Film > Captain America
Segui la storia  |       
Autore: Rosette_Carillon    05/08/2021    1 recensioni
[SPOILER Black Widow]
Marta lavora ancora per lo S.H.I.E.L.D, e vive nella New Avengers Facility. Perché, si sa, gli Avengers possono salvare il mondo ma, quando si tratta di gestire le proprie vite, non sono poi così efficienti.
La Vedova Nera ne è un chiaro esempio.
[Captain America, Knives Out, Black Widow]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Natasha Romanoff, Steve Rogers
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Black and white photos'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 9
Little sister
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Camminano da quasi mezz’ora seguendo un sentiero fra gli alberi, quando Natasha si ferma.
Steve la vede rallentare il passo fino a fermarsi completamente per restare immobile, una mano poggia contro la corteccia di un albero.
<< Ci deve essere un errore, >> mormora lei, mentre lui la raggiunge.
<< Un errore? >>
Davanti a loro si estende quella che, da lontano, potrebbe sembrare una vasta radura. Da vicino, invece, gli alberi caduti, e i loro tronchi anneriti si rivelano essere il risultato di un’esplosione.
Ci sono pietre, assi di legno e i resti di un muro, dove prima doveva esserci stata una casa.
Natasha fissa quella distruzione senza riuscire a muoversi.
È Steve a riscuoterla dal torpore. Le poggia piano una mano sulla spalla e stringe piano, attirando la sua attenzione << può essere successa qualsiasi cosa, >> comincia pacato << non è detto che tua sorella sia rimasta vittima dell’esplosione che ha distrutto questo posto. >>
Per quanto ne sanno, Yelena potrebbe anche non essere mai stata lì.
Avanzano con cautela, guardandosi le spalle, ma sembra davvero che in quella foresta ci siano solo loro.
Scavalcano e aggirano fronde e tronchi d’albero, e si avvicinano alle macerie.
Di quella che doveva essere stata una casa abbastanza grande, è rimasto solo un muro, e qualche asse di legno che probabilmente era appartenuta al soffitto.
Steve le sposta, più per non lasciare nulla al caso, che perché convinto di poter davvero trovare qualcosa sotto, e rimane stupito nello scoprire quella che sembra una botola.
Si china per aprirla, ma Natasha lo blocca.
<< Aspetta. Aspetta, non- >>
È troppo strano, è tutto troppo tranquillo.
Il capitano intuisce i suoi pensieri, e si mette davanti a lei << stai indietro, >> dice prendendo lo scudo per proteggersi. Si china nuovamente per aprire la botola.
Il legno scricchiola sui cardini vecchi e mezzo rotti, che si spaccano appena l’uomo fa forza.
Nel buio pece, si intravedono delle scale che scendono di sotto.
I due si guardano incerti, poi Steve inizia a scendere, lo scudo sempre davanti a sé . << Resta dietro di me, >> dice alla donna << non sappiamo cosa ci sia sotto. >>
Natasha annuisce, toglie la semiautomatica dalla fondina, e gli va dietro.
Scendono lentamente quei gradini in pietra, che sembrano portare verso l’inferno.
Una luce illumina all’improvviso la stanza, e Natasha sobbalza sollevando la semiautomatica e analizzando il luogo, pronta a prendere la mira e sparare.
La mano del capitano si poggia sul suo polso, e le abbassa le mani delicatamente, poi indica l’interruttore con uno sguardo di scuse.
La donna si rilassa. Almeno, avrebbe potuto avvertirla.
Si guardano attorno.
Non ci sono finestre, e la stanza, scarsamente illuminata, ha un forte odore di chiuso.
<< Non c’è niente qui, >> la voce di Natasha è appena un soffio << ci deve essere un errore, ci deve essere- >>
<< Una porta. >>
<< Cosa? >>
È nella parte meno illuminata della stanza, quasi non si nota.
La donna si avvina alla porta, e resta in ascolto per qualche secondo prima di aprirla.
