Vegeta-Sej
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Capitolo 24 – Il risveglio
*
I terrestri osservavano i movimenti di Goku attoniti.
Videl aveva affondato la testa dentro il petto del marito per soffocare i
singhiozzi, non poteva vedere sua figlia morire, non in quel modo e non per
mano di suo suocero.
Chichi aveva avuto un mancamento appena Goku aveva issato il pugnale al cielo ed
era stata sorretta da un Goten furibondo, ma incapace
anche lui di muoversi.
Sembrava che gli occhi di Vegeta emanassero una sorta di potere speciale
che aveva letteralmente paralizzato i presenti e anche chi effettivamente
poteva fare qualcosa, perché di sicuro non gli sarebbe stato difficoltoso
fronteggiare quelle nullità in loro confronto, dovettero assistere inermi.
I denti stridevano e le lacrime avevano iniziato a rigargli il volto.
“Perché papà?”
Non poteva credere che suo padre fosse capace di questo, nemmeno sotto
incantesimo.
Amava la sua famiglia.
Amava Pan.
Ma Vegeta era stato chiaro, nessuno si doveva muovere per nessun motivo
finché non lo avesse deciso lui.
Tutti i terrestri si schermarono gli occhi, non avrebbero potuto essere
testimoni di tanta barbarie nei confronti di una bambina innocente.
Vegeta alzò il labbro superiore in un ghigno soddisfatto non appena la lama
del pugnale andò a conficcarsi nel petto duro di Saiyla
e non in quello di Pan.
Aveva visto anche gli occhi di Goku animarsi non appena l’ultima nata in
casa di Kakaroth aveva emesso il suo pianto, destando
il nonno dal suo incantesimo, come se quel vagito aveva il potere di scaturire
il risveglio da sogni o incantesimi potenti.
Vegeta aveva appena vinto.
Saiyla perso.
Non sarebbe più tornata a dar fastidio e ad annebbiare la mente di suo
padre, fin troppo corrotta dal suo comportamento megalomane.
Questa era una certezza bella e buona, ora con Kakaroth
dalla sua parte, la sua famiglia e amici più cari liberi, non c’era più niente
che lo intrattenesse su quel pianeta che gli aveva dato i natali.
Avrebbe anche potuto combattere contro il suo stesso popolo e danneggiare
quella stella che non gli apparteneva più, da tempo.
La Terra era diventata la sua casa.
Il principe dei saiyan fece la sua entrata in
scena incenerendo con un ki-blast il corpo della
megera lasciandolo bruciare tra le fiamme infernali, immaginandosela ora che si
contorceva dal dolore.
“NOOOOOO!” Fu l’urlo disperato del Re che si alzò alto nel cielo facendolo
echeggiare in tutta la valle.
Poi guardò in direzione del colpo.
Suo figlio.
Braccia conserte e portamento fiero.
E non era solo, era riuscito a liberare tutti i terrestri dalla loro
trappola e rimetterli in sesto in men che non si dica.
Come aveva fatto?
Questa era la domanda che lo stava tormentando in quel preciso momento.
*
“Arrenditi, padre. Hai perso!”
“No, non è arrivato il momento…” Mormorò Re Vegeta volgendo uno sguardo al
figlio, aveva ancora un asso nella manica e non si sarebbe fatto problemi ad
utilizzarlo anche contro la sua stessa prole.
Ma se il figlio in questione andava contro i suoi stessi principi tutto era
lecito.
Ora che Re Vegeta era in vita e i nemici sconfitti, era determinato più che
mai a riportare il popolo saiyan in auge come ai
vecchi tempi prima dell’arrivo di Freezer.
E se questo significava farlo senza suo figlio allora che così sia.
“Noi ora ce ne andremo di qui e guai se sentirò ancora parlare di voi.”
Stava rinnegando il suo stesso popolo, le sue origini e questo a Re Vegeta
proprio non andava giù.
Che ne era stato del principe sanguinario?
Di quello temuto in ogni angolo della galassia?
“E secondo te vi lascio andare così? Avete una cosa che noi vogliamo…quindi
non ve ne andrete di qui finché noi non l’otterremo.”
Vegeta digrignò i denti “Se è la guerra che vuoi, allora guerra sia.”
Si scagliò contro suo padre senza dargli l’occasione di controbattere le
sue parole.
Re Vegeta incrociò le braccia al petto nel tentativo di difendersi da colui
che aveva messo al mondo da calci e pugni scagliati con una violenza tale da
far quasi fatica a tenere il passo.
Indietreggiava sempre di più mentre Vegeta avanzava e più lo faceva e più
aumentava l’intensità dei colpi.
