Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: NightSilence    03/07/2021    1 recensioni
Il professor Ackerman è l'insegnante più temuto dell'intero liceo. E' acido, scontroso, cattivo, fin troppo severo, e non compensa nemmeno di bellezza, essendo basso e notevolmente in sovrappeso. Odia i suoi studenti, o almeno è quello che sembra, e nonostante il suo enorme livello di istruzione, detesta anche il suo lavoro. Senza contare il fatto che disprezza sè stesso e l'intero genere umano. La solitudine è sempre stata la sua migliore amica/nemica, e i suoi alunni decidono di fare una scommessa, per vincere bisogna riuscire a far sorridere in modo sincero il professor Ackerman. I ragazzi riusciranno a cambiare qualcosa nella vita dell'uomo?
Genere: Comico, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Eren Jaeger, Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1. Non proprio un modello di Abercrombie

Durante il cambio dell'ora di quel lunedì, i pochi minuti che seguivano la lezione successiva erano pieni di terrore da parte degli studenti di quinta. Ogni inizio della settimana per i ragazzi era un trauma, perché alla seconda e alla terza ora avrebbero avuto francese, e di conseguenza come ad ogni lezione di francese in quel liceo che si rispetti, ogni studente sarebbe divenuto il bersaglio della frustrazione del loro professore.

Il professor Ackerman sapeva tante cose, ma sicuramente non sapeva come interagire con l'essere umano medio, men che meno con i ragazzi dai quattordici ai diciannove anni ai quali avrebbe dovuto insegnare.

Molti di loro davano la colpa al suo aspetto un po'imbarazzante, perché ovviamente il professore non sarebbe mai potuto diventare un modello di Abercrombie a causa della sua stazza parecchio ingombrante. Altri invece reputavano che se l'uomo avesse avuto un qualsiasi partner con il quale divertirsi, sarebbe stato molto più tranquillo e meno cattivo.

In sostanza il professore era odiato da praticamente il 99% degli studenti. Quell'1% invece aveva abbandonato l'istituto proprio a causa sua. E no, non sto scherzando.

Quella mattina, appunto, i ragazzi se ne stavano seduti al proprio posto senza fiatare, con la schiena dritta e quasi trattenendo il respiro. Il professore non era mai in ritardo, e sapevano bene che mancavano esattamente venti secondi al suo ingresso nell'aula.

Connie Springer si assicuró di appiccicare la gomma da masticare che teneva tra i denti sotto al banco, mentre la sua compagna, Sasha Braus, con notevole disappunto ripose il suo sacchetto di patatine nella cartella. A lei il professore proprio non piaceva, lui poteva mangiare in classe, mentre lei invece no. La rossa la reputava un'enorme ingiustizia.

Eren Jeager si scambió un'occhiata ansiosa con il compagno di banco e suo migliore amico Armin Arlert. Dieci secondi. Potevano già sentire i pesanti passi dell'uomo avvicinarsi alla porta spalancata dell'aula.

E infatti eccolo.

Il professor Ackerman, vestito come suo solito di tutto punto con giacca nera come la pece e camicia bianca immacolata, fece il suo ingresso dirigendosi verso la cattedra e posando la sua valigetta su una sedia lì vicino. Al saluto generale della classe nei suoi confronti, l'uomo non rispose nemmeno, l'unica cosa che si poteva captare oltre al silenzio assoluto che regnava nell'aula, era il suo respiro pesante a causa delle decine di chili di troppo che si portava dietro.

Il professore si voltó verso la sua classe tirandosi i due lembi della giacca che doveva essere un bel po' scomoda per lui, dato che probabilmente era di due taglie più stretta. L'uomo però non sembró farci troppo caso, e strinse gli occhi argentei in due fessure mentre con lo sguardo passava in rassegna tutti i ragazzi.

-Jeager.-
Il richiamo fu accolto con gelo assoluto da parte degli studenti, i quali si voltarono verso Eren, che deglutì. Lui era quello che il professor Ackerman sembrava odiare di più, qualsiasi cosa facesse il ragazzo per l'uomo non andava bene, e Eren veniva irrimediabilmente rimandato ogni anno in francese. Così come la maggior parte degli studenti in quell'aula, o addirittura dell'intera scuola, comunque.

-Sì, professore?- pigoló il ragazzo tenendo gli occhi bassi. Sentì i lenti passi che si dirigevano verso il suo banco, per poi scoprire di avere il professore proprio davanti.
-Guardami quando parlo con te, ragazzino.-

Eren alzó dunque gli occhi smeraldini sulla vasta figura dell'uomo, il quale aveva sempre il solito aspetto. Capelli neri del colore dell'inchiostro che gli ricadevano ai lati a ciuffi ordinati, rasati sulla nuca in un taglio quasi militare. Occhi argentati capaci di fulminare qualunque essere vivente. La carnagione chiarissima che quasi lo faceva sembrare un vampiro, e la mole ingombrante che, anche a causa della sua bassa statura, contribuiva a farlo sembrare un pallone da spiaggia.

