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Autore: Anguria21    11/07/2021    1 recensioni
Margareth Amelie Smith, o semplicemente Maggie, deve la sua vita a una sola persona: Talia Hale.
Maggie aveva il suo branco: amava i suoi genitori e il suo fratellino, Sam. Le due famiglie si conoscevano da sempre portando il giovane Derek e la giovane ragazza a diventare ottimi amici. Un giorno, però, un branco di cacciatori decise di uccidere, o di sterminare, il branco della famiglia Smith e Maggie viene presa in custodia dalla famiglia Hale. La ragazza finisce per innamorarsi del ragazzo ma lui non si accorge del suo amore a causa di Paige. Lei vede tutto il suo cambiamento: vede il suo dolore, vede le sue scelte sbagliate. Vede il fuoco e rischia di morire ma l'amore per Derek la terrà in vita. Derek la crede morta e si da la colpa anche di questo, finché Maggie non torna a Beacon Hills. I due si avvicineranno ma lei potrà ancora amarlo dopo Kate? Dopo la gelosia per Erika? Dopo la professoressa Blake? Dopo Beaden? Dopo il suo lieve abbandono? Dopo che che avrà rischiato la sua vita un migliaio di volte, Derek capirà qualcosa?
P.s. La storia non è mia. I personaggi non mi appartengono, tranne uno.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Essere stato scoperto da mia madre, non è stata una buona idea. Adesso mi evita mentre io cerco costantemente di parlare con lei. Questa situazione mi straziava da morire ma doveva essere anche lei a fare un passo avanti verso di me. Non mi fidavo neanche di Gerard.  Mi ha chiesto in modo insistente di occuparsi lui di Matt e Jackson e uno dei due è morto. Sicuramente, ci sarà il suo zampino nel mezzo. Tutti questi pensieri ovviamente mi vengo in mente quando devo fare la doccia. Forse perché è il momento più rilassante della mia giornata. Quando finisco e chiudo l'acqua, esco dalla doccia e mi porto davanti allo specchio del piccolo bagno collegato alla mia stanza. Mi passo la mano tra i capelli e sto per asciugarmi quando sento un verso sospetto che viene proprio dalla mia stanza. Esco dal bagno e davanti a me, nell'angolo tra il tetto e il muro, trovo Jackson, o meglio il kanima, che tiene tra la coda il collo di mia madre.

-Come puoi vedere, Scott, ci sono stati degli sviluppi interessanti.- dice una voce alla mia destra. Gerard.- credo che dovremmo aggiornarci.

Guardo mia madre che cerca di togliere la coda dal suo collo ma invano. Guardo Gerard e decido di minacciarlo sfoderando i miei artigli. Dove sono i miei amici quando servono?

-Andiamo, Scott- continua lui tranquillo seduto sulla sedia di camera mia.- cerchiamo di essere realistici su chi ha una posizione più vantaggiosa.

-La lasci andare.- dico piano ma arrabbiato.

-Non posso farlo. Ma.. posso lasciarla vivere. Dipende da te.

-Che cosa vuole?- chiedo dopo aver dato un'occhiata fugace a mia madre.

-Parlare soltanto ma purtroppo tu non rispondi al telefono.

-La lasci andare e potremo parlare di ciò che vuole.- dico sempre più arrabbiato.

-Voglio semplicemente la stessa cosa che ho sempre voluto.- dice alzandosi dalla poltrona e avvicinandosi a Jackson.- Io voglio Derek e il suo branco.

-Lei li ha spinti a nascondersi. Come faccio a sapere dove si trovano?

-Credo che con la giusta motivazione potresti riuscire a stanarli e in cambio, come se tu non l'avessi notato, al momento sono in possesso di un mezzo veramente notevole con il quale motivare le persone.- dice riferendosi a Jackson.- Magari potresti farti aiutare dalla tua amica Maggie. Sembra che abbia un particolare ascendente su Derek. Secondo te, perché sono in grado di controllarlo? Conosci la leggenda, Scott. Il kanima è uno strumento di vendetta, lo sai.

