Fanfic su artisti musicali > Nothing But Thieves
Ricorda la storia  |      
Autore: Soul Mancini    01/08/2021    3 recensioni
[AU - kidfic]
Dom, Price, Conor e Phil stanno disputando un'accesa partita di beach volley, ma si trovano costretti a far fronte a una serie di problemi: la formazione delle squadre, una rete troppo approssimativa, uno scomodo divieto e delle spaventose storie di fantasmi. Riusciranno i quattro ragazzini a portare a termine la loro sfida? Chi vincerà?
- Partecipa alla sfida "On Holiday" indetta da evelyn80 su EFP. [1/4]
- Partecipa alla challenge "Seasons Die One After Another" indetta da Laila_Dahl sul forum di EFP.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Conor Mason, Dominic Craik, James Price, Philip Blake
Note: AU, Kidfic | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chi sa correre sulla sabbia?
 
 
 
 
La parte terminale della grande spiaggia era una delle meno frequentata, specialmente al tramonto: Conor, Phil, Dom e Price l’avevano scoperto quando, qualche giorno prima, si erano messi alla ricerca di un punto poco popolato per poter disputare la loro partita a beach volley. Erano rimasti piacevolmente sorpresi quando si erano resi conto di avere un’abbondante distesa di sabbia a loro completa disposizione, fatta eccezione per qualche coppietta che si aggirava da quelle parti per avere un po’ di privacy.
“Non voglio più stare in squadra con Price, non sa giocare!” si lamentò Dom che, col pallone sottobraccio, scalciava via le infradito in gomma e immergeva i piedi nella sabbia intiepidita dal sole del tardo pomeriggio.
“Ehi!” si difese subito il diretto interessato, incrociando le braccia al petto. “È difficile correre sulla sabbia, non sono abituato!”
“Non è facile per nessuno, ma tu hai i riflessi di un bradipo morto” continuò a punzecchiarlo il moretto, facendo rimbalzare la palla e lanciandola in aria.
“E poi ho paura che mi arrivi una pallonata sugli occhiali e che si rompano! Così mia madre mi ammazza!”
“Faccio io squadra con te, Price!” intervenne Phil in tono pacato. Quest’ultimo si stava già adoperando per disporre le sue ciabatte e quelle dei suoi amici in modo da delimitare il campo da gioco; era l’unico modo che avevano per delineare i confini, non possedendo una vera e propria rete.
Il ragazzino con gli occhiali gli lanciò un’occhiata grata, poi si voltò verso Dom e lo fulminò con lo sguardo.
Lui si strinse nelle spalle. “Che c’è? Io sono una persona sincera e questo non viene mai apprezzato!”
“Guardate cosa ho trovato, possiamo usarli per tenere il conto dei punti!” Conor, che si era allontanato di diversi metri, raggiunse in fretta i suoi amici e mostrò loro una manciata di sassolini che stringeva in pugno.
“Ottimo” commento Phil.
“Ehi Conor, siamo in squadra insieme!” esclamò invece Dom, avvicinandoglisi e battendogli una pacca sulla spalla. “Pronto a stracciare questi due principianti?”
Conor incrociò il suo sguardo, poi lo spostò su Phil – che tra i quattro sembrava essere il più prestante – e non rispose. Non era così sicuro che lui e Dom avrebbero vinto.
Una volta che le coppie si furono posizionate nella rispettiva metà del campo improvvisato, la partita poté cominciare.
Per i primi cinque minuti tutto filò liscio: Conor e Dom erano in leggero vantaggio, per somma gioia e orgoglio del moro.
“Punto! Sette a quattro per noi!” esclamò con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, quando la palla finì sulla linea di confine della rete senza che Phil e Price riuscissero a prenderla.
“Veramente è ancora nel vostro campo, non vale!” obiettò Price, avvicinandosi e controllando il segno che il pallone aveva lasciato sulla sabbia.
“Oh no, è nel vostro!” ribatté il più giovane, accennando alle ciabatte – una a destra e una a sinistra – che erano state posizionate a mo’ di rete.
“Anche secondo me” si intromise Conor, puntando le mani sui fianchi.
“Ma veramente è atterrata in questo punto!” insistette Price, indicando col piede una piccola fossetta indistinguibile dagli altri segni sulla spiaggia.
“Appunto!” Dom si diresse verso destra, afferrò l’infradito di gomma e tracciò una linea sulla sabbia fino al punto indicato dal suo amico. “Vedi? È dalla vostra parte!”
