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Autore: MIV93    05/07/2021    1 recensioni
Dal prologo:
“Finalmente ce l’abbiamo fatta…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.
La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arrancar, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4
 
- Enemies or Friends? - 



 
Era uno spettacolo raro vedere, all’improvviso, uno shinigami del Comando Militare saltare per i tetti e volare nell’aria con una tale fretta e impazienza… vederne addirittura due aveva reso la giornata degli abitanti dei Void Territories spettatori di quello strano evento piuttosto agitati!

Il capitano Chunami Gakusha stava letteralmente trascinando la povera Aya Sanjusan per i Void Territories fino a piombare nel bel mezzo del giardino che faceva da ingresso al palazzo dell’Alto Comandante. I due custodi, giganteschi e guardinghi come sempre, puntarono subito le loro colossali lance contro i nuovi arrivati, rendendosi conto solo dopo che uno dei due era un Capitano.

“Chiediamo udienza all’Alto Comandante, è urgente!” urlò quasi estasiata, Chunami, contenendo a stento la gioia. Aya si stava aggiustando i vestiti e ogni tanto sembrava sobbalzare nel tentativo di contenere i conati di vomito dovuti da quel folle viaggio.

“Che succede qui? Cos’è tutta questa fretta?”

I cancelli del palazzo si aprirono e l’Alto Comandante Uminojoo, accompagnata dal fido Gautama, apparve in tutta la sua austerità, fissando prima incuriosita il capitano Gakusha e poi sorpresa Aya: “Dovete ancora partire?”

“No, comandante, noi…” cercò di dire Aya, ma Chunami la interruppe, troppo eccitata per contenersi: “È APPENA TORNATA! DA UN ALTRO MONDO! CON ALTRI SHINIGAMI! OH, COMANDANTE! LEI NON HA IDEA DELLE RIPERCUSSIONI CHE…”

“Capitano Gakusha, faccia silenzio e tenga le sue… considerazioni personali per un altro momento. Sanjusan, fammi rapporto”.

Un po’ delusa, Chunami fece un passo indietro e intristita ascoltò la sua sottoposta fare un eccellente riassunto della situazione, spiegando del mondo in cui erano comparsi, delle persone che avevano incontrato e, per sommi capi, di cosa fossero i Void Territories per queste altre persone.

“… quindi, questo Urahara, da quello che abbiamo potuto capire è uno shinigami di stanza nel mondo… umano – disse la shinigami, esitando un secondo – ci ha invitato nella sua base operativa, mascherata da emporio di dubbia qualità, e ha… accordato un incontro con i vertici della loro gerarchia militare. O perlomeno, quella degli shinigami. Il capitano Hayashi ha proposto di mandare qualcuno indietro per spiegare la situazione e – Aya quindi tirò fuori il suo telefono, passandolo al Comandante – attende nuovi ordini. È in collegamento”

“Grazie, Sanjusan” disse la Comandante, afferrando il telefono e portandoselo all’orecchio.

“Comandante Uminojoo, mi sente?” disse Setsuna dall’altra parte del dispositivo, il segnale poco stabile e davvero molto disturbato.

“Capitano Hayashi, la sento. Sanjusan mi ha riferito la situazione. È sicura di voler continuare?”

“Al momento non sembra ci siano intenzioni…stili…ness…è…aller…”

“Capitano, non la sento!” disse, quasi preoccupata, il capitano Uminojoo, scuotendo il telefono nella sua mano.

“DICEVO CHE AL MOMENTO NON SEMBRANO ESSERCI INTENZIONI OSTILI! IL PROBLEMA DEGLI SQUARCI NON È OPERA DI NESSUNO DELLE AUTORITA’ DI QUESTI MONDI! CI HANNO PROMESSO UNO SCAMBIO DI INFORMAZIONI PACIFICO E PENSO POSSA ESSERE UNA… BUONA… IDEA… la può smettere di toccare il mio comunicatore?!”

Setsuna aveva alzato la voce per farsi sentire meglio, ma evidentemente qualcuno doveva aver fatto qualcosa per migliorare la qualità della comunicazione. E quel qualcuno se la stava anche spassando.

“Ohohoh, stavo solo potenziando il segnale, Setsuna-san! Ora puoi parlare normalmente!” disse una voce gioviale di uomo e la comandante Uminojoo ne rimase alquanto frastornata.

“Hayashi… è quell’Urahara di cui mi ha parlato Sanjusan?”

“Si… pare sia un… ricercatore…”

Uminojoo sentì un leggero rumore di passi e il suono di una porta scorrevole che si chiudeva: “Setsuna… ti fidi di queste persone?” chiese infine, sottovoce.

“No. Non so nulla di tutto questo. Gestiamo i portali da settimane, tra terremoti, gente che per poco non ci è entrata dentro e chissà cos’altro… e a quanto pare, secondo quanto ci è stato appena riferito, noi siamo solo… solo… solo un frammento di un qualcosa tremendamente più vasto. Dobbiamo continuare a indagare, non c’è altro modo”

Uminojoo annuì: “Capitano Hayashi, hai il permesso di continuare la tua missione. Tu e il capitano Maboroshi sarete ufficialmente i rappresentanti dell’Alto Comando in questi nuovi… mondi. Al primo cenno di ostilità, ti ordino di recuperare tutti e tornare qui. Terremo il portale aperto per quanto più tempo possibile. Tutto chiaro?”

“Sissignora” disse, perentoria, la voce di Setsuna dall’altra parte del telefono.

“Comandante – intervenne quindi Aya – chiedo il permesso di tornare nel Mondo Umano. Potrei dare una mano a raccogliere informazioni e poi alla squadra servirà un esperto di ricerca”

“Si, la prego comandante! So che vuole che io rimanga qui, ma ho bisogno di uno dei miei da quella parte! Chissà quanti dati potrà raccogliere!!”

Uminojoo e Aya fissarono Chunami, confuse, quindi il comandante restituì il telefono alla shinigami del Comando Scientifico. Aya fece un breve inchino, disse: “Mi terrò in contatto; a presto Comandante Uminojoo, capitano Gakusha” e corse via, in direzione del portale.

“Tieni aperto il portale per tutto il tempo; ogni risorsa necessaria è a tua disposizione. Se dovesse succedere qualcosa, avvisa immediatamente tutti i comandi. Soprattutto, contieni l’entusiasmo e rimani concentrata. Non voglio perdere così tante persone in un mondo alieno. Chiaro, Gakusha?”

La voce dell’Alto Comandante Uminojoo si fece man mano sempre più autoritaria e Chunami capì che doveva controllare la sua passione per quella scoperta scientifica a dir poco epocale. Fece il saluto militare, mettendosi forse eccessivamente sull’attenti, e urlò un troppo convinto: “Sissignora!” per poi sparire in un soffio di vento, diretta anche lei verso lo squarcio.

