Pannolini e prima parola
Courtney stava guardando incuriosita Yoongi. Lui era uno scrittore, anche se la bambina non poteva saperlo, e il suo primo romanzo era uscito da poco. Adesso stava lavorando al secondo e aveva quattro mesi per scriverlo, gli aveva detto la casa editrice, ma le parole sembravano non voler uscire.
"Che dici, Courtney, sarà la pressione che mi mettono addosso questi quattro mesi? È poco, sai, per scrivere un romanzo."
La bambina fece un versetto adorabile e poi lui continuò a scrivere e cancellare. Era mattina e, come al solito, Jungkook era a casa. Arrivò con William in braccio, che aveva appena cambiato.
"Quando li manderete all'asilo nido?"
"Abbiamo deciso di mandarli direttamente all'asilo a tre anni, così possiamo passare più tempo con loro."
"Io li avrei mandati, ma i genitori siete voi, quindi… Comunque, uffa!"
Yoongi sbuffò, chiuse il file e il computer con un colpo secco e poi lo lasciò lì.
"Un altro blocco dello scrittore?"
"Già. Certa gente non ci crede, ma io sì."
"Perché non utilizzi come secondo romanzo quella storia che hai scritto su di noi? Cambi i nomi ed è fatta, non credo che Taehyung avrà qualcosa da ridire in proposito."
"Non è una cattiva idea, anche se dovrò revisionarla e fare editing."
"Chissà quale sarà la loro prima parola" disse Jungkook, pensoso.
Di solito era mamma, ma in quel caso avrebbero dovuto dire papà, giusto?
"Oppure puoi scrivere sui bambini."
"Un giorno potrei lavorare a un sequel di quella storia inserendo anche i piccoli, ma quel momento è ancora lontano."
Il ragazzo riaprì il computer e cercò il file, poi si mise a rileggerlo e ad apporre varie correzioni stilistiche e grammaticali. Tolse il libro dal sito di scrittura amatoriale dove l'aveva messo, perché se fosse stato pubblicato avrebbe dovuto non comparire in rete o sotto altre forme.
"Yoongi, cambi tu il pannolino a Courtney?" disse Jungkook.
Cosa doveva fare lui?
"Perché non lo fai tu?"
"Vado ai fornelli a preparare un caffè."
"Va bene, ma tieni d'occhio William."
Yoongi portò la bambina in bagno, le tolse il body, le tirò su la maglia e le levò i pantaloncini scoprendo il pannolino.
"Bene piccola, fin qui ci siamo."
"Mmm" fece lei e sorrise.
"Sorridi, sorridi, ma non so se sarò in brado di farlo."
I bambini erano in quella casa da tre mesi, ormai Taeyung e Jungkook erano degli esperti nel cambio dei pannolini, per lui era la prima volta.
"Devo staccare le alette, credo" disse.
Parlare ad alta voce gli serviva per orientarsi passo dopo passo.
"Fatto."
Poi tolse il pannolino sporco e, ignorando il tanfo, lo gettò in un cestino con il coperchio lì vicino. Non si mosse di un passo, sapeva che bisognava stare vicini ai bambini quando li si cambiava, perché non erano dei bambolotti e non stavano fermi.
"Yoongi, puliscila dalle parti intime verso l'ano" si raccomandò Jungkook.
"D'accordo, l'avrei fatto comunque, ma perché?"
"Perché in questo modo impedisci la proliferazione dei batteri. Me l'ha detto Taehyung, che di bambini ne sa più di me, visto che sono figlio unico e lui ha una sorella più piccola."
Yoongi ripulì la bambina e le mise il pannolino pulito. Courtney rimase quasi sempre ferma durante il cambio, fu bravissima.
Quando Taehyung tornò a casa per pranzo - sarebbe ritornato al lavoro subito dopo -, i bambini guardarono i genitori per qualche momento ed esclamarono insieme:
"Papà!"
"L'hanno detto davvero?" chiese Jungkook, che non riusciva a crederci.
Era troppo bello per essere vero.
"Sì, Jungkookie, l'hanno detto sul serio" disse Yoongi.
"Oh mio Dio, piccoli miei!"
Taehyung si precipitò ad abbracciarli e a riempirli di baci e Jungkook fece lo stesso, sentendo il cuore battere come impazzito e sorridendo come un ebete, la stessa espressione che appariva sul volto di Taehyung.
"Non credevo sarebbe stato così emozionante" confessò Jungkook all'amico.
"Nemmeno io, è stato bellissimo" disse Taehyung.
"Ora manca solo che camminino ed è fatta" commentò Yoongi.
"Hanno undici mesi, manca poco" osservò Taehyung.
"Sapete che ci sono bambini che saltano il gattonamento e iniziano a camminare subito?" domandò Jungkook. "Ma non è stato il caso dei nostri."
Quando Audrey tornò da scuola e i genitori le dissero ciò che i fratellini avevano fatto, ne fu felicissima.
"Su tesoro," disse Taehyung a Courtney, "di' papà."
"Tata" rispose la piccola, indicando Audrey.
"No amore, papà."
E si indicò.
"Papà!" esplose quest'ultima, con un'esclamazione tanto accorata che anche il fratellino, che giocava tranquillo, lo disse.
"Che bello!" esclamò Audrey.
Quella sera, a letto, la bambina pensò che i suoi fratellini stavano crescendo e lei non era pronta a questo. Li ricordava ancora quando erano venuti a casa, piccoli e spaesati, mentre adesso giravano gattonando senza problemi.
"Ti prego, Signore, fa' che crescano lentamente.”