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Autore: Ivy001    29/06/2021    1 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nairobi, avvolta dalle esili braccia di suo figlio, rincasa, cercando di mostrarsi quanto più forte possibile. Difficile farlo sapendo che Ginevra è probabilmente assieme alle persone che la gitana odia di più al mondo, difficile farlo sapendo di aver distrutto definitivamente la relazione con Bogotá, difficile farlo sapendo che anche Emilio, costruitosi una storia d’amore degna di Oscar nella sua testa, deve lasciare la missione per ordine di suo padre.

Quando i due Jimenez raggiungono la Banda, notano una strana tensione nell’aria.

E quando Agata chiede spiegazioni a Tokyo, l’amica le dice - “Abbiamo avuto conferma. Eravate sulla pista giusta. L’auto su cui è salita Ginny è quella del tuo patrigno, Nairo”

Il corpo di Axel s’irrigidisce sentendo tirare in ballo quell’uomo.

“Dobbiamo portarla via da quell’inferno. Potrebbero farle del male, magari somministrarle alcool, droghe per stordirla, magari hanno intenzione di usarla come merce di scambio con la polizia, cazzo dobbiamo agire” – e il panico del gitano non tarda a mostrarsi.

“Manteniamo la calma, per favore” – interviene Sergio – “Abbiamo valutato bene la faccenda e pensavamo di indirizzarci su qualcuno in particolare..”

“Chi?” – domanda Agata.

“Betta” – risponde Sebastìan.

“Una bambina? No! Assolutamente no!”

“Pensaci, è l’unica che può agire per noi dall’interno” – la fa riflettere Lisbona.

“Ok, ma se dovessero scoprirla e farle del male? Non me lo perdonerei”

“Faremo in modo che nulla di tutto ciò accada. Fidati” – ribadisce il Professore.

“Vi giuro che se le succede qualcosa, io sono disposta anche a costituirmi…”
“Non dire stronzate” – aggiunge Denver – “Manderesti a puttane tutta la tua felicità, sai che fine farebbero i tuoi figli?”

È chiaro il riferimento che Daniel Ramos fa in quell’istante.

Sì, Nairobi sa bene cosa potrebbe accadere se si fosse costituita come penitenza per il male procurato ad innocenti…lei sa bene che ciò ricadrebbe su Bogotà, che verrebbe automaticamente catturato e sbattuto in galera…e i  bambini?...loro vivrebbero esattamente come ha vissuto Axel, senza genitori, in case famiglia, affidati ai servizi sociali.

La Jimenez rabbrividisce al solo pensiero e scende a compromessi con il Marquina – “Betta deve essere protetta ventiquattro ore su ventiquattro. Nessuno, dico nessuno, dovrà torcerle un solo capello”

Soddisfatti di averla convinta, i Dalì le promettono quanto detto.

“Non metterò in pericolo nessun altro. Già voi siete a rischio, non devono essercene altri!” – aggiunge la gitana, con voce tremante, prossima a cedere al pianto.
“Adesso è me che devi ascoltare!” – a quel punto interviene dal fondo della stanza colui che anni addietro fu salvato dai Dalì – “Tu non hai esitato a metterti nella tana del lupo quando mi catturarono, dodici anni fa. Tutti avete rischiato, per una mia cazzata. Stavolta non c'è nessuna cazzata di mezzo, stavolta si tratta di una bambina…e i bambini, dannazione, i bambini…no, non si toccano. Quindi fanculo i sensi di colpa, non devono esistere. Noi siamo responsabili per le decisioni che prendiamo. E se abbiamo accettato, lo facciamo non sotto costrizione, non perché ti dobbiamo un favore! Cazzo, Nairobi, si tratta di Ginevra! Io l’ho vista nascere quella bambina… è per me una figlia, e i figli sono sacri. Nessuno tocca un figlio di uno dei Dalì!”

Le parole di Rio sono l’esatto pensiero di ogni membro presente che annuendo, spalleggia Cortès.

“Siete la famiglia migliore del mondo” – si commuove Nairobi e finalmente, dopo giorni di apatia e totale perdita di lucidità, riesce a ringraziare gli amici, come meritano davvero.

Accolta dagli abbracci di tutti, inclusi i figli di Bogotá, Agata sente di aver ripreso a vivere. Il cuore è tornato a batterle, nonostante il dolore che ancora preme e le toglie il fiato.

“Adesso devi risolvere con tuo marito, però! Noi potremmo anche essere la famiglia migliore del mondo, ma lui è il tuo cuore. E sai bene che senza cuore non si può vivere” – le sussurra Silene all’orecchio, invitandola a raggiungere il consorte chiuso da ore in camera.

