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Autore: Donatozilla    10/07/2021    3 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 14: Ryo Honda Origin parte 4

Naomasa aveva gli occhi sbarrati.

La vera natura del simbionte doveva essere tenuta segreta… e ora Ryo l’aveva rivelata a Midoriya e Bakugo.

Spostò lo sguardo verso questi ultimi e potè vedere le loro espressioni scioccate ed incredule. Anche Ryo spostò lo sguardo verso i due ragazzi, ed un espressione quasi divertita apparì sul suo volto.

“Devo dedurre che Izuku e Bakugo, a differenza vostra, non sapessero della vera natura del mio Altro… non è vero detective?” Chiese Ryo a Naomasa, il quale strinse i denti e i pugni per la frustrazione.

“Un… un alieno?” Ripetè Midoriya “Stai… stai dicendo sul serio Ryo?” “Non sono mai stato così serio in vita mia Izuku” rispose Ryo. Bakugo non sapevo cosa dire. Se fosse stata una situazione totalmente differente avrebbe riso a questa idea. ‘Un alieno? Per favore’ sarebbe stata la sua reazione. A dopo la notte precedente? Dopo aver visto di cosa Ryo era capace con quella cosa addosso, e di come essa si muovesse e si comportasse dopo essersi separata da lui? Ci credeva eccome ora.

Midoriya si voltò verso Naomasa e chiese “Lei… lo sapeva detective? Sapeva la vera natura di quella creatura?”. Il detective rimase in silenzio per qualche secondo per poi annuire. “Ma… ma perché?” Chiese confuso Midoriya. 

“Pensavo tu fossi intelligente Deku” disse Bakugo, rispondendo prima di Naomasa “Se una notizia del genere… che un alieno è qui sulla Terra, che là fuori ce ne sono molti altri come lui… si scatenerebbe il panico generale. Non avremmo mai dovuto sapere questa informazione che, se devo tirare ad indovinare, gli unici a saperlo appare Honda sono il detective qui presente e gli Heroes. È così?” Chiese poi rivolto a Naomasa.

Quest’ultimo rimase in silenzio per qualche secondo per poi annuire. “Hai indovinato Bakugo. Proprio stamattina io e Eraserhead abbiamo ricevuto la notizia dal professor Hideki Hirano della vera natura della creatura. Come ha detto Bakugo, abbiamo deciso di tenere la cosa segreta per evitare il panico. La riunione con gli altri Heroes di cui Eraserhead stava parlando riguardava proprio questo: rivelare la vera natura di questo simbionte” tirò un sospiro mentre si metteva una mano in fronte “E ora… dopo la storia di Honda… sapete la verità”.

Un sorriso apparve sul volto di Ryo che disse “Non sareste riusciti a tenere la cosa segreta per molto temo. Una notizia così grossa… non poteva essere tenuta segreta a lungo, finché alla fine l’avreste dovuta rivelare”. Il suo Tone di voce era sarcastico e pungente, come se stesse prendendo in giro Naomasa per il fatto che stesse tenendo segreta la vera natura del suo Altro.

Naomasa guardò torvo Ryo per qualche secondo, per poi tossire e dire “E dopo che ti sei unito al tuo… Altro… cosa è successo esattamente?”. Il sorriso di Ryo parve farsi sinistro. “Secondo lei?” Disse “Siamo andati a salvare Takuya”.

Jaku City, mesi fa…

Ryo… si sentiva bene. Si sentiva benissimo.

Avere quel simbionte… ora il suo Altro addosso… era qualcosa di indescrivibile. Era come se stesse vivendo la sensazione più bella che avesse mai sentito, ma moltiplicata per cento. Poteva sentire il potere che il suo Altro gli stava donando… e lo faceva stare bene.

Avevo potuto ben vedere uno dei tanti poteri che possedeva ora: si era attaccato ad un muro con le sue mani e lo aveva scalato senza alcun problema, ad una velocità disarmante. Saltò da un tetto all’altro, alla ricerca della base della Gang del Dragone Nero. Immediatamente dopo la sua trasformazione la sua mente era stata invasa dai milioni di modi con cui farla pagare a Bakugo… finché non si ricordò immediatamente di Takuya… rapito dalla Gang del Dragone Nero senza che lui potesse fare niente.

Ma ora… aveva il potere. Il potere di salvare Takuya e, speranzosamente, gli altri bambini rapiti.

L’odore del criminale che aveva picchiato prima di essere sparato gli era rimasto addosso… e riusciva a sentirlo. Un altra delle abilità donategli dal suo Altro.

Si fermò un secondo su un tetto per annusare l’aria, per poi sorridere “è vicino”. Notò come da trasformato la sua voce suonasse doppia, suonando molto più mostruosa e irriconoscibile da quando era nella sua forma normale. 

Cominciò a saltare per altri tetti, aumentando di velocità finché non si fermò sul bordo di un altro tetto osservando ciò che si trovava sotto di lui: un magazzino all’apparenza abbandonato con delle macchine davanti ad esso, e che si trovava ai limiti estremi della città. Un luogo perfetto per la Gang in cui nascondersi ed imprigionare i bambini che catturavano.

“Questo è il posto” disse Ryo osservando il magazzino. “Bene” disse la voce del suo Altro nella sua testa. Da quel momento in poi lo avrebbe sempre fatto. “è tempo di postare a questi sacchi di carne di che pasta siamo fatti”

Nel mentre, dentro il magazzino, il biondo che aveva sparato prima a Ryo sedeva su una sedia di una delle tante stanza del magazzino insieme ad un suo compagno, dal cui aspetto si poteva capire che aveva la stessa età del biondo e con capelli castani. Entrambi stavano bevendo una birra ciascuno, prese dal freezer della stanza in cui si trovavano.