-Kate centra qualcosa?

-Io non sono venuto qui solo per seppellire mia figlia. Io sono venuto qui per vendicarmi.- dice con fervore mentre Jackson stringe di più la presa su mia madre ma poi la lascia all'improvviso e va via seguito da Gerard. Mi avvicino a mia madre cadendo in ginocchio.

-Stai bene?

-Non so che sta succedendo.- dice ma subito dopo deve prendere fiato.- non so che cos'era quella creatura o che cosa sei tu ma qualunque cosa voglia, dagliela e basta.

-Mamma, non è così facile.

-Fa quello che vuole. Dagli..- inizia a dire ma si blocca subito dopo.- quello che vuole e basta.

-Io non so se posso.

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-Derek, fermo.- mi chiede Maggie al mio fianco.- Continuare a cercare freneticamente dentro quei libri non ti aiuterà per niente.

-Devo pur fare qualcosa.- dico continuando a sfogliare il libro con frenesia. Stare dentro questa casa non mi fa bene per niente. Ma gli unici libri che possedeva mia madre sul sovrannaturale si trovano qui dentro e qualche cosa dobbiamo trovarla per forza per fermare il kanima e Gerard. Sono sicuro che centri qualcosa che lui. Poso un libro per prenderne un altro mentre Maggie cerca di dire qualcosa ma ci blocchiamo entrambi. Qualcuno è entrato in casa.

-Avete deciso?- chiedo a quelli che sono Erika e Boyd mentre noi ci giriamo a guardarli.- Quando?

-Questa notte.- mi risponde Erika.

-Saranno tutti alla partita.- continua Boyd.- noi pensiamo che sia il momento migliore.

-Ma forse, non vogliamo farlo.- lo interrompe di nuovo Erika mentre io mi avvicino a loro lasciando Maggie alle mie spalle. Sono i miei beta, devo discutere io con loro.

-Tu che cosa cuoi?- le chiedo.

-Visto che ho compiuto sedici anni, vorrei riuscire a prendere la patente e non posso farlo se sono morta.- dice lei con la paura negli occhi.

-Vi avevo detto che c'era un prezzo.

-Si ma non che sarebbe stato questo.- dice Boyd.

-Vi ho detto come sopravvivere. Restando in branco e non siete un branco senza un Alpha.- dico tornando indietro e dandogli le spalle.

-Derek..- cerca di rimproverarmi Maggie ma la fermo alzando il dito indice come per zittirla.

-Lo sappiamo.- risponde Boyd e io capisco subito facendo uscire dalla mia bocca un misto tra uno sbuffo e una risatina.

-Volete cercare un altro branco.- dico e sentendo il loro silenzio continuo.- Che pensate di fare per trovarlo, mm? 

-Lo abbiamo già trovato.- dice Boyd dopo aver lanciato un'occhiata a Erika mentre io resto senza parole.

-Allora andate.- dico tornando ai mei libri mentre sento Maggie avvicinarsi a loro.

-State attenti.- dice lei stringendo la mano al ragazzo e abbracciando Erika.- Siete i suoi cuccioli. E' normale che faccia così. Andate, ora.

-Ma abbiamo sentito tutti questi ululati. E' stato incredibile.- dice Erika volendo spiegare la sua posizione.

-Dovevano essere almeno una dozzina.- la sostiene Boyd.

-Forse, di più.

-Si, o forse solo due. Sapete cos'è l'effetto beau geste? Modulando l'ululato con un rapido cambio di tono, due lupi posso sembrare venti.- spiego io a questi piccoli ignoranti.

-Senti, non importa, d'accordo? C'è un altro branco in giro, deve esserci. Abbiamo deciso ormai.- dice lei avvicinandosi di più a Boyd. Il potere delle donne.

-Abbiamo perso, Derek. Va bene? E' finita. Noi cene andiamo.- conferma Boyd.

