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Autore: Evil Daughter    27/07/2021    7 recensioni
Durante una festa, Bulma esprime un desiderio. Il Dio Drago la ascolta e poco importa se lei non intendeva sul serio le proprie parole, lui obbedisce.
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Ultimo capitolo pubblicato: 7. NESSUNO TOCCHI LA REGINA. (illustrazione di apertura all'ultimo capitolo: FASTIDIOSA per i fan di Bulma, di Radish, di Vegeta, il capitolo stesso è insopportabile, ve lo sconsiglio.) / Storia illustrata/ PG che aggiungo qui oltre a quelli giù segnalati: Dodoria, Freezer.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nappa, Radish, Vegeta, Zarbon | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Chiedete e vi sarà dato. Ottenete e vi sarà tolto.
 

 
 
 
 
6. Piccola foriera di sciagure.
 
 
 
 

Il cuore pompava nella gabbia toracica gonfio come un pallone, le assordava le orecchie, la costringeva a cedere. Ma lei non doveva fermarsi, non poteva: l’immagine lacerante di Vegeta le guizzava agli occhi in sequenze di flash impazziti e la spingeva in una corsa disperata. Bulma aveva gambe solo per lui.
Stava ripercorrendo gli intricati corridoi in cerca del reparto sei. Gli occhi erano secchi di lacrime. Internamente, pregava di non incontrare Zarbon. E non era convinta del suo piano. Non era una soluzione, non aveva alcuna certezza di riuscita. Ma le servivano braccia forti.
Riconobbe l’accesso alla mensa; non aveva fiato sufficiente a pronunciare una sola vocale della parola aiuto, si fermò un attimo per prendere aria.
Affacciatasi all’ingresso, una luce più intensa le illuminò il volto lattiginoso e sporco di paura. Nonostante, continuava ad essere talmente bella che quasi nessuno finse di non vederla. E lei, sola, priva dell’unica persona che avrebbe potuto proteggerla, si sentiva come un agnello circondato da orde di macellai che bramavano di sgozzarla e prendersi la sua carne.
Avanti, sii coraggiosa.
La stavano fissando tutti, vedeva tante bocche articolarsi ma l’unica voce che percepiva era quella del suo respiro e della propria coscienza. 
Bulma camminò mostrandosi convinta, come se stesse eseguendo gli ordini di qualcuno. Doveva continuare l’inganno.
Si diresse così verso il tavolo che le interessava e trovò chi stava cercando: ubbidienti, Nappa e Radish non si erano mossi da dove Vegeta aveva ordinato loro di rimanere. Era una incoraggiante prova di lealtà. Ma sarebbero stati altrettanto docili con lei? 
 
Quando i due saiyan la videro avvicinarsi senza la compagnia del principe, le loro espressioni divennero automaticamente più aspre. Quella di Nappa soprattutto. Radish non sembrava tanto turbato, perpetrava uno stato di continuo interesse per nulla latente.
Ce la posso fare.
Erano assassini quelli.
Coraggiosa!
«Vegeta…», bisbigliò. E si spense. Non aveva programmato le parole e come non sembrare emotivamente coinvolta. Unita a lui. Non farglielo capire.
Rabberciò i pensieri e l’esposizione per apparire convincente nelle proprie mentite spoglie.
«Il Signor Vegeta... Il vostro capo, lui… Lui ha bisogno di voi... » purtroppo la sua faccia raccontava più dei vagiti trattenuti e della forzata riverenza. Nappa si insospettì e saltò in piedi aumentando spaventosamente l’altezza della sua mole. Diventando una montagna nerboruta che pareva volerle franare addosso.
«Cosa? Cos’ha Vegeta?! Che gli hai fatto?! Perché non è con te?», la aggredì. Bulma non aveva nemmeno pensato al fraintendimento: in fondo, lei era per loro un ostaggio e un potenziale pericolo. Che ne sapevano i saiyan dell’amore che la legava al loro principe e che faceva di lei la loro regina. 
Far ragionare un armadio di muscoli poi era impossibile. Spiegargli un malinteso era peggio che fermare un treno a mani nude.
I presenti rimasero a guardare la scena in silenzio. Quel bestione di Nappa faceva paura a tutti. E il suo vocione tonante accapponava la pelle e rimbombava nella sala come nel petto di ogni astante. Le stava per mettere le mani addosso, le avrebbe frantumato le ossa in un istante e tutti erano pronti a guardare divertiti.
«È stato Zarbon!»
Gridò Bulma, socchiudendo gli occhi e alzando le mani per difendersi.
Nappa si bloccò a poca distanza da lei.
«Zarbon? Spiegati, che c’entra?», apparve subito molto preoccupato, «Lo ha attaccato... Lo ha massacrato! I-io credo che il Signor Vegeta sia in pericolo di vita!»
Il saiyan impallidì. Anche Radish sembrò colpito dalla notizia, ma durò davvero un attimo, dopo, parve farsi prendere da altri pensieri e non smetteva di fissare Bulma.
«Ha bisogno di aiuto!», continuò lei. 
Nappa serrò la mascella. A nessuno scappò un respiro. Stava decidendo se zittire quella cagna o darle retta. Azionò lo scouter: la forza combattiva di Vegeta era crollata a due punti.
«Radish, muoviti! – ordinò arrabbiato – E tu, forza, portaci immediatamente da lui!»
 

