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Autore: Atenah    25/06/2021    0 recensioni
Avete mai pensato che il mondo che conosciamo non è altro che un fascio di storie? Esse si intrecciano fra di loro, annodandosi, confondendosi l’una con l’altra e non c'è nessuno che le possa conoscere nella loro interezza.
Vi narrerò quindi una storia di Inganno e Fedeltà che, come potrete immaginare, parlerà anche di caos e tempeste, essendo ciò veramente inevitabile quando si uniscono due opposti.
Loki x Sigyn
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sigyn, Thor
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ᛚᛁᚦ ᚪᛏᛏᚪ - Lið átta

(Continuo ottavo)

 

Sigyn aveva freddo, come se un gelo improvviso avesse fermato tutti i pensieri della sua mente ed il suo corpo trasformandolo in ghiaccio. Sentiva paura, vergogna, disperazione, ma non riusciva a pensare a niente.

Era così fredda che lo schiaffo che suo zio le diede successivamente le bruciò il viso come un ferro incandescente. “Bikkja1, sei una lurida ragazzina lussuriosa” aveva sputato Freyr, ma Sigyn se ne rese a malapena conto. Sentì le sue gambe cedere e poi ci fu solo buio e Caos.

ᛚᛋ

Loki diede l’ennesimo pugno al muro e notò quasi con piacere che le sue nocche iniziavano ad essere graffiate e sanguinolenti. Le sue stanze sembravano essere state travolte da una tempesta, non era rimasto più nulla da distruggere con la magia e quindi pensò che si sarebbe divertito cercando inutilmente di buttare giù il muro con le sue mani finché non sarebbe arrivato qualcuno a chiamarlo. Questo qualcuno lo avrebbe visto con le mani rosse con il suo stesso sangue, i capelli scompigliati e gli occhi pieni di Caos ed avrebbe avuto paura ed avrebbe pensato di trovarsi dinanzi un pazzo.

In effetti stava probabilmente impazzendo davvero. Da quando quella Vanir era arrivata ad Asgard si era completamente dimenticato di chi fosse. Loki rise amaro pensando a come tutti lo consideravano il Principe misurato, colui che sapeva controllare i propri sentimenti e che non lasciava trasparite mai niente, sempre perfetto nel suo ruolo e di come aveva preso in giro Thor per la sua poca discrezione ogni volta che si portava a letto una ragazza. Invece era stato proprio lui ad essere stato trovato con una donna, e non una qualunque, la maledetta Principessa di Vanaheimr che con quei suoi discorsi sulla magia ed il suo sorriso sincero ed innocente lo aveva incantato. Che sciocco che era stato. Solo un idiota si sarebbe fatto influenzare a tal punto da qualcuno.

Sapeva che non ci sarebbe più voluto molto, anzi, la voce di ciò che era successo si era molto probabilmente sparsa già per tutto il palazzo. Il Principe aspettava furente la sua condanna e suo padre non era famoso per la pietà.

La guardia arrivò con la prima luce del mattino e nonostante Loki si fosse vestito adeguatamente ed avesse ripettinato all’indietro i capelli, l’Æsir, da sotto il suo elmo dorato, non osava guardarlo negli occhi. “Mio Principe, la vostra presenza è richiesta…” fece il povero disgraziato a cui era stato affidato il compito di convocarlo e Lingua d’argento lo interruppe subito, non gli avrebbe dato tanta soddisfazione. “So che il Padre Tutto mi aspetta, non trattarmi come un idiota” sibilò quindi tagliente.

Camminava a passi veloci per i corridoi, tanto che la guardia faceva fatica a stargli dietro e si chiedeva in che modo suo padre lo avrebbe punito. Gli vennero in mente tutte le volte che aveva fatto lo stesso tragitto in compagnia di suo fratello dopo una qualche marachella. La rabbia gli morsicò le tempie, lui non era un bambino, la situazione era umiliante.

Entrò nella Sala di Odino2 senza lasciare alla guardia la possibilità di annunciarlo. Alzò lo sguardo portandolo su suo padre che troneggiava sul suo alto seggio, vicino stavano sua madre e Thor, ma non erano soli, c’erano anche Freyr e Freija. Loki fece appena in tempo a chiedersi perché non fossero stati convocati anche Theoric e suo padre Elof, poi si accorse con orrore che in mezzo alla grande sala, davanti al trono, c’era anche Sigyn.

Stava dritta in piedi con il capo basso, sembrava quasi una statua e somigliava solo molto vagamente alla Vanir che era sgusciata fuori dalle sue stanze di notte per venire nel suo letto. Un groviglio di tante cose diverse, di cui riconobbe la rabbia, ma anche qualcosa di simile al rimpianto, lo investì, ma Loki si obbligò a tenere la testa alta ed il respiro calmo. Non emise neanche un suono, qualunque forma di saluto sarebbe stata inappropriata.

