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Autore: Khailea    13/07/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
La notte aveva finito per non portar nulla ai ragazzi, che avevano continuato a cercare Daimonas fino al giungere dell’alba, alcuni anche oltre.
Jack non aveva dato colpe a chi aveva avuto la necessità di andare per riposare, ma lui non aveva mai smesso di correre, tormentato all’idea di cosa stesse accadendo al suo ragazzo.
Ogni ombra sembrava essere lui, e la delusione della realtà non faceva altro che aumentare il peso sulle spalle del ragazzo.
-Ehi, vuoi un po’ di caffè?-
La voce di Ailea alle sue spalle interruppe il silenzio.
-Non mi serve…-
-Lo so, però è buono.- tentò di dire lei. Assieme a Khal, Lighneers e Seraph si stavano spostando sui tetti degli edifici, visto a terra non avevano avuto fortuna, ed ora Jack era fissato nel voler controllare dalle finestre di ogni edificio vicino alla scuola Daimonas non fosse lì.
In mancanza di altre idee non avevano potuto far altro che accontentarlo.
Il silenzio tra loro durò più del previsto. -Sei qui per dirmi di non preoccuparmi?-
Ailea non rispose subito, soppesando le parole giuste da dire. -No, credo che al posto tuo starei morendo.-
-Già… ironico visto sono già morto.- almeno riusciva ancora a fare qualche battutina, era un buon segno. -Sento che è colpa mia, non avrei dovuto lasciarlo solo.- ammise quasi in un sussurro.
-Jack, è uscito due minuti dal dormitorio mentre vi stavate rilassando. Nessuno avrebbe potuto prevederlo.-
-Già, e adesso siamo qui.-
Una parte sapeva fosse un pensiero insensato, ma l’altra non poteva reprimere la colpa.
-Siamo già alla fase dell’autocommiserazione?- alle spalle dei due Lighneers aveva sentito tutto, e senza il minimo tatto si era intromesso ricevendo un’occhiataccia da parte di entrambi. -Ditemi che sbaglio, te lo si legge in faccia.-
-Lighneers lascialo in pace.- tentò di dire Ailea mantenendo la calma, sperando Jack facesse lo stesso.
-No, siamo qui per trovare il suo ragazzo, deve mantenere la calma.-
-Se sono tanto fastidioso allora puoi anche andartene.- ringhiò Jack irritato da quelle parole, non pretendeva lo capisse, ma almeno che avesse un lato umano e stesse in silenzio.
-Non tentarmi o io…- prima che Lighneers potesse finire la frase Seraph arrivò davanti ai due ragazzi, colpendoli entrambi con il fodero della spada.
-Finitela ora!- urlò furiosa facendo tornare il silenzio, e forse anche la calma. -Se vi sento ancora litigare ve ne do altre.-
-Agli ordini caporale…- borbottò il verde massaggiandosi la testa.
-Andiamo Lighneers, apprezziamo tu sia qui.- provò a dire gentilmente Ailea, sforzandosi per sembrare naturale.
-Dillo di nuovo, magari ci credi anche tu.-
-Oh andiamo! Mi sto sforzando di essere calma e gentile, non remarci contro!- sbottò lei mordendosi subito la lingua per aver alzato la voce; cambiare non è una cosa semplice e ci vuole del tempo.
-Stai facendo progressi.- la punzecchiò ancora lui, facendo saltare i nervi a Jack.
-Almeno lei ci prova ad essere migliore.-
-Provare è il primo passo per fallire.-
Seraph a quelle parole tentò nuovamente di colpirlo, ma il ragazzo fu più veloce e la evitò.
-Allora io che dovrei fare? Smettere di cercare Daimonas?- disse spazientito Jack, irritato ad ogni parola del ragazzo.