 

 Nel presente, sulla Terra.

 
 

«Gohan, quale desiderio hai espresso?», domandò Goku, che si avvicinò al figlio tenendo in mano una gigante porzione di torta nuziale servita su un piatto d’argento troppo piccino per una fetta di quelle dimensioni. Il saiyan aveva obbligato il cameriere ad abbondare, costringendolo a tagliare per lui un pezzo di dolce che comprendeva ciliegina, decorazione in pasta di zucchero e panna laterale.
Intorno, gli invitati avevano ancora lo sguardo rivolto al cielo: chi vedeva Shenron per la prima volta non credeva ai propri occhi. C’era un fastidioso brusio di sottofondo e persino la banda aveva smesso di suonare. 
«In realtà, papà, noi non abbiamo espresso alcun desiderio...», confermò Gohan incredulo.
«Come? Ma io l'ho sentito che diceva di aver esaudito la vostra richiesta!», Goku era convinto di non sbagliarsi.
«Tesoro, tu hai detto qualcosa?», Gohan si rivolse a Videl, pure lei ancora incantata dal drago sparito inspiegabilmente.
A Mr. Satan era caduto il microfono, di stranezze da parte dei parenti acquisiti ne aveva viste parecchie e ormai poteva aspettarsi di tutto, ma un drago enorme uscito fuori da sette palline luminose riusciva comunque a sorprenderlo. Una giornalista gli si avvicinò timida a chiedergli spiegazioni; lui le rispose, a ragion veduta, che si trattava di un trucco di magia, che lo sposo faceva parte di una troupe di circensi e illusionisti professionisti. Sua figlia non avrebbe potuto contraddirlo questa volta. 
«No, mi spiace, io non ho parlato.», disse lei un po’ svociata. Il suo abito da sposa era tinto di rosa antico e le impreziosiva gli intensi occhi indaco e il visetto innamorato.
Gohan si voltò cercando l’unico che poteva risolvere l’enigma. Lo trovò appoggiato ad una palma, sul lato in ombra, nascosto alla luce di una lanterna appesa al tronco della stessa. 
«Piccolo, tu che ne pensi? Solitamente, il drago se ne va dopo aver esaudito i desideri. Ma noi non abbiamo aperto bocca.»
L’espressione del namecciano divenne più seriosa: «Ti confesso, Gohan, che sembra strano pure a me. Come tuo padre, anche io ho sentito Shenron dire di aver esaudito l’ultimo dei desideri rimasto disponibile. Quindi, qualcuno deve averlo fatto al vostro posto.»
«Eeeh?!», Goku balzò avanti ingoiando la torta in un sol boccone: «Piccolo, ma ne sei sicuro?!» sputacchiò, «Se non ti fidi di me, puoi sempre prendere il dragon radar e vedere se questo riesce a localizzare le sfere. Qualora non ci riuscisse, sarebbe corretta la mia teoria. Oppure, qualcuno deve avergli ordinato di andarsene, ma sarebbe impossibile: io stesso ho avvertito Shenron usare la sua magia.»
«... Hai ragione! – esclamò Goku di botto, battendo il pugno in una mano – Con il dragon radar possiamo capire cosa è accaduto! Bene – inspirò profondamente, gonfiò il petto e – Bulma! Bulma, dove sei? Ci serve il radar! Bulma! Qualcuno ha visto Bulma? Non la vedo, Bulma!», cominciò a strillare scatenando un uragano di agitazione.
«Papà, ti prego, abbassa la voce! Non sei al mercato, stai spaventando gli invitati!», Gohan era imbarazzatissimo, i modi spicci del padre continuavano ad essere gli stessi di un bue in una stalla, provò a fermarlo. «Sì, scusa, farò piano», gli rispose lui sorridendo, ma passò dal gridare all'andare a chiedere direttamente ad ogni presente alla festa.
 
