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Autore: Khailea    29/07/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
Stando al navigatore il punto segnato dalla lettera era a quasi due ore di autobus da lì, e quattro a piedi, eppure l’idea di doversene stare seduto per tutto il tempo tormentava Jack al punto che preferì mettesi a correre con tutto il fiato aveva in corpo.
Aveva già superato la scuola e distanziato il resto del gruppo, tenendo gli occhi fissi sul cellulare per non perdere la strada.
Un milione di domande ed emozioni gli affollavano la mente; chi aveva preso Daimonas? Perché? Cosa voleva ottenere? E come gliel’avrebbe fatta pagare?
La sua rabbia aveva già ideato un paio di cosette, ma aveva bisogno prima di raggiungerlo. La paura invece gli urlava ormai era troppo tardi, e che a prescindere il ragazzo non lo avrebbe più voluto con sé per essere stato un incapace a difenderlo.
Se non fosse stato per quella lettera probabilmente non lo avrebbero mai trovato, era una zona abbandonata ed impensabile, lontanissima dalla scuola.
Gli altri avevano ragione, avevano solo sprecato tempo.
Stringendo i pugni quasi a conficcarsi le unghie nella carne il ragazzo si sentì quasi sopraffatto da questi timori, quando improvvisamente sentì il rumore di una motocicletta alle sue spalle e qualcuno tirarlo per il collo.
Nel giro di un secondo era in sella al bolide, che sfrecciava a tutto gas, con davanti a sé una figura sottile nascosta dietro un casco nero.
-Tieniti forte Jack!-
-Ailea?-
Già, lei aveva una moto, come aveva fatto a non pensarci.
-La prossima volta che vuoi correre una maratona scegli un momento migliore. Dobbiamo essere veloci.- lo rimproverò lei in tono scherzoso, anche se lo intendeva veramente.
Capiva bene come poteva sentirsi, lontano dalla persona che amava, ma agire impulsivamente in quei casi poteva creare solo problemi. -Allora, quant’è lontano?-
Il ragazzo abbassò gli occhi sul telefono, miracolosamente ancora nella sua mano dopo quello strattone.
Dovette modificare le impostazioni in modo seguissero la loro velocità.
-Quaranta minuti!- urlò cercando di farsi sentire.
La ragazza sorrise da sotto il casco. -Facciamo anche trenta.-
La moto sfrecciò a tutta velocità tra le strade di Roockbow, e Jack dovette aggrapparsi alla vita dell’amica per evitare di venire sbalzato indietro.
Sicuramente erano più veloci che andando a piedi.
-Mi dispiace… grazie per essere venuta a prendermi.- borbottò imbarazzato, ora che il vento contro il viso gli aveva permesso di raffreddarsi.
-Al tuo posto farei lo stesso. L’impulsività è il mio tallone.- ammise Ailea svoltando l’angolo a destra. -Se non fossi partito per primo credo sarei uscita io…-
-Non lo lascerò mai più andare.- promise Jack trattenendo le lacrime. Non si era mai concesso negli ultimi giorno il tempo per riposare, soprattutto perché non voleva che quel turbinio di emozioni uscisse incontrollato, ora però non aveva scelta e fremeva all’idea di rivedere Daimonas.
Il resto del gruppo nel frattempo aveva cercato di organizzarsi come meglio poteva.
Vladimir e Khal potevano disporre entrambi di un gran numero di veicoli, ma tutti avrebbero richiesto almeno un quarto d’ora d’attesa prima di arrivare, e non tutti potevano trasportarli al completo.
-Possiamo dividerci, Ailea è già andata a prendere Jack.- propose Vladimir mentre accendeva il cellulare. -Io ho un elicottero, arriveremo prima ma posso portare solo tre persone.-
-Che senso ha allora?- ribatté Grace guardandolo, purtroppo quando era agitata tendeva ad essere brusca.
-A far sì qualcuno arrivi per primo.-
-Ho già chiamato la mia limousine. Arriverà tra poco.- si intromise Khal cupo in viso. Odiava il fatto il suo giocattolino fosse partito senza dirle nulla, ed odiava Jack per essere con lei. -Posso portare facilmente una quindicina di persone.-
-Perfetto, il mio elicottero è già qui.- sorrise Vladimir annuendo, felice anche l’altro si sia dato una mossa, ed il rumore delle pale di un elicottero giunse poco dopo.
