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Autore: kanejvibes    29/06/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 15

Nina sospirò, non se ne era nemmeno resa conto, ma aveva il viso a pochissimi centimetri da quello di James, tanto che riusciva a sentire il suo respiro caldo sulle guance.
Posò lo sguardo sulle sue labbra e quello fu uno sbaglio fatale.
Sembrava fossero fatte per baciare ed essere baciate: una qualche divinità maledetta che probabilmente la odiava le aveva scolpite solo e soltanto per quello scopo.
Deglutì a fatica, aveva la gola secca e ancora bruciata dall'alcol.
Sentiva la testa pesarle terribilmente sul collo e il cuore batterle con frenesia in gola.
Ma per la prima volta dopo secoli non aveva un pensiero in testa se non lui.
Si avvicinò ancora di più, incapace di fare diversamente.
James invece non si mosse, la stava semplicemente guardando con un'espressione indecifrabile stampata sul volto.
Non aveva detto più una parola e la cosa la stava decisamente facendo impazzire.
Non si fermò. Le loro labbra si sfiorarono.
Quel contatto fece sussultare entrambi e restarono immobili per qualche secondo, con gli occhi improvvisamente chiusi.
Poi, Nina annullò qualsiasi distanza ci fosse e premette con decisione le labbra su quelle del ragazzo. Pensò che non avrebbe reagito e che allora la situazione sarebbe diventata davvero imbarazzante, ma quando fece scontrare le loro bocche per l'ennesima volta, James le cinse i fianchi, attirandola ancora più vicina e permettendole di mettersi a cavalcioni su di lui. Senza nemmeno pensarci, Nina gli circondò il collo con le braccia, approfondendo il bacio.
Provò cose che nemmeno aveva immaginato di poter provare. Sentì girarle la testa e brividi le percorsero tutto il corpo, ma in qualche modo era certa che James stesse avendo esattamente la stessa reazione.
Schiuse le labbra e lasciò che le loro lingue si incontrassero, stringendosi ancora di più a lui.
Avrebbe voluto che quel bacio fosse proiettato in ogni parte del mondo e allo stesso tempo che nessuno venisse mai a saperlo e restasse soltanto tra loro due.
Poi, come risvegliatasi da un sogno, smise di baciarlo e lo guardò, allarmata.
"Noi...non possiamo. Non posso...io...siamo ubriachi", mormorò, tirandosi in piedi, per miracolo senza cadere.
James la guardò soltanto, senza dire  una parola, ma i suoi occhi non erano più indecifrabili. Sembrava aver tirato giù tutte le barriere che lo avevano circondato fino a quel momento, si era messo a nudo di fronte a lei e in quel momento non capiva come mai Nina si stesse tirando indietro. Ma non disse una parola, anche perché non ne ebbe il tempo. La ragazza era scappata via, barcollando.