-No, è diverso.-
-E’ diverso perché fa comodo a te magari.-
-Jack, se continui a parlargli ti colpisco di nuovo.- lo minacciò la bionda alzando la spada. -Riprendiamo a correre, almeno così staremo tutti in silenzio. La mancanza di sonno ci rende più irritabili.-
-Soffri di insonnia quindi? Spiegherebbe molte cose del tuo carattere.- disse ancora Lighneers, ma la bionda riuscì a trattenersi dal ribattere, prendendo sotto braccio Jack in modo anche lui lo facesse.
-Perché devo stare zitto se è lui che fa lo stronzo?- chiese il ragazzo una volta furono lontani.
-Perché è un idiota, e tu sei meglio di così.-
Era difficile ribattere a quell’affermazione, ed alla fine Jack dovette lasciarsi andare ad un piccolo sorriso. -Sembri una maestrina sai?-
-Devo, con dei ragazzini indisciplinati come voi.- disse lei scompigliandogli i capelli.
Intanto come lei si era occupata di Jack anche Ailea stava parlando un po’ con Lighneers.
-Allora… perché lo stai punzecchiando? Lo sai che è dura per lui.-
-Perché se si ferma a pensare a quello che avrebbe potuto fare non andrà mai avanti. E detesto chi si lamenta prendendosela con il mondo.- rispose secco il ragazzo.
-E con chi dovrebbe prendersela allora?-
-Con il tizio gli ha portato via Daimonas.-
-Sono sicuro gliela farà pagare quando lo troveremo… però non c’era bisogno di parlargli così.- insistette seria la ragazza.
-Non farmi la ramanzina.-
-Non ti sto… facendo la ramanzina.- sbuffò Ailea cominciando ad essere spazientita. -Da quando è successo quella cosa con la tua casa sei diventato…- era molto difficile trovare la parole giuste senza offendere. -Fai molte frecciatine, e allontani tutti.-
-Perché ho capito come gira il mondo.- ringhiò lui irritato gli altri sapessero anche solo in parte quello era successo.
-Credevo di averlo capito anche io, ma abbiamo visto come sono andate le cose.-
-Finiamo qui il discorso prima ti faccia infuriare davvero.- l’avvertì Lighneers guardandola, e vide chiaramente un tic all’occhio palesarsi su di lei.
-… ok. Però sappi che siamo tutti tuoi amici e ti sosteniamo, e ti siamo vicini.- inspirando profondamente per gestire la rabbia Ailea si allontanò mimando un passo calmo, ma le sue nocche erano praticamente bianche.
-L’hai letto in una rivista terapeutica?-
Era più forte di lui ormai, almeno in quel modo se gli altri avessero cominciato ad odiarlo gli avrebbero reso più facile l’allontanarsi, e non avrebbe rischiato di deludere nessuno con stupidaggini simili…
In tutto questo Khal era stato inaspettatamente in disparte, pur tenendo d’occhio Ailea, ma c’era un motivo per questo.
Vladimir forse non era riuscito a trovare nulla dalle telecamere della sicurezza, se c’era però anche solo una possibilità di trovare un indizio su Daimonas lui intendeva cancellarlo.
Appena ne aveva avuto l’occasione, sapendo Alexander sarebbe stato in un luogo calmo dove nessuno potesse vederlo, gli aveva dato l’ordine di cancellare qualsiasi registrazione sostituendole con delle finte, e questo per praticamente mezza città.
Di per sé non aveva nulla contro Daimonas, ma era nella cerchia di persone più vicine ad Ailea, e se c’era l’occasione di sbarazzarsene l’avrebbe colta al volo.
-Ehi, tutto bene?- la voce della ragazza attirò il suo sguardo, e rispose con un sorriso.
-Sì, scusami. Sono solo un po’ preoccupato… stavo chiedendo ad Alexander di ricontrollare le telecamere.
-Oh amore, sei tanto dolce. Vedrai che lo troveremo.- dandogli un bacio Ailea lo prese per mano, tornando a muoversi assieme a lui per proseguire la ricerca.
-Speriamo in meglio.-
 
 
 
 
 
 
 
 
A scuola:
 
All’interno della palestra gli studenti erano impegnati a fare le flessioni, ma non tutti riuscivano a reggere gli stessi ritmi, ancora stanchi dalla ricerca della nottata, e chi aveva comunque cercato di dormire si era trovato assillato dalle preoccupazioni.