La luna blu schermata dalle nuvole d’un tratto apparì alta nel cielo
illuminando i volti dei presenti che iniziarono ad ammirarla avvertendo un
senso di nausea e una forte cefalea che li costrinse a tenersi la testa tra le
mani mentre lunghi lamenti si propagavano per tutta la valle.
Anche Bardack aveva avvertito la stessa cosa e Radish quando se ne accorse si avvicinò a lui.
“Padre! Che ti succede?” Chiese apprensivo senza ottenere risposta.
Bardack era riuscito ad aprire un occhio e ansimando notò che al figlio maggiore
mancava la coda e che la parte delle gambe che era rimasta scoperta era
ricoperta di sangue rappreso.
Qualcuno doveva avergliela strappata, non c’era altra spiegazione.
“La…la tua coda!” Alzò una mano a fatica.
“E’ stato Vegeta, voleva evitare che mi trasformassi.”
“Ba-bastardo!” Biascicò.
Radish negò con il capo “Lo ha fatto per il mio bene, perché non diventassi uno
scimmione senza alcun controllo, non avevo i vostri bracciali protettivi…ma…ma
da quel che vedo non è che vi proteggono tanto, sai?” Incurvò il labbro
superiore in segno di disprezzo.
Ma fu quando iniziò ad intravedere della peluria marrone che andava e
veniva come una luce ad intermittenza, che Radish
prese la barbara decisone di privare suo padre della coda.
Un gesto secco che provocò molto dolore a Bardack.
“Dimmi ti sei forse ammattito?” Non era d’accordo con quella presa di
posizione.
“L’ho fatto per il tuo bene!”
“Da quando sei diventato un sentimentalista? Forse la vicinanza a Vegeta ti
ha fatto uscire di senno?”
“No. Sto solo cercando di salvare il mio popolo.”
“Strappandoci il simbolo che ci contraddistingue?”
Radish sospirò, suo padre non aveva ancora capito niente.
“Svegliati! Re Vegeta vi sta portando ad un suicidio di massa…”
Bardack strabuzzò gli occhi “Che cazzo stai dicendo?”
“Questi bracciali impediscono la trasformazione in Oozaru,
ma non hanno calcolato che si può anche impedire lo sviluppo del corpo, ma non
del cervello…non del cervello.” Sottolineò quell’ultima frase scandendola in
maniera chiara e parola per parola perché suo padre capisse bene il loro
significato.
“In pratica il cervello s’ingrandisce ma la testa no. Questo significa
che…”
Radish annuì con il capo “Esatto…le teste dei presenti scoppieranno come
palloncini ad una festa rilasciando nell’aria i coriandoli” Imitò
successivamente il gesto aggiungendo anche il rumore di uno scoppio.
Bardack storse il naso davanti alla scena macabra che gli si sarebbe presentata
davanti.
“Dobbiamo fare togliere i bracciali a tutti.”
*
La prima cosa da fare era allontanare i terrestri dal campo di battaglia,
soprattutto quelli più deboli e portare via di là anche la piccola Pan che ora
dormiva beatamente tra le braccia del nonno, il quale si stava chiedendo che
cosa ci facesse vestito in quel modo strano e alquanto orrendo invece della sua
solita tuta arancio comoda e che sa di casa, sopra un altare con sua nipote
dormiente in braccio e il corpo di Saiyla lì vicino.
Macabro, molto macabro.
Guardò in alto in direzione del combattimento tra Re Vegeta e il principe,
poi si voltò quando sentì le urla dei suoi figli chiamarlo a gran voce.
Si alzò in volo per riportare Pan dai suoi genitori e cercare di capire
dagli altri che cosa stava succedendo.
“Goku…sei veramente tu?” Chiese Chichi con un
filo di voce dopo essere rinvenuta.
“Si, tesoro, sono io.”
Chichi dopo avergli accarezzato una gota svenne nuovamente, lo shock era stato
troppo forte e doveva ancora smaltire la terribile immagine di lui con quel
pugnale in mano.
“Non lo sappiamo con certezza…” Cercò di spiegare Gohan
“…Vegeta si è scagliato contro suo padre, Radish è
andato dal nonno…” Perché quella parola d’un tratto iniziò a suonare strano?
“…e sembra stiano tutti impazzendo da quando è apparsa quella strana luna blu.”
A Gohan era stata raccontata la storia dell’Ozaru, ovvero del saiyan che si
trasformava in scimmia quando la luna piena appariva alta nel cielo, ma per sua
fortuna non lo aveva mai visto avverarsi e per lui quella si poteva benissimo
considerare una leggenda bella e buona, cosa che invece non potevano di certo
dire Crilin e Tensing che
stavano assistendo alla pseudo trasformazione rabbrividendo.
