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Autore: sweetlove    02/08/2021    8 recensioni
Anno 815, Trunks è solo nel suo ufficio, beve whiskey cercando consolazione nel periodo più buio della sua vita.
Ripercorre a ritroso i momenti vissuti, gli sbagli commessi. Rivive ciò che ha portato la sua famiglia a sgretolarsi. Riuscirà a tirare le somme e risalire a galla?
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NUOVI PG - NUOVE SHIP
I personaggi inseriti saranno quelli che interagiranno maggiormente nel corso dei capitoli, così come le coppie, anche se le principali saranno 'altre'.
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NOTE a inizio e fine del prologo. Illustrazioni all'interno dei capitoli.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Marron/Trunks
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C R E E P
capitolo 9

Tante volte la terra era stata attaccata, maltrattata, resa teatro di violenza e uccisioni. Vedere l'aldilà per poi essere richiamati in vita non era più una cosa insolita per i terrestri, soprattutto alcuni.

Spiriti, ecco cos'erano. Ma i sentimenti in paradiso non venivano cancellati, così come i ricordi, le emozioni... L'amore.

Questo aveva continuato a palpitarle dentro il cuore dal momento in cui, nella sua forma carnale, aveva smesso di battere.

Aveva amato, sempre. Prima i suoi genitori, il suo mondo prima di spiccare il volo. Poi il suo uomo, e dopo di lui i figli che avevano concepito tra amore e lussuria, e soprattutto tra non pochi casini. Ma ce l'avevano fatta, sempre e comunque, fino all'ultimo respiro.

Se n’era andata col sorriso, sì, perché nonostante il dolore e la rabbia per dover abbandonare i suoi cari, aveva avuto comunque la certezza di lasciarli tra le mani amorevoli di chi li avrebbe accuditi quasi come lei. E così era stato, li aveva guardati dall'alto, aveva accarezzato i suoi figli in quel modo ultraterreno, ma sempre con lo stesso amore, aveva pianto insieme a loro, sofferto per ogni lacrima della sua Nina, per ogni sospiro strozzato dal magone di Trunks...

«Sono contenta tu sia qui con me, adesso ...» Marron sorrise guardando verso il basso, sentendo quella figura accostarsi a lei «Anche se ti preferivo accanto a loro.»

Bulma sospirò. Sapeva come ci si sentiva senza gambe, già una volta era diventa spirito, ma era comunque strano. 

«Anche io l'avrei preferito tesoro. Ma ancor più avrei preferito ci fossi rimasta tu.» 

La più giovane la guardò per un attimo, tra il commosso e il rassegnato. Era all'altro mondo da ben tre anni per colpa di quella maledetta leucemia fulminante. Era morta senza quasi rendersene conto e ancora oggi soffriva quelle parole non dette al suo Trunks e ai suoi figli. 

«Se la caveranno senza di te...?» Chiese, sconsolata, a sua suocera.

Veder piangere tutta quella gente intorno a quella tomba che mano a mano veniva riempita di terra fresca era devastante. Proprio come al suo stesso funerale anni prima.

«Sono forti i nostri ragazzi... andrà tutto bene!».

Marron tornò a guardare quell'ala del cimitero, osservò il giovane dai capelli mogano che accarezzava le spalle di Hami, fissò anche l'altro che avanzava dall'ingresso posteriore, zaino in spalla, accanto a suo padre.

Chissà se davvero tutto sarebbe andato bene.

 

 

Trunks fissava quella voragine senza mostrare alcuna emozione. Questa era la sua reazione al lutto, e dal momento in cui Bra gli aveva annunciato per telefono che la loro madre se n’era andata non aveva fatto altro che ripetersi “Andiamo, sei sopravvissuto alla morte di tua moglie, puoi farcela…”.

Aveva trattenuto le lacrime, da bravo ometto… come a sette anni non era riuscito a fare quando Majin-Bu aveva eliminato i genitori, prima uno e poi l’altro.

Aveva asciugato il volto dei suoi figli, soprattutto quello di Nina, che gli sedeva ora accanto, attaccata come non accadeva da quando era bambina. Che servisse la morte della nonna, già dopo quella di Crillin per la quale era rimasta la solita roccia, a far sgretolare quella corazza di marmo che negli anni, tra un dolore e l’altro, si era costruita?

