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Autore: vale_cullen1992    30/08/2009    41 recensioni
Bella, Rosalie e Alice: tre sorelle, ammirate da tutti e con una passione: le scommesse. Edward,Emmett e Jasper: tre fratelli, il rifiuto della scuola, i cosidetti "Sfigati". Cos'hanno in comune?? Una scommessa tra sorelle, che coinvolgerà i tre poveri Cullen.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Scommettiamo? - Quando una scommessa ti cambia la vita' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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capitolo 9

Scommettiamo?

Capitolo 9: Sospetto, confessioni e ultimatum.

Pov Jasper.



Fermo sulla soglia dell’aula d’Inglese, aspettai che Alice mi raggiungesse, curioso di sapere perché mi aveva fatto venire qui. Alcune ragazze passarono, ridacchiando e ammiccando verso la mia direzione, ma le ignorai bellamente.

Per loro solo ora ero un essere umano degno di essere guardato, prima ero soltanto uno dei tanti sfigati che camminavano per i corridoi della Forks High School.

Ma Alice, lei non la pensa così. A lei piaccio per quello che sono, anche se non capisco tutta questa voglia di cambiarmi. Si dice che l’amore non badi alle apparenze, no? Quindi non capisco.

La vidi uscire dall’aula, con un ragazzo alle calcagna. Mi pare si chiamasse Smith qualcosa. Venni travolto dall’irritazione quando quel viscido le scoccò un bacio sulla guancia, dicendole qualcosa all’orecchio e facendola ridacchiare.

- Ciao Kyle, a dopo. – ridacchiò  lei, facendomi innervosire. Insomma, mi aveva chiamato qui per sbattermi in faccia questa patetica scena?

- Beh? Fai con calma, tanto non ho fretta. – borbottai offeso, affiancandola. Lei si voltò a guardarmi, sbuffando infastidita. Bene, ora ero io quello nel torto. Certo, come no.

- Come sto? – chiese, indicandosi. Indossava una gonna dalla vita alta e una camicetta bianca. Sembrava dolce e indifesa, peccato che fosse solo un’impressione. La realtà era ben lontana da quella descrizione angelica.

- Bene. – risposi annoiato. Secondo il mio modesto parere, era un abbigliamento troppo eccessivo per una semplice giornata a scuola, ma avevo imparato che era sempre meglio non dire la verità, specie se si aveva a che fare con le ragazze.

Alice annuì soddisfatta, iniziando a saltellare verso la lezione di storia. Io avevo biologia, quindi mi stava facendo, chiaramente, perdere tempo. – Come mai mi hai voluto vedere? – sbuffai alla fine, notando che non aveva alcuna intenzione di parlare.

- Oh, giusto. – cinguettò. – Oggi andiamo a prendere un frappé, ti va’? – chiese, facendo gli occhioni da cerbiatta indifesa. Quell’espressione sfiorava l’illegale!

- D’accordo, vada per il frappé. – e al diavolo il mio programma di studio, aggiunsi mentalmente. Maledii la mia debolezza e incapacità di dirle di no. Quella ragazza era sin troppo pericolosa.

- Evviva. Ci vediamo al bar alle cinque, ok? – trillò allegra, facendomi storcere il naso.

- Come mai alle cinque? Che hai da fare prima? – chiesi sospettoso.

Alice alzò gli occhi al cielo, esasperata. – Ho da fare, va bene? – sbuffò. Bene, facendo due conti, ero più che sicuro che c’entrasse quel Smith. E tanti saluti a me.

- Benissimo, divertiti. – sibilai, girandomi e correndo verso biologia.

- Signor Cullen, benvenuto. – disse sarcasticamente il professore, indicando l’orologio appeso alla parete. Dieci minuti di ritardo. Cazzo!

- Scusi, ho avuto un piccolo contrattempo. – mi scusai, naturalmente inutilmente. Il professor Banner fece un cenno della mano, indicandomi il mio posto. Non me lo feci ripetere, e andai a sedermi.

- Jasper Cullen in ritardo, wow! – mormorò la mia compagna di banco, Amanda Stuart. Un metro e sessanta di arroganza e antipatia, coronato da capelli rossi e occhi azzurri. Carina quanto stronza. In conclusione: molto.

- Eh si, sai capita. – risposi io, ammiccando. Ok, perché stessi ammiccando non lo sapevo neppure io, ma visto il rossore sul suo viso, magari la cosa era gradita, chissà.

- Senti Jazz. – Jazz?? E da quando tutta questa confidenza? Prima venivo semplicemente chiamato: “Oh tu! “. Adesso eravamo a Jazz.

- Dimmi. – la incitai, lanciando un’occhiata a Banner. Bene, era troppo impegnato a elogiare i ragni e affini, per prestare attenzione a noi.

- Che fai stasera? Ti andrebbe di uscire? – miagolò. Ok, questa ragazza era decisamente fatta. Come diavolo le uscivano queste proposte? Beh, ora rimaneva da vedere se accettare o no.

- Ehm…. Per che ora? – chiesi cautamente, senza dimenticare la promessa fatta a Alice poco prima.

- Alle quattro, va bene? – rispose lei, attorcigliando una ciocca di capelli tra le dita. Ecco, qui sorgevano i problemi. Con Alice alle cinque, e con Amanda alle quattro. Beh, potevo provarci.

- Ehm, pensi che per le cinque avremo finito? Ho un appuntamento con Alice Swan. – dissi. Ok, annotai mentalmente la cazzata appena fatta.

La faccia di Amanda era livida. Bene, quindi MAI nominare un’altra ragazza, quando stai per rimediare una scopata. Era chiaramente offesa, e si capì già dal fatto che aveva smesso ti attorcigliarsi i capelli.

