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Autore: LorasWeasley    12/06/2021    1 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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30. Quella volta dei diversi tipi di appuntamenti

Bokuto stava canticchiando qualcosa di indefinito mentre si dirigeva in cucina dopo che un leggero brontolio gli ricordò di doversi preparare la cena.
Kuro e Kenma erano andati a cena fuori, il ragazzo non aveva capito se la coppia stesse festeggiando un anniversario o fosse una semplice uscita da coppia, non che comunque gli importasse.
Aprì il frigo per controllare se all’interno ci fosse qualcosa che lo ispirava, quando sentì un gatto che si strusciò tra le sue gambe nude facendo le fusa. Era Lev e Bokuto alzò gli occhi al cielo mentre gli diceva –Ti hanno già dato da mangiare, non mi conquisterai in questo modo.
Sapevano entrambi che era una bugia e per questo Kenma, prima di uscire, gli aveva ripetuto almeno tre volte di non dare ai gatti altro cibo non volendoli avere grassi. A nulla valsero i commenti di Bokuto che affermava quanto fossero carini i gatti grassi.
Sbuffò quando si rese conto che non c’era nulla di pronto che aveva solo bisogno di essere riscaldato, per avere un vero e proprio pasto avrebbe dovuto cucinare e lui odiava cucinare.
Richiuse il frigo con uno scatto così forte che Lev scappò via, poi si diresse su per le scale chiamando a gran voce Akaashi.
-Eeeehy Akaaaaaashi! Prepari la cena? Akaaaaashi dove sei?
Si bloccò quando arrivò alla fine delle scale e sentì la voce del corvino che stava cercando, solo che questo stava urlando. O per lo meno, aveva un tono di voce più alto del normale. In un mese che vivevano sotto lo stesso tetto, Bokuto non l’aveva mai sentito.
Il ragazzo non ce l’aveva con lui, era chiuso in bagno e stava parlando presumibilmente al telefono, perché Bokuto riusciva a sentire solo la sua parte di conversazione.
Si avvicinò lentamente alla porta chiusa, non aveva neanche bisogno di avvicinare l’orecchio per origliare, la voce dell’altro era abbastanza forte da comprendere tutto senza problemi.
-…e non far passare me dalla parte del cattivo! Sai benissimo che se dovessi venire, mamma non farebbe altro…- si interruppe, ascoltò qualcosa per poi urlare ancora più forte –cosa vuol dire che non devo dargli peso? Ma ti rendi conto delle situazioni che si vengono a creare ogni volta?! Ti rovinerei solo… EHY! Mi hai chiuso il telefono in faccia? Cazzo…
Aprì la porta prima che Bokuto si potesse spostare e per poco non gli finì addosso. Ma era talmente incazzato che gli lanciò una semplice occhiata senza dire nulla, stava andando verso la sua stanza quando Bokuto lo bloccò dicendo –Akaashi tutto okay?
Il corvino si bloccò, senza girarsi rispose con voce fredda –Sto bene.
Aveva ripreso il suo cammino, quando Bokuto gli bloccò il braccio trattenendolo con una mano –Ti ho sentito urlare e volevo solo…
Akaashi si liberò, si girò di scatto e iniziò a urlare contro di lui –Lasciami in pace! Non tutti abbiamo una vita perfetta e sono cose che tu non puoi capire!
Bokuto rimase congelato sul posto troppo scioccato da quello che era appena successo, riuscì a tornare alla realtà solo per il forte rumore della porta che veniva sbattuta dietro Akaashi, il quale si era appena rintanato nella sua stanza.
 
Tsukishima aveva appena portato la pentola sul tavolo di fuori, dove mangiavano sempre la sera, e Yamaguchi iniziò a riempire i piatti con i noodles al pollo che il suo ragazzo aveva cucinato.
Avevano preso pochi bocconi mentre parlavano dell’anime che avevano iniziato quel pomeriggio dopo pranzo, quando Bokuto li interruppe entrando dal cancelletto come se fosse casa sua.
-La tua maleducazione mi sorprende ogni giorno sempre di più- commentò Tsukishima sospirando.
Bokuto però era talmente depresso che non rispose a tono, forse neanche l’aveva sentito. Inoltre si limitò ad accarezzare Float invece di fargli le feste come sempre.
Yamaguchi corrugò la fronte per quel suo strano comportamento, poi chiese –Ti serve qualcosa?
Bokuto strinse le spalle mentre si dondolava sui piedi –Ho sentito il buon odore e sono entrato.
Yamaguchi rise, Tsukki alzò le sopracciglia –Sai che non funziona così, vero?
Tadashi gli strinse il braccio, aveva capito che Bokuto stava male per qualcosa e voleva aiutarlo, quindi con gentilezza domandò –Hai fame? Ne vuoi un po'?
Il volto di Bokuto si illuminò leggermente mentre annuiva, il moro si affrettò dentro per prendere un nuovo piatto e nel frattempo Tsukki chiese quasi con stizza –A casa non ti fanno mangiare? Ti hanno messo in punizione?
Bokuto non colse la sottile ironia dietro quella domanda e si limitò a rispondere seriamente –Kuro e Kenma sono fuori a un appuntamento.
Il biondo borbottò –Quello che noi non riusciremo mai a fare…- mentre Yamaguchi tornava indietro e metteva dei noodles avanzati nel nuovo piatto.
Bokuto ringraziò quando gli fu passato il piatto, stava per sedersi insieme a loro quando ci ripensò e rimase in piedi come se tutto d’un tratto fosse diventato timido.
Kei alzò gli occhi al cielo –Cosa c’è adesso?- sbottò infine.
-Potrei… Potrei portarli ad Akaashi? Domani vi riporto il piatto.
Entrambi i ragazzi furono sorpresi da quella richiesta, Tadashi fu il primo a chiedere –è successo qualcosa?
-Cucina quasi sempre lui e prima sono salito a chiamarlo, ma stava litigando con qualcuno al telefono e quando gli ho chiesto se andasse tutto bene mi ha urlato contro e si è chiuso in camera. Non voglio che resti senza cibo e io… non sono molto bravo a cucinare.
Neanche il tempo di finire la frase che Tadashi era corso dentro a prendere un contenitore per dare loro tutto il cibo rimasto.
Bokuto lo abbracciò di slancio –Sei così buono!
Yamaguchi arrossì per quel contatto fisico inaspettato, Tsukishima rispose –Semplicemente ci preoccupiamo della salute di Akaashi, nessuno vuole che tu lo uccida con il tuo cibo.
 
