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Autore: Mercurionos    14/07/2021    0 recensioni
Vegeta, il nostro eroe. Vegeta, il nostro amore segreto (dipende da voi quanto). Vegeta, il più forte di tutti. Ma di tutti cosa, esattamente? Eccovi le risposte alle domande che non vi siete mai posti, poiché siete persone dotate di raziocinio. Eccovi la prova che la cucina italiana è la migliore del mondo. Eccovi il portale ad un mondo pieno di idee innovative, rivoluzionarie, e stupide. Eccovi la dimostrazione che concetti come "limiti" o "decenza" non hanno alcun significato nelle fanfiction italiane di Dragon Ball. Eccovi Vegeta in ogni tipo di salsa, con ogni tipo di piccantissima spezia. Vegeta in ogni situazione che lambirà la mia coscienza, in ogni mondo che possa sopportare la sua inclusione.
In poche parole è una raccolta di AU che spero risultino divertenti, con al centro la flessibilissima persona di Vegeta:
1) Ingegnere
2) Paninaro
3) Zar (Songfic)
4) Poeta (Poesia)
5) Re Leone (Musical)
7) Dark Souls (Metafic)
8) James Joyce (Flusso)
9) Il Sesto Senso
10) Narnia
11) Haiku
12) Dragon Quest
14) Intelligenza Artificiale (SPERIMENTALE)
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Freezer, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Una scheggia? Ove mi trovo? Ma questa… è una porta!”
Era sì una porta, nascosta nei tetri recessi, ma l’eroe dal multiforme ingegno pronto era: di chiavi, ne aveva a bizzeffe! Aprì la porta, e apparve una luce, ma…
 
Oh no! Lo smeraldino bestio! Un drago si fece avanti, minacciando l’eroe! Il prode però, non parve scontento, nemmeno sorpreso: “FINALMENTE! – gridò – Il titolo del gioco ha dunque un senso! Trema, draconica serpe, giacché sotto i fendenti della mia spada morrai!”
 
Vegeta venne sconfitto in due colpi.
Si svegliò, e di fronte al proprio maestoso viso, vide quello del re. Sobbalzo, scombussolato nell’animo: “Sire! Che fate sul mio giaciglio?”
“Oh Vegeta, i sensi hai ripreso! Temevamo per un attimo d’averti perso.”
“Maestà, io… Il drago…”
“Volete salvare i dati della vostra avventura?”
“No che non voglio salvare i dati!”
“E volete quindi proseguire il vostro viaggio?”
“Ho detto di no!... No, no, aspetti, voglio cont-
 
[musichetta: ouverture]
 
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Maledizione! Chi diamine ha programmato queste interfacce? Li troverò, e assaggeranno il sapore della mia lama!
 
“Bentornato, oh prode Vegeta!”
“Ma che palle! Mi lasci andare, sire! Debbo allenarmi come un dannato, sacrificando interi pomeriggi e la sanità mentale mia, poiché il verde draco debbo abbattere!”
E così cominciò l’etterna maratona per le terre del Regno: il nobile Vegeta ogni landa traversò, in cerca di nuovi nemici a cui sottrarre soldi e punti esperienza. Fu un duro inverno, per il regno di Alefgard: la popolazione di mostri, sia malefici che buoni, a piccò calò, ma i glutei del divino cavaliere di marmo divennero. E pure i bicipiti, sì.
 
Ora sono pronto, oh vile creatura!
Armato di torcia, e di altre torce ancora (non si sa mai), il prode guerriero affrontò nuovamente l’oscura caverna sottomarina, e gira e rigira, trovò la magnifica porta: la solcò, e il drago ancora aspettava, ma Vegeta ora pronto si dimostrò! E il clangore dei loro colpi echeggiò per le gallerie di pietra, le fiamme del drago si sparsero per i corridoi, ma infine il cavaliere ebbe la meglio! Il drago cadde, e la via fu libera.
 
