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Autore: LorasWeasley    03/07/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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33. Quella volta che Bokuto si comportò da cavaliere

Akaashi stava fissando Bokuto come se fosse un miraggio.
Era successo tutto talmente in fretta da non essersi ancora reso conto che il ragazzo dai capelli tinti si trovava insieme a lui nella stanza degli ospiti a casa della sorella maggiore di Akaashi stesso.
Era iniziato tutto quella mattina quando Kenma l’aveva raggiunto in camera domandandogli dove stesse andando dopo averlo visto preparare uno zaino.
Akaashi aveva risposto che aveva un impegno nel finesettimana per il compleanno della sorella e Kenma aveva annuito senza fare più domande.
A colazione però avevano scoperto che quel giorno ci sarebbe stato sciopero dei mezzi e Kuro si era proposto di dargli un passaggio con la moto. Akaashi sapeva che non era una cosa che di norma il corvino avrebbe proposto, ma sapeva anche che in quei giorni aveva fatto incazzare tante di quelle persone che voleva solo sentirsi utile per qualcuno.
Aveva quasi accettato la sua proposta quando Bokuto si era messo in mezzo urlando che avrebbe accompagnato lui Akaashi con la sua macchina. Sapevano tutti che quando Bokuto si metteva in testa una cosa era impossibile fargli cambiare idea, quindi la conversazione si concluse in quel modo.
Bokuto l’aveva quindi lasciato nella piazza dove si sarebbe dovuto incontrare con la sorella ma questa non era ancora arrivata, quindi il più alto era sceso dalla macchina e aveva deciso di fargli compagnia mentre aspettavano insieme.
Erano seduti su un muretto che si affacciava sul mare quando sentirono l’urlo felice di una donna, subito dopo Akaashi fu travolto dall’abbraccio della sorella che iniziò a dire “Oh mio dio! Sono così felice che tu alla fine abbia deciso di portare il tuo più uno!”
Akaashi ricordava più che bene di averle spiegato più e più volte che Bokuto non era il suo partner e che gli aveva solo dato un passaggio. Quindi… perché alla fine si trovavano nella stessa stanza?
-Akaashi!- Bokuto si girò a fissarlo con uno sguardo disperato, come se si fosse appena resto conto di una cosa importantissima –Ma io non ho altri vestiti!
Akaashi non poté far null’altro se non sospirare.
 
-Dici che si strappa?- il ragazzo dai capelli tinti chiese mentre si guardava allo specchio.
Akaashi ci mise qualche secondo a rispondere, troppo perso a fissare la camicia troppo stretta sui muscoli di Bokuto, infine deglutì e rispose –Tu non muoverti troppo.
Quella sera era il compleanno di sua sorella. Compiva 30 anni e aveva deciso di festeggiare in grande, per questo aveva insistito così tanto al telefono con suo fratello per farlo venire.
Si stavano preparando e considerando che Bokuto non aveva vestiti adeguati (non aveva proprio dei vestiti oltre quelli che indossava) visto che non doveva trovarsi lì, il fidanzato di sua sorella gli aveva prestato dei pantaloni e una camicia.
Peccato che Bokuto avesse delle spalle enormi. Non che ad Akaashi di solito dispiacesse, ma pregava che non restasse nudo di fronte gli invitati visto era già imbarazzante così la situazione.
Bokuto sospirò distogliendo Akaashi dai suoi pensieri, quando si girò a guardarlo sembrava indeciso se dire o meno qualcosa.
-Avanti, dimmi qual è il problema- lo spronò il corvino.
Bokuto afflosciò le spalle prima di chiedere con un tono di voce quasi normale –Adesso ce l’hai con me, vero? Perché ho accettato l’invito di tua sorella anche se tu non volevi.
Akaashi sospirò raggiungendolo, allungò una mano per accarezzargli i capelli che ancora erano privi di gel –Non ce l’ho con te- lo rassicurò poi con voce calma –non volevo semplicemente metterti in questa situazione.
Sul volto di Bokuto nacque uno spontaneo sguardo interrogativo, ma Akaashi non risolse i suoi dubbi ed entrambi finirono di sistemarsi in un calmo silenzio.
 
