Vegeta-Sej
*
Capitolo 19 – Il piano di Vegeta
*
Vegeta, Bulma e Radish
vennero imprigionati in una cella al di sotto del castello.
In uno spazio dimenticato che puzzava di vomito e di piscio dalle cui
pareti filtrava acqua.
Bulma sperava si trattasse di semplice umidità, ma si ricordò che il castello
era circondato da un fiumiciattolo e quella doveva essere acqua che penetrava
nel terreno.
Anche se sperava con tutta sé stessa di sbagliarsi, s’immaginava che da un
momento all’altro le pareti crollassero e di essere investita da un fiume in
piena che l’avrebbe senz’altro uccisa.
“Grazie tante, eh!” Berciò contro il marito mentre si chiudeva in un
abbraccio per scaldarsi le spalle, l’umidità le stava entrando fin dentro le
ossa.
Addosso aveva ancora i vestiti sporchi di sangue del giorno prima e
puzzava.
Santo cielo se aveva bisogno di un bagno caldo profumato e con tante bolle,
vista la situazione si sarebbe anche solo accontentata di una doccia veloce, ma
in quello spazio angusto, l’unica cosa che contenesse dell’acqua era un buco
nel terreno nella parte più buia.
Nauseabondo e lurido.
E chiamarlo lurido era un complimento.
Lo osservò per un istante e non seppe nemmeno perché, e quando vide quella
latrina ribollire un attimo, le prese un colpo, forse qualche strana creatura
ci abitava là dentro.
“Non ti spaventare, bambolina. Forse è stato uno stronzo a prendere
vita.”
“Sei solo uno schifoso, Radish! Ricordati che hai
davanti una signora.” Incalzò lei.
Radish se ne stava sdraiato su quella specie di lettiga di legno attaccata con un
paio di catene al muro di pietra, senza nessun materasso o cuscino, osservava
il soffitto ammuffito e una goccia d’acqua gli cadde in un occhio accecandolo.
Vegeta invece era in piedi, immobile davanti le sbarre con gli occhi chiusi
con le braccia incrociate sul petto.
Lanciò un ki-blast contro l’acciaio che tornò
indietro, lo evitò con uno spostamento repentino del collo, e quella sfera di
energia andò a provocare un buco nel muro.
“Ma che bella idea, caro principino. Lo sanno tutti che queste prigioni
sono inespugnabili.”
“E’ stato solo perché sono stufo di sentirvi parlare. Devo concentrarmi e
pensare ad un piano.”
“Ah! Quindi vuoi dire che non ne hai uno? O che quando hai detto che ti
arrendevi non avevi pensato all’eventualità che ci portassero qui?” Inveì sua
moglie agitando le braccia in aria “…forse voi scimmioni siete abituati ad un
simile schifo, ma io no!”
“Oh! Giusto” Radish si alzò e le fece una
riverenza “…principessa!”.
“Non prendermi in giro! Sono incinta e non ho proprio voglia di beccarmi
una malattia per colpa di questo posto”. Incrociò le braccia in segno di offesa
mettendo il broncio come una bambina.
Ma aveva ragione e Vegeta doveva tirarla fuori di lì subito per non mettere
a rischio la salute del suo secondogenito, oltre che a quella della moglie
s’intende.
*
Re Vegeta sorseggiava del buon vino rosso appena versato dentro il suo
calice dorato da una schiava.
Alla sua destra si trovava Goku, in piedi con lo sguardo vuoto e perso.
Alla sua sinistra, Bardack aveva appena preso
posto sul trono riservato a suo figlio Vegeta, il principe.
“Ti ho forse detto di sederti?” Chiese riluttante girando e rigirando quel
liquido rubino all’interno del bicchiere.
Il re era più inacidito del solito perché aveva appreso della perdita di
Nappa, il suo fidato, l’unico che poteva controllare suo figlio in maniera
indisturbata.
“Dovevi vedere i fuochi d’artificio!” Si era burlato Radish
mentre veniva condotto e rinchiuso nella sua cella, avrebbe preferito di gran
lunga lui al posto del pelato, ma non era stato lesto a compiere lui quel gesto
e non pensava che fosse ancora fedele a suo figlio dopo tutti questi anni di
distanziamento.
Bardack si alzò per non incorrere a punizioni.