Vegeta posò la spada, e l’elmo abbassò: una pila d’oro non era il tesoro, ma il dolce volto di una fanciulla dal nobile aspetto. Tal nobil aspetto, qual rarità imperitura, della bellissima principessa Bulma, non si rispecchiò in della donzella delle parole la cura: “MEOW! Sei proprio il mio tipo!”
E Vegeta, di sorpresa ormai colto, calò al suolo, tutto rosso in volto. E il clangore dei loro colpi echeggiò per le gallerie di pietra, e il vapore indecente si sparse per i corridoi, ma infine il cavaliere ebbe la meglio! La donzella fu soddisfatta, e si calò tra le braccia del forte guerriero.
 
Esausto, e delle proprie forze rapito, Vegeta tornò a Tantoolong con la pulzella in braccio. La principessa Bulma fu salva! E ci furono festa e baldoria, e grida di gioia! E Laura (quella di prima, sempre lei) vide il possente Vegeta, e la dama nel suo braccio, ma invidiosa non fu: “Tutti e tre, insieme! Verso la taverna! Che il sole non sorga mai sulle stanze del locale ostello!”
E il clangore dei loro colpi echeggiò… Sì, avete capito.
Mi piacerebbe molto averlo inventato, ma questa cosa accade davvero nel gioco.
Toriyama bricconcello, ovvio che passi tutto il giorno a giocare.
 
“Nobile Vegeta! Di gioia il cuore mio riempite!” accolse felice il principe re Brief. “Ma ditemi – chiese il monarca – pallido vi vedo. La battaglia così ardua era, per la salvezza della figlia mia?”
“S-sì – balbettò il prode emaciato – Assolutamente. Ho dovuto battere… Volevo dire, battermi con immensa durez- FIEREZZA, sire.”
“Che possenza, che coraggio, oh prode Vegeta!”
La principessa Bulma con l’occhiolino lo salutò: “Chiamami!” gridò alle sue spalle, mentre il prode fuggiva, a gambe levate.
 
Il viaggio riprese, verso meridione puntava: colli e colline e monti e montagne si lasciò alle spalle l’insuperabile Vegeta, finché in vista non fu una grande città. Ma più s’avvicinava e più l’immagine non quadrava: case distrutte, torri abbattute. “Qual disgrazia s’è abbattuta su questa contea?” La città di Dodoria ormai più non c’era. Ma tempo di meraviglia non ci fu concesso: un’oscura figura si scagliò sul fiero Vegeta!
“Vile! Ti nascondevi nell’ombra, cavaliere nero?”
“Non ti avvicinare, uomo di Tantoolong! L’armatura di Yamoshi è mia!”
“Yamoshi dicesti? – Vegeta fu sorpreso – Qui riposa ordunque la sua lucente veste divina? Dimmi, mostro, dove l’hai nascosta!”
“Da me mai avrai risposta!”
 
E si combatté a lungo per le strade della ruinosa Dodoria, ma infine, Vegeta ebbe la meglio. Il tetro avversario cadde sotto il peso dei colpi fulminei, e lasciò libero il passo ai resti di un’antica locanda. Splendenti giacevano in terra le piastre di un’azzurra armatura: qual incredibile aumento di DIF, ma anche di GRD (qualsiasi cosa sia!) e pure gli accapì rigenera!
“Ce l’ho fatta, nobile avo mio! La tua tenuta, a casaccio abbandonata, infine indosso, e ora nessuno mi potrà tangere, con la difesa d’un dio!”
 
Uscì Vegeta dalla distrutta Dodoria, ma che vedon le mie principesche pupille, stagliarsi lontano all’orizzonte?
Le montagne parevano vita propria aver preso! Forse da tutte le erbe medicinali era dipeso, ma Vegeta volle indagare. Guadò il fiume, e vide le mura d’una splendida città, ma poffare!, un mostro di pietra, titanico bestione, sbarrava il passaggio! Un golem di ciottoli e mattoni, che al suo passo tremava il paesaggio.
 
