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Autore: takitaki    28/06/2021    1 recensioni
“Che cosa abbiamo?” esordì l’ispettrice, riconoscendo accanto al letto una figura familiare.
“Donna giapponese, tra i 25 e i 30 anni, strangolamento. Il corpo sta per essere portato via, se vuoi dargli un’occhiata da vicino fa presto, Michiru.”
Un nuovo caso di omicidio arriva sulla scrivania dell'ispettrice Michiru Kaiou, ma non si tratta di un caso qualunque. In questo caso sono coinvolte donne, tante donne, donne che soffrono, che amano, che sperano, che lottano.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Rei/Rea | Coppie: Haruka/Michiru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessuna serie
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"Lei è Michiru."

"Piacere di conoscerti" gli sorrise la donna dai capelli acquamarina, inchinandosi lievemente.

"Il piacere è mio" rispose il ragazzo alto dai corti capelli scuri, inchinandosi a sua volta "Ami mi ha parlato molto di te" asserì mentre osservava l’altra, trovandola davvero bella.

"Davvero?"

"Si, mi ha detto che sei un'ottima compagna di stanza, gentile, ordinata e divertente."

"Dai Mamoru, non esagerare" lo rimproverò la ragazza dai corti capelli blu "piuttosto, non hai lezione adesso?"

"Ah si, in effetti si, ma sto aspettando una mia-"

"Mamo!" una ragazza dai lunghi capelli rossi stava correndo verso di lui.

"Parli del diavolo" aggiunse il ragazzo ridendo.

"Scusa il ritardo!" la ragazza si fermò, piegandosi sulle ginocchia esausta, volgendo successivamente lo sguardo alle due figure che aveva davanti.

"Sono tue amiche?"

"Ah si" rispose Mamoru, grattandosi la nuca "lei è Ami, siamo amici da molto" aggiunse sorridendo "lei invece è Michiru, sai ci siamo appena presentati."

La ragazza sorrise, rialzandosi "piacere di conoscervi allora, frequentate anche voi questo campus?"

"Si esatto, anche se facciamo tutti corsi diversi" rispose prontamente Ami "e tu invece?"

"Stesso corso di Mamoru, psicologia!" rispose sorridendo, dando successivamente uno sguardo al proprio orologio da polso "ma è già così tardi? Dobbiamo andare!" detto questo, la rossa afferrò il braccio del ragazzo più alto di lei, trascinandolo via con la forza.

"A-Aspetta Erika! Mi fai male!"

"Shh! Siamo già in ritardo!"

 

---

 

"Non mi menta, so cos'ha fatto" iniziò Michiru, sbattendo entrambe le mani sul tavolo degli interrogatori, facendo spaventare Noboru che era accanto a lei.

"I-Ispettrice non so di cosa parla! L'agente Hino sta bene?" chiese Makoto agitata.

"Non mi prenda in giro. So che è stata lei."

"Aspetti io-"

"Perché non ci ha detto che il suo negozio ha una porta sul retro?" incalzò l'ispettrice.

Makoto sembrò esitare qualche istante, puntando lo sguardo sulle proprie mani che in quel momento erano ammanettate al tavolo.

"Vede...io..."

"Non mi faccia perdere tempo e confessi, il suo alibi è falso e la sua abitazione è praticamente a due passi da tutte le scene del crimine di questo caso" Michiru sembrò davvero arrabbiata nel dirle quelle parole, ma i sentimenti che in realtà stava sfogando non riguardavano affatto il caso.

"Si sbaglia, non ho fatto del male a nessuna di quelle persone ispettrice, non ne avrei avuto alcun motivo..."

"Lei crede?"

Makoto rimase piuttosto confusa dalla sua domanda, sembrava che l'ispettrice sapesse qualcosa in più di lei.

"Il movente è la gelosia, lei è innamorata di Haruka-"

"Questo non è ve-"

"Non mi interrompa" la fermò fredda Michiru "lei ha ucciso quelle donne perché gelosa del loro rapporto con Haruka."

"A-Aspetti un attimo...l'agente Hino sta con Haru?"

‘Haru?’ Michiru era leggermente infastidita dal modo in cui la ragazza chiamava il biondo, decisamente troppo intimo.

"Stava."

"Ma io non lo sapevo!"

"Non lo sapeva?" Michiru alzò un sopracciglio "Haruka non le ha mai parlato di Rei?"

"No, non sapevo chi fosse finché non è venuta da me la mattina dell'omicidio al Sunrise."

Michiru si portò una mano al volto, coprendosi gli occhi. Non riusciva a credere a quello che aveva sentito. Sospirò, tornando a guardare la bruna.

"Questo non giustifica il fatto che lei abbia mentito sul suo alibi, potrebbe essere comunque l’assassina di quelle due ragazze. Se è innocente come dice allora deve dirmi la verità" l'ispettrice prese posto di fronte a lei, era rimasta in piedi tutto il tempo con l'obiettivo di intimidire la donna ma la situazione era cambiata.