-OOOOOOH! Voglio salirci voglio salirci!- urlò Cirno saltando sul posto.
-Lo faresti precipitare in cinque secondi.- commentò Lighneers guardandola, venendo poi tirato a sé da Ayame.
-Tesoruccio, non ti andrebbe un romantico volo nel cielo?-
-Per niente!-
-Ok basta così. Tu, tu e tu, andiamo.-
In un momento simile Vladimir non era certo paziente, ed afferrò le prime persone vicine, Annabelle, Astral e Milton.
-Noooo nya! Voglio salire io sull’elicottero nya!- protestò Lacie vedendo il fratello era stato scelto al posto suo.
-Non mi troverei molto a mio agio sapendoti quassù…- commentò Astral ben sapendo avrebbe potuto schiacciare tutti i bottoni del pannello di controllo.
-Inoltre avrò bisogno di un buon cecchino se la situazione sarà drastica.- concluse Vladimir aggrappandosi alla scala che il pilota aveva lasciato cadere. -Cercate di evitare il traffico!-
Anche gli altri tre lo seguirono, non potendo dire altro, ed una volta presa quota l’elicottero andò spedito verso la loro destinazione.
Milton appoggiata contro la porta fissava dalla finestra la città sotto di loro con fare pensieroso. -Vladimir… ti ringrazio per avermi portato, ma pensi sia una buona idea? Io non ho armi…-
-Se la pensavi veramente così non saresti salita.- ribatté il ragazzo guardandola. -Daimonas è il tuo migliore amico, credo che nulla ti farebbe scendere, la tua volontà ci è già stata utile nel trovare questo indizio.-
-Giusto, sei stata bravissima.- disse Annabelle sorridendo. Anche lei temeva di non essere forte abbastanza, ma confidava nel suo arco e nei suoi nuovi amici.
-Non preoccupatevi gente, mi basta solo una pistola per sbaragliare chiunque.- disse fiero Astral tirando fuori entrambe le armi.
-Arriveremo presto, intanto godetevi il viaggio.- concluse Vladimir prendendo un drink da un minifrigo nascosto. -E’ una splendida notte…-
Dopo non molto tempo la loro partenza anche la limousine arrivò, permettendo a tutti di partire.
-Se non posso salire voglio almeno guidare io!- brontolò Cirno quando Zell la sollevò prima riuscisse a salire dal conducente, lanciandola sul fondo dell’auto.
-Non pensarci nemmeno, abbiamo fretta!-
-Sfreccerei come un fulmine!- urlò la ragazza furibonda, costringendo anche Ryujin ad intervenire.
-Per favore Cirno, devi ammettere le tue incredibili abilità talvolta possono essere… distruttive nei confronti di tutto ciò ti circonda, e noi dobbiamo arrivare da Daimonas.-
-Posso distruggere chiunque ci sbarri la strada!-
-Potresti attirare la polizia, e perderemmo tempo…-
-Piantala e pensa a quando arriveremo piuttosto.- si intromise Grace costringendola a stare seduta mentre partivano.
-Direi già pensare sarebbe un miracolo…- sussurrò Lighneers evitando di farsi sentire.
-Almeno ci stiamo facendo una passeggiatina in auto al chiaro di luna.- disse sorridendo Ayame aggrappandosi al suo braccio. Non poteva sfuggirgli lì dentro.
-Concentriamoci, dobbiamo aiutare Daimonas.- intervenne Seraph non volendo nessuno di loro si distraesse.
-Gliela faremo pagare nya! Nessuno tocca i miei amici nya!- esclamò Lacie convinta.
-Faremo in modo non possano mai più fare qualcosa di simile.- annuì Hope stringendo la mano di Alexander per farsi forza. -Ci prenderemo cura di lui una volta ritrovato…-
-Ben detto, gli faremo dimenticare questo brutto periodo!- disse Nadeshiko tenendo Sammy sulle ginocchia per risparmiare un po’ di spazio.
-Daimonas starà bene, vero?- chiese la piccola guardando i suoi amici. Quei giorni erano stati tutti molto stressanti per loro ed anche se cercava di mantenere sempre l’ottimismo non era facile.