- No, per quello che ho in mente ci vuole più di un’ora, scusami tanto. Vai dalla tua nanetta pazza. – sibilò con cattiveria. Ecco, l’Amanda seducente era andata a farsi un giro sulla statale, lasciando spazio alla stronza.

- Ehi, modera le parole quando parli di Alice. – la ammonì, infiammandomi. D’accordo che poco prima era stata una stronza, ma Alice rimaneva Alice, e non si toccava.

- Sai cosa si dice in giro? – mormorò perfidamente. Scossi il capo, perché effettivamente, non lo sapevo.

- Non lo so e non mi interessa. Tieniti le tue stronzate per te, ok? – borbottai, con il cuore in gola. Avevo paura di ciò che poteva dirmi, forse perché in fondo in fondo non credevo che quest’improvviso attaccamento fosse sincero.

- Peccato, ti avrebbe interessato. – ghignò, stronza sino al midollo.

La ignorai, cercando di seguire il monologo del professore e di ignorare il dubbio che mi stava rodendo il fegato. Insomma, cos’è che si diceva in giro?

Passai il resto della lezione così, nel dubbio più atroce. Amanda intuì il mio disagio, perché mi salutò con un ghigno divertito e un bacio. Alice arrivò proprio in quel momento, e le due si scambiarono un’occhiata di fuoco.

- Ti piace Amanda Stuart? Ma che razza di gusti hai? – disse acidamente, scaricandomi i libri, come se fossi il suo personale facchino. Ma non dissi nulla, Alice era Alice, e a lei era perdonabile tutto.

- Beh, tu devi vederti con quel Smith. È forse meglio? – borbottai, lanciandole un’occhiataccia e vedendola alzare gli occhi al cielo.

- Decisamente. – affermò convinta, irritandomi. – Ci vediamo stasera. Ciao. – aggiunse, prendendo i libri e dileguandosi, lasciandomi come un emerito deficiente.

Stupida folletta pazza!!

****

Altri due minuti, poi sarei andato via, ripetei mentalmente.

Erano le cinque e mezza, e il ritardo di Alice era abbastanza palese. Se pensavo al motivo di ciò, poi, non potevo evitare di arrabbiarmi come un pazzo.

La cameriera del locale si avvicinò, con uno sguardo compassionevole sul volto. Era ben intuibile, visto che sembravo il classico fidanzato sfigato – e cornuto – che aspetta la sua ragazza.

- Vuoi qualcosa? – chiese, afferrando il taccuino. Scossi la testa, puntando nuovamente il mio sguardo assassino sulla porta, alla ricerca di una stronzetta di un metro e cinquanta.

All’improvviso la vidi, camminando ad una lentezza esasperante, indifferente al suo ritardo. Camminava dondolando le braccia come una bambina, con un irritante sorriso sul volto.

- Ehi, ciao! – salutò allegramente, sedendosi dinanzi a me. – Sei in anticipo, sai? – trillò allegra, accavallando le gambe. In quel momento la mia mascella toccò sicuramente terra. Ma scherzava??

- Veramente sei TU in ritardo. L’appuntamento era per le cinque, e sono le cinque e mezza. – sibilai, indicandole l’enorme orologio appeso alla parete.

Alice lo osservò con sospetto, per poi osservarmi con un sopracciglio alzato. – Ammettilo! L’hai fatto mandare avanti! – mi accusò, puntandomi il dito contro. Mi schiaffai la mano sul viso, depresso. Era assurda. Completamente e totalmente assurda!

- Bene. Sorvoliamo, inizia il piano. – annunciò entusiasta, battendo le mani come una bambina. La osservai con sospetto, assottigliando le palpebre.

- Piano? – sibilai, avvicinandomi. Alice ridacchiò, entusiasta.

- Si. Vedi quella ragazza? Devi ottenere un appuntamento da lei! – annunciò, indicandomi una ragazza seduta al bancone.

- Ma sei completamente fatta? – urlai sconvolto, facendo girare tutti a guardarmi. Ops, figura di merda modalità * on *.

- Oh, andiamo! Sarà divertente, e tu imparerai a conquistare una ragazza e a guadagnarti un appuntamento. E ora vai. – sibilò l’ultima parte con tono imperioso, non lasciandomi scampo.

E mentre camminavo verso la ragazza al bancone, non potei che darmi nuovamente dello stupido, per essermi fatto coinvolgere nelle sue assurde macchinazioni. Elaborai in fretta una strategia per attaccare bottone con la sconosciuta, ma la mia fantasia doveva essere andata in vacanza.

- Ciao. Scusa, non vorrei sembrarti invadente, ma hai un’aria familiare. Ci conosciamo? – chiesi, arrivandole da dietro e facendola spaventare. Bravo Jasper! Bel colpo!

Sollevò il viso, guardandomi leggermente confusa. Bene, e un punto alla nanetta! Almeno l’aveva scelta carina. Aveva occhi verdi, capelli chiari, guance paffute e labbra carnose e rosa. Decisamente carina!

- Ehm, no, non credo. Sono appena arrivata dalla Francia. – spiegò. Bene, ad una frase così era impossibile rispondere!

- Che strano, il tuo mi sembrava un viso familiare. – Bugia!! Non l’avevo nemmeno vista in faccia, sino a quando non si era voltata! – Io sono Jasper Cullen comunque. Lei madame è…?? – dissi, facendola ridere. E bravo il vecchio volpone, stavo andando bene, se si escludeva la figuraccia di poco prima.