La serata andò meglio di quanto Akaashi si fosse aspettato. Restava sempre teso e in allerta ma riuscì a godersi la felicità della sorella e il mangiare, complice il fatto che non aveva ancora incrociato i suoi genitori. Li aveva visti più volte dall’altra parte della sala, ma si erano sempre limitati a voltarsi in direzioni differenti.
Ovviamente però non poteva andare tutto nel verso giusto.
Avevano appena finito di cenare e stavano aspettando la torta mentre il dj aveva invitato tutti a dirigersi in pista per ballare. Akaashi aveva espressamente detto che si rifiutava a farlo quindi Bokuto aveva deciso per entrambi che avrebbe preso qualcosa al bar.
Keiji non gli tolse gli occhi di dosso e sussultò quando notò che anche sua madre si era avvicinata al bancone e, ovviamente, quando Bokuto si girò tutto esaltato con due bicchieri pieni in mano, la colpì in pieno.
Per un qualche miracolo divino non una goccia si rovesciò sulla donna, questo però non le impedì di iniziare una discussione.
Akaashi li raggiunse prima ancora di rendersi conto di quello che stava facendo.
Bokuto, dopo aver riposato i bicchieri sul bancone, stava dicendo trafelato e preoccupato –Le sto dicendo che mi dispiace e…
La donna non voleva sentire ragioni e ignorandolo continuava a urlare rimproveri contro di lui senza realmente ascoltarlo.
-Mamma- si intromise Keiji con un tono basso per evitare di attirare ancora più attenzione.
La donna spalancò gli occhi  ancora più furiosa mentre rivolgeva tutta la sua attenzione al figlio. Infine ringhiò piano –Non osare chiamarmi in quel modo. Tu non sei più mio figlio! L’hai deciso quando sei uscito da casa mia per seguire questa tua…- lanciò uno sguardo di disgusto a Bokuto –perversione.
Akaashi aveva smesso di respirare mentre sua madre continuava a gettare veleno –Come osi presentarti qui, al compleanno di tua sorella, accompagnato da questo!? Hai idea di quante spiegazioni dovrò dare domani? Tu per me sei morto!
-Mamma!- esclamò la sorella allibita, aveva visto la scena da lontano e si era avvicinata preoccupata accompagnata dal suo ragazzo.
La donna non l’ascoltò e non sembrava minimamente dispiaciuta per quello che aveva detto. Stava per allontanarsi quando Bokuto glielo impedì mettendosi in mezzo. Aveva uno sguardo talmente serio che il corvino si rese conto di non averlo mai visto in quel modo.
-È poco carino giudicare le persone senza neanche conoscerle, non ha idea di chi sono e ha detto tante cattiverie sul mio conto. Ma non m’importa. Una volta un mio amico mi ha detto che non bisogna neanche perdere tempo a discutere con gente chiusa mentalmente. Non sapevo cosa volesse dire e anche dopo che me l’ha spiegato ero molto confuso, adesso credo di aver capito. Quindi non starò qui a spiegare quanto siano sbagliate le sue parole, ma non posso fare a meno di chiederle: non ha mai pensato che forse a suo figlio piacciono gli uomini perché ha avuto un modello femminile come lei? Infine, se lei non vuole più Keiji nella sua famiglia, sappiamo tutti che è l’unica a perderci.
La donna era diventata talmente rossa dalla rabbia che Akaashi credeva le sarebbe esplosa qualche vena. Probabilmente avrebbe voluto dire qualcosa rispondendo a tono, ma quando vide la figlia ridere nascondendo la bocca dietro la mano, mentre il suo ragazzo dava una pacca sulla spalla di Bokuto e con voce seria annunciava “Benvenuto nella nostra famiglia”, l’unica cosa che poté fare fu andare via indispettita.
Ad Akaashi scese una sola lacrima prima che si precipitasse su Bokuto per stringerlo in un abbraccio quasi disperato.
Bokuto rispose con dolcezza mentre gli passava una mano tra i capelli per calmarlo, fu lui il primo a parlare –Potrò anche averti costretto a stare dietro a tutti i miei capricci per questo mese, ma anche io posso prendermi cura di te.
Akaashi capì che ormai non poteva più tornare indietro, quindi non si pentì di nulla quando sussurrò “ti amo” direttamente sulla sua pelle.
 
-Oh mio dio!- Kuro si mise a sedere di scatto, gli occhi spalancati.
Fino a qualche secondo prima era drappeggiato sul divano a morire lentamente per il caldo, Kenma era seduto a terra a giocare alla sua play. Era già tardi e avrebbero dovuto cenare, ma Kuro stava procrastinando e Kenma… bè, non si accorgeva mai troppo del tempo che passava.
-Mh?- domandò Kenma continuando a mantenere gli occhi fissi sul suo personaggio nello schermo.
-Quel bastardo ce l’ha fatta!- annunciò quasi sconvolto, mettendo davanti al suo ragazzo lo schermo del cellulare.
Kenma gli diede un’occhiata, era aperta l’applicazione di Instagram e in primo piano c’era una foto che aveva appena pubblicato Bokuto.
Nella foto erano presenti lui ed Akaashi vestiti eleganti, i ragazzi si abbracciavano, Bokuto sorrideva a trentadue denti mentre Akaashi aveva un sorriso più timido e pacato in volto, ma Kenma non poté non notare il suo lieve rossore.
La didascalia diceva “FINALMENTE È IL MIO RAGAZZO” con un sacco di emoticon di cuori e cose che non c’entravano molto con il contesto.
Kenma sorrise, poi tornò al suo gioco mentre commentava –Forse dovremmo cacciarli, probabilmente inizieranno a scopare ancora di più.
Kuro era troppo concentrato a scrivere una risposta per capire davvero le parole del suo ragazzo. Ed era talmente concentrato che si perse anche il campanello della porta.
Il biondo sbuffò e si avviò ad aprire, rimanendo confuso quando si trovò davanti Tsukishima e Yamaguchi.
I due ragazzi si tenevano per mano, il biondo sembrava scazzato come al solito mentre il più basso aveva uno sguardo davvero felice mentre lo salutava.
-Ciao! Avete già mangiato? Volete venire a cena con me e Tsukki?
Kuro lo raggiunse alla porta, probabilmente più sconvolto del suo stesso ragazzo –Un’uscita a quattro?- domandò, non sicuro che quella scena fosse reale.
Tsukishima sbuffò nascondendo l’imbarazzo –è stata un’idea di Tadashi.
Questo sorrise colpevole e, quando Kuro non stava guardando, fece un occhiolino a Kenma.
Il biondo capì all’istante che era un modo per far riavvicinare i due ragazzi, perché altrimenti sarebbero stati troppo orgogliosi per mettere davvero una pietra sopra a quello che era successo qualche giorno prima. Kenma gli fu grato e, sconvolgendo ancora di più il suo ragazzo, fu il primo ad accettare quell’uscita.
  
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