Nami Uminojoo abbassò gli occhi e sospirò, permettendosi un attimo di vulnerabilità, e Gautama le si fece di fianco: “Ha un cattivo presentimento, Comandante?”

La Comandante ridacchiò, amara: “Abbiamo appena scoperto gli alieni, Gautama… non dovrei averne?”
 


 
[…]

 
 
Setsuna ritornò nella piccola stanza dove si erano ammassati tutti in attesa di nuovi ordini, con Urahara e il suo enorme maggiordomo, per quel che ne aveva capito la capitana, che sciamavano attorno a tutti loro offrendo da bere e da mangiare.

“Ma lei non doveva creare il portale per portarci nella... Soul Society?” disse, esitando un attimo Setsuna, mentre fissava il padrone di casa. Questo, aggiustandosi il cappello, le sorrise con uno dei suoi soliti sorrisi da imbecille. Setsuna era ormai certa di non potersi fidare di quei sorrisi così vacui.

“Sto aspettando che torni la vostra amica ricercatrice, il Senkaimon è pronto per essere aperto in qualsiasi momento!”

Kaji alzò un dito e aprì la bocca, Regina invece ringhiò: “E allora perché diavolo hai insistito a portarci in questa dannata catapecchia ad aspettare perché, e ti cito testualmente, avresti potuto aver bisogno di diverse ore per aprirlo?!”

Urahara rise: “Beh, mi ci è voluto meno, non potevo immaginarlo! E poi, sarei un pessimo ospite se vi avessi lasciato in questo nuovo mondo senza dei beni di conforto!”

Rei, che era seduto a gambe incrociate a bere del the, scoppiò a ridere: “Io adoro questo tizio!”

Il vice guardò il suo capitano e si accorse che Setsuna, a differenza sua, non era per nulla divertita: “Urahara Kisuke-san… a che gioco sta giocando?”

Kaji, che era rimasto ad occhi socchiusi e con una finta espressione divertita per quasi tutto il tempo, aprì maggiormente gli occhi e fissò la sua collega: “È un trucco che ci insegnano in accademia, e te ne sei accorta anche tu, Hayashi-san…”

Setsuna annuì: “Ci sta trattenendo agli arresti per vedere come ci comportiamo, e ha aspettato che comunicassimo con il nostro superiore… forse per capire se ci fosse davvero un superiore”

Urahara fissò entrambi con un’occhiata fredda e calcolatrice: “Sto accelerando anche parecchio il processo. Ho capito che posso fidarvi di voi, adesso”

“Fosse stato per me, vi avrei trattenuto per più tempo” disse Ishida, che li aveva seguiti e si era appoggiato ad un angolo della stanza senza dire nulla per tutto il tempo, inquietando tutti non poco, e rispondendo per monosillabi alle domande che principalmente Regina gli aveva posto.

“Quattrocchi, ma tu che accidenti vuoi?! Hai detto che non sei un hollow, né un arrancar, né uno shinigami… sappiamo solo quello che non sei, a meno che non consideriamo il fatto di aver capito che sei un enorme palo nel…”

“Su, su! Non saltiamoci tutti addosso!” la interruppe bruscamente Urahara, mettendo poi una mano sulla spalla di Ishida.  Proprio in quel momento arrivò al negozio, che le era stato mostrato prima della partenza, Aya, un po’ affannata ma perfettamente in salute dal suo terzo viaggio in quello squarcio.

“Oh, finalmente la mia collega è tornata! Allora possiamo andare!” disse il biondo, spalancando la porta che portava sul retro del negozio.

“Urahara-san… sei sicuro…” cercò di dire Ishida, ma stavolta lo sguardo glaciale dello shinigami perforò lui: “Avrebbero potuto attaccare in qualsiasi momento, ma non l’hanno fatto. Ishida-kun, il tuo lavoro qui è finito, cerca di mantenere una certa discrezione su tutto questo, d’accordo?”

Il quincy deglutì e guardò un po’ perplesso Urahara, ma con un cenno del capo salutò freddamente tutti e andò via.

“Simpatico quell’arciere da strapazzo…” disse Regina, alzandosi in piedi e facendo scrocchiare le dita.

“Ora andiamo, prima che arrivi quello che spara Getsuga Tensho prima di parlare…” disse ridacchiando Urahara, varcando la soglia e camminando per il corridoio. Aya lo seguì e chiese: “Cos’è un Getsuga Tensho?”

Urahara sospirò: “Ormai non sono più sicuro di cosa accidenti sia… comunque, non perdiamoci in chiacchiere! Seguitemi!”

Tutti si misero in fila e seguirono Setsuna, la prima a seguire Aya e Urahara; Rei le si fece accanto, per quanto possibile, mentre scendevano una lunga scala che portava sotto il livello del suolo: “Quindi Setsuna… ci fidiamo?”

Setsuna non lo guardò, tenendo lo sguardo fisso sulle spalle di Urahara: “Abbiamo alternative?”

Hare, poco dietro di lei, balbettò: “Il… il comandante non permetterebbe che questi esseri la passino liscia se dovesse succederci qualcosa. Poi siamo praticamente tutti capitani e vice, non avranno il coraggio di affrontarci!”

“La verità, piccolo amico – disse Urahara ad alta voce, senza neanche voltarsi a guardarli – è  che abbiamo tredici capitani e tredici vice, senza contare molti altri spiriti che potrebbero benissimo rivoltarmi come un calzino, come il mio amico Tessai che è rimasto lassù!”

“Ma chi, quello col grembiulino?!” disse, sorpresa, Regina.

“Eh si, lui era il più forte utilizzatore di Kido della Soul Society! Mi ha insegnato un sacco di cose che tutt’ora non saprei minimamente eseguire come fa lui!” rispose giulivo Urahara, aprendo una porta che dava ancora su una scala sospesa sopra un enorme deserto roccioso nascosto in quella specie di seminterrato.

“Ok, questo non me l’aspettavo…” disse Rei, rimanendo a bocca aperta.

Kaji fece un verso di disappunto, subito dopo Setsuna, ed entrambi misero per qualche istante la mano alla zanpakuto. Uno spazio aperto così all’improvviso, sotto la “base operativa” di uno shinigami di un altro mondo: il rischio di trappola era altissimo. Setsuna, tuttavia, percepì distintamente una reiatsu particolare nell’aria, che sapeva di Hollow e Shinigami… le ricordava la sua.

Si portò una mano sulla fronte e per un attimo fu tentata di usare quell’abilità, non per necessità, ma guidata dalla pressione spirituale di quel posto. Si ravvide un secondo dopo aver notato che Urahara la stava guardando di sottecchi mentre discuteva con Aya dei dettagli di quel luogo.

“Quindi ha riprodotto un terreno d’allenamento della Soul Society sotto casa sua?” aveva chiesto la shinigami.