Astral in particolare era molto nervoso, perché con un rapitore a piede libero non aveva accompagnato la sua ragazza nella ricerca notturna, e non l’aveva nemmeno convinta a restare con lui.
Come risultato aveva passato una notte insonne.
-Nya Astry, avresti dovuto dormire.- lo rimproverò la sorella sdraiata accanto a lui.
-Rimedio adesso.- magari fosse stato così facile, il fischietto della professoressa però glielo impediva, anche se di poco. -Cristo glielo romperei…-
-Non essere cattivo nya. Sta solo facendo il suo lavoro nya.-
-E da quando difendi i professori, tu che dai sempre il tormento a ogni lezione?-
-Se mi parli ancora te ne faccio pentire nya.-
-… scusa.-
-Fa niente nya. Capisco che sei preoccupato nya ma Seraph sa cavarsela da sola.-
-Anche Daimonas se è per questo, ma è stato colto alla sprovvista.-
-La vuoi smettere nya?! Con tutta questa negatività non ti sopporto nya!-
-Ehi voi due! Meno chiacchiere e più flessioni!- urlò la professoressa, zittendoli.
Non durò a lungo comunque.
-Mandale un messaggio se sei tanto in ansia nya.-
-L’ho fatto ma ho lasciato il cellulare nello zaino.-
-E allora sei tonto però nya.-
-Se vuoi posso prestarti il mio.- sussurrò Johanna, che da vicino aveva sentito tutto. -Per abitudine tengo sempre il mio vicino.-
-Risulterei assillante però se le scrivessi dal tuo cellulare?- chiese Astral preoccupato di fare una brutta figura.
-Tu sei assillante nya.- lo ribeccò la sorella alzando gli occhi al cielo. Johanna intanto cercò di rassicurarlo e di trovare una soluzione.
-Posso chiedere sul gruppo come va, così non dovrai preoccupartene.-
-Grazie, lo apprezzo tanto.- annuì Astral cercando di smettere di pensarci.
-Non preoccuparti, è normale essere preoccupati. Lo siamo tutti infondo, anche per loro. Vero ragazzi?- chiese conferma Johanna guardando agli amici vicini, facendo attenzione a non farsi sentire dalla professoressa.
-Ma certo, anche se sono tutti molto forti sapere c’è qualcuno di pericoloso in giro non è rassicurante.- ammise Ryujin dispiaciuto. -L’importante però è che finché non scopriamo chi sia rimaniamo uniti.-
-Siamo sicuri però non era meglio far riposare chi ne aveva bisogno e poi continuare la ricerca tutti assieme?- disse Zell completando la propria serie di flessioni, potendosi così godere qualche secondo di pausa prima di ricominciare.
-Io non volevo fermarmi!- sentenziò irritata Cirno, ricevendo una pallonata in testa dalla professoressa per il suo urlo. -Ahia… non capisco perché mi hanno costretta a venire a scuola…-
-Perché Sammy e altre delicate creature sono qui, e dobbiamo proteggerle.- spiegò Yume cercando di accarezzarle l’ego. -E tu puoi difenderci tutti meravigliosamente.-
-Questo è vero… fino ad ora mi sembra tutto sicuro.-
-Io però potevo andare, non vedo perché il mio Lighuccio deve stare solo con due ragazze e lasciarmi qui!- sbuffò con finte lacrime Ayame.
-Ehi, tra di loro c’è la mia ragazza. E l’altra è Ailea.- le lanciò un’occhiataccia Astral, come se con quelle parole le avesse dato della facile.
-Ci sono anche Jack e Khal poi, e tu sei con più ragazzi rispetto a lui. Direi siete pari.- precisò Vladimir accanto a lei.
-No che non lo siamo! Io voglio solo lui!-
-E lui vuole solo la pace… come dargli torto.- borbottò il ragazzo tappandosi le orecchie, perfino quando stava quasi sussurrando la voce di Ayame sapeva essere una tortura.
