Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Ricorda la storia  |       
Autore: Brume    22/06/2021    8 recensioni
Un risveglio in una camera d' hotel appena uscita da una rivista, un letto a baldacchino, una fede al dito ed il buio più totale su quanto sia accaduto qualche ora prima...non dico altro, se non che nessuna Kaori è stata maltrattata!
Storiellina molto leggera in tre atti, senza alcuna pretesa e decisamente AU, collocata ai giorni nostri ma loro...sono quelli di sempre.
Giusto per sorridere un pò =)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
La stanza in cui Ryo aprì gli occhi quella mattina assomigliava tremendamente a quella che giusto giusto 72 ore prima aveva notato sulle pagine di una rivista strappata alle mani di una Kaori -placidamente distesa sul divano- solo perché in copertina vi era la solita maggiorata procace con sguardo languido di ordinanza.
 
Si: è proprio simile pensò Ryo.
Disteso su quel letto a baldacchino, osservò bene tutto ciò che lo circondava: colori chiari alle pareti e poi oro, tanto oro:  mobilio, l’imbottitura della porta principale, le maniglie…i lampadari e perfino il bagno possedevano dettagli di questo colore! …certo, nulla di chè rispetto ad alcuni angoli pittoreschi di Shinjuku, tuttavia…risultava comunque un tantino eccessivo.
Riprese e collegate alcune sinapsi, lentamente, Ryo scostò il lenzuolo leggero dal suo corpo  liberandosi  dapprima le gambe e poi tutto il resto; si grattò la pancia, la testa e si stropiccio il viso poi, ancora addormentato  ma spinto dall' impellenza di trovare un bagno, scese da quella sorta di trappola molleggiata ad acqua e si avviò alla ricerca di una toilette.
Fece dunque alcuni passi e aprì le prime porte che gli capitarono a tiro ma non fu accontentato subito:  in una vi era una sorta di ufficio, nell' altra una cabina armadio. Saltellando e trattenendo il respiro, proseguì e finalmente oltre  la  terza  trovò ciò che cercava: quasi pianse di gioia nel momento in cui riuscì a liberarsi…si mise perfino a canticchiare, allegro.
Fatto ciò che doveva, si portò al lavandino e si lavò le mani, alzando il suo viso ed osservandosi al contempo nello specchio ( dorato). Si portò un po' di acqua fresca al viso e si beò di quanto vide riflesso nello specchio: un uomo affascinante dal fisico decisamente scolpito, capelli naturalmente spettinati ,senza un solo filo argenteo…e poi un sorriso da fare girare la testa ed ancora…segni di rossetto sul collo, bicipiti lucidi… mani possenti sulle quali faceva capolino una fede dorata, brillante. 
Sorrise compiaciuto guardandosi la mano;  l’oro risultava davvero bene sulla sua pelle. Liscia, semplice….quel piccolo cerchio d’ oro brillava, lucido.
 
Alt un attimo….Una fede? Una….fede? disse tra sé iniziando a sudare freddo. Appoggiò entrambe le mani sul bordo del lavandino mentre le gambe iniziavano a farsi molli come gelatina.
 
“Una fe…una fe…una ffffefe…una feeeDEEEEEE? COSA CI FA AL MIO DITO UNA FEDE?” urlò, sbiancando come se lo avessero appena accoltellato, osservando la sua mano e poi i suoi occhi nello specchio.
 
Cosa ho fatto ma…soprattutto….con chi? Perché? Quando? Pensò, in preda alla disperazione.
Veloce come una saetta, uscì da quel bagno ed a grandi falcate cercò di tornare al letto per scoprire l’ arcano… ma ad un certo punto, terrorizzato, si fermò in mezzo alla stanza: non aveva io coraggio di andare oltre.
LUI non ne aveva il CORAGGIO.
Peccato, però, che il suo cellulare decise di suonare in quel momento. 
Alzò gli occhi al cielo.
“ACCIDENTI!” disse, costretto suo malgrado ad avvicinarsi al letto; stava per recuperare il telefono disperso tra le coltri quando vide una mano grande, affusolata spuntare dalle coperte.
Istintivamente, ritrasse la mano.
Osservò l’altra mano e poi risalì con lo sguardo oltre le dita ed il dorso; vide un avambraccio, dai bicipiti….
 
Glabri.  
 
Chiari. 
 
Muscolosi. 
 
 
Ryo sudò freddo.
 
Il telefono, che continuava a vibrare, mostrava a display l’ immagine di una donna  appena uscita dalla doccia, una foto rubata qualche settimana prima, di nascosto: l’ avesse vista la protagonista sicuramente lo avrebbe ammazzato. 
 
Era Kaori. 
 
Guardò ancora il telefono, per qualche secondo. 
 
Ok,se qui compare il numero del distretto di Tokyo ed il prefisso internazionale…io dove diamine mi trovo? Che ci faccio all’ estero? Dunque…non mi sono sposato con Kaori? disse tra sé.
Guardò ancora il display.
Rispose.
 