-No. Voi state scappando. E una volta scappati non potrete più fermarvi. Sarete in fuga per sempre.- dico arrabbiato per poi vederli andare via. Mi appoggio al mobile e guardo in basso vedendo un pezzo di vetro. Sento Maggie trattenere il respiro e qualcuno apparire alle mie spalle. Prendo il pezzo di vetro e lo lancio contro Peter. Già, Maggie non sapeva nulla del suo ritorno. Lui ferma il pezzo di vetro e mi fissa a braccia conserte. Sposta lo sguardo su Maggie e le sorride mentre lei resta immobile ma poi porta lo sguardo di nuovo su di me.

-Mi aspettavo un benvenuto un po' più caloroso.- dice guardandomi in modo serio.- ma bene cosi.- conclude togliendo il pezzo di vetro vicino al suo collo.

-Non poso crederci.- sussurra piano Maggie. Sta per avvicinarsi a lui per abbracciarlo ma afferrandola per un polso, la riporto vicino a me.

-Ti sei messo proprio in una bella situazione, Derek. Io non sono operativo per qualche settimana e quando torno trovo: lucertole umane, anziani psicopatici e te che sforni lupi mannari da ogni adolescente privo di autostima che trovi in città. Forse, l'unica cosa buona è il rapporto fra voi due ma non ci conterei più di tanto.- conclude lui e io mollo in fretta il polso di Maggie.

-Che cosa vuoi?

-Beh.. voglio aiutarti. Sei il mio nipotino e questa bella fanciulla conta molto per me. L'unico parente che mi è rimasto. Sai, potrei insegnarti ancora molte cose. Non potremmo parlarne?- chiede lui poggiando una mano sulla mia spalla.

-Certo, parliamone.- dico guardando la mia spalla per poi lanciarlo verso il corrimano delle scale. Lui sbatte e cade a terra.

-Che cazzo fai, Derek?- grida Maggie prima di avvicinarsi a Peter.

-Almeno tu mi vuoi ancora bene, vero piccola?- dice Peter quando lei lo solleva da terra.

-Beh.. in effetti.- dice lei prima di tirargli un pungo in faccia e lasciarlo steso li a terra. Poi si rivolge a me, prima di andare via.- Risolvila tu la rimpatriata di famiglia. Non ne voglio sapere niente.

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Tornare a lavorare con Scott senza avergli parlato di quello che io e Derek abbiamo sentito è strano per me. E sia lui che Alan lo notano ma non ci faccio caso. Stiamo curando un piccolo cagnolino con un tumore e non credo si possa fare molto ma cerchiamo di fare del nostro meglio. Mentre Alan prepara la siringa e io e Scott il resto, aprono la porta della clinica.

-Ti dispiace vedere chi è?- chiede Alan a Scott e lui annuisce lasciando tutto a me ma prima che Scott vada, sentiamo tutti i cani agitarsi. Anche il piccolino sopra il tavolo. Okay, qualcosa di sovrannaturale sta succedendo. Posiamo tutti gli occorrenti che abbiamo in mano e ci avviciniamo all'ingresso trovando Isaac.

-Tutto apposto, Isaac.- dice Alan avvinandosi a lui.- Siamo aperti.- conclude aprendo lo sportellino per farlo passare oltre il bancone. Isaac passa e mi rivolge un leggero sorriso prima che io torni dentro.

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-Perché ha questo odore?- chiede Isaac mentre io sistemo delle cose, Scott tiene il povero cagnolina giù e Alan finisce di fargli la puntura con la cura per un po' di sollievo. Loro sorridono e io mi avvicino al fianco di Isaac.

-Che c'è?

-Scott mi ha fatto la stessa domanda qualche mese fa.- dice Alan mentre Scott annuisce.- Un giorno, in qualche modo, riusciva a distinguere quali animali stavano migliorando e quali..- conclude guardando il cucciolo.- quali no.

-Lui non sta migliorando, vero?- chiede Isaac mentre il stringo il tavolino.

-Purtroppo no.- dico posando una mano sulla sua spalla.

-Ha un cancro?- chiede ancora.