Dopo trenta minuti di pungolanti ricerche che un Gohan in estremo disagio non poté arrestare: «Niente, nessuno sa dirmi dove si è cacciata, sembra essere scomparsa», disse Goku sconsolato. Non immaginava quanto potesse essere vera quella considerazione. 
«Dai, papà, non preoccuparti, penseremo a Bulma più tardi, non è–», «Nemmeno io la trovo.», arrivò Trunks: «La stavo cercando per chiederle il badge di accesso ai laboratori, volevo far vedere a Goten un’invenzione fighissima, uffa... Ed è sparito anche mio padre.»
Il ragazzino incrociò le braccia dietro la testa, ignaro. Goku invece trattenne una risata e diede una piccola gomitata complice al primogenito, attirandone l’attenzione. Gohan avvicinò l’orecchio verso il padre, era timoroso di ascoltarlo. Goku gli veniva incontro con la mano a coprire il tono della voce e un’espressione furba che non prometteva nulla di buono. Infatti, fece un discorso neanche troppo sussurrato: «Hai sentito che ha detto Trunks? Ora sappiamo perché non la troviamo da nessuna parte: chi se lo aspettava dal vecchio Vegeta! E così ancora ci danno dentro, eh!»
«Papà, mi stai veramente, veramente, facendo vergognare.»
«Ma te li immagini quei due!»
«Goku, scoperto qualcosa?», tornò a domandare Piccolo.
«Eccome! A quanto pare Bulma e Vegeta stanno-», gli venne tappata la bocca con una mano, «Certo Piccolo, appena Bulma ci darà il dragon radar ti faremo sapere. Non preoccuparti.», finì Gohan coprendo con un'ampia risata le mugugnate proteste del padre. 
«Papà, non una parola di più. Quando Bulma tornerà le chiederemo il radar. Adesso, ti prego, sta' zitto! Fammi questo favore, ci stanno guardando tutti!», sibilò il ragazzo fra le labbra strette. Chichi li stava già osservando incollerita.
 
E per le due ore successive, nessuno si occupò più di cercare la bella scienziata e il vecchio Vegeta. 
 
 
 
 
Di nuovo su F. Zero Uno. 
 
 
 
Nappa premette le dita contro il collo, all'altezza della vena giugulare. 
«È vivo, dobbiamo portarlo al reparto medico.»
Si prese cura lui di Vegeta, lo sollevò stando attento a non muoverlo bruscamente; le sue mani erano più degne di toccare il principe rispetto a quelle di Radish, che si limitò a seguirlo costringendo però Bulma a camminargli avanti, in mezzo a loro. Forse, temevano potesse pensare di scappare. Ed anche se lei non li gradiva, per quanto rasentasse il paradosso, stare con loro adesso era più sicuro che rimanere sola e rischiare di essere scoperta da Zarbon o da qualche altra carogna pericolosa.
«Questo lo prendo io», gracchiò Radish, togliendo a Bulma lo scouter di Vegeta da lei precedentemente raccolto. Quel saiyan si muoveva in modo sospetto nei suoi confronti, le dava l’impressione di essere persino più subdolo e cattivo di Nappa, il quale continuava ad avanzare senza degnarli di attenzione. E ad ogni passo pesante che il gigante saiyan compiva, la testa di Vegeta ballonzolava esanime. Bulma provava a distogliere lo sguardo, tuttavia, era difficile evitare di seguire il sangue sgocciolare a terra. Ed era ciò che però la distraeva dall'accorgersi di come Radish stava perseguitando con gli occhi la sua esile schiena.
 