-Ma certo Sammy, qualsiasi cosa sia successo rimedieremo.- annuì Yume sorridendole ed anche Johanna subito cercò di rassicurarla.
-Giusto, sistemeremo tutto.-
Il luogo segnato dalla mappa era molto più nascosto del previsto, si trattava di una parte della zona industriale ormai abbandonata da anni piena di edifici e cassoni chiusi. Non c’era esattamente una via per orientarsi ma fortunatamente la lettera era stata abbastanza precisa nel guidarli che, quando l’elicottero di Vladimir atterrò, furono subito certi di dove dovere andare.
-Ok, l’edificio dovrebbe essere questo.- disse il ragazzo mandando via l’elicottero. -Dubito l’elemento sorpresa sarà a nostro favore, come vogliamo procedere?-
-Sei sicuro ci abbiano sentiti da dentro?- chiese Annabelle speranzosa, ma effettivamente le eliche erano state piuttosto rumorose.
-Sfondiamo la porta e spariamo a chiunque vediamo.- propose subito Astral tirando fuori le pistole.
-La porta è di ferro e non ci sono finestre.- l’osservazione di Milton era giusta purtroppo.
-Quindi… scassiniamo la serratura?- chiese Annabelle cercando di trovare altre soluzioni.
-A quello posso pensarci io!-
Dall’angolo vicino sbucò Ailea assieme a Jack, e subito la ragazza scese dalla moto avvicinandosi alla serratura. -Siete appena arrivati?-
-Sì, ma siamo venuti con l’elicottero quindi probabilmente ci hanno sentiti.- spiegò Vladimir senza troppe preoccupazioni.
-Sarà meglio sbrigarsi allora, gli altri dove sono?­- chiese Jack guardandosi attorno cercandoli.
-In macchina, arriveranno presto.-
Effettivamente Milton aveva ragione, ci volle un po’ per riuscire ad aprire la porta ma il resto del gruppo fece in tempo ad arrivare.
Oltrepassata la soglia la scena davanti a loro fu grottesca, Daimonas era legato con delle catene a terra, ricoperto di ferite ed in una pozza del suo stesso sangue.
-Daimonas!-
Jack fu il primo a muoversi per correre verso di lui, ma qualcuno nascosto dietro la porta lo colpì con una mazza di ferro in faccia, rompendogli ben più di qualche osso e facendolo cadere a terra, gli altri però furono subito addosso al suo assalitore e lo bloccarono a terra in modo non si muovesse.
-Dio… è veramente Richardson!- esclamò Grace riconoscendo l’uomo.
-Pezzo di merda…- a Lighneers non era mai piaciuto quel tizio, ed ecco un motivo in più per odiarlo.
Approfittando del fatto non potesse muoversi gli tirò un calcio in faccia, rifacendosi per quello aveva fatto a Jack; grazie al cielo le sue capacità rigenerative erano pari a quelle di Daimonas e stava già bene.
Mentre Astral, Zell, Ryujin ed Alexander bloccarono a terra l’uomo Seraph, Jack, Ailea e Milton si precipitarono da Daimonas cercando di liberarlo.
-No no no no no! Dimmi che stai bene ti prego!- esclamò impaurito il ragazzo prendendo il volto dell’amato tra le mani, sentendolo sussurrare.
-Jack…-
-E’ vivo! Ha parlato!-
-Calmati Jack non muoverlo!- disse esasperata Ailea mentre cercava di aprire le manette. -Cercategli delle chiavi addosso!-
-Vado io!- alzandosi Seraph scattò immediatamente verso l’uomo, tirandogli un calcio allo stinco e frugandogli poi nelle tasche, sputandogli in faccia prima di rialzarsi. -Verme.-
-Perché non si è liberato? Ne è perfettamente in grado!- disse confusa Nadeshiko aiutando le altre a sorreggere l’amico.
-Deve averlo drogato.- giustificò Ailea cercando di nascondere il suo vero presentimento, che quel metallo fosse piombo; solo lei e pochi altri ne erano a conoscenza, ed era una debolezza talmente grave per Daimonas che era meglio restasse così.