Fu ovviamente suo padre il primo a parlare, del resto lui non aveva un granché da dire. “Pensavo di averti cresciuto come un Principe dalle maniere adatte al tuo ruolo” disse Odino duro, senza però alzare la voce. Loki avrebbe voluto ribattere chiedendo se anche il potente Padre Tutto fosse stato puro e vergine al momento del matrimonio con Frigga, ma sapeva che sarebbe stato troppo provocatorio e quindi si rimangiò in fretta le parole e stette in silenzio. “Le tue azioni sconsiderate non solo hanno offeso l’onore delle faglie dei promessi sposi, oltre che alla nostra, ma hanno anche rischiato di mettere in gioco il futuro di uno dei Nove regni, nostro antico alleato” continuò suo padre e Loki sentì improvvisamente il bisogno di precisare quell’affermazione: “A quanto pare non sono l’unico membro di una casata reale che non rispetta l’etichetta, dato che non ho di certo obbligato la Principessa ad agire contro la sua volontà.” Trovò l’idea che qualcuno potesse pensare che avesse obbligato Sigyn ad un rapporto disgustosa, anche lei era responsabile della situazione.

“Non prenderti gioco della mia pazienza!” tuonò Odino ed anche sua madre lo ammonì con uno sguardo silenzioso, Thor era invece palesemente in imbarazzo. Fu il turnò di Freija di prendere la parola e rimase stupido dal tono acido e la durezza nei suoi occhi di notte. “L’impudicizia e la stupidità di mia nipote sono innegabili, ma voi, Principe, non avreste mai dovuto soddisfare le richieste di una ragazzina” disse e Loki alzò le sopracciglia gettando uno sguardo a Sigyn ed aspettandosi che ella avrebbe risposto a tono. Il fatto che la zia avesse parlato in quel modo di lei davanti ai membri più importanti della corte era un affronto alla sua dignità personale inaccettabile e vide che anche sua madre nascondeva a malapena lo sdegno. La Vanir rimase silenziose ed immobile però, senza neanche alzare lo sguardo. A Loki venne l’impulso di scuoterla forte per le spalle come per svegliarla, dove era finita la donna determinata che aveva utilizzato incantesimi di occultamento e stratagemmi per raggiungerlo?

Infastidito riportò lo sguardo a suo padre. “Lo sapevi che la Principessa Sigyn era stata promessa in sposa a Theoric Elofson, spero che tu ti renda conto della situazione che hai causato.”

Tutta la cosa era assurda, una messa in scena fatta apposta per umiliarlo, ma Loki non avrebbe dato loro la soddisfazione di perdere il controllo, voleva arrivare al punto: la punizione. Il Padre Tutto non era di certo famoso per lasciare azioni sbagliate impunite, questo lo sapeva benissimo. “Immagino che dovrò scusarmi” disse quindi sforzandosi di non fare suonare la cosa ironica e fece per inginocchiarsi, ma Odino lo bloccò. “No, Loki. Tu la sposerai.”

Gli parve di ricevere un colpo in faccia e per alcuni momento pensò di sentire addirittura il familiare fruscio nelle orecchie di quando si riceve un pugno alla tempia. “Cosa?” riuscì solo a dire, poi però la testa gli si riempì di pensieri ed essi iniziarono a colargli dalle labbra come sangue, come se Odino gli avesse veramente dato uno schiaffo. Dimenticò tutto il contegno che aveva voluto mantenere. “È ridicolo! Voi non mi obbligherete a qualcosa di tanto barbarico come un matrimonio combinato” ringhiò. “Causa sono le tue decisioni irresponsabili, ne porterai le conseguenze” rispose stoicamente suo padre. Le labbra di Loki si sarebbero quasi increspate in un ghigno amaro: “Conseguenze? No. Questa è umiliazione, vendetta. Costringermi a prendere in moglie una donna che non avrei mai voluto sposare non ha niente a che fare con gli effetti delle mie azioni” sbraitò e sentiva tutta la rabbia che scorreva veloce nel sangue.

“È l’unico modo” intervenne in quel momento Freyr e Loki pensò che lo avrebbe voluto strozzare. “Mia nipote non può più essere data in sposa a Theoric Elofson, ha perso ogni dignità, ma Vanaheimr ha comunque bisogno di un matrimonio promettente” fece e questa volta il Principe corvino non potette fare a meno che rispondergli con una risata piena di disprezzo. “È interessante come parliate di vostra nipote, erede al trono di Vanaheimr, come se fosse una bestia da mercato. Ditemi, Freyr, avete chiesto anche il parere della sposina riguardo questo matrimonio? Ma infondo la questione era stata sorvolata anche quando l’avete promessa a Theoric, quindi immagino che la Principessina non abbia nulla da dire.” Aveva toccato un nervo e lo sapeva, il gemello Vanir era livido, quasi tremava, ma Loki aveva rivolto lo sguardo a Sigyn, voleva che dicesse qualcosa, avesse una reazione, invece lei era dritta ed immobile come quando era entrato nella sala, lo faceva infuriare.