All'area medica arrivarono in breve tempo. Entrando, Bulma vide quello che sembrava essere un enorme laboratorio... Una sala operatoria degli orrori, per meglio definirla. Alcuni, con un mantello bianco sotto l'armatura a camuffarli da dottori, stavano operando proprio in quel momento per impiantare protesi meccaniche al poveraccio che gridava loro di fermarsi.
E se lo avessero fatto anche a Vegeta? Come avrebbe potuto Bulma impedirlo?
Fortunatamente, Nappa andò oltre e varcò un'altra porta accedendo in una sala ampia come la precedente ma occupata da una decina di particolari macchinari. In due di questi vi erano dentro degli alieni completamente immersi in un liquido verde e attaccati ad un tubo che garantiva loro la respirazione.
Un mostriciattolo tarchiato venne fuori ad accoglierli.
«Prego», disse serpentino. 
«Il Principe Vegeta ha bisogno di essere urgentemente curato nella vasca di rianimazione.», proferì Nappa.
«Fatemi vedere, mettetelo qui», il medico alieno indicò dove sistemarlo. Nappa, con la dovuta accortezza, adagiò Vegeta su un tavolo metallico. Il mostriciattolo gli si avvicinò per visitarlo. In mano, aveva un sottile arnese tagliente.
«Ridotto male, eh. Sì, ha riportato molti danni interni – gli stava tastando la testa ripetendo l'operazione sempre su uno stesso punto – eccolo qui, trovato! Si sta formando un ematoma superficiale piuttosto esteso nella zona occipitale del cranio, se non lo togliamo subito sarà inutile immergerlo nella vasca, il sangue comprimerà il cervello provocando una paralisi e lui morirà nel giro di poche ore.»
Bulma era lì per svenire, aveva bisogno di una sedia. Eppure, doveva continuare fingere che non le importava niente. Sarebbe impazzita, o avrebbe vomitato il precedente pasto scialbo ingurgitato in fretta e furia.
Il medico alzò l'arto che stringeva in mano l'arnese simile ad un bisturi, lei si coprì gli occhi con le mani, e poi, con un'incisione precisa, l'alieno aprì la testa al povero Vegeta.
«Fatto!», commentò il dottore, soddisfatto del proprio operato. Il sangue si espanse sul tavolo grigio e lucente. Tra le dita che ancora le coprivano il viso, Bulma lo osservò scurissimo e vermiglio allargarsi sotto la cute di Vegeta.
I due saiyan non si erano intromessi, lo avevano lasciato fare, evidentemente si fidavano molto di quel tipo.
La ferita venne ricucita in pochi secondi.
«Toglietegli l'armatura, nel frattempo io andrò a preparare la medical machine.»
Nappa e Radish si mossero eseguendo quanto detto dal dottore.
«Tu leva guanti e stivali, io mi preoccupo dell’armatura», suggerì Nappa.
Vegeta venne denudato sotto gli occhi di Bulma. Nessuno le impedì di vedere, ma la obbligarono a stare ferma e a distanza.
Ora che Vegeta non indossava più la battle suit, i danni alle ossa erano evidenti ed impressionanti. Bulma si chiese se non fosse la prima volta che ciò accadeva, se in passato quel mostro di Zarbon avesse spesso massacrato e ridotto in fin di vita il suo amore. O chissà quali altre infernali torture egli aveva dovuto subire durante la sua passata esistenza.
 
«La vasca è pronta.», esordì il medico tornando da loro. Nappa sollevò nuovamente Vegeta e lo sistemò all'interno della medical machine, il dottore pensò ad attaccare gli elettrodi e la maschera per respirare. Calato il vetro, l'acqua miracolosa lo sommerse completamente in circa un minuto e mezzo.
 
Bulma trattenne il pianto, ce l'aveva fatta.
 
 
«Impiegherà mezz'ora a farlo tornare cosciente, un'ora a rimetterlo a nuovo. Potete attendere qui se volete.»
 
Nappa ringraziò il dottore e con un cenno della mano fece intendere a Radish di avvicinarsi, i due si scambiarono parole che Bulma non riuscì a comprendere. Successivamente, si rivolsero entrambi a lei: «Bambolina, senza di te probabilmente Vegeta sarebbe morto e te ne siamo addirittura grati, ma devi raccontarci bene tutta la storia – era Nappa che stava parlando – perché ci sembra molto strano che a te, Zarbon non abbia fatto nulla e non ti abbia portata via con sé.»
Praticamente, l'aveva messa all’angolo in quattro parole.
Che mi invento? Non posso rivelare che Vegeta mi ha nascosta ed è stato ridotto così per salvarmi. Sono in un pasticcio enorme!
«Non farci perdere tempo, femmina di Yardrat
Non le piacque l’alone di spregio sul suo sesso: femmina, nessuno le si era mai rivolto così. Radish la disgustava.
Se dicessi che Zarbon è venuto apposta per un regolamento di conti con Vegeta non mi crederebbero.
«Be’, se continui a non aprire bocca, potremmo iniziare a pensare che tu abbia compromesso le abilità di Vegeta o che magari sei stata proprio tu ad attaccar-.», «Radish non dire sciocchezze! – Nappa intervenne – Il nostro principe non ha eguali e non si farebbe mai ridurre così da una ragazzina!»
Il fratello di Kakaroth si morse la lingua, detestava essere rimproverato. Ma Nappa era suo superiore e lui non poté che zittirsi pieno di livore.
«Tornando a te, bellezza, se scopro che anche solo il cinque percento della colpa è tua, te la farò pagare. Vegeta ci ha messi in guardia dalle tue capacità, ma noi siamo certamente più furbi di te. E dopo di lui io sono il numero uno.» 
Nappa aveva rincarato la dose e la boria.
Non avrei scampo anche se tu fossi l’ultimo di una lunga lista. Se scoprono che non ho alcun potere mi uccideranno.
Poi, lo scouter di Nappa ricevette provvidenzialmente una nuova comunicazione:
 