“Beh, dopo l’esilio, ormai finito vorrei precisare, dalla Soul Society, avevo nostalgia di casa e alcuni amici mi hanno aiutato a creare questo posto. Ho avuto modo anche di fare numerosi studi ed esperimenti qui sotto in piena sicurezza! Ma magari di questo ne parleremo in un secondo momento, ci stanno aspettando!”

Il gruppo aveva finalmente finito di scendere la scala e si trovavano sul terreno brullo di quella landa apparentemente e innaturalmente sconfinata. Urahara tirò fuori un telecomando e il Senkaimon si aprì, lasciando la possibilità agli abitanti dei Void Territories di vedere questa porta apparsa dal nulla e proveniente da quello che sembrava un antico palazzo di uno shogun aprirsi verso l’infinito.

“Allora, dovrei aver programmato tutto per rendere il percorso il più breve possibile, ma vi consiglio comunque di correre: nella Soul Society hanno appena ripristinato il Kototsu e il Dangai non è più una dimensione liberamente esplorabile, quindi correte, non toccate le pareti e andrà tutto bene!”

“Un momento… cosa?!” disse Hare, sconcertato.

“Ma che significa?! Abbiamo attraversato uno squarcio e non ci è successo nulla, ora che attraversiamo un passaggio consolidato da voi shinigami di questo posto rischiamo di farci del male?!” disse Regina, esterrefatta.

“È una contromisura per tenere lontani i malintenzionati! Su, andiamo, non c’è tempo da perdere!”

“Perché è stato esiliato qui, Urahara-san?” chiese, sorridendo, Kaji, sistemandosi l’haori da capitano e sorridendo molto cordialmente e furbescamente.
“Oh… beh… è una lunga storia fatta di intrighi politici e fine del mondo mancata, insomma, una noia” disse con nonchalance Urahara.

Kaji, che pure aveva cercato di fare il furbo e l’intimidatorio, di nuovo si ritrovò a spalancare gli occhi: “Ma che…”

Setsuna alzò la mano e fece segno al collega di lasciar perdere: “Suppongo ne sapremo di più andandoci a presentare agli shinigami di questo nuovo mondo…”

“Esattamente! – disse giulivo Urahara – Oggi incontrerete una delegazione della Soul Society e il nostro Capitano Comandante, Shunsui Kyoraku. È da poco nel ruolo ma ha già dimostrato il suo valore uccidendo una divinità… certo, l’ha aiutato una sua assistente!”

“Ehi, biondino dal cappello strambo, stai cercando di farci paura per caso?” disse Regina, con la voce bassa e minacciosa, ma Urahara si tolse il cappello: “Mi piacerebbe dire di sì, ma sono solo estremamente sincero. Poche settimane fa l’universo è stato sul punto di crollare e abbiamo dovuto combattere contro la più grande minaccia che abbiamo mai fronteggiato. Nella Soul Society e nel mondo degli Hollow tutti si stanno leccando le ferite. Quegli squarci sono, francamente, ben più paurosi di quanto possa essere io ora!”

Tutti rimasero in silenzio per qualche istante, quindi Aya disse, con distacco: “Non è possibile che sia stata proprio questa vostra grande battaglia a indebolire il confine tra i mondi e a provocare l’apertura degli squarci?”

Urahara annuì: “È possibile. Non è mai successa una cosa simile, tuttavia, quindi non possiamo escludere nulla”

“Ovviamente” concluse Aya, annotando qualcosa su un blocchetto note che aveva tirato fuori da una borsetta attaccata alla cintura.

“Beh, signori, io sarei molto felice di continuare a parlare di multiversi in fiamme e cose così, ma abbiamo un incontro con una delegazione militare aliena quindi… ehm… Capitano Hayashi? Andiamo?” disse all’improvviso Rei, ridacchiando ma con delle gocce di sudore che gli imperlavano la fronte.

Setsuna annuì: “Si, andiamo…”

“Ottimo signori! Pronti… VIA!” e Urahara corse attraverso il Senkaimon; Aya lo seguì senza pensarci due volte, seguita poi da Hare.

“Io voglio dare la caccia ai criminali. In accademia dicevano che avrei dato fuoco al mondo coi miei scherzetti, ma questi shinigami hanno seriamente portato la loro lotta su un altro livello…” disse, quasi sconfortato, Kaji, lisciandosi meglio i capelli.

“Beh, almeno se dovremo combattere, potremo non trattenerci! Vero?” disse Regina, ridacchiando per mascherare, anche lei, un certo nervosismo.

“Se dovesse succedere qualcosa…fate vedere chi siamo, solo questo. Andiamo” e Setsuna entrò, correndo, nel Senkaimon.

“Oh, interessante…” disse Kaji, seguendola senza aggiungere altro.

“Setsuna che dice di usare la violenza senza controllarsi… ahi ahi, qualcuno è innervosito!” disse, ridacchiando, Rei, seguendo il resto degli shinigami.

“Comincio a essere meno felice dell’eventualità di combattere…” disse Regina, capendo che la situazione sembrava si stesse facendo più tesa del normale. Corse quindi anche lei nel portale, piombando nel tetro corridoio che gli shinigami chiamavano Dangai

 

 
[…]
 


Il senkaimon si aprì proprio di fronte ad un imponente edificio con un grosso ideogramma che indicava il numero uno avvolto in un rombo: le porte dell’edificio erano aperte e davano in una grandissima sala ma, la prima cosa che Urahara e la banda di ospiti dei Void Territories videro, furono due grossi shinigami puntare contro di loro le zanpakuto. I due si allertarono ancora di più quando dal Senkaimo arrivò Regina, riconoscibilissima come arrancar e alla quale indirizzarono immediatamente le loro attenzioni.

“Che viaggio… peculiare” disse, incerto, Hare, dopo aver corso come un pazzo nel tetro corridoio buio e violaceo, coperto di mucillaggine e altri materiali che, in tutta onestà, non voleva neanche sapere cosa fossero.

“Beh, almeno non ci ha inseguito il Kototsu!” disse giulivo Urahara mentre tutti gli altri uscivano dal Senkaimon.

“Ehi, che avete da guardare?! Non avete mai visto un arrancar in vita vostra?!” disse Regina, fissando in cagnesco le due guardie.

“Il punto è che l’hanno fatto, ed è per questo che ti tengono d’occhio. Ma non è necessario, vero Urahara?” disse, torva, Setsuna. Lo shinigami dal kimono verde fece cenno alle guardie di abbassare le armi e queste lo fecero, seppur con riluttanza.

“Che mondo selvaggio..Arrancar e Shinigami in guerra!” disse, con sdegno, l’arrancar, passandosi una mano tra i capelli violetti.

