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Autore: takitaki    10/07/2021    2 recensioni
“Che cosa abbiamo?” esordì l’ispettrice, riconoscendo accanto al letto una figura familiare.
“Donna giapponese, tra i 25 e i 30 anni, strangolamento. Il corpo sta per essere portato via, se vuoi dargli un’occhiata da vicino fa presto, Michiru.”
Un nuovo caso di omicidio arriva sulla scrivania dell'ispettrice Michiru Kaiou, ma non si tratta di un caso qualunque. In questo caso sono coinvolte donne, tante donne, donne che soffrono, che amano, che sperano, che lottano.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Rei/Rea | Coppie: Haruka/Michiru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessuna serie
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"Mi raccomando, stai attenta."

"Non preoccuparti mamma" le rispose sorridendo la bambina dai lunghi capelli scuri, salutando la donna e dirigendosi di corsa al parco dove era solita trascorrere le giornate estive.

Una volta arrivata, si apprestò a raggiungere la sua giostra preferita, l'altalena, ma si fermò, notando lì seduto un bambino che non aveva mai visto prima dondolarsi.

Lo osservò nascondendosi dietro un albero per un po', portava i capelli corti e biondi, un colore piuttosto inusuale nel suo quartiere e indossava una maglietta a maniche corte con un coniglietto e un paio di pantaloncini.

La bambina gli si avvicinò, notando il suo sguardo piuttosto triste, pensò che si sentisse solo.

"Ehi."

Il biondo alzò la testa, fermando successivamente l'altalena appoggiando un piede sul terreno.

"Hm?"

"Non ti ho mai visto qui, sei nuovo?" gli chiese, portandosi l'indice sul mento.

Il bambino non parlò, ma le fece cenno di sì con la testa.

"Ti va di giocare?" il biondo arrossì a quella richiesta, assumendo un'espressione decisamente sorpresa.

"V-Vuoi giocare con me?"

"Si! Non vuoi?" chiese piuttosto confusa.

"No no! Accetto!" rispose sorridendo, lasciando l'altalena per avvicinarsi a lei, notando che erano praticamente alti uguali.

"Io mi chiamo Setsuna, e tu?"

"Haruka."

"Mi piace il tuo nome!"

"Anche a me piace il tuo! Non ho mai sentito questo nome prima d'ora" asserì il bambino, battendo le mani e sembrando decisamente più a suo agio rispetto a prima.

"Allora, a cosa vuoi giocare Setsuna?"

"Hmm" la bimba iniziò a riflettere, ma in realtà aveva già bene in mente cosa fare "allora, io sarò la principessa da salvare e tu il mio principe!"

"D'accordo!"

 

---

 

"Mi ha fatto piacere cenare con te, è passato così tanto dall'ultima volta."

"Anche a me ha fatto piacere, davvero" le rispose mentre accostava.

"Grazie di avermi riaccompagnata qui in centrale, purtroppo non posso restare senza la mia auto, sai cose da ispettrice" asserì Michiru ridendo.

"Non preoccuparti, è stato un piacere per me."

"Allora io vado" disse al moro, lasciando la sua auto dopo averlo salutato, in modo da raggiungere la propria.

Successivamente entrò in macchina, poggiando la borsa sul sedile del passeggero ma, non essendo quest'ultima chiusa bene, alcuni oggetti caddero sul tappetino.

"Diamine" sussurrò con tono quasi esausto, chinandosi per raccogliere gli oggetti caduti tra i quali c'erano le fotografie che aveva usato durante gli interrogatori.

"Eppure ricordavo di averle lasciate in ufficio" si disse, tenendole tra le mani e osservandole, tornando su e poggiando la schiena al sedile.

"Questa potrei anche buttarla via" pensò ad alta voce, tenendo quella di Makoto "quanto odio la sua faccia" sospirò, invece, quando il suo sguardo cadde su quella di Haruka, nella quale aveva il suo solito sorriso arrogante. Spostò entrambe le fotografie sul sedile accanto a lei, tenendo tra le mani le tre rimaste: Minako, Yaten e Setsuna.

"Se i miei ragionamenti sono giusti, uno di voi tre deve essere l'assassino, non c'è altro modo. Nonostante quello che mi ha detto Mamoru...non riesco a vedere Haruka come un assassino, quindi devo sperare di non sbagliarmi."

L'ispettrice infilò le fotografie nel proprio taccuino e, dopo aver riposto gli altri oggetti caduti, decise finalmente di mettere in moto l'auto, lasciando il parcheggio seguita per un breve tratto dall'auto di Mamoru, che era rimasto lì, probabilmente preoccupato per la sua incolumità.

 

---

 

"Ti sei divertita al parco?" le chiese, chinandosi alla sua altezza.

"Si! Ho un nuovo amico!" rispose la bimba sorridente mentre si buttava tra le braccia della mamma, notando successivamente un camion piuttosto grande parcheggiato accanto alla loro casa.

"Cos'è quello mamma?"

"Quello? Ah, è un camion dei traslochi, abbiamo dei nuovi vicini sai" le rispose sorridendo.

"Nuovi vicini?"

"Si esatto, so che hanno una figlia, potresti fare amicizia anche con lei, che ne pensi?"

La bimba sembrò davvero contenta della notizia e tenendo la mano della propria mamma si avvicinò al camion, notando una donna dai lunghi capelli biondi prendervi una scatola, la quale si inchinò per salutare non appena le notò arrivare.

"Sono lieta di conoscervi" iniziò "spero che saremo dei buoni vicini per voi."

"Altrettanto" rispose la madre della bimba, mentre le teneva ancora la mano "lei è mia figlia Setsuna, ha compiuto da poco otto anni."

"Piacere!"

"Oh, il piacere è mio piccola" rispose sorridendo "ho una figlia della sua stessa età, spero che andiate d'accordo."

"Davvero?" chiese la piccola.

"Certo, adesso è in giro, ma te la presenterò non appena..." la donna si fermò, sembrò aver notato qualcuno arrivare dietro le proprie interlocutrici "oh eccoti! Stavamo giusto parlando di te! Vieni a conoscere i nuovi vicini, Haruka!"

