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Autore: giorgyleoo    04/08/2021    0 recensioni
[Elijah Wood fanfiction]
(la mia storia è presente anche su Wattpad sempre con lo stesso titolo)
Sei la truccatrice di Elijah nel set del Signore degli anelli, insieme vivete divertentissime esperienze in Nuova Zelanda, tra le meravigliose colline e montagne che vi circondano, ma qualcosa tra voi cambia e un inaspettata amicizia tra colleghi si trasformerà in qualcosa di più.
“Ti amo...da impazzire.” Mi disse.
“Che strano...ho sognato così tante volte che me lo dicevi che non capisco se sto sognando ancora.” Dissi io
“Allora stiamo sognando entrambi.” E mi baciò di nuovo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah Wood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo Autore: Ho immaginato questo capitolo nella mia testa per molto tempo e adesso sono qui a scriverlo davvero. Dio mi sta salendo l'ansia. Beh...grazie per essere arrivato/a fin qui e per l'ultima volta...Buona Lettura❤️ Sull'aereo i miei pensieri erano solo e solamente su Elijah Wood, se sarei arrivata in tempo, quando lo avrei visto, cosa gli avrei detto. Mi dispiaceva per Jason. Mi ricordava un pochino Orlando Bloom. Ma a decidere era il mio cuore e ormai era troppo tardi. Era fatta. Ora mancava solo Elijah. Pensavo di non riuscire ad addormentarmi a causa di tutti quei pensieri, ma in fondo erano bel tredici ore di volo, così senza nemmeno accorgermene mi addormentai verso le due di notte. Ero davvero stanca, mi svegliai per la colazione alle otto del mattino e riuscii per sino a comunicare con qualcuno. Una vecchietta seduta accanto a me. "Signorina, le è piaciuta la Nuova Zelanda?" Mi chiese. Io sorrisi "Più di qualunque altro posto." "E ora si torna a Los Angeles...che infinita tristezza." Disse con la voce roca. Poi mi guardò "Mio marito se ne è andato ormai da quasi dieci anni. Il suo sogno era avere una casa in Nuova Zelanda, sai?" "Davvero?" La guardai. "Dove nacquero i suoi genitori, si. Per questo io mi traferisco lì. Per ricordare la sua memoria. Sono andata per cercare casa e l'ho trovata. Ora non mi resta altro che il trasloco." "Wow signora. È un pensiero molto bello per suo marito." "Eh già. Mi manca ogni giorno. Ma se non fosse stato per lui...io non avrei mai trovato la felicità." Prese un respiro profondo "E tu signorina? Dove sei diretta?" Io sorrisi "Dalla persona che mi ha fatto trovare la felicità." Lei annuì compiaciuta e subito dopo si addormentò con un dolce sorriso sul volto. Mi addormentai dì seguito e a svegliarmi fu una delle hostess dicendomi che eravamo arrivati. Trasalii. Sull'aereo non c'era più nessuno, anche la vecchia se ne era andata, ma notai che mi lasciò un fazzoletto ricamato con scritto: Insegui la tua felicità. La ringraziai simbolicamente e uscii di corsa. Peter mi disse che Elijah era in un altro aeroporto di Los Angeles quello di Burbank mentre io ero al Long Beach Municipal, l'unico aereo disponibile arrivava lì. Per questo presi un taxi che mi avrebbe portato da lui "All'aeroporto di Burbank. Alla svelta." Ordinai al tassista e lui partì immediatamente. Il tempo non era a mio favore. Sentivo che stava per piovere, il cielo era ricoperto da nuvoloni neri carichi di pioggia. Respiravo affannosamente mangiandomi le unghie per il nervoso. Decisi all'improvviso di chiamare Autumn. "Ehi! Non mi chiami da una settimana lo sai?!" Mi disse. "Autumn sto andando da Elijah." Dissi diretta. Silenzio. "Ci sei?" Esclamai non ricevendo una sua risposta. "Oh mio dio. E Jason?" "Ho dovuto lasciarlo lì. Era l'unico modo." "Hai fatto bene. E Elijah dov'è?" "In aeroporto. Lo sto per raggiungere." "E cosa gli dirai? Non vi vedere da tre mesi!" "Gli dirò che lo amo. Perché lo amo davvero Autumn. E anche lui. Ho sentito un suo messaggio." Mentre Autumn mi rispondeva, io mi accorsi che eravamo bloccati nel traffico, ma mi venne in mente un idea, quindi interruppi la mia amica "Devo andare." "Cosa?" "Devo