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Autore: jarmione    07/07/2021    2 recensioni
Crossover con [Alice in Wonderland] e [Frozen]
Dopo essere scampato da morte certa, Jareth decide che deve trovare il modo per proteggere Sarah ed il suo popolo.
Seguendo una leggenda, decide di partire alla ricerca di Ahtohallan.
Ma sarà in grado di affrontare le risposte che troverà?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il super mega ritardo con cui pubblico, ma è stato un delirio.

Grazie a chiunque abbia ancora voglia di leggere.

Grazie anche a Fiore del deserto che mi ha sempre dato una mano ad ideare la storia e farle prendere vita.

Buona lettura

 

 

 

Alice fu lieta di sentire in bocca un sapore diverso da quello della pozione di Mirana e giurò a se stessa che mai più si sarebbe fatta venire in mente qualche altra idea che comprendesse l'aiuto della regina.

L'unica cosa che non aveva previsto, ma avrebbe dovuto, era l'effetto del biscotto.

Come sarebbero tornate indietro?

La risposta fu, purtroppo, molto semplice.

Avvertirono il vuoto sotto i loro piedi e, all'improvviso, si ritrovarono a cadere nel vuoto a tutta velocità.

Il suolo si avvicinava in fretta ed entrambe si prepararono allo schianto, alle ossa rotte e non riuscirono a trattenere un grido.

Ma nulla di tutte le loro previsioni avvenne.

A circa dieci centimetri dal suolo, la loro caduta libera si fermò e loro restarono sospese alcuni istanti, prima di ritrovarsi con la faccia a terra.

Alice si alzò subito, cercando di placare il battito con dei profondi respiri.

Nonostante quelle entrate le fossero capitate spesso e volentieri, ammise di non esserci ancora abituata.

Sarah, invece, aveva il tipico sguardo di chi aveva appena visto un fantasma e Alice non poté fare a meno di sorridere.

“Credimi, so cosa stai provando” la consolò, mettendole una mano sulla spalla “Coraggio, seguimi”

Con le gambe tremanti, tipiche di aveva appena provato emozioni forti, Sarah la seguì.

Lo stomaco era sottosopra per lo spavento, ma cercò di non badarci.

Si guardò attorno.

Il paesaggio era normale, gli alberi avevano sfumature di fuoco ed i cespugli di rose bianche, che adornavano il giardino dove erano atterrate, emanavano un profumo intenso che inebriava i sensi.

Alzando gli occhi verso il cielo, scorse le mura di marmo bianco del maestoso castello.

Se il palazzo di Jareth le era sembrato alto e imponente, quello lo batteva di certo.

A parte dettagli un po' curvilinei, che davano l'impressione che il castello fosse in movimento, Sarah non notò nulla di particolare o strano.

Ricordando l'aspetto della dama di compagnia della regina Mirana, si aspettava di trovare chissà cosa o chissà chi.

Alice la condusse verso la porta di servizio e lungo il corridoio.

Quando giunsero alla porta in fondo, che le avrebbe condotte alla sala del trono, Alice si bloccò e spinse Sarah contro al muro facendole cenno di tacere.

Senza capire, Sarah obbedì e ascoltò.

Una voce acuta e parecchio isterica stava urlando per tutta la sala.

“Esigo sapere dove si trovano!”

“Iracebeth, cara, non capisco di cosa parli” la voce di Mirana, a confronto, era calma.

Alice aprì la porta quel tanto che bastava per vedere la scena.

Anche Sarah si incuriosì e guardò fuori.

Vide una donna, più bassa di lei e vestita interamente di rosso, la cui testa spiccava più di tutto.

Era enorme e con i capelli ricci che sembravano formare un cuore gigante.

Ed ecco la cosa “strana” che si aspettava di vedere.

Voleva commentare ma decise di trattenersi e continuare ad ascoltare la donna in rosso, questa Iracebeth.

