Serie TV > The Walking Dead
Segui la storia  |       
Autore: Lamy_    02/08/2021    0 recensioni
In un mondo devastato dai Vaganti, dal virus e anche dagli umani superstiti, si è accesa una luce di speranza: esiste una cura.
Astrid e Daryl si recano ad Atlanta per verificare gli indizi disseminati da una fonte sconosciuta in un misterioso diario.
La città, però, è un covo di morti viventi e di persone vendicative.
Durante i sopralluoghi vengono a galla informazioni cruciali: chi è Frankenstein? Chi ha scritto il diario? Dov’è il resto della formula per produrre la cura?
A complicare la situazione è il ritorno di Logan e Iris, questo causa forti tensioni nel gruppo.
E mentre i sopravvissuti combattono una guerra all’ultimo sangue, Astrid dovrà cercare di capire i sentimenti che prova per Daryl e dovrà fare i conti con gli oscuri segreti della sua famiglia perché chiunque può tradire chiunque.
E come scrisse Vegezio: “Securum iter agitur quod agendum hostes minime suspicantur”
(trad. “La via più sicura da percorrere è quella che i nemici non sospettano nemmeno che la percorrerai”)
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
EPILOGO

“Quando vuoi bene a qualcuno il dolore fa parte del pacchetto.”
(Beth Greene, episodio 4x01)
 
Due giorni dopo
Remy era rimasta al capezzale di Astrid per quarantotto ore di fila. Aveva mangiato e aveva domito accanto al letto in infermeria, nessuno riusciva a convincerla a tornare a casa. Hunter e Yana si occupavano di Clara e facevano a turno per assistere Astrid. Anche Carol aveva trascorso diverse ore con Remy. Oltre a lei, anche Daryl era fisso in infermeria. Passava ogni ora a controllare, e la sua speranza si spegneva quando trovava Astrid ancora priva di sensi. Non si era ancora ripresa ma le sue condizioni erano stabili. Secondo la dottoressa Morgan, la causa dell’avvelenamento era una elevata dose di stramonio ingerito.
“Novità?”
Remy si voltò e incrociò lo sguardo preoccupato di Daryl. Entrambi stavano soffrendo in quel momento.
“La dottoressa sta preparando l’antidoto. Per fortuna lo stramonio è una pianta diffusa nei dintorni e lei ha potuto studiarla. Dovrebbe essere pronto entro stasera.”
Daryl sfiorò la mano di Astrid, era così fredda che quasi non la riconobbe.
“Hai capito come possa aver ingerito lo stramonio?”
“Una sola persona che conosce le proprietà velenose di questa pianta: Iris.” Disse Remy.
“Ha avvelenato il cibo?”
“Credo di sì. Iris preparava sempre la colazione e Astrid mangiava ogni mattina le sue frittelle. Lo stramonio si nasconde bene sotto il sapore dello zucchero.”
“Non ha senso che Iris volesse uccidere Astrid.” Disse Daryl.
Remy scostò una ciocca di capelli dalla fronte della sorella e le accarezzò una tempia.
“Non penso che volesse ucciderla. Penso che volesse darmi una lezione. Colpire mia sorella è un metodo efficace per ferirmi.”
Daryl storse il naso. C’era qualcosa che non gli tornava. Iris e Logan avevano cercato di portare Astrid dalla loro parte, dunque avvelenarla e ucciderla non rientrava nel loro schema. A meno che non facesse esattamente parte del loro piano.
“E’ un diversivo. Sapevano che avremmo abbassato la guardia con Astrid fuori gioco.”
“Sono passati già due giorni ma non ci sono tracce di Stein.” Obiettò Remy.
“Oppure noi non riusciamo a vederle.” Mormorò Daryl.
 
“E’ roba buona?” chiese Negan.
La dottoressa Morgan lo fulminò con lo sguardo. Quell’uomo la irritava con le sue battutine stupide.
