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Autore: vanessie    16/07/2021    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

Capitolo 52

“Non ti scordar di me”

 

 

POV Matt

Il 14 agosto era la sera del falò. Mi ero svegliato tardissimo ed ero ancora a letto, perché tra la serata precedente trascorsa con gli amici, quella litigata con la testa di cazzo di Thomas e poi il chiarimento a casa di Kate, dopo il quale mi ero pure trattenuto per trascorrere del tempo a baciarci, ero andato a letto solo alle quattro del mattino. Mi decisi ad alzarmi perché avvertivo un leggero fastidio là dove avevo preso il pugno. Andai in bagno e mi guardai allo specchio “Fantastico, un livido” dissi osservandomi, era appena colorato per fortuna, tuttavia si notava. Era mezzogiorno, mamma stava preparando per il pranzo, decisi di saltare la colazione e mangiare direttamente qualcosa di ciò che avrebbe messo in tavola tra poco. “Che hai combinato? Hai un livido” affermò appena entrai in cucina “Buongiorno anche a te” risposi ironicamente. Lasciò il mestolo nella pentola e venne ad esaminarmi da vicino, prendendomi il mento con la mano “È stato un incidente, non preoccuparti” la rassicurai inventando una bugia “Hai sbattuto?” “Sì” mentii. Saremo stati soli a pranzo, papà aveva da fare al lavoro. La aiutai ad apparecchiare e ci sedemmo a tavola. “Stasera vai al falò?” mi chiese “Sì, tu e papà andate?” “Certo, insieme a Holly e altri amici, andremo nella zona vicina al parco. Tu vai con Katelyn?” “Sì con lei e gli altri amici, noi andremo nella zona vicina alla costa” “Ohhhhh quella è bella, molto romantica!” esclamò. Le diedi un’occhiata vedendole comparire sul volto un’espressione compiaciuta “E come vanno le cose con Kate?” “Mamma” risposi arrendevolmente “So che tu non ami parlare di queste cose, ma sono tua madre, mi preoccupo” “O sei curiosa?” domandai sorridendo “Un po’ tutte e due” ammise. Ok, forse potevo anche dire qualcosina “Le cose vanno bene” “Vanno bene…wow. Sei sintetico ma già mi accontento. Stasera a che ora vi vedete?” “Vado a prenderla alle 18” “Le porti qualcosa?” chiese “In che senso?” “La sera del falò i ragazzi regalano alla propria ragazza una piccola pianta in vaso, è una tradizione! Non ti ricordi più? Manchi da troppo tempo” “Non ricordavo, andrò a comprare qualcosa” risposi. Dopo pranzo andai subito dal fioraio per trovare qualcosa di carino. Mi diedi un’occhiata in giro, di piantine ce n’erano tantissime, ma scelsi il non ti scordar di me. Esisteva di tre diversi colori: celeste, rosa e bianco, la fioraia mi consigliò il celeste, perché a suo dire la ragazza a cui lo avrei regalato lo avrebbe apprezzato maggiormente, poiché guardandolo le avrebbe ricordato il colore dei miei occhi. Mi fidai e ne comprai un vasetto. Tornato a casa dedicai un’oretta allo studio, non volevo perdermi rilassandomi troppo, settembre era vicino e gli esami mi aspettavano. Più tardi mi preparai, mi vestii scegliendo qualcosa di carino, sistemai i capelli con il gel, presi una felpa pesante per la serata, infilai le sneakers e presi le chiavi di macchina “Matt?” “Sì” “Stasera papà ed io siamo ospiti nella casa in campagna di alcuni amici. Restiamo lì anche domani. Stiamo fuori due notti” mi informò “Va bene” “Buona serata tesoro” “Grazie, anche a voi” risposi uscendo. Arrivai a casa Cadogan e suonai, mi aprì Holly, stava giusto per uscire e andare a casa dei miei genitori. Mi salutò dicendo che Kate era in bagno e che potevo aspettarla in soggiorno.