- Mi chiamo Sophie Beltram. – ridacchiò, tendendomi la mano, che afferrai prontamente. Mi fece cenno di sedermi, e ne approfittai subito.

- Come mai qui a Forks? Un bel cambiamento direi! – dissi, sorridendo in maniera abbagliante e facendola arrossire.

- Mia madre ha accettato un lavoro qui, e quindi. Tu abiti qui? – chiese timidamente. Feci un cenno affermativo, ammiccando e chiamando la cameriera.

Sfortuna volle che la donna di poco prima venne a prendere le ordinazioni, scoccandomi un’occhiata disgustata. Bene, magari ora pensava che me la spassavo con una francese, con la “ mia ragazza “ a poca distanza da lì.

- Un caffè macchiato, grazie. Per te Madame? – chiesi, beccandomi un’altra occhiata sprezzante dalla cameriera. Insomma, ma farsi gli affari suoi no??!! Va bene, stavo flirtando con una sconosciuta dinanzi alla mia folletta preferita, e allora? Qualche problema? E che diamine!

- Un succo di frutta alla pesca, grazie. – ordinò lei, sorridendo cordialmente. La cameriera fece un cenno seccato con la testa, a dimostrare tutto il suo sdegno per quella scena. La ignorai, riportando la mia attenzione sulla graziosa ragazza dinanzi a me.

Con la coda dell’occhio cercai Alice, e la vidi impegnata al telefono. Wow, che considerazione! E tra l’altro era una sua idea, questa.

- Parlami di te. – la incitai, ma lei fece un cenno negativo, scuotendo i capelli chiari.

- No, parlami tu di te, io mi vergogno. – sussurrò.

Sorrisi, lanciandomi con entusiasmo nella descrizione della mia vita. Dalle mie materie preferite, ai premi vinti con il nuoto, alla passione per il calcio inglese e per la musica rock. La vidi sorridere forzatamente, sicuramente annoiata. Comprensibile, vista l’enorme mucchio di bicchieri e cartacce, a segnare il tempo trascorso dall’inizio del mio monologo.

- Scusa, ti annoio? – chiesi, più per educazione che per altro.

- Beh, ho un po’ di sonno, in effetti. – sussurrò lei, fingendo uno sbadiglio e lasciandomi allibito. Stava cercando di scaricarmi?

- Se vuoi ti accompagno a casa. – provai, cercando di salvare la situazione. Magari se l’avessi baciata, avrei salvato un po’ la faccia. Mi avvicinai lentamente, ma venni scansato alla grande con un’agile mossa.

- Ops, guarda. Mi stanno chiamando. Scusami, è stato un vero piacere ma devo andare. Tante care cose Jasper. – annunciò lei, dileguandosi.

Rimasi così, come un emerito stronzo tra bicchieri vuoti e cartacce di dolci. Il due di picche più clamoroso della storia, non c’era dubbio. Scaricato e preso per il culo, visto che ora mi toccava pagare pure il conto.

- Fanno ottantasei dollari. – annunciò il ragazzo alla cassa, facendomi venire un infarto. Cazzo! Ottantasei dollari e non avevo rimediato nemmeno il numero di telefono! Era sicuramente una di quelle cose che avrei raccontato ai miei nipoti a novantatre anni, nel fiore degli anni quindi.

Vidi una certa nanetta altamente irritante saltellare verso la mia direzione, così afferrai subito il portafoglio e sbattei una banconota da cento dollari sul bancone.

- Il resto mancia. – dissi, affrettandomi a raggiungere la porta ed a uscire da quell’inferno/bar.

- Ehi, aspettami. – trillò quella piccola vipera, seguendomi. – Dico a te! – urlò, quando vide che non accennavo a fermarmi.

- Che vuoi! – urlai, girandomi di scatto e spaventandola. – Tutto questo è colpa tua! Se non ti avessi dato retta, ora la mia autostima non sarebbe inesistente, magari mi sarei bevuto una birra e me ne sarei tornato a casa. Ma tu no! Andiamo a proporre stronzate a Jasper, facciamolo sentire uno sfigato e una merda, tanto chi se ne frega! Io sono Alice Swan, a me è concesso tutto. – Le urlai in faccia quelle parole con cattiveria, con il preciso intento di farle male, di vendicarmi.

Lei con me l’aveva fatto, si era divertita a vedermi affondare a pochi metri di distanza, godendosi la scena. E poco importava se lei mi piacesse da impazzire, non era altro che una manipolatrice.

- Scusami, ti prego. Io non sapevo… non… - piagnucolò lei.

La osservai freddamente. Non m’incantava, c’era troppa rabbia e delusione in me, per cedere così presto.

- Vado a casa. – dissi, andando verso la mia macchina e lasciandola lì, esattamente come lei aveva lasciato me per mezzora in quel bar: come un idiota, che aspetta invano la persona che gli piace.

*****

Pov Edward.

- Ripetilo lentamente e scandendo bene il concetto. – sibilai, corrucciando le sopracciglia e guardando il mio interlocutore con sospetto.

- Stai iniziando ad irritarmi Edward, hai capito benissimo quello che ti ho detto. – disse Rosalie, scuotendo la chioma bionda e attirando l’attenzione di tutti i presenti maschili in sala.

- Tu mi stai offrendo il tuo aiuto per conquistare Bella? – chiesi per la trentesima volta, troppo allibito per credere che una cosa così fosse vera.

Primo: Rosalie Swan non offriva MAI il suo aiuto a nessuno, che si trattasse di uomo, donna o animale. Lei era la stronza bionda per eccellenza, non la fata turchina che aiutava Cenerentolo.