“E poi questo ragazzo sbuca dal nulla… e pensando di poter fare qualcosa comincia a picchiarmi” spiegò il biondo al compagno. “Ti stavi facendo pestare da un ragazzino?” “Ehi, aveva preso sia me che Shinji di sorpresa okay? Non ci aspettavamo che ci fosse qualcuno intorno quando stavamo prendendo quel moccioso” “E poi che è successo?” “Cos’altro pensi che sia successo? Gli ho sparato ovviamente. Due volte” “Oh dunque lo hai ucciso?” “Oh credimi lo avrei tanto voluto fare. Ma il bastardello è riuscito a scappare prima che potessi finire il lavoro. Ma non credo sia andato lontano. Aveva ben due buchi sanguinanti sullo stomaco. Sarà morto dissanguato da qualche parte considerando che non c’era nessun ospedale vicino” “Avresti potuto almeno degnarti di finire il lavoro invece di lasciarlo andare” disse fra sé e sé il compagno bevendo un altro sorso della sua birra.

D’un tratto un rumore fuori dalla finestra attirò l’attenzione dei due, che si voltarono verso essa con espressioni confuse. Sembrava quasi il rumore di qualcuno che era atterrato pesantemente in piedi al suolo. I due si guardarono confusi. “Cos’è sta…”.

Prima che il biondo potesse finire la frase, una delle macchine dei loro compagni sfondò il muro come se fosse stata lanciata con forza contro esso. I due si alzarono immediatamente dalle sedie e saltarono via, schivando per un pelo la macchina che andò ad impattarsi proprio dove si trovavano loro due. 

I due si rialzarono tossendo. “Che… che diavolo è stato Ishikawa?!” Chiese confuso il biondo. “E che ne so io” rispose il compagno dai capelli bianchi ora identificato come Ishikawa “Sta solo pronto a combattere, Okomura! Chiunque sia si pentirà di essere qui!”. 

Ishikawa si mise in una posizione di combattimento, mentre le sue mani si trasformavano in spade e il biondo, ora identificato come Okomura, tirava fuori la sua fidata pistola. 

Attesero… ma nessuno si decideva ad entrare dal buco.

“Beh, dove sei cazzone?” Urlò Okomura verso il buco “Vieni qui e vediamo se hai le palle di affrontarci invece di nasconderti come un codardo”.

Passò qualche altro secondo di silenzio… finché non si poterono sentire dei passi. Dei passi molto pesanti. Il crollo del muro causato dal lancio della macchina aveva causato un grosso polverone, e nessuno dei due poteva vedere chi aveva causato ciò… ma potevano ben sentire che si stava avvicinando.

La figura entrò nel grosso buco causato dall’auto, sia Ishikawa che Okomura sbarrano gli occhi dalla paura e dal terrore nel vedere la mostruosa figura di Ryo.

Quest’ultimo sorrise, mostrando le sue zanne, dicendo nella sua mostruosa voce a due toni “Ci volevate? Ebbene… eccoci”.

Okomura e Ishikawa indietreggiarono di qualche passo, intimoriti dal mostro che era appena entrato nella loro base. “Allora? Che c’è che non va?” Disse Ryo con tono canzonatorio “Non volevate che entrassimo in modo da darci una lezione? Siamo qui no? Che cosa state aspettando?”.

Il tono canzonatorio di Ryo sembrò tirare fuori Okomura dal suo shock, infatti il criminale puntò la propria pistola contro l’intruso dicendo “Oh fai lo sbruffone mostro?! Vediamo se lo farai ancora con il corpo ricoperto di buchi!”. Ishikawa capì al volo ciò che il compagno stava per fare e cercò di fermarlo. Quel mostro… bastava guardarlo per capire che non poteva essere fermato con semplici proiettili come Okomura credeva.

“Okomura! Fermo! I proiettili non gli faranno nie…” ma fu troppo tardi. Okomura sparò contro Ryo ben cinque volte… ma i cinque proiettili anche se andarono ad impattarsi contro la pelle nera di Ryo non gli fecero un bel niente. I proiettili caddero al suolo, non lasciando neanche un segno sul corpo di Ryo quasi come se non fosse stato neanche colpito.

Okomura sbarrò gli occhi, indietreggiando nuovamente di qualche passo mentre il sorriso di Ryo parve farsi più grande. “Deludente… ma non ci aspettavamo altro da te… ora…” si mise in una posizione di combattimento “è il nostro turno”.

Con una velocità incredibile, Ryo balzò verso Okomura… il quale, pur di salvarsi, spinse Ishikawa contro Ryo. “Okomura! Brutto basta…!” Tentò di dire il castano prima di essere atterrato da Ryo, mentre Okomura fuggiva via dalla porta per avvisare il resto dei suoi compagni dell’intrusione.

Ryo guardò dritto negli occhi terrorizzati di Ishikawa, tenuto prigioniero sotto di lui “Peccato se ne è andato… oh beh, ci occuperemo dopo di lui dopo. Nel mentre… penseremo a te”. Ishikawa, preso dal terrore, usò una delle sue mani trasformate in spade per tentare di infilzare l’avversario ma quest’ultimo la prese con una mano… e gliela staccò di netto con facilità.

Ishikawa urlò dal dolore, mentre del sangue cominciò ad uscire dal suo arto amputato mente questo, ancora in mano a Ryo, tornò dalla sua forma di spada alla sua forma normale. Ryo buttò via l’arto con nonchalance, mentre Ishikawa combatte contro il dolore per usare la sua altra mano-spada per colpire il nemico… riuscendo stavolta a colpirlo al petto.

Si lasciò scappare un sorriso di vittoria… che sparì subito quando vide che la sua mano-spada aveva a malapena infilzato il petto dell’avversario il quale, con tranquillità, prese il braccio dell’avversario e tirò fuori quel poco della mano-spada che lo aveva infilzato al petto.

La piccola ferita di Ryo non sanguinava affatto e, per lo shock di Ishikawa, si rigenerò. Ryo sorrise in maniera beffarda dicendo “Cero che sei proprio debole… non abbiamo sentito minimamente niente” e detto questo spezzò l’altro braccio di Ishikawa.

