Vegeta-Sej
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Capitolo 23 – A volte ritornano
*
Una schiava ondeggiava verso il suo sovrano con un cuscino di velluto tra
le mani con sopra una corona d’oro dalle forme di foglia.
Re Vegeta poggiò sulla testa una tiara, simbolo del suo potere e di quello
che rappresentava su quel pianeta.
Un sovrano.
E come un sovrano doveva guidare il suo popolo, ma per farlo, aveva bisogno
di un alleato e di una persona fidata al suo fianco, e quella persona
rispondeva al nome di Saiyla.
Non suo figlio Vegeta, che aveva osato tradirlo e insediarsi sul pianeta
Terra mescolando il suo regale seme con quella plebaglia e gente di infimo
livello.
Indossò anche il mantello rosso e si avviò verso l’arena.
Anche Bardack si vestì in modo più consono per
presenziare ad una cerimonia al fianco del re, aveva tolto i polsini rossi che
lo caratterizzavano e indossato anch’esso un mantello nero, sulla sua armatura
venne inciso il simbolo della casata reale.
“E’ tutto pronto, mio signore” Bardack gli fece
una riverenza spostando il drappo rosso pesante e rivelando un’arena stracolma
di gente, molta dei quali, quella arrivata in ritardo, dovettero rimanere in
piedi.
C’era confusione, schiamazzi e urla che cessarono appena il sovrano varcò
la soglia dell’ingresso per prendere posto sul suo balcone.
Silenzio.
Re Vegeta si schiarì la voce.
“Amici!” Iniziò il suo discorso “…questa sera riporteremo tra di noi una
nostra amica. Fate entrare la vergine!”
Indicò il posto da dove sarebbe entrata acclamata dalla folla.
Al centro dell’arena era stato allestito un altare sacrificale.
Ai piedi era stato posizionato il corpo di Saiyla
coperto da un lenzuolo di lino bianco che ondeggiava a causa di una leggera
brezza.
Goku entrò nell’arena con in braccio la piccola Pan alzata sopra la sua
testa, e nonostante la posizione dormiva beatamente ignara del funesto destino
che la stava attendendo.
Avanzò fino ad arrivare all’altare e posizionare il corpicino seminudo
accanto a quello di Saiyla ed infine Goku prese il
pugnale argentato che era stato precedentemente adagiato su un cuscino di
velluto nero.
*
Vegeta illustrò il piano a tutti i presenti, e come volevasi dimostrare,
c’era chi non era affatto d’accordo e che voleva portare via la piccola Pan da
quella stanza seduta stante e affrontare Re Vegeta e il suo esercito saiyan, anche Goku se fosse stato necessario.
Pan non doveva fare le spese per tutta quella situazione assurda.
“La mia nipotina non farà da cavia e non verrà sacrificata da nessuno!”
Sbraitò Chichi la quale non aveva nessuna intenzione
di attenersi al piano, non se ne sarebbe stata con le mani in mano sapendo che
sua nipote fosse in pericolo.
“Gohan dì qualcosa tu!” Continuò tirando la
corazza del figlio cercando approvazione da parte sua, del resto era sempre suo
padre.
“L’idea non mi piace, ma se Vegeta dice di fare così, allora noi ci
atterremo al piano.”
“E se le cose dovessero andare male?” Incalzò Videl
“…io non voglio vedere mia figlia che…” Non riuscì a continuare perché le
lacrime iniziarono a rigarle il volto e anche perché l’idea di vedere sua
figlia perire senza che lei o Gohan, oppure altri
potessero muovere un dito non poteva accettarlo.
“Non morirà…la salveremo prima. La prenderò io se le cose si dovessero
mettere male” Abbracciò sua moglie e le baciò la fronte mentre annuiva a Vegeta
non molto convinto.
A Gohan iniziò a battere forte il cuore, sperava
che il piano del principe dei saiyan non si rivelasse
un buco enorme nell’acqua.
“C’è solo un problema, e grosso direi!” Intervenne Radish.
Tutti si girarono verso di lui attendendo che parlasse.
“Io non posso venire e di conseguenza partecipare all’operazione.” Sembrò
quasi rammaricato.
“Perché?” Chiese Gohan inarcando un sopracciglio.
Radish indicò la coda “Ci sarà luna piena stanotte e….ahio!!! Che male!!!” Urlò di dolore voltandosi verso Vegeta
che brandiva la coda di scimmia appena strappata e che si muoveva ancora.
“Problema risolto! Ora andiamo!” Ordinò spicciolo “…e ricordatevi: nessuno
muova un muscolo, dovete aspettare un mio preciso ordine e potremo attaccare!”