“Ho fatto una cazzata, non mi perdonerà mai”

“Immagino già, ho visto la sua faccia e quella di Emilio, per di più lui ha lasciato la villa con la valigia, beh…ho fatto due più due… però, l’importante è aver capito i tuoi sentimenti e cosa desideri dalla vita”

“Come sei diventata saggia, Silene Oliveira! Mi domando cosa ti sia accaduto” – sorride Nairobi, seppure in lacrime per la forte emozione.

Emozione che contagia anche Tokyo – “Ho avuto una brava insegnante”

Mentre le due donne vivono un momento loro, di tenerezza, Axel s’isola, sedendosi sulle scale che conducono al primo piano della villa.

“Ehi, ancora brutti pensieri?”

“Ivana, sei diventata il mio angelo custode?”

“Eh che viviamo sotto lo stesso tetto, inevitabilmente mi accorgo del tuo malessere, sai?”

La biondina osserva il parente acquisito in silenzio, studiando le sue espressioni.

“Sei un’ottima osservatrice, allora” – si complimenta, seppure mantenendo lo sguardo fisso a terra, torturandosi le dita delle mani in segno di nervosismo.

“Cosa ti agita?”

“Quell’uomo!”
“Quale? Il patrigno di tua madre?”
“Esatto, se facesse del male a Ginevra?”
La preoccupazione da fratello maggiore, nei confronti di una bambina che, seppure consanguinea, non ha mai conosciuto, colpisce piacevolmente Varsavia che, gli propone.

“Ti va di conoscere Ginny insieme a me?”

“Eh?” – esclama lui, confuso.

“Seguimi” – prendendolo per mano, la ragazza lo conduce fino alla cameretta dei gemelli.

“Questo è il suo letto, vedi? C’è la coperta di Frozen!” – spiega l’ucraina.

“Immaginavo, in fondo Sebastìan è più un tipetto da macchinine e supereroi”

“Ecco, guarda cosa c’è qui!” – dice Ivana, mostrando ad Axel il diario della bambina.

“Un diario segreto!”

“Esatto, Nairobi l’ha letto, ma non ha precisato granché sul contenuto. Io però mi sono incuriosita e l’ho cercato”
“Secondo te questo quaderno può dirci tanto di una persona?” – domanda, perplesso, il gitano.

“Provare non costa nulla!”

Sedutisi sul morbido tappeto rosso, posto al centro della stanza, i due si aprono al mondo segreto di Ginevra.

Ma Axel probabilmente mai avrebbe immaginato di trovarsi coinvolto tra quelle pagine.

******************************************

Nairobi, su consiglio di Tokyo, raggiunge la porta della sua camera da letto.

Sa bene che Bogotá è lì dentro.

La tensione alle stelle le fa vibrare il corpo.

Persino la ferita, cucitale e ricucitale dodici anni prima, pulsa con forza, come a volerle ricordare di un dolore talmente invasivo da impedirle di respirare.

Con il cuore in gola e un’indescrivibile morsa allo stomaco, la gitana dà un paio di colpetti all’uscio.

Non riceve alcuna risposta.

Così riprova.

Nulla. Bogotá sembra non interessato ad ascoltare nessun altro.

Che buffo pensare che proprio dove si trova oggi,dodici anni prima stava vivendo attimi di gioia sognati da tutta una vita. E così, in quell’istante, si mostra chiaro e dettagliato, l’episodio della sua prima notte di nozze.

 

“Che cosa fai? Guarda che sono pesante!”

“Ti prendo in braccio! Non si fa così con le spose?” – precisa Bogotà, afferrando la sua novella moglie, con ancora indosso un appariscente ed elegantissimo abito bianco.

Con estrema attenzione, spaventato di poterle fare male viste le recenti ferite da battaglia, procuratele dai loro nemici, il saldatore oltrepassa l’uscio della camera da letto, con la sua donna tra le braccia.

“Mai nessuno mi aveva trattata come fai tu, sai?”- sussurra Nairobi al suo orecchio, dandogli, subito dopo, un bacio tenero sulla guancia.

“E tu sei la sola donna che ha saputo rapire il mio cuore!”

“Ne avrò cura come tu fai con il mio ogni giorno”

Scambiatisi dolci parole, baci delicati e fin troppo casti per lo standard di Agata, è proprio la gitana a mettere piede per terra e dimenticarsi il pudore.

“Questa prima notte di nozze sarà indimenticabile” – lo provoca, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Spinge il marito sul letto, mostrando il suo lato più nascosto.