andare Autumn. Ci risentiamo." "Buona fortuna amica mia!" E attaccai. "Quanto manca per l'aeroporto?" Domandai all'autista. "Mancava molto poco se non fosse stato per questo traffico." "Sempre dritto?" "Si, perché?" "Grazie!" Risposi e uscii immediatamente dall'auto, sentii a stento che mi chiamava, ma sarebbe stato troppo tardi. Mancavano tre minuti alle due e io non potevo perdere altro tempo. Corsi verso il marciapiede evitando le macchine, dopodiché mi fermai. Davanti a me, in lontananza vidi l'aeroporto. Ero davvero vicina. Sentii delle gocce di pioggia cadere sulla mia testa seguite da molte altre, ma non mi importava. Presi un bel respiro, ricordai il fazzoletto della vecchia: Insegui la tua felicità, così cominciai a correre. Corsi, corsi e non avevo intenzione di fermarmi. C'ero solo io su quel marciapiede e avevo la sensazione di sentirmi libera. La pioggia sbatteva impetuosa sul mio viso, i miei capelli si afflosciarono bagnati sulla mia schiena e il vento che li portava nell'altra direzione. Mentre correvo mi veniva in mente la nostra canzone: Always. La cantavo nella mia mente e intanto mi apparivano nella mente tutti i nostri ricordi: Quando ci guardammo la prima volta, quando ci presentammo, quando ero vicina al suo viso per truccarlo, le ore passate dentro il camerino, le pause durante le scene del film, quando andai a casa sua e ci mettemmo a ballare come ragazzini, quando ci addormentammo sull'aereo insieme...quando ci baciammo la prima volta, ogni dettaglio del suo corpo sopra il mio, le sue labbra, i suoi occhi...Elijah. Cominciai a gridare il suo nome solo per sentirlo di nuovo, correvo, correvo, gridavo e gridavo il suo nome fino a che vidi il suo aereo privato a trenta metri da me. E a quel punto lo vidi. Saliva le scalette dell'aereo con un ombrello rosso in mano. Era lui...era lui. "Elijah!" Gridai di nuovo "Elijah!" Lui non riusciva a sentirmi, era ormai arrivato alla fine delle scale. Volevo raggiungerlo, ma ero in mezzo alle fan in delirio che gridavano il suo nome come me e una guardia del corpo mi fermò "Non può passare!" Urlò per farsi sentire tra la pioggia. "La prego! Mi lasciami passare! Non posso spiegare adesso!" Gridai io. "Ne ho sentite di tutti i tipi da voi fan. Lei rimane qui." "Lei non capisce. La prego, io lo conosco...ero una sua collega. Io..." non riuscivo a trovare le parole per spiegarglielo. Cosa avrei potuto dirgli? Mi diressi in mezzo alle fan "Silenzio! State zitte!" Dovetti ripeterlo una decina di volte, ma alla fine mi guardarono come fossi pazza "Non gridate. Un attimo." Dissi. "Ma che sta facendo?" Mi afferrò la guardia. "Mi lasci." Mi dimenai "Elijah! Dio, voltati!" Poi cominciai a cantare "I will love you...baby! Always! Always!" Quando la sua testa si girò di scatto verso la mia voce io alzai le braccia "Elijah!" Lo vidi sussurrare qualcosa, forse il mio nome, fece cadere l'ombrello a terra, scese le scale di corsa e si avvicinò alla folla. Lo vidi vicino stavolta, dopo tre mesi che non lo vedevo "Lasciatela passare!" Gridò, ma alla guardia non sembrava aver afferrato "Lasciatela passare!" Ripetè. Finalmente mi lasciò andare e davanti a me si aprì un varco di ragazze che mi fecero passare. Il mio cuore batteva all'impazzata, il mio fiato non avrebbe retto per molto. Elijah e io eravamo a due metri di distanza l'uno dall'altro, vedevo che anche il suo respiro era affannato. Stava cominciando a bagnarsi anche lui. Ci guardammo a lungo, entrambi con le lacrime agli occhi. Decisi di parlare "Io ti amo...Elijah. Non ho mai smesso di farlo e fidati ci ho provato. Ma ogni volta che tu non eri con me, io volevo averti accanto, non posso dimenticarti...non voglio." Piansi "Non voglio farlo..." Lui mi guardò, sentivo che era sul punto di piangere, ma non lo fece. Non ricevendo una sua risposta, mi sentii di ghiaccio. Sentivo le persone bisbigliare dietro di me, mi sentivo stupida "I-io..." borbottai "Adesso non so che dire." Lui si avvicinò velocemente a me, non so perché, ma immaginavo che mi mandasse a quel paese, invece disse: "Allora non dire niente..." e le sue labbra toccarono violentemente le mie, quasi mi fece male, ma non ci pensai. Le nostre lingue si spingevano a vicenda all'interno delle nostre bocche, la sua mano sulla mia guancia piena di lacrime e la mia sui suoi capelli. Ci mettemmo a piangere entrambi, non riuscivo neanche a baciarlo per i singhiozzi. Ci accasciammo a terra in ginocchio abbracciandoci come non avevamo mai fatto, poi forte che mai "Mi dispiace...mi dispiace!" Gridò lui. "Shhh shhh...