La bimba si voltò, riconoscendo immediatamente il bambino con cui aveva giocato poco prima al parco e, quando i loro sguardi si incrociarono, percepì qualcosa di decisamente strano.

 

---

 

"Come stai? Ti fa molto male?"

"Sto bene, tranquilla, non è rotto."

"Mi hai fatta preoccupare, stupido" asserì la donna dai capelli scuri, spostando le mani dal viso del biondo.

"Ti chiedo scusa, avrei dovuto ascoltarti."

"Decisamente" ribatté severa.

"Come sta Minako?" chiese il ragazzo, guardando di lato.

"Sta ancora piangendo, si sente in colpa. Ma non devi preoccuparti, Yaten è con lei."

"Voglio vederla."

"Aspetta almeno che il dottore torni, vediamo se ha qualcos'altro da dirti."

"Non serve, mi ha già messo questo tutore" le rispose, guardandosi il braccio "starò bene."

"Non dire sciocchezze e aspetta" ribatté la donna, appoggiandogli un dito sulla guancia.

"Va bene, va bene!"

"Signor Tenou" iniziò il dottore, rientrando.

"Allora? Posso andare?" chiese impaziente.

"Si, ovviamente sta' molto attento al braccio e cerca di evitare qualsiasi urto o movimento brusco" asserì, porgendo successivamente una scatola al biondo "se il dolore dovesse tornare prenda questi antidolorifici."

"Quali sono i tempi di recupero?" chiese Setsuna dopo aver preso la scatola, lasciando l'altro interdetto.

"Almeno tre settimane."

"Dovrò tenere questo coso per tre settimane?" chiese Haruka piuttosto arrabbiato agitando il braccio fasciato, facendosi male "cazzo, mi ero dimenticato che facesse così male."

"Sei incredibile, davvero!" lo rimproverò l'altra.

"D-Dai non c'è bisogno di arrabbiarsi! Andiamo adesso dai!" le chiese agitando la mano libera nervosamente, notando che anche il dottore era spaventato dallo sguardo della donna.

Una volta che il biondo riuscì a calmarla, lasciò la stanza con Setsuna per raggiungere i suoi amici nella sala d'aspetto del pronto soccorso.

Notò immediatamente Minako che, seduta accanto a Yaten, stava singhiozzando e le si avvicinò, portandole una mano sotto il mento.

"Mina."

La ragazza alzò la testa, alzandosi di scatto e fiondandosi su di lui, per abbracciarlo forte.

"Minako fa' piano!"

"Tranquillo, lasciala" lo rassicurò Haruka, stringendola a sua volta con il braccio libero, quello destro.

"Non piangere Mina, va tutto bene, è solo un braccio slogato."

"M-Mi dispiace, è colpa mia!"

"Affatto! Calmati adesso su."

"Come ti senti?" gli chiese il ragazzo, alzandosi anche lui e avvicinandosi dal lato.

"Sto bene Yaten, sta' tranquillo."

"Mi dispiace per Seiya, io..."

"Non chiedermi scusa, non è nemmeno colpa tua" ribatté serio il biondo "non preoccupatevi per così poco, sto bene."

"Sarebbe meglio andare a casa adesso" intervenne Setsuna.

"Sì, sono d'accordo" rispose il ragazzo, incamminandosi insieme agli altri verso il parcheggio, tenendo per mano Minako fino a quando questa non raggiunse l'auto di Yaten.

"Buonanotte Mina, sta' tranquilla mi raccomando" le disse dopo averle chiuso la portiera.

"Domani mattina verrò a trovarti, te lo prometto."

"Certo, ti aspetto" le sorrise, rivolgendosi successivamente a Yaten dal finestrino stesso.

"Verrai anche tu?" il ragazzo dai capelli argentei arrossì lievemente, non aspettandosi quella domanda da lui.

"S-Sì certo" rispose, avvicinando tra loro le mani che teneva sul volante.

"Ehi ma che hai fatto alla mano?" gli chiese Haruka, notando che era fasciata.

"A-Ah questa? Vedi...quando Setsuna mi ha chiamato ecco...mi sono spaventato e ho fatto cadere un...bicchiere" rispose, volgendo lo sguardo lontano dal biondo.

"Sta' più attento, scemo" lo rimproverò Haruka con un tono decisamente amichevole.

"Senti chi parla."

"S-Setsuna!" sobbalzò il ragazzo "potresti evitare di venirmi così all'improvviso alle spalle!"

"Vieni andiamo, ti porto a casa."

"Arrivo, arrivo" rispose arreso, salutando i suoi amici prima di raggiungere la donna dai capelli scuri, entrando nella sua auto.

Il ragazzo prese posto dove non era solito stare in auto e questo le ricordò l'ispettrice, che per ben due volte aveva osservato guidare.

"Ehi Setsuna."

"Hm?" chiese la donna, mettendo in moto l'auto.

"Mi porti a casa?"

"Si, te l'ho detto prima."

"Ti va di restare?"

L'avvocato sorrise e Haruka assunse un'espressione un po' confusa.

"Non ho mai avuto intenzione di andar via."

 

---

 

"Quanto piove oggi" si disse la ragazza dai lunghi capelli scuri mentre apriva l'ombrello, incamminandosi verso casa.

Il suono degli stivaletti sull'asfalto bagnato era l'unica cosa che poteva sentire oltre alla pioggia scrosciante, questo perché in giro non c'era quasi nessuno.

In effetti vi era abituata, il consiglio studentesco la teneva occupata per molto tempo dopo le lezioni e finiva sempre per tornare nel tardo pomeriggio, quasi all'ora di cena.

Svoltò l'angolo che la separava dalla propria abitazione, quando notò una figura stare sotto la pioggia, appoggiata al muro di casa sua, con la testa alzata.

"Haruka?" lo chiamò, avvicinandosi per ripararlo con un ombrello "perché sei sotto la pioggia? Ti verrà la febbre se..." qualcosa attirò la sua attenzione e si avvicinò ulteriormente a lui "...perché stai...piangendo?"

"Sono andato via..." le rispose con una voce debole, rotta dal pianto.

"Che cos'è successo...?"

"Gliel'ho detto...ma loro-"

La ragazza gli afferrò la mano e l'altro la guardò finalmente negli occhi.

"S-Setsuna?"