“Questo antidoto è a base di fisostigmina, un veleno estratto dalla fava del Calabar che cresce nell’Africa occidentale. Permette di superare il blocco tossico dello stramonio.”
“Astrid si riprenderà?” volle sapere Yana.
“Sì. Ci vorranno almeno un paio di ore perché l’antidoto faccia effetto.”
La dottoressa infilò l’ago nella vena e iniettò pochi milligrammi di fisostigmina, dopodiché interruppe il dosaggio di sonniferi.
“Adesso possiamo solo aspettare.” Disse Hunter.
Tutti trasalirono quando Ezekiel irruppe in infermeria con il volto ferito.
“Barricate le porte! Chiudete tutto!”
Hunter e Yana si affrettarono a sigillare ogni porta con catene e mobili, mentre la dottoressa Morgan allontanava i pazienti dalle finestre.
“Che diavolo sta succedendo?” domandò Remy.
“Ci stanno attaccando. Alexandria è accerchiata dai nemici. Alcuni vaganti sono riusciti a entrare.”
Negan andò alla finestra e sbarrò gli occhi: le mura della città erano circondate da uomini e donne armati. Davanti al cancello c’era un uomo dai capelli bianchi con un fucile in mano.
“Frank Stein è qui.”
“Dobbiamo proteggere i pazienti. Nessuno di loro è in grado di muoversi.” Disse Hunter.
Remy provò un moto di orgoglio nel costatare che Hunter era maturato, adesso era un giovanotto con uno scopo nella vita.
“Tu e Yana restate qui ad aiutare la dottoressa. Non fate entrare nessuno, barricatevi e aspettate. Vegliate su Astrid.”
 
Daryl si pulì le mani sul gilet. Era sporco del sangue dei vaganti che avevano ucciso non appena avevano varcato la recinzione. Stein aveva spaccato la rete e aveva spinto dentro una ventina di vaganti affamati. Lui, Carol ed Ezekiel li avevano ammazzati tutti.
“Che facciamo? Non resisteremo a lungo.” Disse Carol.
“Andiamo a parlare con Stein. Capiamo che cosa vuole e poi decidiamo.” Disse Gabriel.
Daryl non era d’accordo, era meglio sparare in testa a Stein e liberarsi di lui una volta per tutte.
“Se mettiamo un cecchino sul campanile…”
“No! Siamo in svantaggio numerico.” Intervenne Carol.
Daryl guardò l’amica in tralice, detestava quando lei non conveniva con le sue idee.
“Quello stronzo vuole Remy e Iris perché gli servono per la cura. Di sicuro ci proporrà uno scambio svantaggioso per noi. Gabriel, apri gli occhi!”
“Sei tu che non ragioni, Daryl. Sei preoccupato per Astrid e stai dando di matto.”
Carol si morse le labbra per l’imbarazzo. La tensione fra Daryl e Gabriel era tangibile e poteva essere tagliata con un coltello.
“Astrid non c’entra niente. Ti sto dicendo che non possiamo fidarci di Stein. Quello fa esperimenti sulle persone e poi le seppellisce come fossero cani. Potrebbe invadere Alexandria, rapire la nostra gente e ammazzarla nel suo fottuto laboratorio!”
Gabriel sospirò, dovendo riconoscere che l’arciere aveva ragione.
“Ma non possiamo neanche combattere perché siamo in pochi e abbiamo poche armi. Non resisteremo a lungo all’assedio.”
Nel frattempo Rosita e Aaron sbucarono dalla sala del Consiglio con i vestiti sporchi di sangue. Dietro di loro si intravedevano i corpi difformi dei vaganti.
“I vaganti continuano ad entrare da ogni lato.” Disse Rosita.
“Avete trovato una soluzione?” domandò Aaron.
“Andrò a parlare con Stein. Scenderò a patti con lui.” Annunciò Gabriel.
Daryl imprecò a bassa voce, staccò la freccia dal cranio di una vagante e si allontanò.
“Dove sta andando?” fece Rosita.
Carol sapeva che l’amico si stava dirigendo in infermeria, l’unico posto sicuro di Alexandria.
