Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: Snehvide    21/07/2021    3 recensioni
“Moblit? Ehi – Moblit…? Ti ricordi di me?”
.
Hange ha nove anni e mezzo, negli occhi lucidi una trama rossa simile a quello del suo retino, e nelle orecchie i brontolii inutili di Carola Berner; che se fossero almeno un tantino più forti, forse, potrebbero servire a camuffare i singhiozzi di Moblit, che boccheggia a faccia in aria come uno di quei pesci che un paio di volte hanno catturato giù al fiume, e che un paio di volte hanno anche visto morire prima di poterli rimettere in acqua.
No, quelli di Carola Berner sono sospiri crudeli, cattiverie sommesse e ben piazzate, studiate nel dettaglio: sa che non sono né abbastanza lievi da passare inascoltate, né abbastanza forti da poter sovrastare l’eco di quei lamenti soffocati dai colpi di tosse.
Sono la sua punizione, e le sta bene.
Ciò che non le sta bene è che sia anche quella di Moblit.
.
.
[Character's Study - Hange Zoë] [Hurt/Comfort] [Scritta per "A Character Study" del
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hanji Zoe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Möge der Wind in deinem Rücken sein

-Kinderheit-

“Avrei violato cosa?”

 

Hange ha otto anni, un principio di infezione alle sbucciature sulle ginocchia e le guance imbrattate di fango.
Ha anche una strana sensazione in petto, l’ha avuta per tutto il giorno: sarebbe accaduto qualcosa di brutto.

E adesso che il manuale di chirurgia generale dello zio è in una pozzanghera, capisce di non essersi sbagliata.

 

“Dottor Zoë, non se lo faccia ripetere per l’ennesima volta”, dice, stanco, uno dei gendarmi che l’hanno riaccompagnata a casa, “Istruendo sua nipote, lei ha violato l'articolo 6 delle norme distrettuali che riservano l’istruzione unicamente ai bambini di sesso maschile.”


Ulrich Zoë, lei, lo conosce poco. Non sa quale sia il suo colore preferito, o se si è mai rotto un osso, o se è mai andato oltre pagina 232 del libro che adesso si ammolla nell’acqua piovana; quella che mostra così bene le diramazioni dell'arteria epatica e della vena porta.

Sa però che odia sostare sotto la pioggia, e diventa nervoso quando qualcuno gli impedisce di tornare al suo lavoro, proprio come stanno facendo quei due.

Dunque, tace. Non si immischia. Lo lascia fare.

Lascia anche prenda il suo polso in mano, perché sembra che mostrarlo ai gendarmi sia particolarmente importante; persino più importante del recuperare il suo libro.

“Le vedete queste mani?” domanda, “Avete idea di quanto possano essere utili delle mani così piccole nel mio lavoro?”

“Dottor Zo—”

“No, statemi a sentire voi, razza di fannulloni!”

Si è già arrabbiato. Aumenta la stretta, il polso comincia a far male.

“Voi potete pure passare le giornate in ozio vagabondando per campi e città, ma qui non si mangia se non si lavora. Mio fratello sarà pur passato a miglior vita scaricando su di me l’onere di crescere questa mocciosa, ma io non sfamo bocche per pietà. Se vuole restare, dovrà rendersi utile e fare la sua parte! E questo è quello che sta facendo!”

Hange ha uno strano formicolio in corpo; diverso da quello che ha provato per tutto il giorno.
È qualcosa che va al di là della pioggia che le ha ormai inzuppato ogni centimetro di stoffa, o della colpa che le brucia in petto per essere andata a leggere nella brughiera, malgrado le raccomandazioni.
Forse, è lo stesso fastidio che paralizza i gendarmi e suo zio, che come statue, continuano a fissarsi ingrugniti, senza proferire alcuna parola.

O forse, no.
Forse è qualcosa di completamente differente.
Ha già cominciato a far buio. Le giornate sono diventate più corte, e il freddo vento di tramontana che soffia di solito a quest’ora, oggi la sta abbracciando forse con troppo vigore.
Serra le gambe, le serra più forte. Non basta, e così, serra anche il viso. Geme.

“Hange!”

La sgrida suo zio, quando con un gesto secco libera il polso dalla sua stretta, e scappa. Fugge.

Si precipita come un fulmine verso le latrine.

“Andiamo via, Johan. Abbiamo già perso abbastanza tempo qui.”

O almeno, questo è quanto filtra da sotto il riverbero della pioggia e del suo fiato affannoso.
Chiunque concorderebbe che non vale la pena pisciarsi sotto pur di continuare ad osservare il grugno arcigno di due gendarmi fradici.

---

“Le cose che ho detto prima a quei soldati…io non le pensavo davvero, sai?”