Quest’ultimo urlò, mentre la sua mano-spada tornava normale… con una mano strappata e un braccio rotto, non si sarebbe potuto difendere. 

Ryo si rialzò, prendendo Ishikawa per la cottola e alzando in aria osservandolo da capo a piedi. “Mmmm” pensò Ryo “Che cosa dovremmo farne di te?” “Mangiamogli la testa!” Disse la voce del suo Altro nella sua testa. I grossi occhi bianchi di Ryo si spalancarono, scioccato da quella proposta. “C-che cosa?!” Disse Ryo mentre Ishikawa guardava confuso, chiedendosi con chi stesse parlando. 

“Ma… ma non possiamo…” “Dopo che gli abbiamo staccato una mano e rotto il braccio mangiargli la testa per te è oltrepassare il limite?” disse sarcasticamente l’Altro “Non volevi essere un eroe? Uccidere Villains e criminali per creare un posto migliore per gli innocenti?” “Cero che lo voglio!” Sbottò Ryo “Ma perché ucciderlo col mangiargli la testa?” “M-mangiarmi… la testa?!” Disse terrorizzato Ishikawa.

“Vedi Ryo… la mia razza deve cibarsi di una determinata sostanza in modo da rigenerare la mazza che perdiamo: questa sostanza è la fenetilammina… che si trova nel cervello degli umani” spiegò l’Altro a Ryo. Quest’ultimo ci pensò un secondo per poi dire “Fenetilammina… è per questo che dobbiamo mangiare la testa di questa feccia?” “E degli altri Villain e criminali che in futuro avranno la sfortuna di incontrarci. Comunque sì, è per questo che dobbiamo mangiargli la testa. Così non solo potrò avere nutrimento per riformare la massa che perdo, ma allo stesso tempo potremo uccidere i Villains e i criminali che infestano questo mondo e minacciano le vite degli innocenti. Due piccioni con una fava come dite voi umani”. 

Ryo rimase in silenzio per qualche secondo… se si fosse unito al suo Altro tempo prima avrebbe certamente rifiutato l’idea di uccidere Villains col divorar loro le teste. Ma ora, dopo tutto ciò che aveva passato, l’idea gli pareva molto… allettante.

Ryo sorrise sinistramente e disse “Mi piace come ragioni. Facciamolo!” “Sono felice che siamo potuti arrivare ad un compromesso” gli rispose l’Altro. Ryo spalancò le sue enormi fauci piene di zanne, mentre Ishikawa cominciò ad agitarsi cercano di liberarsi.

“T-ti prego.. ti prego no!” Pregò Ishikawa “Non uccidermi! Ti prego! Farò qualunque cosa vorrai! Qualunque…” ma non finì di parlare che Ryo chiuse le sue fauci intorno alla sua testa, staccandogliela di netto e mangiandolo in un solo boccone con un sonoro CHOMP.

Nel mentre tutto ciò stava accadendo, Okomura corse direttamente verso la sala principale di quella base dove il resto dei suoi compagni si trovavano. La paura lo fece correre più velocemente di quanto avesse mai corso, e in un attimo si ritrovò nella sala principale.

“RAGAZZI!” Urlò, la paura ben presente nella sua voce. I suoi compagni erano occupati a parlare tra loro e non appena lo sentirono entrare e gridare lo guardarono straniti. 

“Che diavolo succede Okomura?” Chiese un compagno avvicinandosi al biondo. “Un… un intruso…” rispose Okomura “Un intruso è entrato nella base e… e a attaccato me e Ishikawa!” “Un intruso?” Disse un altro compagno “Un eroe? Ci hanno trovati?!” “N-no… non era un eroe… uno come quello… NON può essere un eroe!” Rispose Okomura guardando verso la porta da cui era entrato. “Non era un eroe? Chi era allora? E dov’è Ishikawa?!” Chiese un altro. 

“Era… era un mostro” rispose Okomura “Aveva un aspetto mostruoso e… e…” si bloccò per un attimo. Cosa poteva dire riguardo Ishikawa? Non poteva certo dire che lo aveva spinto contro quel mostro in modo da potersi salvare la pelle. Quindi si inventò immediatamente una scusa.

“E Ishikawa è rimasto indietro ad affrontare quel mostro in modo da darmi il tempo di venire ad avvertirvi” mentì Okomura. D’un tratto un rumore fece voltare tutti verso la porta da cui Okomura era entrato: erano le urla di Ishikawa, che pregava e chiedeva pietà. Poi… un disgustoso rumore, simile a carne che veniva strappato e mangiato si fece strada per le orecchie di tutti i presenti. E poi il silenzio. Ishikawa non si sentiva più.

I presenti indietreggiarono spaventati, Okomura più di tutti. Alcuni tirarono fuori le armi, altri attivarono i loro Quirk pronti al combattimento mentre passi pesanti provenienti dal corridoio che portava alla sala principale cominciarono a farsi sempre più vicini.

D’un tratto qualcosa, proveniente dal corridoio, fu lanciata dentro la sala dinnanzi al gruppo di criminali: era un copro senza testa. Il corpo senza testa di Ishikawa, come se fosse stata strappata via… con un morso. Il terrore cominciò a farsi strada tra i membri del gruppo ed essi reagirono in maniera diversa: c’era chi si tenne la bocca per urlare, chi vomitò al suolo o chi urlò direttamente.

“Lo vedete il corpo del vostro compare?” Disse la voce di Ryo proveniente dal corridoio. I presenti spostarono immediatamente lo sguardo verso la porta, vedendo un ombra enorme avvicinarsi ad essa. “Bene. Sappiate che presto tutti voi… farete la sua stessa fine” disse Ryo entrando finalmente nella sala,, mentre tutti lo osservavano impietriti dal terrore. Un sorriso terrificante apparve sul suo volto, mentre si leccava le zanne con la sua lingua. “Voi… siete i prossimi”.