"Vieni da me, non devi preoccuparti adesso. Penserò io a te."

 

---

 

"Sei stanco vero?"

"Non così tanto" le rispose, prendendo posto sul divano, con la testa rivolta verso il soffitto e il braccio libero lungo lo schienale.

"Perché non vai a letto?" gli chiese, sedendosi accanto a lui.

"Hm...è ancora presto."

"Guarda che sono le due di notte" ribatté l'altra.

"Dovresti dormire allora."

"Senti chi parla" entrambi risero.

"Setsuna."

"Hm?"

"Non pensi di passare più tempo a casa mia che a casa tua ultimamente?"

"Ti dispiace?"

"Affatto, altrimenti non ti avrei dato la chiave."

"Allora che c'è?"

Haruka riportò giù la testa, guardando l'altra accanto a sé con un'espressione inusuale per lui.

"Dovresti pensare più a te che a me."

La donna sospirò, poggiando successivamente una mano sulla gamba dell'altro.

"Questa è una frase che non puoi proprio dirmi in un momento come questo, Haruka."

"Tempismo sbagliato già, ma è vero" ribatté il biondo.

"Ho promesso di pensare a te e lo farò tutta la vita, tengo davvero molto a te se non l'avessi capito" rispose sicura mentre l'altro arrossì.

"Quanti anni hai per arrossire ancora a frasi del genere?" chiese la donna piuttosto divertita, mentre il biondo le sorrise, avvicinandosi con la fronte a quella dell'altra.

"Dette da te sono davvero rare."

"Ma smettila" ribatté Setsuna alzandosi "piuttosto, vuoi una mano per cambiarti?"

"Tranquilla, dato che non è rotto posso farcela."

"Sei sicuro?"

Il ragazzo rispose con un cenno della testa, dirigendosi nella propria camera per cambiarsi, seguito a distanza dalla donna che non si fidava particolarmente delle sue parole e ne ebbe la conferma vedendo il ragazzo litigare con il tutore.

"Lascia, faccio io" gli sussurrò, aiutandolo a togliersi la maglietta.

"C'ero quasi."

"Ho un déjà-vu."

"Sei davvero cattiva certe volte."

"Non è colpa mia se ti sei rotto il braccio tre volte da quando ti conosco" gli rispose ridendo, poggiando successivamente una mano sul suo petto.

"Grazie."

La donna rispose con un cenno della testa, lasciando successivamente la stanza.

"Ehi, dove vai?"

"A dormire sul divano" rispose voltandosi, poco fuori dalla porta della stanza di Haruka.

"Aspetta."

"Hm?" il biondo avanzò verso di lei, afferrandole un braccio.

"Che ti prende?" chiese la donna, alzando un sopracciglio.

"Dormi con me."

"Ma...sei sicuro?"

"Si."

"Hai paura?" gli chiese prendendolo in giro, mentre gli stringeva la mano che poco prima l'aveva afferrata.

"Ho più paura di te che di qualunque cosa."

"Me lo ricorderò per il futuro" anche questa volta risero entrambi, la loro complicità era senza dubbio quella che ci si aspetterebbe da due amici d'infanzia.

Il biondo si mise a letto, guardando il soffitto mentre aspettava che l'amica si spogliasse prima di mettersi accanto a lui.

"Non hai freddo così? Siamo comunque in inverno sai" le chiese voltandosi verso di lei.

"Mi stavi spiando?"

"Ho vissuto con te per oltre un anno, non pensi che abbia visto già tutto?"

"Pervertito."

Alla risata dei due seguì qualche minuto di silenzio, nuovamente interrotto dal biondo.

"Setsuna."

"Hm?"

"Sei sveglia?"

"Se ti ho risposto credo di sì."

"Antipatica."

"Che cosa c'è?"

"Mi dai la mano?"

"Ma che ti prende oggi?"

"Sei proprio antipatica."

La donna sospirò, afferrandogli la mano e portandosela all'altezza del seno, stringendola forte.

"Meglio?"

"Ti voglio bene."

Setsuna sospirò ancora, mordendosi un labbro prima di poter rispondere al biondo.

"Anch'io te ne voglio" disse, prima di lasciargli un bacio sulla testa e addormentarsi con lui.

 

---

 

"Adesso che faccio? Yaten mi ha abbandonato" si disse mentre camminava attraverso il cortile della scuola, diretto al retro della palestra, dov'era solito fumare di nascosto, ma proprio quando stava per girare l'angolo sentì una voce e si bloccò.

"Senpai, vorrei che accettassi questa lettera."

"Lettera?" si chiese il biondo "una confessione?"

"Mi dispiace, se si tratta di una lettera d'amore non posso accettare."

Haruka riconobbe immediatamente la voce della ragazza, decisamente sorpreso.

"Setsuna?" si chiese ancora, sbirciando lievemente dal muro dove si era nascosto, notando la sua amica di spalle e davanti a lei un ragazzo dai capelli corvini.

"Ma senpai...perché?"

"Non posso accettare, mi dispiace molto" rispose, chinandosi per scusarsi.

"Ho capito..." le rispose il ragazzo, prima di allontanarsi decisamente rattristato dal risultato.

"Chissà perché l'ha rifiutato" si chiese, portandosi una mano sul mento.

"Che cosa stai facendo Haruka?"

"AAAAAH! S-S-Setsuna!" gridò il biondo, spaventato dall'arrivo improvviso dell'amica che aveva notato immediatamente la sua presenza non appena era arrivato, senza nemmeno voltarsi.

"Non è educato spiare le persone."

Il ragazzo si ricompose, raccogliendo la cartella che aveva lasciato cadere per lo spavento e, rimettendola sulle spalle, si incamminò con Setsuna che stava andando via.

"Ero venuto per fumare, non sapevo fossi qui."

"Allora perché mi stai seguendo adesso?"

"Perché hai rifiutato quel ragazzo?"

"Non ti riguarda."

"Ahh, ho capito, ti piace qualcun-"

Haruka non riuscì a terminare la frase poiché Setsuna lo colpì con la propria cartella.

"Ahio! Ma sei matta?"

La ragazza rise, continuando a camminare.

"Come mai Yaten non è con te?"

"Ha detto che doveva studiare, quel traditore."