Ma nulla scoraggia il coraggioso guerriero che la splendida principessa ha potuto assaggiare, e con un trac, un patatrac e un bigbangattacc il mostro si sgretolò alla magnificenza di Vegeta, senza neppur usare l’inutile flauto da Crilin ricevuto! La città è salva, e i villici accorrono acclamando l’eroe: “Benvenuto a NintendoEShop, o beniamino venuto da lontano! Vedete per caso accessori che v’interessano?”
“Ebbene sì, mercante dal fulgido sguardo. – Disse Vegeta – Passatemi lo scudo, quello bianco, dal nobile aspetto!”
“Ottima scelta, prode guerriero! Ora sganciate 15'000 monete, e rendetemi fiero!”
Vegeta sorrise, poi rise di gusto, a pieni polmoni. Allora risero i paesani con lui. Ah ah ah! Che co***oni!
Estrasse la spada il nobil guerriero, e fendette torsi, busti e anche un po’ di culatello. Ridendo scappò lontano, il prode Vegeta, cavalier senza alcuna macchia, e lo scudo nuovo aveva, che pacchia!
 
Uscì da NintendoEShop, paese d’infingardi, e passò per le pianure il nobiluomo Vegeta. Che schifo! Quale olezzo! Ma non ci si disperi per il nostro prode guerriero: l’armatura di Yamoshi da tutto protegge. Paludi, incantesimi, trama e pur Toyotaro: nulla resiste al divin corsetto! Ma che vedo, al centro dell’orribil torbiera? Qualcosa brillava trai faghi purpurei: è lo stemma del divo, il guerriero Yamoshi!
“Ma che caspita sta succedendo? L’han perso qui, i programmatori? Perché, io vi chiedo, è stato qui posto? È questo lo stato del mondo, dormo o son desto?”
Risposte non ottieni, oh grande guerriero, e allora prosegui, e rendi il tuo avo fiero!
 
La notte, infatti, veloce appropinqua: Vegeta presto, dirigiti verso le stelle! Il santuario è vicino, e il saggio dei saiyan t’aspetta! S’apron le porte del remoto tempietto e, orsù, che cosa mai aspetto?  Entra Vegeta nel buio maniero: un gatto solingo lo saluta dal parapetto.
“Salve, Vegeta, figlio di Vegeta di Vegeta di Vegeta. Che ti porta al mio remoto obelisco?”
“Saggio felino, ti chiedo qui, presto! Aiutami, ti prego! Le porte chiedon chiavi, le persone voglion sonanti danari! Tutto qui costa, e cos’ ancor peggiore: per parlare con le persone, devo aprire il menu superiore!”
“È vero ciò che dici, e ti compatisco. Ma vedo che porti con te il marchio divino: davvero tu sei di Yamoshi l’erede! Prendi, la pietra del sole, e del meteo il bordone, combinali sull’altare, e reagisci con stupore!”
 
Vegeta alza al cielo, pregando ai re Kaio: “Vi offro questi oggetti, che occupano spazio nell’inventario!”
Un raggio di luna dall’alto discende: l’arcobaleno si forma, e guardate come splende! La via è aperta, un ponte s’è formato! La strada per il malefico Cell ora è svelata! Su, Vegeta, prosegui, in volata!
Saluta il saggio il prode Vegeta, e torna a Radicchiar, per la strada inquieta: invero l’arco colorato del cielo un ponte ha formato, e il mare si può attraversare!
Che situazione pietosa, pensò Vegeta, devono aspettare che il meteo e degli dei l’intervento mettano a posto l’infrastruttura! Qui serve cambiamento, e già so che fare: ponti, autostrade, e spaziali navicelle! Queste sì che sono invenzioni belle! Se mai avrò figli, che mi lavorino appresso! Qui serve lavoro, e di combatter son già fesso!
 