“Prego, seguitemi, i vertici del Gotei 13 ci attendono, o quelli che erano disponibili, suppongo!” disse Urahara, facendo segno al gruppo di seguirlo. Entrando nella grande sala, trovarono ad aspettarli, ad una decina di passi da loro, Kyoraku Shunsui, con al fianco il suo tenente, Nanao Ise; alla destra di Kyoraku c’erano, fianco a fianco, Zaraki Kenpachi, Toshiro Hitsugaya e Kurotsuchi Mayuri; alla sinistra del Capitano della Prima Brigata c’erano invece Shinji Hirako, Soi Fon e Kuchiki Byakuya.

“Capitano Kyoraku! Vi ho portato i nostri ospiti!” disse allegro Urahara, suscitando reazioni miste. Il gruppo dei Void Territories vide Soi Fon fare un’espressione schifata; Shinji stamparsi il suo solito, inquietante sorriso; Kenpachi fissare gli ospiti e annusare l’aria; Kurotsuchi Mayuri roteare gli occhi in modo poco naturale; Toshiro e Byakuya rimanere più o meno indifferenti.

“Venite, venite pure! Benvenuti nella Soul Society! Noi siamo i capitani del Gotei 13. Bè, non siamo in tredici perché, beh – il capitano Kyoraku si massaggiò la benda sull’occhio e sorrise, perdendosi nel largo kimono a fiori che indossava – siamo tutti un po’ impegnati nel ricostruire la Soul Society dopo alcune baruffe interne!”

“Intende dire la guerra da fine del mondo che ha quasi distrutto tutto?” disse Aya, all’improvviso, prima che qualcuno la potesse zittire per l’insolenza. Kyoraku tuttavia ridacchiò: “Ah, Kisuke vi ha già avvisato… comunque sì, è per quello. Ma prima di passare ad argomenti più pesanti, è tempo di fare le presentazioni! Io sono Shunsui Kyoraku, capitano della prima divisione e Capitano Comandante del Gotei 13, e questi sono i capitani di alcune delle nostre brigate…”.

Il capitano presentò, con estrema gentilezza, tutti i capitani, definendo anche quale brigata fosse al loro comando, prima di inchinarsi agli ospiti e aggiungere: “Per me è un onore essere il primo Capitano del Gotei 13 ad accogliere gli spiriti provenienti dai mitologici Void Territories! Per noi è un evento a dir poco epocale!”

Tutti si fissarono tra loro, squadrando anche i capitani che, con sentimenti diversi, li stavano osservando, quindi Setsuna fece un passo avanti: “Noi siamo lieti di fare la vostra conoscenza, per noi è un’assoluta novità incontrare altri shinigami oltre quelli del nostro mondo. Io sono Setsuna Hayashi, Capitano del Comando Affari Segreti dei Void Territories e loro…”

Setsuna proseguì con la presentazione dei compagni di viaggio, ma non poté fare a meno, nel frattempo, di percepire la presenza quasi schiacciante degli shinigami della Soul Society. Pur trattenendosi, pur non avendo aperte intenzioni ostili (in realtà a Setsuna parve di percepire una marcata voglia di uccidere provenire dal capitano Kenpachi, ma nel fissarlo, Urahara, posto al suo fianco, la aveva strattonata per la manica, facendole cenno di no con la testa) e pur non mostrando più di una moderata curiosità, Setsuna percepiva chiaramente l’enorme quantità di energia spirituale che quegli shinigami sprigionavano.

Era fiduciosa e consapevole delle proprie capacità, così come quelle dei suoi compagni di avventura, ma per un attimo si sentì minacciata da quegli shinigami così potenti. Inoltre, il capitano della Quinta Brigata, Shinji, la fissava con strana curiosità e le sorrideva malevolo. La cosa non l’aveva messa a suo agio ma, a migliorare la situazione, fu Kyorako Shunsui che, battendo le mani, fece un profondo inchino di fronte a tutti loro.

“Davanti a donzelle così carine e forti, non posso che mostrare tutto il mio piacere di… AHIA! VA BENE, VA BENE, FACCIO IL SERIO! – disse il capitano dopo che la sua tenente gli aveva calpestato fortissimo un piede, paonazza in volto e maneggiando convulsamente i suoi occhiali per l’imbarazzo – Volevo dire… come apprezzerebbe di più la mia cara Nanao-chan, in qualità di Capitano Comandante, vi do il benvenuto nella Soul Society e voglio assicurarvi che sarete i benvenuti nel nostro mondo. Sono molto curioso di sapere del vostro mondo, specie per la coesistenza che avete creato con gli Arrancar!” il capitano sorrise e indicò Regina.

“Quindi non mi vogliono tutti ammazzare, qui?” chiese, un po’ scocciata, Regina, con Kaji al suo fianco che le poggiava una mano sulla spalla.

“Oh, gli arrancar sono stati nostri nemici per molto tempo, ma abbiamo stretto un’alleanza con loro che spero possa essere durevole – e Kyoraku si avvicinò all’arrancar dei Void Territories, fissandola con occhi languidi – Sarebbe davvero un peccato ricominciare le ostilità e dover avere come nemica una ragazza così carina!”

Kaji si schiarì la voce e fissò Kyoraku con uno sguardo a dir poco omicida, che distorse il suo viso in un’espressione da volpe. Kyoraku trasalì e fece un passo indietro: “Oh no… un altro come Gin… quel ragazzo mi ha sempre inquietato…”

Anche Setsuna si schiarì la voce e, mentre Nanao tornava a pestare i piedi del suo zio tentando, inutilmente, di passare inosservata, disse: “Capitano, anche per noi è un onore potervi conoscere, quindi, a nome dell’Alto Comandante Uminojoo, vi chiedo se fosse vostra volontà collaborare con noi per risolvere questa annosa questione degli squarci che da settimane stanno creando numerosi problemi nel nostro mondo, cominciando con uno scambio di informazioni raccolte. La qui presente Aya Sanjusan fa parte del nostro Comando di Ricerca e anche il vice-comandante Shiro, del comando medico, è particolarmente versato nella ricerca, quindi sarebbe nostro gran piacere se potessero accedere ai dati che avete raccolto, oltre che fornire quanto possiamo dei nostri”.

Setsuna si mantenne formale e composta, ma Kyoraku, con ormai i piedi martoriati, le si avvicinò e le prese una mano, nel tentativo di baciarla: “Ma ovviamente sarà nost…”

Nanao schiantò sulla testa dello zio un enorme libro rilegato in cuoio prima che le sue labbra toccassero la mano di una allibita Setsuna, quindi fu Kurotsuchi Mayuri a parlare col suo solito tono di voce supponente e viscido: “Capitano Hayashi, lasci i suoi sottoposti alle mie cure. In quanto capo del reparto ricerca del Gotei 13, sarò lieto di scambiare i dati con dei miei cari colleghi… fufufu…”

Le parole di Mayuri sortirono un effetto ben poco consolatorio su Aya e, soprattutto, Hare, ma questi annuirono a Setsuna, pronti a svolgere il loro compito.

“D’accordo, la ringrazio capitano… Mayuri, giusto?”