“Ti chiedo perdono, sire.” Gli era sempre stato altamente antipatico il suo
re, per i suoi modi di fare da altezzoso e spocchioso.
Solo perché era a capo di un popolo non significava che fosse forte o che
fosse amato dalla sua gente, anzi, sentendo il vociare nei corridoi della base
era tutto il contrario.
In ogni caso, doveva ingoiare quel rospo e rimanere ai suoi ordini.
“Temo che Vegeta abbia in mente qualcosa, non è da lui gettare la spugna
così facilmente.” Sorseggiò rumorosamente il vino.
“Radish come sempre gli darà una mano.” Precisò
il saiyan dai capelli a palma.
“Mmm…tuo figlio gli è sempre stato fedele, per
questo l’avevo tenuto fuori da certi nostri piani.”
“Mi dispiace, non so come scusarmi” Bardack si
prostrò a lui.
Re Vegeta gli fece una smorfia prima di finire il contenuto del calice che
continuava a tenere in mano “Non è colpa tua.”
Si pulì i baffi con il dorso della mano sporcando i guanti candidi, una
schiava in modo repentino ne aveva portato subito un cambio pulito.
“Hai intenzione di seppellire Saiyla?” Gli chiese
poi.
“No. La dobbiamo riportare in vita” Il sovrano appoggiò un gomito sul
mancolo del trono.
Bardack deglutì, sperava che si fosse liberato di quella megera, ma si vedeva che
quella maga aveva affondato bene in lui le sue radici e sarebbe stato
impossibile estirparle.
“Ok, raduno una squadra e partiamo subito per il pianeta Terra”
“Non sarà necessario, Saiyla mi ha lasciato
precise istruzioni in merito.”
Bardack inarcò un sopracciglio pensando che quella vecchia teneva molti conigli
del suo cilindro.
“Dovremo sacrificare una vergine saiyan!”
Bardack iniziò a ridere istericamente, così forte che aveva dovuto tenersi la
pancia perché cominciava a fare male.
Si asciugò una goccia salata che gli era appena uscita dall’occhio.
“Divertente! Molto divertente!”
“Quello che le avevo detto anch’io”
“Una vergine saiyan, ma come l’è saltata in
mente” Rideva ancora.
“Beh!...una c’è…piccola, ma c’è!”
Bardack si fece subito serio intuendo di chi si poteva trattare, non gli piaceva
l’idea di sacrificare la vita di una bambina innocente, soprattutto se si trattava
di un membro della sua famiglia.
Certo, Kakaroth era stato soggiogato e Radish segregato in una cella in condizioni pessime, ma
erano vivi e vegeti, questa era l’unica cosa che gli stava a cuore.
Bardack dovette per forza di cose trattenersi dallo spaccargli la faccia e
mandarlo al diavolo, prendere armi e bagagli come aveva fatto Paragras tantissimi anni fa ed iniziare una nuova vita in
un pianeta sconosciuto e dimenticato dagli dei.
Ma una strana sensazione, una vocina interna, gli disse che non era il
momento opportuno per farlo, che Re Vegeta non gli avesse messo al corrente di
altre cose.
“Potremo vivere anche senza di lei, perché riportarla in vita?”
Re Vegeta si alzò di scatto pensando di non dover dare nessuna spiegazione
ad un suo sottoposto.
*
L’atterraggio sul pianeta Vegeta da parte dei terrestri fu molto semplice e
senza nemmeno troppi.
Crilin, C18, Tensing e Yamcha
scesero dal cubo di trasporto del dio della distruzione ringraziandolo del
passaggio.
“Capirete bene che noi non possiamo rimanere qui. Lord Beerus
ha bisogno di riposo” Spiegò mellifluo Whis.
Yamcha guardò stranito il dio gatto che teneva gli occhi chiusi, stava per dire
qualcosa del tipo ‘ma se non ha fatto altro tutto il tempo’, ma pensò
bene di tenere quella bocca chiusa e ben cucita.
Gli ci volle una grande forza di volontà per evitare che la sua ingenuità
lo portasse a morte certa.
“Dica a Lord Beerus di riposarsi, ne ha bisogno”
Gli uscì poi.
“Noto del sarcasmo nel tuo tono”
Yamcha portò avanti le mani agitandole “No, no. Ma che sta dicendo? Io-io…non mi
permetterei mai!” Balbettò ricevendo un pugno in quella sua testa da Crilin.