Un lato che Bogotá sospettava Nairobi avesse, ma di cui non ebbe mai prova fino a quel momento.

Guarda la sua boss preferita, quella che gli disse “Non ti toccherei neanche con un palo”, liberarsi del vestito di pizzo bianco. La donna canticchia qualcosa mentre, lentamente, si denuda. Man mano che indumenti cadono sul pavimento, il saldatore sente il cuore accelerare bruscamente. E più la studia in ogni dettaglio, più se ne innamora …si innamora della sua pelle, delle sue labbra, dei suoi capelli, di ogni parte del suo corpo. E quella notte nessuno poté mai dimenticarla.

Perché quella fu la prima di tante notti che regalarono alla coppia dei tasselli di felicità a quel puzzle creato da entrambi...un puzzle di famiglia.

 

“Bogotá, sono io. Posso parlarti?” – a quel punto, decide di prendere parola, ormai presa dai ricordi e dal dispiacere per il male recato all’uomo a cui aveva promesso amore incondizionato.

Eppure la Jimenez conosce il marito…nonostante ciò non demorde.

Insiste, piange, grida la sua rabbia, si abbatte e si rialza… fa tutto ciò senza vergogna alcuna, senza timore di mostrarsi fragile, vogliosa soltanto di potersi specchiare di nuovo negli occhi del solo uomo che le ha restituito la voglia di amare.

“Vorrei che mi dicessi ciò che senti, in faccia. Vorrei mi gridassi quanto ti faccio schifo, perché lo so che è così... so di averti fatto molto male, e non ti chiedo di perdonarmi, non me lo merito. Chiedo di saperti insieme a me nelle ricerche di Ginevra. Adesso abbiamo la conferma che mia madre e il mio patrigno sono coinvolti. Non possiamo lasciarla nelle loro mani, ti supplico”
E’ quella comunicazione che sembra finalmente smuovere le acque.

Il chiavistello viene girato; niente più serratura…la porta si spalanca.

Di fronte a Nairobi c’è un uomo il cui volto racconta una sofferenza difficile da spiegare a parole. Un uomo preso in giro dal destino e devastato da sentimenti contrastanti che lo spingono a detestare chi l’ha tradito, e al contempo a detestare se stesso per aver resto possibile tutto ciò.

“Amore mio” – lei avanza verso l’uomo che, al contrario, indietreggia.

“Cerchiamo Ginevra!” – senza proferire altre parole, il saldatore dei Dalì schiva la moglie e raggiunge il gruppo per gli aggiornamenti sul caso di sua figlia.

Udire quella notizia riaccende la speranza di un padre che per giorni si è sentito escluso, si è sentito di troppo, si è sentito messo costantemente da parte, un padre che ha ospitato figli che non vedeva da anni con la speranza di accoglierli sotto la sua ala protettrice, un padre costretto ad assistere ad un bacio tra due delle persone che più ama.

“Eccoti, finalmente! Come stai?” – domanda Julian, andando incontro al genitore.

“Tranquillo, figliolo! Adesso voglio sapere cosa dobbiamo fare…qual è la prossima mossa Professore?”

Tokyo nota l’assenza di Nairobi intuendo che il suo consiglio è servito a poco. E quando la vede comparire dal fondo del salone, ha conferma che la crisi è troppo profonda per essere superata con due parole di scuse.

Abbracciando a sé la gitana, Silene le offre la sua amicizia e la sua presenza: tutto pur di rivedere quella che è diventata sua sorella tornare a sorridere.

Chi invece non sorride è Axel, che ha appena chiuso il diario di Ginevra dopo una scioccante rivelazione.

“Mi odia!” – commenta, amareggiato.
“No, non dire così! Abbiamo frainteso, forse”
“No, no! Ginevra mi detesta. Ma, in fondo, come darle torto. Sarebbe lo stesso per chiunque se la propria mamma facesse costanti paragoni”

Lo shock sul viso del ragazzo testimonia l’amarezza che prova per una situazione che gli risulta fin troppo pesante da sopportare.

“Nairobi è stata legata al tuo ricordo troppo a lungo”
“E Ginny ne ha risentito! Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi”

“Dovremmo ascoltare il piano del professore, probabilmente la maestra è coinvolta”

“E’ sicuro al cento per cento. E a questo punto, mi domando…cosa vuole quella donna da mia sorella? Cosa la lega ai miei nonni?”

“Probabilmente loro minacciano l’insegnante per costringerla ad agire in questo modo…forse l’hanno costretta a rapire la piccola!” – ipotizza l’ucraina.

