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Autore: celestialslug    02/08/2021    0 recensioni
Una serie di brevi racconti horror, secondo la mia personale interpretazione del genere letterario e dell'emozione umana della paura.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il 14 settembre del 2007 Kenneth Dawson venne ritrovato smembrato nel suo appartamento. I resti vennero ritrovati grazie alla chiamata degli altri condominiali che, da diversi giorni, sentivano la puzza mefitica tipica della cadaverina. Le forze di polizia pensarono subito ad un omicida seriale, mobilitando nei giorni seguenti i profiler delle autorità federali, che però non riuscirono a collegare il modus operandi con nessun assassino. Il 29 dello stesso mese, mentre Jonathan Reyes perlustrava per la centesima volta l'appartamento della vittima alla ricerca di qualcosa, saltò fuori un diario, nascosto in un buco del muro dietro lo specchio del bagno. L'agente Reyes decise, incautamente, di leggere gli scritti dell'uomo alla ricerca di indizi sulla sua cruenta morte, ma ciò che scoprì fu persino più terrificante della vista del cadavere marcescente stesso. Tornato in centrale, bianco come la calce, lui e i suoi colleghi lessero le pagine timorosi. Bruciarono l'agenda poco dopo quello stesso giorno, ponendo il caso Dawson tra quelli irrisolti il prima possibile, nella speranza che nessun altro scoprisse ciò che era successo. Ma Reyes era perseguitato dai ricordi di quelle parole, tanto da decidere di trascriverle. “29 settembre, non ho mai scritto un diario, da adolescente reputavo stupido trascrivere i propri pensieri sulla carta, ma ora spero che farlo possa permettermi di dormire, per lo meno stanotte. Abbiamo bruciato il diario di quel pover'uomo, lo abbiamo fatto non appena abbiamo finito di leggerlo. Le reazioni dei miei colleghi sono state contrastanti, ma già sapevo che l'agente Bell è scettico di natura e che Ward è un poliziotto per miracolo, vista la sua paura persino per la sua ombra. Spero solo che dimentichino, che per loro resti una cosa curiosa e non un'ossessione, come spero che non diventi la mia. Ciò che ho letto, io, non saprei nemmeno come spiegarlo. Le prime pagine sembravano normali, quell'uomo viveva una vita tanto ordinaria quanto noiosa, ma pian piano le sue parole diventavano sempre più strane. Nell'ultimo mese aveva aggiornato spesso il diario, con cadenza irregolare ma frequente, a differenza di com'era solito fare nei mesi addietro. Sembrava come se nell'ultimo mese fosse diventato un'altra persona: paranoico, nevrotico, pazzo quasi. Citava spesso un nome "Gva'tahl", credo fosse scritto così. Da ciò che era intuibile dalle sue lodi, doveva essere una divinità venerata da una setta di cui faceva parte, che ne doveva aver plagiato la mente fino a farlo impazzire. Non mi sono mai ritenuto un uomo religioso, ho iniziato a definirmi ateo subito dopo essere andato a vivere da solo, non avendo mai posseduto uno spiccato senso di fede, ma giuro sul mio nome che leggere ripetutamente quel nome mi ha stretto lo stomaco in un nodo. Probabilmente non sono altro che i deliri di un pazzo, ma non riesco a smettere di pensarci. Ho paura.” Il diario si interrompe per alcuni giorni, per poi riprendere assiduamente nelle settimane successive. “4 ottobre, a quanto pare, tutti in centrale hanno superato il caso Dawson, ritenendolo irrisolto e impossibile. Ora si chiacchiera solo vagamente dell'accaduto e tutti sembrano essere andati avanti, col lavoro e con le proprio vite. Solo io sono ancorato qui coi miei sudori freddi, persino mia moglie è spaventata dal mio comportamento, ma io non riesco a togliermi dalla testa quelle parole. Ho fatto degli incubi ultimamente, abbastanza da pensare di dover contattare uno psicologo, più per le medicine che per il consulto; cosa vuoi che mi dica uno psicologo, se la notte sogno l'oscurità cosmica, sotto lo sguardo di chissà quale mostruosità, che mi giudica come peccatore. Cosa risponderebbe, se gli dicessi che mi scopro a perforarmi gli avambracci con le unghie o a mordermi il labbro fino a sanguinare quando sono sovrappensiero. Che immagino ogni secondo gli orrendi sermoni a "Gva'tahl, il silenzio cosmico" celebrati in qualche fogna putrida da uomini con vesti nere come l'ossidiana, che sacrificano i membri del culto e mangiano le loro membra in onore del dio. Cosa dovrei dire a mia moglie, quando la notte evito di stringerla, per paura di stritolarla in cerca di conforto. Credo di aver bisogno di aiuto.” “12 ottobre, ho contattato uno psicologo, sapevo che non avrei dovuto farlo, visto che il risultato della terapia è stata qualche idiozia legata alle mie paure, strizzacervelli inutile. Perlomeno le medicine mi tranquillizzano, ho smesso di graffiarmi gli avambracci e le labbra stanno guarendo, anche se non possono niente contro il terrore che provo, quando sono in casa, tengo perennemente il televisore acceso, per riempire il silenzio delle stanze e quando sono in giro o a lavoro, fischietto e canticchio per non rimanere mai zitto. Probabilmente sono paranoie, ma il silenzio mi fa congelare il sangue, sento il suo sguardo addosso, il suo giudizio, come quando mi sussurra nei miei sogni bestemmie e melodie infernali. La notte, per non avere una crisi, mi concentro sul respiro di mia moglie finché non mi addormento, per non stare mai nel silenzio più assoluto. Sono scettico, ma spero che la terapia mi aiuti, in qualche modo.” “ 23, ho smesso di prendere le medicine, ho chiuso con lo psicologo urlandogli contro al telefono. Non capisce, nessuno può. Lui mi parla, lo sento, ogni volta che c'è silenzio. Mi dice che fare, come comportarmi per rendergli grazia. Mi sussurra cose terribili che mi fanno scoppiare la testa, ma ho smesso di rifiutarlo. Ho smesso di ricercare rumori e cacciare il silenzio. È come una culla terrificante, ma lo accetto se in questo modo posso servirlo, devo abbracciare il silenzio. Devo ascoltarlo.” Gli scritti si interrompono qui, così come la vita dell'uomo. Nella tarda mattinata del 31 ottobre, il giorno di Halloween, l'agente Jonathan Reyes venne ucciso con due colpi di pistola, dopo essere stato ritrovato da due suoi colleghi in camera da letto, chino sul corpo della moglie, alla quale erano state tranciate le orecchie e divorata parte dell'addome, fino a perforare lo stomaco. Il diario di Reyes non venne ritrovato o, almeno, questo è ciò che sappiamo.
   
 
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