Makoto sospirò, sembrava avesse qualcosa da tenere nascosto a tutti i costi, ma l'ispettrice non riusciva a capire il motivo.

"Sto proteggendo una persona e ho pensato che se la polizia avesse visto i filmati della telecamera sul retro lo avrebbero riconosciuto..." raccontò con voce bassa.

"Noboru."

"Si ispettrice?"

"Lasciaci sole, va bene?"

"Ma ispettrice-"

"Sono sicura che hai da fare."

"Sissignora!" le rispose prontamente il giovane agente, lasciando la sala.

La donna dai capelli acquamarina si rivolse quindi nuovamente alla bruna.

"Può parlare liberamente adesso."

"Come faccio a fidarmi di lei?" le chiese Makoto piuttosto diffidente "fino a pochi istanti fa mi stava accusando di un duplice omicidio compiuto e di un altro tentato."

"Le conviene, se non vuole finire in prigione."

Makoto sospirò ancora, tentando probabilmente di farsi coraggio.

"Va bene."

"Allora?"

"Vede...un mio amico è scappato di casa, suo padre lavora nella polizia e dato che spesso passa la notte da me ho pensato che..."

"Aspetti, di chi si tratta?"

"Jun, Watanabe Jun."

"Watanabe...non sarà..."

"Si esatto, è il figlio del capo della polizia."

Michiru si portò la testa tra le mani, quel caso l'avrebbe fatta impazzire molto prima di quanto avrebbe immaginato.

"Ispettrice?"

L'altra sospirò, tornando a guardare la bruna.

"Guarderò i filmati delle telecamere da sola e non dirò nulla del suo amico, va bene?"

"Lo farebbe davvero ispettrice?"

"Sì" rispose, sospirando esausta "ma ho bisogno di una sua fotografia così che possa riconoscerlo."

"Ne ho una sul cellulare, ma dovrà liberarmi."

"Si, certo" le rispose l'ispettrice, sbloccando le manette e lasciando che l'altra le mostrasse la fotografia del ragazzo.

"Eccolo, è lui."

L'ispettrice alzò un sopracciglio, piuttosto confusa da quello che stava vedendo.

"Non avrà sbagliato fotografia?"

"No no, è lui."

"Ma è una ragazza¹" ribatté l'ispettrice, osservando la giovane dai lunghi capelli turchesi e gli occhi blu, delicatamente truccata.

"No no, è un ragazzo ispettrice."

"D-Davvero?" la donna rimase piuttosto interdetta, se non glielo avesse rivelato Makoto non avrebbe mai pensato che quello fosse un ragazzo.

"Si, davvero. Va tutto bene?"

"S-Sì, solo che adesso capisco perché il tenente Watanabe non parla mai di suo figlio né ne ha denunciato la scomparsa."

"È una brutta persona ispettrice" rispose Makoto, assumendo un'espressione crucciata.

"Immagino. Non si preoccupi, non dirò niente."

"Allora...adesso mi crede?"

"Se nei filmati non la vedrò uscire di casa si, le crederò."

"Menomale" l'espressione contenta di Makoto per qualche ragione addolcì l'ispettrice.

"Adesso potrebbe dirmi in che ospedale si trova l'agente Hino? Vorrei vedere come sta."

"La accompagno io, così mi darà anche i filmati."

"D'accordo."

 

---

 

"Ti piace?"

"Eh!? Ma no!" rispose il ragazzo, ridendo nervosamente.

"Guarda che a me puoi dirlo" insistette la rossa.

"Ti ho detto di no" ribatté sicuro il ragazzo "inoltre, sono sicuro che uno come me non sia affatto il suo tipo."

"Ma lei è il tuo."

"Smettila Erika!" la ragazza rise divertita alla reazione del ragazzo, amava stuzzicarlo "allora perché la fissi non appena ne hai l'occasione?"

"Io non fisso proprio nessuno, ti sei fatta un'idea sbagliata" le rispose, raccogliendo le proprie cose dal banco per poi alzarsi.

"Ehi dove vai?"

"A pranzo con Ami."

"Allora è lei che ti piace!"

"Erika!"

 

---

 

"Come sta mia sorella?"

"Bene, ha dormito quasi tutta la notte" rispose Haruka sorridendo alla ragazzina.

"Sei rimasto tutto il tempo?"

"Certo."

Hotaru sorrise, non sapeva il motivo per il quale Rei aveva rotto con il ragazzo, ma ricordava bene quanto fosse forte il loro rapporto.

"Haru" una voce familiare attirò l'attenzione del biondo, che si voltò nella direzione da cui proveniva.

"Mako? Che ci fai qui?" le chiese confuso.

"Sono venuta a vedere come sta l'agente Hino, ho saputo che è stata aggredita."

"Siete amiche e non lo sapevo?" chiese il biondo ridendo.

"Una cosa del genere. Posso entrare?"