Dentro ci sono solo scaffali, due, e sono vuoti. Per terra ci sono delle grosse macchie di sangue secco.
Natasha impreca.
<< Continuiamo a cercare, >> la incoraggia Steve << torniamo fuori. Troveremmo sicuramente qualcosa. Le coordinate non erano molto precise, queste macerie non significano nulla. >>
La donna non ne è così convinta, ma ha bisogno di crederci, perché l’alternativa sarebbe ammettere che Yelena sia morta nell’esplosione che ha distrutto quella casa.
Decidono di dividersi, ma senza allontanarsi troppo l’uno dall’altra e dal quinjet: il fatto che tutto attorno a loro sembri tranquillo, non significa nulla.
 
                                                                        §
 
Natasha si dirige verso nord, Steve verso est, fino ad arrivare a un lago.
Il cielo è livido, davanti a sé ha una superficie cristallina incorniciata da alberi di betulla: è uno spettacolo magnifico.
Si ferma un momento ad ammirarlo, immerso in quel pacifico silenzio, e a riprendere fiato, quando lo scatto di un grilletto lo richiama al presente.
Si è distratto quando non avrebbe dovuto.
Una voce femminile gli dice qualcosa, ma parla in russo, e lui non capisce. Incerto, lascia cadere lo scudo sul terreno morbido, e solleva le mani per mostrare che non cerca uno scontro.
<< Tu sei Captain America, >> questa volta la voce parla in inglese, senza alcuna traccia di un accento russo.
È incerta, e l’uomo si sente in dovere di confermare la sua identità.
Per un momento cala il silenzio.
Il vento soffia leggero increspando leggermente la superficie del lago.
<< Come faccio a sapere che sei tu? >>
<< Lo scudo non basta? >>
<< Potresti averlo rubato. >>
<< No. Non mi farei mai rubare lo scudo. Da nessuno. >>
<< Potresti essertene costruito uno uguale. >>
<< Il vibrano non scorre certo a fiumi. E non è facile da lavorare. >>
Silenzio.
<< Perché sei qui? >>
Steve valuta la sua risposta. Non sa chi ci sia alle sue spalle ma, chiunque sia, sembra solo spaventata e non pericolosa. Decide di dire una mezza verità, e vedere cosa succede << sto cercando una persona.
<< Sei in missione… >>
<< Sì. >>
<< Sei- solo? >> la voce della donna si incrina.
<< Sei ferita? >> chiede lui, ignorando la domanda, preoccupato.
Non arriva nessuna risposta. Steve sente un tonfo alle sue spalle, si volta e vede una donna inginocchiata accanto a una delle betulle. Si regge al tronco, e respira affannosamente.
<< Sei ferita? Stai male? >>
<< Stai lontano! >> intima lei, ma la voce spezzata e le lacrime che le rigano il volto non la fanno apparire minacciosa come avrebbe voluto. Le mani le tremano, e non riesce a stringere la semiautomatica che ha per difendersi.
<< Non voglio farti del male, lascia che ti aiuti. >>
La voce di Natasha gracchia nel suo orecchio << Steve? Mi senti? >>
<< Ti sento, Nat. >>
La donna davanti a lui solleva la testa << Natasha? >> rantola << è qui? >>
L’uomo si ferma, ignorando Natasha che gli parla, e lo chiama ripetutamente non ricevendo risposte da parte sua. << Yelena? >> chiede, e lei annuisce appena << Natasha! Ho trovato tua sorella. Resta lì, sto arrivando. >>
Si avvicina alla donna, e le passa un braccio attorno alla vita << forza, vieni con me. Andiamo via. Riesci a stare in piedi? Sei ferita? >>
Yelena scuote la testa. Non è ferita ma, appena cerca di mettersi in piedi, le gambe le cedono.
<< Non sforzarti, >> il capitano la prende in braccio, pronto alle sue proteste che, però, non arrivano. << Da quanto sei qui? >>
<< Non- non mi ricordo. >>
<< Okay. Tranquilla. Ora sei al sicuro. >>
La strada che ha seguito per arrivare al lago ora gli sembra infinitamente più lunga, ora che ha Yelena con sé.
