dolente, ma se avevano trovato la pergamena, era dovuto al volere del destino, di cui tutti loro erano delle pedine, e non potevano ribellarsi ad esso. In cuor suo il vecchio fabbro era perfettamente conscio che se Inuyasha aveva avuto dal padre la sfida di trovare il suo posto nel mondo, sua sorella Inuchoi doveva trovare il proprio equilibrio affrontando il passato. Dopo quasi tre ore di viaggio, in cui rimuginava su questa triste verità, un ruggito lo riscosse dai suoi pensieri e il vecchio yokai si guardò in torno, trovando il demone gatto Kirara, con in groppa Inuyasha, Kagome e Shippo e Ah-Un con in groppa Rin e Jaken con accanto Sesshomaru. 

"Totosai, che cosa ci fai qui?" chiese Kagome abbracciata ad Inuyasha. 

Non c'era bisogno di mentire ormai, quindi disse:

"Sono stato da vostra sorella, per avvisarla del vostro arrivo. Ci sta aspettando." Silenziosamente il gruppo si fece condurre dallo Yokai. Il palazzo era circondato da delle Uchikomihagi [7], che seguivano un perimetro rettangolare, si potevano intravedere i Sakura in fiore nel giardino interno, l'ingresso era possibile tramite un Agetsuchi mon [8], è proprio da lì che il gruppo passò per accedere al palazzo. Inuyasha e Sesshomaru vennero attirati dalle loro spade che iniziarono ad agitarsi, la prova che la terza spada del padre era vicina. 

"E basta voi due! Non è che agitandovi così otterrete qualcosa!" disse Totosai guardando le spade,

 Sesshomaru invece era molto interessato al comportamento di quest'ultime ma non disse nulla.

"Perché reagiscono così?" chiese Inuyasha,

"Sentono la presenza di Toisinga, la spada di vostra sorella" rispose Totosai "Ma sicuramente, l'avrà messa sotto protezione, quindi è meglio per quelle spade darsi una calmata." aggiunse il fabbro,

"Di qua." disse indicando verso l'ingresso. Entrarono e vennero accolti dal silenzio più totale, entrare in quel palazzo era come entrare in un'altra dimensione, sembrava che al suo interno tutti i suoni si attutissero, era decorato quanto quello di Izayoi ma se quest'ultimo aveva decorazioni che raffiguravano fiori e ciliegi, quest'altro era per lo più ricoperto da raffigurazioni di battaglie del grande generale cane e dei suoi antenati. Per Inuyasha fu impossibile non rimanerne incuriosito notando, oltre ad esser attirato, dalla presenza demoniaca, simile alla propria ma più forte, più dirompente. 

"Nostra sorella deve essere una grande guerriera vedendo questo palazzo" commentò l'hanyō

"A dire la verità no, ma ci tiene a mantenere viva la memoria di vostro padre." disse Totosai continuando a fargli guida.

Man mano che proseguivano l'aura demoniaca diventava sempre più forte, cosa che mise un po' di tensione a Inuyasha, mentre la sua mente reagiva rendendo leggermente più nitidi quei ricordi di bambino. Totosai si fermò davanti una porta prima di dire:

"Meglio lasciare le armi in questa stanza, vostra sorella non gradisce che oggetti di violenza profanino la stanza dove si trova ora." Strano da parte di Totosai stare tanto ai desideri di un demone, soprattutto se così specifici, questo indusse il gruppo a dargli ascolto e posare le armi in una stanza preparata per accogliere con rispetto armamenti d' alto valore, dopodiché il fabbro li condusse dinnanzi ad un'altra stanza. Totosai fece un respiro profondo prima di bussare due volte. Attesero qualche secondo prima che una voce femminile dolce e posata disse:

"Avanti"

