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Autore: VigilanzaCostante    08/08/2021    1 recensioni
Così lui sapeva generare illusioni e diventare invisibile. Era finto, e costruito, dentro di lui di vero non c’era nulla. Per questo era affascinato da quella folle ragazza, che animava oggetti ed era in grado di attraversare specchi – sembrava reale, uguale a se stessa, e nient’altro.
|Draco/Luna| Attraversaspecchi!AU | Scritta per il compleanno di Mari Lace
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Luna
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Leggere un oggetto significa dimenticare un po' se stessi per fare posto al passato di un altro, mentre attraversare gli specchi significa affrontare se stessi. Ci vuole fegato per guardarsi negli occhi, vedersi per ciò che si è, immergersi nel proprio riflesso.”

E tu, pur non essendo Grifondoro, hai dimostrato molto fegato in questo. Continua sempre ad affrontare te stessa, Mari.
Buon compleanno


 
Attraversamenti invisibili



Le segrete di Chiardiluna erano anguste e Draco odiava abbandonare l’agio dell’ambasciata per portare cibo ai prigionieri. Non era un compito all’altezza delle sue potenzialità, ma il padre avrebbe fatto qualsiasi cosa per entrare nelle grazie di Faruk, anche far rinchiudere il suo unico figlio.
Le labbra sottili, incastonate in quel viso pallido, erano corrucciate e schifate. Era quasi intenzionato a rendersi invisibile, ma Madre Ildegarda aveva creato quella fogna in modo che nessuno potesse usare i propri poteri all’interno. Nemmeno la piccola animista poteva farlo, anche se non sembrava molto intenzionata a provarci.
Quella ragazza era strana. Draco l’aveva pensato sin dalla prima volta che l’aveva vista, mentre si aggirava con tranquillità all’interno della corte e non curante del fatto che lei non avrebbe dovuto essere lì.
Aveva capelli disordinati, lunghi fino alla vita, di un biondo sporco. Aveva una penna dietro all’orecchio e una collana di tappi che indossava come fossero perle. Non sembrava accorgersi d’essere fuori luogo e Draco ne era convinto, non erano tutti così gli abitanti di Anima, solo lei.
Non che avesse mai visto altro oltre al Polo, ai suoi intrighi, alle famiglie aristocratiche e crudeli che lo abitavano. In primis, la sua famiglia. I Malfoy, appartenenti al clan dei Miraggi, s’erano uniti ai Black Invisibili con l’unione tra Lucius Malfoy e Narcissa Black, la seconda, pacata, figlia di Cygnus e Druella. Così lui sapeva generare illusioni e diventare invisibile. Era finto, e costruito, dentro di lui di vero non c’era nulla. Per questo era affascinato da quella folle ragazza, che animava oggetti ed era in grado di attraversare specchi – sembrava reale, uguale a se stessa, e nient’altro.

Le porse una ciotola di minestra senza dire niente, guardandola in silenzio dall’alto in basso.
«Grazie, abitante del Polo» lo stava osservando ma, a tratti, sembrava che i suoi grandi occhi a palla lo stessero attraversando. Esattamente come attraversava gli specchi.
«Mi dispiace chiedertelo, ma quando potrò uscire da qui? Mi basta solamente uno specchio. Dovrei tornare a casa e aggiornare mio padre su quello che ho scoperto».
Draco alzò il sopracciglio. «Stai ammettendo di essere una spia? Per chi lavori? Cosa vuoi dal sire Faruk?».
Luna sembrò ancora più sorpresa di quanto apparisse di solito.
«Spia? No! Io sto cercando il Ricciocorno Schiattoso. Deve sicuramente stare in luoghi freddi, e quindi sto proseguendo il mio viaggio verso nord. Questa è una delle opzioni, poi più su andrò verso Plombor¹».
«Cosa sarebbe un Ricciocorno Schiattoso? E perché pensavi di trovarlo nelle camere del sire Faruk? Hai allarmato l’intera corte». Lo sguardo di Draco era freddo, fisso su quella ragazza così diversa da lui.
Lei scrollò le spalle, senza dare una spiegazione, come persa tra i suoi pensieri.
«Il tuo caso è sotto giudizio dai vari consiglieri dello Spirito di Famiglia. Per ora non puoi uscire». Mi dispiace, voleva aggiungerlo, ma non lo disse.
Forse, essere quello che portava il cibo nelle segrete non era così male. Era un interessante diversivo alla sua odiosa normalità.

