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Autore: Ivy001    18/07/2021    2 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ quasi mezzanotte quando i Dalì si mettono in contatto con una persona speciale, utile al piano realizzato dalla geniale mente del Professore, in collaborazione con l’ingegnosa dote informatica di Rio.

“Come avete fatto a trovarla in così poco tempo?” – chiede, sbalordita, Hanna, seduta di fianco alla postazione del PC per osservare le mosse dei due uomini.

“Segreto professionale, mia cara Vienna” – risponde Anibal, stiracchiandosi, esausto dalle tante ore seduto di fronte al computer.

Raquel, nel frattempo, è alle prese con un’importantissima telefonata, e utilizza la sua dialettica e le sue abilità da ex ispettrice per portare a casa la vittoria.

I restanti Dalì sono in fibrillazione per ciò che da lì a qualche minuto sarebbe potuto accadere.

E mentre Denver e Monica si distraggono, telefonando Cincinnati, ormai adolescente, rimasto in Indonesia per badare alla sorellina minore, Palermo e Helsinki s’isolano in giardino per concentrarsi sulle prossime mosse.

Il serbo è emozionato per la sua Nairobi, ritrovando nei suoi occhi la luce che da sempre la contraddistingueva.

“Adesso che Ginny è a casa, sento di esserlo anche io” – commenta l’omone, spiazzando il compagno argentino.

“Cosa intendi dire? Ti ricordo che bisogna salvare Axel, la missione non è ancora terminata” – precisa Palermo.

“Lo salveremo, fosse l’ultima cosa che io faccio in questa vita” – aggiunge, determinato, Helsinki.

“Perché hai detto di sentirti a casa anche tu?” – domanda, Berrote, pensieroso.

“Perché sono in famiglia. E’ difficile vivere senza i Dalì, e ora che li ho rivisti tutti, ho trovato mia serenità”

“Non eri sereno con me?” – Martin si pone immediatamente sulla difensiva, spiazzato da tali considerazioni.

“Certo che sì, tu sei mio amore di tutta vita. Io mai trovato persona come te….” – risponde il serbo, certo, al cento per cento, della sua prima vera relazione amorosa.

“Allora non capisco; non vorrai mica trasferiti qui?”

Helsinki abbassa lo sguardo, non pronunciandosi. Il suo cuore gli dice “Sì, è quello che vuoi davvero”, però la sua mente e la sua ragione sanno benissimo che, invece, non è possibile farlo.

“Il Professore ci ha mandati in parti del mondo diverse per tutelarci”

“Lo so bene, Palermo. Però, Tokyo e Rio abitano qui”

“Sappiamo il motivo” – precisa l’argentino – “L’ultima volta che quei due hanno vissuto da soli, ci hanno messo nei casini. Vivere con Nairobi e Bogotá li avrebbe aiutati a non causare possibili danni”

“Mi prometti che, verremo spesso a trovare nostri amici?” – lo prega Helsinki, cosciente di andare contro il Piano Resistenza.

E di fronte agli occhi azzurro cielo del serbo, Martin non può non accettare.

“Promesso!”

Il tempo, intanto, scorre ed è sempre più pericoloso per Axel rischiare che nessuno accetti lo scambio e non si presenti all’incontro con Teresa Perez.

Nairobi e Bogotá pensano e ripensano a come agire, avendo adesso Ginevra a casa.

“Non ho nessuna intenzione di cedere la mia bambina a quella folle criminale” – replica Agata per la centesima volta.

“Ovviamente non lo faremo. È stata dura riaverla qui con noi, non permetterò a nessuno di strapparcela via” – aggiunge il saldatore.

I due, rimasti soli nella camera dei gemelli, tornano finalmente a parlarsi pacificamente.

La questione riguardante Emilio sembra essere stata occultata, dal momento in cui la bambina scomparsa ha rimesso piede nella sua casa. O probabilmente, Bogotá ha solo messo in standby quel dolore, concentrandosi sulla delicata questione di Axel, e soprattutto sul sentirsi sollevato di poter riabbracciare la sua piccina.