è tutto passato. È tutto passato. Dispiace anche me...oh Elijah." "Oh t/n...oh amore mio. Mia dolce t/n." Quelle sue parole mi fecero sciogliere nelle sue braccia che dovettero tenermi. Ci baciavamo e non volevamo smettere di farlo. La pioggia ci aveva cosparso di acqua. Sicuramente ci stavamo guardando, ci stavano fotografando, ma non ci importava, non ce ne eravamo nemmeno accorti. In quel momento vedevamo solo noi. Solo noi. Poi ci guardammo, i nostri volti a un centimetro di distanza, rividi finalmente i suoi occhi azzurri "Ti amo t/n. Ti amerò per sempre." Mi sussurrò. Le nostre mani accarezzavano all'unisono i nostri volti bagnati dalle lacrime e dalla pioggia. Lui accarezzava le mie guance, le mie labbra umide, il mio naso come se non mi avesse toccato per anni e lo stesso valeva per me. Poi mi sussurrò "Vieni con me." "Dove?" "A casa." "Ma non dovevi andare..." Mi interruppe "Non mi interessa più ora che sei con me. Torniamo a casa. Non ti abbandonerò mai più. Te lo prometto." Io annuii e lo baciai di nuovo. Poi ci alzammo e senza dire nulla alle persone che ci stavano fissando, salimmo sull'aereo mano per la mano e da lì non ci abbandonammo più. L'aereo ci portò in un luogo famigliare. Ci ero già andata una volta, ma quasi lo avevo dimenticato con tutte le cose che erano successe. Elijah bussò alla porta e uscii accigliata la sorellina Hannah, ormai diciottenne. Guardò il fratello dritto negli occhi sapendo che non doveva essere lì, poi guardò me e il suo volto si riempì di gioia "Avevo quasi mantenuto la promessa fatta. Lo avrei sgozzato se non ti avesse riportata qui." Ridemmo insieme e entrammo in casa, l'unico posto in cui potevano stare insieme in pace. Avevo ritrovato la mia felicità, e non l'avrei più lasciata andare. 𝟽 𝙰𝚗𝚗𝚒 𝚍𝚘𝚙𝚘 - 𝙰𝚙𝚛𝚒𝚕𝚎 𝟸𝟶𝟶𝟿 - 𝙽𝚞𝚘𝚟𝚊 𝚉𝚎𝚕𝚊𝚗𝚍𝚊 Mi affaccio alla finestra di casa mia, è una bella mattinata soleggiata, perfetta per una passeggiata tra le colline. Ho ventotto anni ma sembra ancora che ne ho solo venti. Parlando del mio migliore amico Logan, io e lui siamo rimasti tali. Mi viene a trovare svariate volte e non si stanca mai di viaggiare per vedermi. Lo stesso posso dire di Autumn, siamo legate come sorelle e niente potrebbe separarci, neanche la lontananza. Elijah non ha perso i rapporti con Dom, Billy e Sean. Sono fratelli ormai. Lo sarebbero stati per sempre. Riguardo Jason beh...chiarimmo tutto dopo che io raggiunsi Elijah in aeroporto, non ci siamo più rivisti, ma ho sentito che si è fidanzato con una ragazza. Sono felice per lui. Il mio ragazzo sta ancora dormendo...ovviamente "Amore." Lo sveglio, lui si alza piano piano "Giorno tesoro." Mi da un bacio sulla guancia e si veste. "È una bella giornata oggi." Lo incito. Oggi è il nostro anniversario di quando ci fidanzammo otto anni fa, ma lui sembra non ricordarselo. "Lo vedo si." Risponde ancora assonnato. Io faccio finta di nulla "Fra una settimana passa Autumn a trovarci. Te lo avevo detto?" "Va bene. Mi piacerebbe invitare anche Sean." "Certo. Più siamo meglio è." Di solito è il primo a farmi gli auguri ogni anno. Mi svegliava a mezzanotte! Ma oggi Elijah sembra non esserci. "Mi va di uscire. Mi accompagni?" Mi chiede. "Adesso?! Dove andiamo?" Conoscendolo, mi aspetto una sorpresa. Lui mi squadra sorridendo e mi afferra per il polso come faceva sempre. Mi conduce fuori casa e, conoscendo quel posto come le mie tasche, so già dove mi sta portando. Attraversiamo