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Autore: jarmione    02/08/2021    2 recensioni
Crossover con [Alice in Wonderland] e [Frozen]
Dopo essere scampato da morte certa, Jareth decide che deve trovare il modo per proteggere Sarah ed il suo popolo.
Seguendo una leggenda, decide di partire alla ricerca di Ahtohallan.
Ma sarà in grado di affrontare le risposte che troverà?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehila!

Come scritto nelle note, questa storia è un crossover e dal Sottomondo (Alice in Wonderland) ci stiamo spostando ad Arendelle (Frozen)

Non ci sarà Elsa, Anna e compagnia bella (un pensierino su Olaf lo avevo fatto, ma ho evitato per vari motivi) però l’ambientazione sarà tutta nella foresta e poi ad Ahtohallan.

Vi avviso già che ho fatto alcune modifiche quindi se non sarò precisa come nel cartone di Frozen chiedo scusa in anticipo, ma era previsto.

Buona lettura

 

 

Un sospiro echeggiò per tutta la prigione.

Il topolino Mally teneva le mani sulle sbarre della piccola gabbietta nel quale era stato rinchiuso.

“Chissà se il cappellaio e quella ragazza sono riusciti a fuggire” disse con tono sconsolato.

“Qui non sono” commentò il cane Bayard “Saranno sicuramente riusciti a fuggire e spero che ce la facciano a compiere la loro impresa”

“Ce la faranno sicuramente!” annunciò fiero il leprotto, alzando un dito come se stesse facendo un discorso solenne...per poi mettersi ad osservarlo con sguardo allucinato “Dito...”

Mihal sospirò, appoggiato alla parete.

Era preoccupato ed era più che evidente.

Jareth era partito per Arendelle e gli Dei solo sapevano cosa lo attendeva una volta giunto in quella terra.

Anche se la regina Elebereth, la madre di Jareth, era la regina dei Northuldri, non era sicuro che lo facessero passare.

E tutta quella situazione era solo colpa di Mihal e se Jareth lo avesse scoperto...era meglio non pensarci.

Sperò solo che quel viaggio non fosse inutile come credeva.

E Sarah?

Lei stava andando nell'Underground in compagnia di un cappellaio completamente matto e di cui né Mihal e né Jareth si fidavano.

Anche in quel caso, se Jareth avesse saputo che Sarah era in compagnia del cappellaio per viaggiare fino all'Underground...Mihal rabbrividì al solo pensiero.

Mentre Bayard e gli altri discutevano e si lagnavano delle sorti dei loro amici, Mirana era l'unica ad essersi accorta dello stato d'animo di Mihal.

“Non temere” disse la regina con tono dolce e frivolo “Staranno tutti bene e torneranno a casa sani e salvi”

“Anche Sarah?” domandò Mihal “Non mi fido di quello sciroccato”

“Tarrant sa essere...un po' matto a volte, ma sono certa che proteggerà Sarah anche a costo della sua stessa vita” spiegò la regina “Che spero non perda” aggiunse.

Mihal sbuffò e si rassegnò.

 

*****

 

Il viaggio per Jareth, Kal e Alice non fu tra i più sobri.

Infatti passarono pochi minuti prima di essere circondati da un gruppo di figure con lance, spade e archi e frecce.

“Maestà...” Kal si allarmò

“Ho visto” Jareth si alzò in piedi e allargò le braccia come a voler segnalare di essere venuto in pace “Sono Jareth di Goblin” annunciò “figlio della regina Elbereth”

Ci fu un istante di silenzio, poi un uomo si fece avanti.

“Jareth?” domandò questi, stupito di vederlo “Sei davvero tu?” poi si voltò verso gli altri “Abbassate le armi!” esclamò, affinché tutti posassero le proprie spade o mezzi di difesa.

L'uomo avanzò subito verso il carretto “Che ci fate qui? Se dovessero scoprirvi saremo tutti nei guai”

“Tenente Mattias” Jareth scese dal carretto.