-Andiamo Ayame, dopo ci daremo il cambio e potrai passare del tempo con lui.- tentò di dire Annabelle per farla calmare, accendendole una piccola scintilla negli occhi.
-Già, qualsiasi cosa farà lo seguirò!-
-Guarda che se è via assieme agli altri è per cercare Daimonas, non per divertirsi.- disse Grace quasi irritata avesse solo quel chiodo fisso in testa, Hope però intervenne prima potesse aprirsi un’altra discussione.
-Su non ricominciamo. Cerchiamo solo di far passare il tempo per adesso.- come altri non era riuscita a chiudere occhio la notte, e questo era evidente dal suo sguardo assente e dalla voce bassa. Normalmente avrebbe usato parole più accomodanti per calmare le amiche, ma non ne aveva avute le forze, in più era anche molto preoccupata per Alexander, chiusosi nello spogliatoio dei ragazzi prima la lezione iniziasse.
Aveva detto avrebbe cercato altri indizi su Daimonas, e lo ammirava per la dedizione nei confronti del suo amico, tuttavia temeva che se non si fosse riposato sarebbe stato male.
-Già, vogliamo parlare delle occhiaie che ci sono venute? Ho dei trucchi per sistemarle se volete.- intervenne Nadeshiko, senza cattiveria.
Lei per prima se n’era messo un po’ per nasconderle.
-A me piacerebbe truccarmi.- sorrise Sammy cercando di mantenere la conversazione su quella via. Capiva bene quanto tutti fossero stressati e voleva contribuire a staccare la testa per qualche minuto.
-Oh tesorino saresti bellissima con un po’ di rossetto.-
-Sicuramente Nadeshiko saprebbe fare anche delle belle sfumature agli occhi.- disse Milton abbozzando un sorriso.
Per lei, più di tutti con forse solo l’eccezione di Jack, quella situazione era veramente dura. Aveva perso il suo migliore amico tanti anni prima, temendo di non riuscire più a trovarlo nonostante il legame della rosa che portava tra i capelli, ed ora che l’aveva ritrovato pensarlo in pericolo la distruggeva.
Il suo istinto l’avrebbe spinta a fare la ronda notturna assieme agli altri, ma la sua testa le diceva avrebbe solo rischiato di rallentarli, e che se potevano trovare altri indizi probabilmente era a scuola.
Sentiva qualcosa, una specie di presentimento, e quasi la tormentava.
Come aveva sempre saputo la verità su Daimonas, sul suo non essere completamente umano, sapeva anche molte delle cose erano accadute all’orfanotrofio dove si erano incontrati, sulle crudeltà aveva subito e sulla figura non aveva mai smesso di seguirlo.
Era a conoscenza del pericolo il professor Richardson poteva costituire nei suoi confronti, ed era sempre stata attenta durante le lezioni ai suoi movimenti, alle sue parole, in caso avesse cercato di ferire il ragazzo.
Ora che era scomparso temeva lui potesse essere coinvolto, ed anche se questo pensiero era arrivato tardi, con il giungere della calma e del silenzio della mattina, voleva controllare l’uomo fosse presente quel giorno prima di rischiare di condurre il gruppo su una falsa pista.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Daimonas:
 
Il secco rumore della frusta che colpiva la schiena di Daimonas riempiva la stanza, ed i brandelli di carne e sangue a terra macchiava il pavimento.
Una sottile fila di chiodi di piombo aumentava il dolore di quell’agonizzante tortura, nella quale però il ragazzo cercò di tacere, per non dare al suo carnefice alcuna soddisfazione.
Non riuscì a fare lo stesso per le lacrime.