"Si vieni, ti accompagno" le rispose, rivolgendosi successivamente alla più giovane "tu aspettaci qui eh?"

"Guarda che non sono più una bambina, vado al liceo!" ribatté la mora gonfiando le guance.

"Certo certo" le rispose sorridendo prima di entrare nella stanza di Rei insieme a Makoto.

"K-Kino?” la poliziotta si voltò verso la porta e notò la donna “che ci fai qui?" le chiese decisamente preoccupata dopo la conversazione avuta con Michiru.

"Mi chiami Makoto, sono venuta a vedere come stava" le rispose prendendo posto accanto al letto mentre Haruka si appoggiò al muro con le mani in tasca, osservando le due donne.

"L'ispettrice voleva parlarti" iniziò Rei.

"Abbiamo già parlato, mi ha accompagnata lei qui."

Rei era decisamente confusa, che cosa passava per la testa di Michiru, prima aveva portato lì Haruka e adesso Makoto? E perché non l'aveva avvisata? Ma soprattutto, questo significava che la fioraia era innocente?

"Agente?"

La mora scosse la testa scacciando i pensieri che aveva in mente, tornando a guardarla.

"Come si sente, allora?"

"Mi sento meglio, ti ringrazio" le rispose cordialmente. Le due parlarono per un po' e da quel che si dissero ebbe la conferma che aveva ragione fin dall'inizio, Makoto non era l'assassina e questo, in qualche modo, la sollevò.

"Senti Makoto..."

"Hm?"

"Volevo dirti che capisco come ti senti."

"A che si riferisce agente?"

"Chiamami Rei."

"D'accordo" rispose sorridendo "a che ti riferisci Rei?"

"Sai, so com'è essere innamorata di Haruka, vederlo sempre con altre ragazze..." le sussurrò la mora, analogamente a quanto aveva detto il giorno prima anche a Minako.

"Anche tu pensi che io sia innamorata di Haruka?" le chiese ridendo.

"Beh si."

Makoto sorrise e si alzò, confondendo decisamente la mora.

"Rei, non sono innamorata di lui" le disse piuttosto convinta. La poliziotta stava per risponderle ma venne interrotta dalle dolci labbra della bruna che si posarono sulle sue, lasciando senza parole sia lei che Haruka, il quale aveva osservato tutta la scena con aria divertita.

"A presto, Rei" le sussurrò la bruna all'orecchio dopo essersi staccata, salutando Haruka con la mano e lasciando successivamente la stanza.

Non appena uscì, il biondo si avvicinò alla mora, ridendo davvero divertito dall'espressione dell'altra.

"Non dire una parola" lo fulminò Rei.

"Te l'ho sempre detto che hai un ascendente particolare sulle donne" le sussurrò prendendola in giro, mentre l'altra si toccava le labbra.

"Sta' zitto."

 

---

 

"Sai suonare il violino?"

"Beh si, ho imparato quando ero piccola."

"Invece a me hanno insegnato a suonare il piano” asserì il ragazzo con tono malinconico “più precisamente è stata mia madre."

"Davvero? È una cosa molto dolce" gli sorrise, prendendo posto accanto a lui dopo aver appoggiato lo strumento su una piano.

"La sala musica di questo campus è davvero molto carina, mi piace suonare qui quando ho terminato le lezioni."

"Dovresti provare a fare la violinista, potresti diventare famosa" le suggerì sorridendo.

"Nah, non sono così brava."

"Non è quello che ho sentito."

"Sei troppo buono con me" lo rimproverò la ragazza dai capelli acquamarina, ridendo subito dopo, appoggiandosi con la testa alla sua spalla.

"Che ne dici di suonare qualcosa insieme?"

"Sono troppo arrugginito, non è il caso!" rispose il ragazzo, grattandosi la nuca.

"Sono sicura che non è così" rispose, afferrandogli la mano per tirarlo su "dai, vieni."

"V-Va bene, va bene!"

Mamoru si lasciò convincere dalla ragazza un po’ rosso in viso, sedendosi al pianoforte e accompagnando le sue note meglio di quanto potesse sperare, sorridendo nel vederla così concentrata nel suonare.

Ai suoi occhi, era davvero bellissima.

 

---

 

"Scusami, avrei dovuto avvisarti con più anticipo."

"Non preoccuparti, sono libero a quest'ora, il prossimo paziente non arriverà prima delle tre" la rassicurò Mamoru, facendola accomodare nel suo studio "se avevi davvero bisogno di me hai fatto bene a venire."

Michiru prese posto sulla poltrona dove aveva passato davvero tanto tempo nell'ultimo anno.

"Allora, cos'è successo?" chiese l'uomo, incrociando le braccia.

"Ieri ho seguito il tuo consiglio..." cominciò l'ispettrice "...all'inizio mi sono sentita davvero molto bene ma poi...i sensi di colpa mi hanno assalita e ho dovuto usare un'altra maschera per guardare in volto la mia migliore amica."

"Rei?"