Totosai aprì con il dovuto rispetto la porta scorrevole, entrando e posizionandosi in ginocchio a fine della stanza permettendo così a Inuyasha, Kagome, Shippo, Sesshomaru, Rin e Jaken di entrare, il vecchio Miyoga invece si era poggiato sulla spalla del vecchio fabbro.  I presenti entrando videro davanti a loro la giovane demone, con gli occhi chiusi le mani poggiate delicatamente sulle proprie gambe, i capelli sciolti in cui spiccava la ciocca bianca adagiata sulla spalla, le orecchie in una posizione rilassata e le labbra rosee leggermente aperte. I presenti capirono che l'energia demoniaca che percepivano era la sua. Quando l'intero gruppo si sedette, l'hanyo aprì gli occhi e studiò ad uno ad uno i presenti nella stanza, soffermandosi su Inuyasha e Sesshomaru. Inuchoi era parecchio nervosa e il silenzio creato non la aiutava, contò fino a cinque prima di dipingersi sul viso un sorriso cortese, il quale ricordò molto ad Inuyasha il sorriso di Izayoi, la giovane disse:

"Benvenuti, vi stavo aspettando", ma nonostante il suo tentativo di rompere il ghiaccio nessuno dei presenti ricambiò il saluto e per qualche secondo cadde un silenzio imbarazzante, fortunatamente, nel mentre che Inuchoi cercava un nuovo modo per sbloccare la situazione, la voce della giovane Rin interruppe i suoi pensieri:

"Molto piacere, io sono Rin! e loro sono: Kagome, Shippo, Jaken, Inuyasha e Sesshomaru, anche se immagino che tu gli ultimi due li conosca già", disse la giovane umana in tono amichevole indicando contemporaneamente ciascuno dei presenti, la mezzo demone la studiò per qualche secondo prima che il demone pulce saltellasse fino alla sua mano pungendola, come era solito fare,  per poi posarsi sulla sua spalla dicendo:

"Signori, vi presento la signorina Inuchoi, figlia del Grande generale cane e della principessa Izayoi" 

"E' un piacere rivedervi vecchio Miyoga," disse Inuchoi guardando la pulce,

"Vi ringrazio signorina." disse con un modo di fare misto tra il formale e l'informale.

"Quindi sei tu mia sorella?" chiese Inuyasha attirando l'attenzione su di sé,

"Sono tua sorella gemella" lo corresse pacatamente lei, prima di rivolgere lo sguardo verso il vecchio fabbro, quasi gli stesse chiedendo il permesso. Totosai le fece un cenno con la testa e lei prese un respiro profondo prima di dire:

"Kazoku" [9],

Inuyasha si piegò su se stesso lanciando un urlo di dolore tenendosi la testa.

"Inuyasha! cosa ti succede?!" chiese Kagome preoccupata. La giovane abbassò lo sguardo chiaramente dispiaciuta per ciò che accadeva ai suoi fratelli, infatti anche Sesshomaru era in preda ai dolori, ma al contrario di Inuyasha si limitò ad appoggiare una mano alla tempia prendendo un paio di respiri profondi. 

"Tutto bene Sesshomaru-San?" chiese Rin notando il gesto,

"N-non preoccuparti Rin" rispose il Daiyokai lanciando uno sguardo fulmineo alla mezzo demone, quando Inuyasha perse i sensi,

"Oh no, di nuovo!" commentò Shippo mentre Kagome scuoteva lievemente il compagno chiamandolo, per poi rivolgersi all'hanyo, "Che cosa gli hai fatto?"

"Perdonate, purtroppo è un effetto collaterale che non potevo evitare, vi conviene riposare, sarete affaticati." Disse Inuchoi prima di alzarsi con estrema eleganza, "Prego, vi ho preparato delle stanze" aggiunse facendo gesto verso la porta. 

Totosai prese in spalla Inuyasha mentre la mezzo demone gli mostrò loro l'ala del palazzo riservata agli ospiti, dove avrebbero pernottato.

Kagome entrò accompagnata dal fabbro per occuparsi di Inuyasha, Sesshomaru si limitò a ritirarsi nella stanza a lui affidata seguito da Jaken, mentre Rin rimase sulla soglia indecisa su dove andare. Inuchoi raccomandò a Miyoga ancora posato sulla sua spalla di chiamarla in caso di bisogno e si allontanò, iniziando a fare dei respiri profondi, vedere suo fratello gemello soffrire così, era un colpo al cuore e l'agitazione, dovuta alla loro presenza, non l'era di giovamento.  