Tutti lasciarono la stanza tranne Radish si stava
ancora massaggiando la parte lesa.
Vegeta gli urlò dal corridoio di sbrigarsi o lo avrebbe fatto fuori
all’istante.
“Stronzo!” Grugnì a denti stretti mentre si tamponava con un lenzuolo il
vuoto lasciato dalla coda imbrattandolo di sangue, e quando vide che non ne
sgorgava più mise un piede davanti.
Radish barcollò un po' e appoggiò le mani alla parete per non cadere, la perdita
della coda lo aveva destabilizzato.
“Ma sei ancora lì?” Gli domandò tornando indietro. “Muoviti, non abbiamo
tutta la notte!”
“Che cazzo Vegeta! Avresti potuto avvertirmi!”
“Non me lo avresti permesso…e comunque non ti devo spiegazioni”
“Non ti devo spiegazioni” Scimmiottò mentre era voltato.
“Hai detto qualcosa?” Vegeta si girò di scatto.
Radish mise le mani avanti agitandole “No no, niente. Te lo sarai immaginato.”
Il principe non ne era molto convinto però e gli lanciò un’occhiata torva.
*
Bulma e Yamcha stavano cercando la navicella perfetta
per il viaggio di ritorno.
Il terrestre le stava davanti per proteggerla da eventuali guardie che
tenevano d’occhio l’area.
Si mossero furtivi da una monoposto all’altra cercando di non farsi vedere.
Yamcha fermò l’amica che si stava lanciando di corsa verso una navicella più
grande, appena sentì delle voci.
La zittì mettendole un dito sulle labbra prima che potesse protestare.
“Shhh…”
E non appena le due guardie che ciarlavano sulle ultime conquiste in fatto
di donne si dileguarono, i due furfanti presero l’occasione per nascondersi
dietro l’ennesima navetta.
Bulma schiacciò il pulsante verde che simboleggiava una freccia rivolta verso
l’alto aprendo il portellone principale.
Entrarono sempre in modo furtivo evitando di accendere le luci per non
farsi scoprire, ci avrebbe pensato la luna ad illuminare il loro cammino al suo
interno.
“E così aspetti un altro bambino” Iniziò Yamcha
con una punta di rammarico.
“Si, l’ho scoperto qui” Confermò “…e forse è stato per la mia condizione
che non mi hanno fatto fare la fine di Trunks e gli altri.” Bulma
premette un pulsante giusto per capire da quale parte della navicella si
stavano trovando, e dal rumore che proveniva all’interno della stanza
sembravano fossero i motori.
“Naa…acqua. Dobbiamo andare dalla parte opposta”
Disse voltandosi sbattendo contro l’ex fidanzato. “Ti puoi spostare per
favore?” Chiese irritata cercando di passare, ma trovandosi davanti ad un muro
che non accennava a cadere.
Yamcha la prese per i polsi.
“Lasciami” Gli ordinò.
“No, finchè non risponderai ad una mia domanda.”
“Q-quale domanda?” Biascicò nervosa.
“Perché hai scelto lui al posto mio?”
Bulma strabuzzò gli occhi, era incredibile come non avesse ancora del tutto
superato la loro rottura nonostante gli anni passati.
Deglutì il nulla anche perché di questo argomento ne avevano parlato
abbondantemente a suo tempo e sembrava che Yamcha
avesse accetto la cosa, con riluttanza ovviamente, ma evidentemente non era
così, e il fatto che Bulma lo avesse lasciato per
Vegeta, un mercenario, un assassino, lo mandava ancora fuori di testa e senza
nessuna consolazione.
“Non sono cose che ti riguardano.” Gli rispose seccata in quanto
quell’argomento era già stato oggetto di discussione
Ma il terrestre non era ancora riuscito a chiudere definitivamente il
capitolo con lei, nonostante comunque nel corso di quegli anni era riuscito ad
intrattenersi con altre donne, ma erano storielle di poco conto in confronto a Bulma, l’unica donna che era riuscito ad amare e anche
l’unica che era riuscito a deludere più di tutte.
“Mi riguardano eccome” Continuò convinto.
Bulma doveva rispondergli altrimenti non se lo sarebbe tolto dai piedi
intralciandola nell’unico compito assegnatale dal marito, e se avesse fallito
poi Vegeta se la sarebbe presa con lei e disintegrato lui, doveva assolutamente
impedirgli di farlo arrabbiare.
“Senti Yamcha…non credere che tutto quello che
c’è stato tra di noi fosse una farsa o che non gli abbia dato importanza, ma è
finita, si vede che doveva andare così.” Fece spallucce.
