Ottava parte
Here I am (Here I am)
Will you send me an angel?
Here I am (Here I am)
In the land of the morning star
Wise man said just raise your hand
And reach out for the spell
Find the door to the promised land
Just believe in yourself…
(“Send me an angel” – Scorpions)
Sir Richard e Maggie
giunsero il giorno successivo al cottage. Dopo che la minaccia incombente della
Regina era svanita, il gentiluomo non era più riuscito a trattenere la moglie
che moriva dalla voglia di riabbracciare Edward. Così aveva inviato un
messaggio comunicando il loro arrivo in mattinata, avrebbero pranzato tutti
assieme, magari fatto una passeggiata nei boschi, e così Maggie si sarebbe
tranquillizzata vedendo il fratello sano, salvo e felice.
Anzi, Sir Richard
ebbe il vago sospetto che Maggie avrebbe trovato Edward fin troppo entusiasta della sua convivenza con Erik e si chiese se
non avrebbe fatto meglio a preparare psicologicamente sua moglie a ciò che
avrebbe potuto trovare al cottage…
In effetti, quella
mattina Edward era davvero al massimo della gioia, si sentiva felice,
emozionato e appagato come mai avrebbe immaginato di poter essere. Qualche
volta, se si fermava a pensarci, non riusciva a credere che la sua vita fosse
cambiata così tanto in poco più di un mese e finiva per temere che fosse tutto
un sogno meraviglioso, che un giorno si sarebbe svegliato… e si sarebbe
ritrovato di nuovo in quella prigione. Ma risvegliarsi in prigione sarebbe
stato ancora peggio adesso che aveva conosciuto la felicità più pura e
completa. Tante volte, nei lunghi anni trascorsi in prigione, era stato sul
punto di perdere la speranza, di arrendersi, di lasciarsi andare, non ci
sarebbe voluto molto, uomini più grandi e più forti di lui avevano perso il
senno dopo anni in carcere. Se avesse scelto di lasciarsi andare sarebbe stato
più facile, non avrebbe più pensato a niente, non si sarebbe ricordato neanche
più il suo nome. Invece Edward aveva scelto di resistere, di lottare in quel
suo modo ingenuo ma tenace, aveva scelto di avere fiducia in Maggie e di
credere che, prima o poi, lei sarebbe riuscita a trovare un modo per farlo
liberare. Era stato, per usare una parola che va di moda oggi, resiliente e adesso veniva ricompensato
per non essersi mai arreso. Era libero, sebbene su di lui pendesse ancora una
condanna a morte; viveva in un cottage immerso nei boschi come aveva desiderato
da tanto tempo, a contatto con l’aria fresca e pulita della natura; sua sorella
Maggie abitava a una mezz’ora di distanza e avrebbe potuto vederla quello
stesso giorno e poi… e poi, la gioia più immensa e inaspettata, il suo cuore e
i suoi sensi erano stati risvegliati dal vero amore, qualcosa a cui non aveva
neanche mai pensato, prima perché era solo un bambino e poi perché, in prigione,
sognava soltanto la libertà e il ritorno a casa.
Erik era diventato,
in poche settimane, il suo punto di riferimento, la sua Stella Polare, la
persona che lo proteggeva e l’uomo che amava, al centro del suo cuore. Con Erik
aveva imparato cosa significhi amare veramente e sentirsi amato e accolto per
ciò che si è, aveva scoperto sensazioni ed emozioni inimmaginabili e
indescrivibili che lo facevano sentire perso e poi ritrovato, in pezzi e poi
finalmente integro e completo. Sì, Edward era completamente, totalmente, irrimediabilmente
e incondizionatamente innamorato e felice… e, com’era ovvio per lui, non vedeva
l’ora di farlo sapere a Maggie, chissà come sarebbe stata contenta per lui!
Eh, già!
I coniugi Pole,
dunque, giunsero al cottage dove vivevano Erik e Edward verso le undici del
mattino e, per fortuna, pur essendo fine ottobre, era una bella giornata
d’autunno, fresca e frizzante ma anche luminosa. *
Maggie era raggiante
e, non appena scese dalla carrozza, si precipitò ad abbracciare Edward che la
aspettava davanti al cottage, con Erik qualche passo indietro.
“Teddy! Che bellezza,
finalmente ti rivedo, mi sembra un sogno!” esclamò la giovane donna, piangendo
di gioia e stringendo il fratello tra le braccia.
“Anche tu mi sei
mancata, Maggie” rispose Edward. “Stai bene?”