“Sta andando dall’unica persona in grado di calmarlo.”
 
“Qui è un tutto un casino. Gabriel che fa il prete anche senza chiesa. Carol che d’un tratto è diventata prudente. Fa schifo questa situazione.”
Daryl si era seduto accanto al letto di Astrid e aveva iniziato a parlare a bassa voce per raccontarle quanto si stava perdendo. Ogni tanto le toccava la guancia per controllare che la temperatura fosse giusta.
“Biancaneve si è svegliata perché il principe l’ha baciata.” Biascicò Astrid.
Daryl dapprima strabuzzò gli occhi e poi scoppiò in una risata liberatoria.
“Credevo fossi la Bella Addormentata.”
“Anche lei è stata baciata dal principe.” Replicò Astrid.
Sbatté le palpebre fino a che non si svegliò del tutto. Sentiva la bocca arida e le doleva la testa, ma finalmente era tornata nel mondo dei vivi. Cercò di mettersi seduta ma scivolò sui cuscini.
“Ti aiuto.” Si offrì Daryl.
Lentamente la fece sedere e le sistemò il cuscino dietro la schiena. Le versò anche un bicchiere di acqua che lei bevve in una sola sorsata.
“Ciao.” Sussurrò Astrid con voce roca.
Daryl fu pervaso dal sollievo come un’ondata di calore. Per due giorni aveva temuto il peggio, e risentire la sua voce era la cosa più bella delle ultime ore.
“Ciao anche a te. Come ti senti?”
“Mi sento uno straccio, però tutto sommato sto bene. Tu come stai?”
“Adesso va molto meglio.”
Astrid gli circondò il collo con le braccia e si abbandonò contro di lui. Daryl le diede una lieve carezza sulla schiena.
“Che cosa vuole Stein?”
“Non lo so. Gabriel gli sta parlando in questo momento.”
Astrid si staccò dall’abbraccio e gli diede un bacio sulla guancia.
“Devi andare a combattere al fianco dei tuoi amici. Stare qui è una perdita di tempo. Il tuo posto è là fuori, sul campo di battaglia.”
“Non ne sono più così sicuro.”
“A che pensi? Sfogati.”
Daryl appoggiò la fronte sulla spalla di Astrid, il suo odore si mescolava a quello del disinfettante.
“C’era questa ragazza di nome Beth, era una spina del fianco ma era un’anima pura. Una volta mi ha chiesto se volessi passare la vita fissando un falò e mangiando serpenti.”
“I serpenti sono difficili da digerire.” Sdrammatizzò Astrid.
Daryl emise una breve risata prima di tornare serio, le parole sgusciavano fuori con estrema facilità.
“Ho sempre pensato che avrei vissuto così, da solo e in mezzo ai boschi. Poi le cose sono cambiate quando ci siamo conosciuti.”
“Sono cambiate come?”
“Voglio una casa, Astrid.” Sussurrò Daryl.
Astrid sentì la felicità espandersi nel petto. Con ‘casa’ l’arciere intendeva lei, magari una relazione stabile e forse anche una famiglia.
“Daryl, io…”
Un boato fece tremare l’infermeria. Alcune barelle si rovesciarono a terra provocando un rumore sordo. Hunter si fiondò in corridoio per accertarsi che i pazienti stessero bene.
“Fuoco! Fuoco!” strillò una donna anziana.
Astrid e Daryl si affacciarono alla finestra più vicina e videro che il cancello stava prendendo fuoco. L’esercito di Stein esultava e rideva come se fosse divertente.
“Dobbiamo andare.” Disse Astrid.
“Tu non ti muovi da qui. Sei ancora debole.” Asserì Daryl.
“Non ti lascio da solo. Sono solo stata avvelenata, sto una meraviglia!”
“Assolutamente no. Rimettiti a letto.” Disse la dottoressa Morgan.
“Sto bene, ve lo giuro!”
Daryl la bloccò per le spalle e la guardò dritto in faccia con sguardo severo.