Questa frase sembrò tirar fuori i presenti dal loro terrore. Okomura, infatti, urlò “C-che cosa stiamo aspettando?! Facciamo fuoco!”. E cosi fecero. Quelli senza Quirk o con Quirk non andati al combattimento a distanza cominciarono a sparare, seguiti a ruota da alcuni che possedeva Quirk che permettevano loro di sparare pallottole dalle dita come se fossero pistole o persino generare lame dalle dita e spararle come proiettili. Ma il tutto era invano: le pallottole andavano ad impattarsi contro il copro di Ryo, senza fargli niente e senza lasciargli alcun segno. 

Ryo sorrise malignamente, divertito da questa futile offensiva. “È divertente vedervi tentare di farci male” disse Ryo “Ma credo che ora tocchi a noi”. Puntò le sue mani contro i lucernari sul soffitto… e da esse sparò dei tentacoli che distrussero i lucernari facendo cadere la sala centrale nella più completa oscurità. I presenti gridarono spaventati, non riuscendo più a vedere nulla.

“Itou!” Gridò Okomura ad uno dei suoi compagni “Usa il tuo Quirk! Trova quel mostro bastardo e dicci dov’è!” “S-subito” rispose Itou. 

Il suo Quirk, Night Vision, gli permetteva di vedere nessun problema al buio e veniva sempre usato nelle operazioni di rapimento in luoghi fin troppo oscuri per i suoi compagni di andare da soli. Attivato il suo Quirk, cominciò a guardarsi intorno con paura e nervosismo. Spostò gli occhi e la testa ovunque cercando di individuare Ryo e avvertire i suoi compagni ma… non lo trovava da nessuna parte.

Un rumore sopra la sua testa lo spinse ad alzare lo sguardo, e fatto ciò non potè non sbarrare gli occhi: attaccato al muro come un ragno vi era Ryo, che osservava i suoi nemici come un falco che osserva la sua preda dall’alto. “Itou dov’è?! Dov’è quel bastardo?!” “è… è” tentò di dire Itou, la paura che gli impediva di finire la frase. “È dove maledizione?!” “È sopra di…”.

Itou riuscì finalmente a ritrovare la voce, ma non riuscì a finire la frase perché un tentacolo sparato da Ryo che lo tirò verso di lui. Lo prese per il collo, e con la mano libera gli fece segno di far silenzio con un sorriso terrificante dipinto sul volto.

Nonostante Itou non avesse finito la frase, i suoi compagni capirono immediatamente cosa stesse per dire. Furono pronti ad attaccare Ryo sul soffitto ma si bloccarono quando sentirono un altro rumore… il rumore di carne che veniva strappata e mangiata.

Ryo aveva divorato la testa di Itou e, fatto ciò, lo gettò via facendo cadere rovinosamente al suolo il corpo del criminale. “S-sparate maledizione! Sparate!” Urlò Okomura ai compagni, che iniziarono a sparare verso il soffitto per colpire Ryo nonostante non riuscissero a vedere niente. 

Ryo saltò via dal soffitto atterrando vicino ad un criminale prendendo per il collo e lanciando contro il muro così forte da spezzargli l’osso del collo. Grazie al suo Altro riusciva anche a orientarsi tranquillamente nel buio… sarebbe stata una passeggiata. “Diteci dove tenete i bambini che avete rapito e che tenete prigionieri” disse Ryo “E forse risparmieremo quelli che saranno tanto gentili da dircelo” “V-a all’inferno mostro!” Urlò un altro criminale, generando dalle mani una piccola sfera quasi trasparente e che sembrava che si muovesse, come piccole onde del mare.

Il criminale lanciò la sfera contro Ryo che non provò nemmeno a schivarla, sicuro della sua resistenza. La sfera lo colpì in pieno… e per la prima volta da quando aveva il suo Altro addosso, Ryo sentì dolore.

“UGH!” Disse lui indietreggiando, mentre piccoli tentacoli spuntarono sul suo corpo. Ryo sentì chiaramente che anche il suo Altro lanciò un grugnito di dolore dopo esser stato colpito. Istintivamente Ryo saltò sul muro, approfittando del fatto che i suoi avversari non riuscivano a vedere a causa del buio, per potersi riprendere dal quel piccolo attacco. Non era stato terribilmente doloroso… ma aveva fatto un pò male… com’era possibile?

“Quel tizio…”  disse il suo Altro nella sua testa “Ci ha lanciato contro una sfera formata da onde sonore” “Onde sonore?” Chiese mentalmente Ryo. “Sì. La mia razza, che tu ci creda o no, ha varie debolezze. Le due più pericolose sono le onde sonore forti e il fuoco. Le onde sonore e il fuoco… possono separare un Klyntar dal suo ospite se sono abbastanza forti, o addirittura uccidere il Klyntar stesso” spiegò l’Altro “Il Quirk di quel tizio è probabilmente quello di creare piccole sfere formate da onde sonore e lanciarle. Non sono onde sonore abbastanza forti da separarci, ma abbastanza da essere una seccatura” “Capisco” rispose mentalmente Ryo “Una sola sfera di quel tizio può essere un fastidio… ma più di una sfera lanciata allo stesso tempo può essere una minaccia”.

Ryo spostò lo sguardo verso il criminale che lo aveva colpito e che ora lo stava cercando con lo sguardo nonostante il buio. Un espressione predatoria si venne a formare sul volto mostruoso di Ryo. “Dobbiamo ucciderlo immediatamente” pensarono allo stesso tempo Ryo e l’Altro.

Ryo si lanciò immediatamente contro il nemico, atterrandolo immediatamente e facendolo urlare per il panico. I compagni del criminale si voltarono verso il punto in cui sentirono l’impatto e l’urlo, ed iniziarono a sparare sperando di colpire Ryo nonostante il buio. 