Qualche minuto dopo lei arrivò. Era così semplice e così bella. Solo leggermente truccata, indossava un abito con gonna lunga fino ai piedi. La parte superiore era nera a maniche lunghe traforata, la parte inferiore della gonna invece era colorata su sfondo nero. Portava degli orecchini color argento e dei sandali senza tacco. “Ciao, sono quasi pronta, devo soltanto prendere una maglia pesante per la serata” disse “Fai pure” risposi. “Ma ti è venuto un livido!” esclamò toccandomi “Sì, ma non è niente” “Mi dispiace” “Ti ho detto che non è niente, tranquilla” la rassicurai.

 

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Tornò in soggiorno con la borsa e la maglia. “Ti ho portato questa” affermai porgendole la piantina di non ti scordar di me. “Grazie, è bellissima” “Sarò sincero dicendoti che proprio non ricordavo questa tradizione, me l’ha suggerito mamma” ammisi, facendola sorridere. Decise di posizionarla su una mensola luminosa del soggiorno “Qui è perfetta. E mi piace la scelta del non ti scordar di me, è abbastanza adatto come fiore alla nostra relazione” “Sì, l’ho scelta per quello” “E mi piace il celeste” aggiunse venendo a darmi un bacio. Lo fece senza chiudere gli occhi, dunque lo stesso feci io “Avevi dei sospetti che il colore non mi piacesse? È perfetta anche per quello, perché ricorda i tuoi occhi” precisò. La fioraia ne sapeva di cose! Mi aveva consigliato bene. Salimmo in auto raggiungendo il luogo vicino alla costa dove avremo fatto la cena/picnic con gli amici. Katelyn andò ad aiutare Kimberly e Liv, che stavano sistemando i contenitori con i vari cibi che avevano cucinato insieme nel pomeriggio, disponendo anche le bibite. Peter e Tyler invece stavano finendo di stendere le coperte sulle quali ci saremo seduti, mi dissero che potevo occuparmi di prendere le stoviglie usa e getta da utilizzare per la cena, quindi mi misi all’opera. Quando tutto fu pronto ci sedemmo, restammo suddivisi donne da una parte, uomini dall’altra. Mangiammo e bevemmo intrattenendoci con chiacchiere varie sia a gruppetti sia tutti insieme. Mi accorgevo di distrarmi spesso per osservare Kate, senza che lei lo vedesse. Spesso venivo richiamato dal suono della sua risata o da qualche discorso che faceva con le amiche. Ero letteralmente ipnotizzato, mi piaceva stare con gli amici, ma in realtà sognavo solo le sue labbra, il suo sguardo su di me e desideravo profondamente fare l’amore.

Le ragazze riposero nei sacchetti i contenitori vuoti e quelli semivuoti, insieme alle bottiglie delle bibite. Peter le aiutò a caricare in macchina tutto. Tyler ed io invece togliemmo di mezzo le coperte che non servivano più, buttando le stoviglie sporche nei cestini. Tra circa quindici minuti sarebbe iniziato lo spettacolo con i fuochi d’artificio. Kate venne a sedersi accanto a me, dopo aver infilato la maglia visto che la temperatura era scesa. Le sorrisi e mi presi un bacio dalle sue labbra, restando ad assaporarla lentamente, mentre la penombra della sera stava diventando buio della notte. “La nostra prima festa del falò” sussurrò quando ci fermammo occhi negli occhi “Sì” “Per quante altre feste mi sopporterai?” chiese sorridendo “Per molte, spero tutte quelle che ci saranno da oggi all’ultimo anno della mia vita” bisbigliai avvolgendola in un abbraccio “Impegnativo” rispose “Pensavi di liberarti in fretta di me?” “No, non voglio liberarmene” rispose. Riprendemmo a baciarci, ormai non ci interessava affatto essere in presenza di amici e persone intorno a noi, quella non era una strana forma di amicizia, era una vera relazione. Lo spettacolo iniziò. Ci furono molti fuochi artificiali ad illuminare il cielo, con tante forme, tanti colori. Come sempre quel genere di spettacolo era affascinante, il frastuono, il bagliore, l’odore che si sprigionava, la suggestione di osservare con quella diversa luce i volti delle persone. Mi piacque molto, la cosa andò avanti per un po’, mentre tenevo Kate per mano e talvolta mi distraevo proprio ad ammirarla. Alla fine si scatenò un applauso generale. Commentai con gli amici e infilai la felpa, l’umidità si faceva sentire. Proposero un brindisi, dato che Peter aveva portato una bottiglia di rum. In realtà i brindisi furono tre, poiché anche Tyler aveva con sé una bottiglia di whiskey. Qualcuno vicino a noi aveva portato delle casse per la musica, si misero a ballare, così ci facemmo contagiare e anche noi lo facemmo. Inizialmente i balli erano molto movimentati, poi divennero più lenti, adatti a un ballo di coppia romantico. Avevo le braccia intorno ai fianchi di Kate, lei teneva le mani sulle mie spalle e aveva poggiato la fronte sulla mia, si distaccava solo un pochino per darmi qualche bacio o guardarmi negli occhi. “Kate” sussurrai “Sì?” “Io ti amo” “Anch’io ti amo” rispose “Ti va se stasera resti a dormire da me? I miei genitori stanno fuori due notti nella casa in campagna di alcuni amici” proposi. Lei sorrise ma poi la vidi mordicchiarsi le labbra “Mi stai invitando a dormire o per altro?” domandò. Ok, forse ero accecato dal desiderio mentre lei preferiva aspettare ancora “Quello che vuoi, per me va bene anche dormire” dissi, sforzandomi di tenere a bada i miei desideri. Mi fece una carezza infilando le dita tra i miei capelli “Forse potrebbe andare bene” “Forse?” “Mi va di restare da te, però…” sussurrò lasciando la frase in sospeso “Però?” “Non mi va di dormire” concluse. La serata per me era terminata, insomma volevo andare a casa subito. Mi distaccai da quell’abbraccio nel quale ci trovavamo per ballare, tenendo la sua mano nella mia.