Nina stava per sedersi accanto a Dean con una ciotola di cereali e latte in una mano e un bicchiere d'acqua nell'altra.
Era di pessimo umore, le scoppiava la testa e si era dovuta costringere ad uscire dal letto per andare a fare colazione.
Due pesanti occhiaie violacee le cerchiavano gli occhi e i capelli, legati malamente, le stavano solleticando il viso, non piacevolmente.
Sperava di non incontrare James, ma se l'avesse visto, si era convinta che avrebbe fatto finta di niente.
Dopotutto probabilmente lui avrebbe fatto lo stesso e che senso aveva tirare in ballo uno stupido bacio che non aveva significato niente per entrambi?
A quel pensiero quasi si mise a ridere istericamente.
Non aveva significato niente. Ah!
La mano che teneva il bicchiere tremò appena, facendole rovesciare addosso dell'acqua.
Imprecò, mentre vedeva la maglietta macchiarsi, ma almeno l'acqua fredda l'aveva allontanata per un attimo dal casino che aveva in testa.
Quando rialzò gli occhi, Nick era davanti a lei.
"Ehi", la salutò, lasciandole un bacio agli angoli della bocca. Lei congelò.
Se aveva pensato a come comportarsi con James, Nick non le era passato neanche per l'anticamera del cervello.
Le aveva detto che l'amava e dopo due minuti lei era andata a ficcare la lingua in gola al suo migliore amico. 
Beh, tecnicamente avevano litigato.
Fece una smorfia a quel pensiero.
"Nick...buongiorno", mormorò, a disagio.
"Sei sparita ieri. Tutto bene?". Lui le rivolse quella solita occhiata preoccupata che Nina aveva iniziato ad odiare.
"Oh, sì. Tutto benissimo, ero soltanto stanca", si affrettò a rispondere, trascinando la voce più del dovuto, mentre poggiava la ciotola e il bicchiere sul tavolo.
Notò Dean che li fissava con la coda dell'occhio, ma lo ignorò.
"Ok, vado a prendere qualcosa da mangiare e ti raggiungo", rispose lui, tornando di ottimo umore, sfornando uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Le fece l'occhiolino e se ne andò, fischiettando.
Nina fece una smorfia e si sedette a disagio.
"Perché gli hai mentito?", fece Dean, squadrandola con fare interrogativo.
Nina si mosse appena sulla sedia, lasciandogli un'occhiata.
"Non...non è così...", mormorò, abbassando gli occhi sulla sua colazione e gemendo quando quella le provocò il voltastomaco.
"Nina, dimentichi che posso sentire quello che provi".
La ragazza lo guardò di nuovo, questa volta lo incenerì con lo sguardo. Assottigliò gli occhi per provare a sentire ciò che stava provando lui, ma era un enigma. La cosa la mandò su tutte le furie.
"Stai fuori dalla mia testa", sibilò, sbuffando.
"Più facile a dirsi che a farsi, sei un vortice di emozioni", ribatté lui, per niente offeso dal suo tono, mentre ricominciava a mangiare.
"Come mai tu puoi sentire quello che provo io e invece, per quanto ci provi, tu sei diventato indecifrabile?".
Dean la guardò, alzando le spalle.
Ancora, le stava nascondendo qualcosa. Ma come? E cosa?
"Allora vuoi dirmi come mai gli hai mentito?", continuò lui, come se niente fosse.
Nina scansò di lato i cereali e si appoggiò allo schienale della sedia, incrociando le braccia. 
Sbuffò, ma poi si rilassò appena quando capì che non vedeva l'ora di togliersi quel peso dal petto.
"Ho baciato James", sussurrò, piano, avvicinandosi a lui perché potesse sentirla meglio.
Dean fece un sorrisetto da bastardo.
"Era ora!", esclamò allegramente.
"No, invece! È un problema perché sto con Nicholas. Ma ero ubriaca, lui era ubriaco ed è stato un errore. Non voglio che rovini la nostra relazione".
Dean scosse la testa.
"Le bugie distruggono una relazione forse più della verità, Nina", concluse, andandosene e lasciandola di stucco. Fece una smorfia corrucciata. San Dean sempre pronto a fare il cavaliere della giustizia era la parte che proprio non sopportava di suo fratello. Sempre così perfetto, sempre così corretto.
Nicholas tornò poco dopo, sedendosi vicino a lei con la sua colazione, mentre Nina stava ancora rimuginando, con lo sguardo fisso sul tavolo.
"Sicura di star bene? Ti vedo...".
"Sto bene, Nick. Davvero", ribatté lei, interrompendolo e si sforzò di mettere in bocca una cucchiaiata di latte e cereali.
Poi, vide James fare il suo ingresso nella sala e puntare direttamente verso di lei.
Sgranò gli occhi e cercò di attenersi al suo piano, sperando che evitando un contatto visivo lui non si sarebbe avvicinato.
Ma poco dopo apparve alle loro spalle.
"Ehi...possiamo parlare?".
Nina chiuse gli occhi e fece una smorfia, poi si voltò, ma si rese conto che James non era rivolto a lei, ma a Nicholas.
Schiuse le labbra, mentre sentiva i battiti del suo cuore schizzare alle stelle.
Il moro sospirò, mentre lo guardava.
"James...".
"Per favore, c'è qualcosa che devo dirti".
Nina scosse la testa, sbarrando gli occhi, sperando che James la vedesse, ma il ragazzo aveva gli occhi piantati su Nicholas.
"Ok", sbottò Nick, scocciato.
Si alzò e Nina avrebbe voluto fermarlo, avrebbe voluto gridare qualcosa a James, ma restò immobile, con le parole congelate in gola.

Jaime e Nick si allontanarono abbastanza da non essere sentiti da nessuno nella sala.
Il moro incrociò le braccia e alzò un sopracciglio.
"Mi dispiace, ok? Mi dispiace per Aline e per tutto il resto. Ma sono un coglione e lo sai benissimo. Mi conosci meglio di chiunque altro, Nick. Sei il mio migliore amico, sei mio fratello...", iniziò, prendendo un bel respiro.
Nicholas non disse niente, continuò a fissarlo con il viso in un'espressione corrucciata.
"Mi dispiace, puoi perdonarmi? Possiamo dimenticarci di tutto e ricominciare?", riprese il lupo, schiudendo le labbra.
Nicholas sbuffò, poi annuì appena.
"Ok, sì. Va bene", mormorò.
James gli sorrise e lui ricambiò.
"E' comunque uno spreco di energie stare arrabbiato con te", aggiunse, divertito. 
Ridacchiarono, poi Jaime tornò serio.
"C'è...uhm...un'altra cosa che devo dirti".
Nicholas alzò un sopracciglio.
"Mi verrà voglia di colpirti di nuovo?".
"Probabilmente".
"Spara".
James abbassò gli occhi e fece schioccare la lingua.