“Devi restare qui. Fallo per me.”
“Ma Daryl…”
“Ti supplico.”
Astrid sbuffò, sentirlo supplicare fu un colpo al cuore duro da incassare.
“Mi riposerò ancora un po’, ma sappi che fra un’ora scenderò in strada. Non mi puoi tenere rinchiusa qui.”
“Non ti arrendi mai, eh?”
“Neanche per sogno, Dixon.”
“Buono a sapersi.”
Astrid lo afferrò per il colletto della camicia e lo baciò con una tale intensità da sentire i brividi di piacere in tutto il corpo. Daryl ricambiò il bacio stringendola a sé ancora qualche minuto.
“Ora sparisci.”
“Sissignora.”
 
Un’ora dopo Astrid si stava allacciando la cintura con le daghe. Si sentiva ancora debole ma faceva il possibile per restare attiva. Deglutì respingendo la sensazione di nausea.
“Dovresti restare qui. Non sei nelle condizioni di combattere.” Disse Remy.
Stava imbracciando un fucile troppo grande per lei ma che riusciva a maneggiare alla perfezione.
“Devo aiutarvi. Stein è qui per te, non posso perderti di vista.”
“Là fuori è dura, Astrid. I vaganti sono dappertutto.”
Astrid dalla finestra sbirciò in strada e vide l’asfalto disseminato di cadaveri di vaganti e di umani; sangue e ossa si mescolavano emanando una puzza tremenda.
“Gabriel ha risolto qualcosa?”
“No. Sta ancora discutendo con Stein nella sala del Consiglio.”
“E’ solo l’ennesimo diversivo. Stein si diverte a giocare con noi, a illuderci che ci sia una speranza.”
Una freccia saettò a pochi centimetri dalla faccia di Remy e si conficcò nel materasso con precisione. Alla punta era stato infilzato un biglietto.
“Daryl ci sa fare con i messaggi.” Notò Remy.
Astrid srotolò il biglietto e concluse la lettura con un sospiro frustrato.
“Daryl scrive di portare i bambini e chi non può combattere fuori da Alexandria.”
“In che modo? Gli uomini di Stein sono ovunque, bloccano tutte le uscite.” Disse Remy.
“Dobbiamo usare le gallerie sotto la città. Si accede dalla chiesa.”
“Raggiungere la chiesa significa attraversa la piazza infestata dai vaganti.”
Astrid fece mente locale per calcolare il numero di persone: bambini, malati, anziani e chiunque non fosse in grado di usare armi.
“Dobbiamo portare fuori all’incirca trentasette persone.”
“Di cui molti bambini e molti malati. Non possiamo rischiare.” Disse Remy.
“Serve anche a noi un diversivo. Qualcosa che possa attirare l’attenzione dei vaganti e permettere alle persone di raggiungere la chiesa.”
“Una bomba?” esordì Negan.
Era entrato di soppiatto in infermeria e aveva ascoltato la conversazione fra le sorelle. Era sudato e sudicio di sangue sulle mani; una piccola ferita sul sopracciglio destro sanguinava.
“Che ci fai qui? Credevo che preferissi prendere a mazzate qualcuno.” Disse Astrid.
“Il tuo fidanzatino mi ha chiesto di darti una mano. Inoltre, le cose fra Gabriel e Stein non stano andando bene. Non abbiamo molto tempo.”
“Anche Remy deve lasciare la città, vero?”
“Sì. Daryl crede che entro stasera Alexandria cadrà nelle mani di Frank Stein.”
Remy si rabbuiò all’idea di dover scappare. Se solo non fosse stata una biochimica! La sua grande passione per la scienza la stava condannando a morte.
“Da sola non posso attraversare le gallerie. La carrozzina è troppo ingombrante.”
Astrid le mise una mano sulla spalla e le baciò i capelli.
“Ovviamente Yana e Hunter verranno con te. Anche gli adolescenti devono andarsene.”
“Vengo anche io.” disse una voce.