“Esatto! Vedo che è molto attenta! Sono sicuro che troverà i miei modi, più precisi e formali, decisamente più adeguati rispetto a quelli… di altri miei… colleghi… - disse, esitando, Mayuri, fissando con la coda dei suoi terrificanti occhi Urahara Kisuke, troppo impegnato nell’aiutare Kyoraku ad alzarsi per prendere in giro la diffidenza del suo ex sottoposto – Prego, seguitemi, vi porterò negli archivi così potrò darvi i dati raccolti sui portali, soddisfare ogni curiosità sul nostro mondo e ,ovviamente, mi racconterete un po’ anche del vostro!”

Gli occhi spiritati del capitano sembrarono farsi ancora più spiritati e Setsuna esitò, tuttavia Kisuke intervenne: “Fidati di lui, Setsuna-san! Sembra un po’ pazzo, ma è eccitato quanto me e quella tua amica scienziata dall’altra parte del telefono per la scoperta di un nuovo mondo!”

Setsuna fu tentata di urlare addosso a Kisuke di aver origliato la sua conversazione telefonica, ma capì che, in quel mare di assurdità, che un suo potenziale nemico la avesse origliata, forse, era la cosa meno strana.

“La ringrazio per la disponibilità, capitano Mayuri. Shiro, Sanjusan… seguitelo e fornitegli tutti i dati necessari”

“Sissignora!” dissero i due shinigami all’unisono, per poi seguire il bizzarro capitano fuori dall’edificio.

“Beh, direi che la riunione è sciolta – disse Kyoraku, ancora un po’ confuso – Fate come se foste a casa vostra e se avete domande da fare, fatele pure! Capitani, voi siete congedati, se avremo bisogno vi convocheremo!”

Toshiro e Byakuya, rimasti silenziosi, annuirono quasi pigramente quindi sparirono nel nulla. A ruota li seguì Soi Fon. Gli altri capitani rimasero lì, scambiando due parole con Kyoraku e Urahara. Rei, finalmente, si avvicinò a Setsuna: “Beh, dai, è andata bene! Sono gentili!”

“Sono feriti, hanno finito una guerra e non ne vogliono cominciare un’altra” rispose, secca, Setsuna.

“E che differenza fa? Noi non abbiamo voglia di combatterli; loro non hanno voglia di ucciderci, insomma, risolviamo questa faccenda degli squarci e poi ognuno per la sua strada, no? L’importante è aver trovato degli alleati! Rilassati, Setsuna-chan!” disse scherzoso Rei, dandole una pacca sulla spalla.

Setsuna sapeva che quello era un modo per farla rilassare, per consolarla, così come sapeva che neanche Rei, nonostante le apparenze, fosse così tranquillo da pensare che, dopo aver sistemato gli squarci, tutto sarebbe tornato come prima. Nulla sarebbe più stato lo stesso, ma quella era una preoccupazione per un altro giorno. Immersa com’era nei suoi pensieri, Setsuna quasi non si accorse del capitano biondo che le si era avvicinato e che la guardava con quella sua espressione inquietante.

“Ehi, ragazzina, possiamo scambiare due parole?” disse quasi con aggressività Shinji Hirako, salutando con la mano Setsuna, avvicinandosi a lei, mentre la sua reaitsu si faceva sempre più chiara. E Setsuna, istintamente, fece correre la mano sull’elsa della sua spada.

“Capitano…” disse Rei, allarmato, ma Shinji alzò le mani: “No, aspetta ragazzina! Sentimi prima!”

Setsuna rimase confusa: “Che cosa significa?” provò a dire, poi spalancò la bocca nel vedere lo shinigami della Soul Society mettere la mano sulla fronte e materializzare una inquietante maschera bianca di fronte al suo viso: “Tu sei come me, vero? Sei una vizard!”

Rei ridacchiò per la sorpresa e nel vedere Setsuna rimanere così esterrefatta, quindi la shinigami si ricompose: “Quindi esistono anche qui!?”

Shinji scansò via la maschera, facendola sparire: “Si, e sono piuttosto curioso di sapere come tu hai fatto a controllarla senza l’aiuto di Kisuke…”
 


 
[…]
 


“Non so come abbia fatto Setsuna a rimanere così impassibile..qua sembrano tutti dei pazzi!” disse Regina a Kaji, osservando Kurotsuchi Mayuri andare via con Hare e Aya. Kaji le diede due buffetti sulla spalla e ridacchiò: “Suppongo che anche noi sembriamo dei pazzi per loro. Immagina cosa potrebbero pensare di te in questo mondo, visto che fino a poco fa, a quanto pare, arrancar e shinigami qui si ammazzavano allegramente!”

“Ci devono solo provare a guardarmi male” borbottò Regina, finché non sentì una presenza inquietante alle sue spalle e non vide Kaji sorridere all’enorme sconosciuto dietro di lei. Quando si fu girata, Regina vide di fronte a lei Zaraki Kenpachi, che la fissava con gli occhi spiritati e un sorriso folle sul volto: “Ehi, ragazzina arrancar…”

“Che accidenti vuoi?! Non sono uno dei tuoi arrancar! Non discriminarmi e non mi uccidere, siamo qui in missione di pace! E sei fortunato che non abbia il permesso di prendere a pugni nessuno!” disse Regina, fissando dal basso lo shinigami senza cedere di un millimetro. Lo shinigami liberò un po’ della sua follia omicida ma Regina, sorridendo, fece altrettanto con il suo reiatsu.

Regina vide distintamente l’immagine mortifera del teschio in reaitsu gialla che sembrava aleggiare attorno allo shinigami così come Kenpachi vide attorno all’arrancar l’aura viola che sembrava ululare come un branco di lupi.

“Signori, gentilmente, potreste calmarvi?” disse Kaji, sorridendo, ma guardando furibondo Kenpachi. Lo shinigami, all’improvviso, rise di gusto: “Oh si! Finalmente qualcuno con le palle! Mi piacete voi! Un po’ meno tu, assomigli troppo a quella volpe di Gin…”

“Ma chi accidenti è Gin e perché tutti lo odiano, mi sta facendo fare brutta figura…” disse, sinceramente turbato, Kaji.

“Ma tu, arrancar, tu sembri la tipa che combatte per il gusto di farlo!”

“Ci puoi scommettere, capellone!” disse, quasi ringhiando, Regina.

“Ehi, Kyoraku! – urlò Kenpachi – Io mi porto questi due a fare uno scontro d’allenamento!”

Kyoraku, che stava parlando con Urahara di chissà che cosa, sbiancò: “Zaraki, non li vogliamo uccidere, sono nostri alleati…”

Setsuna, che stava ancora fissando Shinji e la maschera che stava pian piano sparendo, si voltò preoccupata e vide Kaji cercare di trattenere Regina dal picchiare Zaraki.