"Dovresti farlo anche tu, domani la tua classe non ha un test?"

"Nah, non ne ho bisogno."

"I tuoi voti dicono l'opposto."

"Ehi! Non puoi spiare i miei voti!"

"Si che posso."

"Ma non dovresti!"

"Pensa a studiare piuttosto."

"Non mi va, volevo andare alla sala giochi, ma da solo non è così divertente."

"Non sei da solo."

Haruka si fermò, guardando l'amica piuttosto confuso.

"Beh? Non vuoi la mia compagnia?"

"A-Ah si, certo!" rispose sorridendo, nonostante fosse ancora sorpreso dal suo comportamento.

"Allora andiamo."

Il ragazzo tornò a camminare al suo fianco, continuando a parlare con lei e prendendosi altri colpi dalla ragazza per le sue provocazioni.

 

---

 

"Grazie di essere venuta."

"Non ringraziarmi, è il minimo che potessi fare" rispose Michiru, sorridendo all'amica, mentre la accompagnava alla propria auto dove, ad attenderla, c'era Hotaru.

"Ehi!" la salutò la poliziotta.

"Mi sei mancata Rei!" le disse, abbracciandola molto forte dopo essere uscita dall'auto.

"Scusa, ti ho fatta preoccupare."

"Non importa, adesso stai bene" rispose la più piccola, stringendo forte la sorella.

Michiru sorrise dolcemente nel guardarle, quasi dispiaciuta di doverle interrompere per farle salire in auto e riaccompagnarle a casa.

L'ispettrice lasciò parlare le due sorelle lungo il tragitto finché Rei, ad un certo punto, non le fece una domanda.

"Michiru, hai visto Haruka ieri sera?"

"Haruka?" il solo sentire il suo nome la mise decisamente a disagio, forse la partner sospettava qualcosa di loro "no...perché?"

"Ha lasciato l'ospedale più o meno quando sei arrivata tu e non è più tornato" raccontò all'amica, con un tono abbastanza deluso.

"Ah...non so cosa dirti Rei...anch'io l'ho visto lì l'ultima volta."

"Ho capito..."

"Non preoccuparti sorellona, vedrai che ha avuto soltanto un contrattempo" intervenne Hotaru.

"Hm...vorrei sapere come si chiama questa volta il contrattempo."

La ragazzina non capì, mentre l'ispettrice riuscì finalmente a dare una spiegazione al motivo per cui, probabilmente, i due si erano lasciati tempo prima.

"Senti Michi, come sta andando con il caso?"

"Ho una nuova pista ma te ne parlerò in un altro momento, non voglio turbare Hotaru" rispose sorridendo.

"Non preoccuparti Michiru, guarda che sono abbastanza grande per queste cose!"

"Questo lo dici tu!" tutte e tre risero e l'ispettrice riuscì a smorzare la tensione che, altrimenti, l'avrebbe divorata.

 

---

 

"Un altro omicidio? Sei sicura Michiru?"

"Abbassa la voce!"

"Si, scusa."

"Non ne sono sicura, ma ci sono buone probabilità che questa sia la prima vittima, visto che è morta il mese scorso e Haruka la conosceva."

"Ma il caso non è stato chiuso?"

"Si, per mancanza di prove, ma sappiamo entrambe che l'ispettore a cui è stato assegnato non è noto per la sua minuzia" le disse, puntando l'indice sul suo nome sul fascicolo che aveva portato con sé.

"L'ispettore Fukuda?"

"Esatto."

"Adesso mi è più chiaro" rispose, sospirando, mentre nella sua mente si palesò l'immagine del loro anziano collega scansafatiche.

"Ho dovuto litigare con lui per riaprire il caso, si è sentito offeso, pensa un po'!" continuò Michiru con un sopracciglio decisamente troppo alzato, che fece ridere la partner.

"Ami sta riesaminando le prove, nel pomeriggio andremo sulla scena del delitto."

"Non è passato troppo tempo?"

"In effetti si, ma voglio andarci per capire meglio la dinamica dell'incidente dato che nel rapporto è scritto che è 'accidentalmente caduta dal balcone'."

"Pensi che qualcuno l'abbia spinta?"

"Si, può essere."

"Hai l'elenco dei sospettati di questo caso?"

"Si, e hanno fatto un pessimo lavoro dato che Haruka non figura nella lista, eppure uscivano insieme durante quel periodo."

"Come fai a saperlo?"

Michiru avrebbe voluto rispondere, ma dire all'amica della lunga lista di ragazze di Haruka non le sembrò l'idea migliore.

"Interrogatori vari."

Rei sembrò accettare quella risposta e l'ispettrice ne fu sollevata, alzandosi successivamente.

"Adesso devo andare, voglio parlare nuovamente con i sospettati, potrei riuscire a farli cadere in errore."

"Vengo con te."

"No Rei, devi restare a casa a riposare."

"Non è necessario, sto bene."

"Non ti lascerò uscire, è inutile."

"Ma Michi-"

"Non mi importa, resta qui!"

Rei sospirò.

"D'accordo."

"Brava" le sorrise l'amica, lasciando successivamente il suo appartamento per raggiungere la propria auto.

 

---

 

"Ma che stai combinando?"

"Ho pensato avessi fame."

"Ma che ore sono se stai già preparando il pranzo?" si chiese il biondo, appoggiandosi al muro della cucina.

"Mezzogiorno."

"Ho dormito così tanto?"

"Già."

Il biondo sospirò, osservando la sua amica cucinare. Sapeva bene che non era molto brava, abituata a mangiare quasi sempre fuori, ma sembrava che si stesse davvero impegnando.

"Carino il grembiule comunque."

"Non speravo ne avessi uno."

"Visto? Ti ho sorpresa."

La conversazione tra i due venne però interrotta dal suono del campanello, che attirò l'attenzione di entrambi.

"Dev'essere Minako, vado io" annunciò il biondo, dirigendosi alla porta, aprendola senza nemmeno curarsi di controllare chi fosse e, suo malgrado, non fu decisamente la scelta migliore.

"Ispettrice?" 

"Ma che ti è successo al braccio?" chiese la donna, notando immediatamente la fasciatura e deducendone il motivo per cui il ragazzo non era tornato da Rei.