"Si."

Mamoru sospirò.

"Che cos'è successo?"

"Ho fatto qualcosa di brutto" la donna esitava, continuando a girare intorno a quel che era accaduto.

"Michi, se non mi dici di cosa si tratta non posso aiutarti, per favore. Sai che puoi fidarti di me."

"Vedi...c'è questo ragazzo..."

L'espressione di Mamoru cambiò, diventando decisamente più diffidente a riguardo.

"...lui mi piace, è una brava persona."

"Cos'ha a che fare con Rei?" alla domanda l'ispettrice sospirò, stringendo i pugni sulle proprie gambe.

"Stavano insieme e...io credo che lei lo ami ancora."

"Michiru..."

"Non posso farle questo Mamoru..."

"Lui la ama?"

"Non lo so...ma non cambia niente..."

"Cambia invece."

"No non cambia assolutamente nulla! Sarei una persona orribile in entrambi i casi!"

"Michi-"

"No! Lei è la mia migliore amica...non posso farle questo...non posso..." la donna iniziò a piangere, portandosi le mani sul volto e Mamoru si avvicinò a lei, confortandola con un abbraccio.

"Michi..." sussurrò "...sei più buona di quanto credi."

"N-Non è vero...altrimenti non vorrei farle questo..." rispose singhiozzando.

"Chi è lui Michiru?" le chiese mentre le accarezzava la testa, tentando di calmarla.

"I-Il ragazzo del caso..."

"Michiru...non dovresti fidarti di lui" il tono di Mamoru cambiò drasticamente, diventando piuttosto severo "da quello che mi ha raccontato Ami potrebbe essere lui l'assassino."

"No Mamoru...lui è innocente..."

"Hai le prove?" l'ispettrice si bloccò.

"Michiru?"

La donna si staccò dal suo abbraccio, guardandolo negli occhi con ancora le lacrime a rigarle il viso.

"Michi? Che ti prende?"

"H-Ho qualcosa..."

"Se non sono prove certe-"

"...non dimostrano nulla."

"Esatto" asserì Mamoru "ascolta, devi stargli lontano e, a questo punto, dovresti dirlo anche a Rei" il suo tono era deciso.

"...lei è stata aggredita ieri notte...ma lui era con me..."

"Non è detto che chi l'abbia aggredita sia anche l'assassino Michi, non è così scontato."

"Ma io ho passato del tempo con lui...non posso credere che sia il colpevole..."

"Le persone mentono, Michiru."

L'ispettrice non rispose, si limitò a tenere la testa bassa mentre si asciuga le lacrime con il dorso della mano.

"Hai pensato che potrebbe averti sedotta soltanto per ingannarti Michi?"

"No...no a questo...non avevo pensato."

"Ascolta" Mamoru le alzò il viso con una mano "stai più attenta a quel ragazzo, Ami ed io siamo molto preoccupati per te, davvero."

"S-Si."

"Non devi rimanere da sola con lui."

"V-Va bene."

Terminata la conversazione con Mamoru, Michiru era ancora più confusa di prima. Adesso oltre al sentirsi in colpa, aveva nuovamente in testa sospetti sul biondo che, a quel punto, le stava facendo desiderare di sparire nel nulla.

Lasciato lo studio del suo amico, si avviò verso l'uscita, ma una figura familiare catturò la sua attenzione.

"Quella non è...Aino?" sussurrò tra sé e sé, osservando la bionda uscire da un altro studio, al quale l’ispettrice si avvicinò quando la ragazza si era ormai allontanata.

"Dunque anche lei va dallo psicologo" pensò ad alta voce, chiedendosi se Haruka ne fosse al corrente, mentre lo annotava sul taccuino.

 

---

 

"Non vuoi proprio dirmelo?"

"Te lo dirò soltanto se andrà bene."

"Che misterioso" asserì Ami, ridendo.

"Adesso scusami, ma devo proprio andare da lei."

"Vedrai che andrà bene" lo incoraggiò la ragazza, guardandolo successivamente allontanarsi dal campus per dirigersi nel luogo in cui avrebbe dovuto incontrarsi con qualcuno.

Arrivato davanti alla stazione di Shibuya², notò quella persona attenderlo, seduta su una panchina. Improvvisamente iniziò a sentirsi piuttosto nervoso, le sue mani tremavano leggermente, rischiando di far cadere il bouquet che aveva tra le mani. Appoggiò così la schiena al muro di un edificio, guardando in alto.

Certo, conosceva Michiru da più di un anno ormai, e certo, parlavano quasi tutti i giorni, ma questa volta era diverso. Questa volta aveva intenzione di dichiararsi a lei.

Ma proprio quando riuscì a prendere coraggio con un respiro profondo, si voltò a guardare nuovamente verso la ragazza e notò che non era più sola.

Michiru stava infatti scambiando un tenero bacio con Erika, la sua migliore amica.