Il saldatore, seduto sul letto di Sebastián, proprio di fronte alla Jimenez che ha preso posto su quello di Ginny, fissa il pavimento, con aria preoccupata.

“A cosa stai pensando?” – domanda Nairobi, riconoscendo in quello sguardo il suo stesso turbamento.

“Spero che il Prof riesca in questa impresa! Altrimenti non ho la benché minima idea di come potremmo sottrarre Axel a tua sorella”

“Non è e non sarà mai mia sorella; quella persona meriterebbe l’ergastolo” – commenta la gitana, giocando nervosamente con i numerosi anelli che le decorano le mani.

La fede è quello che Nairobi conserva con premura e che non tocca mai, resta immobile, fisso, nel suo anulare sinistro, a simboleggiare l’amore intangibile tra loro.

Avvertendo su di sé lo sguardo del consorte, accenna un sorriso timido e compiaciuto. Poi gli dice - “Mi stai guardando e mi sto agitando, che strano vero? Mi sembra di ricordare qualcosa di simile!” – le sue parole così sincere, senza filtri, imbarazzano anche un omone tanto grande e grosso come Bogotá.

Sì, lui la guarda…la guarda e il cuore torna a battergli con una forza tale da sembrar volergli esplodere dal petto.

Stranito da quella sensazione, una sensazione che rammenta ancora ed è la stessa provata quando conobbe Nairobi, ben dodici anni prima, il saldatore respira profondamente come a voler calmare tale tensione.

Ma i sentimenti hanno preso il sopravvento, e si lascia andare totalmente utilizzando una frase lo riporta indietro nel tempo, ad esattamente dodici anni prima.

“Come si fa a non guardare qualcosa di tanto bello”

 

12 ANNI PRIMA….

 

“Piacere, io sono Nairobi! Benvenuti nella Banda dei Dalì” -  si presenta la gitana, vedendo salire sull’auto guidata da Helsinki due nuovi tipi.

Il primo è silenzioso, con un paio di baffi strani e i capelli leggermente lunghi; l’altro, invece, ha tutta l’aria del Macho, ma di un Macho con qualche chiletto in più e l’età avanzata.

Ma si sa, ad Agata i tipi con la pancetta sono sempre piaciuti! Non a caso è innamorata di Helsinki, diventato un peluche ai suoi occhi.

“Io mi chiamo….” – il saldatore è prossimo a rivelare la sua identità, ed è la Jimenez a frenarlo.

“Prima regola del Piano…nessun nome! E’ un’idea bizzarra del prof, però bisogna rispettarla”

“Ah, bene! Io ho un’idea sul tuo di nome…” – commenta Bogotà.

“Si? Sono curiosa!” – risponde Nairobi, intuendo, dal tono di voce e dalle attenzioni dell’uomo, una tattica di approccio.

“Per una donna del tuo livello, penserei a qualcosa di molto caliente”

Tentativo 1… fallimento totale…. Nairo coglie in Bogotá solo il desiderio sessuale di chi, a suo dire, non scopa da anni.

“Ehm…ok, lasciamo perdere! Piuttosto…siamo arrivati!” – comunica la zingara, alzando gli occhi al cielo di fronte a quel flirt di pessima qualità.

Il saldatore, imbarazzato per un’evidente gaffe, si zittisce.

Una volta giunti a destinazione può guardare quella appariscente e fighissima donna in tutto il suo splendore.

“Cazzo” – esclama, trovandosi di fronte ad un corpo mozzafiato.

Dopotutto, conoscerla in un’automobile, seduta nel sedile anteriore, coperta da una pelliccia rossa, non rendeva giustizia a cosa effettivamente era Agata Jimenez.

Raggiunto il Monastero, sedutisi nei classici banchi di scuola, i Dalì si apprestano ad ascoltare il Piano di Sergio.

“Allora… è bene ricordare le regole perché c’è gente nuova…” – precisa Marquina.

A quel punto, il saldatore, membro senza nessun nome in codice, punta lo sguardo sulla gitana e diventa schiavo di pensieri che da quel momento in poi lo avrebbero accompagnato costantemente.

