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Autore: Herm_periwinkle    15/06/2021    1 recensioni
Draco ed Hermione si sono sempre odiati ed insultati, finché una punizione li porterà a scoprire che, alla fine, non sono poi così diversi.
Il quinto anno sarà particolarmente turbolento quando si ritroveranno ad essere vittima di una maledizione.
Riusciranno a uscirne illesi o rischieranno di morire perché non riusciranno a spezzarla? Soprattutto, saranno in grado di mettere a tacere le voci malevole che girano su di loro?
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-Dal capitolo 10-
Hermione prese coraggio e gli pose la domanda che da giorni gli ronzava in testa "Ehi Malfoy" alzò lo sguardo verso di lui, fino a guardarlo fisso negli occhi "Volevo chiederti... noi, insomma..."
"Sputa il rospo, Granger"
"Ci odiamo?"
-Dal capitolo 29-
Poi all'improvviso, sentì un urlo sovrastare il ringhio della bestia. "Non azzardare a farti ammazzare, bastardo di un Malfoy!"
Era la voce di Potter.
Malfoy si chiese se non fosse già morto.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Quella mattina a Ginny arrivò un messaggio da un gufo che non aveva mai visto prima. Era un biglietto scritto con una grafia sottile ed elegante.
 
Ho cancellato la memoria ad Hermione, non ricorda più nulla di noi. Dì a tuo fratello e a Potter di fingere di non sapere nulla.
Non fare domande, non sono tenuto a dare spiegazioni. È meglio così per tutti. Prendetevi cura di lei.
 
Ginny non fece in tempo a realizzare quanto avesse letto che il biglietto si sgretolò sotto le sue mani, come se fosse stato fatto di polvere.
Hermione entrò nella stanza stropicciandosi gli occhi. “Sai, questa mattina mi sono risvegliata nella Stanza delle Necessità, ieri devo essere andata lì per studiare e esserci rimasta un po’ troppo. Vieni a fare colazione con me?”
Ginny la fissò imbambolata. Hermione sembrava serena e non ricordava dell’appuntamento con Malfoy della sera precedente. Era tutto finito, Harry e Ron sarebbero stati contenti, si disse. Tuttavia, nel fondo della sua coscienza, sentì che forse avrebbe dovuto indagare e capire che cosa era successo a Draco. Dopotutto, era stata una persona importante per la sua migliore amica.
“Ehi, tutto bene? Stai ancora dormendo?” le chiese Hermione ridendo, sventolandole una mano davanti al viso.
“Oh, sì, tutto bene” rise Ginny a sua volta. “Ricordi di aver visto Malfoy recentemente?” provò a chiedere.
Hermione la guardò con aria stralunata. “Per quale motivo dovrei vedere quel celebroleso?” nel suo tono non c’era alcun briciolo di affetto, ma solo disprezzo verso il loro naturale nemico.
“Solo curiosità, non lo vedo in giro da qualche giorno” rispose. “Forza, andiamo a fare colazione” continuò, prendendola sotto braccio.
Per tutta la mattina osservò la sua amica con sospetto, facendole continue domande, all’apparenza innocue e casuali, per cercare di capire quanto ricordasse e quanto avesse dimenticato. Fu sorpresa nel notare che Malfoy aveva fatto un buon lavoro e non aveva intaccato praticamente alcun ricordo che riguardasse le amicizie di Hermione. La ragazza sembrava serena, nonostante in alcuni momenti si fermasse assorta a fissare il vuoto, persa nei suoi pensieri.
Ginny avrebbe voluto più di ogni altra cosa dimenticarsi dell’esistenza di Malfoy, ma sapeva che se non avesse fatto almeno un tentativo non se lo sarebbe mai perdonato. Lui poteva essere una persona codarda e meschina, ma lei non poteva comportarsi come lui. Lei era una grifondoro.
 