 

---

 

"Michiru" la mora sorrise non appena vide la sua amica entrare nella stanza, sollevandosi con l’aiuto delle braccia per mettersi seduta.

"Rei" le sorrise di rimando, volgendo lo sguardo al biondo dietro di lei che aveva volutamente ignorato fino a quel momento "puoi lasciarci da sole?"

"Certo" rispose, lasciando la stanza.

"Michiru devo dirti una cosa."

"Prima io. Makoto è innocente, ho sbagliato"

La parole dell'ispettrice tolsero a Rei ogni dubbio, adesso poteva essere certa che la fioraia non c'entrava nulla con quella storia "e credo anche che il movente non sussista per lei, non mi sembra così innamorata di lui dopotutto."

"Non lo è, te lo assicuro."

"Come fai a dirlo?" le chiese curiosa l'ispettrice.

"Stamattina, quando l'hai accompagnata è venuta qui e-"

"Se te l'ha detto lei non fa molta differenza, non so quanto possiamo creder-"

"Mi ha baciata."

"Cosa!?" Michiru assunse un'espressione decisamente sorpresa, inclinando la testa.

"Già" asserì l'altra imbarazzata.

"Beh, non potevo aspettarmi una prova migliore."

"Michi..."

"Ti è piaciuto almeno?"

"M-Michi!" la donna rise al forte imbarazzo della partner, ma nell'istante in cui incrociò il suo sguardo che fino a quel punto aveva evitato, i sensi di colpa tornarono a bussare alla sua mente, costringendola a guardare il pavimento.

"Domani mi dimetteranno."

"Ah si?" le domandò con un sorriso forzato.

"Sì. Verrai a prendermi?"

"Certo."

 

---

 

"Ispettrice" la voce di Haruka la fermò non appena la donna uscì dalla stanza di Rei.

"Che cosa vuoi?"

"Possiamo parlare?"

"Non possiamo rimandare?"

"No, è importante."

"D'accordo."

L'ispettrice, contrariamente a quanto Mamoru le aveva raccomandato, si ritrovò da sola con il biondo arrogante e pure sospetto nel parcheggio dell'ospedale dove, la notte prima, si erano parlati per l'ultima volta.

"Allora? Che cosa vuoi?" chiese Michiru con tono decisamente impaziente "ho molto lavoro da fare."

"Vorrei chiederle cosa le è successo" iniziò Haruka, avvicinandosi alla donna che indietreggiò quasi di riflesso "vede? Ieri eravamo così intimi e adesso si comporta in questo modo."

Michiru non rispose, spostando lo sguardo di lato.

"Ho detto qualcosa di sbagliato?"

"No."

"Allora qual è il problema?"

"Non c'è nessun-"

"Non sarà per Rei?"

"No."

"Andiamo, lei non sa mentire lo sa?"

"Ho detto di-" l'ispettrice non riuscì a terminare la frase poiché il suo viso venne afferrato dal biondo con una mano, che la costrinse a voltarsi.

"Guardami, Michiru."

Sentirsi chiamare per nome in quel momento le provocò sentimenti contrastanti, sentiva un forte calore crescere nel suo petto e al tempo stesso dei brividi lungo la schiena.

"Non mi..." la donna sospirò leggermente, quasi non riusciva a parlare "non mi toccare!"

Haruka le lasciò il viso, sul suo volto si poteva leggere un'espressione davvero confusa.

"Ma che cosa le è successo?"

Michiru si voltò.

"Vorrei tornare a prima di ieri sera."

"Che cosa significa? Vuole forse far finta che non sia successo nulla tra noi ispettrice?"

"Te ne prego."

"Noi non stiamo più insieme, lo sa."

"Non ha importanza, è la mia migliore amica."

"Non dovre-"

"Questa è la mia decisione" la donna riuscì a sentire Haruka prendere un respiro profondo.

"D'accordo, ispettrice."

"Ti ringrazio."

La donna si voltò verso di lui, scambiando con il biondo uno sguardo indecifrabile, carico di emozioni diverse.

"Ti chiedo scusa..."

"Non finirà così" la risposta di Haruka la spiazzò.

"Scusa?" gli chiese, piuttosto perplessa, ma lo squillo del cellulare del biondo interruppe la conversazione.

"Rispondi pure" asserì la donna prima di voltarsi "devo tornare in centrale" annunciò, allontanandosi successivamente dopo aver salutato con un cenno il pilota che, prendendo dalla tasca il cellulare, rispose dopo un sospiro.

 

"Hai un pessimo tempismo."

"Vieni a casa, è successa una cosa."

"Di che parli?"

"Vieni a casa, non posso dirtelo al telefono."

"Mi stai spaventando Setsuna."

"Vieni e basta!"

"Non ho l'auto, puoi veni-"

"Che significa che non hai l'auto!? Stai bene?"

"Non c’è bisogno che ti arrabbi, te lo spiego strada facendo."

 

---

 

"Come stai?" le chiese gentilmente, prendendo posto accanto al suo letto.