-Ostiosarcoma. Ha un odore molto preciso, non è così?- chiede mentre noi annuiamo.- Vieni qui.- dice poi al ragazzo e lui si avvicina.- Sei consapevole di ciò che possono fare le tue nuove abilità. Forza, velocità, capacità guarigione. Ma ti sei mai chiesto cosa puoi fare per gli altri? Dammi la mano.- chiede a Isaac e lui gliela porge vendendola appoggiata successivamente sul corpicino del piccolo animale. Le vene di Isaac iniziano a diventare nere e porta via un po' del dolore del piccolo animaletto.

-Che cosa ho fatto?- chiede lui terrorizzato.

-Ti sei preso un po' del suo dolore.- dice Scott.

-Si, solo un pochino.- dice Alan.- Ma certe volte basta per fare un grande differenza.- conclude mentre Isaac si asciuga alcune lacrime.

-Va tutto bene. La prima volta che l'ho fatto, ho pianto anch'io.- cerca di consolarlo Scott e li capisco che posso parlare tranquillamente con lui.

-E' la stessa cosa che ho fatto io quando ti ho sistemato il braccio. E' bello sentire che nonostante quello che sei puoi aiutare qualcuno anche in piccolo.- dico sorridendo il ragazzino commosso.

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-Se ne andranno, questa notte.- dice Isaac dopo che i padroni sono venuti a prendere il piccolo e io e Scott mettiamo tutto a posto.- durante la partita.

-Perché lo vieni a dire a me?- chiede Scott avvicinandosi a lui.

-Non te lo sto dicendo, mi sto consultando.- dice Isaac.- ho bisogno di un consiglio.

-Una prevede l'altra.- dico io in modo ovvio.

-Da me? Perché?- chiede sorpreso Scott.

-Perché mi fido di te.- confessa il biondo.

-Perché?

-Perché tu cerchi sempre di fare la cosa giusta.

-In realtà, spesso non ho idea di quello che faccio.- dice Scott.

-Oh si, è del tutto vero.- dico io con sarcasmo.

-Anzi, non ho mai idea di quello che faccio.

-Vuoi dirmi che cosa pensi di fare adesso?- chiede il biondo.

-Non vado da nessuna parte, se vuoi saperlo. Qui ci sono troppe persone che hanno bisogno di me.

-Beh, in questo caso sono fortunato perché.. perché io non ho nessuno.- dice lui alzando la testa anche se si vede che è molto triste per tutta la situazione.- quindi..- continua prima di andare via.

-Quindi andrai con loro?- chiede Scott facendolo fermare.

- Si. Si, credo che lo farò. In bocca al lupo per questa sera.

-Ah.. grazie ma io non ci andrò. In questo momento, penso che non abbia alcun senso giocare.

-Non ti sei allenato la scorsa settimana?- chiede incuriosito Isaac.

-No, non l'ho fatto perché?

-E non hai sentito?

-Sentito che cosa?- chiede ancora mentre io mi incuriosisco sempre di più.

-Jackson era li.- dice Isaac lasciandoci tutti esterrefatti. 

-Che vuoi dire? Cioè lui si allena..- ma viene fermato dal biondo.

-Come se fosse tutto normale.

-Ma questo vuol dire che.. questa sera alla partita..

-Si.- inizia Isaac ma io completo per lui.

-Jackson stasera giocherà.- concludo io e Isaac va via dopo aver annuito.

-Che cosa facciamo?- mi chiede Scott.

-Tu prima mi dici che cosa hai detto a Gerard Argent.- gli dico mentre mi appoggio al mobile con tutte le medicine dentro.

-Cosa?

-Si, io e Derek ti abbiamo sentito alla stazione di polizia. Che cosa stai combinando, Scott?

-Lui minacciava mia madre. Voleva ucciderla e stamattina era con Jackson nella mia stanza e la teneva stretta tra la sua cosa. Stava per ucciderla.- dice lui giustificandosi.

-Dovevi dirci tutto, Scott. Avremmo potuto escogitare un piano.