"Cosa gli ha fatto?" chiese Shippo posizionato vicino a Inuyasha svenuto,

"Non so risponderti piccolo Shippo...." Rispose Kagome passando una pezza bagnata sul viso di Inuyasha. "Però nel suo sguardo era percepibile quanto ci stesse soffrendo nel vedere Inuyasha in quelle condizioni" aggiunse,

"E' pur sempre la sorella" disse Rin sopraggiungendo con Jaken,

"Come sta Sesshomaru?" chiese Kagome.

"Ha chiesto di stare un po' da solo, credo che anche lui sia stato vittima di quella formula detta dalla signorina Inuchoi" spiegò Rin,

"Chissà che maleficio è...." si domandò Shippo pensieroso,

"Semplice, ha annullato il sigillo che aveva imposto" disse Totosai,

"Un sigillo?" chiese Rin "Spiegati meglio."

"Vedete, quando il padrone morì la signorina aveva appena 8 anni, e già viveva in questo palazzo" iniziò a raccontare Totosai,

"Viveva qui con nostro padre?" chiese Sesshomaru il quale nonostante i dolori aveva deciso di lasciare la sua stanza per unirsi al gruppo, nella speranza di scoprire qualche informazione utile.

"Sì a causa di un evento di qualche anno prima, anche se la cosa doveva essere momentanea" spiegò Miyoga, 

"La signorina decise di provare a tornare con la madre e Inuyasha ma... a quanto pare il destino aveva altri piani" disse Totosai "Così a 12 anni chiamò una sacerdotessa nera che impose per volere della signorina Inuchoi un sigillo su tutti i membri della sua famiglia, in modo che si dimenticassero di lei."

"E gli incendi che colpirono i territori del padrone furono opera sua, anche se si assicurava di far scomparire solo gli elementi inerenti alla sua persona, per non correre il rischio di risvegliare dei ricordi legati a lei, da allora ha vissuto qui da sola" disse il demone pulce, 

"Ma perché fare tutto ciò?" chiese Kagome.

"Sono sicuro che il signorino Inuyasha saprà raccontarvelo al suo risveglio, ora però vi conviene riposare, avete pur sempre affrontato un mese di viaggio." disse Miyoga e il gruppo decise di dargli ascolto ritirandosi ognuno nella propria stanza, a parte Shippo e Kagome che stettero accanto ad Inuyasha.

Ci vollero un paio d'ore prima che l'hanyo si svegliasse mugugnando. 

"Mh? Dove sono?" si chiese guardandosi attorno alzandosi col busto,

"Ehi..." Inuyasha si voltò, trovandosi Kagome accanto "Come stai?" gli chiese.

"Kagome... " si massaggiò la tempia. "Non preoccuparti, ho solo un gran mal di testa...dov'è lei?" 

"Non lo so, si è ritirata dopo averci accompagnato qui" spiegò la sacerdotessa sistemandogli una ciocca di capelli. 

"Maledizione, come ho potuto dimenticare?" disse mentre nella sua mente i vari ricordi si rimettevano al loro posto come pezzi di un puzzle.

"E' stata lei a farti dimenticare" disse Shippo, il demone cane lo guardò

"Che intendi?"

"Ha imposto un sigillo per farvi dimenticare della sua esistenza" spiegò Kagome,

Inuyasha capiva e non capiva. Perché sua sorella si sarebbe dovuta comportare così? Finché un vero e proprio schiaffo dal passato non lo colpì, portando alla memoria quel giorno....quel maledetto giorno che fece allontanare sua sorella da lui, al punto di sparire. 

"Quel giorno..." sussurrò. 

Kagome e Shippo si guardarono prima che Inuyasha riprendesse parlare farfugliando.

"Sì certo... ora ricordo... la notte in cui impazzì" 

"Di che stai parlando?" Chiese Shippo

"Ero....solo un bambino ed ero a giocare con lei e nostra madre... c-ci guardava giocare finchè .... arrivò....un uomo... no... no non era un uomo qualunque...." Inuyasha si tenne la testa cercando di riprendere la corsa nei suoi ricordi. 

"Era la guardia del corpo di mia madre, il capo dell'esercito del palazzo. Come si chiamava quel dannato?" 