Remy sorrise di cuore quando vide Eugene con lo zaino in spalla e il suo cappello da pescatore in testa.
“Amico mio, sono felice di fuggire di continuo con te.”
Astrid era rincuorata dalla presenza di Eugene, un amico fidato che poteva vegliare su Remy quando lei non c’era.
“Daryl ha scritto di portare le persone al ponte crollato. Dov’è?”
“E’ dove Rick Grimes è morto. La boscaglia è fitta e possiamo nasconderci.” Disse Eugene.
Astrid rilesse il biglietto – sebbene la grafia dell’arciere fosse a tratti incomprensibile – e annuì.
“Nel biglietto c’è anche scritto che ci incontreremo tutti al ponte appena possibile.”
“E se le cose si mettono male?” domandò Remy.
Astrid e Negan di scambiarono uno sguardo, avevano un modo tutto loro di intendersi.
“Aspettate l’alba, dopodiché continuate a spostarvi.” Disse Negan.
“Non possiamo abbandonare gli altri!” obiettò Remy.
“Ma non potete rischiare di essere catturati. Stein inseguirà te e Eugene in capo al mondo.”
“Non solo. Stein vuole mettere le mani su tutti noi, vuole usarci come cavie.” Disse Astrid.
“Non abbiamo molto tempo. I vaganti si avvicinano alla piazza.” Riferì Hunter.
Astrid serrò le mani intorno alle daghe e prese un respiro profondo per ingoiare la bile che le era risalita in gola.
“Raduniamo tutti davanti all’infermeria e insieme ci muoveremo verso la chiesa. Da lì Hunter e Yana condurranno il gruppo lungo le gallerie, Eugene porterà Remy e io e Negan resteremo indietro per bloccare chiunque tenti di ostacolarci.”
 
Daryl non ne poteva più di quella attesa. Gli prudevano le mani dalla voglia di conficcare una freccia nel cranio di Stein e del suo esercito. Gabriel e lo scienziato erano ancora chiusi in riunione, nella sala c’erano soltanto loro due.
“Gabriel non riuscirà a fare un accordo.” Sussurrò Carol.
“Ovvio che no. Stein ci sta solo prendendo per il culo.”
Daryl indirizzò lo sguardo verso l’infermeria e riconobbe la figura di Astrid che gesticola mentre parlava con Negan. Anche Carol guardò il palazzo dell’infermeria, sospirò un paio di volte.
“Astrid saprà come uscire dalla città?”
“Alexandria è ancora nostra. I vaganti sono facili da eliminare. Quando Astrid scenderà in strada, noi andremo in suo aiuto. In meno di dieci minuti quella gente dovrà trovarsi nelle gallerie.”
Carol si guardò attorno, solo Aaron e Rosita erano insieme a loro. Gli uomini di Stein si erano collocati fuori dalla recinzione con le armi spianate, pronti a far fuoco anche ad un granello di sabbia.
“E se si accorgono che stiamo evacuando?”
“Dalla chiesa non si vede niente. Quegli stronzi non avranno la visuale.”
“A quel punto potrebbero insospettirsi ed entrare in città.” Disse Carol.
“Per questo ho mandato Negan in avanscoperta.” Replicò Daryl.
“Negan è il nostro diversivo. Molto furbo.”
“Astrid ha ragione quando dice che lui è sacrificabile.”
 
Negan fischiettava mentre collegava i fili tra loro. Astrid contorceva le dita per il nervosismo.
“Hai finito?”
“Calmati. Assemblare una bomba è difficile.”
“Credevo che tu fossi una super mente criminale.” Sbuffò Astrid.
“Criminale lo sono di certo.”
Negan controllò le indicazioni di Aaron prima di connettere l’ultimo filo. Emise un fischio di apprezzamento per il proprio lavoro.
“Tutto okay?”
“La bomba è armata. Scoppierà creando un enorme caos e gli uomini di Stein si concentreranno in questa area.”
“Mentre noi sgusceremo in chiesa.” Aggiunse Astrid.