-Se tu o Derek  sapete qualcosa e tradite le vostre espressioni, succederà un macello. Fidati di me. Ho un piano.- dice prima di uscire dalla clinica.

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Siamo tutti radunati negli spogliatoi. Alla fine non ho potuto fare a meno di partecipare alla partita. Con Jackson in circolazione non si può mai sapere. Danny chiede a Jackson come si sente e se va tutto bene lui gli diche che è perfetto. Danny gli continua a chiedere che cosa è successo dato che non si è fatto vivo per una settimana ma lui niente. Lo richiama più volte e Jackson sembra svegliarsi dal trans. Gli dice che deve rimane in porta e che se lo vede correre verso di lui, deve scappare il più velocemente possibile nella direzione opposta. Merda. Avviso Maggie e la faccio venire subito alla partita.

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Poco prima dell'inizio della partita, vedo spuntare mia madre dentro gli spogliatoi. Ma il coach interrompe tutto. 

-Buongiorno.- dice il coach.- Tra meno di un'ora i nostri aerei si uniranno agli altri aerei di tutti il mondo. E insieme daremo luogo alla più grande battaglia mai sostenuta dall'umanità. L'umanità oggi.. questa parola oggi dovrebbe assumere un altro significato.

Sento mia madre che si avvicina a Stiles e cerca di parlare con lui.- Ma si può sapere di che parla?

-Fa questa cosa tutti gli anni.- risponde lui.

-Davvero?- chiede ancora.

-Già.

-Un attimo questo è..- inizia a dire lei ma il mio migliore amico la interrompe mentre lei annuisce.

-Si, è il discorso di Independence Day. E' il film preferito del coach.

-Non dovrebbe fare un discorso sportivo?- chiede mia madre.

-Non credo che gli interessi.- dice Stiles ma appena il coach finisce, il nonno di Allison si fa avanti.

-Bel discorso, coach.- inizia a dire.- magari avrei scelto qualcosa con più di valore storico ma la sua passione è davvero apprezzabile. E anche se io non sono qui da molto, il mio orgoglio di avere una squadra vincente in questa scuola è innegabile. So che sarete tutti bravissimi questa sera anche se  sarà un solo capitano a guidarvi. Bene, sono il vostro preside ma sono anche un tifoso. Non credo che sarò molto soddisfatto di vedervi semplicemente battere gli avversari, scendete in campo e massacrateli.- appena finisce il discorso corro dal coach. Cazzo, non mi può tenere in panchina.

-Coach, mi tiene in panchina?

-Non è una mia decisione.- dice il coach non guardarmi mentre gli altri corrono in campo.

- Ma io devo giocare.

-Mccall, hai tre insufficienze e i voti sono più importanti.- dice lui non convinto della cosa.

-Coach, no, lei non capisce. Deve lasciarmi giocare.

-Mccall, non questa sera. Questa sera stai in panchina.- dice lui prima di uscire dagli spogliatoi.

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-Viene anche tuo padre?- chiedo a Stiles mentre siamo seduti in panchina.

-Si, si. E' già qui. Uff. 

-Hai visto Allison?- gli chiedo 

-No, tu hai visto Lydia?

-No.- rispondo in modo rassegnato.

-Sai che cosa succederà?- chiede lui preoccupato ma io sospiro e scuoto la testa.

-Non ancora.

-Si. Sarà brutto, non è vero?- chiede ancora più preoccupato.- Tipo gente che urla, che scappa per mettersi in salvo, sangue, morti e mutilazioni.

-A quanto pare..- dico realizzando la cosa.

-Scott.- mi chiama lui.- l'altra sera quando ho visto mio padre che veniva colpito da Matt, mentre io ero a terra e non riuscivo a muovermi, mi sono.. è che io vorrei aiutare ma io non posso fare le cose che fai tu. Non ci riesco.

-E' tutto apposto.- lo rassicuro io.

-Stiamo perdendo, Scott.- dice lui ma una voce dietro di noi ci interrompe.