“Questa linea è storta” constatò Phil, lanciando un’occhiata scettica al cugino che tuttavia sembrava convinto della sua affermazione.
“È dritta e il punto è nostro” lo contraddisse Conor, accostandosi ancora di più per vedere meglio.
“E se invece il punto non se lo prende nessuno?” propose Phil.
“Ma non è giusto…” protestò Dom con delusione.
“Dovremmo trovare una rete migliore” commentò Price, guardandosi attorno con aria pensosa.
Dopo qualche istante il suo sguardo venne catturato da un dettaglio: la spiaggia terminava con una struttura in legno diroccata, forse si trattava di un vecchio stabilimento o una rimessa per le barche; la struttura, su cui era appeso un cartello che vietava chiaramente l’accesso, sorgeva nella parte più lontana dal bagnasciuga e davanti a essa si estendeva una porzione di sabbia sgombra, delimitata da una catena che divideva la spiaggia perpendicolarmente alla riva.
Si voltò verso i suoi amici e notò che tutti guardavano nella sua stessa direzione.
Sorrise. “State pensando a quello che sto pensando io?”
“Lì però non possiamo entrare” commentò Conor con un leggero nervosismo.
“Non possiamo entrare nel capanno… ma noi abbiamo bisogno solo della catena, no?”
Phil fece qualche passo in quella direzione e si schermò gli occhi dal sole con una mano per riuscire a leggere il cartello. “Qui c’è scritto che non si può superare la catena.”
I quattro si lanciarono occhiate deluse e sconfortate: quella sembrava proprio la soluzione perfetta!
Dopo qualche istante Dom si strinse nelle spalle e prese a camminare nella direzione dell’edificio. “Beh, chi se ne importa! Dobbiamo solo metterci dall’altra parte e restare sulla sabbia, non stiamo facendo niente di male! E poi da queste parti non passa mai nessuno, chi se ne accorgerebbe?”
“No, Dom, non fare stupidaggini! E se fosse pericoloso?” protestò Conor, correndogli dietro allarmato.
“E cosa potrebbe succedere? Esplode la spiaggia? Dobbiamo solo fare una partita di beach volley!” lo liquidò il moro, che intanto era giunto presso la catena. Quest’ultima era sospesa a circa un metro da terra ed era fissata a due paletti di ferro, uno in concomitanza con la struttura abbandonata e l’altro nelle vicinanze della riva. Dom la sfiorò, poi si accovacciò e vi passò sotto per poter giungere dall’altra parte.
“Mi sembra perfetto” commentò Price, annuendo soddisfatto.
Dom si rimise in piedi e osservò i suoi amici con un sorrisetto. “Visto? Non è successo niente, non mi ha dato la scossa e non è esploso niente! È un pezzetto di spiaggia come un altro.” Ruotò su se stesso per esaminare meglio l’ambiente attorno a sé. “Se fosse davvero un posto pericoloso, l’avrebbero chiuso con qualcosa di meglio di una catena arrugginita, no?”
“Io però non sono molto convinto” borbottò Conor, raggiungendo con riluttanza il suo compagno di squadra nel loro nuovo campo.
“Magari il capanno è infestato dai fantasmi, per quello l’hanno chiuso!” suppose Phil con un sorrisetto ironico.
“Smettila!” sbottò il più minuto, lanciando un’occhiata terrorizzata all’edificio che gli stava accanto.
Price e Dom scoppiarono a ridere, poi quest’ultimo lanciò la palla in aria. “Siete pronti?”
“Sì, ma la partita la ricominciamo perché prima avete barato per tutto il tempo” affermò il ragazzino con gli occhiali, scacciando qualche ricciolino dalla fronte.
“Solo perché eravate in svantaggio!” lo punzecchiò Conor.
“Tanto avremmo recuperato tutto!” Phil accorse in difesa del suo compagno di giochi.
“Ah sì?” Dom si mise in posizione e tirò con forza il pallone nel campo avversario, sancendo l’inizio di una nuova sfida.
La partita proseguì indisturbata per diverso tempo, condita da qualche diatriba e una pallonata sulla fronte alle spese di Conor.
Ogni tanto Phil e Price si divertivano a sbeffeggiare il bambino dai capelli biondo scuro con la storia dei fantasmi che infestavano il capanno abbandonato, facendogli notare che il sole stava cominciando a tramontare e presto gli spettri si sarebbero palesati; allora lui si voltava a osservare il piccolo edificio con sospetto e timore, distraendosi e regalando punti alla squadra avversaria. Ma, nonostante quei piccoli battibecchi, grazie alla presenza della catena che divideva nettamente il campo in due furono evitati disaccordi sui punti vinti nei pressi della rete.