La donna non rispose, Ami l'aveva avvisato che non parlava più dal giorno dell'incidente.

Sospirò, afferrandole una mano.

"So che cosa ti passa per la testa, non è colpa tua Michiru."

Nessuna reazione.

"Senti..." il tono di Mamoru sembrò più incerto "...vorrei poterti aiutare Michi, se hai bisogno di parlare o di qualsiasi cosa, conta pure anche su di me."

La donna annuì e il ragazzo si alzò, lasciandole un bacio sulla guancia, prima di lasciare la stanza d'ospedale dov'era ricoverata a causa del fatto che per più di due settimane aveva smesso anche di nutrirsi, diventando davvero debole.

"Mi fa male vederla così" sussurrò all'amica che lo stava aspettando fuori.

"Anche a me, spero si rimetta presto."

"Resti qui?" chiese, prendendo posto accanto a lei su una panchina nel corridoio.

"Sto aspettando Rei."

"La vostra amica poliziotta?"

"Esatto."

"Secondo te tornerà quella di un tempo?"

"Non possiamo saperlo, Mamoru."

"Già."

I due rimasero in silenzio per qualche minuto, finché il moro non si alzò.

"Adesso devo andare, ho un paziente tra poco."

"Si certo, va' pure" asserì Ami, ma poco prima che il ragazzo si allontanasse tornò a parlare "sai, mi è venuta in mente una cosa."

"Hm?"

"Non mi hai mai detto a chi dovessi dichiararti quel giorno, immagino fosse andata male."

Mamoru sospirò, stringendo un pugno.

“Già.”

 

---

 

"Che cos'è successo?"

"Haruka siediti."

"Setsuna mi stai facendo preoccupare."

"Siediti" insistette la donna, piuttosto severa.

Il biondo sospirò, sedendosi sul divano della propria abitazione, guardando dal basso l'amica che era davanti a lui.

"Allora?"

La donna accese il televisore del salotto, passando sul canale delle notizie.

"Vuoi spiegarmi cosa significa...?" Haruka assunse un'espressione davvero arrabbiata non appena si rese conto di cosa era accaduto.

"Non lo so, ma non mi spiego come i media siano entrati in possesso di informazioni così dettagliate. Non hanno fatto il tuo nome ma 'giovane pilota biondo giapponese coinvolto in un caso d'omicidio' è piuttosto preciso."

"Non capisco...chi può aver fatto una cosa simile?"

"Haruka, non voglio saltare a conclusioni affrettate ma sono state condivise informazioni di cui nemmeno noi eravamo a conoscenza."

"Dove vuoi arrivare?" inclinò la testa.

"I casi sono due, o l'assassino ha deciso di incastrarti a tutti i costi usando metodi decisamente creativi o qualcuno che aveva accesso alle informazioni della polizia ha deciso di rende pubblico il caso."

"Polizia?" Haruka non poteva credere a quel che aveva sentito, la sua mente viaggiò immediatamente a quell'unica persona e Setsuna ne era perfettamente conscia.

"Stai pensando che..."

"...è una possibilità Haruka."

Il biondo si alzò dal divano, sembrava davvero molto agitato.

“Non posso credere che mi abbia tradito in questo modo” asserì, calciando uno sgabello.

“Sta’ calmo, ti proteggerò io.”

"Ho bisogno di distrarmi."

"Sarebbe meglio che tu restassi a casa."

"Non riesco, mi dispiace" ribatté, indossando i suoi occhiali da copertura.

"Vuoi venire con me?"

"Haruka aspetta."

Il ragazzo alzò le mani.

“Ho capito, non c’è problema” asserì piuttosto cupo, afferrando il cellulare dal tavolo.

 

“Haruka?”

“Mina, sei libera questa sera?”

“Uhm sì, perché me lo chiedi?”

“Vuoi uscire con me?”

“Ah si! Certo!”

“Ti va di andare al ‘Planet V’?”

“Va bene, ti aspetto lì allora.”

“Arrivo.”

 

“Haruka è una pessima idea, qualcuno potrebbe cercare di seguirti per ottenere informazioni, è pericoloso anche per Minako” lo rimproverò Setsuna, decisamente preoccupata.

“Troppo tardi” ribatté freddo, salendo in camera per cambiarsi, mentre l’avvocato si portava una mano tra i capelli, sicura che qualcosa sarebbe andato storto.

Quando il ragazzo tornò giù, si rivolse a lei “puoi restare qui se vuoi, tanto hai le chiavi” ma subito dopo si avvicinò, con aria piuttosto seria “ah e se mi cerca quell’ispettrice non dirle dove sono.”

 

---

 

“Non starai lavorando un po’ troppo?” iniziò Ami, entrando nel suo ufficio.

“Con Rei fuori gioco devo fare tutto da sola” rispose l’ispettrice, sorseggiando l’ennesimo caffè di quel giorno, ormai aveva perso il conto.