Anche se lieto di vedere un volto amico e di essere al sicuro, aveva altro in mente prima di dedicarsi ai convenevoli.

“Devo vedere immediatamente la regina” disse Jareth “Ma prima...” si voltò verso il carretto ed indicò Alice “...aiutatela”

“C'è un accampamento qui vicino, seguiteci” disse Mattias, facendo cenno a Kal di seguirli con il carretto.

Jareth proseguì a piedi, al fianco del tenente.

“Come mai da queste parti, maestà?” domandò quest'ultimo.

“Devo trovare Ahtohallan” disse Jareth “So che si trova qui ad Arendelle”

Il tenente Mattias si passò una mano sul mento “Ne ho sentito parlare, ma nessuno sa dove si trovi questo fiume e nemmeno se esiste davvero” confessò “La leggenda dice che racchiude tutte le risposte”

“Sì lo so ed è per questo che devo trovarlo” sospirò Jareth.

Nel frattempo raggiunsero un piccolo accampamento, dove un gruppo di tende circondava un grande fuoco.

Questo era alimentato dalle persone che, con la magia, lo tenevano sempre attivo.

Vennero accolti da un gruppo di bambini che giocavano e da alcune donne che utilizzavano la magia per fare i loro lavori.

Magia collegata ai quattro elementi:

Fuoco

Terra

Acqua

Aria

Jareth rientrava nella categoria di terra.

Purtroppo né lui né Kal avevano tempo di godersi lo spettacolo e Ahtohallan poteva aspettare.

Appena fermato il carretto, Kal scese e aiutò Jareth a prendere Alice.

“J-Jareth...”

“Andrà tutto bene” Jareth la rassicurò, tenendola stretta fra le braccia.

Voleva solo che lei fosse al sicuro e, non appena se ne fosse accertato, avrebbe continuato il suo viaggio.

Il tenente Mattias li guidò all'interno di una delle tende, dove una guaritrice era già pronta ad accoglierli.

“Jareth...” Alice affondò il viso nel suo petto “Jareth, s-sto bene”

“Ne riparleremo quando me lo assicureranno” Jareth la adagiò su una stuoia indicatogli dalla guaritrice.

Fece per uscire, ma Alice lo fermò “Non andartene”

Jareth le prese la mano e le sorrise “Adesso stai tranquilla” si chinò fino a raggiungere il suo volto e posandogli un dolce bacio sulle labbra.

Lo stesso bacio che si da ad una madre o una sorella, un bacio casto e senza secondi fini.

“Ti terrò sempre al sicuro”

Ma quella frase ad Alice non piacque, il tono usato non era convincente e capì che il Fae non era intenzionato a portarla con se.

“Jareth?” lo vide uscire “Jareth, torna qui!” ordinò, ma non venne ascoltata “Jareth!”

Jareth chiuse la tenda alle sue spalle, strinse i pugni i si rivolse al tenente Mattias.

“Portatemi dalla regina Elbereth” ordinò ed il tenente eseguì.

 

*****

 

Tarrant e Sarah percorsero parecchi chilometri di strada, ma del confine tra Underground e Sottomondo neanche l'ombra.

Non si erano resi conto che, per sfuggire alle guardie della regina rossa, avevano girato continuamente intorno.

Da una parte fu un bene, perché le carte erano andate dritte al confine mentre loro erano ancora nel regno, dall'altra avevano, invece, perso già troppo tempo e questo a Sarah diede molto fastidio.

Quando finalmente si decisero a fermare un attimo i cavalli, Sarah scese e, presa da un momento di stizza, sbatté il piede a terra esclamando “Non è giusto!”

“Non c'è bisogno di arrabbiarsi, mia cara” sorrise Tarrant, avvicinandosi a lei e tirando fuori un orologio da taschino le cui lancette giravano pure al contrario “cinque minuti di sosta e poi ripartiamo per i confini”

“Ma se abbiamo girato intorno!” ribatté Sarah “Chissà dove saranno questi confini”

“Beh, verso Ovest, ovviamente” disse tranquillo il cappellaio indicando, però, la direzione sbagliata.