Nina stava guardando Nicholas e James discutere.
Nick sembrava di nuovo furioso e Nina si sentì quasi svenire.
Forse sarebbe dovuta intervenire?
Si alzò, mordendosi il labbro inferiore, con l'ansia che la assaliva, ma si costrinse, passo dopo passo a raggiungere i due ragazzi.
James fu il primo a vederla e la osservò, aggrottando la fronte.
"Nick mi dispiace, avrei dovuto dirtelo. Ma non sapevo come e non stava solo a me dirtelo...", mormorò lei, ignorando lo sguardo pressante di Jaime.
Nicholas si voltò verso di lei e corrugò le sopracciglia.
"Tu sapevi?", chiese, prima confuso e poi di nuovo arrabbiato.
Nina schiuse le labbra, realizzando soltanto in quel momento che non avevano parlato del bacio.
"Cosa?", blaterò, passando un'occhiata impanicata a James, che chiuse gli occhi.
"Sapevi che James aveva lavorato per i Westing e non mi hai detto niente?", sbottò ancora Nick, gesticolando con rabbia.
Nina aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne uscì niente se non suoni confusi.
"Nick, lei non c'entra, ok? Sono io che...".
Nicholas lo bloccò con il gesto di una mano.
"Avrò bisogno di un po' di tempo per mandare giù questa cosa...io...". Nicholas scosse la testa e se ne andò.
Nina avrebbe voluto seguirlo, ma James le bloccò la strada.
"Dobbiamo parlare anche noi", disse, guardandola con fare ovvio. 
"No, James, non abbiamo niente da dirci, eravamo ubriachi. Non ha significato niente".
Jaime aggrottò la fronte.
"Io...".
"Tu cosa? Nick mi ama, me l'ha detto. E non sono disposta a sacrificare tutto per...per cosa, poi? Vuoi stare con me? Mi ami?", sbottò, scuotendo la testa.
James non rispose.
"Come pensavo", sibilò lei, andandosene.

James stava tirando calci e pugni ad un manichino con quanta più rabbia e furia potesse tirar fuori.
Avrebbe dovuto essere stanco, spossato, in pieno dopo sbornia, ma la collera lo aveva caricato di energia, di cui voleva assolutamente liberarsi.
Stava per tirare l'ennesimo pugno, quando una voce alle sue spalle lo fece bloccare.
"Dovresti mettere le tue emozioni da parte, quando combatti", fece Dean, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.
James si rilassò, chiedendosi da quanto tempo lo stesse osservando.
"Non mi sto scontrando con nessuno e la rabbia mi dà uno scopo per continuare a combattere", sibilò, afferrando una bottiglia d'acqua per bere.
Dean si avvicinò, alzando le spalle.
"Immagino non sia uguale per tutti, ma trovo difficile concentrarmi su uno scontro quando la mia mente vaga su altro".
"Quindi cosa fai? Stacchi le emozioni come se ci fosse un interruttore?", ribatté James, scettico, mentre alzava un sopracciglio.
Dean annuì con la testa.
"E' più facile di quanto sembri, ma forse è perché sono stato un deeta così tanto tempo che a malapena mi ricordo come fosse prima di diventarlo", mormorò, pensieroso.
Jaime fece una smorfia.
"Mi dispiace, deve essere stato orribile".
Dean sorrise tristemente.
"Non riesco a smettere di pensare ad ogni singola persona a cui abbia fatto del male. Li vedo e li sento di giorno, tormentano i miei sogni di notte".
"E allora come fai a non essere furioso?".
"La rabbia uccide. Poi puoi essere tu a morire, i tuoi nemici o i tuoi amici, ma in ogni caso la rabbia uccide", continuò Dean.
 "Non vuoi vendetta per ciò che ti hanno fatto?", mormorò James, incrociando le braccia.
Dean annuì.
"Certo che sì", disse, afferrando un bastone da combattimento e sfiorandolo con le dita. Lo osservò, come se fosse la cosa più interessante del mondo, poi lo lanciò James, che lo afferrò al volo, e ne prese un altro per sé.
"Ma non permetto alla rabbia di controllarmi mentre combatto", continuò, facendo roteare il bastone per poi avvicinarsi a Jaime e attaccarlo. I due bastoni si scontrarono, producendo un rumore sordo.
"Mi estraneo completamente. Mi concentro sul mio respiro", disse, attaccando di nuovo. James si gettò di lato, evitando anche quel colpo.
"Mi concentro sul respiro del mio avversario".
Il bastone andò di nuovo a folle velocità verso James che si vide costretto a mettersi di nuovo sulla difensiva.
"Mi concentro sul suo sguardo. Gli occhi dicono tanto".
E ancora aveva mandato un colpo, che questa volta centrò James sul braccio. Lui fece una smorfia, poi si abbassò per evitare di venire preso anche sulla spalla.
"Mi concentro sul suo stile di combattimento. La rabbia, la sete di vendetta ti rendono forte, ma stupido e impulsivo", riprese Dean.
Questa volta, James era riuscito ad attaccare, ma il braccio destro era ancora indolenzito per il colpo incassato e Dean parò con facilità. L'ennesimo colpo fu l'ultimo. Fece sgusciare via il bastone dalle mani di James.
Dean sorrise appena e si rilassò, mentre l'altro lo osservava.
"Combatti bene", ammise James, che a quel giorno aveva visto davvero poche persone disarmarlo a quel modo.
"Anche tu, ma metti da parte la rabbia e combatterai anche meglio", mormorò, andando a posare entrambi i bastoni.
James annuì, osservandolo, poi schiuse le labbra, mentre un pensiero gli balenava nella testa.
"La connessione con Nina...funziona?", chiese, cambiando discorso così dal nulla.
Forse era stato completamente spudorato, ma non gli importava.
Dean si voltò e lo osservò, alzando le spalle.
"Vuoi sapere quello che mia sorella prova per te?", domandò, piegando la testa di lato, dando a James l'impressione che l'avesse letto nel pensiero.
"Chiediglielo", concluse poi, andandosene.
James sorrise appena. Dean gli piaceva.

