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Autore: Anna3    11/07/2021    1 recensioni
(Reiji x Nuovo personaggio) Un giorno per caso una ragazza troverà il diario del suo compagno di classe, il temibile Reiji Sakamaki, e da quel giorno inizieranno tutte le sue disavventure con l'allegra famigliola di vampiri. Ma quell'evento pare non sia accaduto del tutto per caso...
Di nuovo, un'altra fanfiction dedicata tutta a lui, il cui scopo è solo uno: farvi innamorare di Reiji, che siate sue fan o meno!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Reiji Sakamaki, Tougo Sakamaki/Karl Heinz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La curiosità uccise il gatto,
ma la soddisfazione lo riportò in vita”.

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Dark 5

La mattina dopo però una volta a casa non potè farne a meno e ricadde nello stesso vizio del giorno prima: aprì il diario di Reiji nuovamente in una pagina qualunque e iniziò a leggerlo.

Caro diario,
oggi è stata una giornata terrificante: io e i miei fratelli abbiamo ricevuto l’ordine da parte di nostro padre di lasciare il Makai per andare a vivere in Giappone, dato che ritiene che sia un’esperienza di fondamentale importanza per noi. Io davvero non riesco a comprenderlo, nonostante il mio rispetto per lui sia assoluto. Perchè dobbiamo tornare in quel postaccio? Non capisco perché voglia farci vivere come dei comuni esseri umani, quando è ovvio che la nostra razza sia superiore!
Eppure, come al solito le sue decisioni sono indiscutibili: quando Kanato ha osato pronunciare una sillaba in disaccordo, nostro padre l’ha fulminato con lo sguardo. E a chi tocca subire tutte le lamentele per la sua decisione? Al sottoscritto ovviamente! Come se dipendesse da me questa decisione! Ma che ci vuoi fare? I livelli di stupidità dei miei fratelli hanno raggiunto un livello tale da poter fare invidia persino alla creatura più idiota del mondo umano.
Quindi, eccoci qua che siamo tornati nella casa in cui abbiamo passato secoli quando eravamo piccoli! Shu, ricordando di quel nostro piccolo incidente che ti ho menzionato nelle pagine precedenti, si è ancora più chiuso nella sua musica e se già prima non faceva assolutamente nulla, ora fa il nulla del nulla. Insomma, pure il più vile assemblamento di composto calcareo, comunemente chiamato sasso, può essere più utile di lui! Vogliamo poi forse aprire una parentesi riguardo i trigemini? Kanato ha preteso che gli si desse la stanza adiacente alla chiesetta per riporre la sua collezione di bambole, Raito ha chiesto una sala, che lui chiama “per le dolci torture” di cui non ne voglio sapere il funzionamento e Ayato, avendo trovato i libri su cui sua madre lo costringeva a studiare tutto il giorno, ha deciso di fare un bel falò, facendo così arrabbiare Subaru, che ha iniziato a rincorrerlo per tutto il giardino, insultandolo per aver rovinato il suo roseto.
Insomma, quel giorno stesso avevo già fatto le valigie e stavo per tornarmene dal Makai. Posso capire il fatto di dover vivere con loro il resto della mia vita, ma addirittura viverlo in questo posto è insostenibile! Per lo meno, quando eravamo qui da piccoli, non dovevamo vivere insieme, mentre quando ero insieme a loro, eravamo al Makai, quindi nel nostro ambiente… entrambe le cose insieme però no, non le posso sopportare! Che mi mandi pure all’inferno o mi uccida, ma sicuramente non vi può essere luogo peggiore di questo!
Così ho contravvenuto all’ordine di mio padre e sono tornato lì da lui, supplicandolo di non stare lì e dicendo di essere pronto a qualunque punizione purché non fosse quella di stare coi miei fratelli. Eppure, la risposta che mi diede fu diversa da quella che mi aspettavo. Mi sarei infatti aspettato un ceffone, delle frustrate o chi sa che cosa… Invece mio padre mi sorrise e mi disse che era necessaria la mia presenza lì per il compimento dei suoi piani e che io lo avessi aiutato mi avrebbe dato ciò che volevo. Sapevo e so perfettamente che questo non era nient’altro che un modo per rabbonirmi e far sì che io eseguissi alla cieca i suoi ordini, però ho deciso comunque di tornare in Giappone e i motivi sono molto semplici: in primo luogo, voglio capire quale siano i piani di mio padre. È sempre stato una persona estremamente prudente e sono certo che persino dietro le nostre stesse nascite, la mia e quella dei miei fratelli, ci deve essere un motivo più profondo che mero desiderio di paternità, né tanto meno amore per una donna, però non sono mai riuscito a capirne i piani e questo mi infastidisce. Pertanto, sono veramente curioso di vedere che cosa ci serbi per il futuro. Inoltre, e questa è la ragione principale, mi ha concesso, a patto che io viva con i miei fratelli in quella casa, che si premurerà di farmi avere tutte le attrezzature scientifiche di cui ho bisogno e in quale stato migliore potrei trovarmi per portare avanti i miei esperimenti?
Insomma, alla fine ho deciso io di stare in quella casa e mi sento molto orgoglioso nel dirlo; quegli stolti dei miei fratelli si sono lasciati abbindolare come degli animali domestici dalla paura di una punizione, mentre io solo sono riuscito a vedere oltre le sue minacce. Tuttavia, come al solito, non una parola di gratifica: non appena sigillato il contratto, sono tornato in Giappone ed al mio arrivo ho trovato che nella stanza adiacente al mio posto letto c’era già una stanza adibita a laboratorio. So già che questo posto, insieme alla serra di piante velenose saranno le uniche consolazioni in questa relegazione! Quanto meno però, ho la possibilità di disporre come voglio del mio tempo e non c’è bisogno che organizzi e partecipi a quei noiosissimi balli. Poi, non è che la situazione sia così grave: basterà ignorare i miei fratelli, come loro fanno con me. Non cambia molto se siamo qui o lì, alla fine basta che ognuno viva per i fatti nostri come abbiamo sempre fatto. Peccato solo che dovrò occuparmi io di fare quadrare le spese: dato che Shu non alza un dito nelle questioni burocratiche, sarò io a dovermene occupare e questa è una seccatura in più, ma d’altronde ho tutto il tempo del mondo. Piuttosto, un’altra condizione che ci è stata imposta e trovo più disdicevole, è il dover andare in uno degli istituti privati qui vicino: temo già tutti i disagi che i miei fratelli daranno alla scuola e tutti i risarcimenti che dovrò dare, a cui il sottoscritto dovrà pensare, essendo l’unico responsabile. Comunque, non sarà di certo questo a fermarmi.
Ora mi dispiace, ma ho appena sentito il rumore di qualcosa che si rompe e, considerando l’intensità del rumore e da dove proviene, sono quasi del tutto sicuro che sia quel vaso azteco all’ingresso e potrei giurare che sia stato Ayato con la sua solita delicatezza. Cosa ho fatto io per meritarmi tutto questo?
Tuo, Reiji Sakamaki
14 luglio 1989