Secondo: ma perché tutti pensavano che io avessi bisogno di aiuto per conquistare Isabella? Mica ero ritardato! Avrei di sicuro trovato il modo per farmi perdonare da lei, e magari anche ottenere un po’ di attenzioni simili a quelle sulla sdraio.

Terzo: ma pensava forse che mi sarei fidato? Dopo i brillanti consigli di quella nana malefica – conosciuta con il nome di Alice Swan – io dovrei affidarmi ad un’altra delle sorelle pazze? Ma scherziamo?

- Si, l’idea è quella. – rispose tranquillamente lei, come se nulla fosse.

- Non ti offendi vero, se ti dico che come idea fa’ veramente schifo! Ci ha già pensato tua sorella a scavarmi la fossa, non mi serve anche il tuo aiuto, per sprofondare più giù. – dissi con tono melodrammatico, facendola sbuffare.

- Senti, io sono Rosalie, chiaro? Rosalie!! Non so se hai presente… - si infiammò.

Alzai gli occhi al cielo, allibito. – Si, penso di sapere chi sei, grazie dell’informazione. – ribattei con sarcasmo.

- Se sai chi sono, allora saprai che se mi metto in testa una cosa, la faccio e con successo, chiaro? E se ti dico che conquisterai Bells, tu lo farai, chiaro? – sibilò minacciosamente, puntandomi il dito contro. Ma perché le pazze le attiravo tutte io? Era fisicamente assurdo! Prima Alice e ora Rosalie, qualcuno doveva odiarmi sul serio!

- Senti, apprezzo davvero il tuo interessamento e la tua proposta di aiutarmi, ma davvero, non serve. La situazione è abbastanza critica così, senza che vi immischiate voi. E poi lei ha quel Newton, quindi la battaglia è ancora più inutile. – Ok, sembravo uno sfigato sentimentale, innamorato di una ragazza che non lo guardava manco di striscio. Che poi, a conti fatti, era la pura verità.

- Tu dammi retta e segui questo schema. – disse, porgendomi un fascio di fogli pieni di strani schemi e scritte.

- E questo cos’è? Il progetto per una rapina in banca? – chiesi sarcasticamente, inarcando un sopracciglio e guadagnandomi un’occhiataccia.

- No, è la lista di ciò che piace e non piace a mia sorella. Almeno eviti le margherite. – disse, con un’evidente nota di scherno nella voce. Avrei dovuto distruggere tutte le margherite del mondo, prima o poi. Sarebbe stata estremamente appagante come cosa.

- Perché lo fai? – chiesi con sospetto.

Rosalie ridacchiò, facendo voltare una marea di ragazzini, che la osservarono adoranti. Patetici. - Perché mi sto annoiando, e mi diverte fare opere di carità, ti basta come spiegazione? – sghignazzò, tornando la bionda stronza di sempre.

- Direi di si. – borbottai, andandomene per la mia strada senza nemmeno salutarla. Una persona sana di mente avrebbe buttato tutti quei fogli dentro il primo bidone della spazzatura che incontrava sul suo cammino. Ma non Edward Cullen, lui doveva dimostrare ancora una volta di essere un perfetto idiota.

E con i fogli dentro lo zaino, andai verso la prossima lezione della giornata.

*****

 

Non mi ero mai sentito così idiota come in quel momento. Alla guida della mia Volvo, sfrecciavo per le strade di Forks cercando di non fare inversione e scappare in Texas.

La lista che mi aveva dato quella mattina Rosalie era di sicuro la cosa più assurda che io avessi mai letto in tutta la mia vita. Come poteva, Bells, amare alla follia gli unicorni e gli orsacchiotti gommosi alla fragola? Mi crollava un mito così!

Vidi in lontananza la casa di Bella, e iniziai a sudare freddo. Certo, ora in base alle informazioni passatemi dalla mia talpa, sapevo tutto di lei, ma non era comunque certo che lei avrebbe gradito le mie attenzioni.

Parcheggiai davanti al vialetto, prendendo un respiro profondo e scendendo, pieno di determinazione. Nella mano sinistra un bel mazzo di rose blu, niente margherite stavolta.

Suonai al campanello e attesi che qualcuno aprisse quella dannata porta. E tanti saluti alla calma e alla mia determinazione.

- Oh, Edward caro. Come mai qui? – chiese Renee, aprendo la porta e sorridendomi cordialmente. Ecco, perché Bella non era così gentile come la madre? Da dove l’aveva presa quella quantità assurda di stronzaggine?

- Cerco Bella, abbiamo un appuntamento. -  Ok, immane cazzata, ma non importa, sono dettagli.

- Entra pure. – mi invitò allegramente, per poi indicarmi le scale. – Bells è in camera sua. È la porta in fondo. – spiegò, facendomi l’occhiolino. Che strana donna!

Salii in punta di piedi le scale, manco fossi un ladro o un assassino che stava violando una proprietà privata in cerca della prossima vittima. Arrivai all’ultima porta e bussai lievemente, sperando con tutto il cuore che fosse quella giusta.

- Tu che ci fai qui? – ringhiò Bella aprendo. Ecco, appunto. Era quella giusta, che felicità! Quasi, quasi avrei preferito ritrovarmi dinanzi il capo Swan in mutande. Rabbrividii all’idea. Ok, ma anche no, meglio la figlia, incazzata come una belva.

- Sono venuto a rendere omaggio alla principessa più bella del reame. – recitai, come un perfetto coglione. Le porsi i fiori, che accettò con un sorriso imbarazzato.

- Rose blu, le mie preferite. – borbottò annusandole. Dentro di me un piccolo Edward era impegnato a ballare la conga, mentre edificava un monumento alla fantastica Rosalie Swan.