Riuscirono a colpirlo ma, ovviamente, i proiettili non gli fecero un bel niente. Ignorando quei futili attacchi, Ryo si concentrò sulla sua prossima vittima. “Sai…” disse Ryo, facendo rabbrividire dalla paura il criminale sotto di lui. “Tra tutti quelli qui in mezzo… tu sei l’unico che è riuscito a farci qualcosa” continuò mente circondava le mani del nemico con le sue decisamente più grosse “Crediamo che tu ti meriti un trattamento speciale per ciò”. E detto ciò schiacciò le mani del criminali con le sue, spaccandogliele. 

“AHHHHHHHHH” urlò l’uomo mentre i compagni, nonostante l’assenza di luce, guardarono verso il punto da cui proveniva l’urlo con espressioni terrorizzate. Iniziarono immediatamente a sparare verso il punto in cui pensavano si trovasse Ryo, sperando di liberare il compagno. Ma anche stavolta, i proiettili andarono ad impattarsi contro la schiena di Ryo senza fargli nulla.

D’un tratto, dalla schiena del mostro, spuntarono dei tentacoli neri che si lanciarono velocemente contro i criminali che non ebbero nemmeno il tempo di schivare. I tentacoli si attorcigliarono intorno ai corpi dei criminali, alzandoli in aria e lanciandoli violentemente in parti a caso della sala. 

Li lanciò contro contro i muri così forte da spezzar loro la schiena, o li sbatteva più di una volta al suolo creando delle pozzanghere del loro stesso sangue. I tentacoli avevano preso tutti i criminali rimanenti, massacrandoli… apparte Okomura che osservava il tutto terrorizzato. La sua mente gli diceva di correre, ma l suo corpo non poteva muoversi.

E mentre accadeva tutto ciò, Ryo continuava ad osservare divertito la faccia terrorizzata e piangente del criminale a cui aveva appena spaccato le mani. “Sai, per quanto sia divertente vederti in questo stato, dovremo ucciderti subito… c'è una persona speciale di cui ci dobbiamo occupare?”. 

E detto questo spalancò le fauci e, senza neanche dare il tempo al criminale di chiedere pietà, gli divorò la testa come i due precedenti. Si alzò in piedi, mentre i tentacoli che aveva usato fino a quel momento contro gli altri criminali ritornarono nella sua schiena, fino a scomparire del tutto.

Ryo si voltò per osservare l’ultimo criminale rimasto… Okomura che tremava visibilmente dalla paura. Ryo non potè trattenere un sorriso divertito: fino a quasi un ora prima lo guardava con superiorità dopo avergli sparato due volte… e ora era lì, a tremare come un bambino. Esilarante.

Ryo saltò sul soffitto e vi rimase attaccato, osservando Okomura che si guardava intorno nel buio puntando la pistola ovunque. “Ti abbiamo lasciato per ultimo apposta, sai?” Parlò finalmente Ryo. Okomura cominciò a sporre immediatamente al soffitto, sentendo la voce di Ryo provenire da lì. Ryo schivò i proiettili, nonostante sapesse che non potessero fargli niente, e continuò a parlare “Non ci riconosci Okomura, ma sai che ci siamo già incontrati. Ti abbiamo lasciato per ultimo per questo: per mostrarti il vero terrore, farti tremare dalla paura e farti capire come noi ci siamo sentiti… come i bambini che tu e i tuoi compagni avete rapito si sono sentiti”.

“Z-zitto!” Urlò Okomura cercando di suonare intimidatorio, solo per suonare spaventato “N-non ho paura! C-capito?! Non ho affatto paura di te!”. Si aspettò una risposta, una rista derisoria… ma nulla. Okomura sentì solo silenzio ed intorno a lui c’era solo buio. Mentre con una mano teneva dinnanzi a sé la pistola, con l’altra presa una torcia dai pantaloni e l’accese. Non l’aveva usata immediatamente quando le luci erano andate distrutte dato che avevano ancora Itou col suo Night Vision… ma ora era solo, l’unico sopravvissuto e aveva bisogno di vedere dove si trovava quel mostro che li aveva attaccati e massacrati.

Cominciò a illuminare tutto intorno a sé, cercando di individuare Ryo. Ma nulla: intorno a sé vedeva solo i cadaveri dei suoi compagni, ma non c’era alcuna traccia di Ryo. Cominciò ad indietreggiare verso un muro… finché non preso per il collo da dietro.

“Preso” sussurrò Ryo. Okomura voltò lo sguardo tremante, e vide il corpo di Ryo che da trasparente stava tornando normale. Si era mimetizzato col muro?! “Ti piace? È una delle molte abilità che possediamo” disse Ryo a Okomura con una nonchalance simile a quella che si avrebbe nel parlare con un vecchio amico. 

Ryo lanciò con forza Okomura al suolo, facendogli anche perdere la presa alla pistola. Il biondo provò a riprendere l’arma, ma essa fu presa da un tentacolo di Ryo che la tirò a sé. “Basta armi” disse lui mentre schiacciava la pistola con la sua sola mano, distruggendola mentre con un tentacolo prese la torcia caduta al suolo e se la puntò al volto, in modo che Okomura potesse vederlo per bene. “Ora parliamo”.

Lo prese nuovamente per il collo e lo alzò in piedi, in modo che potesse vederlo in faccia. Okomura fu costretto ad alzare lo sguardo per osservare il volto mostruoso di Ryo e, con voce tremante, ebbe finalmente la forza di chiedere “C-che cosa vuoi?!” “Lo abbiamo già detto prima piccoletto” rispose Ryo “I bambini che avete rapito… dove sono? Diccelo e, forse, ti lasceremo in vita” “C-come posso fidarmi della tua parola?!” “È questo il bello” rispose Ryo sogghignando “Non puoi. Non sai se ti lasceremo andare dopo che ci avrei detto quello che vogliamo o se ti uccideremo come abbiamo fatto col resto dei tuoi compagni… ma è una scommessa che sei pronto a prendere pur di sopravvivere, no?”.