il bosco arrivando al nostro paradiso segreto. Sono mesi che non ci vengo. Da quando ci siamo trasferiti lì a convivere quattro anni fa, non ci siamo andati più così spesso. Io sono ufficialmente diventata la sua make-up artist personale in ogni suo film, ma Bob ogni tanto mi offre altri film che io accetto volentieri. "Chiudi gli occhi." Mi dice Elijah una volta arrivati. Adesso sembra molto più sveglio. Io lo accontento e lui mi prende le mani facendomi andare avanti. "Okay. Adesso." Esclama. Io apro gli occhi e vedo dopo tanto tempo il nostro piccolo paradiso. Ma è diverso. Oltre alla sua bellezza naturale e la luce del sole che colpisce l'acqua cristallina, ci sono degli addobbi dorati e bianchi sugli alberi, noto per sino una piccola altalena sul fondo. Mi copro la bocca con le mani "Elijah..." sorrido. "Aspetta, non è finita!" Esclama entusiasta, afferra un cordicella penzolante da un ramo, la tira e proprio sopra di me cadono dei fiorellini che si posano delicatamente sulla mia testa. "Buona anniversario amore mio." Mi bacia sulle labbra. "Lo hai fatto tu?" "Ieri notte si. Ecco perché ero stanco." "Non mi avevi mai fatto una cosa del genere." Sorrido ancora. "Questa è un occasione speciale." Ci sediamo sul prato, io accarezzo il mio grembo. "Perché speciale?" Domando. Vedo che è nervoso, perché come sempre manda indietro il labbro. Deglutisce e si alza di scatto. "Ehm...tu dovresti...dovresti alzarti." Risi "Perché?" "Dai alzati." Mi fa alzare con le sue mani e ci guardiamo. Io divertita, lui bianco come un cadavere "Va tutto bene tesoro?" Gli domando. "Ma si! Io...fammi parlare dai." Sorride, poi prende un bel respiro. Mi prende le mani e si inginocchia. Il mio cuore perde un battito quando dalla tasca estrae qualcosa che tiene nascosta nelle mani. Io mi metto le mani sulla bocca e lui mi guarda amorevolmente. "T/n...mi vuoi sposare?" Sto per piangere, me lo sento "Oddio!" Mi aggrappo al suo collo e lo riempio di baci. "Allora è un si o un no?" Sorride lui. "Certo che si!" Grido e lui mi bacia stendendomi sull'erba. Siamo entrambi a piedi nudi, io con un vestitino giallo come il polline che mi impiastra i capelli. Siamo coperti entrambi da fiori di tutti i colori, Sembriamo un tutt'uno con la natura. Lui è bello e radioso come la prima volta che lo vidi "Attento!" Dico quando mi fa sdraiare a terra. Mi tocco di nuovo il grembo. "Che è successo?" Mi dice lui alzandosi da me. Io mi alzo con cautela e prendo le sue mani "Anche io ho una notizia per te. Per noi." Metto la sua grande mano sul mio ventre e poi mi guarda negli occhi "Sono incinta Elijah." Sussurro. A lui scappa un singhiozzo sbattendo le palpebre per scacciare le lacrime che gli coprono gli occhi "Oh mio dio..." sorride mettendo anche l'altra mano sul mio ventre "Saremo genitori amore? Sarò papà?" Mi trema il labbro e accarezzo la sua guancia "Si...sarai papà. Saremo genitori." "Sono l'uomo più felice del mondo t/n. Grazie a te. Solo grazie a te. Ti amo." "Ti amo, mia dolce felicità." Dico. Lui mi bacia le mani e poi le nostre fronti si unirono, i nostri nasi lo stesso, poi le nostre labbra. "Aspetta." Dice all'improvviso "Ti ho fatto anche questa." Da dietro la schiena tira fuori una tiara fatta di ramoscelli e fiori di tutti i tipi "Ecologica e fatta con le mie mani." Dice soddisfatto. "Ah allora!" Lo prendo in giro. Lui me la mette sulla testa. "Ora sembri proprio madre natura. La più bella." Mi prende in braccio all'improvviso e mi fa sedere delicatamente sull'altalena "Reggerà vero Elijah?" "E ti pare che ti farei cadere?" Ridiamo insieme, lui si sistema dietro di me, io estendo il collo e gli do un bacio. Con una sua mano sulla mia guancia, l'altra accarezza il mio grembo attendendo appassionati un nuovo arrivo, frutto del nostro amore, nato proprio in quel posto. Un amore che non sarebbe mai finito. E pensare che tutto iniziò perché ero solo la sua make-up artist.
   
 
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