 

giphy

 

“Ce ne andiamo?” le chiesi spudoratamente “Ok” rispose. Salutammo gli amici e andammo in macchina. Cazzo era imbarazzante, non sapevo cosa dire per rompere il silenzio. Guidavo e lei guardava fuori. La musica era l’unico suono udibile. Parcheggiai l’auto di mia madre nel vialetto, scendemmo ed entrammo in casa. E ora come rompere il ghiaccio? Lei tolse la maglia più pesante, poggiandola sul divano insieme alla borsa. Anch’io tolsi la felpa, notai che mi stava fissando, abbozzai un sorriso. Insomma non volevo che accadesse così di getto come se mi stessi portando a casa una appena rimorchiata. “Ti ricordi che quando eravamo più piccoli avevamo fatto quel cd di canzoni dell’epoca che ci piacevano?” mi venne in mente “Sì, ricordo” rispose “Ieri l’ho trovato in un cassetto…se solo mi mettessi ad aprire cassetti qua e là per la casa, chissà quanti ricordi salterebbero fuori!” esclamai. Lo presi dal mobile del soggiorno e le feci cenno di seguirmi in camera mia, dove potevo metterlo in esecuzione. All’interno c’era un biglietto con scritti tutti i titoli e gli artisti. “Alcuni pezzi sono rimasti famosi! Altri non si sa nemmeno che cosa siano” disse leggendo, sorrisi e annuii. Il primo brano cominciò, qualche frase del testo ce la ricordavamo ancora, dunque potemmo cantare qualche strofa. I suoi occhi si incantarono nei miei, era il momento perfetto per un bacio. Mi avvicinai alle sue labbra e lei mi fece credere più volte di volermelo dare, ma il suo spostarsi all’ultimo secondo mi faceva soltanto impazzire. Era seduta sulle mie ginocchia, mi alzai in piedi portandola su tra le braccia, la sentii ridere. Le feci poggiare i piedi sul pavimento, avventandomi sulle sue labbra. Quel bacio quasi rubato diede avvio ad un’altra serie di baci tutti diversi: lenti, impetuosi, profondi, dolci, a fior di labbra, lunghi…

 

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Ci fermammo un secondo, i nostri respiri erano alterati, sentivo la pazza voglia di averla, allo stesso tempo volevo che accadesse rispettando i suoi tempi, perché a Katelyn ci tenevo sul serio. La osservai per capire cosa desiderasse, mi rivolse un sorriso, allungando poi le braccia in aria. Capii che mi stesse invitando a toglierle il vestito, dunque mi piegai per prendere in mano la parte sottostante della gonna, tirandolo del tutto su per sfilarglielo, lasciandola con il reggiseno e gli slip.