Ma al terrestre non bastava quella spiegazione, non le aveva confessato
niente di quello che sapeva già.
“No, non posso accettarlo. Dimmi la verità…te lo sbattevi quando io non
c’ero?”
Bulma strabuzzò gli occhi e la mano aperta contro la sua guancia partì in
automatico.
“Non ti azzardare a darmi della poco di buono” Gli puntò un dito nel petto
e Yamcha potè vedere del
fuoco nei suoi occhi e sarebbe stata pronta da un momento all’altro ad
incenerirlo.
“N-non era mia intenzione. Sai che non lo farei mai.” Si portò sulla
difensiva pentendosi di averle posto quella domanda così stupida.
“E allora per favore non tirare più fuori questo argomento, per me è morto
e sepolto, ho voltato pagina. E non voglio più pensare al passato e piangermi
addosso. Con i ma e con i se non si va da nessuna parte Yamcha. Facciamo scelte. E ad ogni scelta comporta una
conseguenza. Ci possono piacere o meno, ma se le abbiamo prese significava che
in quel momento andava bene così.”
Ancora una volta Bulma aveva dimostrato di essere
più matura di lui, e a Yamcha non restò altro che
lasciarla andare.
Nuovamente.
“Scusami.” Le disse abbassando lo sguardo.
“Meglio che ci sbrighiamo a trovare la cabina di pilotaggio e rifornire
questa navicella.” Bulma cambiò discorso e si avviò
verso l’uscita con un groppo in gola, del resto ricordare il passato non era
stato molto piacevole, soprattutto dopo aver rivissuto per una frazione di
secondo la delusione provata dopo la negazione ad una proposta di matrimonio
partita da lei.
*
Non era stato difficile per nessuno arrivare all’arena, anche se avevano
dovuto correre e per chi non riusciva a tenere il passo dei saiyan
era stato aiutato da chi poteva.
Si muovevano furtivamente tra la boscaglia per non essere visti e dopo
essere arrivati a destinazione si guardarono attorno con circospezione.
Stranamente non c’era nessuna guardia ai cancelli, come se si fossero
dimenticati che Vegeta, Radish e Bulma
non si trovavano più nelle segrete del castello, ma che erano a piede libero e
scorrazzavano liberi nel pianeta.
Bardack aveva chiesto a Re Vegeta che cosa intendesse fare con i loro figli dopo
quel tradimento, ma lui sembrava fare orecchie da mercante e non essere più in
grado di pensare lucidamente dopo che Saiyla era
morta in quel modo stupido.
“Ci penserà Goku a tutti e due” Aveva risposto in maniera molto blanda e
non convincendo affatto il capitano.
I traditori si arrampicarono sulla parete scoscesa dello stadio.
Mai si era aggrappata a Trunks invece Chichi era
stata portata da Gohan, doveva assolutamente vedere
con i suoi occhi suo marito, non le importava del piano di Vegeta, sarebbe
andata personalmente dove si trovava in quel preciso momento e preso a sberle
come meritava.
Ma non si sarebbe, mai e poi mai, di vederlo al centro dell’arena mentre
posa il corpicino avvolto da un telo bianco su un cuscino sull’altare.
Lo avrebbe fatto lui.
Lui e solo lui sarebbe stato il carnefice della sua nipotina.
*
La luna alta
nel cielo, uno spettacolo unico e raro.
Un vagito.
Un altro
ancora più forte.
Il battito
del cuore che accelera sempre di più.
Una lama che
affonda decisa nel petto.
*
Continua
*
Angolo
autrice: Ciaoooo!!! Allora che ne dite di questo
capitolo? Spero abbiate apprezzato il momento Bulma e
Yamcha anche se non sono la mia coppia preferita…e
comunque ho voluto fare un piccolo spoiler sulla mia prossima long.
Non credo che Yamcha abbia mai tradito Bulma, anche se è la scusa più gettonata per quanto
riguarda questo fandom, io penso invece che sia stato proprio perché Yamcha non era pronto a qualcosa di più serio, infatti
Mirai Trunks dice a Goku che il terrestre era immaturo e che era per questo che
sua madre lo ha lasciato, ed è stato in quel momento che si è interessato a suo
padre.
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Con l’occasione vi annuncio che dalla prossima settimana aggiornerò due
volte, il martedì e venerdì. Ed ho aggiornato oggi invece di domani perché non
credo riuscirò a mettermi al pc. Un abbraccio forte forte.
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Erika
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Prossimo capitolo: Il risveglio