Erano giunti a ventiquattro punti su ventidue a favore di Phil e Price, Dom stava per rispondere a una pallonata indirizzatagli da suo cugino, quando alle orecchie dei quattro ragazzini giunse una voce lontana, acuta e dal tono per niente conciliante. Si paralizzarono di botto e il pallone ricadde mollemente tra i piedi di Dom e quelli di Conor.
“Ehi, voi!”
Si voltarono di scatto verso l’edificio diroccato e notarono con orrore che, sul marciapiede che delimitava la spiaggia, si trovava un ometto tozzo e pelato che li scrutava con aria minacciosa.
“Cosa dice il cartello, ragazzini? O non sapete nemmeno leggere? Non superare la catena, non è così complicato! Razza di teppisti, aspettate che arrivi la polizia e poi vediamo se vi passa la voglia di giocare a pallone!”
I quattro si scambiarono occhiate terrorizzate e confuse.
La polizia?!” squittì Conor con un filo di voce, immaginando già lo scenario apocalittico di se stesso e i suoi amici dietro le sbarre con i loro genitori in preda alla disperazione.
“Correte!” strillò a quel punto Dom, afferrando la palla e tuffandosi sotto la catena per poterla superare.
Conor lo imitò e, senza curarsi nemmeno di recuperare le loro ciabatte, i due filarono via più veloce che poterono, appena dietro Phil e Price.
Il signore dall’aria minacciosa intanto continuava a sbraitare alle loro spalle, ma man mano che si allontanavano la sua voce si faceva sempre più lontana.
“Io ve l’avevo detto!” urlò Conor, incespicando sulla sabbia.
“Risparmia fiato e corri!” gli intimò Dom, rendendosi conto che quella volta era lui a essere nel torto.
Ma non ebbe nemmeno il tempo per terminare la frase che si ritrovò a inciampare in una fossa più profonda delle altre e ruzzolare a terra, rotolando sulla sabbia; il pallone gli sfuggì di mano e finì a qualche metro da lui.
Il primo ad accorgersene fu Phil, che arrestò di botto la sua corsa e si accostò al cugino con preoccupazione. “Dom! Tutto bene?”
Lui si rialzò borbottando e calciò il pallone in preda alla frustrazione. “Sto bene, sto bene…”
Price lo osservò attentamente per qualche secondo – il suo amico era ricoperto di sabbia dalla testa ai piedi, aveva dei granelli dorati perfino tra i capelli – e scoppiò a ridere sonoramente.
I suoi amici gli lanciarono un’occhiata basita, soprattutto Dom, che lo fulminava con lo sguardo con tanto di sopracciglia aggrottate.
Il ragazzino dai capelli rossicci, ancora col fiato corto, cercò di darsi un contegno. “Così impari a prendermi in giro perché non so correre sulla sabbia! Intanto sei caduto tu, non io!” esclamò, continuando a ridacchiare in direzione del suo amico.
“Ma che stro… che stupido!” bofonchiò l’altro, scuotendo via la sabbia dal suo costume blu scuro.
“Ehi, però abbiamo seminato quel tizio!” fece notare Phil, voltandosi e scrutando verso la struttura diroccata ormai lontana.
“Ma vi rendete conto? Voleva chiamare la polizia! E se fossimo finiti in prigione?” disse Conor in tono leggermente melodrammatico.
“Sì, certo, e secondo te ci mettevano in galera perché avevamo superato una catena? Andiamo, Conor! Secondo me la polizia non l’avrebbe chiamata per davvero, l’ha detto solo per spaventarci, ma tu credi a tutto!” lo prese in giro Dom, assumendo l’aria di chi la sa lunga.
Conor non replicò, ma scambiò un’occhiata complice con Price.
Quest’ultimo si aprì in un sorrisetto beffardo. “Ehi Dom, sei ancora pieno di sabbia.”
“Bisogna trovare una soluzione” aggiunse il biondino, mettendo su la stessa espressione.
Il moretto spostò lo sguardo dall’uno all’altro, confuso. “Che cosa…”
Ma i suoi amici non gli diedero nemmeno il tempo di concludere la frase: Conor lo afferrò per un polso, Price cominciò a spintonarlo e nel giro di pochi secondi Dom si ritrovò immerso in acqua.