“Non fingere con me!” esclamò “So benissimo che li tieni nascosti, una delle mie guardie è stata distratta dai tuoi patetici sudditi ed io ho dovuto fargli tagliare la testa”

Mirana si portò una mano al cuore e aprì la bocca in segno di scandalo “Oh, Iracebeth...”

“SMETTILA!” gridò istericamente “Non perdere tempo e dimmi dove si trovano!”

“Ma te l'ho detto, non capisco di cosa tu stia parlando”

Iracebeth strinse i pugni e guardò Mirana in segno di sfida “Bene” disse in un sibilo “Me la pagherai” puntò il dito contro Mirana “Me la pagherete tutti!” poi si voltò e se ne andò con passo spedito, sbattendo la porta di ingresso alle sue spalle.

Alice, appena sicura che Iracebeth non rientrasse, fece il suo ingresso a passo spedito “Regina Mirana, che è successo?” domandò.

Mirana le sorrise e le fece cenno di non preoccuparsi “Sai come è fatta mia sorella, non badare a lei”

“Però li ha scoperti” insisté Alice “Dobbiamo fare qualcosa, noi...”

“Alice” la zittì Mirana “calmati e non preoccuparti di Iracebeth” Alice avrebbe voluto contro battere.

Lo sforzo che fece per tacere fu grande.

“Sei riuscita nella tua missione?” Alice annuì e Mirana proseguì, spostando gli occhi verso la porta di servizio “Avvicinati, mia cara, non temere”

Sarah, che non aveva osato mettere piede nella sala del trono senza permesso, si fece avanti e, non appena fu vicina ad Alice, si inchinò rispettosamente senza proferire parola.

Mirana era proprio come la ricordava, vestita interamente di bianco e con l'aspetto di un angelo.

I capelli erano del medesimo e si vedeva lontano un miglio che non erano tinti.

Si sentiva come se fosse al cospetto di una Dea.

“Giovane Sarah, non sai che onore per me averti qui nel mio castello” Mirana si alzò dal trono e si avvicinò a Sarah.

Le girò intorno con un enorme sorriso e poi le alzò il volto con due dita “Giovane, bella e coraggiosa” disse “Le sofferenze che hai passato sono insulto alla tua persona e mi rammarico di non essere intervenuta prima”

Sarah fece un cenno col capo e si morse le labbra imbarazzata.

Si trovava al cospetto di una regina ed era lì da sola.

Con lo sguardo cercò il sostegno di Alice, che si limitava a stare in disparte e ascoltare la regina pronta per ogni evenienza.

Non riceveva lo stesso sostegno che le dava Kal in quelle circostanze.

“Sai perché sei qui?” domandò la regina e Sarah scosse la testa “Alice, cara, pensavo glielo avessi detto, l'idea è stata tua”

Alice si scusò “Ho ritenuto opportuno che prima parlasse con voi, regina Mirana” rispose la bionda “Vista la situazione non credo di essere nella posizione per poter spiegare ogni cosa”

Mirana sospirò e tornò a rivolgersi alla povera e spaesata Sarah “Sarah Williams, ho permesso ad Alice di portarti qui per una questione che riguarda il re di Goblin e Kal di Goblin”

Sarah sgranò gli occhi e sentì il cuore mancarle un battito.

Purtroppo non si rese conto di aver cominciato a fare domande a raffica, come una macchinetta.

“Stanno bene? Perché Kal è qui? Che è successo? Dove...?”

Mirana la bloccò posandole dolcemente un dito sulle labbra e ridendo “Tranquilla, stanno bene e tra poco potrai vederli” le disse, osservando poi la felpa e i jeans di Sarah “Ora, per prima cosa, dovrai cambiarti e provvederò a far ripulire i tuoi abiti”

Sarah annuì, sempre imbarazzata, ma trovò lo stesso la forza di controbattere con un “E' solo terra, maestà, vi prego, non disturbatevi”

“E' un ordine” disse Mirana con tono imperativo ma dolce allo stesso tempo “ed ora andate...” con le mani fece cenno ad entrambe di andare via “...ci rivediamo qui fra un po'”

Alice fece cenno a Sarah di seguirla e questa obbedì, andandole dietro come un cagnolino.