"Cari saiyan, io e il vostro principe ci siamo chiariti poco fa, lo troverete nel corridoio nove. Se non lo avete già fatto andatelo a recuperare prima che ci lasci le penne. E per te, Nappa, sei convocato nel mio reparto, da solo, c'è una nuova missione, ti riferirò ogni dettaglio e spero sarai più ubbidiente del tuo principe. A tra poco."
 
Dio, ti ringrazio!
 
Era evidente come questo scagionasse Bulma dalle perfide supposizioni dei due saiyan. Nappa però le rifilò lo stesso un’occhiataccia, il mistero attorno a quella piccola foriera di sciagure per lui non era del tutto risolto.
«Quindi, che facciamo?», chiese Radish annoiato.
«Io vado a vedere di che si tratta. Tu resti qui.»
«E lei?»
Nappa tornò a Bulma, fece una smorfia e rispose di malavoglia: «Fa' che non provi a fuggire. Se ci sta fregando lo scopriremo presto, quando Vegeta riaprirà gli occhi. Ci vediamo dopo.»
 
«Sentito, carina? – si rivolse Radish a Bulma – Devo tenerti d’occhio.» e le elargì un sorriso largo a sufficienza da farle intuire l’empietà che sotto ci abbondava.
 
Semmai, quando Vegeta aprirà gli occhi sarà lui a farvela vedere.

 

 
 Continua…
 
Note: era abbastanza ovvio che Bulma andasse a chiedere aiuto a quei due.
E ora poverina l’ho lasciata sola con Radish. Per i fan di questo personaggio, e soprattuto per Teo che gli ha dato un profilo nuovo, buono e profondo che io già confermo dal poco che ho letto ( e che tra l'altro ringrazio infinitamente per aver pubblicato un mio disegno nel capitolo 4 fatto per il suo racconto nella sua ultima Lazuli in Wonderland); non odiatemi se da lui, Radish, sto tirando fuori un essere sgradevole e… va be’ non posso dirvelo, scoprirete nel prossimo capitolo.
Per il reparto medico, visto quanto fatto a Freezer al suo ritorno sulla Terra, immagino abbiano già tecnolgia per creare protesi meccaniche e cyborg.
Intanto, sulla Terra, nel presente, stanno iniziando ad accorgersi che qualcosa è accaduto. A proposito, Goku un po’ “sconcio” l’ho preso dagli ultimi volumi del manga di Tori’, secondo me, proponendo a Kaioshin il Sommo il seno e il sedere di una donna, non le foto, quelle vengono dopo, l’eroe ha perso tutta la sua “innocenza”. Ma la semplicità con cui Goku coinvolge Gohan, prima ad offrire al vecchio di palpare Videl e dopo Bulma, resta comunque pulita. In fondo è una molestia fatta a fin di bene, per salvare l’universo, no?  
Spero che il capitolo vi abbia lasciati con un po’ di curiosità, e che il disegno di Radish vi piaccia.
Ringrazio tutti i lettori, chi custodisce la storia fra le liste di preferite, ricordate e seguite e chiunque voglia continuare a scrivermi o iniziare a scrivermi. Il vostro sostegno è importantissimo. Mi scuso ancora per l’attesa in cui vi ho messi, ma per molti giorni ho avuto la testa da un’altra parte e tutt’ora mi sento vuota.
Grazie a tutti.
 
Metto qui sotto la mia pagina autore con link diretto se siete curiosi di leggere qual’altro di mio.
EVIL DAUGHTER PAGINA AUTORE LINK.
   
 
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