"Non la riguarda. Che cosa ci fa qui?" le chiese, con un tono davvero turbato poiché quando la donna arrivava così di colpo non c'erano mai buone notizie.

"Ho bisogno di parlarti."

"Ha cambiato di nuovo idea?"

"Cosa?" chiese la donna, confusa.

"Deve sospettare di nuovo di me per aver reso il mio caso pubblico in quel modo" asserì con tono decisamente arrabbiato.

"Pensi che sia stata io?"

"Beh, è lei la poliziotta tra noi."

"Haruka non ne avrei tratto alcun vantaggio, coinvolgere i media mi ha solo reso il lavoro più difficile, alla centrale è pieno di giornalisti."

"Non mi fido di lei."

"Non ti fidi per quello che ti ho detto ieri?"

"Haruka che succede?" la voce di Setsuna interruppe la conversazione "ispettrice, che cosa ci fa qui? Se vuole interrogare il mio cliente-"

"Non voglio interrogarlo, voglio solo chiedergli alcune cose ma non da ispettrice" il suo sguardo si spostò nuovamente sul biondo "ma da Michiru."

La risposta della donna lo lasciò piuttosto interdetto, non sapeva bene come reagire e ringraziò silenziosamente Setsuna per aver parlato al suo posto.

"Stavamo per mangiare, vuoi unirti a noi, Michiru?" le chiese, pacificamente.

L'ispettrice si rese conto che quello era l'unico modo per parlare con il ragazzo, il suo avvocato era un osso duro e non le avrebbe dato nessun'altra possibilità.

"D'accordo, accetto."

Haruka sospirò, le scintille che percepiva tra le due donne non facevano sperare nulla di buono.

 

---

 

"Non preoccuparti, termino io qui."

"Grazie presidentessa, la saluto allora."

"A domani" rispose la ragazza, continuando a riordinare delle scartoffie che si erano accumulate su di una scrivania.

"Lavori sempre troppo, presidentessa" una voce familiare, dal tono beffardo, attirò la sua attenzione.

"Non mi chiami mai così, che succede?" rispose divertita, osservando l'amico entrare e scoppiando a ridere subito dopo.

"Ma che ti sei messo!?"

"Ehi non ridere! Questa è un'uniforme da principe!"

"Ah si? Che carina" rispose la ragazza, continuando a ridere.

"Mi sto pentendo di essere passato a salutarti sai."

"Scusa, scusa!" rispose Setsuna, tentando di calmarsi dato che le faceva male la pancia dal ridere. Nel frattempo, l'altro si era avvicinato.

"Hai finito qui?"

"Quasi."

"Verrai a vedermi? La mia classe farà una recita nell'auditorium."

"Ecco perché c'erano così tante ragazze quando sono passata."

"Sei gelosa?"

"Di quel costume? Non credo proprio" rispose ridendo, mentre l'altro sospirò.

"Dimenticavo che sei l'antipatica presidentessa del consiglio."

"Verrò, comunque."

"Davvero?"

"Si. Qual è lo spettacolo?" chiese mentre, di spalle, riponeva alcuni fogli in uno schedario.

"Biancaneve."

La ragazza si bloccò per un istante.

"Ah si? Chi sarà Biancaneve?"

"Natsumi¹, quella ragazza che si è trasferita da poco nella mia classe."

"Ho capito" rispose, tornando a riordinare "Yaten reciterà con te?"

"Ah no, lui si è occupato dei costumi."

"Dovrò muovergli delle critiche per quello allora."

"Setsuna."

"Hm?"

"Mi dispiace che non siamo più in classe insieme, sarebbe stato divertente recitare con te."

"Siamo stati in classe insieme per tanti anni, non è un problema."

"Lo so però...se non avessi perso quell'anno..."

La ragazza si voltò verso di lui.

"L'hai perso per un'ottima ragione. Che importa adesso una stupida recita?" chiese, portandogli una mano sul viso affettuosamente.

"Hai ragione" sorrise, mentre l'altra tornò di spalle a riordinare lo schedario.

"Inoltre, conoscendoti, mi avresti dato il ruolo della strega cattiva."

"Affatto" rispose il biondo "ti avrei dato il ruolo della principessa."

La risposta di Haruka la sorprese, facendola decisamente arrossire.

"Come quando eravamo bambini?" chiese con un sorriso nostalgico.

 

---

 

"Non sapevo sapessi cucinare il curry sai?"

"Dovrei prenderlo come un insulto?" gli chiese la donna, portandogli contro un mestolo.

"No no! Assolutamente!" rispose l'altro, agitando una mano nervosamente.

"Riesci a mangiare da solo?"

"Non ricordi che non sono mancino?"

"Ricordo soltanto che sei scemo."

"Ehi!"

L'ispettrice osservò quella scena piuttosto turbata, non sapeva affatto come reagire dato che si sentiva decisamente fuori posto.

"Si vede che vi conoscete da molto" iniziò, tentando un approccio più amichevole.

"Lei come lo sa ispettrice?"

"Me l'ha detto il tuo amico Yaten."

"Anche questo!?"

"Noi ci conosciamo da quando avevamo otto anni, abbiamo fatto tutte le scuole insieme."

"Non avete un anno di differenza?" chiese la donna, ricordando che Yaten le aveva spiegato che Setsuna era più grande.

"In realtà no, abbiamo la stessa età, ma lui ha dovuto ripetere un anno."

"Tengo a precisare che è stato per le assenze" ribatté Haruka.

"Non che con quei voti saresti passato."

"Ehi!"

"Posso chiederti perché sei stato lontano da scuola così tanto tempo?"

Haruka sembrò in difficoltà, quindi la sua amica intervenne "problemi di salute."

"Ho capito" l'ispettrice percepì la tensione che quella domanda aveva scaturito, avrebbe voluto prendere appunti ma non le sembrò il momento adatto.

Setsuna si alzò, raccogliendo i piatti vuoti per portarli via "vi lascio parlare" disse, prima di lasciare la sala da pranzo.

Haruka guardò l'ispettrice, aveva un'espressione decisamente turbata.

"Allora...davvero non è stata lei?"

"No, non sono stata io, posso giurartelo."

"Mi dispiace di averla accusata."

"Siamo pari, no?"

Haruka sorrise.