“Come osa questo qua decidere se voglio combattere o meno con lui! Lasciami andare, Kaji! Lasciami!”

“Maboroshi!” ringhiò Setsuna.

“Ci sto provando, Hayashi! Ci sto provando! – rispose Kaji, trattenendo per le braccia Regina – Regina! Calmati! Usa la testa!”

Regina per un secondo si placò e fece rilassare Kaji quel tanto che bastò per potersi liberare dalla sua presa: “Oh sì, ottima idea!” ringhiò e l’arrancar caricò per assestare una testata contro Kenpachi.

“Regina! Non intendevo… oh, dannazione…” disse Kaji, arrendendosi a vedere che Kenpachi, a sua volta, aveva bloccato la testata dell’arrancar con la sua testa.

Il capitano dell’undicesima brigata rise: “Non la uccido! Poco ma sicuro non la uccido! Ma scambiare due pugni con lei sarebbe molto meglio che allenarsi con voi altre palle mosce!” urlò, con Kyoraku che, ormai abituato ai modi di Kenpachi, sospirò: “Capitano Hayashi, visto che la sua amica sembra non essere una sprovveduta, accorderebbe il permesso di uno sparring match? Altrimenti il capitano Zaraki non si placherà”

“Hayashi, concordo con il capitano Kyoraku…” disse, ridacchiando tristemente, Kaji, fissando l’arrancar sua sottoposta e lo shinigami stare fronte contro fronte a guardarsi in cagnesco. Setsuna, sospirando, accettò: “Fate in fretta e niente ferite gravi, non voglio incidenti diplomatici, chiaro?!”

Kaji annuì e Regina ringhiò: “Ottimo, mi limiterò per non far male a questo mollaccione!”

Kenpachi si allontanò da lei e rise come un folle: “Andiamo alla caserma dell’undicesima, allora! Ci daremo qualche pugno e vedremo chi ha l’istinto omicida più forte!”

Il capitano prese a correre fuori dalla sala e Regina rise feroce: “Ora cominciamo a ragionare! Andiamo!” e l’arrancar seguì lo shinigami. Kaji sospirò di nuovo e sorrise, prendendo a seguire i due.

Kaji notò che lo shinigami della Soul Society si stava guardando spesso attorno e chiese: “Capitano Zaraki, ma sa dove stiamo andando?”

“Si, finto Gin, seguitemi!” rispose Kenpachi, cambiando direzione all’improvviso e andando a sbattere proprio contro Kaji. Il braccio destro del capitano Kenpachi urtò e spinse via di poco Kaji, ma fu proprio Kenpachi a mugugnare per il dolore. Sia Regina che Kaji videro del sangue scorrere sulla mano dello shinigami.

“Ehi, ma tu sei ferito! Non voglio avere questo vantaggio!” disse Regina, ricominciando a seguire il capitano che, noncurante, aveva ripreso a correre.

“Tutto bene, capitano? Non pensavo di poterti ferire così facilmente!” disse Kaji, scherzoso.

“Non ci sperare, pivello, è una ferita di uno scontro precedente, ho preferito lasciarla guarire alla vecchia maniera. Fin troppi scienziati e dottori – e Kenpachi esitò, facendo un’espressione vagamente triste – hanno giocato con le mie ferite..preferisco starne lontano per un po’”

Cambiarono ancora direzione all’improvviso mentre i pochi shinigami di guardia per le vie della città li fissavano come se fossero uno spettacolo fin troppo consueto.

“Quindi non ti fidi dei medici, gigantone? Perché ti servirà un medico quando avrò finito con te!” disse, minacciandolo, Regina.

Kenpachi fece un verso strano, quindi disse sottovoce: “I medici sono solo assassini che indossano una maschera da benefattori, non mi fido più di loro. Egoisti, perseguono scopi nascosti. La lama di una spada è più sincera…” e il capitano tacque.

Kaji fissò l’uomo con curiosità, quindi anche lui tacque mentre mille pensieri ricominciavano ad affollargli la testa.

“Ehi, tutti silenziosi all’improvviso!? Qua io voglio combattere! Dove accidenti è la tua caserma!?” chiese Regina, stanca di seguire il suo prossimo avversario, ma proprio in quel momento Kenpachi si fermò di fronte ad un portico con il numero “11” marchiato sul suo ingresso. A bighellonare lì attorno c’erano Ikkaku e Yumichika che, alla vista di Kenpachi, si rimisero sull’attenti.

“Capitano! Già finita la riunione?” chiese Ikkaku, mostrando fieramente la placca da tenente.

“Non è il momento per leccare il culo, Ikkaku, prepara il cortile che devo combattere con quella lì!” disse, ridendo come un pazzo, Kenpachi.

“QUELLA LI’ HA UN NOME, RAZZA DI MALEDUCATO, ED É REGINA HIERROBOSQUE! RICORDATELO PERCHÉ STO PER DARTI UNA LEZIONE COI FIOCCHI!” ululò Regina, seguendo il capitano dell’undicesima nei terreni e nella caserma dell’Undicesima Brigata.

“Oh guarda, Ikkaku, il capitano ha trovato un’altra partner coi capelli violetti…” disse ridacchiando Yumichika.

“Oh no, un’altra Yachiru…ma ero appena diventato Tenente!” piagnucolò Ikkaku. Kaji, non capendo cosa stesse accadendo, si avvicinò allo shinigami pelato e gli diede dei buffetti sulla spalla. Ad Ikkaku non importò neanche che quello sconosciuto gli si fosse avvicinato, né che avesse preso a spiegare a Yumichika di essere uno shinigami dei Void Territories. Ad Ikkaku importava solo dei rumori di scontro che già cominciavano a sentirsi dal campo di allenamento poco distante da lui e alle risate del suo capitano.

“Spero ve ne torniate presto nel vostro mondo. Me l’ero appena conquistata… appena conquistata…” disse Ikkaku, sottovoce, con Kaji che, di fianco a lui, ridacchiava per quella strana situazione


 
[…]
 



“Questo posto è… il paradiso!”

Aya stava osservando estasiata tutti i macchinari e le attrezzature presenti nei laboratori di Kurotsuchi Mayuri, mentre il capitano della dodicesima brigata gongolava come mai prima di allora nel mostrare con orgoglio quei macchinari. Alle loro spalle c’erano un confuso Hare che riceveva varie cartelle e fogli da Akon, novello tenente della dodicesima brigata, che sembrava far finta di nulla.

“Questo è tutto quel che abbiamo raccolto sugli squarci, a parte quello che si è aperto nella caserma dell’undicesima, non abbiamo avuto fenomeni più duraturi di pochi istanti. Se nel vostro mondo, come mi hai detto, lottate da settimane con questi squarci, è lecito pensare che non appaiano solo qui ma in tutti i mondi. Mi sai dire altro?”