“Certo, sto benissimo
adesso che ti vedo sano e salvo!” Maggie era talmente commossa ed emozionata
che non riusciva a trattenersi, abbracciava Teddy, gli accarezzava il viso, lo
guardava come per sincerarsi che fosse davvero lì, che fosse davvero al sicuro,
poi di nuovo lo abbracciava forte. “Sei così… si vede che stai bene, non
speravo che ti riprendessi così velocemente fuori da quella prigione e invece
tu mi hai sorpresa ancora una volta. E’ meraviglioso vederti così felice,
rilassato e in salute, è un sogno che si avvera per me!”
Sir Richard, suo
malgrado, si stava commuovendo un po’ pure lui vedendo la moglie tanto felice e
scambiò uno sguardo pieno di gratitudine con Erik, sapendo benissimo che era
solo merito suo se Edward era non solo libero e al sicuro, ma anche felice e
pieno di vita.
“Sono tanto contento
di rivederti, Maggie. Ma non hai portato il mio nipotino?” domandò Edward,
guardando verso la carrozza e sorvolando allegramente sul fatto che il bimbo si
chiamasse Henry. In effetti, quella cosa non gli andava ancora giù e preferiva
non pensare al nome del nipote!
Maggie non fece molto
caso all’omissione intenzionale del fratello, era troppo felice di vederlo così
raggiante e di sentire che si preoccupava anche per il bambino, che avrebbe
desiderato incontrarlo.
“Avevo pensato di
portare anche lui, in effetti, ma poi ho preferito lasciarlo con la balia
almeno per oggi” spiegò la giovane donna. “Ieri, quando la Regina è arrivata
all’improvviso e ha fatto perquisire tutta la casa, Henry si è spaventato e
innervosito e ho scelto di lasciarlo riposare. Comunque lo vedrai presto, no?
Adesso la nostra tenuta è sicura, le guardie reali non hanno trovato niente e
tu potrai venire ad abitare con noi quando vorrai, anche subito.”
Edward lanciò uno
sguardo a Erik, che mostrò un certo disagio.
“Veramente, Maggie,
ecco… io ho deciso che preferisco non venire a vivere con te e con la tua
famiglia” disse il ragazzo. “Questo posto è meraviglioso, mi piace vivere in
mezzo alla natura e sento questo cottage come se fosse la mia vera casa,
insieme a Erik.”
Maggie fece un passo
indietro, perplessa, come se non avesse capito bene.
“Di cosa stai
parlando, Edward? Hai sempre detto che volevi tornare a casa e aspettavamo
soltanto il giorno in cui avremmo potuto vivere di nuovo insieme, liberi e
felici, senza più temere niente e nessuno. Perché hai cambiato idea? Non
capisco.”
“Mi dispiace che tu
ci sia rimasta male e… no, non ho cambiato idea, però le cose sono diverse ora.
E’ vero, io dicevo sempre di voler tornare a casa, ma la casa di Sir Richard
non è la mia, è la sua casa e la tua e quella di vostro figlio” cercò di
chiarire Edward, facendo ancora più confusione (ma Erik e anche Sir Richard
capivano benissimo dove volesse andare a parare…). “Io verrò a trovarti tutte
le volte che vorrai e anche tu verrai qui, ci potremo vedere ogni giorno se
vogliamo, ma… ecco, è questa che sento come casa mia ed è qui che voglio
abitare, insieme a Erik.”
Era la seconda volta
che il ragazzo sottolineava il fatto di voler vivere insieme a Erik e, alla seconda, anche Maggie cominciò a
comprendere. Intanto, sia Erik sia Sir Richard mostravano chiari segni di
nervosismo. Ecco che la bomba stava per scoppiare…
“Cosa intendi quando
dici di voler vivere insieme a Erik?” chiese Maggie, sospettosa.
“Che voglio abitare
con lui, che voglio stare con lui, che viviamo insieme come te e Sir Richard” rispose con entusiasmo Edward. “Erik dice
che mi ama, ha detto che mi ha sempre amato, già quando veniva a scortarti in
prigione per farmi visita mi aveva notato e mi pensava sempre… lui mi protegge,
si occupa di me, fa tutto quello che mi può rendere felice e mi tratta come se
davvero fossi un Principe! E anch’io ho capito che mi sono innamorato di lui,
per questo voglio vivere con Erik, voglio che stiamo insieme per tutta la vita!”
Erik aveva l’aria di
chi vorrebbe prendere una pala e sotterrarsi, Sir Richard pensò di intervenire
in qualche modo, ma non fece in tempo perché Maggie reagì sconvolta e
traumatizzata come ci si poteva ragionevolmente aspettare…
“Edward, ma di che
stai parlando? La libertà ti ha forse dato alla testa? Innamorato di Erik? Lui
ti ama? Volete vivere insieme? Ma che razza di storia è questa?” esclamò,
sconcertata.