Okomura deglutì. Aveva ragione. Non aveva certezza se lo avrebbe lasciato andare se gli avesse detto la verità… ma era pronto a tutto pur di sopravvivere. 

Deglutì nuovamente dicendo “Tu… riesci a vedere la buio no? In questa sala… c’è una porta… una porta che ti condurrà al pieno inferiore… lì… lì teniamo i bambini che abbiamo rapito” “A che scopo?” Chiese Ryo “A che scopo avete rapito questi bambini? Spiega!” Strinse un pò di più la presa intorno al collo di Okomura. 

Quest’ultimo mise le sue mani intorno alla mano decisamente più grande di Ryo, tossendo “Non lo so! Non lo so lo giuro! Nessuno di noi lo sapeva! Gli unici a saperlo sono il boss e i suoi secondi in comando! Non ci dicono mai il perché rapiamo i bambini! Lo giuro! Ti prego!” Ed iniziò a piangere, la paura ed il terrore accumulate fino ad ora che esplosero. Ryo si limitò a fissarlo per qualche secondo: sì, non stava mentendo. Troppo spaventato per farlo. 

“… molto bene allora” disse Ryo “Allora… dov’è il tuo capo?” “Non lo so! Non so neanche questo!” Continuò a piangere Okomura “Lui continua sempre a spostarsi di base in base! Potrebbe trovarsi in una base di Jaku City o potrebbe trovarsi da tutt’altra parte! Non lo so! Non lo so!” “Certo che per essere un membro di una temuta gang criminale piangi proprio come un bambino” rise Ryo. 

D’un tratto la sua faccia cominciò a contorcersi e a ritirarsi, trasformandosi in piccoli tentacoli neri… rivelando la sue vera faccia. “Chissà che vergogna nel sapere… che è stato proprio un ragazzino a terrorizzarti e a farti piangere così?” Disse ironicamente, la sua voce tornata normale. Okomura sbarrò gli occhi, riconoscendolo immediatamente. “T-tu… sei…” “Il ‘bastardello a cui hai sparato due volte’? Proprio io” rispose Ryo sorridendo in modo strafottente “Avresti dovuto fare come ha detto Ishikawa… avresti dovuto finire il lavoro” e detto questo, i tentacoli intorno al suo volto cominciarono a ricoprirglielo tornando a formare il volto mostruoso che aveva avuto fino a qualche momento prima. 

Okomura non poteva crederci: questo mostro che aveva causato tutto questo… era il ragazzino impotente a cui aveva sparato neanche un ora prima?! Con voce tremante non potè non chiedere “C-chi diavolo sei tu?”.

Ryo si bloccò. Chi era? Dopo stanotte… avrebbe avuto bisogno di un nome. Un nome da eroe. Ma non ci aveva affatto pensato. Come poteva chiamarsi? D’un tratto si ricordò: tutti gli insulti, tutti i pugni, tutte le parole cattive di Bakugo. Tutto il veleno che c’era dietro di essi, tutto quel veleno che gli faceva male… che gli ricordava che era senza Quirk, che era senza poteri… fino ad adesso. Adesso aveva il suo Altro… e con lui… sarebbe stato il veleno che avrebbe portato giustizia sui malvagi… e vendetta su Katsuki Bakugo. Sì, ecco chi sarebbe stato, quale sarebbe stato il suo nome da adesso in poi.

Ryo sorrise e, con la sua voce tornata ad essere a due toni, disse “Noi… siamo Venom”.

Lasciò andare Okomura che cadde al suolo tenendosi il collo. Pensndo che questo fosse il segno della pietà di Ryo… no, Venom… si alzò in piedi e cominciò a correre verso l’uscita. Aprì la porta, e lacrime di gioia cominciarono a scendere dai suoi occhi, la libertà da quell’incubo e quel massacro finalmente a portata di mano… ma dovete ricredersi quando un tentacolo lo prese per il collo, e lo trascino nuovamente tra le mani di Venom.

“NO! A-avevi promesso! Avevi promesso!” Ricominciò a piangere Okomura. “Che possiamo dire?” Sghignazzò Venom “Ci abbiamo ripensato”.

Detto questo, spalancò le fauci e le chiuse intorno alla testa di Okomura divorandogliela immediatamente. Buttò al suolo il cadavere senza testa dell’ultimo criminale e osservò soddisfatto il massacro intorno a lui. “Non male come prima volta da eroe” disse il suo Altro. “Puoi ben dirlo” rispose Venom per poi inginocchiarsi vicino al corpo di Okomura e iniziare a cercare qualcosa che si trovasse addosso a lui… trovadola: un telefono.

Nonostante le sue grosse mani, Venom riuscì a digitare il numero della polizia mentre il suo Altro chiedeva “Che stai facendo ora?” “Chiamo la polizia ovvio. Si occuperanno loro di potare i bambini alle loro case una volta che li avremo liberati” rispose Venom avvicinando il telefono al punto in cui doveva trovarsi l’orecchio.

“Polizia di Jaku City, come posso aiutarvi?” Chiese una voce all’altro capo della linea. “Potete rintracciare questa chiamata vero?” Chiese Venom. La sua doppia voce sembrò prendere di sorpresa la persona che aveva risposto alla chiamata, dato che ci mise qualche secondo a rispondere “Uh…. Sì, possiamo rintracciare questa chiamata. Perché lo chiede?” “Bene. Rintracciate questa chiamata e venite al luogo in cui vi stiamo chiamando” “Stiamo? Non è da solo? Chi è successo?” “Siamo in una base della gang del Dagon Nero. Ci siamo occupati dei membri che si trovavano qui dentro. Ora porteremo i bambini fuori da qui e, nel mentre faremo ciò, voi avrete già rintracciato la chiamata e sarete qui” “C-cosa? Rallenti un secondo! La gang del Dragone Nero? Bambini rapiti? È un eroe per caso?!” “Eh… una specie” rispose Venom, non riuscendo nascondere una risata “Solo un avvertimento… lo spettacolo che troverete qui non sarà uno dei più piacevoli. È meglio che portiate agenti dallo stomaco forte” “C-cosa?! Sei… un vigilante?!” “Che differenza c’è tra un vigilante e un eroe?” Chiese ironicamente Venom “Non sono la stessa cosa ma visti da punti di vista diversi? Rintracciate la chiamate e venite a prendere i bambini. Addio” “No aspe…” ma Venom non gli diede neanche il tempo di continuare che chiuse la chiamata. Fatto ciò si diresse verso la porta che portava al piano inferiore.