Mentre percorreva il corridoio principale del castello, la sua mente era affollata di pensieri di ogni genere.

Era nello stesso palazzo di Jareth e Kal, un palazzo a lei sconosciuto ma che conteneva due persone alla quale voleva bene ma che le avevano fatto del male.

Quella mattina era cominciata male e sentiva che sarebbe andata avanti per tutta la giornata.

Come avrebbe reagito nel vedere Jareth?

Come avrebbe reagito lui, visto come l'aveva trattata tre mesi prima?

Preferì non pensarci, non in quel momento.

Si lasciò condurre verso una stanza posta in fondo al corridoio dell'ala ovest e, una volta dentro, Alice chiuse la porta.

La stanza non era molto grande, conteneva un enorme armadio, dalle forme curvilinee, in noce ed un letto a baldacchino con lenzuola di seta bianche contornate da ricami argentati.

“Purtroppo non abbiamo abiti dell'Aboveground” disse Alice, che nel frattempo si era messa a frugare nell'armadio “Ma da quello che so di te, penso che questo abito ti piacerà”

chiuse le ante e glielo mostrò.

Era un abito di cotone bianco dalle maniche lunghe.

Intorno alla vita vi era un pizzo che la contornava e si riversava verso il centro, da cui partiva una fila di bottoni che davano l'idea che la gonna fosse attaccata insieme solo ad essi.

Per un attimo le tornò alla mente l'abito che utilizzava per recitare nel parco e dovette chiudere gli occhi per scacciare quell'immagine e non reagire all'impulso di lanciarlo lontano.

Lo prese e sorrise appena, poi iniziò a cambiarsi.

Alice, per non farla sentire in imbarazzo, si voltò dall'altra parte e attese pazientemente.

A rompere il silenzio fu Sarah “Tu conosci Kal e Jareth?”

“Quando ho deciso di lasciare l'Aboveground, Kal è stato il mio mentore e mi ha insegnato tutto quello che so” rispose “E' come un fratello per me”

“E...e Jareth?”

“Dopo un piccolo incidente con il tempo, Mirana ha ritenuto opportuno farmi prendere un momento di riposo e Jareth, con cui il Sottomondo ha un alleanza, si offerto di ospitarmi” si voltò appena “E no, non c'è stato assolutamente nulla” aggiunse sorridendo, ben sapendo quale sarebbe stata la prossima domanda.

Sarah si sentì più tranquilla e, comunque, non avrebbe avuto motivo di essere gelosa.

Una volta pronta, si avvicinò alla bionda “Alice...sei mai stata innamorata?”

Alice annuì “E lo sono ancora” rispose, dando un ultimo ritocco alla gonna di Sarah e sistemandole le maniche.

Le scarpe indossate, un paio di ballerine marroni, erano perfettamente in tinta con i bottoni sulla gonna.

“E lui ricambia?” Alice annuì di nuovo “Sei davvero fortunata”

Alice sapeva molto bene quello che stava provando Sarah e le dispiaceva non poterle dare conforto in quel momento.

Non era lei a dovere delle spiegazioni alla ragazza e qualunque cosa avesse detto rischiava di compromettere la situazione ancora di più.

Era già stato un azzardo portarla lì e Dio solo sapeva come avrebbe reagito Jareth e che ramanzina le avrebbe fatto Kal.

Ma era orribile vedere due persone a cui teneva star male per qualsivoglia motivo.

Sperava solo di non aver fatto un errore così madornale, agendo di istinto.

Tornarono verso la sala del trono e Alice fece cenno a Sarah di attendere un attimo fuori.

La bionda entrò e subito fu circondata dagli sguardi di cinque persone che, così sembrava, la osservavano seri.

“Alice!” Tarrant si avvicinò subito a lei “Stai bene? Dove eri finita? Ti ho cercata dappertutto”

la controllò e passò le mani ovunque per assicurarsi con avesse lividi o bernoccoli strani.