Il ragazzo, però, era
sconcertato quanto lei per la reazione così veemente!
“Ma… perché fai così,
Maggie? Non c’è niente di male, ci vedremo lo stesso, anche tutti i giorni. E
io voglio che porti il mio nipotino… sì, insomma, Henry, a trovarmi qui a casa nostra,
voglio che veda la mia nuova stanza e i sentieri nel bosco in cui vado con
Erik” replicò, con gli occhi sgranati per la sorpresa e chiaramente deluso
perché la sorella non condivideva il suo entusiasmo. “Lo so che volevi che
abitassimo insieme, ma anche tu adesso hai una famiglia tua e io ho Erik.”
“Cosa vorrebbe dire
che tu hai Erik?” protestò di nuovo
Maggie. Poi, vedendo che il fratello pareva non capire il suo dissenso, decise di rivolgersi
direttamente al Capitano delle Guardie. “Cosa hai fatto a Edward, cosa gli hai
messo in testa? Ora capisco tante cose, ecco perché dicevi di non volere
nessuna ricompensa… te l’eri già presa a nostra insaputa. Come hai potuto, non
ti vergogni? Sapevi che Edward era particolarmente fragile e suggestionabile,
ti sei approfittato del suo bisogno di affetto, non è così?”
Sir Richard pensò che
fosse il momento di intervenire.
“Maggie, ora stai
esagerando, non sappiamo come siano andate realmente le cose, magari lascia che
Erik ti spieghi…” iniziò, ma a sorpresa fu proprio il Capitano ad interrompere
la sua difesa.
“No, mio Signore, non
prendete le mie difese, Lady Margaret ha ragione ad essere arrabbiata con me”
disse in tono calmo e pacato. “E’ vero che mi sono spinto fin troppo avanti con
Edward, ero così felice di averlo con me che non ho pensato a cosa stessi facendo
e a come, seppure involontariamente, lo stessi condizionando. Posso affermare
comunque che non ho mai fatto niente che lui non volesse e che, anzi, ho
cercato di convincerlo a staccarsi da me e a venire a vivere con voi. Tuttora
penso che sarebbe la cosa migliore per lui.”
Poi Erik continuò
rivolgendosi direttamente al ragazzo.
“Edward, sapevo che
non era una buona idea quella di vivere con me e ho provato a dirtelo” gli
spiegò, con la solita dolcezza. “Non ho insistito troppo perché tu ti sei
sentito rifiutato, come se fossi io a non volerti con me, ma la verità è che tu
devi abitare con tua sorella e la sua famiglia, è quello il tuo posto. Pensa
anche a questo: tra poco sarà novembre, cadrà la neve, in questo cottage farà
freddo e non ci sarà niente di emozionante o avventuroso nel vivere qui, sarà
peggio della prigione in cui ti trovavi. Potresti ammalarti e io non me lo
perdonerei mai. Del resto, in inverno nemmeno io abito qui, Sir Richard mi
mette a disposizione un’altra piccola casa più vicina alla tenuta. Potrai
incontrarmi ugualmente, quando non sarò impegnato al servizio di Sir Richard,
ma la cosa migliore è che tu abiti con Lady Margaret.”
Il giovane Conte di
Warwick era esterrefatto e si sentiva come se tutto il suo mondo, i suoi sogni,
la felicità che aveva appena iniziato ad assaporare cadessero in pezzi attorno
a lui. Che stava succedendo? Perché Maggie si era così arrabbiata con lui e,
peggio ancora, con Erik? Perché Erik non voleva vivere con lui? I suoi occhi si
riempirono di lacrime mentre contemplava la caduta di tutti i progetti che
aveva fatto solo poche ore prima… e pensare che era stato così emozionato all’idea
di condividere la sua gioia con la sorella! Avrebbe voluto parlarle,
rimproverarla per essere stata così dura con Erik che non aveva fatto altro che
dedicarsi completamente a lui, ma non trovava le parole tanto era avvilito.
Prima che potesse
dire qualcosa, Sir Richard parlò di nuovo.
“In effetti questa
potrebbe essere la soluzione migliore, Erik ha ragione” disse. “Si sta
avvicinando l’inverno e nessuno potrà abitare in questo posto, però temo che
non sia ancora prudente portare Edward a vivere con noi. Come hai potuto
vedere, Maggie, la Regina non si fa scrupoli di piombare da noi a sorpresa e
senza farsi annunciare e cosa succederebbe se decidesse di arrivare di nuovo e
Edward fosse là? Come potremmo nasconderlo? Cosa ne sarebbe di lui e anche di
noi per averlo nascosto? Di noi e di nostro figlio?”