“Esatto, tesoro.”
Negan le fece l’occhiolino, dopodiché si inginocchiò e azionò il timer della bomba. Al primo ‘bip’ Astrid si mise a correre verso l’infermeria. Ad aspettarla c’erano almeno una sessantina di persone, bambini e persone fragili incluse. Tutti i combattenti, invece, erano impegnati a difendersi dai vaganti.
“Andiamo, forza! Forza!” li incitò Negan.
Il gruppo si mosse come uno sciame d’api, compatto e determinato. Eugene e Remy stavano in testa poiché lui conosceva la città meglio di chiunque altro. Hunter, Yana e Lydia si occupavano dei bambini. Negan e Astrid chiudevano la fila e si coprivano le spalle a vicenda.
“Dove andremo dopo? Non possiamo vagare nei boschi.” Bisbigliò Astrid.
“Immagino che Daryl abbia un piano. Lui ha sempre un piano.”
Astrid udì un rumore e si voltò, però non vide nulla e riprese a camminare.
“Abbandonare Alexandria non servirà. Stein ci darà la caccia.”
“Ora pensiamo solo a sopravvivere per un altro giorno.”
Questa volta Astrid era sicura di aver sentito qualcosa frusciare alle sue spalle. Un vagante l’aveva agguantata e l’aveva scaraventata a terra. Le si gettò addosso con la bocca spalancata, un liquido nero imbrattò la maglietta della donna.
“Che schifo.”
Astrid tirò una gomitata nelle costole del vagante, slacciò il pugnale dalla cintura e glielo infilò nella nuca. Spinse il corpo morto di lato e si rimise in piedi. Un’ondata di nausea la fece piegare in due e vomitare sul marciapiede.
“Attenta a non rovinarmi le scarpe col vomito.” Disse Negan sorridendo.
In quel momento la bomba esplose facendo tremare ogni cosa. Astrid strinse il braccio di Negan per restare salda sulle gambe.
“Adesso! Via, via! Correte!” gridò Eugene.
Il gruppo adesso procedeva svelto, nessuno restava indietro perché gli uni aiutavano gli altri.
“Manca poco! Coraggio!” li spronò Remy.
Nel frattempo una decina di vaganti avanzarono verso di loro con le mani allungate e gli occhi neri. Astrid ne pugnalò uno in fronte e pulì la lama della daga sulla camicia stracciata del cadavere. Negan col bastone fece fuori due vaganti, poi spezzò il braccio di un terzo e lo usò per ucciderlo in via definitiva.
“Astrid, sta giù!” l’avvisò Remy.
Astrid si abbassò e Remy sparò un colpo che prese in pieno una vagante. La canna del fucile fumava e lei ci soffiò sopra come nei film.
“Remy Williams, sei pazzesca!”
 
Stein uscì dalla sala del Consiglio con la fronte corrugata.
“Che diamine sta succedendo?”
“Per sbaglio è esplosa una bomba.” Rispose Rosita.
“Per sbaglio, eh? Non siate ridicoli. Ogni vostro tentativo è vano. Io e Gabriel siamo scesi a patti.”
“Come?” domandò Daryl, stizzito.
Gabriel comparve dietro Stein, il mento basso e le mani strette attorno al crocifisso.
“Stein lascerà in pace Alexandria se gli consegniamo Iris.”
“E tu gli credi? Ci sfrutterà per i suoi subdoli esperimenti!” disse Carol.
Frank sorrise, sorpreso dalla donna che lo inceneriva con lo sguardo.
“Ho promesso a Gabriel che non vi darò fastidio. Sarete liberi come lo siete stati fino ad ora. Per Iris posso rinunciare a un centinaio di cavie. Sapete, c’è sempre qualcuno da uccidere in giro.”
“Ci ucciderai non appena avrai trovato la cura.” Asserì Aaron in tono cupo.
“Ma nel frattempo avrete guadagno qualche mese di vita in più!” rise Stein.