Hare fissò lo shinigami con evidentemente imbarazzo: “Veramente… ho scoperto di sapere davvero pochi dettagli. Molto è stato tenuto segreto e solo il capitano Hayashi ne è a conoscenza”

Akon sospirò: “Ah, le spie e i loro segreti, comunque, ti dispiacerebbe se dessi una lettura alla tua energia spirituale?” e lo shinigami prese da un mobiletto una sorta di bacchetta collegata ad un palmare, molto simile allo scanner che aveva usato Aya per analizzare gli squarci e il mondo oltre lo stesso.

Hare annuì: “Prego, fai pure…”

Akon cominciò, senza avvicinarsi troppo e rispettando lo spazio personale dello shinigami dei Void Territories, ad analizzarlo e Hare rimase stupito da quel comportamento così normale rispetto alla bizzarria del suo capitano. Akon parve capire quel pensiero.

“Il capitano Kurotsuchi è particolare, ma è un genio. Lasciagli fare quel suo spettacolino, nel frattempo sta per davvero analizzando tutti i dati che ti ho passato a mente, ciò non toglie che sia inquietante, ovviamente”

Hare ridacchiò a vedere l’espressione un po’ scocciata dello shinigami: “Ah, beh… allora…”

“Guardate che vi sento, scansafatiche… fufufufu…” disse Mayuri senza neanche voltarsi e facendo scattare i due poveri shinigami. Nel frattempo, Aya stava collegando con dei cavi il suo scanner agli apparecchi di Kurotsuchi. Subito i dati presero a materializzarsi sugli schermi e lo shinigami della Soul Society prese a leggerli avidamente.

“Tutte le letture corrispondono con quelle che abbiamo rilevato noi… interessante… vista la differenza lieve nelle vostre reiatsu, pensavo che anche gli squarci potessero avere delle differenze, invece sono perfettamente identici, l’origine è unica… forse non naturale, ma è ancora troppo presto per dirlo…”

“Potrebbe essere dovuto alla guerra che avete combattuto e che Urahara Kisuke ha usato per intimidirci?” chiese Aya, senza alcuna inflessione nella voce. I suoi occhi correvano sui dati apparsi negli schermi quasi all’unisono con quelli di Mayuri.

“Improbabile, l’impronta energetica di Yhwach sarebbe ovunque, invece qui non c’è. Comunque, non possiamo escludere nulla”

“Chi è Yhwach?” chiese, sempre atona, Aya.

“Creatore dei Quincy, figlio del Re degli Spiriti. Ha ucciso quest’ultimo e ne ha preso i poteri minacciando di voler riscolpire l’intero universo. Ora il suo cadavere è diventato il nuovo Re degli Spiriti e regge l’equilibrio dei mondi”

“Che cosa bizzarra”

“Sì, e non mi hanno nemmeno permesso di sezionare il suo cadavere!” concluse, piccato, Mayuri, sempre senza staccare gli occhi dai dati.
“Che spreco ridicolo…” assentì Aya. Akon e Hare, alle loro spalle, li fissavano sbalorditi.

“Quei due sono…” esordì Hare.

“…identici” concluse Akon, a bocca aperta. Quel momento di pace durò poco: un segnale d’allarme risuonò nella stanza e tutti gli schermi cominciarono a mostrare dati di coordinate misteriose e letture energetiche simili a quelle che i due scienziati stavano già analizzando. Mayuri prese a fissare svariati schermi alternativamente, scattando da una parte all’altra della stanza per poi ridacchiare, soddisfatto: “stessa lettura, luoghi diversi, finalmente l’aver posizionato quei sensori ha portato i suoi frutti!”

“Da dove vengono queste informazioni? Non capisco le vostre coordinate!” disse Aya, presa da una strana impazienza.

Mayuri ridacchiò mentre Akon, un po’ svogliato, si apprestava a spegnere tutti quegli allarmi: “Dall’unico mondo che mancava all’appello. È tempo di avvisare i tuoi superiori e i miei che il problema si è esteso ancora di più…”


[…]


“Quindi, questo Aizen ha condotto degli esperimenti per creare degli ibridi shinigami-hollow e prima di andare a perfezionare gli arrancar ha fatto in modo che degli hollow modificati vi infettassero e quel mezzo svampito di Urahara è riuscito con le sue diavolerie a concedervi i poteri da Hollow?”

Shinji fece una smorfia nel sentire la sua storia venire riassunta così brutalmente da Setsuna che, tuttavia, non sembrava avesse intenzioni malvagie, bensì mostrava solo incredulità in quanto lo shinigami gli aveva appena rivelato: “Si, grossomodo così. Siamo stati esiliati, abbiamo imparato a usare i nostri poteri e poi, scoperto il doppiogioco di Aizen, diciamo che abbiamo fatto tutti pace e tra noi vizard, gli arrancar e la Soul Society c’è stata la pace. In realtà con gli arrancar non sappiamo ancora bene come porci, ma ci stiamo lavorando…”

“Questa storia è davvero… bizzarra. Tutta la vostra società lo è! Gli arrancar non sono diversi da noi shinigami! Gli Arrancar predano solo gli hollow o si nutrono di reishi come gli shinigami, non sono bestie impazzite da abbattere! E poi trovo davvero disdicevole, da un punto di vista puramente strategico, ignorare il potenziale bellico delle maschere hollow in favore di una cosiddetta purezza!” commentò ancora Setsuna, incredula e leggermente infastidita.

Shinji si massaggiò la nuca: “La cosa non è così semplice… c’è un equilibrio da mantenere e noi shinigami dobbiamo purificare gli hollow… non possono mancare troppe anime al ciclo delle reincarnazioni, altrimenti tutto si sfascia. Allo stesso tempo però gli Arrancar molto potenti sono pericolosi da purificare, quindi abbiamo con loro delle alleanze precise. Concordo però sulla discriminazione, ma dopo quello che è successo negli ultimi anni la situazione qui nella Soul Society è cambiata molto! – Shinji fece un sorriso malevolo – tutto si è ribaltato sottosopra, come piace a me!”

Setsuna guardò confuso il capitano della quinta divisione, quindi lanciò un’occhiata a Rei che, come lei, era stranito di fronte al comportamento di quel capitano. Alla fine la shinigami ruppe quell’attimo di silenzio: “Trovo ancora strano e non riesce a risultarmi simpatica la strana etichetta che ci avete affibbiato… essere chiamati visitatori di un mondo mitologico è strano, anche se capisco che di fronte a tutti i vostri conflitti, i Void Territories sembrano un mezzo paradiso. Noi puniamo i piantagrane, che siano shinigami, spiriti comuni o arrancar poco importa…”

Shinji ridacchiò: “Eppure ti sei presentata come il capitano del Comando Affari Segreti, e hai detto, quando hai fatto tutta quella tua bella presentazione formale, che sono settimane che indaghi sugli squarci… e i tuoi compagni sembravano un po’ spaesati… avete anche voi dello sporco nascosto sotto il tappeto… e chi ti dice che non ce ne sia altro che tu non conosci, Capitano?”