-Mi scusi...-
-Hai studiato, questa volta?- chiese con la voce mortalmente bassa il professore, mentre lo guardava con una smorfia quasi disgustata.
Il ragazzo si ritrovó ad annuire, mentre vicino a lui Armin sembrava sul punto di piangere.
-Oh, ma davvero? Beh, sarebbe proprio una gran bella sorpresa, dopo tutti i due che ti sei preso in questi meravigliosi cinque anni che abbiamo passato insieme, non trovi, Jeager?- chiese sarcastico l'uomo guardandolo dall'alto.

La cosa divertente era che se Eren si fosse alzato in piedi, sarebbe stato decisamente più alto dell'uomo, il quale misurava sì e no un metro e sessanta.
-Beh, scopriremo presto se mi hai mentito sulla tua preparazione, moccioso.- disse il professore, alzando poi gli occhi sul resto della classe. -Tirate fuori un foglio e una penna, e cominciate a scrivere i quesiti che vi detteró. Con voto, ovviamente.- disse voltandosi e tornando alla cattedra, sedendocisi dietro e appoggiandosi allo schienale della sedia respirando affaticato, mentre vedeva i volti terrorizzati dei suoi studenti eseguire i suoi ordini.

La verifica non era programmata, ma l'uomo era solito fare quel genere di cose solamente per il gusto di vederli pieni di paura. Tutto ciò potrà sembrarvi ingiusto e cattivo da parte di un insegnante, e in effetti lo era, ma credo di dovervi delle spiegazioni.

Il motivo del comportamento pessimo del professor Ackerman era semplice: l'uomo era costantemente solo. Non aveva amici, non era sposato ne fidanzato, non aveva figli, viveva completamente da solo in un piccolo appartamento in affitto.

Queste erano le cose che si sapevano a scuola, ma ce ne erano molte di più che verranno allo scoperto nel corso di questa storia. L'uomo, che di nome si chiamava Levi, essendo solo praticamente da sempre, non aveva idea di come relazionarsi con le persone semplicemente perché non lo aveva mai fatto.

Perció, passate quelle tremende due ore di verifica di francese, durante i dieci minuti di pausa, alcuni studenti tra cui Eren, Armin, Connie, Sasha, Jean e Mikasa, si erano riuniti sotto le scalinate per mettere a punto un piano geniale anti-Ackerman.

-Quest'anno è l'ultimo che passeremo in questa scuola, dobbiamo ribellarci. Dobbiamo fare qualcosa, quell'uomo è un tiranno.- sbottó Eren all'improvviso, scagliando un pugno davanti a sè immaginando di colpire la grossa faccia cadaverica del professore, rischiando quasi di centrare Armin in un occhio.

-Non possiamo fare proprio niente. Facciamo questa conversazione ogni anno, ma alla fine nessuno di noi ha mai le palle per fare qualcosa. Quindi diamoci un taglio e resistiamo fino alla maturità.- disse Jean Kirstein, chiamato anche "Faccia da cavallo" proprio da Eren, il quale gli tiró una sberla sul braccio, intimandogli di chiudere il becco.

-Forse durante tutto questo tempo abbiamo sbagliato metodo. Invece di andargli contro, potremmo invece cercare di fare amicizia con lui.- suggerì Sasha mentre addentava la sua brioche.

-Fare amicizia con Ackerman?!- Connie coppió a ridere. -L'unico modo per ingraziarcelo sarebbe dargli il tuo cibo, Sasha.- disse il ragazzo, conscio del fatto che piuttosto di dare le sue merendine al professore, la rossa si sarebbe fatta bocciare.

-Sasha non ha tutti i torti in effetti. Per caso voi lo avete mai visto sorridere? Io no. Sarebbe bello se riuscissimo a vederlo sereno, anche solo per qualche secondo. Magari così potrebbe sembrare un filo più umano.- disse Mikasa, inserendosi anche lei nel discorso per la prima volta.

-Io sono sicuro che sorrida, e anche molto, quando mette tre a qualcuno.- disse Eren stringendosi nelle spalle. -In ogni caso a me sta bene, ma come possiamo fare? Non lascia mai parlare nessuno durante le sue lezioni. Sapete benissimo che cosa è successo quando Ymir ci ha provato.-

Caló il silenzio al ricordo dell'uomo che afferrava la ragazza per un braccio e la sbatteva fuori dall'aula urlandogli di andare dal preside. Erano rimasti tutti allucinati. -In ogni caso Ymir poteva pure risparmiarsela la battuta sugli uomini grassi.- rispose Mikasa, seguita dalle risate del resto del gruppo.

-Facciamo una scommessa? I perdenti pagheranno a turno al vincitore una pizza. E il vincitore ovviamente sarà chi riuscirà a far sorridere Ackerman. Ma un sorriso vero, non quei ghigni orribili che fa quando deve sgridare qualcuno.- La proposta di Jean venne accolta da cenni di assenso generali.

-Che il gioco abbia inizio.-
   
 
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