Scese tutti i giorni, per una settimana.
Non si sapeva bene perché la tenessero chiusa per così tanto tempo, Draco non l’aveva capito. Si diceva che Faruk avesse bisogno di un’abitante di Anima, per via di un libro, e quindi quella ragazzina era l’occasione perfetta. Ma forse serviva una lettrice – un sottopotere di quel potere già ridicolo – e non sapevano se lei lo fosse.
Insomma: quella povera ragazza era costretta alla prigionia per puro egoismo, e Draco era infastidito. Infastidito perché lui continuava a fare il facchino senza essere informato di niente, disgustato dai modi melliflui di suo padre quando si trattava di impressionare Faruk e da sua zia Bellatrix, che era ancora più attaccata al suo signore da quando era stato “minacciato”.
Luna, come aveva scoperto si chiamasse, non era in grado di minacciare proprio nessuno. Non che fosse stupida, ma si vedeva che non aveva intenti crudeli. Le mancava animare gli oggetti, però, e Draco non sapeva come aiutarla.

«E come funzionano i tuoi poteri?».
«Attraversare gli specchi significa affrontare se stessi» e anche se non spiegò molto, Draco capì. Perché quella ragazza, Luna, Lunatica, Lovegood, per quanto potesse essere fuori dalle righe, era in grado di convivere con se stessa. Lui poteva dire lo stesso?
«Io ho ereditato da mia madre il potere dell’invisibilità, e da mio padre quello del clan dei miraggi, posso creare illusioni».
«Vorrei tu ne creassi una ora, mi piacerebbe essere altrove con te Draco, Anima ti piacerebbe molto». Ne dubitava fortemente, ma per un secondo folle ci credette.
«Questo resort a cinque stelle non ti piace?» disse con un accenno di sorriso.
«Oh no, Draco, va benissimo anche qui! Sto bene ovunque con chi è mio amico».
 
Amico, che parola buffa, erano davvero amici? Forse sì. E quelli che ha avuto per tutta la vita, erano davvero amici o solo mere illusioni?
 
Alla fine, lasciarono andare Luna al termine di quella settimana. Capirono che era solo una tipa un po’ tocca, e non una tremenda criminale, e che non sarebbe stata così utile per le loro trame e i loro sutterfugi. Si fecero dire il nome, però, della Lettrice più capace di Anima e le diedero un messaggio da lasciare ad Artemide.

Dopo che le avevano dato modo di ricomporsi, Luna sembrava ancora più integra. I tappi le ballavano intorno al collo, la penna le saltava nella mano e poi ritornava nell’orecchio al muoversi delle sue dita.
«Verrai a trovarmi ad Anima? Magari per la festa degli orologi, o quella delle tazzine da caffè…».
Draco rise d’una risata vera, reale, non attraversata da ombre. Lucius, che non poco lontano stava discorrendo di affari con sua moglie, intercettò quei sorrisi e lo ammonì con lo sguardo. Già gli sembrava di sentirlo, cosa stavi facendo, Draco?
«C’è lavoro dalle vostre parti per un ragazzo in grado di generare illusioni e rendersi invisibile?».
Luna stava per rispondergli quando coloro che l’avrebbero scortata per il ritorno a casa la raggiunsero. Lo abbracciò di slancio e Draco rimase fermo dallo stupore, le braccia lungo i fianchi.
«Sai, Draco, anche i Nargilli sanno rendersi invisibili, ma questo non significa che siano meno veri».
E prima che potesse accorgersene, se ne stava già andando.

Si rese invisibile e la seguì, percorse tutto il tragitto da Città-cielo fino ai confini del Polo. Stavano chiudendo le porte del dirigibile e aveva qualche secondo per decidere. Salire? Non salire?
Era coraggioso cambiare la propria vita, ma da codardi scappare senza salutare. Pensò a suo madre, agli occhi velati di preoccupazione, e al padre che non avrebbe voluto deludere. Ma se non fosse salito adesso, non sarebbe mai stato in grado di andarsene via da quell’arca opprimente.

 
Alla fine, prese la sua decisione. Ma era quella giusta?





 
¹ Plombor è l’arca più a Nord nel mondo della Dabos
   
 
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