Immaginavano già un centinaio di scimmie impazzite distruggere tutto quello
che gli capitava a tiro, dovevano assolutamente andarsene di lì.
“P-presto, recuperiamo Vegeta e andiamocene di qui” Balbettò il pelato
sbiancando.
“Ehi! Un momento...Bulma dov’è?” Goku non si era
nemmeno preso la briga di chiedere al gruppo di terrestre che cosa ci facessero
lì sul pianeta Vegeta e sul come fossero riusciti ad arrivarci in così poco
tempo.
L’ultima cosa che ricordava era la sua amica ricoperta di sangue in quel
corridoio che gli diceva di andare avanti e che presto l’avrebbe raggiunto.
Poi da lì il buio più totale.
“Santo cielo! Sei così scemo che neanche ti sei accorto della nostra
presenza.” Berciò acida l’algida cyborg facendo sfarfallare
le ciglia a Goku che guardò ad uno ad uno le persone presenti.
“Ahahah! Non ci ho fatto caso!” Esclamò sorpreso
constatando che effettivamente non dovevano essere lì.
“Piantatela. Ci ha dato un passaggio Lord Beerus.
Bulma e Yamcha sono alla
base alla ricerca di una navicella che ci porterà via di qui.” Spiegò Tensing spicciolo.
“E ora dov’è Lord Beerus?”
“In letargo, o almeno così aveva detto Whis.”
Disse Crilin.
“Urca! Beato lui, un pisolino ci vorrebbe anche a me!” Sbadigliò
stiracchiandosi “…ma non è il momento, dobbiamo pensare ad altro. Forza…Goten, Trunks e Videl, portate va
di qui Mai, Chichi e Pan…” Ordinò ai piccoli e alla
nuora che protestarono.
“Ma perché sempre noi?”
“Obbedite!” Gli urlò come avrebbe fatto Vegeta e a loro non restò altro da
fare che eseguire l’ordine anche se controvoglia.
*
“Sei un folle se pensi che vincerai. O mi lasci andare e nessuno si farà
male o sarà peggio per te!” Ringhiò il principe mentre continuava ad infierire
sul padre.
“O ti allei con me o te ne pentirai amaramente, Vegeta!” Replicò suo padre
emettendo una forza tale da spodestarlo e farlo spostare di qualche metro.
Risplendeva d’oro.
Vegeta iniziò a ridere istericamente trattenendosi la pancia.
“Cos’è vuoi prendermi in giro? Basterebbe un mio schiocco di dita per farti
saltare in aria insieme al tuo bel pianeta!”
“Allora perché non lo fai?” Lo sfidò conoscendone già il motivo, tutti i
suoi amici e affetti più cari si trovavano ancora lì.
“Credi forse che non ne sarei capace?”
“La tua famiglia è ancora qui, e visto che sei diventato uno smidollato non
avresti il coraggio fargli del male. L’aria che si respira sulla Terra ti ha
annebbiato il cervello.”
“Parli proprio tu che sei stato soggiogato da una megera! E ti sei
prostrato ai piedi di un tiranno senza scrupoli.” Quella storia lo divorava
ancora dall’interno e non avrebbe dimenticato molto facilmente l’umiliazione subita.
“L’ho fatto solo per il nostro popolo!!” Re Vegeta gli tirò un pugno in
pieno volto, non era un suo compito giudicare il suo operato.
Il principe si pulì il rivolo di sangue che gli fuoriusciva dal labbro con
la lingua “E dimmi, padre. A che cosa è servito mettersi a novanta? Ha
distrutto lo stesso il nostro popolo.”
“Si, ma ora abbiamo il modo di rimediare. Con te e Kakaroth
riusciremo a portare in alto nuovamente il nome dei saiyan.”
“Mai!”
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“Vegetaaaa!!! Devono togliere i bracciali!” Gli
urlò Radish mentre soccorreva il primo saiyan.
“Così ci ritroveremo degli scimmioni impazziti.”
“NOOO! Per una volta vuoi ascoltarmi?”
Vegeta notò che Bardack non aveva più la coda
come il cappellone.
“Moriranno…i bracciali impediscono la trasformazione…gli scoppierà il
cervello!”
*
Continua
*
Angolo
autrice: Buongiorno a tutti e buon inizio settimana, come promesso questa settimana
vi allieterò con la pubblicazione di ben due capitoli, ormai siamo agli
sgoccioli e voglio andare in vacanza senza lasciare questa storia in sospeso.
Come sempre ringrazio chi arriva a leggere fino alla fine e chi mi lascia
sempre un suo parere, ma ringrazio anche chi preferisce rimanere in silenzio.
Vi mando un forte abbraccio.
Erika
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Prossimo capitolo: Fine di un’era?