Ami prese posto di fronte a lei, osservando il mucchio di scartoffie che aveva sulla scrivania “e Noboru?”

“Sta ancora terminando un lavoro che gli ho dato ieri.”

“Almeno ti aiuta, non sei contenta?” le chiese la dottoressa ridendo, provocando una reazione piuttosto buffa in Michiru.

“Oh sì, non sai quanto, soprattutto quando-”

“Ispettrice!” questa volta la donna dai capelli acquamarina rovesciò il caffè dallo spavento, mentre Ami rideva davvero divertita con una mano sulla bocca.

“M-Mi dispiace ispettrice…” asserì Noboru davvero mortificato.

“...soprattutto quando...entra nel mio ufficio urlando! Noboru dannazione!” la donna si alzò in piedi, guardando il giovane agente in cagnesco.

“Mi scusi! Non succederà più!” disse inchinandosi.

“Che cosa vuoi!?”

“H-Ho terminato il lavoro che mi aveva chie-”

“Mi hai fatto rovesciare il caffè solo per dirmi questo!?”

“No no! Vede ecco...ho chiamato tutte le ragazze della lista e le ho avvisate ma-”

“Vai al punto!”

“U-una di loro è morta!”

Michiru si bloccò, impiegando qualche secondo per elaborare quel che Noboru le aveva appena comunicato.

“Quando!?”

“I-Il mese scorso, il caso è stato archiviato per mancanza di prove” le rispose, porgendole un fascicolo “qui c’è tutta la documentazione.”

L’ispettrice afferrò la cartellina, leggendo il nome della donna.

“Tomoko Sato”

“Che cosa stai pensando Michiru?” le chiese Ami.

“Forse abbiamo trovato la pista giusta.”

 

---

 

“Ma quanto ci mette quello scemo?” si chiese Minako, appoggiandosi ad un muretto poco distante dall’entrata del locale dove avrebbe passato la serata con il suo amico.

“Ehi, ma io ti conosco” una voce familiare richiamò la sua attenzione, facendola voltare, ma non appena la bionda lo riconobbe indietreggiò.

“Seiya?”

“Sei da sola?” le chiese avvicinandosi, non sembrava avere cattive intenzioni, ma Minako conosceva bene la sua storia e dunque continuò a indietreggiare.

“Sto aspettando Haruka” l’espressione del moro cambiò a quel nome.

“Davvero un peccato che tu perda tempo con lui, sei così carina.”

“Non parlare così di lui” ribatté la ragazza, sentendosi successivamente afferrare il braccio “c-che stai facendo?” gli chiese dimenandosi mentre l’altro la trascinava lontano dal locale.

“Voglio solo parlare un po’ con te.”

“Io invece non voglio! Lasciami!” Minako tentò di dargli uno schiaffo, ma l'altro le bloccò anche quella mano.

“Sai che il tuo amico non è come sembra?”

“Lasciami!”

“Non è una brava persona come pensate tu e mio fratello.”

“M-Mi stai facendo male! Smettila!” lo implorò la ragazza con gli occhi lucidi.

“Minako!” la voce di Haruka attirò l’attenzione di entrambi e in particolare quella del moro, che lasciò andare la bionda.

“Che cazzo le stavi facendo?” il ragazzo si avvicinò a lui, afferrandogli la maglietta e tirandolo verso di sé, sfruttando il fatto di essere poco più alto.

“Niente, stavamo parlando” rispose l’altro, afferrandogli il braccio “adesso lascia-” il moro non riuscì a terminare la frase che sentì un colpo forte al volto, indietreggiando contro il muro del vicolo in cui aveva trascinato Minako.

“Non ti avvicinare più a lei” Haruka si posizionò davanti alla ragazza, guardando l’altro che per qualche motivo iniziò a ridere.

“Ma che hai da-”

“Vuoi uccidere anche me?”

“Ma di che stai parlando?”

“Ho visto le notizie sai” iniziò Seiya, strofinandosi una guancia con il dorso della mano “non è stato così difficile capire che parlassero di te.”

“Haruka di che sta parlando?” chiese Minako, ignara di tutto, mentre il biondo stava perdendo decisamente la pazienza.

“Non sarai stato tu?”

“Purtroppo no, non sapevo nulla del tuo hobby da assassino.”

“Mi sembri decisamente contento però” Haruka si riavvicinò a lui.

“Si, magari questa è la volta buona che mio fratello si accorga chi sei davvero.”

“Tuo fratello? Hai il coraggio di pensare ancora di poter rimediare?” il biondo appoggiò con impeto la fronte contro quella di Seiya, portando una mano sulla sua spalla “anche se dovesse odiare me, non tornerà mai a vederti come un fratello maggiore, lo sai vero?” quelle parole del pilota si rivelarono essere il detonatore che fece esplodere la rabbia del moro il quale gli afferrò il braccio, contorcendolo con la forza necessaria da far gridare di dolore l’altro.

“Haruka!”

“Cristo…” sospirò il biondo, tenendosi il braccio dolorante.