"Inuyasha" Disse Kagome prendendogli la mano "Calmati un secondo, è normale essere scombussolati dopo ciò che ti è accaduto" aggiunse la sacerdotessa.

"Kagome... ricordo.... ricordo perché si è allontanata" mormorò scioccato l'hanyo.

"Sta tranquillo Inuyasha, calmati" disse Kagome accarezzando le mani del compagno con i pollici.

"Racconta ciò che ti senti di raccontare" aggiunse.

"Era impazzita...dopo che quell'uomo...aveva ucciso...nostra madre...e lei... aveva paura..." disse il mezzo demone cercando di mettere a posto i ricordi confusi.

"Paura? Di cosa?" Chiese Shippo.

"Di sé stessa" rispose l'hanyo.

"Quindi avete ricordato" disse il demone pulce saltando su Inuyasha succhiandone il sangue, venendo inevitabilmente schiacciato.

"Sì" rispose tristemente il mezzo demone

"Vi serve un po' di tempo signorino Inuyasha, ma vedrete, che conoscendo vostra sorella starete meglio" disse il demone pulce.

Il demone cane annuì abbassando lo sguardo. 

"Sempre a sminuire la gravità della ferita, vero Inuyasha?" chiese Sesshomaru, entrando nella stanza, seguito da Rin e il demone lucertola.

"Non vorrai dare a nostra sorella degli aggettivi che non centrano nulla con lei, non è stata una sua scelta e questo lo sai bene Sesshomaru" disse Inuyasha con tono accusatorio.

"Nessuno sta dicendo che lei volesse uccidere tutte quelle persone, mi rendo conto che non era lei quella sera, ma non sappiamo chi è diventata" rispose il Daiyokai.

"Sesshomaru-San, appunto perché non sappiamo com'è, non possiamo additarla in nessun modo, prendi questa occasione per capirlo, non darle colpe per azioni che l'hanno portata a vivere lontana dal mondo" Intervenne Rin poggiando una mano sul braccio del demone maggiore. I due si scambiarono uno sguardo e ciò portò il principe demoniaco a rilassarsi per un attimo.

"Se voi cuccioli fastidiosi avete smesso di litigare come poppanti, direi di andare a cenare, qui la giornata finisce presto." Disse Totosai grattandosi un orecchio.

"Effettivamente io ho un po' fame" disse Shippo 

"Ora che me lo fate notare anch' io" ammise Rin

"Allora andiamo" concluse il fabbro alzandosi e guidando il gruppo verso la sala da pranzo.

 La stanza era enorme decorato sempre con raffigurazioni del generale cane ma questa volta non riguardanti le sue battaglie ma mentre mangiava in compagnia della moglie Inukimi e di un giovane Sesshomaru, oppure con la compagna Izayoi e i due gemelli, o una scena dove lui era in compagnia della piccola Inuchoi. Ad Inuyasha venne una certa tristezza, aveva pochissimi ricordi della sorella sorridente come in quella raffigurazione. 

Il pavimento era in legno ricoperto da stuoie, agli angoli della stanza vi erano dei tripodi di legno dove alcune lanterne emettevano una luce molto confortevole. Il tavolo quadrato capace di ospitare, minimo, una decina di persone, su di esso vi erano: Serrano affumicato, sottaceti, zuppa e riso al vapore ancora caldo. 

"Buonasera" si voltarono verso la voce, trovando l'hanyo vestita con un Jūnihitoe di seta rossa ricamato in oro con dei motivi richiamanti fiori come Manjushage [10] e crisantemi, Inuyasha ricordò perfettamente che quell'abito era di sua madre e che Inuchoi lo adorava tanto da bambina. I capelli erano lasciati andare dietro di lei e un piccolo fermaglio enfatizzava la ciocca bianca, non si era truccata molto aveva solo enfatizzato la linea degli occhi con estrema maestria rendendo il suo sguardo ancor più soprannaturale.

"Prego accomodatevi" disse indicando il tavolo con un gesto elegante e sedendosi a capotavola. 

Totosai non fece complimenti sistemandosi al quarto posto alla sinistra di Inuchoi, Inuyasha e Sesshomari ai primi posti di entrambi i lati, con accanto Kagome e Rin, seguite da Shippo e Jaken, il vecchio Miyoga aveva una postazione vicino Totosai fatta a sue misure.