Il sorriso malevolo di Shinji innervosì Setsuna… ma innervosì ancora di più Rei che, contraendo la mascella, fece un passo avanti: “Essere parte del comando Affari Segreti non fa di noi dei bugiardi o, peggio, degli assassini! Noi difendiamo i Void Territories, e Setsuna non ha mai fatto…”

Setsuna gli afferrò il polso e lo fermò: “Lascia perdere, Rei… ti sta provocando… deve aver preso da Urahara!”

Rei continuò a guardare male Shinji, ma quest’ultimo scoppiò a ridere: “Scusate, vecchie abitudini! Ma, se posso essere indiscreto… come hai ricevuto i tuoi poteri hollow?”
Rei continuò a guardare male Shinji, ma Setsuna rimase per qualche istante assorta nei suoi pensieri: “Non ricordo… ricordo delle persone, forse… ma non so cosa mi è successo. So solo che allenandomi e combattendo è cominciato a uscire…”

Setsuna esitò e Shinji sorrise, più conciliante del solito: “L’hollow e la maschera”

Rei contrasse ancora più forte la mascella e fissò Setsuna: “Non è necessario…”

Setsuna scosse la testa e guardò Shinji con cauta determinazione: “Fui sottoposta immediatamente ad analisi dai Comandi Medico e di Ricerca e fu subito individuata la contaminazione hollow nel sangue, poi con l’insorgere della parte Hollow e degli episodi di violenza selvaggia… mi hanno aiutato tutti, ecco. Spesso sono dovuti intervenire gli altri capitani…”

“Quella volta che è intervenuta Uminojoo-sama e ha schiacciato tutti con la sua reiatsu… ho ancora i brividi…” ricordò Rei, rabbrividendo per il solo ricordo.

“… poi al Comando di Ricerca hanno cominciato a provare vari composti per tenere sotto controllo ed equilibrare la reiatsu da hollow e alla fine ho imparato a controllarla, per non perdermi troppo in chiacchiere. Ho una maschera, e uso il suo potere per il mio lavoro. Vizard, Shinigami, Arrancar, Hollow… sono solo etichette. Faccio il mio dovere, e se questo potere aiuta, allora lo userò. E comunque, so che se dovessi perdere il controllo, i miei commilitoni saranno più che in grado di tenermi a bada e…”

Rei si voltò verso di lei: “Non dirlo neanche per scherzo! Ora basta con queste chiacchiere!”; il suo vice fissò prima lei e poi Shinji, arrabbiato come poche volte in vita sua, ma lo shinigami della Soul Society stava osservando Setsuna con un sorrisetto soddisfatto e molto più amichevole di quelli precedenti.

“Mmmh, una ligia al dovere con la volontà di difendere… chissà perché un sacco di noi mascherati finiscono ad essere così seriosi! Bah, non importa, meglio così, più spazio per le stupidate lasciate a me!”

Rei fissò confuso il capitano della quinta brigata e Setsuna, per un istante, si concesse un sorriso rilassato: probabilmente quell’incontro avrebbe segnato l’inizio di uno scambio quantomeno interessante… ma ovviamente l’universo dovette ricordare a tutti che c’era ancora un enorme problema all’orizzonte.

“Fortuna che siete ancora tutti qui, o quasi – disse la voce viscida di Kurotsuchi Mayuir entrando nella sala con al seguito Akon, Hare e Aya – Abbiamo un problema: un altro squarcio si è appena aperto in un luogo piuttosto problematico… fufufufufufu”
 


 
[…]
 


Essere un re con due regine poteva essere asfissiante, specie se le due regine avevano dimenticato come si diventa veri re. Neliel e Haribel potevano anche averlo dimenticato, ma Grimmjow era poco incline allo scordare come un vero Arrancar accresce i propri poteri: cacciando i più deboli, combattendo i più forti, sfidando i propri limiti continuamente!
Che fosse il metodo giusto o sbagliato, tregua o non tregua, a Grimmjow importava solo perseguire il suo piano di diventare il più forte, in modo da potersi vendicare delle sconfitte passate.

Ma aver ucciso l’ennesimo vermone hollow che si aggirava per le sabbie di Hueco Mundo non aveva placato la sua fame di potere né si era rivelata una sfida sufficiente a soddisfarlo.

“Merdina del cazzo… sono tutti diventate delle mezze seghe da queste parti…” ringhiò a bassa voce il sexta espada, pulendosi la mano dalle poche tracce di sangue rimaste del suo avversario non ancora ridottesi in polvere. Sospirò, insoddisfatto, rimettendosi entrambe le mani nella tasca della giacca, decidendo che forse era meglio cercare qualche altro posto dove passare il tempo, ma infine qualcosa attirò la sua attenzione.

Una ciocca dei suoi capelli fu all’improvviso attirata da una forza sconosciuta e la strana corrente nell’aria, nonché la pressione spirituale atipica che in breve si diffuse nella zona costrinse Grimmjow a girarsi verso l’origine di quel disturbo, notando che a pochi metri più in là, alle sue spalle, si era aperto un grosso squarcio dai bordi frastagliati, diverso da un comune garganta.

L’espada, quasi irritato, vi si avvicinò e ci ficcò una mano dentro, senza che accadesse nulla. Per qualche momento fu tentato di lanciarci dentro un Cero, ma non volendo subire altre ramanzine dalle due espada che con lui condividevano il trono di Hueco Mundo, preferì non farlo.
Ringhiò, arrabbiato, e urlò: “E ora che cazzo è ‘sta merda?!” prima di girarsi e, con tutta la calma possibile, dirigersi verso Las Noches per riferire di quella scocciatura…
 






_________________________

Angolo Autrici
 
Volevamo precisare alcune cose, che effettivamente ci sono sfuggite ma che abbiamo capito di non aver specificato xP.
Il prologo della fanfic è un pezzo del passato ambientato nel momento in cui Aizen stava facendo i primi esperimenti sugli Hollow e sulla Hollowificazione, di conseguenza c’è un time skip davvero molto lungo! Dal primo capitolo, a livello temporale siamo poco dopo la fine del manga, ovvero dopo la saga della Guerra dei Mille Anni.
Pensavamo di averlo messo, in realtà è una cosa che è rimasta nelle nostre teste e basta ahaha *chiediamoperdono.
Comunque, come vi è sembrato questo capitolo? Ci sono un bel po’ di nozioni e casini in questo capitolo. Non è stato facile far accadere “ipoteticamente” questa cosa, ma abbiamo marciato sul fatto che tutti i mondi hanno appena concluso una guerra sanguinosa, numerose sono le ferite fisiche e dell’anima, inoltre c’è un nuovo pericolo alle porte. Quindi perché non provare a fare una nuova alleanza con un nuovo mondo?
 
 
   
 
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