-Ma che cavolo stai dicendo? La partita non è ancora iniziata. Ora preparati e vai al posto di Grimberg.- dice il coach.

-Come? Che è successo a Grimberg?- chiede il mio amico sotto shock.

-Che è successo a Grimberg? Fa schifo. Tu fai schifo un pochino meno.

-Io gioco?- chiede lui guardandomi in faccia.- In campo. Con la squadra..

-Si. Non credo che tu voglia divertirti da solo.- dice il coach con sarcasmo.

-Oggi ho già dato due volte.- dice anche lui con sarcasmo ma il coach gli urla contro.

-Levati dai piedi!

Sono decisamente molto felice per il mio migliore amico che finalmente gioca in campo anche se non da titolare ma una voce deve sempre rovinare tutto e in questo momento questa voce è quella del nonno di Allison. Gerard.

-Scott.- mi chiama lui.- Riesci a sentirmi? Ah, ci riesci bene.- continua lui vedendo che lo sto cercando.- Allora ascolta attentamente perché la partita sta per farsi interessante. Questa partita avrà anche un altro cronometro, Scott. Ti darò fino agli ultimi trenta secondi. Quando il timer sul tabellone inizierà il conto alla rovescia degli ultimi trenta secondi se non avrò Derek, Jackson ucciderà qualcuno. Perciò dimmi Scott, chi morirà questa notte? Potrebbe essere tua madre che è coraggiosamente venuta a tifare per te o lo sceriffo, il padre del tuo migliore amico o che ne pensi della tua piccola amica dai capelli rossi che è sopravvissuta al morso dell' Alpha? O magari uno di questi ragazzi in campo innocenti che hanno ancora tutta la vita davanti. O dovrei fare un favore a tutti e uccidere quel ridicolo coach. Dipenderà da te però tu dovrai aiutarmi a sconfiggere Derek. Se tu non lo farai, ordinerò a Jackson di staccare la testa a qualcuno in mezzo al campo e inzupperò di sangue tutti quelli a cui tieni. Tutte le persone che ami.- Conclude il suo discorso e in quel momento l'arbitro segna l'inizio della partita.

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Dopo neanche cinque minuti siamo due a zero per gli avversari e non siamo messi proprio bene. Sono dei colossi. Ancora non ho trovato una soluzione ma qualcosa mi devo inventare. Stiles prende la palla ma poi uno gli cade, apposta, addosso schiacciando. Dopo un po', ha un'altra palla davanti ai suoi piedi ma è indeciso sul prenderla e gli cadono un'altra volta addosso. Stiles in poche parole sta facendo una figura di merda. E Maggie non è ancora arrivata. Mi alzo dalla panchina ma il coach mi ferma.

-Sta seduto, Mccall.

-Ma coach ci stanno massacrando.

-Oh si, lo so benissimo ma sta seduto.- mi dice lui sbattendomi una mano sulla spalla. Sono disperato ma due persone, si avvicinano. Isaac al mio fianco e Maggie alle mie spalle.

-Come mai tutto questo ritardo?- chiedo alla ragazza.

-Chiedilo a questo stupido.- dice lei sorridendo.

-Sei qui per aiutarmi?

-Sono qui per vincere.- conferma lui mentre si sistema la divisa. Guardiamo tutti e tre Gerard e alla fine dal suo volto si può dedurre che non si aspettava la visita di Isaac e Maggie alla partita.

-Hai già un piano?- mi chiede il biondo.

-No. Al momento è più o meno, impedire a Jackson di uccidere qualcuno.

-Scott..- mi rimprovera Maggie ma non posso farci niente.

-Non è facile inventare un piano su due piedi con questa tensione. 

-Sarebbe più facile se tu fossi in campo.- mi dice ovvio Isaac.- Dobbiamo fare in modo che il coach ti faccia giocare per forza.

- E come facciamo ha una panchina piena di giocatori che potrebbe usare prima di me.

-Beh.. potrebbe pensarci Isaac.- dice Maggie ovvia. Penso sia una bellissima idea e mi giro verso di lui.