- Meglio delle margherite, no? – dissi, facendola ridere.

- Entra. – mi invitò docilmente. Wow, che cambiamento! Sembrava una gattina pronta a fare le fusa.

Entrai nella sua stanza, guardandomi attorno curioso. Colori chiari, poster alle pareti, foto ovunque. Lei, lei e Mike Newton, lei e le sorelle, lei e i genitori. Questi erano i soggetti delle foto. Wow, davvero fantasiosa come cosa!

- Come mai sei qui? – chiese, sedendosi sul letto e raccogliendo le gambe al petto. Sembrava una bambina indifesa in quel momento, così dolce e tenera!

- Avevo voglia di un doppio gelato nocciola e pistacchio. Ti andrebbe? – chiesi, ricordandomi i suoi gusti preferiti. Bella sorrise, saltando giù dal letto e andando a cambiarsi.

Quindici minuti dopo eccoci, uno accanto all’altro a mangiare un gelato enorme, ridendo come due scemi e attirando l’attenzione di tutti quanti. L’Edward dentro di me stava scalpitando, indeciso su cosa ballare in quel momento.

Ci sedemmo sul molo di Port Angeles, memore delle pazzie di mio fratello e di quella psicotica di Alice. Rimanemmo per un po’ in silenzio, e con la coda dell’occhio vidi il volto di Bella farsi pensieroso. Iniziò a mordersi nervosamente il labbro, torturandolo e inquietandomi. E ora che le prendeva?

- A cosa pensi? – chiesi turbato, facendola sobbalzare. Ecco, era decisamente un cattivo presagio. Ragazzo mio, altro che ballare,qui vedo nubi all’orizzonte. Iniziamo a fare cerchietti in un angolo.

- A te, a me, a Mike e a Belen. – Altro che cerchietti!! Ma meglio buttarsi giù dal molo.

- Ah si? – gracchiai, non sapendo che dire. Maledii il momento in cui avevo inventato quella balla colossale corrispondente al nome di Belen, mi stava causando soltanto problemi.

- Pensavo, e sono giunta alla conclusione che non mi interessa nulla di lei, e tanto meno di ciò che penserà Mike di quello che farò. Ho promesso di aiutarti, no? Bene, ti renderò desiderabile e un maestro nella seduzione. – affermò convinta, osservandomi fisso.

La guardai sconvolto, sperando di aver capito male. Cioè, lei si stava proponendo da “cavia” per rendermi esperto e poter conquistare un’altra ragazza? Ma che razza di cervello hanno in quella famiglia? Che io ricordassi, Charlie Swan nemmeno fumava, quindi non poteva aver distrutto il cervello delle sue figlie con il fumo passivo.

Beh, se erano così di natura, tanti auguri!

- Non credo di aver capito, scusa. – sussurrai, facendola sbuffare.

Bella sorrise in maniera agghiacciante, chinandosi verso di me e afferrando il mio labbro inferiore tra i denti. La mano destra scese sul cavallo dei miei jeans, e lì iniziò a muoversi languidamente.

Ecco, avevo capito bene, altroché! Mi alzai di scatto, osservandola truce. Ma non capiva che io volevo lei?? lei, senza Newton e ragazze immaginarie di mezzo.

Volevo lei, semplicemente e totalmente. Evidentemente era un concetto difficile da capire.

- Ma che ti prende? – chiese lei, leccandosi sensualmente le labbra e guardandomi come un pasticcino crema e cioccolato. Quello sguardo era davvero agghiacciante, mi faceva sentire nudo.

Dopo aver appurato che ero vestito, risposi. – Che mi prende? Ma non capisci? Non c’è nessuna Belen, ci sei solo tu! Ci sei sempre stata solamente tu! – urlai, arrossendo sino alla punta dei capelli – già rossi di loro – e attirando l’attenzione di un gruppo di signore impiccione lì accanto, che drizzarono le orecchie come i cani.

- Prego? Non esiste nessuna Belen? – strillò Bella alzandosi in piedi e emanando un’aura minacciosa. Ok, io questa ragazza non la capivo proprio. Per quanto mi sforzassi, non trovavo un filo di logica nelle sue azioni e nelle sue parole. Qualsiasi ragazza sarebbe stata felice, ma non lei! No, lei doveva sempre trovare il modo di rompere le palle!

- No, non esiste nessuna Belen. Capiscimi, non potevo dirti il primo giorno che tu mi hai parlato, che ero innamorato di te da una vita. Sarebbe stato folle, dai! Quando il tuo nome mi stava scappando dalle labbra, ho cercato di salvare il salvabile. Ma non c’è mai stata nessuna, oltre a te. – confessai. Ma si, tanto peggio di così non poteva andare! Finiamo di affondare.

-  Non esiste nessuna Belen? – gracchiò di nuovo. Ok, se me lo avesse chiesto un’altra volta, avrei perso di sicuro la calma.

- Pensavo avessimo già chiarito quella parte, appena ho detto la frase. Quale concetto, racchiuso nella frase: “non esiste nessuna Belen”, non ti è chiaro? – chiesi, perdendo la pazienza.

Bella mi lanciò un’occhiataccia, afferrando la borsetta dalla panchina e incamminandosi verso la strada, lasciandomi allibito e sconvolto lì.

- Bacialo stupida! – urlò una delle vecchiette spione.

Bella si girò di scattò, puntando i piedi e digrignando i denti. – Ma si faccia i cazzi suoi e vada a scegliersi la bara, stronza impicciona! – urlò, dando sfogo alla sua rabbia repressa e mostrando a tutti i suoi modi garbati e delicati.