Daryl avrebbe voluto prenderlo a sprangate fino a fargli sputare i denti e toglierli dalla faccia quel sorriso divertito.
“Tu sei qui per Remy. Rinunci anche a lei?”
“Remy non mi interessa più. Adesso restituitemi Iris e lasciatemi andare.”
“Rosita, va a prendere Iris e consegnala.” Disse Gabriel.
“No.” Rifiutò Rosita.
“Vado io.” si offrì Carol.
“Qualcuno che ragiona in mezzo ai bifolchi.” Sorrise Stein.
 
Astrid stava di guardia davanti alla chiesa, i gomiti piegati e le daghe ben sollevate in posizione di difesa. Le scale erano ricoperte di sangue e budella. I vaganti erano distesi dappertutto, addirittura uno erano finito su un albero. Per fortuna non c’erano state vittime, il che era un grande sollievo per lei.
“Sono scesi tutti. Fra circa mezz’ora sbucheranno in superficie e andranno al punto di incontro.”
Negan si lasciò cadere sulle scale e si stiracchiò la schiena, sentiva ogni singolo muscolo bruciare per lo sforzo.
“Remy stava bene?”
“Sì. Eugene e Hunter si alterneranno per trasportarla in braccio. Andrà tutto bene.”
Astrid avvertì qualcuno dietro gli alberi e puntò le daghe in avanti.
“Abbassa le daghe, principessa Xena.” Disse Carol.
Astrid si fece scappare una risata e andò ad abbracciare l’amica.
“Sono felice di rivederti. Com’è andata fra Gabriel e Stein?”
“Gli abbiamo consegnato Iris a patto che lascia in pace Alexandria e tutta la sua popolazione.”
“Come, prego? Io credevo che lui volesse Remy.” Disse Negan.
“Stein dice che Remy non gli interessa.”
“Ovviamente c’è qualcosa sotto.” Disse Astrid.
Carol si accasciò su uno scalino e si scolò l’intera borraccia d’acqua.
“Siamo salvi per qualche settimana ancora. Dopo di che prevedo che Stein tornerà.”
“Dov’è Daryl?”
“Sono qui.”
Astrid buttò fuori l’aria che aveva trattenuto. Rivedere Daryl, sapere che stava bene, fu come tornare a respirare. Gli strizzò le guance per accertarsi che fosse vivo.
“Ero così preoccupata per te.”
Daryl si limitò a farle un cenno con la testa, era troppo infastidito dal fallimento per essere espansivo.
“L’evacuazione è stata inutile. Dobbiamo riportare tutti in città.”
“Tranne Remy e Eugene.” Consigliò Carol.
“Carol ha ragione. Remy deve stare lontana da Alexandria e dalla Guardia.” Disse Astrid.
Daryl gettò a terra la balestra, si accomodò accanto a Carol e si accese una sigaretta.
“C’è un posto sicuro dove posso accompagnarli. Saranno ben protetti.”
“Quale posto?” fece Negan.
“Meglio non saperlo. Daryl, mi fido di te.” Disse Astrid.
“Me ne occupo io.”
L’arciere si alzò, incoccò una freccia nella balestra e si caricò lo zaino in spalla. Terminò la sigaretta in pochi secondi e la spense sotto la scarpa. Mentre Negan e Carol parlavano di come ripulire la città dai resti della bomba, Astrid si avvicinò a Daryl e gli prese la mano.
“Vuoi che venga con te o vuoi restare da solo?”
“Ho bisogno di stare da solo.”
Lei annuì e gli baciò la guancia con una dolcezza che fece sorridere l’arciere.
“Come vuoi.”
“Magari più tardi possiamo stare insieme. Vado al ponte, riporto le persone a casa e poi ceniamo a casa mia.”
“Mi sembra un ottimo piano, Dixon.”
“Mmh.”
“Fa attenzione e saluta Remy da parte mia.” Si raccomandò Astrid.
“Vi rivedrete presto.”