-Grazie…- sussurrò ancora il ragazzo quando sentì le mani dei suoi amici aiutarlo a stendersi. -Starò meglio… presto…- era vero, ora che l’avevano liberato l’effetto del metallo non influenzava più le sue abilità rigenerative.
-Daimonas… mi dispiace tanto…- Jack aveva quasi paura di toccarlo, ma riuscì comunque ad accarezzargli le guance pulendolo dal sangue.
L’aveva ritrovato finalmente, ma non avrebbe mai voluto vederlo così.
-Bene, che ne facciamo di lui adesso?- chiese Grace guardando il professore disgustata, ed alcuni di loro avevano già delle idee in mente, fu però Jack il primo ad agire, afferrando la mazza con cui l’uomo l’aveva colpito e puntando alla sua testa.
-Io lo ammazzo quel bastardo!-
-Fermo!-
Cirno, Ayame e Yume fecero appena in tempo a fermarlo prima lo uccidesse, anche se non poterono evitare lo colpisse alla spalla, rompendogliela probabilmente.
-Lasciatemi! Lasciatemi la pagherà!-
Il ragazzo era fuori di sé e fu necessario anche l’aiuto di Lacie, Grace ed Ayame per assicurarsi non riuscisse a raggiungerlo.
-Ti prego Jack, non puoi ucciderlo!- urlò Johanna spaventata, ma il ragazzo non sembrava intenzionato a fermarsi.
-Perché dovrei! Merita di morire!-
-Perché tu sei meglio di lui, e ucciderlo sarebbe troppo facile!- intervenne Hope cercando di avvicinarsi, ma Alexander glielo impedì; era pronto a spaccare la testa di Jack con la mazza se le avesse fatto del male, ma non ce ne fu bisogno, le parole di lei sembrarono fare effetto anche se la rabbia rimase.
Ailea nel frattempo aveva preso in braccio Daimonas, tamponando con la maglia le ferite ancora aperte. -Dobbiamo portarlo via da qui, io sto con Jack. Quell’uomo merita la morte peggiore.- la voce le tremava e gli occhi erano lucidi. Poche volte l’avevano vista in quel modo e Khal provò un moto di rabbia rendendosi conto era tutta colpa di Daimonas.
Era talmente indifeso che finirlo sarebbe potuto essere semplice, ma occuparsi degli altri no, tanto valeva quindi sfruttare Richardson ed assicurarsi rimanesse nei paraggi. -No, Hope ha ragione. Non possiamo.-
-Non lo lasceremo andare senza punirlo.- sibilò Seraph guardandolo negli occhi.
-Non lo faremo, ma non lo uccideremo nemmeno, siamo meglio di così.-
-Se non lo uccidiamo però allora prima o poi dovremo lasciarlo andare. Io non sono disposto a venirgli a portare la pappa come se fosse un cane.- aggiunse Astral cercando di pensare anche al futuro.
-Rimarrà il nostro professore, ora che sappiamo è una minaccia lo terremo d’occhio, ed al primo passo falso lo uccideremo.- le parole del ragazzo sembrarono accontentare la sete di sangue della maggior parte del gruppo, e forse era anche la soluzione più ragionevole anche se non potevano essere certi non sarebbe scappato.
-Va bene, ma non se ne andrà di qui sulle proprie gambe…- Seraph gli conficcò la punta della spada nella caviglia, superando la resistenza della scarpa e procedendo freddamente sotto il dolore dell’uomo.
-Bastardi! Brucerete tutti all’inferno con quell’abominio!-
Al suo urlo Astral lo colpì con un pugno in faccia. -L’unico abominio qui sei tu.-
-Un demone figlio di una cagna che ha venduto l’anima al diavolo, ecco cos’è! Vi siete fatti tutti macchiare del suo lerciume, Dio vi ucciderà per questo!-
-Portate via Sammy.-
Annuendo a Yume Grace prese in braccio la piccola coprendole gli occhi perché non vedesse altro, ma come passò loro accanto l’uomo riuscì a liberarsi il braccio e ad afferrarle il piede, tirandola con abbastanza forza da farla sbilanciare verso di sé.
In una manciata di secondi Grace e Sammy erano finite a terra contro Ryujin e Zell, e Richardson tirando una gomitata sul naso di Astral liberò anche l’altro braccio scattando verso la porta.