Quando Bokuto tornò a casa con il contenitore in mano e l’umore migliorato, trovò Akaashi al piano di sotto, il ragazzo aveva gli occhi rossi di chi aveva pianto di recente e si stava contorcendo le mani.
Quando parlò era tornato al suo solito timbro di voce, si chinò leggermente mentre si scusava come prima cosa –Mi dispiace tanto Bokuto, non volevo urlarti quelle cose. Ero solo nervoso per la chiamata con mia sorella e tu… Non meritavi quello scatto d’ira, ti prego perdonami.
Bokuto fece un grande sorriso, poggiò il contenitore sul tavolo e si affrettò ad abbracciarlo –va tutto bene! Non ce l’ho con te, quindi non hai bisogno di essere perdonato! Adesso mangiamo prima che si freddi.
Akaashi gli lanciò uno sguardo sospettoso –Dove hai preso questo cibo?
-A casa di Tsukki e sembra buonissimo! Cioè non l’ho ancora assaggiato ma l’odore è quello che mi ha spinto a entrare in casa.
Akaashi adesso sembrava molto più sospettoso –E loro… Sanno che tu hai preso questo cibo, sì?
Bokuto mise il broncio –Akaaaashi, non vado di certo a rubare a casa delle persone!
Quell’espressione, unita a quel tono, fece sorridere leggermente Keiji.
Il cuore di Bokuto si riempì di gioia nel vederlo.
Non domandò più cosa fosse successo o se andasse tutto bene, mentre Akaashi non disse proprio nulla su quell’argomento, ma passarono nel complesso una bella serata.
Il corvino si rese conto che insieme a Bokuto poteva quasi fingere che la sua vita non stesse cadendo completamente a rotoli.
 
Kuro e Kenma erano invece seduti in pizzeria.
Per una volta il biondo non stava giocando con il suo cellulare mentre aspettavano le pizze, merito anche della pozione enorme di patatine che Kuro aveva ordinato da mettere come antipasto al centro del tavolo e che Kenma stava sgranocchiando con piacere.
Kuro gli stava raccontando delle partite a beach che aveva fatto e che aveva visto quel pomeriggio quando si bloccò di scatto.
Kenma alzò lo sguardo per capire cosa fosse successo, vide che il suo ragazzo stava fissando un punto impreciso dietro le sue spalle e aveva un sorriso malizioso in volto.
Si girò curioso e notò Daichi insieme a una ragazza, i due erano vicini al bancone e probabilmente stavano aspettando delle pizze d’asporto. Daichi aveva appena detto qualcosa che aveva fatto ridere la ragazza e sembravano essere più vicini di una semplice amicizia.
Kenma tornò a mettersi dritto mentre commentava –Smettila di guardarli con quel sorriso, sei inquietante.
Kuro portò lo sguardo su di lui –Farò finta che questo commento non mi abbia colpito- scherzò, per poi tornare a lanciare uno sguardo ai due ragazzi –Pensi ci sia del tenero tra di loro?
Kenma alzò le spalle –Importa?
-Tutto ciò che potrei usare contro di lui è importante.
-Questa strana rivalità che avete è imbarazzante. Te ne rendi conto, sì?
Kuro in risposta gli pizzicò una guancia alla quale Kenma rispose con una smorfia degna di uno dei loro gatti.
-E comunque- continuò il biondo dopo aver mangiato una nuova patatina –Quella ragazza scende spesso in spiaggia, si guarda tutte le sue partite e tifa sempre per lui. Qualche volta gioca anche ed è molto brava, davvero non te ne sei mai accorto?
-Uh?- Kuro sembrava sorpreso da quella nuova scoperta –Bè no, dovresti essere grato che ho occhi solo per te. E da quando sei interessato ai fatti degli altri?
Kenma alzò di nuovo gli occhi al cielo –Non è interesse, è un semplice controllare chi ti sta intorno e cosa fa.
Kuro soffocò una risata ma la sua presa in girò morì prima ancora che pronunciasse la frase, completamente uccisa dal calcio che Kenma gli rifilò direttamente sullo stinco.
Fortunatamente arrivarono le pizze proprio in quel momento, Kenma si distrasse con il cibo e il resto della serata continuò tranquillamente.
  
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