"Quasi, io non l'ho accusata di duplice omicidio sa?"

"Hai ragione" Michiru rise, sistemandosi successivamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Haruka, ascolta, ricordi questa ragazza?" gli chiese, porgendogli una fotografia che aveva tirato fuori dalla borsa "era nella lista che mi hai dato."

"Vorrei vedere la sua faccia mentre stampa tutte queste fotografie e le rimette con cura nella borsetta di Fendi."

L'ispettrice rise, mentre il ragazzo prese la foto dalle sua mani.

"Si, mi ricordo di lei. Tomoko, giusto?"

"Si, esatto."

"Se mi ha portato questa foto immagino che sia morta anche lei..."

"Non sbagli, ma stavolta è successo il mese scorso."

"Che vuole dire?" chiese il biondo.

"Voglio dire che questa potrebbe essere la prima vittima dell'assassino che stiamo cercando. Ho bisogno che tu mi parli dell'ultima volta che l'hai vista dato che è anche il giorno della sua morte."

Haruka si portò una mano tra i capelli, sembrava piuttosto stressato da quella situazione che continuava a peggiorare, così Michiru decise di cambiare momentaneamente argomento, portando una mano sul suo tutore.

"Che cos'hai fatto al braccio?"

Il biondo arrossì lievemente, la dolcezza con cui l'ispettrice pronunciò quelle parole lo sorprese visto che fino a poco fa era decisamente più fredda.

"U-Una rissa, più o meno."

"Non dovresti fare a botte sai?"

"Ho soltanto difeso una mia amica."

"Di chi si tratta?"

"Minako."

"Hai denunciato il tuo aggressore? Se mi dai il nome lo farò io per te."

"Non so se voglio farlo..."

"Perché mai non dovresti farlo?"

"Vede...lui..."

"Seiya Kou."

"Setsuna!"

L'ispettrice rimase interdetta dall'intervento improvviso della donna, ritirando la mano che teneva sul braccio del biondo.

"Perché glielo hai detto?"

"Perché è quello che merita quell'animale per averti quasi spezzato un braccio."

"Non puoi decidere per me."

"Non mi importa se lo denuncerai o meno, voglio che l'ispettrice lo sappia."

"Ma che stai dicendo?"

"Mi fido di lei."

La risposta della donna sorprese sia Haruka che l'ispettrice, in particolar modo quest'ultima che non sapeva come prendere quella frase, detta da un sospettato.

"Grazie...non lo denuncerò se non sarà Haruka a chiedermelo."

"Va bene così" rispose la donna, lasciando nuovamente la stanza, ma il fatto che in realtà li stesse ascoltando sembrò davvero ovvio all'ispettrice.

"Haruka."

"Hm?"

"Vorrei parlare con te da soli."

"Non so se sia il caso visti i nostri trascorsi, senza contare il fatto che i giornalisti potrebbero vederci e-"

"Non ha importanza. Verrò a prenderti alle otto, aspetterò qui fuori fino alle otto e mezza, se non vorrai venire lo capirò."

Detto questo, l'ispettrice si alzò, raggiungendo l'uscita, seguita non solo da Haruka, ma anche da Setsuna che avanzò verso di lei.

"Ispettrice, per quanto riguarda le notizie in tv, volevo dirle una cosa."

"Credo che lei abbia sentito che non sono stata io" incalzò Michiru, volendo far capire alla donna che sapeva di essere stata origliata.

"Si, ho sentito. Quel che volevo dirle è che chiunque abbia dato quelle informazioni alla televisione, indipendentemente dal motivo per cui l'ha fatto, non voleva danneggiare lei visto che né il suo nome né quello di Haruka sono saltati fuori."

Michiru alzò un sopracciglio, non sapeva effettivamente se poteva fidarsi di quella donna, il suo atteggiamento era davvero strano e non faceva che diventare più ambiguo ogni volta che la incrociava.

"Lo terrò a mente" asserì, prima di andare via, incontrando nel vialetto della villa l'amica bionda del pilota, accompagnata da Yaten.

"Salve ispettrice" le sorrise Minako salutandola, lasciando interdetta Michiru che mai si sarebbe aspettata quel comportamento dopo averla traumatizzata all'interrogatorio.

"Buongiorno ispettrice" anche il ragazzo dai capelli argentei la salutò con un cenno della mano e l'ispettrice non poté fare a meno di notare un dettaglio particolare.

 

---

 

"Non capisco perché abbia insistito per tornare qui, la polizia mi aveva detto di aver chiuso il caso."

"Mi dispiace signor Shimizu, ma abbiamo dovuto riaprirlo" rispose Michiru mentre camminava al fianco del proprietario dell'hotel in cui la vittima era morta circa un mese prima.

"Non pensa che sia inutile tornare lì? Ho affittato la stanza ad altre persone nelle ultime due settimane" insistette l'uomo dai corti capelli neri.

"Questo non la riguarda, ho un mandato."

Una volta raggiunta la stanza, l'ispettrice entrò insieme ad Ami, tenendo in mano il fascicolo mentre osservavano quella che aveva l'aria di essere una suite.

"Vi lascio lavorare allora" disse l'uomo ormai arreso, chiudendo la porta della stanza e tornando in reception.

"Dunque è questo il balcone da cui è caduta?" chiese Ami, avvicinandosi ad esso "il muretto è piuttosto alto, mi sembra difficile che una persona possa cadere giù accidentalmente."

"Come pensavo, dopotutto" asserì Michiru, mentre rileggeva il rapporto.

"Non credi manchi qualcosa?" chiese Ami, mentre girava per la stanza in cerca di qualunque cosa utile.

"Tipo?"

"Il cioccolatino Michi, c'era in entrambi gli omicidi."

"Questo è vero, ma ho una teoria a riguardo. Se questo è stato il suo primo omicidio è stato il più rocambolesco, non ha avuto né il tempo né soprattutto la lucidità di sistemare la scena o di firmarsi, cose che invece ha iniziato a fare dall'omicidio al Sunrise."

"Sei incredibile Michi" le sorrise Ami.

"Hai trovato qualcosa?" le chiese, chiudendo il fascicolo visto che, a furia di rileggerlo a lavoro, lo aveva praticamente imparato a memoria.