Michiyo fissò interdetta la data alla fine dell’aggiornamento e continuò a fissarla per molto a lungo: come era possibile che Reiji fosse già nato in quella data? Impossibile che quel ragazzo della sua stessa classe avesse pressapoco la stessa età dei suoi genitori! Inoltre, non aveva mai sentito parlare di questo fantomatico Makai e si chiedeva quale posto mai sarebbe potuto essere. E poi… C’era qualcosa di profondamente sbagliato in quel diario e iniziava ad avvertirlo nelle affermazioni di Reiji, ma soprattutto quella data non era normale. Pensando che fosse un errore, aprì il diario dalla prima pagina e iniziò a guardare tutte le date, ma con sua sorpresa scoprì che la prima annotazione risaliva al 1807, per poi continuare mese per mese, fino all’anno corrente.
Richiuse subito il diario. Era impossibile una cosa del genere, doveva sbagliarsi. Lei sapeva che si stava sbagliando, perché non aveva alcun senso che qualcuno potesse vivere così a lungo. Doveva (o forse sperava?) di aver letto male.
Riaprì il diario. Le date che aveva visto erano giuste, ma tutto ciò non aveva senso: nessun essere umano avrebbe mai potuto vivere così tanto, quindi che significava quel diario?
Improvvisamente un brivido freddo le attraversò la spina dorsale, mentre le si formava un enorme groppo alla gola, per un qualche motivo che nemmeno lei sapeva razionalmente, ma era sicura di aver già provato prima: il terrore. Un terrore profondo, tale da bloccarle il respiro e farle aumentare il battito cardiaco di mille pulsazioni al secondo, e tuttavia ancora non ne sapeva la causa.
Poi lo capì: sapeva che se lei avesse letto un’altra pagina di quel maledetto diario, sarebbe venuta a conoscenza di qualcosa di molto serio e che non sarebbe potuta tornare indietro da quello che stava facendo. Era qualcosa di confuso persino nella sua mente, eppure al tempo stesso semplice, quasi come un richiamo ancestrale: anche se razionalmente parlando aveva questa consapevolezza, o meglio, sentisse che stava per scoprire qualcosa che non avrebbe dovuto sapere, era come ipnotizzata da quel diario e dal segreto che ivi era contenuto.
Chiuse nuovamente il diario. Non era ancora pronta per sapere cosa ci fosse scritto, però al tempo stesso era curiosa di sapere cosa ci fosse scritto, ne sentiva la necessità. Sapeva anche che tuttavia la sua curiosità era pericolosa e il semplice fatto che tutta quella storia fosse partita a causa di quella ne era l’ennesima conferma. Però ormai che avrebbe potuto fare? Erano giorni che Reiji non trovava il diario e se sotto c’era qualcosa di losco come pensava, allora di certo non se la sarebbe cavata di certo con un “ti garantisco che non l’ho aperto”. No, era già troppo tardi. Dal momento stesso in cui, per colpa sua o per colpa di una serie di coincidenze, non era riuscita a ridargli subito quel diario, era stata destinata a sapere cosa rendesse quel ragazzo così infallibile e la cosa peggiore era che non le dispiaceva affatto venire a conoscenza del motivo. Forse non sarebbe tornata indietro nemmeno se non fosse mai arrivata a questo punto e avesse avuto la possibilità di rimediare, quindi tanto più ora che era a un passo dallo scoprire la verità, non si sarebbe di certo tirata indietro.
Così finalmente Michiyo si decise e riaprì il diario nella sua prima pagina, quella in cui, per la prima volta, Reiji aveva scritto “Caro diario” e lì capì la vera ragione di quelle così strane date.