“Allora…il nostro saldatore, che nome ha scelto?” – chiede Agata, al termine della prima lezione.

“Ti interessa tanto saperlo?” – domanda Tokyo, mentre versa della sangria nel bicchiere dell’amica.

Sedute ad una tavola imbandita, sole tra donne, si distraggono in chiacchiere, mentre gli uomini si occupano del pranzo.

“No, lo dico soltanto perché dovrò lavorare con lui!” – precisa la Jimenez.

“E’ un bel tipo. Potresti farci un pensierino, Nairo” – aggiunge Stoccolma.

E la gitana, inarcando il sopracciglio, contrariata, replica – “State scherzando, spero! Quello mi vuole solo portare a letto, si vede da come mi guarda il culo!”

La sua costatazione fa ridere le amiche che si arrendono all’evidenza: Nairobi non è affatto intenzionata a darla vinta ad un uomo che, per di più, non vanta una grande fama.

“Non cambierai mai!” – scuote il capo Monica, ridacchiando.

“Io voglio un uomo dolce e premuroso. Questo qui so già che mi porta a letto e mi molla il giorno dopo”

E invece ciò che Agata ignora è che in realtà quel playboy, come lo definisce lei, non è ciò che appare.

“Bogotá!” – lo chiama Sergio, il secondo giorno di preparazione.

“Ehi, amico, sei con noi? Sembri distratto” – interviene Palermo, notando il compagno di squadra assorto tra i suoi pensieri.

“Eh?” – finalmente sembra tornare con i piedi per terra – “Parlavi con me?”

“No! Parlava con mia sorella!” – commenta Agata, con sarcasmo, incrociando le braccia al petto.

“Scusate, ero sovrappensiero” – nel dirlo, l’uomo posa subito gli occhi sulla gitana, interessato più a ricevere il suo perdono che quello degli altri.

“Volevo informarti che domattina comincerete l’allenamento nella cisterna che conosci già” – spiega Sergio.

“Perfetto, capo” – risponde il saldatore.

“Nairobi e Denver saranno in squadra con te!” – precisa Marquina.

“Ah!” – commenta il saldatore, già teso come una corda di violino alla sola idea di dover trascorrere ore e ore di fianco ad una donna che lo intriga ogni giorno sempre di più.

Accettando il destino scelto per lui, beccatosi anche la ramanzina inattesa, si allontana dal gruppo. Raggiunge il giardino, lì dove Berlino si sposò tanto tempo prima con Tatiana, e accende un sigaro.

 “Sembri strano, che ti succede amico?” – la voce di Palermo, che per la prima volta dopo anni, sembra interessarsi a qualcuno che non sia se stesso, interrompe la solitudine che il saldatore stava cercando.

“Nulla, a te non capita di distrarti?” – replica il presunto casanova, infastidito, guardando altrove.

“Mi capita, certo…ma con gli occhi fissi su una donna direi di no!”
Tali parole spiazzano l’uomo grande e grosso che sposta lentamente lo sguardo sul compagno di squadra – “Come?”

“Che ti fa sangue Nairobi l’ho capito dal primo secondo che l’hai vista!”

“Fare sangue? Martin, cioè… - si corregge – “Palermo, da quando in qua usi queste espressioni?”

“Da quando ho capito che è l’espressione giusta che si addice al momento”

Berrote sorseggia la sua birra e, dopo aver reso palese a Bogotá che era fin troppo evidente l’interesse per Nairobi, rientra nel Monastero.

Non prima, però, di avergli detto – “Cazzo, amico! Tieni a freno l’ormone, siamo qui per lavorare… poi, semmai ci riuscirai, potrai anche fare altro! Per adesso c’è una sola priorità”

Disturbato da un evidente pregiudizio nei suoi confronti, Bogotá ignora tali parole e si autorimprovera. Stavolta lo fa ad alta voce, certo di non essere udito da nessuno.

“Cazzo, forse devo piantarla di guardarla! Ma come cazzo si fa a non guardarla! E’ di una bellezza disarmante!”

 

 

E invece ad oggi, ben 12 anni dopo, è Nairobi a renderlo cosciente che quel giorno, fu proprio lei ad udire chiaramente le sue affermazioni.