"No, non c'è..." l'attenzione della dottoressa venne catturata da un particolare.

"Ami?" Michiru si avvicinò alla donna, che nel frattempo si era piegata sul pavimento, nei pressi della porta scorrevole che dava sul balcone.

"Qui c'è una macchia di sangue, sulla moquette."

"Dici davvero?"

"Non posso campionarla, è secca ormai, però indica che c'è stata una colluttazione, no?"

"Hai ragione" asserì Michiru "la vittima potrebbe aver colpito l'assassino prima di essere spinta...e nel rapporto hanno denunciato la scomparsa di una statuetta..."

"Potrebbe aver usato quella...e poi l'assassina l'ha portata via poiché vi era il suo sangue" le due donne erano sulla stessa lunghezza d'onda, finalmente quel caso aveva mostrato delle briciole da seguire.

"Dobbiamo trovare quella statuetta, sarà la prova determinante per questo omicidio" annunciò Michiru, voltandosi verso l'uscita.

"Aspetta Michi...ho trovato qualcos'altro"

"Hm?"

Ami, con l'ausilio di un paio di pinzette, tirò via un pezzo di tessuto rosso che si era incastrato nei cardini della porta scorrevole.

"Di che si tratta Ami?"

"Sembra la stoffa di un vestito, dovrei analizzarlo meglio per dirtelo...potrebbe esserci anche del dna."

"Perfetto, questo caso sta finalmente andando nel verso giusto" asserì Michiru, con un'espressione davvero soddisfatta, sentendosi per la prima volta vicina alla soluzione.

 

---

 

"Dovresti andare, Haruka."

"Hai sentito anche quello?"

"Scusami, non mi sono comportata bene prima."

Il biondo si scostò dalla finestra dalle quale stava osservando l'auto dell'ispettrice, e si voltò verso la donna alle sue spalle.

"So che l'hai fatto per proteggermi."

"Ti chiedo scusa lo stesso."

"Non credo di andare, comunque."

"Perché?" chiese, facendo un passo verso di lui.

"Non è il caso."

"Haruka."

"Hm?"

"Ti ho visto insieme a tantissime ragazze in tutti questi anni" iniziò Setsuna.

"Che cosa c'entr-"

"Non mi interrompere" il biondo alzò una mano in segno di resa, lasciandola parlare "ma ti ho visto innamorato soltanto una volta, quando stavi con Rei. Il tuo sguardo era diverso e oggi ho rivisto quello stesso sguardo, mentre parlavi con l'ispettrice."

"Setsuna..."

"Provi qualcosa per lei, vero?"

"...è complicato."

"Va' da lei."

"Non è il caso ti ho detto..."

"Ascolta. Non puoi perdere questa opportunità, devi parlare con lei."

"L'ispettrice...no, Michiru...si sente in colpa per Rei...ho provato a spiegarle che tra noi è finita ma..."

"Anche lei prova qualcosa di forte per te, ne sono sicura, i vostri sguardi erano identici. Parlaci, si lascerà convincere perché anche lei vuole essere felice Haruka."

Il biondo rise, avvicinandosi all'amica.

"Te l'avevo detto che passi troppo tempo con me, dovresti pensare anche alla tua felicità."

La donna portò le mani dietro la schiena, stringendole forte tra loro.

"Se tu sei felice Haru, sono felice anch'io" rispose sorridendo, lasciandosi successivamente abbracciare da lui.

"Ehi, tranquillo, ti aspetto qui" gli sussurrò, accarezzandogli la schiena con un sorriso e gli occhi lucidi, non avrebbe mai ammesso a sé stessa il motivo di quelle lacrime.

 

---

 

“Eccolo, è lui! Com’è carino!”

‘Ma quanto strillano’ pensò, osservando alcune ragazzine sedute davanti a lei agitarsi per l’entrata in scena di Haruka.

Setsuna sorrise nel vederlo, quel costume era decisamente buffo ma il biondo le sarebbe piaciuto con qualsiasi cosa poiché quel che maggiormente amava di lui era la loro intesa.

Le luci si affievolirono, lasciando più forte soltanto un riflettore che puntava su Biancaneve, o meglio quella Natsumi dai capelli rossicci, e il principe.

‘Quella ragazza è bellissima, in confronto io…’

Haruka le si avvicinò, chinandosi per lasciare il bacio decisamente famoso che avrebbe svegliato la principessa, eppure Natsumi si comportò diversamente, alzando la testa ancor prima di riceverlo, per rubare al ragazzo un bacio decisamente più profondo, nello stupore del pubblico.

Una lacrima le rigò il viso, quella fu la prima volta che vide Haruka, il ragazzo che aveva amato fin da piccola, baciare qualcuno.

 

---

 

"Ispettrice."

La donna quasi si spaventò nel vederlo arrivare così all'improvviso al suo finestrino, non si aspettava affatto che il ragazzo alla fine sarebbe arrivato, erano quasi le otto e mezza dopotutto.

"Ehi" disse, uscendo dall'auto per aiutarlo ad entrare nel lato del passeggero.

"Ha una faccia, l'ho spaventata?" chiese ridendo.

"Decisamente" rispose, tornando al suo posto.

"Allora, dove mi porta?"

"A casa mia, se per te va bene."

"Certo."

L'ispettrice sorrise, mettendo in moto l'auto e dirigendosi con il biondo verso la propria casa, dove una mezz'ora più tardi lasciò entrare il ragazzo.

"Accomodati, posso offrirti qualcosa?"

"No, grazie ispettrice" rispose, mettendosi seduto sul divano del soggiorno, seguito dalla donna.

"Allora...immagino che voleva riprendere il discorso di oggi, no?"

"Si, inoltre volevo dirti che ho dei nuovi indizi rispetto a questa mattina."

"Davvero?"

"Si, ma adesso raccontami di quel giorno."

"Non c'è molto da dire...ho conosciuto Tomoko qualche giorno prima in un locale e siamo usciti insieme soltanto due volte, l'ultima è stata quella."

"Che cosa avete fatto?"

"Hm...siamo andati a guardare una partita di pallavolo e dopo abbiamo cenato insieme se ricordo bene, infine siamo stati in hotel."