Probabilmente sarebbe riuscito a scappare, se qualcuno non si fosse messo davanti a lui bloccandogli la strada, afferrandolo per la gola e sbattendolo contro la parete.
La figura del professor Rotsala fu ancora più scioccante dell’intera situazione.
-Ma che diavolo…-
Immediatamente Ayame coprì la bocca di Cirno prima potesse dire altro, ben sapendo che se già a scuola una parola di troppo poteva irritare l’uomo fuori era sicuramente peggio.
Il primo istinto di tutti fu quello di mettersi davanti a Daimonas e di proteggerlo, ma l’uomo non fece altro che serrare la mano sul collo del prete, stringendo con più forza ogni volta tentava di liberarsi.
Dopo qualche minuto di silenzio in cui la tensione si poteva tagliare con un coltello Ryujin si decise a parlare. -Professore… cosa ci fa qui?-
Ancora silenzio, non erano in grado di vedere oltre i suoi occhiali neri ma era chiaro dall’espressione anche solo parlare con loro lo irritava. -Non è ovvio?- lo chiese come se fossero un branco di idioti.
Milton fu l’unica abbastanza calma da riuscire a parlare. -E’ stato lei a farmi trovare la lettera?-
C’era una R sulla busta, per via della fretta nessuno ci aveva nemmeno pensato, ma era l’unica risposta possibile.
Per quanto il suo intervento fosse stato fondamentale per trovare il loro amico sembrava impossibile fosse arrivato proprio da quell’uomo, e senza altri fini.-
-Perché l’ha fatto.- chiese comprensibilmente Ayame, solita ad avere a che fare con gente che non faceva nulla senza qualcosa in cambio.
Nuovamente l’uomo rimase in silenzio, senza guardarli. -… è così che fa un professore.-
Il modo in cui lo disse era un po’ freddo, ma suscitò l’ammirazione di gran parte dei ragazzi.
-La… la ringraziamo molto. Senza di lei non l’avremmo trovato.- disse Hope tentando di sorridere, anche se l’aura del professore glielo impediva.
-Adesso andatevene.-
-Che ne farà di lui nya?-
Il verso di Lacie sembrò irritarlo, ma fortunatamente non ottenne alcuna reazione, altrimenti Astral non avrebbe potuto tenere a freno la sua lingua.
-Me ne occuperò io. Ora andate.-
Non c’era altro da dire, in silenzio ed a testa bassa come se fossero ancora a scuola tutti uscirono da quel macabro edificio, accompagnando Daimonas alla limousine e partendo per il dormitorio.
Richardson e Rotsala erano rimasti completamente soli.
Lanciandolo al centro della stanza, dove il sangue era ancora fresco, Rotsala colpì l’uomo con un calcio alle costole, rompendone una con poca fatica, e schiacciò la suola della scarpa sul suo viso rompendogli il naso.
Richardson cercò di colpirlo e di spostarlo, ma era come avere una montagna sopra di sé impossibile da smuovere.
Sposando il piede dal viso al petto il professore lo schiacciò togliendogli il respiro, incurante dei tentativi dell’altro di graffiarlo o ferirlo. Attorno non c’erano armi che potesse usare per difendersi, ma qualcosa gli diceva non avrebbero comunque avuto alcun effetto.
Nuovamente bastò solo un calcio per scaraventarlo oltre la parete, sul tavolo di legno degli attrezzi che si spezzò sotto il peso dell’uomo, e sempre con la sola pressione del piede gli schiacciò il gomito fino a quando non sentì l’osso disintegrarsi.
Richardson cercò comunque di contrattaccare, afferrando con il braccio ancora utilizzabile una delle gambe del tavolo, alzandosi e provando a colpire l’uomo alla testa, ma il legno sembrò disintegrarsi prima di toccarlo e si sbriciolò tra le sue mani.
Con un pugno ben assestato alla bocca dello stomaco altre costole si ruppero, ed un rivolo di sangue minacciò di sporcare le scarpe del professore.
Un altro pugno gli ruppe i denti, un altro la mandibola, le dita quando l’uomo provò a difendersi, e l’intero braccio allo stesso modo.
Alla fine non rimase altro che un’accozzaglia di carne ed ossa, che respirava a fatica nel suo stesso sangue.