“Come si fa a non guardarla!!” – ripete Agata, sorridendo timidamente.

Lenta, alza lo sguardo e incrocia gli occhi di suo marito.

“Io ti ho sentito quella volta, sai?”

“Quando?”

“Quando hai parlato con Palermo di me, all’esterno del Monastero. Era solo il secondo giorno che mi conoscevi…”

“Cazzo! Pensavo di essere solo…” – arrossisce il saldatore – “Scusami, ti sarò sembrato uno in astinenza”

“Ti ho scoperto pian pianino. Ho capito quanto sei dolce e premuroso. Non c’è nulla di un classico playboy in te. Perfino il primo bacio che mi hai dato, aveva ben poco del Casanova!”

L’uomo ridacchia, vergognandosi di nuovo.

Subito dopo segue il silenzio. I due si fissano e si studiano, lasciando riemergere un sentimento che, volutamente, hanno imprigionato e bloccato per giorni.

Ed è la gitana a fare il primo passo.

Alzandosi dal letto di Ginevra su cui era seduta, prende posto di fianco al saldatore.

Bogotà la guarda intensamente, quando sinuosamente sposta i capelli all’indietro, scoprendosi il viso.

Poi la vede intrecciare una mano alla sua e, con l’altra, accarezzargli una guancia. E lì, si scioglie definitivamente.

“Ho il cuore che mi sta esplodendo, non riesco più a controllarlo. Mi chiede urgentemente di fare una cosa…” – dice lei.

“Ehm…e qual è questa cosa?” – domanda l’uomo, deglutendo rumorosamente. Il viso si colora di un acceso rosso…sente le gote in fiamme.

“Cazzo, neanche fossimo due adolescenti!” – aggiunge poi, intimidito dalla sua stessa reazione.

“Se ti avessi conosciuto da adolescente, probabilmente buona parte della mia vita sarebbe stata diversa, sarebbe stata migliore!”

“Non te lo assicuro. Sai bene che testa di cazzo ero!”
“Credi che non lo sia stata anche io?!” – la zingara gli sorride. Poi, in piena naturalezza, porta la mano del marito sul suo petto.

“Senti come batte?”

E Bogotà, a quel punto, segue sua moglie permettendole di ascoltare anche il ritmo del suo cuore.

Uno di fronte all’altra, intenti ad ascoltarsi, finalmente, come facevano un tempo, riconoscendosi nei rispettivi sguardi, Nairobi e Bogotá avvicinano le loro labbra e rivivono l’emozione della prima volta.

Stavolta niente ascensore, niente caccia a Gandia, niente fucili e paure per il futuro…stavolta sono solo loro due, liberi di lasciarsi andare, senza alcuna barriera e decisi a sostenersi ed esserci sempre l’uno per l’altra.

“Ti amo” – sussurra lui, commuovendosi nel dirlo.

“Ti amo anche io” – risponde Agata, accogliendo il marito al suo petto.

La scena emoziona anche i loro tre bambini che origliano dalla porta – “Finalmente hanno fatto pace” – esclama di gioia Alba.

“Era ora!” – si pronuncia Seba.

Ginny continua a fissarli, senza distogliere lo sguardo e intuisce quanto di grande esiste che lega la sua mamma e il suo papà.

“Sono bellissimi insieme!” – commenta poi.

Soddisfatti e sereni, i tre piccoli di casa corrono dai restanti Dalì, decisi a lasciare in pace i loro genitori, per godere la ritrovata complicità.

Si uniscono alla Banda giusto in tempo per scoprire l’esito della telefonata di Raquel.

“Allora? Ci sei riuscita?” – domanda, agitato, il prof alla compagna.

Il gruppo è radunato nell’ormai solito salotto, ed è davvero prossimo il momento dell’incontro con la rapitrice.

Entusiasta, Lisbona comunica - “Tenetevi pronti, amici miei! Si va tutti al parco stabilito da Teresa Perez! Non temete, a breve quella donna si troverà di fronte qualcuno di inaspettato e sarà per lei il colpo di grazia!”  

 

 

 

   
 
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