Nick stava cenando, in preda ad un attacco di pensieri disordinati.
Non sapeva esattamente come si sentisse in quel momento e la cosa lo stava facendo impazzire.
Quando James gli si parò davanti, lo ignorò.
"Possiamo parlare?".
"Sto mangiando", blaterò Nicholas, duro, con gli occhi fissi sulla sua cena.
Era stanco e sicuramente non aveva voglia di litigare.
"Sì, lo vedo, voglio solo...".
"Ascolta, James, o come ti chiami veramente- James si irrigidì- sei stato tu a metterci in questa posizione. Il minimo che tu possa fare è darmi del tempo per riflettere".
Jaime sbuffò, scuotendo la testa e si sedette.
"Ma tu non rifletti, tu covi rabbia fino a che non ti fa scoppiare e fai qualcosa di stupido", disse, prendendo un lungo respiro.
Finalmente, Nick lo guardò, alzando un sopracciglio.
"Senti chi parla...", commentò.
"E' il mio passato, ok? Sono io a decidere con chi e quando parlarne".
Nick sbatté un pugno sul tavolo, facendo voltare molti dei presenti nella sala.
Li ignorò, non gli importava dell'opinione di nessuno.
Era furioso.
"No! Non funziona così. Non per un passato del genere, non quando io sono stato sempre chiaro e onesto. Non nella situazione in cui siamo. Se i ruoli fossero invertiti probabilmente sarei morto adesso", sbottò il moro, assumendo un'espressione carica d'ira. I denti bianchi digrignati, il collo tirato.
James schiuse le labbra, colpito, e fece per rispondere, ma l'altro lo anticipò.
"E non venirmi a dire che non mi uccideresti. Uccideresti tua madre per molto meno".
Il lupo fece schioccare la lingua e annuì appena, amareggiato.
"Mi ritieni davvero una persona del genere?".
"Non so nemmeno più cosa pensare di te".
"E allora perchè resti con me? Prendi tua sorella, prendi chiunque voglia venire con te e vattene. Cosa ti ferma? Prendi Nina e andatevene il più lontano possibile da me e dai Westing a vivere una vita più serena", sibilò James, acido. 
Aveva fatto tante cose di cui si pentiva, non avrebbe mai negato di essere una persona difficile, ma non meritava quelle parole.
Si alzò, poggiando le braccia sul tavolo per guardare meglio Nicholas.
Il moro aveva un'espressione indecifrabile e scosse la testa.
"Pensi che io voglia abbandonare la missione?".
"Quale missione? Intendi la causa persa in cui io ho deciso di farvi intrecciare tutti? Quella missione?", sbottò Jaime, scuotendo la testa.
"Non possiamo smettere di combattere e lasciare che i Westing vincano...", mormorò Nick.
"Hanno già vinto, Nick. Avrei dovuto capirlo prima, ma sono stato uno sciocco. Quindi te lo ripeto...porta via chiunque ne abbia abbastanza di me e continuate a vivere".
"Quella sarebbe la decisione più facile e io non sono tipo da decisioni facili", commentò Nicholas.
James annuì con la testa e si sistemò appena la maglietta, poi fece per andarsene, ma sembrò venirgli in mente qualcosa e si fermò.
"Non lo farei, comunque", disse, senza guardare il moro.
"Non ti ucciderei se i ruoli fossero invertiti", concluse, andandosene.
Nick lo guardò uscire dalla sala.
  
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