Alice sorrise e lo fece fermare prendendo il suo volto fra le mani “Sto bene, cappellaio, non temere”

Tarrant sorrise sollevato e posò un dolce bacio sulle guance di lei.

“Alice, è tutto a posto?” domandò Mirana e la bionda annuì “Allora, ti prego, falla entrare”

e mentre tutti i presenti attendevano curiosi, Alice aprì la porta e fece cenno di entrare.

Sarah aveva lo stomaco in subbuglio ed il respiro affannoso.

Si sentiva come se stesse per recitare davanti ad un pubblico per la prima volta, la paura di sbagliare la battuta e fare figuracce o di incrociare lo sguardo di qualcuno che conosce e finire con l'impappinarsi e far ridere le persone.

Non era una bella sensazione, specie se mescolata alla rabbia che aveva iniziato a crescere appena aveva scoperto che avrebbe rivisto Jareth e Kal.

Kal era fresco di quella mattina e Jareth...mentalmente aveva immaginato il loro incontro più volte e, ovviamente, era sempre stato rose e fiori.

Ma ora, mentre avanzava, era sicura che sarebbe andato diversamente e che il rancore che si portava dietro da tre mesi l'avrebbe accompagnata ancora per un po'.

Quando Jareth la vide sentì le sue gambe cedere e dovette appoggiare una mano sulla spalla di Kal per non cadere.

Spalancò la bocca come se avesse appena visto qualcosa di scandaloso e si accorse di non essere l'unico in quella situazione.

Escludendo i tre sottomondiani, Mihal e Kal si aspettavano di tutto tranne che lei.

Il trio era felice di rivederla, quello assolutamente, ma non avrebbe dovuto essere lì.

Sarah si fece avanti e, accorgendosi di non essere realmente attesa da chi si aspettava, assunse uno sguardo quasi di sfida, mentre i suoi occhi iniziavano ad inumidirsi.

Jareth avvertiva il suo cuore battere a mille e, nel vederla che avanza fiera e piena di rancore, sentì le stesse sensazioni che aveva provato durante il loro primo ballo...quando lei era fuggita.

Anche se era lì e poteva sentirne il profumo, Jareth capì che non voleva nemmeno vederlo e poteva capirla.

L'aveva trattata così male che persino lui si sarebbe rifiutato di vedersi.

Capì meglio il rancore di Sarah quando ella iniziò a fare il giro dei saluti.

Sorrise a re Mihal e si inchinò con sommo rispetto “Re Mihal”

“E' un piacere rivederti, Sarah Williams” salutò lui, con un cenno del capo.

“Anche per me, maestà” poi si voltò verso Kal, tornando immediatamente seria.

Lui si sentì così in imbarazzo che si limitò ad abbassare la testa, dando a Sarah la possibilità di rivolgersi a Jareth.

Jareth cercò in tutti i modi di sostenere lo sguardo di Sarah, ma era difficile.

Come poteva essere difficile sostenere lo sguardo di una donna?

Come poteva un re sentirsi così tanto in soggezione davanti a lei?

La risposta era semplice.

Era talmente innamorato di lei che il solo pensiero di averle fatto del male lo stava struggendo.

Cercò di sostenere quello sguardo carico d'odio che Sarah gli stava rivolgendo e si auto maledisse per tutto quello che stava per dire e fare.

-Che tu possa perdonarmi, Sarah- pensò -Lo faccio per il tuo bene-

“Vedo che non hai perso il tuo orgoglio” disse “Ti senti fiera di questo?” aggiunse ricevendo uno sguardo sbalordito da tutti i presenti...compresa Sarah.

Lei fece di tutto per non mettersi ad urlare o prenderlo a schiaffi “E tu sei fiero del tuo ego smisurato?” domandò di rimando.

Jareth fece un sorriso sprezzante, continuando a maledirsi, poi si rivolse a Mirana.