La vecchia spalancò la bocca, annaspando sconvolta. Bene, ci mancava solo che le venisse un infarto ed eravamo davvero a cavallo.

Bella le lanciò un’occhiata sprezzante quanto stronza, riprendendo la sua marcia verso la strada. Decisi di smuovermi dallo stato catatonico in cui ero caduto, e dicesi di correrle dietro.

- Ma che ti prende? Dire che sei stata maleducata è poco. – dissi, afferrandole un braccio e girandola.

- E non rompere! Tu e le tue cazzate. Sei assurdo, sai? E io che ti ho pure creduto e mi sono offerta di aiutarti. – sibilò, strattonando il braccio e guardandomi malissimo.

- Sai qual è il tuo problema? Io ti piaccio, ma sei troppo ottusa per capirlo. – dissi, ormai stufo e completamente indignato. Ogni volta era lei a fare la sua uscita trionfale, accompagnata da una musica tragica in sottofondo. E ogni volta io tornavo a casa, con la coda tra le gambe e il cuore distrutto.

Stavolta toccava a lei però. Le avevo aperto il mio cuore, umiliandomi, e lei non aveva saputo guardare oltre ciò che aveva voluto.

Girai sui tacchi e mi diressi verso la mia macchina, ignorandola bellamente.

- Ehi, e io come torno a casa? – mi urlò dietro.

- Hai due sorelle, chiama loro. – suggerii, sorridendo sadicamente. Se nella vita fai il bravo e ottieni solo merda, allora è il caso di iniziare ad essere stronzi, no?

****

Pov Emmett.

Sguardo alla prof. Sguardo alla classe. Sguardo al cellulare. Imprecazione.

Ecco il riassunto dettagliato della mia vita in quel momento, offuscata dal sospetto. Rosalie aveva mancato l’appuntamento nella sala musica, e non mi aveva mandato nemmeno un messaggio di spiegazioni.

Io, in compenso, mi ero beccato una bella ammonizione per il ritardo, giusto per incrementare il mio malumore in quel momento.

“ Che cazzo succede? Perché non rispondi?”  Premetti invio e aspettai una risposta.

Il cellulare vibrò, e quasi spaccai il banco in due parti, vista la manovra folle per afferrarlo dal sottobanco.

“ Ehi Emm! Oggi porno e birra, ti va’? “ Ok, ora rischiavo seriamente di arrabbiarmi.

“ Non rompere le palle, Garrett!! “ risposi seccato. Insomma, io aspetto una risposta da Rose e mi spuntano messaggi altamente idioti di quel deficiente! Ma cercasse di conquistare Kate, piuttosto!

- Signor Cullen, mi sta ascoltando? – chiese la professoressa di spagnolo, guardandomi sospettosamente. Ecco, un’altra delle cose di cui avrebbe dovuto rendere conto Rose appena l’avessi acchiappata. Di avermi distratto e fatto beccare una valanga di ammonizioni e rimproveri.

- Si, professoressa. – risposi docilmente.

- E ci illumini, cosa stavo dicendo? – chiese, sghignazzando sadicamente. Doveva essere sicuramente imparentata con qualche demone dell’inferno, visto il sorriso da brivido assunto in quel momento. E poi dicono che i professori vogliono solamente il nostro bene. Si, era chiaro e lampante anche in quel momento, non c’era dubbio.

- Vuole una penna per scrivermi l’ammonizione? – proposi con un sospiro, mentre lei inclinò il capo di lato e mi osservò attentamente.

- No, niente ammonizione. Però la pregherei di uscire dalla mia aula, grazie. – Ma che fortuna, proprio quello che mi serviva in quel momento, uscire e cercare quella stupida bionda.

Misi su un broncio affranto e addolorato, raccogliendo le mie cose e uscendo dalla classe. Corsi verso il mio armadietto, mettendovi i libri dentro e chiudendolo con un boato pazzesco. Non me ne curai, avevo altro per la testa in quel momento.

Passai in rassegna tutte le classi dove non era prevista alcuna lezione, ma le trovai vuote. Iniziai a preoccuparmi, oltre che ad innervosirmi. Il cellulare poi non aiutava, visti i messaggi assurdi di quel demente di amico.

Mi trascinai completamente depresso verso la mia Jeep, deciso più che mai a tornarmene a casa e abbandonare quell’inferno. Peccato che Maggie Adams non la pensasse alla stessa maniera.

- Ehi scimmione, ciao. – sussurrò maliziosamente, irritandomi a morte, visto che uno dei modi in cui mi chiamava Rose era, appunto, scimmione.

- Ciao. – risposi seccamente, ignorando le sue occhiate da gatta in calore.

- Che ne dici, facciamo un salto nel bagno al secondo piano? Dai che ci divertiamo. – miagolò, accarezzandomi il torace.

- No, sto cercando una persona. – dissi, cercando di scollarmela di dosso. Lei sghignazzò sadicamente, leccandosi le labbra come un predatore.

- Se cerchi Rosalie Swan, è nello stanzino delle scope con Royce King. – trillò allegra, facendomi gelare il sangue. Mi voltai meccanicamente verso di lei, troppo sconvolto per parlare.

Lei, la MIA Rose, nello stanzino con quel viscido. Lei, quella ragazza che offendeva me, chiamandomi uomo senza palle, ora stava scopando con quello stronzo chissà dove.

- Vieni. – dissi, afferrandole un polso e rientrando a scuola, meta: bagno al secondo piano.

*****

Feci rimbalzare per l’ennesima volta la pallina contro il soffitto, ascoltando il rumore sordo provocato dal tonfo. Ero sdraiato sul letto, ad ascoltare un vecchio cd dei Beatles e a rodermi il fegato.