Le fiamme del camino scoppiettano un po’. Lambiscono avide il ciocco che poco prima il Dottor Zoë ha dato loro in pasto, e Hange osserva quel fuoco tracciare in controluce i contorni brillanti dei suoi indumenti stesi ad asciugare; tra questi, c’è anche il suo libro.

“Non mi pesa averti qui con me, Hange.” ribadisce suo zio.
C’è del rimorso nel modo in cui srotola le bende intorno alle sue ginocchia secche.

“Lo so.” 

La carezza veloce che le lascia tra i capelli bagnati, avrebbe forse meritato qualcosa di più che la sua risposta sbrigativa; un sorriso, un segno di perdono.
Ma la verità è che Hange sta pensando ad altro; e quell’altro è come un tarlo.

Zio Ulrich guarda nella direzione in cui sta guardando, cerca di capire, e poi crede di capire.
Scrolla le spalle; la luce del lume colpisce il suo sorriso nascosto tra i baffi grigi.


Ho pensato che mettendolo davanti al camino, forse riusciamo a recuperarlo. Le pagine di quel libro sono resist—”

“Zio Ulrich, perché non hai detto la verità?”

“Cosa?”

“Ai gendarmi, perché non hai detto la verità?”

Smette di frizionarle la nuca con l’asciugamano; si alza, fruga tra i cassetti.

“A volte la verità è troppo complessa. Va riadattata e rielaborata. Prima di rivelarla, bisogna sempre aver chiaro chi si ha davanti, capire qual è il modo migliore per stabilire un contatto.”

“E tu lo hai capito?” solleva i talloni allo sgabello, vuole ascoltare una storia, “hai capito come stabilire un contatto con quei gendarmi?”

“Non lo so—” scuote il capo, sospira, “Mi piace credere sia stato così.”

“Avresti potuto dire loro che mi stai istruendo in quanto tua unica erede e non hai altra scelta. È il codice distrettuale a permetterlo.”

“Quella sarebbe stata la loro verità. Troppo semplice.” 

La camicia da uomo in cui le fa infilare le braccia è più grande di almeno due taglie. Se la abbottona da sola.

“Preferisco far sapere che ti sto istruendo perché un giorno con queste mani salverai le loro, e probabilmente le vite di tanti altri scansafatiche. E voglio che le ricordino bene, quando penseranno ‘che spreco sarebbe stato, se quel figlio di puttana non avesse istruito davvero quella geniale, petulante mocciosa di sua nipote, che proprio non ce la faceva a stare alla larga dai libri e appunti’. È questa la mia eredità.”

Hange non riesce a riflettere più di tanto sul vero significato di quella frase; una gioia incontenibile sta già correndo in tutte le vene di cui riesce a ricordare nome e posizione, e può sentirne quasi il suono, mentre l’euforia le esplode in viso, sui polsi, ovunque.

Balza in piedi, blocca i polsi di suo zio ai fianchi.

“Vuoi dire che faremo davvero quella cosa del braccio rotto!?”

“Non ho detto questo.”

“Ti prego, zio!”

“Ti farò sezionare la prossima salma, va bene?”

Ti prego!” cantilena, ciondolando felice.

-

“Dottor Zoë, cos’è successo al suo braccio?”

“Sono veramente spiacente, signora Dörr. Sono caduto giù per le scale e mi sono fratturato la clavicola. Ma non abbia timore, ci penserà mia nipote Hange ad aiutarmi a sistemarle quel taglio.”

‘Non mostrarti troppo felice, non mostrarti troppo felice.’, si ripete mentalmente Hange, mentre frenetica sfrega le mani con la spugna in crine, grattando bene anche sotto le unghie.

Afferra gli strumenti di sutura, saluta la signora Dörr chinando ossequiosa il mento, e dopo aver sollevato il lembo scucito della sua gonna, si sforza di pensare alla cosa più triste che riesca a ricordare.

Fine prima parte

__

Note: Fanfiction scritta per la challenge ‘A Character Study’ del gruppo Hurt/Comfort Italia. Si
tratta di un’opera appartenente al filone ‘slice of life’ che mira ad esplorare, investigare, narrare e approfondire bene la vita, i trascorsi, eventuali sfaccettature di un solo personaggio, che sarà il protagonista indiscusso del lavoro.
Io, ho scelto di scrivere su Hange, partendo da vari missing moments della serie nonché headcanon che ho al riguardo.
Ogni lavoro che pubblicherò sarà una storia autoconclusiva; non ho idea di quante ne verranno fuori, ma conto di aggiornarle di tanto in tanto.

Lavoro non betato. Il riferimento a Schindler’s List è puramente causale.

Grazie per aver letto fin qui! <3

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Snehvide