“Regina Mirana, vi chiedo la cortesia di riportare questa umana nel suo mondo”

“Cosa!?” fu il coro che si levò dai presenti, escluso re Mihal.

Quest'ultimo aveva intuito qualcosa e preferì restare in disparte, facendo cenno a Kal di allontanarsi e lasciarlo agire.

Sarah, dal canto suo, sentiva un istinto omicida salirle e ribollire nelle vene, ma preferì mantenere un atteggiamento civile.

Ma dentro di sé si sentiva morire.

Perché la trattava così?

Perché non voleva più vederla?

Tutte le sue fantasie, le sue speranze, i suoi sogni...il suo mondo era andato in frantumi e Jareth ci stava ballando sopra.

“Non mi è possibile farlo” si rammaricò Mirana

“E con quale motivo?” domandò Jareth “State permettendo ad un umana di mettere a rischio il vostro mondo con la sua sola presenza” indicò Mihal e Kal “Guardate cosa ha fatto!” esclamò “Come ha ridotto il re degli elfi e come ha ridotto me”

Sarah sentì e lacrime che cominciavano a sgorgare lungo le guance e non aveva la forza di parlare e controbattere.

La stava umiliando...la stava umiliando senza pietà e lei non aveva fatto assolutamente nulla.

Dopo tutto quello che c'era stato, dopo quel viaggio nel labirinto di ombre, non credeva che Jareth potesse arrivare a tanto.

Era stato lui a farla abdicare con l'inganno, avrebbe dovuto essere lei quella furiosa.

E invece no, lei era ancora la ragazzina cocciuta che Jareth avrebbe preferito vedere marcire all'inferno piuttosto che starle accanto.

Ma il colpo di grazia giunse poco dopo

“Se non fosse per causa sua io non sarei nel Sottomondo a nascondermi come un animale per evitare di essere catturato e impiccato!”

Impiccato?

Jareth rischiava di morire per colpa sua?

E perché, nonostante la rabbia, sentiva che c'era qualcosa di più sotto?

E Kal?

Anche lui lo sapeva?

Le aveva mentito, tutti le stavano mentendo e Jareth lo faceva pure in modo spudorato.

Si osservò le mani, dove un anello dorato spiccava in tutto il suo splendore sull'anulare sinistro di Sarah.

Un anello che lei aveva cercato di nascondere come poteva a Karen e suo padre e persino a Toby, un anello che le era stato dato durante il finto matrimonio.

Quando lo avevano reso ufficiale, alla fine del labirinto, lei aveva iniziato a considerare quell'anello come una benedizione e non più come un fardello.

Nel momento che Jareth l'aveva bandita, quel gioiello aveva preso l'aspetto di un tradimento e in quel momento era tornato ad essere un fardello.

Che lei abbia abdicato o no era ancora sua moglie e quel trattamento non se lo meritava.

Se lo sfilò dal dito e si avvicinò a Jareth, obbligandolo a voltarsi verso di lei.

Gli occhi di lui erano umidi, ma un re non mostrava la sua debolezza...specialmente a Sarah e, questo, era un grosso errore “Che cosa vuoi?” sibilò, facendola sentire ancora più male e sentendo i suoi pedi sprofondare.

Lei non parlò e gli prese la mano, posando l'anello sul palmo e aiutandolo a chiuderla.

Lo guardò negli occhi per lunghi istanti, vedendo nel volto di Jareth il pentimento che si faceva strada e lo faceva sentire piccolo come un insetto.

Sempre senza aggiungere altro, si voltò e corse fuori in lacrime.

“Sarah!” Alice fece per seguirla, ma Kal la fermò scuotendo la testa.

Non voleva stare con le mani in mano, così si voltò verso il cappellaio “Tarrant...” lui annuì ed uscì.

Quando la sala del trono fu ufficialmente in silenzio, Jareth si ritrovò inginocchiato a terra con l'anello ancora stretto fra le mani e con i sensi di colpa che ormai lo avevano pervaso.

  
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