Qualche istante dopo intervennero alcuni agenti, chiamati probabilmente da alcuni passanti che avevano visto la scena, separando i due ragazzi e chiamando un’ambulanza.

 

---

 

“Michiru, sei ancora qui?” chiese l’uomo, affacciandosi all’ufficio dell’ispettrice.

“Mamoru! Non preoccuparti, stavo per tornare a casa, te lo giuro” rispose quasi ridendo, mentre metteva nel cassetto alcune scartoffie.

“Hai idea di che ore sono?”

“Hm, più o meno.”

“Le undici Michi.”

“Ah…” rispose guardando piuttosto sconsolata l’orologio “ho dimenticato di cenare.”

“Da quanto sei qui?”

“Direi almeno sette o sei ore.”

“Allora non hai visto il notiziario.”

“Che notiziario?” le chiese Michiru confusa.

“Parlavano del tuo caso.”

“Cosa? Ma non ho autorizzato nessuno a…”

“Avevano molte informazioni sai, piuttosto dettagliate.”

“Ma com’è possibile?” si chiese l’ispettrice, portandosi le dita alle tempie “hanno rivelato i nomi dei sospettati? Loro non-”

“Nessun nome eccetto quello delle vittime, tranquilla.”

“Dio...chi può essere stato?” Mamoru le si avvicinò, poggiandole una mano sulla spalla e sorridendole.

“Prenditi una pausa Michi, basta per oggi. Che ne dici di andare a mangiare qualcosa insieme?”

“Ah...sì, d’accordo, in effetti ho un po’ fame” rispose la donna, sospirando, prima di tornare a mettere a posto l’ufficio.

“Ti aspetto fuori, allora” le disse, prima di lasciare l’ufficio e tornare alla propria auto dove, una volta seduto, prese un cellulare dalla tasca del cappotto, recuperandone la sim dal retro e spezzandola, rendendola inutilizzabile.

“Meglio che resti anonimo” sussurrò tra sé e sé, prima di riporre il cellulare in uno scomparto del cruscotto, notando successivamente che Michiru l’aveva raggiunto.

“Eccomi.”

“Ehi” Mamoru le sorrise, mettendo in moto l’auto e lasciando la centrale, osservando di tanto in tanto l’amica dallo specchietto retrovisore, che sembrò accorgersene.

“Mi è tornata in mente una cosa.”

“Hm?”

“Ricordi quella volta che abbiamo suonato insieme?”

“Quale delle tante?” rispose il ragazzo sorridendo.

“La prima.”

“Si, la ricordo bene.”

“Mi avevi detto che avrei potuto fare la violinista” asserì ridendo l’ispettrice “chissà, magari se l'avessi fatto adesso non sarei qui con il mal di testa.”

“Te l’avevo detto Michi” rispose ironicamente il moro.

“Già, forse avrei dovuto ascoltare te anziché Erika” ripose, spiazzando Mamoru.

“Che vuoi dire?”

“Lei detestava sentirmi suonare sai, diceva che ero tremenda” il tono della donna sembrò piuttosto nostalgico.

“Si sbagliava” ribatté l’altro.

“Chissà, magari sarebbe ancora viva.”

Mamoru sospirò, la piega che la conversazione aveva preso era piuttosto malinconica, voleva tirarle su il morale, ma il passato stava bussando con insistenza, questa volta, alla sua mente.

“Non è stata colpa tua, te l’ho detto mille volte.”

 

---

 

“Credo che la lascerò.”

“Ma che cosa stai dicendo?”

“Non posso continuare così, ho troppa paura e non mi fa bene.”

“Quello che dici non ha senso! Così la perderai di sicuro!”

“Preferisco perderla per mia scelta che per un proiettile vagante!”

“Erika...ripensaci ti prego...le faresti troppo male.”

“Ho già deciso Mamo, non ho intenzione di tornarci su!”

“Sei un’egoista!”

“Ma che dici? Da che parte stai Mamo?”

“Mi sono fatto da parte per te e tu ti comporti così?”

“Ma di che stai parlando!?”

“Sono innamorato di Michiru da quando l’ho conosciuta, ma tu me l’hai portata via!”

“Mamo...io...io non ne avevo idea, mi dispiace!”

“Non ha importanza adesso.”

“Senti...questo non cambia la mia decisione.”

“Vuoi davvero farle così male?”

“Vuoi farmi sentire ancora più in colpa?”

“Te lo meriti.”

“Senti Mamo io-”

“Erika? Erika!? Erika!”

 

Note dell’autore

¹Il personaggio in questione ha l’aspetto di Fisheye del trio delle Amazzoni.

²Quartiere di Tokyo.

 

Ehi! Scusatemi se ci ho messo così tanto ma ho avuto gli esami per tre giorni di fila, per fortuna sono andati tutti bene. Voi come state invece? Attendo i vostri messaggi e vi do appuntamento al prossimo capitolo!

Taki

 
   
 
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