-Puoi farlo senza far finire qualcuno all'ospedale?

-Fff. Ci posso provare.- dice mettendo il casco prima di entrare in campo. Cazzo, ci va giù pesante il ragazzo. Da qui iniziano una bella serie di sostituzioni.

-Scott.- mi richiama Maggie.- Ce la possiamo fare.- conclude prima di andarsi a sedere vicino a Lydia. Ad un certo punto Isaac si scontra contro Jackson e cade a terra immobile. Corro da lui mentre Maggi si avvicina alle panchine. Guardo Isaac e mi dice che è stato graffiato da Jackson ma non ha nulla di rotto anche se non si può muovere. Ci mancava solo questa. Il coach si avvicina e vede la situazione.

-Mccall, entra in campo o saremo costretti a dare forfè.- dice dandomi casco e mazza.

-D'accordo.- dico e sto per entrare in campo ma mia madre mi raggiunge.

-Sta succedendo qualcosa di più di una partita di lacrosse, vero?

-Dovresti andartene.- le dico serio guardando lei e poi dando un'occhiata a Maggie che mi conferma che ha sentito tutto.

-Ah, io non vado da nessuna parte ma dimentica quello che ho detto prima, capito? Dimentica tutto, va bene? Se puoi fare qualcosa per aiutare, allora fallo. Devi farlo.- dice lei con convinzione.

-Lo farò.- dico dandole la mia parola prima di entrare in campo.

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Sto cercando di sistemare un po' la situazione ma non è per niente facile. Questi sono dei colossi e in più ci si mette anche Gerard dicendo che tutta la situazione gira in torno ad Allison da sempre. Capisco tutto. Isaac. Devo salvare Isaac. Faccio un piccolo ringhio e Maggie capisce tutto. Esco dal campo senza farmi vedere e lei mi segue verso gli spogliatoi. Vediamo Isaac attaccato ai lavandini degli spogliatoi mentre Gerard cerca di colpirlo con la spada ma si blocca vedendo il sorriso di Isaac e i nostri riflessi allo specchio con i nostri occhi cambiati.

-Un altro Alpha..- sussurra rivolta a Maggie prima che iniziamo a lottare coni due cacciatori che si è portato dietro. Li buttiamo giù facilmente ma appena finiamo ci accorgiamo che Gerard è sparito.

-Lui dov'è?- chiedo ad Isaac ma lui non mi risponde. Guardo negli occhi Maggie e decidiamo di correre fuori il più in fretta possibile. Appena arriviamo in campo vediamo che sono scoccati gli ultimi trenta secondi e Jackson si aggira per il campo invece di esultare con tutti gli altri. A un certo punto lo perdiamo di vista e l'arbitro segna la fine della partita e tutti esultano ma, all'improvviso, le luci si spengo e una voce grida nel buio. Tutti intorno a noi scappano a destra e a sinistra mentre sentiamo mia madre chiamarmi.

-Scott, guarda li.- mi dice Maggie indicando un corpo a terra. Corriamo verso il resto dei ragazzi e la cosa mi sorprende molto. Jackson. Jackson è steso a terra immobile. Le luci si riaccendono e lo possiamo vedere benissimo. Si avvicina pure Lydia e quando lo vede in quelle condizioni si dispera. Mentre mia madre cerca di capire se è vivo o morto, Isaac si avvicina a noi. Mi madre dice che non respira e che non c'è polso così gli alza la maglietta nota i segni di graffi sul suo stomaco che perdono sangue.

-Guardate.- dico a Maggie e Isaac indicando le mani di Jackson sporche di sangue.

-Si è ferito da solo.- dice Isaac.

-No, gli è stato ordinato.- dice Maggie mentre mia madre chiede a Lydia di tenergli su la testa mentre cerca di rianimare Jackson. Un altro problema sorge quando lo sceriffo si avvicina. Vede tutta situazione ma non riesce a trovare tra la folla l'unica persona di cui gli importi. Stiles. Stiles è scomparso.

   
 
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