“Ora basta, Loki!” gridò Odino facendo tornare il silenzio nella sala. “Sei congedato. Il matrimonio avverrà fra tre giorni, è deciso.” Avrebbe voluto fare esplodere tutta la Sala di Odino fra magia verde e la sua rabbia, invece strinse la mascella tanto forte da sentire male, girò sui tacchi e se ne andò.

Sentì Thor seguirlo con i suoi passi pesanti, ma camminava in fretta e così il fratello riuscì a raggiungerlo solo quando era giusto sul punto di entrare nelle sue stanze. Lo fermò per una spalla, ma Loki si scansò con un ringhio: “Cosa vuoi?” Il biondo era indietreggiato, ma non si perse d’animo, conosceva bene come suo fratello usava parole come lame. “Io… volevo solo dirti che mi dispiace per…” fece un gesto ampio con le mani, non era mai stato particolarmente bravo ad esprimersi in parole: “…per tutto questo, insomma.” Loki sbuffò, la compassione era l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento: “E quindi?” sibilò per scacciarlo, ma suo fratello era sempre stato sincero. “Solo… diamine, Loki! Cosa ti è saltato in mente? È la Principessa di Vanaheimr, non una qualche ancella!” gli disse infine, anche se cercò di addolcire la frase con una pacca sul braccio. La cosa che diede più fastidio al Principe corvino non era il modo in cui Thor cercasse di rincuorarlo, ma il fatto che per una volta avesse ragione: cosa gli era saltato in mente? Come aveva potuto essere così incauto?

Sparì nelle sue stanze, prima che la sua mente potesse generare altre domande del genere.

ᛚᛋ

Quando sentì sua madre bussare alle porte era seduto alla sua scrivania sicuramente già da ore. Aveva le mani fra i capelli ed un forte mal di testa gli mordeva la nuca e le tempie. Sbuffò, ma non avrebbe mai mandato via Frigga. “Prego, madre” disse quindi, anche se lei era ormai già entrata. Si alzò e si sentì quasi girare la testa: “Prima Thor ed adesso tu, sembrate veramente tutti terribilmente dispiaciuti, eppure sono stato condannato ad ogni modo. Immagino che tu sia qui per spiegarmi il motivo della decisione del Padre Tutto, come sempre.”

Frigga gli rivolse un’occhiata di rimprovero, ma non era arrabbiata. Si limitò a guardarsi intorno nella stanza ancora completamente distrutta ed a scuotere il capo, poi abbassò lo sguardo sulle sue nocche sbucciate e sospirò. “Per il momento sono qui per invitarti a riportare le tue stanze in uno stato decente e per medicare quelle mani” disse semplicemente e si diresse nella stanza da bagno per prendere acqua fresca e dell’unguento.

Sua madre riusciva sempre a sbalordirlo. Sembrava non giudicare mai nessuno, sapeva essere severa, certo, ma aveva anche un modo particolare di approcciarsi con le persone che la rendeva benvoluta da tutti, soprattutto dai suoi figli ed anche in un momento così Loki non riusciva mai ad essere veramente arrabbiato con lei.

Tornata dal bagno con ciò che le serviva, mosse la mano e fece tornare il triclinio nella sua posizione originaria ed indicò al figlio di sedersi al suo fianco. Si fece porre le sue mani ed iniziò a pulire le ferite con un panno umido per poi massaggiarle con l’unguento. Stettero in silenzio ed a Loki parve quasi di essere tornato bambino quando, dopo un allenamento particolarmente duro, sua madre lo confortava o gli fasciava piccoli tagli.

Quando ebbe finito la realtà tornò però ad invadergli la mente ed il silenzio divenne quasi soffocante. “Madre…” parlò quindi, ma Frigga parve quasi leggere i suoi pensieri: “Lo so che non ti senti trattato nel giusto modo, Loki, e so che sei furente, ma hai fatto uno sbaglio, questo lo devi accettare.” Loki ritrasse le mani dalle sue: “Uno sbaglio per cui mi punite negandomi la libera scelta, è una punizione che durerà a vita. Questo non lo posso accettare” disse frustrato. Frigga sospirò nuovamente: “Hai una mente brillante, cogli ogni minimo dettaglio intono a te. Sono sicura che nella tua mente avevi ben in chiaro le conseguenze dell’avere un rapporto con Sigyn, ma hai corso il rischio e lei ha fatto la stessa cosa. Non credo che avessi fatto lo stesso per una qualunque donna, Loki, pensaci. Forse qualcosa ti sfugge.”

 

1Antico nordico per “puttana”

2Veniva chiamata così ad Asgard la Sala del Trono

   
 
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