-E’ inutile, fingerti umano con false lacrime non ti riserverà alcuna pietà, non sono un’idiota come i ragazzini hai abbindolato.- sibilò con odio l’uomo, facendo schioccare con più forza la frusta. -Sei solo un essere immondo che inganna la brava gente con le sue falsità e che le conduce alla morte, ma gli uomini di Dio sanno vedere oltre il tuo lerciume. Non sarò misericordioso come le suore all’orfanotrofio.-
Quello era un ricordo che avrebbe tanto voluto cancellare dalle sue memorie, anni di soprusi, isolamento ed odio, da orribili donne che nel nome di un Dio approfittavano della loro posizione per schiacciare tutto ciò fosse diverso.
-Avrebbero dovuto schiacciarti il cranio nell’istante in cui il diavolo ti ha lasciato alla porta, ma si sono piegate ai loro biechi istinti e ti hanno dato la possibilità di vivere. Mai aspettarsi una donna sia in grado di fare qualcosa che vada oltre il cucinare ed il pulire.-
Un perfetto uomo di chiesa, un bastardo, omofobo, violento e misogino che si credeva perfino superiore a Dio.
-Quella non era vita…- borbottò Daimonas a denti stretti, provocando la furia del prete.
-Non osare rispondere abominio!-
Quante volte aveva subito la sua rabbia, quante volte gli aveva permesso di ferire il suo corpo, il suo spirito e la sua mente senza alzare la testa. Troppe volte, troppe per un bambino che voleva solo fuggire da quel mondo di odio, ma quel bambino era cresciuto, aveva conosciuto l’amore, l’amicizia, ed ora sapeva di meritarla.
-Quella non era vita!- urlò sfidandolo senza timore nella voce, non importavano le frustate che sarebbero seguite, il suo corpo sarebbe guarito.
Se poteva anche solo di poco incrinare quella maschera di superiorità con la rabbia o la confusione, era già una vittoria.
Ora che il colpo in testa e la confusione del momento erano passate la lucidità cominciava a tornare nella sua mente. Le sue aspettative sulla reazione ottenuta non furono comunque deluse. -Tu non meriti la vita che il Signore ci dona!-
-Il tuo Dio sputa su gente come te!-
A quelle parole, con l’odio negli occhi, l’uomo si lanciò contro il ragazzo avvolgendogli la frusta attorno al collo, stringendo con forza lasciando i chiodi penetrassero a fondo. –Il signore vive in me e nei cuori di coloro lo amano. Uno scempio come te non ha il diritto di insozzare il suo nome.-
Il respiro mancò completamente al ragazzo che disperato cercò di dimenarsi, ma le catene gli impedivano di sollevare la braccia per reagire.
Improvvisamente la voce di Mostro gli urlò nella mente. –“Fermati! Smettila di resistere e lascerà la presa!”-
Non aveva intenzione di farlo, non voleva dargli ancora la soddisfazione di averlo in pugno, preferiva rischiare di perdere i sensi piuttosto che dargliela vinta sul proprio corpo.
-“Smettila di opporti! Non parlargli, sopporta il dolore finché non arriveranno gli altri! Ti ucciderà se gliene darai ancora motivo!”-
Difficilmente gli altri sapevano dove si trovasse, ma probabilmente lo stavano già cercando.
Aspettare però come un animale morente ed succube gli faceva bruciare il petto.
-“Metti da parte il tuo orgoglio e pensa a come starebbe Jack se ti perdesse, a come starebbero tutti! Smettila di resistere!”-
Era veramente quella l’unica soluzione?
Purtroppo sapeva era così, ed abbassare le braccia lasciando l’uomo si sfogasse fu ben più doloroso dei chiodi gli laceravano il collo. Quando finalmente la presa cominciò ad allentarsi e l’aria tornò nei suoi polmoni la rabbia non lo abbandonò.
Richardson non gli staccò gli occhi di dosso per tutto il tempo, calciandolo sul fianco mentre il ragazzo cercò di riprendere fiato, poi si avvicinò nuovamente al suo tavolo degli strumenti di tortura.
-Che il Signore guidi la mia mano su questo schifoso peccatore, e che le sue carni brucino perennemente nelle fiamme dell’inferno a cui appartiene.-
   
 
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