“Vedo che il messaggio in cui ti chiedevo di dimenticare tutto non è stato recepito, non è vero Weasley?” disse Draco con freddezza, guardandola dall’alto in basso e infilandosi in un corridoio vuoto, consapevole che da lì a pochi secondi gli sarebbe arrivata una piazzata in piena regola.
“Non vedo perché dovrei obbedire agli ordini di un Malfoy” rispose Ginny con altrettanta freddezza.
“So di cosa mi vuoi parlare e già ti dico che non sono affari che ti riguardano.”
“Sì, invece” rispose Ginny con durezza. “È della mia migliore amica che stiamo parlando, non solo di te. Non avevi alcun diritto di fare una cosa simile senza consultarla.”
“Chi ti dice che non l’abbia fatto?” chiese Draco con aria strafottente. “Lei era d’accordo.”
“Sei un pessimo bugiardo, Malfoy. Davvero pessimo. Hermione non accetterebbe mai di privarsi dei suoi ricordi. Non fa parte della sua etica, dovresti saperlo.”
Draco strinse le nocche. “Siete tutti così cocciuti voi grifondoro? Smettetela di fare i paladini della giustizia, quando di giusto, a questo mondo, non c’è assolutamente niente.”
“Ma cosa ne sai tu del giusto se poi fai qualcosa di simile? Lei ti amava! Che senso ha avuto cancellare tutto? Se hai smesso di amarla potevi lasciarla, ma questo… Non potevi prendere decisione più meschina. Le avresti dovuto almeno dare la possibilità di scegliere!”
“Lei non mi avrebbe mai abbandonato, avrebbe fatto di tutto per salvarmi!” urlò Draco, sentendo il petto fremere sotto il peso del dolore che tentava di celare. “Ma non capisci? Io avrei segnato la sua rovina!”
Ginny rimase spiazzata di fronte a simili parole. “Cosa intendi?” domandò, con la voce tremula.
“Weasley, sai bene quanto me che i venti stanno cambiando e che noi non staremo per sempre dalla stessa parte” disse Draco, recuperando in fretta il suo contegno e tenendo gli occhi gelidi fissi in quelli della rossa. “Non la voglio coinvolgere in nessun modo. Lei è più al sicuro se non si ricorda niente di me, tutto ciò che ho fatto è per il suo bene. Ora, vedi di non mettermi i bastoni tra le ruote e aiutami a seppellire qualsiasi voce. In qualsiasi caso non le ridarò i suoi ricordi indietro.”
Ginny indietreggiò, appoggiandosi al muro per sorreggersi. Che cosa significava tutto ciò? Malfoy aveva davvero scelto di sacrificare la sua felicità per la sicurezza di Hermione o era tutto un trucco?
Gli occhi di Draco erano incommensurabilmente tristi mentre parlava, troppo tristi perché potesse essere tutta una menzogna. Forse aveva ragione lui. Forse era giusto non ficcare il naso e lasciare che Hermione vivesse serena.
Eppure, in fondo al cuore, non riusciva a mettere a tacere la voce che le stava insinuando di aver sbagliato. L’amore non andrebbe mai dimenticato.
 
Draco quel giorno girovagò per il castello senza meta, vacillando sulle gambe e facendo scorrere le dita sulle mura fredde, per avere la sensazione di toccare qualcosa di reale e di non essere solo un corpo fluttuante.
Si sentiva completamente svuotato. La testa gli pulsava per le lacrime represse, mentre la sensazione di avere mille spilli conficcati nel cuore gli rendeva difficoltoso ogni respiro. Il senso di colpa lo stava divorando dall’interno, mentre i rimorsi si facevano via via più potenti.
Si era convinto che quello che aveva fatto era stato per il bene di Hermione, ma non riusciva a cancellare la sensazione di averle fatto violenza, ingannandola e privandola di qualcosa di suo. Si sentiva un mostro della peggior specie, un essere senza cuore e indegno di essere amato. L’amore di Hermione era stato solo un bel sogno, ora doveva tornare alla realtà dura e spoglia, una realtà in cui lui era solo e circondato da persone che disprezzava, costretto a comportarsi come una serpe e ad adattarsi al volere dei potenti per non perire.
Perché era così attaccato alla vita? Se fosse morto perlomeno avrebbe smesso di soffrire.
L’idea lo accarezzava con dolcezza, la morte non sembrava la fine peggiore, quanto piuttosto un dolce abbraccio consolante.
Eppure, non poteva porre fine a tutto. Non aveva diritto alla pace né al riposo. Sentiva di meritare tutto il dolore che da lì in avanti avrebbe provato, fino all’ultima goccia.
Nascose il viso tra le mani, non voleva vedere più niente di quello che aveva attorno. Inspirò ed espirò riempendo i polmoni d’aria e regolarizzando il suo respiro affannato. Il suo lavoro non era finito. Non erano solo i ricordi di Hermione che andavano eliminati, ma anche i suoi andavano custoditi con cautela.
Era stato istruito bene nell’arte dell’occlumanzia e sapeva cosa doveva fare. Avrebbe riposto i ricordi in un angolo talmente remoto della sua mente che nessuno li avrebbe trovati, ma per farlo li avrebbe dovuti rivivere. Non era sicuro che il suo cuore avrebbe retto.
Strinse le labbra, ingoiando il garbuglio di sentimenti angosciati. Aveva passato tutta la sua vita da solo, senza provare mai alcunché. Tornare ad essere il vecchio Draco, grigio e privo di emozioni lo spaventava più di quanto avrebbe voluto ammettere.
Eppure anche questa volta non aveva scelta, così come non l’aveva mai avuta.
Ma, a differenza del passato, questa volta sapeva perché lo faceva.
Lo faceva per lei.
   
 
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