“Dobbiamo agire, voglio abbracciare mia sorella e farmi amare da lei. Basta abbattersi…d’ora in avanti il mio obiettivo è riportare Ginny qui e dimostrarle quanto la nostra somiglianza può essere un bene, e non un male!”

“Così si parla” -  esclama, fiera, Ivana, notando una insolita determinazione nel parente.

L’atteggiamento mostrato dimostra esattamente quanto di Nairobi è stato ereditato da quel giovane gitano.

La sua tenacia sono la piena conferma.

 

************************

Nel frattempo…

“Carmen, cosa dici? Non possiamo riportare Ginevra a casa! Sarebbe da folli”
“Invece non lo è. Io con questa miss Jones non voglio più avere a che fare! Ci ha soltanto usati per i suoi sporchi comodi”
“Mi amor, non urlare o ti sentirà”

“Me ne frego. Che capisca pure quanto la disprezzo. Sono stata zitta e buona fin troppo. Ora basta, ne va della vita della mia nipotina”

“Cosa vorresti fare?” – chiede, preoccupato, Jorge.

“Approfittare della mattinata scolastica di Caroline per prendere Ginny e lasciarla ai genitori”

“Non mi sembra un’idea fattibile” – precisa l’uomo.

“Non m’interessa. Ho deciso. Faremo così!”                      
Ma il destino, si sa, ci mette sempre lo zampino…e ad ascoltare i due anziani è proprio la diretta interessata.

Donna calcolatrice, ha premeditato tutto e sospettava già dal principio di un probabile tradimento. Per tale ragione ha nascosto delle telecamere nella cucina e in altre sale.

“Bene, bene…e bravi i vecchietti! Così vorrebbero fregarmi? Si sbagliano di grosso”

Chiusa nella sua stanza, con un pc di fronte a sé, collegato alle varie spie disposte in casa, la Jones ascolta e guarda la conversazione segreta.

“Non mi lasciate altra scelta”

Consulta il sito aereo a lei conveniente e prenota due voli.

“Nessuno mi separerà da mia figlia…nessuno”

Afferra due borsoni e li riempie di abiti.

In dieci minuti li carica sull’auto di Jorge, parcheggiata nel garage.

Il tutto le riesce facile, grazie ad un sottoscala adiacente al vecchio bagno al piano terra.

Prossima a mettere in atto il piano di fuga, Caroline Jones si avvicina a Ginevra, sdraiata sul lettino a leggere uno dei libri regalatele dalla nonna, e le fa una proposta incredibile.

“Ti va se lasciamo Perth per qualche giorno?”

Nessuno avrebbe mai sospettato di lei, nessuno avrebbe mai pensato che da lì a poche ore le due sarebbero volate via da Perth.

Nessuno…

Questo pensa la signora Honey.

E invece, stavolta, il suo folle genio sbaglia mossa.

In quel preciso aeroporto è presente qualcun altro, deciso a lasciare l’Australia.

 “Mamma, si sto bene. Torno a casa”

“Cosa succede Emilio? Scommetto che tuo padre non ti ha accolto come meriti, vero?”

“No, anzi. Tutto il contrario. È solo che qui sento di aver finito la missione” –  il ventisettenne cela la verità, perché sarebbe sconvolgente raccontare alla madre di essersi preso una sbandata per la matrigna.
“Cosa vuoi dire?”
“Beh ecco….” – Yerevan, a telefono, spiega le ragioni della sua ripartenza, inventando storie che hanno poco di credibile.

È ormai vicino al gate d’imbarco quando, casualmente, riconosce una coppia appena arrivata nella sua stessa area.

“Ci sentiamo dopo, devo chiudere” – così dicendo saluta l’apprensivo genitore e scruta, da lontano, le persone sospette.

“Cazzo” – esclama poi.

Impossibile non riconoscere precisamente di chi si tratta.

“Puttana, dove la sta portando!” -  preda del panico, Emilio compone il primo numero in agenda.

“Ehi, finalmente ti fai sentire! Dimmi che hai cambiato idea e che hai intenzione di restare, ti prego” – dopo alcuni squilli, la voce della sorella finlandese dà segni di vita.

“Hanna, ascolta, è molto importante. Devi dire a papà e Nairobi di venire in aeroporto quanto prima”
“Perché? Cosa stai dicendo? Non capisco!”

C’è caos dall’altro lato della cornetta, segno che i Dalì sono tutti sull’attenti.

“Ho appena visto la maestra Honey! E non è da sola… Ginevra è con lei. Ora non ho più dubbi… la sta portando via”

   
 
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