 

Caro diario,

di solito non sono molto incline a copiare le abitudini degli esseri umani e quella di scrivere un diario segreto mi era sembrata una delle più insulse di tutte: a cosa gli servirà mai annotare tutti i loro inutili pensieri nella carta, se poi la loro vita non dura nemmeno un secolo? Certo, a volte lo fanno perché desiderano disperatamente che di loro resti una qualche traccia, ma alla fine anche i diari si deteriorano, soprattutto se sono affidati a un’incurate prole.
Tuttavia, con il passare del tempo, ho rivalutato questa loro idea e questo perché mi sono reso conto che, al di là del fatto che, di certo io ne ho più diritto dato che vivo di molto più a lungo, scrivere è davvero uno dei modi migliori per azzerare le emozioni, che fluiscono naturalmente dallo scrittore allo scritto. Mi sono infatti accorto che, scrivendo tutto ciò che mi capitava per un certo periodo, riuscivo a controllarmi meglio, ed è proprio per questa ragione che alla fine mi sono deciso a scrivere queste mie memorie in inglese, in modo che nessuno dei miei stupidi fratelli potesse capirle, dato che capiscono solo la lingua del nostro mondo: d’altro canto, se non avessi fatto questa scelta, con tutta probabilità prima o poi qualche mio fratello lo avrebbe trovato ed avrebbe trovato un modo per ricattarmi. Certo, mi allettava anche l’idea di un incantesimo di difesa, però poi, conoscendo la mia famiglia, so che avrebbero cercato e trovato un modo per annullare la mia formula, mentre sicuramente il pensiero di dover tradurre molte pagine li avrebbe fermato con maggiore convinzione.
Ad ogni modo, mi scuso per essere stato così scortese ed aver saltato le presentazioni: io sono Reiji Sakamaki, il secondo figlio di Karl Heinz, o meglio dire, Tougo Sakamaki e Beatrix. Fratello naturale del più amato violinista della casa, alias Shu Sakamaki e fratellastro di altri quattro fannulloni, anche chiamati Ayato, Kanato, Raito e Subaru Sakamaki, i primi tre figli della seconda moglie di mio padre, Cordelia e l’ultimo di sua cugina, ho dovuto vivere con loro per tutta la vita per volere di nostro padre in una fatiscente villa nel mondo umano, fingendoci come tali; invece, in realtà, apparteniamo tutti alla più nobile stirpe della storia di vampiri purosangue.

E così il mistero che alleggiava sui Sakamaki venne finalmente svelato.

 

 

NOTE DELL'AUTRICE:

Anche se a distanza di un anno, sono tornata ad aggiornare questa storia, questa volta in un capitolo pieno di pagine di Reiji e la presa di consapevolezza (anche se non totale) di Michiyo. Purtroppo, dopo la fanfic di Raito ero molto indecisa se continuare questa, anche perchè ho sempre meno tempo per farlo, ma grazie alla recensione di Vidu, che qui ringrazio, ho deciso di continuarla, anche perchè adoro troppo scrivere di Reiji: è un personaggio che continua a piacermi nonostante tutto, non so nemmeno bene io la ragione.
Come al solito, pareri ben accetti e buona estate a tutti!

Anna3

   
 
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