"Quello che non mi torna è che la polizia non ti abbia inserito tra i sospettati, non c'è stato alcun modo di risalire a te a quanto pare."

"Forse nessuno mi ha visto con lei."

"Già, forse è così. Ma il suo cellulare era vuoto, non c'era nemmeno il tuo numero."

"Questo è strano, lo aveva. Mi ha chiamato al telefono prima di uscire, ispettrice."

Michiru si portò una mano sotto al mento, riflettendo sulla sua risposta "dev'essere stato l'assassino, non c'è altra spiegazione, questo conferma che ti conosceva ma complica le cose."

"Perché dice così?"

"Perché non ha cancellato i collegamenti a te negli altri due omicidi."

"Questo è vero..."

"Ahh, non sopporto più questo caso" esclamò l'ispettrice, portandosi la testa tra le mani, mentre il biondo le portò una mano sulla spalla.

"Ispettrice."

"Hm?"

"Mi guardi."

Michiru si voltò verso di lui, aveva un'espressione piuttosto determinata.

"Ispettrice, voglio confessarle una cosa."

"No Haruka, so cosa stai per di-"

"La prego, non mi interrompa" insistette il ragazzo e l'ispettrice sospirò.

"Credo...di essermi innamorato di lei."

Il volto della donna assunse un'espressione quasi tenera e, con le guance divenute ormai rosse, abbassò lo sguardo, sussurrando.

"Lo credo anch'io..."

Il biondo sorrise, alzandole il viso.

"Allora smettiamola di tenerci lontani, non crede? Non ha funzionato per un giorno, come spera che funzionerà per sempre?" le sussurrò a pochi centimetri dal viso.

"Hai ragione...ma Rei mi odierà."

"Rei capirà, al massimo sarà arrabbiata con me per altri otto anni."

"Avete appena ricominciato a parlare...non posso farle questo...ti prego..." gli disse, allontanando il suo viso con una mano, ma Haruka la fermò.

"Non deve venirlo a sapere subito, no?"

"Questo è vero...però..."

"Nessun però ispettrice" ribatté il ragazzo, sicuro, prima di baciare dolcemente la donna, che ricambiò immediatamente il bacio, stringendosi a lui, facendo però attenzione a non fargli male al braccio.

I due erano consapevoli che avrebbero ferito una persona a loro cara, eppure avevano ignorato tutti i semafori rossi che la ragione aveva in loro acceso, spingendo sull'acceleratore senza pensare.

Dopo qualche minuto a scambiarsi effusioni, l'ispettrice portò le mani ai bordi della sua maglietta, spogliandosi per il ragazzo, in maniera davvero sensuale.

"Dovrà aiutarmi, ispettrice, non potrò fare così anch'io purtroppo" asserì sorridendo.

"Certo" sussurrò, aiutandolo a sfilarsi la maglietta, osservando così il suo corpo.

Due cicatrici, all'altezza del petto, erano ben visibili e la donna dai capelli acquamarina le accarezzò con cura, guardando poco dopo il biondo.

"Credo di doverle raccontare alcune cose, ispettrice."

"Ti ascolto" sussurrò, con la stessa dolcezza di quella mattina, mentre guardava negli occhi il ragazzo di cui, ormai, era innamorata.

 

---

 

"Deve ritenersi fortunata ispettrice, se avessi avuto il braccio in buone condizioni sarebbe andata diversamente."

"Si si, fai pure l'arrogante quanto ti pare" rispose l'ispettrice ridendo mentre guidava.

"Non sono arrogante."

"Però anche se non eri al massimo sei stato bravo, lo sai?" gli sussurrò, accarezzandogli il viso con una mano.

"Le avevo detto che l'avrei convertita ispettrice."

"Hm, diciamo che l'hai fatto per metà."

"Ehi!" entrambi risero, mentre la donna accostò una volta arrivati alla villa del pilota.

"Allora dobbiamo salutarci, ispettrice."

"Aspetta, ti accompagno" disse, uscendo dall'auto per aprire la portiera dell'altro, raggiungendo con lui la porta d'ingresso, dove il ragazzo suonò il campanello, senza però ottenere risposta.

"Non risponde?" chiese l'ispettrice.

"Si sarà addormentata, eppure le luci sono ancora accese" replicò il biondo, afferrando la maniglia della porta, rendendosi conto, nel girarla, che non era chiusa a chiave.

In quell'istante, il ragazzo si bloccò.

"Qualcosa non va?"

"...è aperta."

Michiru assunse immediatamente un'espressione seria, non era la prima volta che le succedeva qualcosa di simile.

"Aspetta" disse al ragazzo, andando in auto a recuperare la pistola, che impugnò per entrare nell'abitazione "aspetta qui, potrebbe essere entrato un ladro."

"Ispettrice..."

La donna aprì lentamente la porta, senza fare troppo rumore, attraversando successivamente il salotto della casa, quando noto qualcosa di decisamente negativo, arrestandosi.

"Ispettrice?"

"Haruka...non entrare!"

"Che succede ispe..." purtroppo per lei il biondo era già dietro di lei e aveva visto con i suoi occhi quel terribile spettacolo.

La sua amica Setsuna giaceva sul pavimento della cucina, in una pozza di sangue.

"...no...non può essere..."

"Haruka stai indietro" Michiru tentò di trattenerlo, ma il ragazzo si lasciò cadere sulle ginocchia, portando una mano sul viso della donna "no no no...Setsuna...perché...?"

L'ispettrice tentò di mantenere la calma, afferrò il cellulare e digitò immediatamente il 110.

"Sono l'ispettrice Kaiou, distretto di Aoyama. Mi servono immediatamente un'ambulanza e delle volanti...c'è stato un omicidio."

 

Note dell’autore

¹Il personaggio è Natsumi Ginga, nome “da terrestre” di An, un nemico della seconda stagione, l’aliena innamorata di Mamoru per capirci. Ho scelto lei perché in un episodio recitano proprio Biancaneve, piccolo trivia.

 

Ciao a tutti! Vi chiedo scusa per aver fatto passare così tanto tempo dall’ultimo capitolo, purtroppo ho avuto gli esami e ne avrò due anche la prossima settimana, per farmi perdonare, come avrete notato, questo è un po’ più lungo.

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Taki

 
   
 
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