Rosalie non si era fatta sentire, forse troppo impegnata con quel fottuto stronzo, e io non ero riuscito a concludere un bel niente con Maggie, visto il nervoso che avevo in quel momento.

- Tesoro, c’è una visita per te. – annunciò mia madre, bussando lievemente alla porta e spalancandola piano. Mi rivolse un sorriso dispiaciuto, sicuramente al corrente dei pensieri tristi che mi passavano per la mente.

- Ok. – mormorai in risposta, continuando a far rimbalzare quella stupida pallina.

- Prego. – disse mia madre, facendo entrare qualcuno.

- Ehi. – salutò una voce cristallina. Mancai di afferrare la palla mentre rimbalzava, beccandomela quindi in faccia. Mollai un’imprecazione con i fiocchi, mettendomi seduto e guardando il demonio appena entrato.

Rosalie ridacchiò, facendo sfoggio di tutta la sua bellezza. Indossava dei jeans stretti e una camicetta rosa, che faceva risaltare il colore dei capelli. Sarei rimasto ore a contemplarla, se non fossi stato profondamente irritato con lei.

- Oh, ma guarda un po’! Chi non muore si rivede! – dissi acidamente, guardandola malissimo. Rose storse la bocca, colpevole.

- Scusa, avevo da fare. – sussurrò, tormentandosi le mani e facendomi innervosire. Bene, non lo negava neppure, anzi!! Ammetteva di essersi scopata quel viscido!

- Nello stanzino delle scope, a scopare? – chiesi perfidamente, facendola impallidire.

- Tu… Come… -

- Ho le mie fonti. Complimenti, ottima scelta cara. Mi chiedo solo perché sei qui, mi sfugge quel dettaglio. – dissi, fingendomi pensieroso.

- Volevo vederti. – affermò a testa alta, avvicinandosi al letto.

- Bene, ora che mi hai visto, lì c’è la porta. Attraversala e tanti saluti. – ringhiai, profondamente ferito e offeso da tanta insensibilità e bastardaggine.

- Se tu mi lasciassi spiegare. – tentò lei, ma la interruppi.

- Non mi interessa, capisci? È così difficile da comprendere la cosa? Sei andata con lui, hai fatto la tua scelta, e te lo dico, hai sbagliato alla grande. Fatti sbattere dal tuo Royce e tanti saluti. – sibilai perfidamente.

Lo schiaffo che si schiantò sulla mia guancia non lo vidi nemmeno arrivare, ma sentii il bruciore che seguì. Rosalie era livida, e aveva ancora il braccio sollevato.

- Sei uno stronzo, Emmett Cullen. Non hai capito un cazzo, proprio un cazzo. – sibilò, tirando su con il naso. No eh, le lacrime no! Altrimenti avrei davvero svalvolato stavolta!

- Ma davvero? Grazie mille. Te lo dico Rosalie, finché non lasci lui, io non voglio avere niente a che fare con te, chiaro? – sibilai.

- Ma tu avevi detto… - piagnucolò.

- Cosa? Che ero disposto a divederti con lui? Beh, erano solo cazzate. Non posso sopportare l’idea di tu e lui insieme, quindi scegli. E ora vai a casa. – dissi imperiosamente. Per una volta Emmett Cullen non si faceva mettere i piedi in testa da lei, anzi, imponeva le sue condizioni.

Rosalie mi rivolse uno sguardo distrutto, che ignorai bellamente. La vidi uscire a capo chino dalla mia camera, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo leggero.

Ripresi a palleggiare, elogiando la mia vita da schifo e pregando che lei tornasse. Da me.

****

* Note della Pazza *

Ed eccoci qui. Come avrete visto, a questo giro i Cullen si prendono decisamente una rivincita sulle ragazze. A conti fatti, alle signorinelle è andata bene anche per troppo tempo, no?

Uno di voi troverà familiare una certa parte del POV Jazz, che è realmente accaduta ( ahahahaha!! ) e non potevo non metterla…

Edward FINALMENTE  confessa che sta’ benedetta Belen non esiste, e Bells si arrabbia. A parere mio a ben poco di cui arrabbiarsi, visto quanto è stronza, ma va bé…

Emmy-Pooh… povero... ç___ç  Stupida Rose… Tsè…

Ora vi chiederete: e adesso le ragazze vanno alla conquista dei boy? E la risposta è: ovvio che NO!! I qui presenti geni apporteranno una modifica alla scommessa, che metterà ancora più casini di mezzo… Quando uno vuole farsi del male, ecco che fa’!! ^__^

Per ora la situazione è relativamente “tranquilla”, ma non dimenticate che i Cullen non sanno della scommessa… Quando lo sapranno, allora si ride!! Muahahahahah!!


* Risposte alle recensioni *


- Stezietta w – Mia adorata nanetta!! Come va’ la testa? Niente più Bacardi, ok? Che forse è meglio… Ahahahaha… A questo giro le ragazze se la passano male mi sa, tu che dici? Diamine, ma lo sai che i tuoi commenti sono sempre pazzi?? Da sclero proprio?? Vabbè che sei costantemente impegnata con la nanetta tappeta e con lo scassinatore pazzo, ma qui mi esci pazza tesoro!! Dai, ti perdono perché ti adoro, oh mi discepola!! ^_-  Baci baci.