Attraversò così il mare, sul ponte d’arcobaleno, e il castello di Cell sul promontorio si ergeva. Tuoni, e lampi, e unicorni volanti, questi sì che erano segni del dungeon finale! Vegeta entrò, e venne subito assaltato: guerrieri, chimere, demoni e pure dragoni! Vegeta cominciava ad arrancare. Ma in fondo al passaggio, sotto mille scale, uno scrigno alla fine appare: Vegeta lo apre, e cosa ci trova? La spada di Yamoshi, e…
“No, no, no! Che senso può avere? Questa è la roccaforte del nemico finale! Perché quest’arma ha lasciato, qui, così facile da trovare? Adesso te la faccio vedere, signore degli androidi! Morrai per la mia mano, su questo puoi contare!”
 
E la lama davvero mitica si dimostra, et aura divina ovunque sprigiona! La spada fende i nemici come burro, l’armatura la vita rigenera, e lo scudo a meraviglia funziona! Qual semplice vita, quella del primordial protagonista! E pensare che i suoi eredi della vittoria non avranno mai vista…
Ma basta con spoiler e indugi, s’avanzi, per l’oscuro castello! Orde di nemici cadon come birilli, la spada di Yamoshi nell’intimo ti mette Chilly!
Che sento? Rime casuali? La consistenza della storia sta andando a brandelli! Debbo sbrigarmi, e farla finita. Questo universo vedrà presto la mia dipartita!
 
Un colonnato, un rubro tappeto, e il trono maligno: Cell monta sul tetro seggio.
“Vegeta, arrivasti finalmente!”
“Androide! Il tuo regno di terrore oggi trova fine!”
“Ma dimmi, e come pensi di trionfare? Le tue sole forze non posson bastare!”
“Eccome se basto, io sono Vegeta. E l’arma più forte qua in giro lasciasti: sei forse ritardato, esperimento in provetta?”
“Ah… Che disdetta! Ma dimmi, Vegeta, se ti lasciassi una scelta?” L’androide si alza, e un ghigno ostenta.
“Che dici? Che vuoi sapere dal prode Vegeta?”
“Insieme possiamo conquistare il mondo, i mari e le terre! Pensaci: quante razzie, scorrerie, quante cose belle!”
Vegeta pensò, per un nanosecondo: “No grazie, io ho LA MIA BULMA!” Immagini di altri mondi nel suo cranio rimbalzarono, ma distrarsi non si fece: la lama divina calò sulla testa del nemico.
“Ah ah ah! Vegeta, pensi di uccidermi, senza colpire il mio nucleo?”
Ma l’eroe, dal sorriso ardito e fiero, disse solo: “Final Flash” e cancellò Cell dal mondo, insieme al suo maniero (e qualche altra stella, sullo sfondo).
 
Tornò stanco e contento a Tantoolong, il prode Vegeta, e re Brief lo accolse soddisfatto, dicendo: “Vegeta figliolo, così coraggioso hai per noi combattuto! Nulla di meglio il mio regno può desiderare. Sarei felice se la mia corona volessi accettare!”
Ma il prode rispose: “No grazie, maestà, non è questo il mio destino. Perché vedo là, all’angolo della stanza, gli occhi infiammati della figlia principessa. So cosa vuole, e non so se m’interessa.”
“Ma dai, Vegggetta – disse Bulma, tirata in causa – portami con te, e ti farò dono di una cosetta.”
“Che donna volgare!” Ammise Vegeta, ma acconsentì, e se la tenne stretto. Verso il tramonto viaggiò, verso un nuovo mondo. E soltanto ai posteri lasciamo sentenza: di questo viaggio or sentiamo cantare, in tutti i colori, in tutti i mondi: ma il guerriero del drago fu il primo, colui che la fece iniziare.
E la leggenda continua, per colui che vuol ascoltare.
 
The End
   
 
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