-… chi… chi sei?- riuscì a sussurrare quando finalmente l’aggressione terminò, e Rotsala voltandosi si diresse verso la porta.
-Chi sono io? Sarebbe uno spreco dare tale indicazione ad un verme come te. Sappi solo che se cercherai di danneggiare gravemente la mia Arma, l’inferno di cui blaterate ti sembrerà una storiella da festa di paese.-
 
 
 
 
 
 
 
 
-Nyaaa Daimonas stai bene? Hai bisogno di un altro cuscino? Un po’ d’acqua? Qualche coccola nya?-
-Lacie sta bene, lascialo in pace.-
Una volta tornati al dormitorio l’intero gruppo si era adoperato per dare al loro amico un ritorno perfetto, portando nella sua camera tutto ciò credevano avrebbero potuto tirargli su il morale e fargli dimenticare l’esperienza vissuta.
Ryujin aveva portato dell’incenso per rilassarsi, Zell dei libri su antiche leggende nordiche, Ayame delle riviste di moda all’ultimo grido, Nadeshiko una montagna di frappé a tutti i gusti, Yume delle maschere di bellezza, Cirno le migliori statuine di rane aveva nella sua stanza (in prestito ovviamente), Johanna ed Hope dei cuscini morbidissimi, Vladimir una mini tv con un account Netlix, Annabelle alcuni dei suoi giochi di società preferiti, mentre Grace, Seraph, Ailea, Alexander, Khal e Lighneers facevano da guardie del corpo.
Per quanto riguardava Lacie invece, assieme a Milton e Sammy cercavano di aiutare nella cura delle ferite, ma l’irruenza di Lacie aveva costretto Astral a bloccarla più volte ed a calmarla, prima combinasse qualche guaio.
Daimonas era tra le braccia di Jack, accoccolato sul letto e leggermente imbarazzato. -Avete già fatto abbastanza, sul serio.-
-Scusaci, eravamo molto in pensiero.- sorrise Hope rendendosi conto effettivamente una ventina in una stanza era scomodo.
-Ci dispiace tanto non essere arrivati prima…- disse Johanna passandogli un bicchiere d’acqua.
-Non potevate saperlo, non è colpa vostra. Ed ora sono qui.- il sorriso di Daimonas era sincero, ed anche le sue parole.
-“Alla fine si è risolto tutto per il meglio… non sono male come amici.”-
Perfino Mostro era allegro, e le ferite erano già in buona parte rimarginate.
-Non voglio rimaniate in piedi per tutta la notte solo per me. Andate pure a riposare, domani c’è scuola.-
-Sei sicuro di non volerti riposare?- chiese Grace guardandolo, infondo nessuno l’avrebbe biasimato.
-Anche io penso sarebbe meglio.- annuì Jack d’accordo con lei.
-No ragazzi, non voglio più farmi influenzare dalla crudeltà di quell’uomo. Verrò a scuola con voi e passeremo una bella giornata, così dimenticheremo tutto. Mi basta mi teniate compagnia.-
-Contaci, non mi staccherò più da te.-
Jack lo strinse a sé con delicatezza, avvolgendolo come una coperta, a quel punto i loro amici capirono erano di troppo, ed uno ad uno uscirono dalla stanza lasciandoli soli.
Per qualche minuto i due rimasero abbracciati senza dire nulla, anche se Daimonas dovette ammettere la stanza sembrava molto più grande.
-Mi dispiace. Avrei dovuto proteggerti.- la voce di Jack era rotta, e nella semioscurità si intravedeva il dolore nei suoi occhi. -Temevo di averti perso.- ammise baciandogli la fronte, respirando tra i suoi capelli.
-Sono qui Jack, sono qui.-
Stringendogli la vita Daimonas lo baciò delicatamente accarezzandogli la guancia, cercando di fargli sentire la sua presenza, quando un rumore fuori dalla finestra lo fece trasalire.
Spostando lo sguardo non gli sembrò di vedere nulla, ed anche Jack non reagì.
-Ti prometto domani passeremo una giornata rilassante.-
-Sì…- sperava veramente fosse così, voleva buttarsi alle spalle tutto quello che era successo ed andare avanti, ma forse non sarebbe stato così semplice come desiderava.
   
 
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