Sarah non riuscì a non ridacchiare, anche se il suo volto rimaneva imbronciato “Quello è il Nord, Tarrant”

Lui si voltò a guardare il suo stesso dito “Oh sì, giusto” e lo mosse nella giusta direzione, per poi spalancare la bocca e realizzare qualcosa che solo lui aveva immaginato.

“Abbiamo girato intorno!” esclamò, facendo cambiare lo sguardo di Sarah da corrucciato a interrogativo “Abbiamo fatto la maratonda!” aggiunse il cappellaio.

Sarah era rimasta senza parole per qualche secondo.

Non sapeva se dargli un pugno in testa e farlo smettere di soffrire, oppure ridere per la sua pazzia.

Vinse la seconda scelta e si mise a ridere.

Tarrant era in grado, nella sua folle pazzia, di far calare la tensione.

Sarah non poté fare a meno di pensare a quanto Alice fosse fortunata ad avere un uomo come il cappellaio al suo fianco.

Era così dolce, sensibile e non sembrava aver problemi a seguirla nel suo folle viaggio...forse perché era lui stesso un folle e considerava “gite” come quella una cosa di routine.

Jareth, invece, aveva preferito farle credere che l'amava per poi mollarla lì come una stupida, senza coinvolgerla in qualcosa che la riguardava.

Erano questi i doveri di un marito e/o re?

Se così fosse preferiva divorziare, ma esistevano i divorzi in quei mondi così assurdi?

Non lo sapeva neanche lei e questo le dava un ulteriore fastidio.

Se solo lo avesse avuto fra le mani...avrebbe voluto fargliela pagare.

“Oh sì!” disse Tarrant, facendola ridestare dai suoi pensieri “Questo è un bel sorriso, il tuo volto risplende quando sorridi”

Tarrant diceva quelle parole dolci senza fini particolari e Sarah questo lo apprezzava davvero.

Il problema era che la rabbia nei confronti di Jareth era tale da farle vedere anche altro sotto quelle parole semplici e carine.

Ricambiò quel complimento con un abbraccio.

In un primo momento, Tarrant rimase spiazzato ma poi ricambiò, lieto di esserle stato di aiuto.

Sarah rimase stretta al cappellaio per un minuto buono, aveva bisogno di sentire affinità e qualcuno vicino.

Se non avesse il cappellaio, chissà in quel momento dove poteva essere.

Fece un respiro profondo...respirò il profumo di Tarrant.

Quello fu un errore.

Il profumo del cappellaio era uguale a quello di Jareth e, in quel momento, realizzò il gesto fatto e si staccò di colpo da Tarrant.

“Oh mio Dio, che ho fatto?” si auto maledisse, passandosi una mano sul volto e cercando di far sparire quel profumo dalla mente e dalle narici.

Era solo un abbraccio innocente, ma Sarah si sentiva come se avesse tradito Jareth.

Lo aveva maledetto e poi aveva abbracciato Tarrant, pensando per un momento di...

“Tarrant, perdonami, io non...”

“Va tutto bene, Sarah” la fermò lui, tranquillo e con un gran sorriso stampato in volto “è naturale farsi prendere dallo sconforto, ma bisogna sempre rimettersi in piedi e andare avanti” Sarah annuì ed il cappellaio proseguì “Tu hai una grande moltezza e devi esserne fiera come lo è il tuo re”

Sarah non diede importanza alla parola moltezza, di cui neanche sapeva il significato, ascoltò di più le ultime sei.

“Tu dici?” chiese “Jareth è fiero di me?” ma se fino a due secondi prima lo aveva maledetto...come poteva Jareth essere fiero di lei?

“Tu credimi, non mi sbaglio mai” disse Tarrant, accompagnandola verso i cavalli.

Sarah salì e, dopo essersi assicurata che il cappellaio fosse al suo posto, fece voltare il cavallo e ripresero il cammino verso i confini, con Tarrant che canticchiava una canzoncina senza senso per passare il tempo.

  
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