Non lo sapeva. Trunks ora voleva soltanto tenerla accanto, consolarla, riuscire a fare qualcosa di concreto e reale per lei… la sua bambina, bisognosa più che mai del suo amore nonostante cercasse di dimostrare il contrario da troppo tempo.

Una mano ad accarezzare quella della secondogenita, l’altra appoggiata sul ginocchio di Mirai, anche lui troppo provato da quell’ennesimo lutto. Tutti erano provati.

L’aveva sentito, quel commento durante la veglia, la sera prima. Nemmeno ricordava quale dei vecchi e storici amici l’avesse detto.

“Senza Bulma, nessuno di noi ora sarebbe qui.”

Nulla di più vero. Era stata lei, con la storia delle sfere, la sua ricerca, il suo radar, a far intrecciare la vita di una persona dopo l’altra, a creare legami indissolubili, finiti talvolta per sfociare in amore e famiglie. Come la loro.

Solo una donna come Bulma aveva potuto conquistare il Principe Vegeta, che scomparso per ventiquattr’ore era riapparso quella mattina all’alba e adesso se ne stava in piedi, in disparte come sempre, ma Trunks sapeva bene quanto il suo cuore fosse a pezzi.

Paradossalmente, ci era passato prima di lui, ma andare da suo padre e consolarlo non era una grande idea… non consona al suo carattere. L’avrebbe superata o sarebbe morto con lei, questo era tutto da vedere.

L’ultimo strato di terra venne aggiunto con riguardo dagli operai, e in quel momento il Presidente si volse a cercare l’altro pezzo del suo cuore con lo sguardo. Hami era lì, in fondo, distaccata da loro poichè quella parte del suo carattere la rendeva schiva se si trattava di dolore. Gli fece strano vederla tenuta per le spalle da quel ragazzo, nemmeno l’aveva ancora salutato. Aveva un’aria strana, gli infondeva una strana sensazione… come se fosse qualcuno di già visto, già conosciuto, ma dovette scacciar via quel pensiero quando nel voltarsi alla ricerca di Bra per assicurarsi stesse bene, proprio alle sue spalle e in lontananza vide qualcosa.

Qualcuno.

Goten… Goten che era improvvisamente sparito senza dire nulla dalla sera prima. Credeva fosse rimasto a casa con Bulma Jr ma avrebbe dovuto farsi più domande. Domande che l’avrebbero preparato psicologicamente anche a quello che a breve sarebbe accaduto…

Goten camminava a passo lento, con aria seria,gli occhi ancora lucidi per il pianto. Sì, aveva pianto più di lui per la morte di quella seconda mamma mancata in quel modo ingiusto.

Accanto a Goten una persona che non vedeva da tempo. Due anni. 

Un ragazzo divenuto più alto, più robusto e il cui sguardo non emanava più strafottenza e menefreghismo… no. Kian sembrava un uomo.

Kian che aveva rischiato di portargli via Nina, di farla sprofondare con lui in un baratro. Kian per il quale sua figlia aveva pianto, sofferto… 

Cosa cazzo ci faceva lì?!

 

 

Quella zona del cimitero era off limits, riservata alle famiglie più ricche ed influenti del pianeta. Suo nonno gli aveva sempre detto che non era posto per un ragazzino, che i morti si piangono ogni giorno e dovunque, non davanti ad una tomba. Non l’aveva mai portato lì, finchè non aveva semplicemente smesso di chiederlo.

Lars non conosceva sua madre, era morta dandolo alla luce, era stato cresciuto dai suoi nonni nella città del Nord, nella quale si erano trasferiti quando aveva appena quattro anni. Anche se non ne aveva ricordo…

Da poco erano tornati nella capitale occidentale, pochi mesi che gli erano bastati per trovare Hami, in quel modo casuale e anche bizzarro. Un’agenda caduta a terra… non ci avrebbe mai scommesso! 

Tuttavia non aveva mai pensato, dacchè era tornato nella città natale, di fare un salto al cimitero per visitare la tomba di sua madre, eppure l’occasione gli si stava presentando sul piatto d’argento. 

«Lars…»

La voce tremante di Hami gli giunse alle orecchie mentre era ancora soprappensiero.