Quando riemerse, si passò le mani sul volto e si tirò indietro i capelli, per poi trucidare con lo sguardo i suoi tre amici che se la ridevano sulla riva.
“Che simpatici…” Si diresse verso di loro con passo strascicato.
“Niente più sabbia!” commentò Conor facendogli la linguaccia.
“Zitto! Tu tra l’altro sei stato un pessimo compagno di squadra, hai dato retta alle leggende sugli spettri e ci hai fatto perdere! La prossima volta faccio squadra con Phil!” si indignò Dom, stringendosi le braccia al petto per fermare i brividi di freddo. Non avevano un telo da mare appresso, non poteva far altro che aspettare di asciugarsi.
“E chi ti dice che io voglio fare squadra con te?” ribatté suo cugino con un sorrisetto ironico. “Io preferisco Conor.”
Il biondo sgranò gli occhi, sorrise apertamente a Phil e poi corse verso di lui, stringendolo in un abbraccio. “Anche tu sei il mio compagno di squadra preferito!”
“Conor… così perdo l’equilibrio…” bofonchiò Phil, tentando disperatamente di stare dritto sulla sabbia cedevole.
Ma non fu sufficiente: entrambi barcollarono per qualche istante e, ancora stretti in quel goffo abbraccio, caddero in acqua tra le risate.
L’impatto provocò degli enormi schizzi che giunsero fino a Price. Quest’ultimo rabbrividì, poi si sedette sulla sabbia umida e si tirò gli occhiali sulla fronte – alcune goccioline si erano depositate sulle lenti e gli ostruivano la visuale. Osservò per alcuni istanti Conor e Phil che ancora ridevano, si rincorrevano e si schizzavano a vicenda, poi spostò lo sguardo su Dom che stazionava a fianco a lui. “Comunque…”
“Sì?” Il moretto prese a sua volta posto sulla riva.
Price sorrise. “Eravamo ventiquattro a ventidue: la partita l’abbiamo vinta noi!”
 
 
 
♥ ♥ ♥ ♥ ♥
 
 
Prompt per la challenge “Seasons Die One After Another”:
[Estate] Spiaggia – Comico / Beach Volley
 
Salve a tutti e benvenuti in questa… cosa XD non saprei nemmeno come definirla AHAHAHAHAHAH
Allooora, da dove cominciare? Questa storia nasce per via della sfida “On Holiday”, lanciata qui su EFP dalla mia adorata evelyn80 e a cui io e Kim abbiamo aderito. L’iniziativa consiste in questo: ognuna delle partecipanti sceglie una delle sue band del cuore (io ho scelto i NBT perché sono coloro su cui mi viene più semplice scrivere, soprattutto in un momento in cui non sono ancora uscita del tutto dal blocco dello scrittore) e scrive quattro storie a tema vacanze. Ogni storia presenta una diversa ambientazione (questa riguardava il mare, le prossime saranno sulla montagna, la città e la campagna)… ma non finisce qui! Per ognuno di questi scenari verrà suggerito un prompt, ne forniremo uno a testa; siccome siamo in tre a partecipare e non in quattro, abbiamo chiesto il primo – che consisteva in “catena” – a mia madre, ormai famosa per inventarsi prompt sempre originali e interessanti XD
La sfida è davvero carinissima e stimolante, sono felicissima di averla accolta nonostante tutto *-* nonostante, lo devo ammettere, mi abbia messo parecchio in difficoltà AHAHAHAHAH! Infatti la mia idea originale per questo prompt e questa location era un’altra, l’ho anche cominciata a scrivere e quasi portata a termine, ma mi faceva talmente schifo che ho lasciato perdere e ho cambiato idea all’ultimo AHAHAHAHAHAH lanciandomi in una tipologia di storia grazie a cui riesco sempre a tirare fuori qualcosa: le kidfic! E insomma, non sarà la storia dell’anno ma sono felice di averla scritta, e magari tutto ciò pian piano mi aiuterà a sbloccarmi sempre più!
Spero che abbiate apprezzato anche il mio modo per utilizzare il prompt :D e, visto che avevo immaginato la catena come rete per il beach volley, perché non sfruttare anche il prompt della meravigliosa challenge di Laila? Mi era mancato sviluppare quei pacchetti *-*
Grazie a chiunque sia giunto fin qui, spero di aver strappato almeno un sorriso :3
E ci vediamo prestissimo con la nuova storia dedicata alla montagna! ♥
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Nothing But Thieves / Vai alla pagina dell'autore: Soul Mancini