Non ha visto sangue, quindi ci sono buone probabilità che la donna non sia davvero ferita, ma non ne ha la certezza.
Appena possibile, devono mettersi in contatto con la New Avengers Facility, e parlare con Marta sperando che, anche a distanza, possa essergli di aiuto.
Per due volte Steve teme di essersi perso, quelle betulle sono tutte uguali, e trovare punti di riferimenti non è facile ma poi, finalmente, gli alberi cominciano a diradarsi, e davanti a loro compare il quinjet.
Natasha lo aspetta lì, pronta a partire.
<< Che cazzo è successo? >>
<< Credo che sia sotto shock, >> risponde Steve, affidando una semi-incosciente Yelena alla sorella. << L’ho trovata vicino a un lago, ha detto di non essere ferita. Era stordita. >>
<< Sbrighiamoci ad andarcene da qui. >>
<< Resta con lei, io penso al decollo. >>
Yelena apre gli occhi mentre sono in volo.
Si guarda attorno stordita, e spaventata da quel luogo che non riconosce. Si mette a sedere tremando.
Ha caldo, e le manca l’aria. Si sente soffocare quando nel suo campo visivo compare un volto conosciuto.
<< Ehi, ehi… guardami, >> mormora Natasha, tenendo delicatamente il suo volto fra le mani << va tutto bene, è tutto okay. Ssh, ssh, >> le asciuga le lacrime con i polpastrelli; respira piano, cercando di farsi copiare dalla più giovane. << Ssh. Va tutto bene, >>
Steve, dalla postazione di comando, non può vederle, ma ascolta in silenzio. Non vuole intromettersi, ma è pronto ad aiutare come può, in caso di necessità.
<< Va tutto bene, >> continua Natasha << va tutto bene. Ora- ssh, respira. Mi dirai dopo cosa ti è saltato in mente di fare…dopo…hai fatto spaventare tutti. Ho avuto paura che…>>
<< Chissà, >> Yelena cerca di sorridere << che faccia farà nostro padre, >> un singhiozza la interrompe, e si deve fermare a riprendere fiato << quando saprà di- di lui, >> accenna con la testa a Steve.
Ridono piano, le due sorelle, l’una stretta contro l’altra.
La risata di Yelena lascia nuovamente il posto alle lacrime. Natasha la guarda preoccupata, non sapendo come aiutarla, e lei singhiozza un  << condizionamento chimico. >>
Steve non perde tempo, e si mette in contatto con la New Avengers Facility per parlare con Marta
Mentre il quinjet sorvola la Polonia, Yelena si addormenta stremata dopo aver mangiato, convinta dalla sorella, una barretta alla frutta.
Chiude gli occhi stringendo la mano di Natasha perché è stanca, ma non abbastanza da non avere più paura.
Natasha la stringe dolcemente contro il suo corpo, e guarda Steve che le si avvicina.
<< Come sta? >>
<< Credo si sia calmata, almeno per il momento. >>
L’uomo annuisce << bene. Credi che abbia bisogno di un medico? >>
<< Spero, >> mormora la donna in un sussurro << Dopo che esci dalla Stanza Rossa, riesci a vedere i medici soli come un incrocio fra dei macellai e degli scienziati pazzi, >> conclude con un sorriso triste.
Steve annuisce: ha già sentito parole simili pronunciate da Bucky.
Yelena continua a dormire, Natasha le accarezza piano i capelli e la fronte, le parla piano cercando di rassicurarla quando il suo sonno diventa agitato.
Fra qualche ora saranno nuovamente in America, e solo allora lei si sentirà tranquilla.
Non sono davvero in pericolo, non si devono nascondere da nulla e da nessuno, eppure… forse è solo l’effetto che la Russia, nonostante gli anni, continua ad avere su di lei.





 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: Rosette_Carillon