"Buon appetito, spero che la cena sia di vostro gradimento" disse Inuchoi accennando a un sorriso prima di iniziare a mangiare. 

"Mhhhhh che bontà! L'hai cucinato lei Inuchoi-Sama?" chiese Rin

Inuchoi rimase un attimo interdetta, ma poi rispose: "Si, ma non è niente di speciale"

"No non è vero, ce ne vuole per rendere dei piatti così gustosi, sei un'ottima cuoca" ribattè Kagome

"Beh... vi ringrazio" disse con un po' di imbarazzo, non era abituata a ricevere complimenti. Nel mentre Inuyasha si era butatto a capo fitto nel cibo senza troppi complimenti:

"Inuyasha ti prego un po' di contegno" lo riprese la moglie

"Dai Kagome lasciami mangiare!" ribattè l'hanyo. 

l'umana sospirò rassegnata"E' il suo modo di dirti che apprezza la tua cucina, anche con me fa così" aggiunse, ridacchiando nervosamente

"Non importa, l'importante è che sia di suo gradimento, anche da piccolo era così"

"Davvero?" chiese Kagome interessata sul passato del marito.

"Sì si sbrodolava spesso ed eravamo costretti a dargli dei kimoni riservati solo ai pasti, ricordo anche che alcune macchie non se n'è andavano più." disse rilasciando un piccolo sorriso divertito.  

"Ehi non ero e non sono così pasticcione!" commentò Inuyasha prima sporcare accidentalmente la tunica con la zuppa "Accidenti!"

"Ecco la prova che lo sei" rispose Kagome  prima di dargli una ripulita. 

"E poi il bambino sono io" commentò Shippo ridacchiando,

"Che cosa hai detto moccioso!"

"Adesso smettetela!"

Inuchoi sorrise e disse: "Sembrate molto affiatati" 

"Quando sono finita qui, pensavo di esser spacciata, ma poi ho incontrato Inuyasha e con una lunga avventura e tanta pazienza, alla fine abbiamo costruito un bellissimo rapporto" disse la sacerdotessa

"Quindi sei la sua compagna, sono molto contenta per voi"

"Anche se ogni tanto bisticciano" disse Rin ridacchiando

"Rin" la richiamò Sesshomaru.

Inuchoi si prese qualche secondo per studiare Sesshomaru, era la copia sputata di suo padre, e vederlo così confidente con un'umana era alquanto bizzarro, dalle voci che le erano giunte sembrava che lui odiasse gli umani, ma se era così tranquillo con lei vicino probabilmente quei pettegolezzi dovevano essere privi di fondamento.

"Rin se posso permettermi...come hai conosciuto Sesshomaru?" chiese esitante temendo di sembrare inopportuna.

"Mi ha riportato in vita dopo che dei lupi mi avevano ucciso a morsi con Tenseiga " rispose tranquillamente  la giovane

"Capisco"

Continuarono a parlare allegramente e a poco a poco l'atmosfera si fece più leggera, Inuchoi si sentiva tranquilla come non le capitava da un sacco di tempo, infatti anche se non ne era ancora conscia erano bastate quattro chiacchiere in compagnia per farle abbassare i muri che aveva retto a sua protezione in tutti quegli anni.

Uno che non aveva ancora aperto bocca era il principe dei demoni, non solo per una mancanza d'interesse ai discorsi futili portati dagli altri elementi seduti al tavolo, ma perché nella sua vita non aveva mai avuto motivi per relazionarsi con le persone, se non per raggiungere uno scopo ed era così anche in quel momento. Infatti finito il pasto si alzò allontanandosi, facendo apparire una espressione triste sul viso di Inuchoi.

"H-ho fatto qualcosa di sbagliato?" chiese e fu solo allora che si rese conto di come senza accorgersi si fosse lasciata andare anche lei dal clima di festa che si respirava nella stanza, non avrebbe dovuto farlo, come aveva potuto abbassare la guardia in quel modo, lasciare le sue emozioni libere era pericoloso.