Nel mentre, nel piano di sotto, i bambini prigionieri erano rinchiusi dentro una grossa cella chiusa da forti sbarre di ferro. Erano una quindicina i totale, contando Takuya… e fino ad ora avevano sentito tutto ciò che stava succedendo di sopra. Gli spari, le urla e poi… il silenzio. Che era successo?

“S-secondo voi” disse uno dei bambini “era un eroe? S-sono venuti a salvarci finalmente?” “M-ma perché ora c’è solo silenzio?” Chiese una bambina “C’è troppo silenzio ora!”. Takuya non sapeva cosa dire: si era risvegliato in questa cella dopo esser stato colpito alla testa ed era entrato immediatamente nel panico. Poi ci furono torri quei rumori al piano di sopra, dandogli la piccola speranza che qualcuno fosse venuto a salvarli… ma ora che era caduto il più totale silenzio, non poteva non essere spaventato.

D’un tratto dei rumori provenienti dalla porta della stanza attirarono l’attenzione dei piccoli prigionieri: rumori di passi. Passi che stavano scendendo le scale e si stavano dirigendo dritto  verso la porta. Chi poteva essere? L’eroe che era venuto a salvarli? O dei criminali che li aveva rapiti, sceso solo per dire loro che il loro salvatore era morto e che sarebbero rimasti rinchiusi per sempre?

La porta si aprì e tutti i bambini non poterono non sussultare nel vedere chi entrò: un essere incredibilmente grosso e col corpo nero e attraversato da vene bianche, con una grossa bocca e due grossi occhi bianchi sul volto. “Non abbiate paura bambini” disse Venom “Perché? Perché noi siamo qui!”.

“C-chi sei tu?” Disse Takuya. Non era spaventato, nonostante l’aspetto decisamente mostruoso dell’essere che era appena entrato. Infatti pareva più curioso. “Noi siamo Venom” rispose Venom con tono dolce e rassicurante nella sua doppia voce “E siamo qui per salvarvi”. “Siamo?” Chiese confusa una bambina. “Sei un eroe?” Chiese sempre Takuya. 

Venom sorrise mostrando le sue zanne, e nonostante alcuni bambini sembrarono farsi prendere di sorpresa da ciò, Takuya non sembrò rimanere affatto spaventato. “Eh. Puoi ben dirlo” “Come ci farà uscire di qui signor Venom?” Chiese uno dei bambini mentre Venom prese le sbarre con le sue mani. “Adesso vedrete” disse e con estrema facilità stacco tutte le sbarre con un solo movimento.

I bambini guardarono stupiti quella dimostrazione di forza, mentre Venom cominciò ad incamminarsi verso la porta dicendo “Seguiteci. Vi porteremo fuori di qui”. I bambini uscirono immediatamente da quella che fu la loro cella, con Takuya in prima fila, e seguirono a ruota Venom che stava salendo le scale.

Si ritrovarono nella sala principale ricoperta nel buio più totale, e i bambini sei guardarono intorno. “Dove… dove sono gli uomini che ci hanno rapito?” Chiese Takuya. “Oh non preoccuparti. Ci siamo occupati noi di loro” rispose Venom per poi prendere la piccola mano di Takuya con la sua più grossa. Il bambino sobbalzò per un secondo mentre Venom diceva “Tenetevi tutti per mano e seguiteci fino all’uscita. Vi guideremo noi nel buio”.

E così fecero. Venom giudò i bambini fuori dall’edificio facendo ovviamente attenzione a non sbattere contro uno dei corpi che i bambini non potevano vedere a causa del buio. Una volta fuori dalla struttura, Venom chiuse la porta e guardò tutti i bambini dicendo “Restate qui. La polizia sta arrivando e vi porterà al sicuro” “E lei non rimane?” Chiese Takuya.

Venom abbassò lo sguardo verso Takuya e gli accarezzò la testa”Non credo che gradirebbero la nostra presenza” “Ma lei è un eroe!” Disse Takuya. “Già!” Disse un altro dei bambini “ci ha salvati tutti! Perché non dovrebbe piacere alla polizia?” “Ci sono eroi che non sono così benvoluti come gli altri, piccolo” disse Venom “Per questo non possiamo stare qui quando arriverà la polizia”.

Come se fosse stati evocati, rumori di sirene che si stavano avvicinando attirarono l’attenzione dei presenti. “Ah, parli del diavolo e spuntano le corna” disse Venom per poi guardare i bambini dinnanzi a sé “Ora dobbiamo andare. Ma ricordate di non avere più paura. Perché da adesso…” si mise in posizione per saltare via “Jaku City e i suoi abitanti innocenti sono sotto la nostra protezione!” E saltò via.

Atterrò su un tetto di un palazzo lì vicino e si voltò per vedere le auto della polizia arrivare. Erano addirittura sette e da esse sceso i poliziotti. Alcuni si avvicinarono ai bambini ed altri entrarono nella struttura con le armi e le torce in mano. “Speriamo che abbiano seguito il nostro consiglio e che abbiano mandato poliziotti dallo stomaco forte” pensò divertito Venom, mentre il suo Altro sghignazzava. Vide Takuya puntare lo sguardo verso il punto in cui era atterrato e uno dei poliziotti seguì il suo sguardo. Ma prima che il poliziotto potesse posare gli occhi su di lui, se ne era già andato, sparito nell’oscurità. Sarebbe andato al F.E.A.S.T. il mattino dopo per vedere come stava Takuya. 