«Sì?» Temeva non stesse molto bene, in due giorni non aveva nè mangiato, nè chiuso occhio.

«Il funerale è finito. Credo dovrei andare da mio padre e dai miei fratelli…»

I grandi occhi di ghiaccio della giovane, ora velati di lacrime trattenute in malo modo, si puntarono nei suoi, che le rivolse uno sguardo incoraggiante.

«Credo anche io. Anzi, non penso sia il caso di fare le presentazioni oggi. Sono venuto per te, possiamo rimandare.»

«Sei sicuro?» 

Hami gli prese le mani, sforzandosi di sorridere. 

«Ma certo…»

Lars si sporse appena e le diede un leggero bacio sulle labbra. La adorava, semplicemente la adorava e si chiedeva come avesse fatto a vivere senza di lei fino a quel momento.

«Allora ti chiamo dopo.» Gli disse Hami, staccandosi e indietreggiando, prima di voltarsi e confondersi nella folla già pronta a salutare i parenti più stretti della povera Bulma.

Il ragazzo rimase un momento a fissarla, finchè non la vide scomparire tra i presenti, poi fece qualche passo per raggiungere nuovamente il sentiero che conduceva alle varie zone del cimitero cittadino. Lì, in quell’ala, non era un semplice percorso di terra battuta. Era marmo, e uno dei più pregiati. Ovvio, vi erano interi terreni e cappelle dedicati alle famiglie più importanti, nobili e storiche della città! Non a caso il territorio dei Brief era immenso.

Ci mise poco a veder comparire le prime tombe con il suo cognome inciso sopra. Aito.  Vecchie, centenarie. Alcune si faticava a decifrarle, non avevano neanche più fiori, altre, mano a mano che si addentrava verso la ‘zona nuova’, erano bianche, lucide, recenti. 

E poi la vide, e un brivido gli attraversò la schiena… era la prima volta, mille mila emozioni gli affollarono l’animo, nonostante non avesse mai conosciuto quella donna ma avesse avuto il privilegio di vederla in foto, negli album e nei quadri dei suoi nonni.

Era lei, splendida, nel fiore degli anni…

Non lesse l’incisione, non subito. Dapprima si avvicinò, sfiorò quella superficie, controllò che i fiori fossero freschi, come se non avesse fatto altro nella vita fino a quel momento. La sua mamma doveva essere impeccabile.

Solo dopo, mentre sorrideva malinconicamente, si rese conto di una stranezza.

La data del decesso… l’anno. Non era il 792, come i suo nonni gli avevano sempre detto. Morta di parto, lui era nato nel 792! Lì c’era inciso 796…

“Impossibile…” Pensò. Non si era sbagliato, era proprio lei! L’avrebbe riconosciuta tra mille, e non aveva gemelle o omonime.

E poi lesse altro, e ciò gli fece accapponare la pelle, tanto da costringersi ad indietreggiare inorridito, per poi rileggere lontano quanto bastava l’intera effige.

 

LORA AITO

767-796

E SUO FIGLIO APPENA NATO

LARS 

 

 

Nota dell’autrice

 

Con questa bomba vi auguro buon lunedì, sperando non mi picchiate! Lo sapevate che l’avrei sganciata, no? Sì che mi sono ridotta e calmata ultimamente, ma se non avessi candelotti pronti da accendere non mi chiamerei Sweetlove, no?!

E qui credo avrete capito chi è questo enigmatico Lars. E soprattutto, ho cercato di farvi capire che le sue intenzioni nei confronti della nostra Hami non sono poi malvagie… 

Adesso sta a voi scervellarvi per capire cosa la mia mente abbia partorito! Avrete tanto tempo per farlo, perchè col capitolo di oggi la Sweet si mette in ferie… non era previsto, ma dalla settimana prossima ho parecchie casette da fare (😎) e quindi penso che tornerò direttamente per fine agosto! Non me ne vogliate!

Vi saluto facendo ricomparire anche se per poco la nostra Marron. Quanto mi manca ragazzi…

 

E niente. Grazie a tutti come sempre per l’entusiasmo e le belle parole che puntualmente mi lasciate! Vi adoro!

Un abbraccio e buon Ferragosto a tutti!

 

Sweetlove

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