Daryl la guardò per qualche altro secondo, voleva avere qualcosa di bello a cui pensare per distrarsi dalla catastrofe di quella giornata. Astrid gli sorrise e lui – forse per la prima volta in vita sua – sentì le famose farfalle nello stomaco.
 
Astrid si guardò allo specchio e si aggiustò i capelli che sfuggivano dalla freccia. Hunter e Yana ridevano e cantavano a squarciagola in cucina mentre Clara e Lydia battevano le mani. Tutti erano rientrati in città. Aaron aveva messo su una squadra per cercare Nadia. Carol e Rosita interrogavano Logan per saperne di più sull’insediamento di Austell.
Quando Daryl erano tornato, era passato a casa di Astrid per riferirle che Remy la salutava e le mandava un abbraccio caloroso. Astrid aveva sentito le lacrime sull’orlo del precipizio ma poi aveva sorriso nel riconoscere che sua sorella era al sicuro.
“Astrid, c’è Negan alla porta!” disse Hunter dal fondo delle scale.
Astrid prese la felpa, dato che lei e Daryl avrebbero fatto un giro in città per controllare che tutti stessero bene, e uscì al buio. Erano le otto di sera, il vento dei primi di novembre ululava fra gli alberi.
“Ehi, Negan. Qualche problema?”
“Mi dispiace.”
Astrid non vide altro che oscurità.
 
Daryl suonò il campanello con una strana agitazione in corpo. Astrid gli aveva detto che sarebbe andata a casa sua per le otto, però erano le nove e di lei non c’era traccia.
La faccia assonnata di Hunter sbucò da dietro la porta. La sua t-shirt era macchiata di cioccolato.
“Sì?”
“Astrid è qui? Dovevamo vederci.”
“Non è qui. Credevamo che fosse uscita. Anche se è insolito che non abbia salutato.”
“E’ uscita senza dire niente?”
“Circa un’ora fa è venuto Negan per dirle qualcosa.”
Daryl fece un passo indietro e la suola delle scarpe schiacciò un oggetto metallico. Era la collana di Astrid con il gancio spezzato.
Rabbia e disperazione gli spaccarono il cuore. Per mesi aveva temuto di perdere Astrid ed era appena successo.
“Avvisa tutti quanti: Negan ha rapito Astrid.”
 
“Porca miseria…”
Astrid prima avvertì un dolore lancinante alla testa e poi aprì gli occhi. Era avvolta nelle tenebre, un odore di muschio le pizzicava il naso. Tentò di muoversi ma aveva le spalle intorpidite.
“Sta buona. Tra qualche minuto riuscirai a muoverti.” Disse Negan.
“Tu, bastardo che non sei altro. Che vuoi? Dove mi hai trascinata?”
“Ti servirà del ghiaccio per la botta in testa che ti ho dato.”
Astrid si fece forza e si mise seduta malgrado il dolore. Era come avere mille aghi nel cervello che pungevano all’unisono. Si trovavano nel bosco, un fuocherello illuminava poco alberi e cespugli di viole del pensiero.
“Dove siamo? E perché mi hai portata qui?”
“Siamo al sicuro. E sei qui perché una persona ti vuole conoscere.”
Solo allora Astrid si accorse di una terza persona intorno al fuoco. Era una giovane donna dai capelli corvini e occhi blu come il mare. Era Nadia.
“Nadia! Voi due siete in combutta?”
La donna non si scompose, anzi fece spallucce con nonchalance come se non le importasse di Negan e della loro tresca.
“Il mio vero nome è Diana Stein. Frank è mio padre.”
Astrid voleva vomitare di nuovo tanto per il dolore quanto per lo shock di quella rivelazione.
“Che cosa vuoi da me?”
“Io ho scritto il diario.”
 
Salve a tutti! ^_^
Questo ultimo capitolo è stato pieno di guai dall’inizio alla fine.
Finalmente abbiamo scoperto chi ha scritto il diario! Wow!
Astrid e Daryl si ritroveranno presto? Chissà!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, un bacio.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: Lamy_