Maggie trasalì. Non
aveva pensato a questa eventualità, ma conoscendo l’ostinatezza e l’ambizione
di Elizabeth non era affatto da escludere. Magari non subito, ma forse tra un
mese o due, o in primavera, chissà? Edward non poteva essere completamente al
sicuro a casa loro. E poi… le parole di Erik, nonostante tutto, le avevano
toccato il cuore: lo aveva accusato di aver approfittato della fragilità del
fratello, invece lui aveva insistito perché Edward tornasse a vivere con lei, e
c’era una tale dolcezza nel suo sguardo e nella sua voce, un affetto infinito,
una premura commovente che testimoniava più di ogni altra cosa quanto veramente
amasse il giovane Teddy. Suo fratello era evidentemente molto felice con lui,
sereno e appagato come non lo aveva mai visto, e chi era lei per giudicare il
loro rapporto, chi era lei per ostacolare qualcosa che aveva ridato la vita a
Edward, in tutti i sensi e nel modo più profondo e meraviglioso che potesse
immaginare?
“Hai ragione,
Richard, non sappiamo cosa potrà fare Elizabeth nei prossimi mesi e non voglio
mettere in pericolo né Teddy né nessuno di noi” ammise Maggie, già pentita di
essersi arrabbiata con Erik e di aver deluso e addolorato Edward. “La cosa
migliore è che Edward abiti con Erik nella piccola casa che tu gli hai messo a
disposizione e vi trascorrano l’inverno, poi decideremo cosa fare.”
“Io… mia Signora,
volete davvero che continui a vivere con Edward e a occuparmi di lui?” mormorò
Erik, commosso. “Non gli farei mai del male, ve lo giuro, io… ucciderei per
lui, morirei per lui!”
Maggie vide lo sguardo
infuocato e sincero di Erik mentre diceva quelle parole, vide illuminarsi Teddy
nel sentirlo parlare così, una luce che gli veniva da dentro, dal cuore, e lo
rendeva raggiante come mai era stato. Qualsiasi cosa potesse pensare, Erik era
chiaramente la ragione di vita di Teddy e viceversa, non sarebbe stata lei a
distruggere la loro felicità.
“Va bene, adesso
andiamo a pranzo” concluse quindi Maggie con un sorriso, “così potremo parlare
e organizzarci per il trasferimento di Edward e Erik nella casa in cui
trascorreranno l’inverno. Abiteremo ancora più vicini e ci vedremo più spesso,
spero che potremo anche passare le feste natalizie tutti insieme, senza brutte
sorprese da parte di Elizabeth. Ho tanti regali da farti, Teddy, e non voglio
sentire obiezioni perché farò dei bei doni anche a Erik, se li è meritati.”
“Oh, sì, che bello,
il Natale!” esclamò Teddy con occhi sognanti, dimenticando la delusione di poco
prima. Era felice che fosse tutto sistemato e che Maggie, proprio come aveva
tanto desiderato, avesse accolto Erik nella loro famiglia. “Era tanto tempo che
volevo festeggiarlo con le persone care, come quando ero bambino! Potrò avere
un cane che non morde come regalo?”
Maggie e Sir Richard
si scambiarono uno sguardo e sorrisero.
“Certo, un cagnolino
che non morde lo avrai sicuramente!” disse lei.
Stretta al marito, si
avviò verso il cottage, guardando Erik e Edward che camminavano davanti a loro,
Erik che teneva un braccio attorno alle spalle del ragazzo, pensando che lui il
suo regalo di Natale lo aveva già avuto, e Teddy che gli si affidava beato. Sì,
Erik meritava di essere uno di famiglia e adesso comprendeva che Edward aveva
tutti i diritti di fare finalmente le sue scelte nella vita, dopo tanti anni in
cui era stato prigioniero e costretto a sottostare alla volontà altrui. Ecco,
magari preferiva non pensare a loro due che facevano
cose, ma a parte quello anche
Maggie si sentiva rasserenata vedendo il fratello così felice.
Sperava soltanto che
Elizabeth non intervenisse di nuovo a distruggere la loro felicità, purtroppo
il pericolo continuava a incombere…
Fine ottava parte
* Edward Plantagenet fu giustiziato il 28 novembre
1499. Nella mia versione io ho anticipato un po’ i tempi, immaginando che Erik
andasse a liberarlo a settembre, perché ho pensato che sarebbe stata dura la
vita per quei due poveretti in un cottage gallese nel bosco in pieno inverno!