“Dove diavolo sei finito, Ryo?” chiese la voce che lui conosceva fin troppo bene.  
“Dolce Kaori io…io sono impegnato in un caso molto importante e riservato…perdonami se sono uscito di casa senza dire nulla" disse girando le spalle all' altra persona con cui condivideva il letto ed al contempo passandosi la mano, quella mano, tra i capelli. 
“ …e perché io non ne so niente?” domandò la donna. In sottofondo,il traffico di Tokyo.
Lui, preso dal panico, non seppe più che scusa inventarsi. Blaterò alcune frasi senza senso e fece uno dei suoi soliti giochi: finse che la linea del telefono fosse disturbata, gracchiò qualche parola sconnessa e chiuse la conversazione, spegnendo il telefono.
 
Dannazione! Pensò.  Ora…che faccio? Mi ammazzerà, al mio ritorno…sempre che abbia il coraggio di tornare !  pensò, quindi posò il telefono dietro di sé, sospirando.
Fissò le tende davanti a sé; lasciavano intravedere lo skyline di una città ed insegne, moltissime insegne colorate.
 
“…ehi…cosa ci fai nel mio letto? “ 
 
La voce di un uomo ruppe il silenzio , facendo sobbalzare Ryo che, al ralenti e con una certa difficoltà a respirare, voltò il suo viso verso quella voce maschile e conosciuta. Mick.
 
“MICK! Cosa…cosa ci fai tu, nel mio letto?” domandò a sua volta, sotto shock.
 
I due sweeper, nudi e crudi e nello stesso letto, si fissarono negli occhi per un po'; infine Ryo, balzando in piedi come morso da una tarantola, puntò il dito verso l’ amico.
 
“Dai, dove l’ hai nascosta? Ti sei divertito a farmi questo scherzo, è? Proprio ora…proprio ora che ti ho confidato la mia volontà di fare sul serio con Kaori!!! A proposito, dove mi hai portato? “ chiese.
Si, deve essere così: quando l’ altra sera siamo usciti a bere qualcosa insieme…quel bastardo aveva già organizzato tutto!!!  pensò Ryo al contempo,ghignando tra sé e continuando a fissare Mick che…diventava sempre più pallido.
 
L’americano di alzò.
Infilò un paio di boxer e si alzò in piedi: lo sguardo interrogativo si posò dapprima per terra dove vi erano disseminate bottiglie di whisky, perizomi…dorati, fogli di carta.Poi tornò in quello di Ryo.
 
“..io…io non…NON HO ORGANIZZATO PROPRIO UN BEL NIENTE” urlò, quasi in preda alla disperazione: Ryo allora lo raggiunse scavalcando il letto parandosi davanti.
 
“Mick, ti do CINQUE MINUTI CINQUE per spiegarmi tutto, poi giuro che ti farò così tanti buchi che non capirai più la differenza tra l’essere UN UOMO ED UNO SCOLAPASTA! “ gli urlò. Infine, mostrandogli la mano sinistra, chiese lumi anche su quello.
 
“ COME ME LO SPIEGHI?” chiese; Mick iniziò a ridere, istericamente…ed andò avanti fichè Ryo non prese la sua mano, mostrandogliela.
I due si fissarono.
Basiti, si guardarono negli occhi per un tempo infinito….finchè il suono di un campanello non li riportò alla realtà.
“ Servizio in camera” disse la persona fuori dalla porta; Mick recuperò la pistola dal cassetto del comodino accanto al letto ed aprì.
“mi….mi scusi” disse quando notò il giovane cameriere trasalire davanti a due uomini seminudi, uno dei quali con una pistola tra le mani.
“…la colazioni, signor Angel, così come avete lasciato detto ieri sera” balbettò il ragazzo; Mick annuì, socchiuse la porta, recuperò alcune banconote stropicciate dalla tasca dei pantaloni appoggiati su una sedia e rientrò con carrellino e vivande; i due, ancora, ripresero a guardarsi.
Ryo si avvicinò al carrello, alzando la cloche.
Vi era una serie di pietanze ed un biglietto:
 
 
CON I MIGLIORI AUGURI, DA PARTE DELLA DIREZIONE.
f.to: DIR. REV. Marc Gustavsson,
 
 
Mick guardò Ryo, Ryo guardò Mick.
Entrambi guardarono le proprie mani, come fossero presi all’ improvviso dallo stesso dubbio; infine Mick tornò vero i suoi pantaloni e prese una pallina di carta che poco prima aveva sentito tra le dita mentre cercava i soldi, aprendola.
 
Ryo osservò Mick diventare sempre più pallido.
Ancora un attimo e sarebbe svenuto.
Allungò la mano e strappò quel foglio di carta dalle mani dell’ amico leggendolo, avidamente.
 
Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e lasciò cadere quel pezzo di carta; poi cadde anche lui, svenuto, con una leggera bavetta alla bocca e gli occhi fuori dalle orbite: aveva appena letto il suo nome e quello di Mick su di un certificato di matrimonio.
 
Il loro!

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: Brume