Il mattino dopo…

Ryo, nei suoi abiti civili, stava camminando verso il F.E.A.S.T. proprio come si era ripromesso la notte prima. Si guardava intorno, vedendo la gente camminare e parlare tra loro… riguardo ciò che era accaduto la notte prima.

“Siamo già diventati famosi, eh Ryo?” “Ci credo” rispose mentalmente Ryo “Un massacro di criminale del genere non si era mai visto. Era ovvio che sarebbe stato sulla bocca di tutti. Beh, saremo nelle loro bocche anche nei mesi a venire… perché questo è solo l’inizio”.

Arrivò dinnanzi alla grossa struttura del F.E.A.S.T. e non appena vi entrò, vide i vari senzatetto che venivano aiutati da coloro che lavoravano lì o che si aiutavano vicenda con varie faccende. Si guardò intorno alla ricerca di Takuya. Dove…?

“RYO!”. Una voce ben conosciuta attirò l’attenzione del ragazzo dai capelli viola che guardò dinnanzi a sé. Takuya stava correndo verso di lui e, non appena gli fu vicino, gli saltò addosso abbracciandolo. “Takuya!” Disse Ryo, cercando di suonare il più preoccupato possibile “Stai bene?! Ho sentito ciò che è successo alla TV! Ero così preoccupato che sono subito corso qui!” Disse Ryo staccandosi dall’abbraccio e facendo scendere a terra il bambino.

“Wow, se non fossi arrivato sulla Terra tu avresti dovuto certamente diventare un attore Ryo” disse il suo altro, e Ryo dovette trattenere una risata. “Sì… io sto bene, e così gli altri bambini” rispose Takuya sorridendo a Ryo. “È anche vero quello che dicono le TV e i giornali? Che siete stati salvati da un vigilante?” Chiese Ryo continuando a fare finta di non sapere nulla. “Non chiamarlo così Ryo” disse Takuya, quasi offeso “era un eroe! Solo perché non ha una licenza non significa che non sia un eroe! Il suo nome era Venom e ci ha salvati tutti da quegli uomini cattivi prima che potessero farci qualcosa di brutto”.

Ryo dovette ammettere di sentirsi quasi toccato dalle parole di Takuya: non lo considerava un vigilante come tutti gli altri?

“Non lo consideri un vigilante?” Chiese Ryo. Takuya scosse la testa dicendo “Assolutamente no! È un eroe, Ryo! Tutti i bambini che ha salvato lo pensano! Ha fatto qualcosa di buono, qualcosa che qualunque eroe avrebbe fatto! Una licenza non fa l’eroe sai?”. Ryo si ritrovò sinceramente dalle parole del bambino, e persino il suo Altro rimase impressionante. “Parole molto sagge per la sua giovane età” disse l’Altro, mentre Ryo si limitò ad annuire mentalmente.

Mise una mano sulla testa di Takuya e gliela accarezzò “Sono felice che tu stia bene scricciolo, davvero. E sto felice che quell’eroe… Venom… ti abbia salvato prima che quegli uomini ti facessero qualcosa” disse per poi fare dietrofront e iniziare a dirigersi verso l’uscita. Nel mentre Takuya si mise una mano in testa, un espressione pensosa dipinta sul suo volto. Il modo in cui la testa gli era stata accarezzata… gli aveva ricordato come Venom gliela aveva accarezzata la notte prima quando aveva salvato lui e gli altri bambini.

Ryo nel mentre stava cambiando in mezzo alla strada, un sorriso soddisfatto dipinto sul volto. “Le parole di Takuya sono significate molto” pensò “Pensavo che sarebbe stato spaventato ma invece… ha dimostrato gratitudine verso di noi, considerandoci eroi” “Il piccoletto ha buoni gusti in fatto di eroi, non c’è che dire” disse l’Altro facendo sghignazzare Ryo.

Si fermò dinnanzi a un negozio per osservarsi intorno: vide le persone intorno a lui passeggiare tranquille, che parlavano e ridevano tra loro. Tutta questa pace, questa felicità che le persone intorno a lui provavano… messe in pericolo da criminali e Villains senza scrupoli che erano pronti a tutto per raggiungere i loro scopi… come rapire bambini innocenti e fare chissà che cosa con loro, proprio come è successo con Takuya.

Guardò verso la vetrata del negozio per osservare la sua immagine, ma il suo riflesso non mostrava il suo aspetto normale ma quello che aveva quando era trasformato in Venom. Non rimase affatto spaventato o sorpreso da ciò ma anzi, sorrise e il riflesso copiò l’azione.

“Abbiamo promesso che ci saremmo vendicati d Bakugo” pensò Ryo “Ma prima di fare ciò… dovremo pensare ai criminali di questa città. Liberarla dal loro male, e fare in modo che i suoi abitanti innocenti possano vivere tranquilli senza temere un attacco da Villains e criminali” “Sono d’accordo Ryo” rispose il suo Altro. 

Il sorriso di Ryo si allargò e lo stesso fece il suo riflesso mostruoso “Insieme ripuliremo Jaku City dal male e proteggeremo gli innocenti da esso… e chiunque oserà far male a loro ne risponderà a… Venom!”.

 

 

N.D.A.: ed ecco che si conclude la quarta e ultima parte di Ryo Honda Origin. È stato davvero divertente e stimolante scrivere questa origine a quattro parti, soprattutto quest’ultima parte. Dal prossimo capitolo si tornerà nel presente a vedere cosa accadrà a Ryo e al suo Altro ora che sono separati e le conseguenze della loro separazione.

   
 
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