“Smettila, vuoi farci saltare in aria tutti?” Gli sussurrò.
“Bene, allora noi andiamo. Buona fortuna”
Il cubo era partito da qualche secondo quando Lord Beerus
aprì gli occhi come colto da una scossa improvvisa.
“Non promette niente di buono!” Scosse il capo guardando giù.
Apparentemente non c’era nulla che non andasse, ma era l’aura sinistra e
malvagia che aleggiava tutto intorno a destabilizzare il dio della distruzione.
“Mi sa che dovremo rimandare il suo letargo, giusto?”
“Già…”
*
Bulma toccò le sbarre della prigione nell’inutile tentativo si smuoverle, ma se
non c’era riuscito suo marito con delle sfere di energia ad alto potenziale,
come poteva pretendere lei di aprire la porta come se niente fosse?
Il viscidume nero ed oleoso che le lasciarono sulle mani era vomitatevele.
Si tolse il camice e cercò di pulirsi come meglio poteva.
Lo stomaco iniziò a brontolare, e non solo il suo.
Radish cavò dal muro quello che sembrava un verme di quelli grossi e pelosi.
Lo mangiò.
Bulma per poco non svenne, sia per come ha visto ingurgitare quel grosso insetto
da Radish sia al sol pensiero di dover consumare
anche lei un simile pasto per tenersi in forza.
“Vuoi favorire, bambolina?” Il fratello di Goku, notando il suo disagio, le
aveva offerto un altro vermone viscido staccato dal
muro.
“Preferisco morire di fame piuttosto!” Inveì.
Radish lo risucchiò come fosse uno spaghetto e a Vegeta stava quasi per partire
un embolo, il rumore prodotto da quella bocca gli fece rizzare tutti i peli del
suo corpo oltre ai vermi che continuavano e salire e scendere sulle mura.
“Devi pensare anche alla creatura che porti in grembo”
“Non darò mai da mangiare dei vermi al mio bambino!”
“Perché?” Chiese con naturalezza “…sono succosi, basta spremerli un po'
per…”
“SMETTILAAAA!!!” Vegeta in una frazione di secondo li zittì entrambi
liberando una fortissima energia, e la vibrazione prodotta fece crollare la
spessa parete che li separava dalla prigione vicina.
“Sei stato grande Vegeta!” Si complimentò Radish
raggiungendo quella che sembrava essere un’uscita.
Non si sbagliava.
“Ehi! Venite, da qui possiamo andare via, la porta è aperta”
Bulma non se lo fece ripetere due volte e nemmeno Vegeta che si sentì
terribilmente in colpa per il terremoto appena provocato, sperava che le
capsule contenenti i suoi famigliari non avessero subito alcun danno.
“Fermi!”
Radish inarcò un sopracciglio a quella richiesta “Che c’è? Non vuoi portare tua
moglie fuori di qui?”
“Si, ma non abbiamo un piano, noi siamo in due. Uno e mezzo” Si corresse
poi “…come faremo a contrastare un’intera popolazione? Io sono forte, e posso
tener testa solo a Kakaroth.”
“Posso radunare dei miei fedeli…”
“Bah…sarebbero inutili, abbiamo bisogno di persone forti per avere un
minimo di possib….ma queste auree!” Vegeta guardò in
alto “…impossibile, ma come hanno fatto…”
“Vuoi dirmi che sta succedendo? Senza il mio scouter
non posso rilevare nessuna forma di vita!”
“I terrestri…sono in tre…sempre meglio di niente. Dobbiamo andare da loro!”
Vegeta iniziò a correre lasciando indietro Bulma
e Radish che continuavano a guardarsi in maniera
interrogativa.
“Tu che sei sua moglie ci hai capito qualcosa?”
“No!”
*
Continua
*
Angolo
autrice: Ciao a tutti! Devo confessarvi una cosa, mentre rileggevo questi
capitoli, mi ero accorta di non aver più parlato di Nappa, per fortuna sono
riuscita a rimediare XD.
Come sempre ringrazio chi segue la storia con grande entusiasmo, chi mi
lascia sempre un commentino, e chi legge in silenzio.
Un abbraccio, e buon week end.
Erika
*
Prossimo capitolo: Nella tana del lupo