 

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Tolse i miei vestiti, glielo lasciai fare, beandomi di quel momento d’attesa prima che potessi nuovamente ricominciare a fare l’amore con lei. L’accarezzai partendo dai fianchi e salendo lungo la colonna vertebrale. Sotto ai miei polpastrelli avvertivo i brividi della sua pelle. Sganciai il reggiseno durante il percorso, venne a prendersi un bacio, nel frattempo lo lasciai cadere al suolo, spingendola poi sul letto con delicatezza. Spostai le labbra sul suo corpo, assaporando la sua pelle in varie zone, più o meno lecite. Trovai con la mano il bordo dei suoi slip, li calai e quando entrambi restammo nudi tornai a sdraiarmi sopra di lei. Le sue mani sul viso mi invitarono a guardarla e baciarla, assecondai il suo desiderio, sentendo poi il suo tocco leggero sulla schiena. Le sue labbra non c’erano più, aprii gli occhi e sentii che fosse il momento giusto. Cominciammo a fare l’amore, avevo quasi scordato cosa riuscissi a sentire guardandoci negli occhi mentre sprofondavo dentro di lei. Era un sentimento diverso da qualsiasi altra cosa avessi mai provato, tranne che con lei. Ero così preso e avevo così tanto desiderato quel momento, che davvero non riuscivo a regolarmi e tutto quel muoversi avanti e indietro, sommato al fatto che fossero trascorsi sette mesi dall’ultima volta in cui lo avevamo fatto, mi condusse in breve tempo alla più pura confusione mentale. Iniziai a muovermi in fretta, sapevo che stava accadendo troppo alla svelta, ma ne sentivo l’esigenza. “Scusa ma non riesco a resistere” sussurrai, lei sorrise “Non c’è problema” rispose. Mollai la presa dalla razionalità e arrivai al capolinea nel giro di poco. Rimasi a riprendermi sdraiato al suo fianco, osservando il profilo del suo corpo nudo sul mio letto. Era in silenzio, talvolta mi sorrideva o mi accarezzava.

 

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Per riprendermi ci volle poco, quando mi sentii pronto ripresi a baciarla, ecco questa sarebbe stata sicuramente un’occasione migliore. Ci mettemmo seduti, lei sopra di me, le mie mani sulla sua vita, le sue braccia a cingermi le spalle. Era lei a scegliere come muoversi e quando farlo, poggiava la bocca sul mio collo, giocando con la lingua e fu semplicissimo trovare una certa sintonia tra movimenti, respiri e sospiri. Era fantastico pensare che quella fosse come una sorta di prima volta, di sicuro la prima volta che lo facevo considerandola la mia ragazza. La guardavo tra un bacio e l’altro e mi faceva impazzire tutto quel calore con cui mi accoglieva. Aveva il viso preso dalle sensazioni che provavamo, con un’espressione naturale e piena di desiderio. “Sono così innamorata” bisbigliò poggiando la fronte sulla mia, le risposi con un sorriso perché non riuscivo a farlo a voce. Mi sdraiai per facilitarle la cosa. Spostò le mani ai lati delle mie spalle, sul materasso, cominciando a velocizzare qualsiasi movimento. La cosa ci fece sospirare più intensamente, poi gemere con frequenza sempre maggiore. La aiutai a muoversi perdendo completamente la cognizione di ciò che accadeva. Ero solo coinvolto, molto coinvolto, tanto che quando capii di non resistere oltre e sentii quel suo modo diverso e profondo di gemere, mi lasciai andare anch’io e insieme raggiungemmo quel piacere tanto desiderato.

 

NOTE:

Ciao, la sera del falò è il momento ideale per trascorrere del tempo con gli amici, ma anche per una serata appassionata, che ai due mancava da tempo e che determina questo nuovo inizio tra loro. Sono ufficialmente una coppia, non più due amici, non più due che vogliono di più reciprocamente, ma una vera e propria coppia di giovani che vogliono avere una relazione reale e impegnativa. Diciamo pure che questo è il capitolo che segna la svolta, che cambierà per sempre il loro rapporto nato ben 26 anni prima.

Sono in vacanza al mare, ma riuscirò comunque a pubblicare puntualmente ogni venerdì, un bacio,

Vanessie

 

 

   
 
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