"No no tranquilla, Sesshomaru ha un comportamento...particolare, ci penso io" disse Rin alzandosi, raggiungendo il demone che si era fermato nel giardino interno a guardare la luna.

Rin fece un respiro profondo prima di avvicinarsi al demone poggiandogli una mano sul braccio:
"Sesshomaru-Sama"

Lui si voltò guardare l'umana

"Non credi che il tuo comportamento di prima sia stato inappropriato?"

Il Daiyokai non rispose continuando ad ascoltare la giovane donna.

"Inuchoi-Sama si è impegnata tanto per realizzare quella cena, alzandoti in quel modo hai fatto pensare di non aver gradito" spiegò Rin.

Il demone non diede risposta come suo solito e Rin si sedette sul porticato della casa non troppo lontano iniziando a torturarsi le mani con una domanda che le opprimeva il petto.

"C'è qualcosa che ti turba Rin?" Chiese il principe dei demoni volgendo lo sguardo verso di lei prendendo un respiro profondo la ragazza rispose:

"Tu mi avevi fatto una promessa quando mi lasciasti al villaggio...mi avevi promesso che quando avessi compiuto diciotto anni saresti venuto a chiedermi di tornare a viaggiare con te, ormai sono passati sei mesi dal mio compleanno e ogni mese sei venuto a trovarmi senza mai accennare al discorso...hai forse...cambiato idea?" Chiese Rin con un calo di voce, quasi come se avesse paura di rivolgergli quella domanda.

Ci furono pochi secondi di silenzio che alla fanciulla sembrarono infiniti prima che il demone rispondesse:

"No Rin, non cambierei mai idea a riguardo, però più pensavo a questo discorso più mi rendevo conto di quanti pericoli ci fossero la fuori, così ho iniziato a cercare una soluzione alla tua fragilità, ma le mie ricerche sono ancora in corso. Per questo non ho più toccato l'argomento."

Rin rimase stupita dalla risposta del demone maggiore, in tutti quei mesi passati a chiedersi perché lui non fosse tornato a prenderla mai si sarebbe immaginata che Sesshomaru stesse conducendo dei viaggi per lei, un lieve sorriso le decorò il volto, il cuore iniziò a battere più forte nel suo petto a quella consapevolezza. Si alzò d'improvviso e abbracciò il demone venendo stretta in vita dallo stesso.

"Scusa se ho pensato che avessi cambiato idea" disse l'umana

Il demone non rispose limitandosi ad accarezzarle i lunghi capelli corvini e Rin ebbe la consapevolezza che non l'avrebbe abbandonato per nulla al mondo.

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Note

[1] Yukata: un indumento estivo tradizionale giapponese, solitamente utilizzato per eventi estivi, tuttavia vi è un'ulteriore tipo di yukata che ha l'utilizzo di una vestaglia e viene indossato dopo il bagno. Infatti la parola yukata significa letteralmente: "veste da bagno".

[2] GetaSandali tradizionali giapponesi, dalla suola in legno rialzata da due tasselli. (vedi calzature di Sango).

[3] IaidōArte marziale giapponese, influenzata dalla dottrina zen e dalla filosofia dei samurai, Il suo obiettivo è permettere al praticante di essere in armonia e in perfetta unione sia con l'universo che con se stessi. L' iaidō è anche conosciuta come "via dell'estrazione della spada".

[4] Dojo:  Luogo dove si svolgono gli allenamenti alle arti marziali.

[5] KiritsukeIl movimento di estrazione viene prolungato per effettuare un colpo di taglio. Si tratta della fase di attacco.

[6] UkenagashiÈ la parata, nel caso in cui il colpo sia andato a vuoto e ci si debba proteggere dall'attacco dell'avversario.

[7] UchikomihagiMura di pietre che venivano selezionate e disposte in modo da lasciare meno spazi possibile. La superficie veniva levigata e si usavano sassolini per riempire i buchi.

[8] Agetsuchi monCancello con un tetto ornamentale a bassa pendenza e dal profilo ondulato.

[9] Kazoku: Traduzione della parola "famiglia".

[10] ManjusageFiore rosso orientale, molto comune nelle ending degli anime, viene legato ai morti e all'importanza del ricordo di essi.

 

   
 
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