- sessyli – Scusa, come ho detto è stato un periodaccio. Sono stata pochissimo a casa, e quando c’ero ero di pessimo umore e con voglia a 0. Spero tu sappia perdonarmi. ^^

- Stella Del Sud. – Tesoro!! Tu stai avanti, l’hai letto sabato notte!! Fortunata la mia tesora e consigliera di fiducia. Ormai hai quel ruolo!! Ihihihihih ^__^  Kiss kiss

- fandracofiction – Eccomi. Ora ci siamo sia io che la beta… ^_^  Spero di non averti delusa con questo chappy. ^_^

- hale1843 – Tesoro, ciao!! Troppa roba dici?? Ahahahahah. Grandi Emm e Rose sotto il tavolo.. ihihihih Qui però le girls perdono un po’… Ma si sa, nella vita le cose non sempre vanno bene, no? ^_^  Bacione!

- serve – Tesoro, io adoro le tue recensioni!! Mi faccio sempre una montagna di risate, sei sempre diretta e schietta!! Ahahahahah. Eddy ha detto che ci deve pensare… ^_-  Seriamente, come vedi i ragazzi iniziano a tirare fuori le palle, finalmente!! E non finisce qua, siamo solo all’inizio… Per favore, non ammazzarmi per il ritardo, non è stato un bel periodo. =(  Vabbè, ma ora è tutto ok! ^__^  Quindi non vi libererete di me!! Ahahahaha!! Kiss kiss

- Ed4e  - Amore… come hai letto sopra, non è stato proprio un bel periodo… =(  Ma ora è ok, quindi non preoccuparti! Che ti conosco e mi parti subito in disperazione… ^__^  Ora le carte sono QUASI tutte in tavola… vedremoooo… ^_^  Kiss kiss.. ti voglio bene tesoro!

- cullenboy – Oh, eccolo qua! Uno dei miei psicologi nei momenti “oscuri”. Seriamente però, ge lo sai che mi hai tirato su molto di morale, la prima risata l’ho fatta per le tue cazzate!! E ho pure rimediato l’autorizzazione ad insultarti, se mi faceva stare meglio… come se potessi… ok, posso e lo faccio spesso… Ahahahahahahaha!! Dai che scherzo! <__<  Forse… ^__^  Vabbè… finiamola, oltre alle recensioni, non riesco a fare manco le risposte sensate!! Porca zozza oh!!... Tu l’hai già letto il chappy, ma devi dirmi comunque tutteee le tue opinioni, e questa è una minaccia, chiaro?? ^___^  a dopo… un bacio. PS. Lo so che sono un mito, cosa credi!! ^_-

- bea_s – Ciao cara! Si, l’ho notato anche io che solitamente Alice viene risparmiata, e invece stavolta NO!! Ben le sta! Ecco qua, Eddy ha finalmente confessato che Belen non esiste, ma Bells è stronza sino al midollo e lo tratta male!! Ma ancora è niente.. muahahahaha!! ^__^

- alice cuellen – Ecco cara… molto in ritardo, ma meglio tardi che mai, no? ^_^

- Tresy – Tesoro!! Direi che qui le tiene più che testa!! Ahahahahah!! Baci.

- Marika_BD -  Se ci fosse stato Mike, non sarebbe sopravissuto nessuno mi sa!! Ihihihih

- fuffycullen – Eccolo!! In ritardassimo… ^^

- Lau_twilight – Tesoro, ciao! Beh si, sono come i conigli… ahahahahah!! Qui alle ragazze va un po’ male, ma mica può andarle bene sempre, che cavolo!! ^___^  Kissssssss.

- Uchiha_chan – ç___ç  Mia seconda psicologa!! Ma dove cavolo sei finita??  Sei sparita nel nulla, inizio a preoccuparmi così!!! Ritornaaaaaaaa!!!! ç_____ç   Vedi che qui si prendono la rivincita i maschietti?? ^_-  Spero di sentirti presto, e se è di nuovo il computer che rompe, se la vedrà con me!! ^___^  Kiss.

- Bigia – Mi fa piacereeeeee… ^__^  

- ross_ana – Ecco qua, in ritardo, ma ecco… ^__^

- Nessie93 – Ecco quaaaaaa…. Che dici?? Per la questione Beta, io sono così… ^__^  Non vado a cercare rimpiazzi… ^_^ e mi fa piacere che apprezzi.

- dot – Dinanzi a te mi inchino, perché adoro RPatzz & KStew… è assolutamente fenomenale, mi faccio un casino di risate!! *__*  Mi fa piacere che ti piaccia… ^_^

- Giulia Miao – Mi sa di no… Ahahahaha

- ColeiCheAmaEdward – Assolutamente NO, direi!! ^__^

- BimbaFollementeInnamorata – Più che altro cerco di non rendere Rose stronza, com’è di solito… ihihihih ^_^

- rensmee iky – Ehi, cara! positivo per ora non direi, bisogna aspettare mi sa… ^_^  Ci sentiamo dopo… baci

- Elfa Sognatrice – Beh, almeno Rose da consigli sensati, se poi Bells è stronza, non è colpa di nessuno… li molleranno, li molleranno… abbiate pazienza!! ^__^

- maja89 – Ehi, ciao!! Ho visto che ti piacciono. Beh, che dire, mi fa’ molto piacere!! ^__^

- Sabbry – Eccomi qua… ritornata dalle profonde oscurità… ihihihi ^__^

 

Grazie ai 211/183 preferiti/seguiti, alle 69 persone che mi hanno messo tra gli autori preferiti, e a chi solo legge.

Mi piacerebbe anche un vostro commentino, sapete? Per conoscere le vostre opinioni sugli avvenimenti della ff. ^_^

Sono aperte le scommesse: quale sarà la modifica che faranno le tre pazze sclerotiche? Vediamo chi indovina... ^_-

   
 
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